L'eterna lotta dell'uomo contro il suo più acerrimo nemico

Oghard "El Burro" Fireburp

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Fantacalciaro
Il Fallimento.
Avrei dovuto capirlo subito, al casello.
Due code, una con due macchine, una con cinque macchine.
Sebbene il mio senso di ragno mi abbia avvertito del pericolo imminente, scelgo quella con due macchine.
Neanche il tempo di incolonnarmi, che vedo il cofano della prima macchina, quella esattamente davanti al casello, aprirsi. Da solo, non c'è nessuno lì. Si apre da solo, come se l'auto abbia deciso di sgranchirsi un po' le giunture. Intravedo una targa straniera.
Dopo pochi secondi, una goffa signora scende dall'auto e paga il casellante con un fagotto di banconote, stritolate nel pugno, tenute alla meno peggio. Ha una canottiera impietosa nei confronti dei suoi bracci frollati. Raccoglie alcune cose dall'interno della macchina, il casellante alza la sbarra, ma lei resta lì, ad occupare la corsia, ad impedire il normale fluire delle vetture.
L'altra fila scorre come un torrente, come se tutte le auto fossero vagoni attaccati ad una rapida locomotiva.
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Nel frattempo un venditore ambulante di ciddì fa affari con l'autista della vettura che mi precede, l'altro sfigato che, come me, aveva assaporato la possibilità che un evento logico si verifichi. Meno macchine= meno tempo. È normale, no? Il neo-acquirente allunga una banconota che non riesco ad identificare, l'ambulante afferra e intasca con la velocità di un gheppio alle prese con un toporagno.
Darei molte cose per sapere cosa cazzo sta succedendo, e cosa ha detto il mercante per convincere l'autista a comprare dei ciddì masterizzati.
E invece niente, un cazzo, quaranta secondi per gli altri, quaranta lustri per noi poveri disgraziati. Una pioggia di strombazzate, anche da parte di coloro che ora sono dietro di me, nuovi coinquilini in questo loft fatto di tedio. Finalmente il casellante si gioca la furbata della giornata, e suggerisce alla signora di accostarsi, invece di continuare a fare cose in mezzo alla corsia. La signora, semplicemente, riparte, come se non fosse accaduto nulla. Non è successo niente.
Via, verso la meta, finalmente. No grazie, non mi interessa Best Dance Duemilaundici. No, non mi piace Rihanna. Sì, me la chiaverei, ma non spenderei mai cinque euro per ascoltare delle sue canzoni. Cinque euro, Gesù Cristo. Neanche il disco originale costa cinque euro, secondo me.
Via, verso la meta, dicevamo.
Ho un pomeriggio libero, e decido di andare a gironzolare in cerca di una ispirazione per un regalo.
Sono diretto all'Ikea.
Mi piace andare all'Ikea. Mi piace vedere le giovani coppiette che cercano i materiali su cui costruire le loro solide realtà. Le signore sulla quarantina che vogliono cambiare le tende. I vecchi che si lamentano perché da Giggino l'Elettricista i led costano di meno. I ventenni di belle speranze che comprano bicchieri, tavolini e lampade a pochi euro per il bar, e la paninoteca, e il pub che stanno per aprire.
Io vado all'Ikea per un motivo diverso, cerco principalmente cianfrusaglie inutili, a poco prezzo, o un mobile solido quanto economico per appoggiarci l'ennesimo acquario o terrario.
E poi ci sono le piante.
Io sono l'unico stronzo sulla faccia della terra che va all'Ikea per le piante.
Allora, mettiamo le cose in chiaro, le piante dell'Ikea sono strapompate di concime, e, nelle condizioni in cui le tengono, durano davvero poco. Devi essere fortunato, devi giungere lì uno o due giorni dopo l'arrivo delle piante al massimo. Potrei andare in un qualsiasi vivaio e comprare piante decenti, e non vere e proprie bombe ad orologeria che possono esplodere in un cumulo di marciume nel giro di una settimana.
In realtà, ciò che Ikea ha, e i vivai non hanno, è ciò che il Sig. Ikea definisce genericamente come VATTENRALL.
Questo nome vi farà venire alla mente alcune cose. VATTENRALL è il nome svedese del PORCIGLIONE, un piccolo uccello acquatico. Lo conoscerete tutti di certo, inserisco un'immagine esplicativa per i pochi ignoranti.
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Qualcuno ha detto Smergo?
Purtroppo Ikea non vende porciglioni in scatola, ma piante acquatiche. Così:
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Sono dei bicchieri colmi d'acqua, contenenti un vasetto con spugna fertilizzante ed ovviamente la piantina. Ci sono molte specie differenti, piante che vengono dal Sudamerica, dall'Europa o dall'Asia. Piante a stelo, a bulbo, a rosetta. Secondo Ikea, tutte queste specie hanno un unico nome: VATTENRALL.
Fortunatamente, io riesco a distinguere buona parte delle specie. E, dato che ogni volta arrivano piante diverse, è come una sorta di lotteria, per un fanatico come me. Magari becco quella pianta che sto cercando da tempo, e che non trovo neanche nei negozi di acquari. È divertente. Per me.
Così mi aggiro come un drogato generico per il reparto BAZAAR & ANGOLO VERDE, tra ficus morenti, spatifilli ingialliti, ecverie messe all'ombra e drosere chiuse in busta di plastica, quando, finalmente, scorgo, in un angolo, una serie di vassoi contenenti i miei amati bicchieri VATTENRALL. Sono buttati a terra, incassati in portabicchieri che contengono circa quindici piante cadauno. Questi portabicchieri sono impilati uno sull'altro. Ci sono due colonne di portabicchieri, una di fronte all'altra. Vi mostro un disegnino, per intenderci.
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Mi chino (ricordiamo che sono a terra) e passo velocemente in rassegna i VATTENRALL. Ci sono solo due tipi di piante, che non mi interessano.
Faccio per alzarmi, un po' deluso, quando, in una breccia larga pochi centimetri, intravedo un vegetale differente.
Mi sporgo per guardare meglio e... NGULO!
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È una HYGROPHILA DIFFORMIS, pianta che mi fa impazzire, e che sto cercando da un bel po'.
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Ragazzi, io lo so che pensate che io mi seghi toccando le foglie o guardando i tritoni in amore. Non è vero. Non lo faccio. Non più. Non sempre, almeno.

