Evento Migrazioni

Silen

Get a life
In un bel giorno di mezza estate, uno spettacolo assolutamente fuori dal comune si presenta davanti agli occhi dei nani che pattugliano il confine della regione di Roccaferro. Una schiera di diverse migliaia di centauri si appressa al confine di Khaz Modan: il primo pensiero dei soldati di pattuglia corre subito a una possibile invasione ma una occhiata più attenta rivela che fra i nuovi venuti i guerrieri sono una piccola minoranza: il grosso dell'orda in movimento è formata da civili carichi dei loro beni, carri di tende e masserizie, femmine e piccoli. Si tratta palesemente di una migrazione meticolosamente ordinata e bene organizzata, come del resto è lecito aspettarsi da un popolo che spesso per natura ha scelto la vita errante del nomade.
E' presto chiaro anche che i centauri sono venuti con intenzioni pacifiche, come dimostra il fatto che alla pattuglia si fa incontro un quadrupede armato solamente di una bandiera bianca, che dopo essersi cortesemente inchinato richeide nella favella arcaica parlata dai centauri di Aman un colloquio.

@Alastork
 

Alastork

Lonely Fapper
Le guardie, lestamente, fermarono la grande carovana. Con calma, signori! Non possiamo farvi passare, ma vi possiamo arrangiare un accampamento temporaneo e sostentamento. Rhun Barbalampo, capo delle guardie al confine di Roccaferro, gestiva la situazione facendo da intermediario. Una volta che la grande carovana di uomini-equini si era ben sistemata, mandò immediatamente un messaggero verso la capitale, così che Thurimar fosse chiamato al più presto.
Dopo qualche giorno il Thane dei nani si presentò al confine per conferire con i centauri. Era evidente fosse in egual misura sorpreso e preoccupato: aveva alcuni sospetti sul perché di quella situazione.
Sospettate che sia una fuga, grande thane?
E' assai probabile. Non vorrei che le Aracne si svegliassero proprio adesso, sarebbe un pessimo tempismo.

Il Thane con la sua scorta e il capo delle guardie si avviò verso una tenda un pochetto più grossa delle altre, dove capiva fosse qualcuno con cui poter conferire solo perché c'era più via vai di persone... O cavalli, a seconda del giudizio.
 

Silen

Get a life
L'arrivo del thane non passò inosservato e presto un terzetto di centauri abbigliati in modo più vistoso dei loro confratelli e con alcuni monili d'oro che probabilmente contraddistinguevano il loro rango, si avvicinarono al nano.
"Ah è un piacere incontrarvi, o re de lo popolo nanide! Noi vogliamo per primera cosa assicurarvi che ci siamo appropinquati a li vostri confini in pace et amicizia. Niuna intenzione hostile noi abbiamo ne li vostri confronti. Nostro intento è di chiedere la permissione di attraversare lo vostro territorio per raggiungere i clan de li nostri fratelli a sud, i Buoni Compagni. Quelli che qui vedere sono i capi dei clan de li Cavalieri Marini e de li Zoccoli di Bronzo, Aktali detto lo Fulmine è lo mio nome."
 

Alastork

Lonely Fapper
Thurimar guardò prima i centauri: poi Rhun Barbalampo, che era diventato rosso come un peperone per la vergogna ma stava stoicamente serio a sostenere lo sguardo sconcertato del Re nanico; poi di nuovo i centauri, che come al solito parlavano come se avessero passato la vita a brucare tomi elfici piuttosto che erba e verdurine varie come loro solito.
Ma potevate dirlo subito alle guardie, per i dieci martelli di Wotan! Potete passare, basta che non vi fermate troppo a lungo o mi mandate in cimpanelle i clan che si chiedono cosa stia succedendo. Thurimar brontolò fra sé, irritato per essere stato disturbato per qualcosa di così triviale all'improvviso e in un momento tanto delicato. Avranno di che raccontarvi, i vostri fratelli a sud. Adesso c'è una cittadina di elfi, di eldar persino, ed umani, nel loro territorio! Gente che viene da oltre il grande mare, nobilissimi equini miei. Andate, andate e meravigliatevi, che ce n'è di ben donde. Annuì convinto. Un po' cercava di attirarli fuori dai piedi, un po' li distraeva con qualcosa di bello per non far notare troppo che si fosse alterato. Dopotutto era un Gormtrommi, un po' di arte diplomatica e capacità di interloquire l'aveva maturata nella sua lunga vita.
Vorrei però, oltre questo piacevole intermezzo, farvi un paio di domande molto chiare. Si fece più serio. Dopotutto una semplice visita di cortesia poteva mascherare facilmente altro, e per quanto i Centauri fossero raminghi, che si spostassero proprio da quei territori gli lasciava comunque il sospetto che qualcosa non andasse. Nella vostra casa, oltre i confini di Roccaferro, come vanno le cose? Tutto è pacifico, o qualcosa si fa più minaccioso?
Aveva fatto una domanda un po' sottile per non essere, come dire, palese; pensava l'avrebbero capito cosa voleva dire, dopotutto per come parlavano erano dei maestri delle sottigliezze di linguaggio.
Ma magari parlavano solo molto bene ed erano un po' tonti. Nella sua lunga vita, Thurimar ancora non aveva capito se fossero intelligenti quanto una persona normale o fossero più stupidi perché mezzi cavalli...
 

