GDR Liber Daemonum

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Molteplici e terribili sono le creature che abitano l'Altro Luogo e altrettanto varie le forme che assumono quando esse entrano nel nostro mondo. La maggior parte degli esseri dell'Altrove assume nel nostro mondo indicibili forme di orrore e non sono rari ammassi di arti e organi apparentemente disposti a casaccio che non potrebbero mai vivere se fossero creature naturali; al contempo abbiamo appreso l'esistenza di esseri come Djinn e Kitsune capaci di assumere forme umanoidi di una bellezza che sembra trascendere l'essere mortale. Quale è dunque la vera forma di una creatrura dell'Altrove? Ahimè purtroppo dobbiamo ammettere che questa conoscenza ci è negata: forse l'unico modo di apprenderla sarebbe varcare le porte che conducono nell'Altro Luogo a rischio dell'annientamenteo della propria anima oltre che della propria vita. Ciò che sappiamo per certo è che ogni genia di esseri dell'Altrove una volta che entra in Ea si riveste immancabilmente della medessima forma e questo ci permette se non altro di tentare una classificazione.
Quello che segue è il tentativo di elencare le stirpi conosciute degli spiriti dell'Altrove che siamo stati in grado di studiare e financo alcuni che per grazia di Sarvan (o forse come punizione per il nostro peccato di hubris, a volte distinguere le due cose non è facile) che abbiamo avuto la ventura di incontrare di persona.

Prefazione del Principe Kairos alla sua opera più famosa, il Liber Daemonum.

In questa sezione inserirò alcune notizie sulle varie stirpi di demoni man mano che le andrete ad incontrare ^_^
 

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Vitrilici

Questa particolare genia di spiriti dell'Altrove si manifesta in Ea assumendo una forma simile a quella di un qualunque suo abitante, con la singolare caratteristica di essere interamente composto di un materiale cristallino simile a vetro da cui il nome con cui sono conosciuti dai saggi. Da quanto è stato possibile accertare i Vitrilici assumono solitamente un aspetto simile alla razza dell'individuo che li ha evocati, esistono quindi scritti che parlano di Vitrilici dall'aspetto umano, elfico o persino simili a minotauri o formian come anche indifferentemente di sesso maschile o femminile.
Nonostante questa loro somiglianza esteriore con le razze di Ea i Vitrilici, come tutte le creature dell'Altrove, sono profondamente alieni. Nei rari casi in cui è stato possibile compiere osservazioni sul corpo di un Vitrilico la cosa più evidente che si nota è la totale assenza di qualsivoglia organo o struttura: il corpo di un Vitrilico a tutti gli effetti è una massa uniforme di cristallo, cava all'interno, molto simile in effetti a quello che potrebbe essere un golem o un costrutto. D'altro canto la perfezione (o la imperfezione se vogliamo) della sua figura, i mille e mille dettagli che distinguono una creatura vivente da una statua risultano evidenti. Lo studioso purtroppo non può che ritirarsi sconfitto dalla domanda su come possa essere viva una creatura simile: come per molti esseri dell'Altrove l'unica conclusione possibile è che sia la magia a sostenerne la esistenza nel nostro mondo, una magia che non siamo in grado di comprendere nè replicare.
In linea generale i Vitrilici risultano essere fra i più disponibili a confrontarsi in modo pacifico con gli abitanti di Ea, come indica la quantità di testimonianze che si ricava da scritti e leggende antichissime e giudicate in passato niente più di favore per bambini. Notiamo come ricorra spesso in questi racconti la richiesta "Nutrimi o riempimi, feed me of fill me". Poichè ogni essere dell'Altrove sembra avere un proprio particolare modo di fare patti con le creature di Ea, non dubitiamo che la natura di questa richiesta sia direttamente collegata a una qualche necessità da soddisfare per sostentare la propria esistenza nel nostro mondo.
 
