GDR L'Inviata di Vishazian

Abyssius

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[Prende luogo dopo il ritorno dell'Inviato Elam alla capitale, quindi dopo il torneo e prima del nuovo turno. Ho avuto difficoltà a postarlo, quindi eccolo qui con un turno di ritardo v.v.]


Era capitato altre volte che un capo tribù morisse di vecchiaia o di altre cause, poiché era nel ciclo naturale di una società cambiare capo e decidere il suo successore. La Confederazione, tuttavia, aveva reso più complicate le elezioni e la successione perché, se quella dei capi era ormai una tradizione consolidata, quella degli Inviati era un novità che alcuni avevano ancora difficoltà ad accettare. L'Inviata di Vishazian, un territorio con maggioranza Pujara, era stata la parente più prossima della Sciamana che gestiva la provincia, dunque era stata eletta più per raccomandazione che per le sue doti particolari (Sebbene i Pujara non avessero molto peso in Assemblea, data la loro tendenza ad accettare le posizioni degli altri più che a proporre le proprie.). Le morti sia della Sciamana che della sorella avevano provocato non pochi problemi alla rielezione del nuovo governatore, per quanto fossero abbastanza contenuti da non destabilizzare del tutto la provincia. Inoltre, la costruzione della città di Rhi’asur aveva reso i Vishaziani più bendisposti nei confronti dell’Arbitro e dell'Assemblea, poiché era stata la Confederazione a volerne l’edificazione, nel tentativo di risolvere i frequenti problemi dovuti alla sovrappopolazione di quelle terre. In questo clima, la nuova Sciamana fu eletta grazie al supporto dei gruppi religiosi ancora fedeli agli insegnamenti di Krietiva, ma la nomina dell’Inviata richiese più tempo: i candidati erano molti, ma si trattava principalmente di membri delle famiglie ricche che cercavano di avere un ruolo attivo in politica e molto distanti dalla pia tradizione dei Pujara. Inoltre, per quanto molti degli abitanti avessero ormai abbandonato gli insegnamenti della Madre per dedicarsi al culto degli altri dei, tra i possibili Inviati sembrava risaltare tra tutti una persona, una donna che aveva legami di sangue con la nuova Sciamana, essendone la figlia. La sacerdotessa Jati stava facendo un ottimo lavoro, grazie anche all'azione predicatrice di questa donna, che ,con la sua parlantina (particolare insolito per una Pujara) , stava dando un forte impulso alla conversione della regione. Dopo lunghi e tesi mesi, il popolo scelse lei come Inviata, poiché aveva l'appoggio del Capo locale, della maggior parte della classe religiosa locale e di più della metà della popolazione, divisa tra vecchi fedeli e nuovi convertiti. Ci furono dei festeggiamenti dopo l'elezione e prima della sua partenza, ma ella partecipò con scarso interesse. Organizzò la partenza in fretta e senza indugi, desiderosa di iniziare il suo lavoro a Rhi'anon.


Arish, figlia di Kanta e di Angadran, era una Pujara molto particolare, data la sua rara origine, poiché normalmente i Naga delle tre stirpi si univano tra di loro: Nibhanda con i Nibhanda, Pujara con i Pujara e Variyarsa con i Variyarsa. Arish, invece, era nata dal matrimonio tra una Pujara e un Nibhanda, prendendo i pregi di entrambi: la fede e la dedizione di lei, la parlantina e l'ingegno di lui, caratteristiche che l'avevano portata a scalare in fretta la gerarchia locale fino a raggiungere i ranghi più elevati del clero di Vishazian come Seconda Sciamana. La sua natura mista, inoltre, era visibile anche nel suo aspetto: il cappuccio tipico della stirpe della madre era poco visibile, spiccando solo sulla fronte e nella zona delle orecchie, mentre il colore violaceo delle scaglie era ancora ben presente sulla testa e sulla coda. Dal padre aveva invece preso i capelli castani che portava lunghi fino alla schiena, tenuti fermi da una treccia di stoffa, e lo sguardo duro e inflessibile, di quelli che non ammettono bugie o inganni. In quel momento stava giungendo alle porte della città, dove lei e le sue guardie del corpo vennero accolti calorosamente da una folla di Naga di tutte le etnie. Lei salutò distrattamente la folla, facendo passare i suoi occhi d’acciaio sopra coloro che la applaudivano e la benedicevano. Non era per irritazione o altro che si comportava così, ma per sua abitudine: le occasione mondane non la entusiasmavano mai particolarmente e non aveva mai mostrato molto interesse nell'avere sostenitori. Arrivata al palazzo, dove accolta da servitori e cortigiani, chiese di essere condotta nelle sue stanze poiché stanca per il viaggio, dichiarando di voler essere ben riposata per la cerimonia del giorno seguente.


Ashil era stata incoronata un anno prima, eppure alla sua tiara mancava ancora uno zircone dei sette che componevano quel simbolico ornamento: mancando l’Inviata di Vishazian, la cerimonia era stata completata solo in parte, poiché mancava la conclusione. Il vantaggio fu che la seconda cerimonia fu molto più tranquilla e veloce, composta solo dal giuramento di fedeltà dell’Assemblea, che non era altro se non una questione di protocollo per garantire l’ufficialità della sua elezione. Con la fine della Cerimonia di Incoronazione, sarebbe giunto anche il discorso della nuova inviata, che aveva promesso di dedicare solo poche parole sulla situazione religiosa dei Panteisti nella sua provincia natia e nella provincia di Sirura.

Arish inserì la sua pietra nella tiara e fu la prima ad abbassare la testa e le spalle (Che era il modo Naga per inchinarsi), dichiarando la sua fedeltà.

