Diplomazia Lunghe orecchie, Lunghi coltelli.

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Dopo gli eventi seguiti al crollo dell'Unione, alla guerra nel nord e ai nefasti retroscena della Lacrima di Solonielle - o delle lacrime, più correttamente - Il Principe Carnil prese un piccolo drappello di soldati, tra cui anche la naga Chander, e si mise in viaggio verso nord-ovest senza dare troppo peso a quell'uscita. Sembrava, almeno in apparenza, che si stesse recando a far visita a Viserhad, dal Duca, ma anziché girare sui monti per andare a nord proseguì lungo le terre Sylvane sino ad approdare in quelle dei Rahonavidi e poi ancora oltre, sin a giungere nelle terre di Re Talanjoo la cui figlia era giustappunto stata nel Minnonar. Il suo scopo, però, non era quello di visitare la capitale Troll, non subito perlomeno, e anziché sostare a Tanabrulla-sul-Fiume si limitò a far portare i suoi omaggi al Re Troll chiedendo di poter soggiornare a Forra Celeste. Una richiesta strana, probabilmente, inusuale certo ma che nascondeva un intento ed una necessità ben precisi. Dopo aver trovato alloggio - anche se più che altro si trattò di ottenere il permesso di piantare un campo fuori dalle mura cittadine - scrisse un messaggio da recapitare oltre il confine, nel Matriarcato.

"Alla Ilharess del Matriarcato di Kalassia,
Conscio della situazione che si è venuta a creare, e degli attriti che ne sono conseguiti, ho deciso di prendere in mano la situazione personalmente prima che tutto degenerasse nell'ennesima, inutile, guerra per procura. La mia è una richiesta d'incontro per parlare di quanto è successo con la Lacrima di Solonielle, dei tradimenti e dei sotterfugi operati dal Direttorato dell'Unione di Carandor ai danni sia del Matriarcato che di tutti gli alleati - e nemici - a lui legati. Ben sapendo la vostra diffidenza, e immaginando altrettanto bene che in questo momento, con una taglia pendente sulla testa, nessuno di voi voglia effettivamente rischiare una traversata sino alle mie terre, sono giunto a Forra Celeste per conferire in un territorio a voi amichevole. Né dentro i vostri confini, né dentro i miei. Sono certo che possiamo trovare un punto di contatto per scongiurare un conflitto su vasta scala. Confidando nella vostra partecipazione, vi attenderò poco fuori dalla città.

In Fede, Carnil Calenardon Elensil.
"

La lettera, sigillate con la ceralacca del principato eldar, venne fatta arrivare poco oltre confine e consegnata a Vidennsel in modo che arrivasse celermente a Kalassia.

@Wally87 @Enichaos

Wally ti ho taggato per correttezza, visto che vorrei incontrare i drow a Forra Celeste, per avere il tuo benestare. Dopotutto per te questo non sarebbe un incontro segreto o inaspettato, essendo che sei "stato avvertito" delle intenzioni di Carnil.
 

Wally87

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Le guardie di confini del Trollheim si guardarono un po' interdetti nel vedere il sovrano del Minnonar ai propri confini con un manipolo di uomin...elfi come sua scorta.
Quando il principe chiese di far avere gli omaggi al Re, ma di poter soggiornare a Forra Celeste, si guardarono ancora più interdetti uscendosene con una frese del tipo "ma che ci pigghi pu culu? U Re esti a Tradeswamp, esti intentu ad addestrari i novi gerrieri. Ma se fussi in vui addri, starei attentu. Dicunu che chisti giurni esti assai incazzatu" dopo questo avvertimento li lasciarono andare, dopo aver accenato che non si sarebbero trovati chissà cosa a Tradeswamp, molte tenda da campo e un grosso esercito intento ad allenarsi, ad affinare tecniche, a forgiare gradi (di sicuro! sono Troll) guerrieri.
Una volta piantate le loro tende, la Principessa inviterebbe il Principe a presentarsi al proprio genitore. Questione che forse l'eldar non si aspettava. Ma dopo tutto paese che vai usanze che trovi.
Se il reale elfico accogliesse la richiesta verrebbe condotto tramite molti campi di addestramento dove troll e goblin si addestrano senza sosta.
Un vasto esercito la cui vista potrebbe far venire la tremarella alla scorta. Ma nessuno di loro sembrava avere intenzioni bellicose nei confronti dei primi figli. Per lo più venivano gettati loro occhiate curiose.
Arrivarono in un'arena dove quattro Troll in armatura pesante, scudo e asce fronteggiavano un solo sfidante. Costui era a petto nudo con solo un paio di calzoni e un elmo in testa. Il fisico era nerboruto e più imponente degli altri troll visti fino a quel momento. Tra le mani stringeva una enorme martello da guerra, le cui dimensioni sembravano essere sproporzionate persino per il pelleverde. Ma nonostante questo lo brandiva con facilità. Con un solo colpo mandò in frantumi uno degli scudi e fece volare via il suo possessore. I tre rimasti guardarono la scena preoccupati per il loro compagno.
"Padri, avimu ospiti" direbbe Pi'yiwue. Il grosso troll diede compito di recuperare il guerriero stordito, poggio l'arma ad una parete, si tolse l'elmo e si diresse verso la delegazione.
"Principe Carnil, vi presento mio padre Re Talanjoo" poi si volterebbe verso il troll per dire " Padri chistu esti u Principe Carnil du Minnonar"
Il Re lo squadro per bene prima di dire "piacere i cunuscerve, a che debbu a vostra visita 'nda città i tradeswamp, site venutu a vidiri i truppi che stamu preparandu pe cumbatteri a norde?" chiederebbe. La voce sarebbe cavernosa, a differenza della figlia la sensazione che trasmettava il Re era di poter facilmente aprire un nemico in due semplicemente tirandolo dalle estremità. Qualcosa che andava ben oltre la razza di appartenenza.
Dopo tutto nel Trollheim il monarca veniva ancora deciso seguendo la legge del più forte,
Colui che riesce a sconfiggere e a piegare tutti i capiclan detiene la corona. E non vi era dubbio che quel troll fosse Talanjoo.
Nel mentre il guerriero che ha subito l'ira di Talanjoo verrebbe trascinato per i piedi fuori dall'arena.
 