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Uccisori

Creature da incubo somigilianti a gigantesche mantidi religiose con una corazza chitinosa erta di spine e aculei, gli arti superiori delle terribili falci ossee in grado di squartare indifferentemente carne e armature con la medesima facilità. L'esame di un corpo di un Uccisore ha mostrato una struttura interna estremamente complessa, con un sistema emolinfatico e svariati organi interni, molti dei quali di funzione non identificabile; lo studioso non deve farsi ingannare dalla struttura esterna insettoide: quello che stà sotto il carapace di simil-chitina è molto diverso e nettamente più complesso. Inizialmente, a cagione del loro aspetto quanto della loro ferocia, perdurò la convinzione che questi esseri ferali fossero delle belve più che creature pensanti; dalle iterazioni con altri esseri dell'Altrove sappiamo invece con certezza che gli Uccisori sono in realtà pienamente senzienti. Purtroppo la ostilità che questi esseri mostrano verso i nativi di Ea è assoluta: animali o creature intelligenti sembra non fare alcuna differenza per un Uccisore nè questa ferocia sembra essere giustificata da necessità alimentari dato che le carcasse delle loro vittime vengono solitamente abbandonate a marcire.
Sebbene certi elmenti lascino intendere che occasionalmente gli Uccisori comunicano più o meno pacificamente con le altre genie dell'Altrove (Cfr. conversazione con Tamano allegata in calce), ad oggi tutti i tentativi di dialogare con essi sono miseramente (e a volte anche spettacolosamente) falliti.
Non nascondo che tale situazione risulta frustrante per lo studioso volto alla ricerca della verità: non sappiamo nulla sulle motivazioni degli Uccisori e le informazioni riguardanti la loro razza sono per lo più leggende poco attendibili o accenni e allusioni elargite dalla mia consorte Tamano no-Mae o frammenti colti da casuali conversazioni con altri spiriti. Non ho bisogno di dire quanto queste informazioni siano lacunose e come non si ci si possa basare su di esse per uno studio sistematico; il migliore avviso che posso lasciare al lettore di questo scritto è di operare con estrema cautela e con estremo pregiudizio nel caso di un incontro con uno o più esponenti di questa enigmatica specie.
 
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Meduse

Come avviene spesso quando l'oggetto di studio è costituito dagli spiriti dell'Altrove la razza delle meduse sembra uscita direttamente dagli antichi racconti mitologici relativi a mostri e creature fantastiche. Il loro aspetto è tale e quale quello descritto dalle leggende: molto simili ad un essere umano di sesso femminile la cui capigliatura è costituita da un groviglio di serpenti; inquietante a dire poco.
Gli incontri con questa razza finora sono stati piuttosto rari e improntati a una certa diffidenza reciproca: per quanto abbiamo potuto accertare le meduse tendono ad essere reclusive ed evitare il contatto con le razze di Ea se non è assolutamente necessario. Per contro, non sembrano nutrire nemmeno particolare ostilità verso gli abitanti di Ea, per cui ritengo che la loro ritrosia a comunicare sia più dovuta a una innata sfiducia, forse dovuta a contatti precedenti...se nelle leggende sulla loro specie è racchiuso un filo di verità probabilmente non possiamo biasimarle per questo.
La caratteristica più straordinaria delle meduse attribuita dalla tradizione è certamente quella di poter pietrificare un uomo con il solo sguardo; spogliata dalla leggenda questa capacità è certamente una delle forme con cui la magia dell'Altrove si manifesta nel nostro mondo ma purtroppo non ho mai avuto modo di accertare quali siano la portata e i limiti di una tale magia anche se dubito molto che sia così terribile come presente negli antichi scritti...o almeno non per tutte le meduse. Se valgono i principi generali che siamo riuscitia d accertare una creatura dell'Altrove anche fra le meduse dovrebbe esistere un qualche tipo di gerarchia anche se al momento si tratta di una semplice congettura.
L'esame del cadavere di una medusa ha mostrato parecchie caratteristiche interessanti. Ogni singolo serpente della loro capigliatura sembra dotato di un cervello autonomo; d'altro canto è accertato che la capigliatura serpentina riflette nel suo comportamento lo stato d'animo dell'individuo. La circolazione del sangue fa credere che i serpenti della capigliatura possano sia nutrirsi autonomamente che ricevere nutrimento dal sistema umanoide...tali iterazioni estremamente compelsse mi portano a pensare che occorrerebbero anni di studio soltanto per sviscerare la relazione fra l'individuo e i suoi "capelli".
L'assortimento degli organi interni è sorprendentemente simile a quello di un normale essere umano ma sono presenti degli elementi decisamente serpentini; il cuore ad esempio sembra una versione ingrandita ed adattata ad una fisiologia umana di un classico cuore a tre camere tipico dei serpenti.
 

