Atinio Cainio alla Cahtra:
Siamo qui chiamati ad eleggere una carica fondamentale nel nostro ordinamento: lo Zilat Eterau.
Io propongo a tutti voi di considerare la candidatura di Lucilla Vibenna, donna dall'intelligenza acuta e, come è noto, appartenente ad una rispettabile famiglia di mercanti.
Queste sue caratteristiche costituiscono di per sé i motivi per cui sostengo la sua candidatura.
Infatti, chi meglio di una donna col suo innato istinto materno può comprendere meglio cosa è bene per i figli delle madri etrusche?
E chi più delle madri etrusche ha sofferto in questa sciagurata battaglia ligure conclusasi in un massacro?
E' chiaro che in questo momento le nostre città hanno bisogno di pace e serenità per potere prosperare col nostro lavoro e i nostri affari.
La scellerata politica militaristica sostenuta dalle famiglie di più nobile stirpe non ha incrementato i nostri guadagni commerciali di neppure un talento. D'altra parte invece la costosissima flotta che manteniamo è rimasta a fare da scorta ai pesci. Non siamo neppure stati in grado di fermare lo sbarco dei cartaginesi. E avremmo potuto dire: buon per noi che non sono sbarcati ad Elba ma l'hanno ignorata lasciandola incolume e spingendosi fino il liguria. E invece no.
A calci abbiamo preso anche questa buona sorte mandando stupidamente al massacro i nostri figli.
Noi vogliamo che la flotta sia incrementata e resa efficiente allo scopo di scortare adeguatamente i nostri traffici commerciali, quelli che prioritariamente dovranno essere intessuti se vogliamo dare alla nostra gente il minimo di cui ha urgentemente bisogno!
Lasso Vibenna alla Cechana:
Mi rivolgo a tutti voi con umiltà, nella stima profonda che nutro nei vostri confronti, in ciò che rappresentate e nelle nobilissime stirpi da cui discendete.
Innanzi tutto rinnovo la mia disponibilità per continuare il lavoro amministrativo che in questi anni ho portato avanti in qualità di Maru, spero in modo apprezzabile.
Se lo riterrete opportuno io sono a disposizione vostra e della lega, ma non intendo certo lodare me stesso.
Vorrei invece lodare due etruschi di valore e, con tutto il rispetto, biasimarne un terzo. E questo non certo sulla base di avversità di interessi o perché l'uno o l'altro parteggiano per fazioni avversarie alla mia, ma basandomi semplicemente su ragioni di merito e sui fatti che sono sotto gli occhi di tutti.
Voglio lodare Veltuo Elna, di nobile stirpe e di acutissimo intelletto. Egli ha gestito a mio modo di vedere in modo egregio i compiti giudiziari del Purth dimostrando profonda saggezza.
Voglio anche lodare il Lucumone Mamarco Mezentio sebbene questo potrà sembrarvi sorprendente perché molti di voi magari gli attribuiscono colpe che noi non gli riconosciamo. Evidentemente Mamarco Mezentio è stato abilissimo nel gestire una situazione derivante da un terribile errore che è stato indotto a fare, non avendo egli direttamente poteri in campo militare.
Io penso, e credo di parlare a nome di molti amici qui dentro, che questi due stimabili etruschi abbiano ottimamente svolto il proprio ruolo e dovrebbero essere riconfermati nei loro ruoli. Non tesserò ulteriormente le loro lodi, perché mi preme dire altro. Vi faccio notare che, per quanto ci riguarda, non esiste un pregiudizio nei confronti dei nostri avversari e siamo pronti a riconoscerne i meriti e appoggiarne la candidatura in ruoli di rilievo.
Voglio invece permettermi, e mi assumo tutta la responsabilità di ciò che sto per dire, di criticare aspramente l'operato, si badi bene non la persona, di Tazio Acvilna. Egli ha su di sé la gravissima responsabilità di quanto è accaduto ai figli d'etruria, massacrati con ignominia in una guerra sciagurata da tutti i punti di vista. Non mi permetto di parlare di colpe, ma che abbia evidenti responsabilità per il ruolo stesso che ha ricoperto, questo è innegabile. Non andrò oltre in questa mia critica anche perché, come è noto, per legge egli non può essere ugualmente ricandidato. Il pensiero che vorrei esprimere invece è sul suo successore. Mi rivolgo soprattutto ai sacerdoti qui presenti, ovvero a coloro che hanno riconosciuto nella sciagura ligure un chiaro segno degli dei, evidentemente contrari a quella guerra e chissà ad eventuali altre. Mi rivolgo anche a qualcuno tra gli aristocratici che può in fondo al suo cuore covare il dubbio che sia sbagliata la politica da loro fortemente sostenuta in tutte le occasioni, e cioè che si debba spavaldamente far uso delle forze militari anche laddove non conviene o non è saggio. Noi crediamo che almeno per il prossimo decennio, occorrerà una politica militare molto meno spregiudicata e più ben accorta. Difensiva prima di tutto, per non rischiare di scoprire il fianco ai molti e minacciosissimi pericoli da cui siamo circondati. Crediamo che, almeno per il prossimo avvenire, occorra una forza militare adibita a compiti di scorta dei nostri traffici commerciali, proprio quelli che ci siamo completamente dimenticati di favorire negli ultimi tempi lasciando le nostre città in una ingiusta povertà che non meritano affatto. Per queste ragioni io credo che l'uomo più adatto a rappresentare queste esigenze nostre, di popolo, ma anche vostre a ben vedere, è senza dubbio Atinio Cainio, che ha non solo l'età di un uomo saggio ed esperto, ma anche tutto il resto.
Grazie dell'attenzione. Io ho concluso.
Azione politica di Atinio Cainio e degli altri mercanti che assicurano gli aristocratici promettendo che in caso di elezione non sarà sostenuto alcun cambiamento nell'ordinamento e che quindi le forti istanze del popolo che chiede insistentemente più poteri saranno incanalate nella politica da loro proposta e non in modifiche istituzionali volte a ridurre i poteri dell'aristocrazia. In pratica viene promesso agli aristocratici che la composizione delle assemblee e i ruoli delle magistrature non saranno modificati. Si fa anche notare che se si dovesse riconfermare alla carica di zilat parchis un altro esponente di quella politica militaristica aggressiva che ormai è a tutti nota, non sarà facile tenere a bada gli umori delle famiglie etrusche che direttamente e indirettamente hanno conosciuto dei lutti e stanno conoscendo anche molta povertà.