So già che è inutile specificarlo, ma... secondo voi, dove poteva mai trovarsi, la pianta dei miei sogni?
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Esatto. Non è estraibile dal lato. Non è estraibile alzando lievemente il secondo portabicchieri. Per raccoglierla, devo spostare praticamente TUTTO.
Resto lì per almeno dieci minuti, inebetito di fronte ai bicchieri, mentre decido il dafarsi.
Chiedere aiuto ad un commesso? Troppo omosessuale.
Spostare uno ad uno tutti i bicchieri fino ad arrivare alla mia hygrophila? Lento, ridicolo, ed abbastanza gay.
Sollevare velocemente i due vassoi per arrivare alla mia hygrophila? Sembra l'unico metodo virile del momento.
Nel frattempo i minuti scorrono, ed io sono sempre lì, la gente passa e s'avvicina. Ho superato già da un po' la soglia di tempo che permette a chiunque sia lì di darmi dell'handicappato senza incappare in denunce per diffamazione. Devo fare qualcosa, prima che qualcuno cominci a pensare che sono lì per farmi esplodere. Tiro monetine, faccio vari ambarabà ciccì coccò. Non serve a un cazzo. Mi sento come un asino di Buridano (cercatelo su google), probabilmente sta avvenendo in me anche la stessa metamorfosi che colpisce Pinocchio nel cartone della Disney. Sì, sono lì, davanti alla vita reale che scorre per tutti tranne che per me, le mie orecchie si allungano in spirali improponibli, il mio coccige protrude verso i miei pantaloni, si scava una via verso la luce, rendendomi così simile ai ciuchi che disegno. Che fare?
"Nonna, noi saliamo al piano di sopra, tu resta qua".
"Eh".
Mi volto a sinistra, una vecchiarda troneggia su di un cesto di vimini, a pochi metri da me. Mi osserva distrattamente.
Il suo culo ha ormai rivendicato quello spazio. Non andrà mai via da lì.
Allora, niente da fare. Metto da parte il mio orgoglio maschile, avvicino due commessi che parlano dell'organizzazione del matrimonio di uno dei due, e mi faccio aiutare a sollevare i portabicchieri.
Ottengo la mia pianta, pago, e via, sono un uomo libero.
Questo sarebbe il finale, se io non fossi un completo idiota.