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Spine

Fra le molteplici creature dell'Altrove le cosiddette "Spine" spiccano per la loro alienità. Esse appaiono come grosse piante dalla forma cespugliosa, i cui rami sono irti di spine velenose lunghe parecchi centimetri che possono essere rilasciate e lanciate dalla creatura a mò di frecce. Una Spina a riposo potrebbe essere facilmente scambiata per un cespuglio non fosse per la forma bizzarra delle foglie e per ilf atto che anche in stasi i rami tendono a muoversi e ondeggiare lentamente, forse per saggiare nell'aria la presenza di eventuali prede o pericoli.
Poco o nulla si sà di come questi esseri eprcepiscano il mondo circostante: le analisi sui cadaveri recuperati sul campo di battaglia non hanno evidenziato organi dis enso come noi li intendiamo. È altresì opportuno evidenziare che le Spine possono differire fra loro anche grandemente in forma e dimensioni. In tutti i casi sembrano composte da un tronco principale da cui si dirama un numero variabile di rami mentre le radici sono mobili e permettono alla creatura di spostarsi con sorprendente velocità mentre a riposo sono conficcate nel terreno.
Per quanto è stato possibile osservare le Spine non sono di per sè ostili alla presenza di senzienti ma diventano molto aggressive se disturbate.È oggetto di dibattito il fatto che siano creature senzienti o piuttosto la versione dell'Altrove di una pianta ornamentale.
 
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Mangiatori

Orride creature dalla bocca smisurata e con un appetito formidabile per qualunque essere organico, vegetale o animale che sia, i Mangiatori sono i servi dell'entità conosciuta come Quian Ya, la Regina dai Mille Denti. Sembra accertato che questi esseri di per sè siano a malapena senzienti e di certo non in grado di comunicare verbalmente. Il modo con cui si muovono e cacciano, sorprendentemente coordinato, fa pensare che fra i vari Mangiatori esista una sorta di legame magico o telepatico e che tramite lo stesso mezzo ricevano ordini e istruzioni da Quian Ya.
Ne consegue che senza la Regina dai Mille Denti ogni tentativo di comunicazione con i Mangiatori risulti impossibile; ma dubito che anche il più pazzo dei maghi di Ea sia disposto a garantire accesso a una entità simile al nostro mondo...le leggende su Quian Ya provenienti dall'oriente di Ea fanno sembrare i mostri più spaventosi della nostra mitologia poco più che spauracchi per bambini.
Un Mangiatore può avere una forma umanoide o più simile a una fiera come una tigre o un leone o persino enorme come un orso: in tutti i casi avrà comunque bocca e mascelle di dimensioni totalmente abnormi, irte di denti duri come il ferro capaci di masticare e maciullare qualsiasi cosa. La pelle, se così si può chiamare è di un rosa scuro e presenta pieghe e convoluzioni come se si trattasse di muscoli messi a nudo. Un mio collega ha paragonato i Mangiatori a "denti e gengive a cui sia stata data una forma umanoide" un pensiero quantomai inquietante. Occhi e nari sono minuscoli e il cranio altrettanto piccolo il che potrebbe confermare l'ipotesi di una intelligenza assai limitata. Gli orgaqni interni sembrano piuttosto convenzionali per quanto mallformati, stomaco e intestino in particolare sono ipertrofici e gli acidi gastrici della creatura talid a ustionare se non si prende le dovute precauzioni.
Nonostante non sembrino essere in grado di usare armi e armature i Mangiatori sono da considerarsi estremamente pericolosi vista la loro tendenza ad attaccare a vista qualunque essere vivente.
 