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Sia per buona cortesia che per far trascorrere con maggior celerità il tempo che lo separava dalla risposta del Matriarcato, Carnil non ebbe nulla da obiettare sull'incontrare Re Talanjoo. Anzi, era una di quelle occasioni più uniche che rare, visto che due reali del loro calibro difficilmente avrebbero avuto molte occasioni di trovarsi l'uno nelle terre dell'altro se non per circostanza, quale era quella, del tutto particolari. Inutile dire che la scorta del Principe, relativamente minuta nonostante la distanza da casa, si guardò bene dal distanziarsi troppo dal sovrano nella paura - infondata ma presente - che qualcuno di quei grossi e micidiali mostri s'avventasse sulla figura dell'Elensil. Anche inavvertitamente, vista la mole, un sol colpo avrebbe potuto risultare fatale. Dopotutto Carnil, ed era cosa nota, era più diplomatico che generale e certo i suoi modi e l'amministrazione degli ultimi quindici anni del Minnonar ne erano la prova lampante.

Osservò con un certo stupore il Re Troll battersi. Quando ebbe finito e venne presentato dalla figlia, Carnil fece un leggero cenno col capo in segno di saluto. «È un piacere incontrarvi di persona, Re Talanjoo. Ho avuto il privilegio di conversare con vostra figlia qualche mese fa e speravo che le circostanze di un incontro fossero più fortuite e liete ma... non siamo così fortunati, qui al nord.» abbozzò un sorriso.
«Non vi nasconderò che sono qui per parlare con il Matriarcato. I recenti sviluppi nei riguardi delle Lacrime hanno gettato nel caos la situazione politica e, sebbene tra elfi e drow non ci sia particolare intesa - per usare un eufemismo - ritengo la reazione del Tempesta esagerata, seppure comprensibile vista la situazione.» spiegò. «Non sono certo che le cose siano andate esattamente nel modo in cui il Direttorio ha detto, ma so che non tutto il Matriarcato è responsabile per il mercificio delle gemme. Chander...» chiamò a sé l'unica non elfa della scorta, una naga che silenziosamente strisciò sulla coda fino a giungere al fianco del sovrano.
«Ella è stata inviata da me a parlare con la Matriarca, anni fa, dopo la prima scomparsa della Lacrima. Prego Chander, dite quello che sapete senza remore.» la invitò a parlare.

«Eravamo in due. Io e Sssylvanas, la sacerdotessa. Sssiamo state accolte da un nobile di Kalasssia che aveva tutta l'intenzione di nascondere qualcosa... di non dire la verità. E quesssto è normale per la loro stirpe ma... la Matriarca non mi dette l'idea di voler rischiare l'Ira Funesta di Llorath per qualche oncia d'oro. Affatto.» esordì, sibilando di quando in quando sulle esse troppo lunghe.
«Il suo nome? Jabar Vikzlade, Duca di Kalassia.» fece una breve pausa. «Sssappiamo che la Matriarca non avrebbe mai venduto le Lacrime. Nemmeno un elfo oscuro può cadere così in bassso, nossignore. Per questo siamo qui, per vedere se possiamo porre rimedio al misfatto.»
A quel punto riprese il Principe. «Voglio dare ai nostri cugini matriarcali il beneficio del dubbio e far loro un'offerta di pace che non vuole necessariamente essere amicizia, per ovvi motivi, quanto un segno di... mutuo e consensuale ignorarsi. Come ben sapete sono tre le Lacrime oramai in giro su Ea; le due rubate a Kalassia sono le ultime di cui si è sentito parlare, ma c'è quella che è stata sottratta a noi e che ci appartiene di diritto che ancora non è stata ritrovata. Visto e considerato tutto ho intenzione di cedere il diritto di possesso di quella Lacrima alla Matriarca. Se è vero che la mercificazione di oggetti divini è sempre sbagliata, lo è anche infastidire ed irritare una Dea, sia essa a noi amica o invisa. Non è una cosa da poco quella che offro, anche se lo può sembrare, perché ho intenzione di mettere - se mi sarà possibile - una buona parola per loro facendo presente come il furto sia da imputare perlopiù all'Unione che non al Kalassia, che invece ne è stato parte lesa come tanti altri.»
 