Silen

Get a life
Il centauro si grattò la testa con fare perplesso e assai poco nobiliare "Non era cristallino lo nostro intento? Mi dispiace di avervi causato crucci senza cagione, forse la nomade vita ci ha reso poco avvezzi a le preoccupazioni de' gente stanziale come voi. Havvi udito de la presenza di gente d'oltremare in terra de' Buoni compagni, affè mia sono invero assai curioso di vedere questa gente venuta di così lontano e con loro conversare in amicizia. Quante cose debbono aver veduto in loro lontana terra che noi non riusciamo nemmeno a immaginare."

La successiva domanda del thane ebbe come risposta un sorrisetto forse un pò tirato "Amico mio, come vi dissi poc'anzi noi conduciamo una nomade esistenza. È nostra scelta e invero non la abbiamo mai avuta a rimpiangere chè lo nomade deve essere sempre pronto a spostarsi in specie quando comprende quale sia la direzione del vento." Aktali sospirò "conoscerete probabilmente lo popolo Aracne a nord dè terre ove noi e li Cavalieri Marini eravamo soliti vagare. Popolo duro e diffidente esse sono, sempre in timor panico di vedere minacciata la Tela loro e pericoli sovrastare le grandi anziane o li piccoli maschi. Eppure nonostante li ristretti orizzonti di loro mente, per molti anni vivemmo in armonia che se uno rispetta loro leggi e paturnie loro può star tranquillo che loro si comporteranno egualmente ne li vostri confronti. Qualche mese fa, come certo li viandanti giunti da est avranno voi narrato, navi sconosciute toccarono le coste abitate da le Aracne. Un evento del tutto fortuito ma temo, sfortunato per noi chè se da un lato li stranieri riuscirono a convincere le Aracne dea loro ingenuità in entrare la Tela dall'altro le Aracne ebbero a vedere mappe di loro distante terra di là dal mare" il centauro scosse il capo in un gesto di deprecazione "Mente di Aracne è cosa strana assai. Esse conoscono loro Tela e pensano che sia inizio e fine di terra e non tormentano loro animo con curiosità di cosa esiste oltre; ma lo vedere quanto fosse veramente vasto lo vasto mondo è stato un vero trauma per esse. Da settimane ormai nella Tela v'è grande turbamento chè dove altri vedono mistero e opportunità le Aracne vedono minacce e insidie. Orbene; alcuni giorni or sono una de'loro messaggere venne a cercarci. Con tono assai gentile informò la mia persona chè centauri diventarono una minaccia per la esistenza della Tela, non per loro forza o numero ma paradossalmente per loro pochezza. Da le parole dè stranieri Aracne hanno compreso che nazioni e popoli diversi stanno inviando navi oltre lo Grande Mare e in loro mente già vedono colonie straniere sorgere quà e là per Aman tutto. Esse non vogliono chè stranieri possano chiedere di stabilirsi ne lo territorio nostro e ci chiesero quindi di sloggiare: le terre di Cavalieri Marini e Zoccoli di bronzo diverranno parte dea Tela pè rimuovere lo pericolo."
Aktali scrollò le spalle "Io e Zondar Verdemare, lo capo de li Cavalieri Marini, conosciamo bene lo popolo dea Tela: quando Aracne vede minaccia, Aracne non tratta, non riflette, non ragiona. Sapendo ciò, non persi tempo in proteste inutili. Noi non desideriamo batterci con Aracne: altri hanno fatto ed è stata sempre cosa molto stupida da fare. Havvi chiesto tempo, Aracne dato."
Aktali si strinse di nuovo nelle spalle, come dire "ed eccoci quà".
 
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