No, niente da fare. Siamo uomini o caporali, diceva il vecchio Totò? Quest'oggi sono uomo. Approfitto di un attimo di stanca. C'è solo la vecchia, immobile come un macigno, ed una quarantenne che ronza nei dintorni, in cerca di bonsai ginseng. Chiavabilissima, peraltro. Devo fare bella figura. Ora è il momento del cromosoma Y.
La percentuale di fallimento critico è vicina all'80%, ma ce la devo fare.
Afferro con decisione il primo portabicchieri. La struttura non è rigida, come speravo, ma si piega sotto il peso dell'acqua e delle piante. Mi chiedo come cazzo abbiano fatto a portarli sin lì. Tutto ok, riesco, con il ginocchio, ad evitare il rovesciamento.
Ah, non vi ho detto una cosa importante.
Non vi ho detto che il materiale che compone il VATTENRALL, una specie di vellutata plastica ricavata dal polimerdere espanso, tende a spaccarsi, quando si stringe un bicchiere. Si creano delle brecce sottilissime che permettono la fuoriuscita di acqua solo se sollecitate. A volte basta semplicemente afferrare il bicchiere, per causare queste perdite. La pressione del ginocchio, unita alla morsa delle braccia che si stringono per evitare il disastro, sollecita questi bicchieri.
Vengo colpito da jizzate di acqua sudicia sulla gamba a supporto. Precipitano sulla parte superiore della coscia. Creano alcune chiazze vistose che ricordano l'urina. Sembra che mi sia pisciato addosso.
Volto celermente il capo, da ambo i lati. Non c'è nessuno. Solo la vecchia, l'inamovibile cariatide che fa finta di non vedermi. Strano, di solito i vecchi sono istintivamente portati a farsi i cazzi degli altri.
Insomma, resto in questa posa buffa, con il portabicchieri ed i VATTENRALL pericolanti, per circa dieci secondi. Non si può fare. Rimetto il vassoio a posto, senza creare altri danni. Giusto in tempo, comincia a piovere gente nel reparto. Un tipo con la sua famiglia vuole acquistare vasi di coccio, si lamenta dell'assenza del personale. Una signora mette nel carrello una guzmania che è già morta, e nessuno lo sa. Una mezza milf domanda all'amica se l'acquisto di una sarracenia possa risolvere i suoi problemi con le zanzare.
Ma quella pianta deve essere mia.
Non posso spostarmi. Ho i pantaloni zuppi di ciò che sembra piscio. Resto lì ancora nell'angolo, dove (vorrei che) nessuno possa vedermi. Tranne quella colonna di trigliceridi ed artrosi che corrisponde alla vecchia seduta sul cesto di vimini.
Chino il capo, la soluzione è una sola, categorica e impegnativa per me. Devo ricorrere al piano B. Mi chino e comincio velocemente a spostare tutti i VATTENRALL sul pavimento. Mi sbarazzo del primo vassoio in pochi secondi, mancano molti elementi all'appello. Che Iddio benedica gli acquirenti.
Ho sottovalutato la temperatura interna dell'Ikea, sono vestito in maniera eccessiva. Fa caldo, fare su e giù coi bicchieri mi fa sudare. Beh, anche il fatto di compiere azioni inconsuete davanti alla gente influisce sulla mia temperatura interna. Probabilmente divento anche paonazzo in viso. Sento le voci, i passi, la gente è dietro di me. Cosa fa quel pazzo? Perché questo lavoro inutile? Non può semplicemente prendere uno dei tanti vasetti che sono in cima?
NO, VAFFANCULO. NON POTETE CAPIRE. Non potete, perché ignorate. Le vostre piante marciranno nel giro di pochi cicli circadiani, perché non sapete cosa fate. Comprate a vuoto, a scatola chiusa. Non vi informate. Non sapete NULLA. NON SONO TUTTE UGUALI. Io voglio l'hygrophila difformis. Non voglio una fottuta bacopa caroliniana, o qualunque cosa sia questo ammasso di foglie giallastre contenuto in un'acqua altrettanto malsana.
Il lavoro procede spedito, mi impegno come un operaio nordcoreano, occhi fissi sui VATTENRALL, rimuovo delicatamente dalla scatola, per evitare altri spruzzi, e deposito sul pavimento. Avanti e indietro, i bicchieri si accumulano.
Avverto distintamente le voci. Distinguo in più occasioni le parole "piante acquatiche".
Nel frattempo l'anonimo deejay d'Ikea mette sul piatto la canzone "It wasn't me", di Shaggy.
Shaggy - It Wasn't Me with Lyrics!
Non sono stato io. Era già così quando sono arrivato.
Due vecchiarde si avvicinano e mi chiedono informazioni, probabilmente mi scambiano per un commesso. Solo un commesso potrebbe fare una cosa del genere. Solo uno che viene pagato appositamente per umiliarsi può fare una cosa del genere.
"Ma queste che sono, piante che crescono in acqua?".
La mia faccia interna è così.
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La faccia che realmente mostro alle signore è probabilmente così, però dovete immaginarla con più rossore, e con l'aggiunta di alcune perline di sudore sulla fronte.
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"Sì, sono piante acquatiche. Crescono vicino a fiumi, laghi, pozzanghere di sangue, stagni".
"Ma devono stare in acqua?".
"No signora, questa è benzina. Ed ora mi ci cospargo".
"Ma devono stare in acqua?".
"Sì, devono stare in acqua, crescono in acqua".
"Ahh bello".
E se ne vanno.
