La guerra degli emù
Era una giornata piuttosto ventosa, ma tutto sommato non si stava male soprattutto considerando l'afa di quelle zone. Si stava tenendo a Lizardinia un allenamento speciale atto a migliorare le prestazioni psico-fisiche della "cavalleria" leggera, composta in larga parte da goblintauri. Gli allenamenti erano vari, ma resi molto faticosi a causa del clima. In compenso ci stavano pause niente male, con pranzi sostanziosi e abbastanza acqua per tutti. È in questo clima che successe l'imprevedibile. Una schiera di pennuti alti all'incirca due metri si avvicinò all'accampamento con aria non affatto amichevole. Questi da prima vennero totalmente ignorati, poi quando si avvicinarono per rubare del cibo vennero scacciati e, vista la loro insistenza, un goblintauro tagliò la testa ad uno degli uccelli.
"He, così si imparano sti pennuti a toccare il nostro cibo" Disse il soldato.
"Si, ma m par c s stann avvicinann chiù assaj" Rispose un goblintauro dalle grandi capacità osservative.
"Eeeeh, capirai, sono solo uccelli"
Appena dette queste parole, iniziò la carica di quegli enormi pennuti chiamati solitamente emù. Si misero a beccare i soldati, ferendone alcuni, ma si accorsero di essere peggio equipaggiati e dunque batterono subito in ritirata, per evitare ingenti perdite.
I soldati rimasero scossi dall'accaduto, ma la maggior parte si riprese senza aver subito grandi ferite. In compenso a serata si sarebbe mangiata ottima carne emù, o almeno questo è quello che credevano.
Infatti, prima dell'imbrunir del sole, gli emù tornarono alla carica. Questa volta, però, erano minimo il triplo, se non il quadruplo. Ad aggravare la situazione, i pennuti erano divisi in due schieramenti, ognuno con un comandante.
Il primo di questi era un Ornitorinco che cavalcava un emù particolarmente robusto.
Il secondo, un altro essere nato dal caos, ma questo piuttosto raro e pieno di odio, come ogni esemplare della sua razza. Un Dodo. Questo cavalcava un emù veloce.
La divisione comandata dall'ornitorinco fu la prima a caricare e andò per un attacco frontale. Una volta raggiunti i goblintauri la battaglia fu senza esclusione di colpi, entrambi gli schieramenti si muovevano molto, le lame vorticavano, i becchi beccavano e non pochi soldati di entrambi gli schieramenti caddero.
Improvvisamente, la divisione comandata dal Dodo caricò alle spalle dei goblintauri i quali, trovatisi accerchiati, fecero di tutto per respingere l'attacco. Fortunatamente le lame sono piuttosto potenti contro i becchi; nonostante il vantaggio numerico gli emù furono, dopo una lunga e sanguinosa battaglia, costretti alla ritirata ed il capo ornitorinco catturato.
Quella nottata ci fu un enorme trambusto, alcuni credevano che fosse una mossa per allenare i soldati, quindi venne mandata d'urgenza una lettera al centro urbano di Lizardinia. Inutile il lungo interrogatorio all'ornitorinco, sembrava quasi che "Qrrrrr" fosse tutto quello che sapesse proferire da quel largo becco.
Il giorno dopo gli emù tornarono all'attacco, questa volta guidati solo dal malefico Dodo, ma in numero persino superiore rispetto al giorno precedente, mentre i goblintauri in grado di combattere erano diminuiti di almeno un quarto. La battaglia fu all'ultimo colpo e i goblintauri, dopo estenuanti battaglie e susseguirsi di ondate di emù, subirono una umiliante sconfitta.
Mentre gli emù, forti della vittoria, razziavano il campo centaureo, arrivò una guarnigione di cavalleria pesante, che si trovava a Lizardinia e che fu allarmata dalla lettera. Lo spettacolo che si trovarono davanti fu a dir poco raccapricciante: emù che correvano liberi per il campo, divorando avidamente il cibo dei centauri e distruggendo le loro tende, oltre che a beccare i goblintauri che cercavano di opporre resistenza.
La cavalleria pesante dunque caricò gli emù per scacciarli e, grazie alla loro armatura in ferro che li proteggeva completamente dalla beccate, riuscì a respingerli ed allontanarli. Un'altra volta, però, il vile Dodo riuscì a fuggire.
Ad accompagnare la guarnigione di cavalleria pesante si trovava Jace il mago, in viaggio di apprendimento nelle terre aride di Lizardinia, che iniziò immediatamente ad indagare per cercare di comprendere il comportamento degli emù. Quasi rise al vedere i goblintauri interrogare, ancora una volta, l'ornitorinco. Però si accorse di una strana energia proveniente da quell'essere informe.
"
Levatevi. Questo ornitorinco... emana una strana energia, sembra qualcuno gli abbia lanciato un incantesimo. Lo prendo io, devo esaminarlo attentamente e portarlo in capitale. Ottimo lavoro soldati!"
Queste parole che solitamente avrebbero riscaldato e fatto esultare i goblintauri non ebbero l'effetto desiderato. Essi erano feriti, non solo fisicamente, ma anche moralmente. L'umiliazione era troppa pure per loro e quasi non riuscivano a reggere il colpo. Alcuni persino volevano licenziarsi. O almeno così fu per metà serata, ma poi iniziò un banchetto molto ricco a base di emù arrostiti, emù fritti, emù speziati e alcolici, tanti alcolici. Questo fece scordare ai soldati lo spiacevole evento e addirittura, anche se un po' ammaccati, erano più felici di prima.
Per rimediare dunque alla piaga degli emù, vennero messi dei reggimenti di cavalleria pesante a difendere i confini. Questi erano più adatti, visto che le loro armature non venivano nemmeno scalfite dagli uccelli che, poche settimane dopo, smisero di tornare.
La notizia della sconfitta contro gli emù, però, si sparse molto rapidamente e tutti, sia centauri che non, ci risero in maniera piuttosto divertita. In molti addirittura credevano fosse solo una storia inventata, per deridere il bizzarro Regno di Centaurestria.