Enichaos

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La missiva giunse quantomeno inattesa a Kalassia. La tensione era densa come un'aspic di piselli nella sala del trono, devastata da uno degli attacchi d'ira della matriarca, ormai sempre più esasperati dalla situazione, sia per lo stato che per lei personalmente. Le sete che normalmente la occultavano alla vista stavano venendo rappezzate dagli aracnidi che vivevano con lei nella sala, e diversi servitori erano rimasti feriti gravemente; Zundalaran stava curandone alcuni quando la voce della Matriarca risuonò nella sala, flebile, stremata, mentre la pergamena, ridotta ad una palla, gli arrivò nelle vicinanze dei piedi "Saggio... occupati dei... preparativi. Porta un... palanthir. Non sono nelle... condizioni di affrontare... un viaggio. O di uscire." Il mago lesse il messaggio, aggrottando leggermente la fronte "Vi farò portare il più solido che possiedo, non vorrei facesse la fine dell'omero che ho sistemato poco fa..." Per un attimo la tensione parve farsi ancora più pesante, i ragni immobili, tutti gli occhi puntati sul mago, ticchettii di cheliceri e zampe... poi ripresero a muoversi fluidamente, tornando alle loro mansioni "Hai ragione, vecchio amico... gli ultimi due anni... sono stati terribili... controlleremo le Nostre... reazioni, non temere" Il mago annuì, uscendo dalla sala per preparare il viaggio.
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La delegazione arrivò a Tradeswamp, in Forra Celeste, in tempi da record grazie alle nuove strade in duro selciato di montagna; per quanto quel tratto fosse stato costruito dai troll, si vedeva chiaramente l'impegno profuso dai grandi pelleverde per fare un lavoro di qualità. Il mago si presentò all'accampamento in cui erano ospitati i cugini accompagnato da due grossi ragni dal ventre purpureo, non più piccoli di un dobermann; tra le mani, recava ben visibile una sfera di cristallo dal diametro considerevole, larga quasi quanto il suo petto. Un inchino formale al principe in attesa, il sorriso appena accennato "Principe Carnil, il mio nome è Zundalaran, saggio di Kalassia e rettore dell'Accademia dell'Arte. La Matriarca si scusa di non essere presente di persona a questo incontro, ma da anni la sua condizione di salute le rende impossibile anche solo uscire dal suo palazzo; tuttavia, appena saremo pronti, collegherò questo tramite arcano ad un identico che le è stato consegnato alla mia partenza." annunciò, per poi osservare l'elfo davanti a lui "sempre che Vostra Maestà non abbia delle rimostranze a riguardo, ovviamente"
A questo punto si volterebbe verso i due Troll, sorridendo più disteso "Maestà, Principessa, sono lieto di essere in vostra presenza. Vedo che l'esercito si sta gonfiando senza eccessive difficoltà..." Non se la sentiva di provare ad esprimersi in trollese davanti al principe elfico, per evitare brutte figure... doputto, era ancora a livello dei bambini troll praticamente.
 

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L'arrivo del drow suscitò grande interesse, specialmente nella guardia del Principe, ma contrariamente a quello che si sarebbe potuto immaginare i racconti delle gigantesche aracne d'oltremare - che oramai iniziavano a diffondersi come storie dell'orrore più che come studi esatti - non permisero ai grossi aracnidi che accompagnavano il drow d'incutere la giusta paura. Certo non erano belli da vedersi né lasciava sereni averli vicini, questo era poco ma sicuro. Il Principe Carnil fece un inchino al saggio giunto dal Matriarcato e così fece anche Chander, attendendo che avesse salutato anche i padroni di casa prima di prender parola.

«Grazie per averci raggiunti, savio Zundalaran.» salutò. «Non mi aspettavo che la Matrona potesse uscire da Kalassia, né che volesse farlo, specie in questo momento preciso. Il vostro comunicatore magico andrà benissimo per quello che vogliamo fare.» annuì. «Ricordo che la meschina regina d'Ishitara usasse metodi simili, specchi incantati in quel caso, e hanno sempre funzionato egregiamente.» confermò, guardando Talanjoo e figlia dando loro un cenno d'assenso. «Ho già detto sbrigativamente ai nostri gentili padroni di casa della mia offerta, quindi se la Matriarca o voi non avete nulla in contrario non avete che da avviare questa sfera.»
La guardò con genuina curiosità, immaginando di cosa si trattasse ma non volendo fare congetture affrettate. Certo che lì, a Tradeswamp, si sentiva abbastanza esposto ma era un rischio che era disposto a correre per non incappare in una guerra millenaria scongiurata fino a quel momento.
 