Ancora pochi bicchieri, sollevo l'ultimo vassoio. Mi precipito sull'unico bicchiere del lotto che contiene l'hygrophila. È MIO. La mia numero uno, il mio anello, il mio tessSsorro, chiamatelo come vi pare. È mio. È mio! Lo deposito sul pavimento, lontano dagli altri bicchieri, e procedo nel rimuovere il campo minato che ho creato. Penso a lungo di lasciare il tutto così, e fuggire verso le casse. Ma sono troppo un coglion bravo ragazzo per farlo. E poi c'è la vecchia seduta sul cestino di vimini, a fissarmi. Potrebbe spifferare a qualcuno. Magari è un dispositivo d'allarme ben camuffato. È una telecamera posizionata lì per monitorare le attività dei personaggi strambi. Devono avermi riconosciuto all'entrata. Probabilmente sono schedato. Chi è quel tipo che viene qui solo per comprare un barattolo ed un asplenium da quattro euro, signore? Ah, è lui, Mario Manzo. L'abbiamo visto l'altra volta mentre armeggiava con una palma da cocco ed alcune lampadine. Si lamentava perché non trovava quelle con lo spettro cromatico giusto. Seimila gradi Kelvin, di che diamine sta parlando? Tenetelo d'occhio.
Mentre procedo nelle operazioni di riposizionamento, si avvicina l'ennesima donnaccia in odore di menopausa, accompagnata dal relitto bofonchiante che l'ha generata.
"Uhh, le piante acquatiche!".
Puttana molesta. Se non ci fosse un coglione che vi armeggia ed attrae l'attenzione, non te le saresti cagate manco di striscio. Nessuno se le caga. A nessuno interessano le piante acquatiche. Solo a me. Perché devi rompere i coglioni? Perché non vai ad impicciarti di cose da femmine? C'è uno scaffale laggiù, pieno di orchidee. Guarda, ci sono dei fiori lì. Sono colorati. Vai.
La tipa blatera qualcosa di inafferrabile per le mie orecchie, e se ne va. Nell'alzare i tacchi, urta il mio bicchiere messo in disparte, a terra. Il bicchiere con l'hygrophila. Il bicchiere si rovescia.
E invece no! Per una volta la mia ghiandola del pessimismo fa il suo dovere. Può andare peggio. Il bicchiere può rompersi, mi dice la ghiandola. Un occhio ai vassoi, un altro all'hygrophila. E così riesco a prevenire il danno, con un colpo di reni degno del miglior Buffon. Salvo il bicchiere con la mano. Un giusto mix di decisione e grazia impedisce al bicchiere di rovesciarsi, così come di spaccarsi al contatto con le mie grinfie. A winner is me! Whoo!
"Oh scusa, scusa, non l'avevo visto".
"Sì, non fa niente, non vi preoccupate".
Ora levati dai coglioni, cagna. Siamo io e la mia ciuccellotta. Ho versato un ampio tributo di dignità per ottenerla. La tua goffagine non me ne priverà.
Finalmente termino il lavoro. Mi alzo in piedi, ancora rosso e sempre più sudato. Annuso in maniera discreta, avvicinando il capo il più possibile alle mie ascelle. Forse non puzzo. Afferro il bicchiere e mi volto per l'ultima volta verso la vecchia seduta sul cesto di vimini. Ingombrante ed immobile come un camion in sciopero sulla tangenziale. Niente, oh. Probabilmente è come Welby, può muovere solo una falange o gli occhi. Mi chiedo come abbiano fatto i suoi a trascinarla fin lì. In quel frangente capisco che i parenti non torneranno a prelevarla. Non senza un rimorchio, almeno. È stata abbandonata come un labrador di quarantacinque chili in autostrada. Avrebbero potuto scaricarla nei pressi del reparto CUCINA SVEDESE, lì avrebbe potuto sopravvivere per qualche giorno, divorando i vicini pacchetti di patatine alla panna acida.
Le rivolgo un ultimo sguardo di pietà. Penso che forse dovrei comprarle una sfardella di salmone. È in questo momento che la babbiona mi prende in contropiede. È in grado di esprimersi.
"Giovanott, ma... sta pianta 'cca, volevi?"
"Eh.".
"Ma hai visto buono se ci stava areto a me?".
"Come no signora, ho controlla-
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Ho controllato il cazzo, ho controllato. Dietro la vecchia c'è un altro vassoio portabicchieri, colmo di VATTENRALL. Colmo di VATTENRALL con dentro Hygrophilae Difformes. Accessibili anche ad Eluana Englaro. Basta allungare la mano. Ops, scusa, Eluana.
"No vabbé signora, io stavo cercando proprio questo tipo qua, è diverso".
"Mi pare abbastanza simmile".
"Eh no, so' diversi, signò, fidatevi".
"Vabbé".
"Arrivederci".
Alla Scure del Fallimento che mi fa a pezzi subentra lo Stiletto della Menzogna, che tormenta le mie piaghe. Subito dopo vengo tumefatto dal Flagello dell'Ira +5, +1d6 danni da sconforto, nessun tiro salvezza. Ma perché, puttana, perché? Perché non me lo hai detto prima? Perché devi lasciare che io mi umili così? Sono forse il tuo giocattolo? Il tuo passatempo? È questa la tua forma di rivalsa sul fatto che io riesco a salire e scendere da una rampa di scale senza dover chiamare il 118? Ma che colpa ho, se mi funzionano ancora i legamenti? Perché a me? Non ti è bastato godere del mio ritardo mentale effettivo? Non potevi attaccare bottone seduta stante? Non potevi ammorbarmi dall'inizio, come fanno tutti i tuoi coetanei? NO?!
E invece... questo.
Mi ritiro mesto verso la cassa, con il mio VATTENRALL. Il VATTENRALL, come il napalm, sa di vittoria, sono io che puzzo di sconfitta. Forse anche di sudore. Neanche i problemi col bancomat di una coppia di ragazzi brutti come il vaiolo che non riescono a concludere l'acquisto mi consolano. Il problema è che non c'è un vero nemico su cui puntare il dito. Non c'è la sfiga, non c'è un disegno divino macchinoso che vuole la mia disfatta, non c'è un acerrimo nemico che gode delle mie sventure e ne favorisce il flusso. Ci sono solo io. Io sono vittima ed imputato. Non sono avvocato di me stesso, non più ormai. Mi sono rassegnato. Non son più neanche il giudice. Ai passanti, ai lettori, concedo questo onore, Vostro Onore *inchino*.
EPILOGO
Tornato a casa, vado a pisciare.
Faccio per sbottonarmi, ma non ce n'è bisogno.
La patta è già aperta.
 