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Si'lat

Così chiamate in molte leggende tramandate prevalentemente dalle popolazioni nomadi del deserto le Si'lat sono creature dell'Altrove in cui è presente una componente umanoide e una componente animalesca con questa ultima molto accentuata. Si narra della esistenza di diverse forme di Si'lat ognuna associata a uno specifico animale e con differenti caratteristiche, tanto da rendere difficile comprendere se si tratti di una unica razza o di diverse razze di creature accumunate sotto la stessa etichetta, per così dire, da una comune somiglianza.
Tutte le fonti sono comunque concordi nell'affermare che le Si'lat sono pienamente senzienti e molto astute e che sembrano avere una particolare affinità con i sentimenti legati a paura o terrore. Alcuni scritti fra i più antichi sostengono che le Si'lat traggano forza o nutrimento dalla paura degli esseri senzienti e che a questo scopo torturino i malcapitati che hanno occasione di incontrarle allo scopo di massimizzarne il terrore.
Nonostante la loro pessima fama le Si'lat non sembrano essere del tutto ostili ai senzienti: casi di incontri pacifici sono documentati in parecchi racconti e leggende, per quanto la loro natura fa sì che un incontro con una Si'lat sia sempre da affrontare con grande prudenza.
Da un punto di vista meramente fisico le Si'lat sembrano possedere, molto potenziate, le caratteristiche dell'animale che caratterizza il loro sottotipo. Armi naturali come denti e artigli sono comuni come anche agilità ed estrema forza fisica, ma non disdegnano l'utilizzo di armi o protezioni, posseggono inoltre una certa affinità con l'utilizzo della magia.
Di particolare nota il fatto che le Si'lat nelle loro apparizioni su Ea siano in genere sottomesse a uno o più Djinn il che fa pensare a un legame di qualche tipo fra queste due razze dell'Altrove.
 

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Camminatori

Di tutti i demoni dell'Altrove, i cosiddetti "Camminatori" sono forse i più enigmatici in assoluto. Vagamente centauroidi nella forma sebbene la presenza di sei zampe e di una vera e propria corazza facciano pensare a una parziale ascendenza insettoide, questi esseri vagano in grosse bande che compongono centinaia o anche migliaia di individui secondo percorsi che sembrano seguire degli itinerari precisi e ricorrenti, per quanto non sia chiaro il motivo dietro le loro peregrinazioni. Per quanto è stato osservato più volte nel corso di diversi incontri i Camminatori tendono a ignorare sistematicamente senzienti e animali di Ea in pari misura; anche parandosi di fronte a un Camminatore l'unico risultato che si ottiene in genere è di essere aggirati senza che la creatura manifesti alcun interesse ma nemmeno ostilità. In effetti non sono noti attacchi nè gesti osili di alcun genere anche se a volte queste imperscrutabili creature hanno provocato danni ad insediamenti umani calpestando campi di grano fino a ridurli a pula o travolgendo qualche malcapitato: atti che però, dobbiamo qui sottolinearlo, sono parsi ai testimoni del fatto più degli incidenti che frutto di deliberata malizia. L'impressione che si deriva da uno studio prolungato di questi esseri è che le opere e attività dei senzienti siano per loro insignificanti quanto i senzienti stessi.
Di fatto i Camminatori costituiscono un mistero che affascina lo scrivente di questo libro. Quali sono i loro fini? Cosa li porta in questo mondo? È evidente che non sono ostili e non paiono guidati da fini egoistici o dalla brama di distruzione come avviene per altri Spiriti dell'Altrove. Se solo riuscissimo a trovare un modo per comunicare con loro forse i Camminatori potrebbero diventare qualcosa di più di un inestricabile enigma.
 

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Manichini

Chiamati in questo modo per la completa mancanza di lineamenti oltre che per l'aspetto che ricorda più un costrutto o un golem che un essere senziente e la totale mancanz adi differenziazione fra i singoli individui i Manichini sono in realtà una delle genie di creature dell'Altrove con cui è possibile instaurare un dialogo. In effetti di tutte le creature dell'Altrove da me incontrate i Manichini sembrano i più interessati alla conoscenza fine a sè stess, alle questioni astratte e filosofiche, alla comprensione del mondo nel suo complesso; interessi che in genere non si associano agli spiriti dell'Altrove.
Conseguentemente il lettore non si stupirà nel sentire che i Manichini tendono ad un approccio relativamente pacifico; in caso di lunga permanenza nel nsotro mondo sono noti ic asi di Manichini che hanno assunto su di sè tratti come particolari abiti o monili in modo da permettere ai senzienti di distinguere i diversi individui. L'esame del corpo di un Manichino non ha chiarito l'interrogativo riguardo la loro natura, semmai lo ha approfondito vista la completa mancanza di organi di qualsiasi tipo e la completa omogeneità del materiale costituente. Ma se sono veramente dei costrutti come sembrerebbe, come possono avere la raffinata intelligenza e la vivace curiosità che caratterizzano questa specie? Possiamo solo concludere che siamo di fronte all'ennesimo mistero.
 