Enichaos

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Il saggio annuì posando la sfera su uno sgabello troll alto come un tavolo elfico, e con pochi gesti nella sfera apparve la vista di un volto, o quantomeno parte di esso. La pelle di un nero che poteva appartenere solo al marmo ed alla notte, labbra rosse come un melograno maturo... ma poco sopra, un velo nero come di donna in lutto, che oscurava tutta la metà superiore del viso, da cui uscivano ai lati ciocche di lunghi capelli d'avorio. Quel che si vedeva ed intravedeva suggeriva un volto giovanile di proporzioni delicate ed armoniose, e negli abiti neri si intravedeva qualche minimo accenno di rosso. "Maestadi di Minnonar e Trollheim, siete ora al cospetto della Valsharess di Kalassia, Driass della stirpe Daulegharth" Detto questo il mago si chiuse in un totale silenzio, ed il volto nella sfera sembrò girarsi leggermente un paio di volte, prima che le labbra si dischiudessero "Principe Carnil, non posso... dire che la Vostra presenza... fosse pronosticabile, penso che persino... la Principessa Pi'yiwue non avrebbe... potuto indovinarlo. Mi ricordo invece... di voi, Chander. Veniste insieme... alla sacerdotessa darthirii quando... ci fu rubata la prima lacrima. Avevate dei dubbi, e... onestamente mi pento di averli... respinti con veemenza, visti gli... ultimi accadimenti." il tono di voce, da freddo si fece più cordiale, mentre lo sguardo si posava sui troll che stavano ospitando quella peculiare riunione di massimi vertici "Re Talanjoo, finalmente vi... vedo di persona... avete un fisico davvero... possente, è rassicurante sapere che... vi avremo al nostro fianco contro i... Caduti come è stato con... i Rewt-Illing. E sono felice di... poter ringraziare direttamente... la Principessa per l'aiuto datoci... poco addietro, ovviamente." ogni pausa, faceva trasparire qualcosa, come una stanchezza recondita che costringeva ad inseguire le proprie stesse parole... "Quindi, Principe, che motivazioni vi... portano fino ai confini del... nostro regno, a disquietare una... donna già turbata?" la voce era calma, fredda come i ghiacci del Pinnacolo di Ea... nulla in quel che si vedeva di quel volto faceva trasparire che ci potessero essere emozioni in un qualsiasi punto del corpo della matriarca... eppure, negli scorci della stanza che si riuscivano ad intravedere si potevano notare i segni della furia che l'aveva pervasa in precedenza.
 

Wally87

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Durante l'attesa dell'arrivo del saggio, il Re fece preparare delle libagioni. Di sicuro non raffinate come quelle della corte Eldar.
Ma non era stato l'unica ad essere stata approntata. Un sincero avvertimento era stato dato ai primi figli, offendere o nuocere in alcun modo uno dei rappresentanti del matriarcato sarebbe stato severamente punito.
Che fosse un Regnante o uno schiavo, non avrebbe fatto differenza. Il colpevole sarebbe stato dato in pasto ai Divoratori, vivo! Vivo per non troppo tempo mentre un mega vermone ti strappa via un pezzo alla volta. E per rincarare la dose il Re li avrebbe condotti a vedere il significato profondo di quel monito, la zona della caserma dove veniva allevati e nutriti i Divoratori. Dopo di che se queste condizioni verrà loro estesa l'ospitalità e la protezione reale. Nel senso che se un troll, un goblin o un Duergar si azzardasse a fare qualcosa agli Eldar, verrebbe usato per alimentare i Divoratori.
Una volta che il drow arriverà coi suoi otto zampe al seguito direbbe "Zundalaran, ben turnatu amicu meu, che pozzu offrire ai tuoi nimali pi rifuccillarli?" Farebbe un cenno a delle domestiche di portare da mangiare a da bere. Nel mentre la principessa si limiterebbe ad piccolo inchino informale.
La contrapposizione tra padre e figlio è come vedere cielo e terra, ma in un qual modo a nessuno verrebbe da dubitare che i due abbiano un legame di sangue.
Talanjoo batterebbe le mani "tutti fora, pi chistu 'ncustru i guardi pozzunu stari fori a nun menu i cinque di mei passi. 'Ite!" rivolto sia ai suoi che agli uomini del principe. Troppe orecchie curiose non era necessarie e dopo tutto non avrebbero potuto ugualmente garantire la salvaguardia di nessuno in quella tenda. Era implicito che la naga potesse restare.
Per la prima volta il principe di Minnonar vedrebbe il possente troll abbozzare un piccolo inchino "U piaceri esti u meu, mi spiaci che nun sacciu parlari beni cume me figghia e potesse esseri difficili pe vui capire chiddu che dicu, ma basterà chiederi e Pi'yiwue vi farà a traduzioni" quindi adrebbe a versare al Drow una coppa di una birra cruda.
 