Hannibal

il terrorista del tuo cuore ;)
Fantacalciaro
Oghard El Burro Fireburp ha scritto:
"Giovanott, ma... sta pianta 'cca, volevi?"
"Eh.".
"Ma hai visto buono se ci stava areto a me?".
"Come no signora, ho controlla-
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porcoddio, ho svegliato tutti.
 

davr

Chosen one
ugo cappellacci ha deciso di metterlo nei libri di scuola al posto di canne al vento
 

Il Droide

Spam Master
Ho guardato solo le foto perché sono al lavoro e avevo solo voglia di farmi un seghino al volo sulla stampante.
 

Astro

Novice Spammer
Sono morto. Poesia pura.

E mi hai finalmente dato un senso alla parola Dendrofilia.
 

Shaka

Get a life
Fantacalciaro
Devo ammettere che appena ho aperto il 3d ho scrollato e ho pensato "seeeee...sti cazzi quanto ha scritto", e ho fatto per disinstallare internet, poi però una vocina dentro me ha detto "è Oghard, è nu brav guaglione...fidet...daje na letta... jamm"

Grazie vocina, grazie Oghard
 

Samael

Ninja Skilled!
cmq io nel mio acquario di hygrophila difformis ne ho a quintali e quando devo potarla mi servono le gru per tirarla fuori!!!! :awesome:
 

Samael

Ninja Skilled!
lo sai che sono un acquariofilo e ho pure postato le foto della vasca con un bell'angolino pieno di hygrophila difformis... sarebbe bastato chiedermi qualche potatura!!!!


suvvia rallegrati: un altro fallimento nel tuo fallimento! :mabel: :mabel: :zhat:
 
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