Fianna si tirò indietro, quasi cascando per terra. - Marianne! - la chiamò, quasi sgridandola. - Io apprezzo l'interessamento, dico davvero, ma non è così che vorrei passare la notte. Forse vi è sfuggito ma in proporzione rispetto a voi non ho fatto tutta questa esperienza e non... non mi sembra il caso. Per noi queste cose sono molto importanti, non ci lasciamo irretire tanto facilmente. -
Scosse vigorosamente la testa. - Ho già dato troppi pensieri a mio cugino facendo colpi di testa non consoni al mio rango e questo, Marianne, questo sarebbe stupido anche per i miei canoni. - si tirò in piedi, Aveva alzato anche un poco la voce, infischiandosene della possibilità di destare qualcuno.
- Siete una brava persona, e mi dispiace che nel Sacro Impero siate costretta a questo genere di cose o che, comunque, abbiate dovuto imparare. Ma questo è davvero oltre ciò che riesco ad accettare. - un conto era scherzare, fantasticare, avere persino qualche piccola strizzata d'occhio a pensieri non propriamente degni d'una principessa, un conto era trovarsi faccia a faccia con qualcosa del genere. Tralasciando il fatto che Marianne era una bella donna, anche per i canoni elfici, Fianna non aveva alcuna intenzione di concedersi a quel modo, tanto che le sembrava più una cosa da drow che non da eldar. E di fatti lo era.
- Possiamo fare finta che tutto questo non sia mai avvenuto? Apprezzo, ripeto, l'interesse ma se è un "no" che volete da me allora mi trovo costretta a dirvelo: No. -
[ ... ]
Carnil ascoltò attentamente il discorso del britannico, massaggiandosi una tempia per la valanga di informazioni che gli stavano giungendo dall'altro. C'era molto a cui pensare e molto, soprattutto, da decidere. Non aveva nulla da eccepire, a parte per la citazione in elfico usata come urlo di guerra tra le forze armate, ma non se la prese, riuscendo bene a comprendere il senso in toto della frase. Aveva ragione, Albrecht, a dire che il tempo delle guerre espansioniste eldar era finito, così come aveva ragione a sostenere che l'onda era cambiata già da molto tempo.
Il Principe fece per parlare, poi si zittì e prese un altro sorso di tè, umettandosi appena le labbra.
- Siete molto confidente con le parole, è una qualità rara qui nel nord, dove tutti sono più capaci a far la guerra che a discutere. - sorrise. - Si vede che siete stato a contatto anche con la corte, oltre che coi i soldati. Vorrei dire lo stesso per i miei predecessori ma penso di essere il primo degli Elensil, ramo cadetto tra le altre cose, ad aver acquisito la capacità di parlamentare. - rise appena.
- Scherzi a parte, però, quello che dite è allo stesso tempo affascinante e preoccupante. Come sapete noi siamo vassalli e l'unica garanzia pratica che potrei darvi, ad oggi, è la nostra parola. I nostri paesi hanno languito per molto tempo in rapporti distaccati, c'è bisogno di un poco di tempo perché ci arrischiamo in questo senso. Possiamo dirvi già da subito che col Tempesta gli accordi sono di natura squisitamente coloniale, se vi rincuora, perché il nostro vassallaggio ci obbliga a non aver altri rapporti con Re Stannis e con chi gli succederà. - scosse la testa. - Ma le avventure coloniali e i rapporti più laschi non hanno mai fatto male a nessuno, a patto di non indebitarsi. - annuì.
- Quello che mi sorprende è che siate così convinto di non volerci vedere vicino all'Impero. Abbiamo fatto molti proficui accordi negli ultimi anni, le nostre popolazioni stanno imparando a convivere, e il confine a Sud non è mai stato così sicuro da quasi mezzo secolo a questa parte. Certo, il Tempesta ha fatto un colpo gobbo, ma niente che non fosse previsto in qualche modo. Perché dovrei rischiare di rovinare i lavori fatti in dieci anni di fatiche non legandomi ancor di più all'Impero? - chiese. - Credete sul serio di riuscire, in qualche modo che mi sfugge, a tenere testa alle Arpie e a Re Stannis, al punto tale da chiedermi di tenere a freno i miei diplomatici? - lo chiese con genuina curiosità. - Perché per come la vedo io Tempesta e Arpie muovono i più grandi e potenti eserciti dell'intero vecchio mondo, addirittura la flotta più imponente del mondo conosciuto, anche di Aman, nel caso dello stesso Tempesta. Capirete che i miei dubbi sono abbastanza seri in tal senso, specialmente con Sua Grazia Konrad intento a occuparsi di quel che resta del Formicaio... e sono anche certo che i Caduti piomberanno di nuovo su di lui a breve, visto come l'Unione li sta stuzzicando. - poi s'affrettò ad aggiungere.
- Con questo non voglio disconoscere la potenza del Sacro Impero, sia chiaro, negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e son ben consapevole di essere secondo a voi in quanto a potenziale, le mie sono solo rimostranze da parte di un sovrano che è letteralmente stretto tra due fuochi. Tre, se contiamo che l'Unione, per quanto nostri cugini e fratelli nella fede, sono più legati alla Bastiglia che ad Almarillan. -