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Sebbene l'ospitalità di Talanjoo facesse onore alla sua casa, Carnil rifiutò - almeno inizialmente - di mangiare o bere. L'importanza dell'incontro gli impediva di sentir fame o sete alcuna, ma Chander - di contro - piluccò qualcosa prima che il dispositivo magico venisse approntato del tutto.
«Non vi preoccupate, Talanjoo, riesco a capirvi abbastanza.» lo rassicurò il principe. «E se avrò bisogno chiederò senz'altro a vostra figlia.»
Apprezzò la riservatezza garantita dal sovrano Troll e quando venne il momento di comunicare con la Matrona si fece trovare perfettamente - o quasi - a suo agio, per quanto la situazione fosse tutto fuorché "normale". Era la prima volta che un elfo vedeva la Matrona a quella maniera, senza i suoi veli a proteggerla, e forse una delle poche volte nella storia in cui un elfo la vedeva e basta. La situazione politica era precipitata tanto che anche la riservatezza della Valsharess aveva lasciato il posto all'esigenza del dialogo, della risoluzione. Carnil, se da una parte si sentiva fiero di essere a quel "tavolo" diplomatico, dall'altra capiva la criticità e le preoccupazioni che una donna come lei stava sopportando. Llorath non era stata clemente con i suoi figli ma, soprattutto, con le sue figlie.

«Valsharess.» la salutò facendo un inchino della testa. «La mia lingua oscura non è delle più fluenti, perdonate se non mi azzarderò a usare termini specifici.» premise. «Nemmeno io avevo previsto di spingermi tanto a est, ma la situazione lo ha richiesto. Non mi aspettavo che Dedric agisse così impulsivamente contro Kalassia, né che volesse creare un sì rapido aggravarsi della situazione dell'Unione.»
«Non sono qui per turbarvi ulteriormente, però, tutt'altro. Per quanto ci siano divergenze sostanziali tra i nostri popoli è innegabile che anche voi siate finiti nel novero delle nazioni raggirate dal Direttorio. Quando inviai Chander e Sylvanas da voi sospettavo che mi fosse stato nascosto qualcosa ma non avevo né le prove né le possibilità di dimostrare cosa fosse. Il Direttorio mi aveva assicurato di aver comprato la Lacrima da voi, ma anziché una compravendita venni a sapere del furto e del conseguente disastro che si abbatté su di voi.» fece una breve pausa.
«Per quanto io non porti simpatia per la vostra dea, non approvo - e mai approverò - che venga sottratto qualcosa ai divini. Si è trattato di un atto spregevole. Spregevole e ripetuto nel tempo.»
A quel punto intervenne Chander che, chinando il capo in segno di saluto, prese parola.
«Sssalve Matrona. Sono lieta che ricordiate ancora il nostro incontro e sono costernata dal non essere riuscita a metter più dubbio in voi. Il Duca di Kalasssia ci aveva assicurate che tutto stava andando per il meglio e, ammetto, non sssapendo di chi fidarci e trovando la vostra rimostranza, non volemmo insissstere sulla questione.» spiegò, parlando piano meditabonda. «Ora sssappiamo la verità e posssiamo evitare che altre cose del genere accadano in futuro.»

Riprese a parlare il Principe. «Lungi da me volermi intromettere negli affari in corso tra voi ed il Regno della Tempesta, sono qui perché ho intenzione di dirvi che - qualora fosse necessario - non avrò problemi a spiegare che anche il Matriarcato, benché non sia certo un amico del mio paese o della mia gente, è stato tratto in inganno dal Direttorio e non dovrebbe essere ritenuto responsabile delle malefatte dell'Unione.» lo disse apertamente, senza giri di parole. «Sono abbastanza disgustato dal comportamento dei nostri cugini e la loro macchia si ripercuote sul mio popolo e sul mio regno.» annuì solennemente. «Non è una cosa accettabile. Tanto più che il Tempesta ha chiesto, al tavolo di pace, che essi cessassero ogni attività politica con voi, ritrovandovi due regioni scorporate da Kalassia ed in mano ad un potentato straniero che vi ha tradito e umiliato. A stento riesco a sopportare io quello che hanno fatto.» appariva visibilmente costernato dall'atteggiamento dell'Unione ma, più che altro, dal non poter fare nulla per riportare la situazione ad uno status quo significativo e rilevante che non facesse dolo a nessuno.
«
Ma non sono qui solo per fare promesse e dichiarazioni di natura politica.» sorrise. «Come ben sapete ci sono ben tre Lacrime attualmente su Ea. Le due trafugate a voi e quella che appartiene di diritto al Minnonar che è stata rubata da qualcuno - camuffato da goblin - anni or sono. Quella gemma appartiene a noi e a noi soltanto. Non al Tempesta, non a chi l'ha rubata. Questo detto ho intenzione di trasferire a lei, Matrona, la legittima proprietà della gemma. Se e quando verrà trovata apparterrà a voi di diritto, da oggi in avanti, così che il debito di sangue contratto dall'Unione venga ripagato.» un altro breve momento di silenzio.
«Non è molto, ma tra la distanza che ci separa e le diversità che ci dividono, è tutto quello che posso fare. Se la ritroveremo noi ve la porteremo immediatamente, se la trovate voi nessuno potrà recriminarvene il possesso.»
 