-Io, Arish di Rhi’asar, figlia di Kanta e di Angadran, a nome della provincia di Vishazian ti prometto fedeltà e dedizione eterne fino a quando la nostra libertà verrà mantenuta intatta e la nostra dignità non sarà lesa.-

Si fecero avanti, uno alla volta, gli altri sei Inviati, tra cui Elam di Rhi’anon, tornato da poche settimane dal torneo in territorio Sylvano.

-Io, Atadit di Rhi’ornin, figlio di Atit e di Avanaj, a nome della provincia di Nagire ti prometto fedeltà e dedizione eterne fino a quando la nostra libertà verrà mantenuta intatta e la nostra dignità non sarà lesa.-

-Io, Avar, figlia di Kanda e di Amuras, a nome della provincia di Sirura ti prometto fedeltà e dedizione eterne fino a quando la nostra libertà verrà mantenuta intatta e la nostra dignità non sarà lesa.-

-Io, Anarin, figlio di Kasti e di Jogova, a nome della provincia di Sawari ti prometto fedeltà e dedizione eterne fino a quando la nostra libertà verrà mantenuta intatta e la nostra dignità non sarà lesa.-

-Io, Elam di Rhi’anon, figlio di Agan e di Karayasa, rinnovo il giuramento di fedeltà della provincia di Alipur nei tuoi confronti, promettendoti fedeltà e dedizione eterne fino a quando la nostra libertà verrà mantenuta intatta e la nostra dignità non sarà lesa.-

-Io, Akuptan, figlio di Geetha e di Anaram, a nome della provincia di Sili ti prometto fedeltà e dedizione eterne fino a quando la nostra libertà verrà mantenuta intatta e la nostra dignità non sarà lesa.-


-Io, Kadeva, figlio di Dhana e di Shitina, a nome della provincia di Undlur ti prometto fedeltà e dedizione eterne fino a quando la nostra libertà verrà mantenuta intatta e la nostra dignità non sarà lesa.-



Finiti i giuramenti, la folla scoppiò in uno scrosciante applauso, che continuò fino a quando Arish non prese posto sulla balconata dei discorsi. Arrivata lì, invitò tutti al silenzio e, quando lo ebbe ottenuto, parlò.

-Figli e Figlie della Dea Krietiva, oggi festeggiamo due lieti eventi: l’ufficializzazione del ruolo di Arbitro di Ashil di Rhi’anon e la mia nomina ad Inviata di Vishazian. La mia gente si dispiace che per la propria lentezza non sia riuscita a nominare prima qualcuno per questo ruolo, ma stiamo affrontando una situazione particolare: buona parte dei credenti della mia terra ha smesso di affidare le proprie preghiere alla Madre, preferendo venerare principalmente gli altri dei Suoi fratelli. Noi Naga siamo sempre stati molto liberi riguardo il culto: i nostri fabbri ringraziano Wotan per gli splendidi utensili che producono e i nostri marinai affidano a Solonielle la propria incolumità in mare, ma tutti benedicono la Madre per la vita che è stata donata loro. A Vishazian, purtroppo, non è più così. Ci siamo allontanati dalla Dea fino a quando non ci siamo accorti di non vederla più. Allora i miei fratelli e le mie sorelle hanno trovato sostegno negli altri dei, convertendosi al Panteismo.- Abbassò gli occhi, chiudendoli, come se rivedesse quella situazione. –Tutto questo perché abbiamo dato poco valore alla Madre. Lei, nostra creatrice. Lei ,nostra insegnante. Lei, nostra guida in questa terra sconvolta dalle guerre. Ma mi assicurerò di riportare i nostri fratelli e le nostre sorelle dispersi di nuovo sulla retta via. Perché noi siamo Naga, creati da Krietiva a sua somiglianza e depositari dei suoi Insegnamenti, uomini e donne con il compito di assicurarsi che la pace e la libertà vengano preservate.-

-Userò tutto il potere a mia disposizione affinché il Culto divenga di nuovo parte integrante della nostra vita, affinché non si verifichino più simili eventi. E supporterò tutte le missioni teologiche che verranno intraprese da qui in avanti, poiché è nostro compito come fedeli comprendere le altre razze, le altre fedi e gli altri costumi. Tuttavia, non dobbiamo piegarci ad essi, dobbiamo sempre ricordarci delle nostre usanze e dei nostri costumi, anche mentre cerchiamo di comprendere gli altri. Perché se perdiamo noi stessi, perdiamo la nostra essenza. La Confederazione è nata per preservare questa essenza dai nemici esterni, ma ognuno di noi ha il compito di proteggere questa essenza dai nemici interni, non condannandoli, bensì facendoli ritornare sui loro passi. Sono sempre stata convinta che i miei fratelli e le mie sorelle possano ritornare ad avere la fede che hanno perso, così come sono convinta che possiamo conservare noi stessi anche aprendoci al mondo. Siamo stati scossi da questi cambiamenti e dalle guerre che ci hanno circondato e ci circondano ancora, ma dobbiamo sempre tenere a mente il nostro passato: anche se non ritornerà più, rimane la cosa più preziosa che abbiamo. Io, Arish di Rhi’aris, vi invito a ricordare queste mie parole, quando si presenteranno situazioni difficili. Quando la vostra fede inizierà a vacillare, ricordatevi che Lei vi ama come voi amate i vostri figli. Quando vi sembrerà di non sentirla più vicino, lei vi starà osservando da lontano, perché ha fiducia nelle vostre capacità. Se la nostra Madre sarà con noi, non avremo nulla da temere, finché saremo laboriosi e rispettosi delle Sue leggi e delle leggi naturali, finché affronteremo a testa alta il tortuoso percorso che ci si para di fronte. Perché ella ci guiderà tramite i suoi Insegnamenti.-
 
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