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Kitsune

Nelle regioni orientali di Ea esiste una ricca tradizione che riguarda le Kitsune o Volpi. Si presentano come umanoidi ed esclusivamente femmine, con occhi spiccatamente felini e lunghe orecchie mobili nonchè lunghe dita dotate di una falange in più rispetto agli umani ma la caratteristica che più spicca del loro aspetto, e che ha determinato in effetti il loro nome, è certamente la presenza di una o più code lunghe ciascuna circa tre quarti della lunghezza del resto del corpo. Descritte a volte come benevole e a volte come maligne anche a causa di una certa inclinazione per scherzi, burle e sotterfugi sono una delle genie dell'Altrove che più sembra apprezzare l'interazione con le razze di Ea infiltrandosi spesso come consigliere, maghe o guerriere (compiti nei quali eccellono) in città e nazioni. Altrettanto famosa è la loro usanza di contrarre matrimonio con nativi di Ea, unioni che solitamente risultano essere fertili a dispetto della natura aliena degli spiriti dell'Altrove con la bizzarra caratteristica per cui un figlio maschio è sempre della razza del padre mentre le figlie femmine sono immancabilmente delle Kitsune senza alcuna eccezione.
Le Kitsune sembrano seguire una precisa gerarchia il cui segno esteriore sembra essere il numero di code di ciascun individuo con al vertice le kitsune a nove code o Kyūbi no Kitsune solitamente dotate di grandi poteri magici laddove le kitsune a coda singola appartengono al gradino più basso. È comunemente noto che forza e poteri di una Kitsune aumentino col trascorrere del tempo e che man mano che una Kitsune aumenta in forza e potere ottenga delle code supplementari fino al numero massimo di nove. I dettagli di come e quando avvengano queste trasformazioni sono in parte materia di speculazione ma si riteiene che questo avvenga circa ogni cento anni e che non si possa divenire una Nove Code senza avere vissuto un minimo di mille anni. Degno di nota è il fatto che sembra esistere una certa animosità fra le Kitsune e i Djinn come testimonia anche la velata ostiltià fra Tamano e Millennia alla corte sauriana.
 

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Gargoyle

In Ea esiste una ricca tradizione a proposito di questi esseri spesso descritti come delle statue animate da oscuri incantesimi. In realtà i Gargoyle sono fatti di carne e sangue come ogni altra creatura vivente: debbono la loro fama alla estrema resistenza della propria pelle grigia, dura al punto da spuntare le normali armi di ferro, nonchè al loro aspetto spaventoso. Chi riesce ad approcciarsi loro senza pregiudizio finisce però per scoprire una razza ben diversa da quanto le leggende narrano su di loro: i Gargoyle sono un popolo tendenzialmente socievole tanto da farsi spesso carico della difesa delle comunità dove abitano (da cui le leggende che li ritraggono come difensori di luoghi sacri e guardiani contro i demoni).
Raramente evocati in grande numero sembrano essere meno numerosi di altre genie di abitanti dell'Altrove o forse sono semplicemente meno interessati ad entrare nel nostro mondo. In battaglia i Gargoyle sono guerrieri straordinari; oltre alla pelle corazzata sono famosi per essere combattenti feroci e instancabili dotati per di più della capacità di volare che sanno utilizzare in modo esiziale contro i nemici.
 

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Tenebris

La genia dell'Altrove che risponde al nome di Tenebris è per molti versi un mistero. Si presentano sempre avvolti in ampi mantelli con cappucci che coprono interamente il volto e gli arti tanto che nessun abitante di Ea può dire di averne veduto anche solamente un dito, tanto che alcuni mettono in dubbio persino il fatto che abbiano un corpo materiale. Persino alla morte il corpo sembra afflosciarsi e svanire lasciandosi dietro solamente il mantello vuoto il che ha finora impedito fattivamente qualsiasi esame. Detestano e disprezzano la luce del giorno e di fatto vivono ome una razza notturna rifugiandosi durante il giorno in edifici sbarrati o antri bui ove non passa il più fievole raggio di sole. Manifestano una abilità financo sconcertante nella magia che adoperano in ogni ambito della loro esistenza utilizzandola persino per costruire vere e proprie città i cui palazzi sono costituiti di mana condensato. Pur non sembrano ostili sembrano rifuggire il contatto con gli abitanti di Ea e i loro scopi e intenti sono del tutto sconosciuti. Nel complesso una delle specie più bizzarre e incomprensibili dell'Altro Luogo oltre che certamente una delle più frustranti per il cercatore di conoscenza.
 
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