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"Non preoccupatevi per me, parlo... piano ma vi capisco benissimo, Re... di Trollheim" La Matriarca ascoltò in silenzio l'offerta di Carnil, mentre Zundalaran stava gustandosi la birra a brevi sorsi mentre passava distrattamente alcuni pezzi di carne cruda i due piccoli che dal canto loro stavano tranquilli e silenziosi in un angolo della tenda. "Se fosse stata una vendita, non... avremmo mai ceduto due territori conquistati... col sangue all'Unione: erano il... giusto controvalore per i finanziamenti che... pensavamo ci avessero mandato... anticipatamente; invece, non è... stato che il danno aggiunto alla... beffa." le labbra si fecero più sottili, sentendo parlare del Duca "Quell'uomo è... vorrei poter dire qualcosa... di inaspettato, ma è la quintessenza... di quello che i drow sono secondo il resto... di Ea. Il suo tradimento ha... ingannato tutti, ma Ci ha ricordato... la cautela che dobbiamo tenere nei... confronti degli altri." Scosse leggermente il capo, tornando rilassata "Dimenticate la Lacrima al... collo della sovrana delle Arpie, Principe: un... luogo incredibilmente sicuro, in questa... nuova prospettiva. E, per quanto sinceramente apprezziamo... la vostra proposta, non la vediamo davvero... possibile: per Noi non v'è dubbio... che essa sia da considerare vostra di... diritto, ma l'avete acquistata... col denaro; ed è esattamente ciò che Tempesta... ed il Culto di Solonielle condannano. Se... anche la Lacrima venisse ritrovata, potete star... certo che gli emissari degli Stormborn si presenterebbero... a reclamarla entro pochi giorni, probabilmente... con minacce della stessa portata di quelle... che abbiamo visto fare quest'anno." voltò lo sguardo sull'incantatore, apostrofandolo "Arcimago, reputiamo che la... discussione stia prendendo una buona... direzione, consegna al Principe il lasciapassare e... la missiva che ti ho affidato" Tornò quindi a rivolgersi al reale elfico, con un accenno di sorriso sul volto "Se la vostra proposta... era sincera e non calcolata, siete nobile nelle... azioni oltre che nel sangue, Principe Carnil... Avventato, forse, ma sembra... che siate mosso da giustizia. Sarebbe... ammirevole se non foste circondato da squali... e leoni, ma penso sia un buon punto... di partenza." lo fissò per qualche istante, mentre l'anziano drow consegnava al giovane elfo quanto richiesto, facendo appello alle proprie forze prima di continuare "Accetto il vostro dono, Principe Carnil Calenardon Elensil di Minnonar, e le vostre intenzioni non verranno certo invalidate dalle azioni future di altri regnanti. Se scamperemo alla crisi abbastanza da ristabilirCi, ricambieremo volentieri la visita, nella speranza di sanare almeno in parte l'abisso che ci separa." Una frase più formale, pronunciata con lo sforzo necessario a non mostrare esitazioni, per far meglio comprendere l'ufficialità della frase: l'accordo era accettato; che altri si fossero messi in mezzo o meno il dono, per quanto per ora puramente concettuale, era stato ricevuto.
 

Wally87

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Il Re si era rivolto alla matriarca, il che la diceva tutta sulla comprensione dell'eldar sulla parlata di Talanjoo.
Ma non disse nulla per non urtare il monarca, che già gli sembrava essere troppo sensibile. Ma lui era abbastanza crudo da quel punto di vista.
"Me scusasse, ma cume fate a ricunusceri 'na lacrima dall'addra? Pi chidde maleditti da Llorath esti chiarmaneti u culuri, ma chidda che cumprasti da i goblin avi 'na particularità che addri artefatti da Dea nun c'hanno?" chiederebbe essendo dubbioso su come riconoscere quella il cui legale possesso fino al giorno antecedente era del Minnonar.
"Stomborn nu paiu i cazzi di cavaddi, haiu divuraturi che cacanu più duru i quantu non esti a fibbra di chiddu umanu! Gli umani si fannu beddi davanti, tutti 'mpomatati, tutti giusti e retti. Ma de retti sìhannu sulu che hannu a faccia cumi u culu!" sentenzierebbe in modo molto colorito il troll.
"Vogghiu propriu vediri se andrannu contru i donni-svulazzanti per pigghiarsi anche a luru lacrima" si fermerebbe un momento e rifletterebbe sulle parole che furono spese fino a quel momento.
"mi chiudu come facisse a sapire Tempesta che u culuri orginali di lacrimi non esti chiddu i chidde che sunnu da matriarca... Pote significari che ne hannu di addre o forse hannu chidda che vi rubarunu, principi Carnil" domanda lecita dopo tutto.
"Me figghia me disse che quandu vinne a casa vostra, vui avevati u dubbio che nun fusse statu nu goblin ad attaccari u Kapo-banda. Vi possu assicurari che da i nostri 'ndagini u culpevuli esti un umanu, che viviva in una città i sulu umani, nessuna addrà razza. Chistu esti quantu scuprimmu, purtroppu nun avimu u nomi du colpevoli. Ma stramenti esti multa calzanti cu i vostra vicini i Britannia e Tempesta. Chi attaccau u kapo-guerra potessi esseri chi vi rubau a gemma" tirando le somme in modo molto sbrigativo, da..... Troll. Senza contemplare la possibilità delle coincidenze. Ma in quello Talanjoo non credeva eccessivamente.
 

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Carnil, dopo aver preso tra le mani il lasciapassare lo guardò e sorrise appena. Poi, notando di aver capito praticamente una parola su sei di quello che diceva il Re Troll fece un profondo sospiro, lasciando che la principessa lo aiutasse a tradurre almeno le parti più complesse. Con sua grande sorpresa le parti più grette le aveva colte sorprendentemente bene.
«Ah... è complicato. Molto complicato discernere una lacrima dall'altra.» commentò. «Ma il loro potere è inconfondibile. E no, non credo che Re Dedric si spingerà a muovere guerra all'Impero per la Lacrima di Silene. Non l'ha fatto fino ad ora, non penso fosse nemmeno suo interesse recuperarla. Tutto è cominciato a causa del disastro di Kalassia. Il furto subito da noi e poi i due subiti dal Matriarcato hanno gettato la chiesa di Solonielle in profondo imbarazzo e hanno deciso di agire così. Discutibile? Senz'altro, ma non credo che avrà ripercussioni di qualche tipo sul resto della politica continentale.» cercò di tranquillizzare il troll.
«E sì, sono anche io certo che non sia stato un goblin a colpire il capoguerra, né a rubarci la lacrima. Chi sia stato è un dilemma che non posso dipanare, le ricerche in tal senso sono state infruttuose, ma se voi mi dite che il responsabile era un umano che viveva in una città di umani sì, tempo che i candidati più papabili siano Tempesta e Britannia per questo scempio.» soppesò quel pensiero. «Ma senza prove non possiamo fare nulla e tutte le nostre piste si sono esaurite in un nulla di fatto.» concluse.

«E poi sì...» riprese, un poco meno convinto e chiaramente meditabondo. «Dedric non ci ha detto l'identità del ladro che vi ha rubato la gemma. Non ho particolarmente apprezzato il coprire qualcuno tanto meschino, ma continuerò a chiedere per vedere se riusciamo a saperne di più. Presto o tardi i colpevoli verranno fuori e non se la caveranno con un paio di festività a Solonielle e una decima versata come contributo.» scosse la testa, deciso.
A quel punto si rivolse di nuovo alla matrona. «Mi auguro che superiate la crisi. Onestamente non avete più colpa di quanto non ne abbiamo noi in tutta questa storia. Credo di avervi sottratto ai vostri doveri più che a sufficienza, Matrona, e credo che questa nostra conversazione possa essere continuata quando entrambi sapremo qualcosa di più.» fece un breve inchino. «Se non avete altro da chiedermi prenderei congedo da voi. C'è molto da fare e poco, poco tempo per scongiurare un disastro.»
 

Wally87

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La principessa si avvicinò si avvicinò al principe e con un volume basso della voce, tradusse ogni parola letteralmente. Con un sorriso beffardo per quanto riguardava i vermoni.
Poi prima che la Matriarca avesse il tempo di parlare disse "credo abbiate frainteso, l'umano a cui faceva riferimento mio padre era colui che ha attentato al Kapobando Orchesco, probabilmente celato da qualche sorta di magia di trasmutazione o di illusione" per tornare poi da parte e dare ai ragni qualche altro pezzetto di cibo con la scusa che era caduto accidentalmente a terra.
 

Last Century

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Carnil annuì. «Oh, quindi non è un dubbio, è una certezza.» disse pensoso. «Questo rende le cose più... preoccupanti, dal mio punto di vista. Direi che sul mandante materiale di quell'umano, quindi, non c'è molto da speculare.» scrollò la testa e, abbassando la voce, continuò. «Bisognerà indagare molto a fondo a tal proposito. E grazie per la traduzione, principessa, talvolta anche quando mi pare di aver capito tutto continuo a perdermi qualcosa.» sorrise, vagamente imbarazzato. «Comunque temo di aver approfittato anche troppo della vostra ospitalità, specie essendo arrivato qui d'improvviso. Devo tornare a casa e organizzare la burocrazia per l'integrazione di Galadrian. Se avete bisogno di qualcosa non avete che da chiedere. Entro la prossima primavera, tra l'altro, manderò una ambasceria permanente qui da voi, se siete d'accordo, così da poter conferire sia con voi che con il Matriarcato.»

Scusami se sbaglio a tradurre ma ahahaha ti giuro lo adoro, a volte son convinto di aver capito TUTTO e invece non ho capito niente.
 

Enichaos

Spam Master
La Matriarca attese qualche istante, per poi commentare "Ne abbiamo molte... di certezze, Principe; tuttavia, alcune è... meglio siano taciute, per evitare di attirare... più attenzioni del dovuto. Ora, Ci concentreremo... sull'evitare che la popolazione insorga chiedendo... la Nostra testa. Abbiamo perso troppe cose in... un tempo troppo breve per gente dalla vita... lunga quanto la Nostra... Non intendiamo perdere altro." sorrise, di quel sorriso stanco che spesso si mostrava sul suo viso, più sincero di quelli di circostanza "Andate in pace, Principe Carnil; Ci auguriamo di... avere altre discussioni con la vostra gente... ne serviranno molte per sanare la... ferita che ci separa dall'alba dei tempi, ma... ogni passo che viene fatto è importante. Ora, Ci congediamo... per riposare la voce e pensare ai... tumulti che devono arrivare." Detto questo, la sfera di cristallo tornò ad essere trasparente, e l'Arcimago vi posò una mano sopra, sorridendo ai presenti "Beh, è stato un lungo viaggio, e sarebbe bello fermarsi, ma sfortunatamente la mia presenza è richiesta in patria. Principe, Sacerdotessa, Re, Principessa" per un attimo pensò all'elevata concentrazione di reali in un singolo ambiente, ma scacciò la tentazione di fermarsi a soddisfare la sua curiosità... avrebbe avuto altri momenti "Vi porgo ancora i miei rispetti, e spero di rivederVi in circostanze meno critiche. Ragazzi..." apostrofò i ragni, che si stavano ancora ben volentieri ingozzando di carne, sferruzzando incessantemente con i celiceri "... andiamo, si torna alle grotte!" Si profuse in un ultimo inchino, prima di uscire dalla tenda con gli animali, temendo l'arrivo da un momento all'altro di una creatura narratagli da Naled... C'era una riunione, c'erano ospiti, certamente non doveva essere lontana... e lui aveva giàmmangiato...
Ah, la bellezza del trollabbrese, ogni volta che parla un troll diverso da Pi'yiwue mi sanguinano le cornee. Ma rido, rido tantissimo.
 

Wally87

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Prima che la Drow-cast si spegnesse i reali del trollheim presenti nella tenda farebbero un leggero inchino in segno di saluto e rispetto per la matriarca. Se quello della giovane era quasi ben eseguito, quello del padre era una coltellata nei reni.
Dopo di te che Talanjoo avanzò a lunghi passi verso l'apertura della tenda, facendo in modo da far passare gli altri. Quando si avvicinò l'eldar lo guardò con un poco di preoccupazione in volto "E' stato nu piaciri cunuscerte... Potiti veniri quandu vuliti, magari a prossima vota manda nu messaggiu che ce preparammu megghiu... pi quantu riguarda i toi surdati, in un paio di 'iorni sarannu..." non trovando una parola ne in trollese ne in comune per descrivere "starannu megghiu, nun hai nuda i temiri..."

La vecchiaia porta saggezza si dice, non a caso il Drow viene chiamato il saggio dopo tutto. La sua intuizione era quasi giusta dopo tutto.
Lei era già lì da tempo. Si ergeva lì, in mezzo alle guardie reali eldar.
Nonostante l'età la sua mole faceva sfigurare molti troll maschi, in questo Talanjoo doveva aver preso da lei.
Tutti avevano frainteso il motivo per cui Talanjoo aveva fatto uscire le guardie, serviva un'esca in modo che la riunione potesse avvenire senza intoppi.
La scena davanti agli occhi del principe sarebbe stata sconcertante. Le proprie fiere truppe erano state distrutte nello spirito e nell'appetito da Nin'iwuk.
La regina madre li stava costringendo ad ingozzarsi di cibo con frasi come:
Magna che esti bonu. Stai sciupato. Ti faci beni. Chistu avi i nutrienti, nun chiddi purcati che vi fannu mangiari inttra i grandi città.
U meu picciriddu magnava tuttu, pure u piattu e vidi ora che esti u Re?

Quando un Troll provò malauguratamente a farle notare che non era il modo corretto di sfamare delle guardie reali, lei si limitò a togliersi una ciabatta di legno e lanciargliela in testa talmente forte che si sentì a distanza il crack delle ossa craniche fratturare. Nessun altro osò più criticare la sua gestione alimentare.
 

Last Century

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Quando Carnil vide la scena rimase un poco interdetto. Se non avesse saputo di essere tra "amici" o almeno auspicabili tali, altro avrebbe pensato se non ad una specie di machiavellico sabotaggio della sua guardia personale. Chiaramente non era cosa e la regina madre si ergeva in tutta la sua grandezza intenta a rimpinzare i poveracci con Gallean solo sapeva cosa. Rivolgendosi a Talanjoo, in chiara necessità, il principe indicò la scena con la mancina.

«Noi elfi mangiamo... molto poco. E prevalentemente verdura, frutta e pesce.» guardò di nuovo Nin'iwuk. «Spero che questo non abbia conseguenze durature sulla loro salute. Devono tornare dall'altro capo del continente prima di potersi riposare!» non aveva un tono troppo allarmato ma avrebbe mentito a sé stesso dicendo di non essere in qualche modo impensierito dalla prospettiva di avere tutta la guardia reale fuori combattimento per i giorni venturi.

«Principessa potreste... dire a quella gentile signora che la costituzione dei miei uomini è "corretta" nella forma attuale? Non... credo di aver capito cosa ha detto ma "stare sciupato" non è esattamente un termine che accosterei ai migliori soldati del Minnonar...» guardò di nuovo l'anziana trollessa, continuando a parlare con Talanjoo. «Una volta vi porterò del pan di via, principessa. Potrebbe non incontrare i gusti della vostra genia ma almeno potrete spiegare a costei come mai sembriamo così... come dire... esili al vostro confronto. Ora vi prego, fermatela prima che ammazzi qualcuno dei miei d'indigestione!»
 
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