Evento La furia della Dea Ragno

Silen

Get a life
Il nuovo anno ha visto Kalassia uscire da una situazione difficile e riportare nuovi trionfi. Sarebbe dunque ragionevole supporre che nella capitale, che ancora porta i segni della battaglia dell'anno precedente contro Lazarus, si respiri una atmosfera di cupa soddisfazione e di certezza del trionfo della potenza dei drow.
Quello che succede invece è che la capitale sprofonda nel caos. Improvvisamente una torma di sacerdotesse urlanti si preicita fuori dal grande tempio di Llorathh gridando al sacrilegio facendo grande sfoggio di rabbia (caratteristica molto drow questa) e disperazione (molto meno facile da vedere fra gli elfi scuri).
Qunado la confusione si placa, almeno in parte, la causa di tanto scompiglio viene rivelata: qualcuno, col favore delle tenebre, è penetrato nel tempio e ha divelto dalla statua della dea-ragno una delle due Lacrime che componevano gli occhi della dea.
La rabbia delle sacerdotesse è oltre ogni limite: tutte le guardie del tempio vengono inchiodate a un palo, frustate fino ad avere la schiena ridotta a un grumo di carne viva, torturate e infine sacrificate in un rito espiatorio a Llorathh. Ogni cittadino di Kalassia, maschio o femmina, intravisto nei pressi del tempio la notte del furto fa la stessa fine (insieme a molti altri denunciati a bella posta da chi aveva conti da regolare, come da tipica usanza drow).
Com'era da prevedersi, non vengono scoperti molti indizi ma alcuni testimoni affermano di aver visto un goblin gironzolare nel distretto del tempio. Il morale nella città è al minimo storico, il timore della vendetta di Llorathh per il sacrilegio alla sua persona, quasi isterico. Le sacerdotesse continuano ad insistere che bisogna fare qualcosa per placare la rabbia della dea e farlo subito!

(gdr off, orbene @Enichaos caro, qualcuno, e qualcuno con un gran fondoschiena devo dire, è riuscito a fregarti una delle due Lacrime che compongono gli occhid ella statua di Llorathh. In base ai fatti noti, leggi sopra, becchi le seguenti conseguenze:

-2 al morale della città di Kalassia per 2 turni
- casus belli contro i goblin che sono i primi sospettati. Se dovessi eventualmente scoprire che ci sono altri sospetti, avrai un casus belli automatico anche contro di loro.
- a partire da questo turno avrai un contropotere in scheda chiamato Sacerdotesse di Llorathh, influenza alta, priorità recuperare la Lacrima.
- Entro questo turno (il turno 36) devi trovare A TUTTI I COSTI un modo per placare la rabbia di Llorathh per il sacrilegio fatto ai suoi danni e farci sopra un gdr. Fallire avrà conseguenze negative. Devi assolutamente fare qualcosa entro il turno. )
 

wezard78

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Quando il regno di waagh viene a sapere del furto della seconda lacrima ai danni dei drow, invia loro una comunicazione:
"Salve a voi , chi vi scrive è Re Salazar I, nuovo re del grande regno dei goblin, ho saputo a malincuore che un'altra lacrima è stata rubata, prima agli eldar adesso a voi e in entrambe le situazione hanno addossato a noi la colpa, ne abbiamo parlato con gli eldar e se vorrete ne parleremo anche con voi, se lo vorrete sarete nostri ospiti per chiarire questa situazione, ma vi assicuriamo da subito che a noi non ci interessano le lacrime, tant'e' che quando ne abbiamo avuto una l'abbiamo anche venduta subito. Quello che sappiamo è che il ladro utilizza una magia di metaformosi, ma ci offriamo disponibili a qualsiasi controllo voi riteniate sia giusto per confermare le mie parole e ci riteniamo pronti ad invadere con le nostre armate il regno che ha osato infangare cosi il nostro nome. Colgo l'occasione se lo vorrete di essere nostri ospiti per discutere al meglio di questa situazione"
 

Enichaos

Spam Master
La carovana era arrivata da più d'un mese al forte; gli ultimi abitanti liberi di Gelunor, giacevano in catene, attendendo nelle celle di superficie.
Ogni giorno, tre venivano presi, e portati via per non fare più ritorno; avrebbero servito i loro nuovi signori, "in modi e forme che non potevano comprendere", gli era stato detto.
Sorkvi era preoccupato: erano stati avvisati dall'emissario degli elfi oscuri che ci sarebbero state conseguenze per il non essersi inginocchiati, ma non aveva certo pensato ad una cosa simile.
Probabilmente i suoi compatrioti stavano venendo marchiati in qualche oscuro meandro della capitale drow, e lui non poteva che attendere il suo turno: una vita di schiavitù era tutto quello che aveva davanti.
Presero lui, una contadina ed un vecchio artigiano, stavolta. Ceppi a mani e piedi, scesero nel cunicolo, quasi familiare per i nani, fino a quando non si allargò nell'immensa caverna che conteneva la metropoli degli elfi oscuri.
Le luci, la gente, nulla era familiare per Sorkvi; eppure, tutti sembravano contenti di vedere i tre figuri tarchiati scortati dalle guardie. Che ci fosse così tanto bisogno di nuovi schiavi?
Li portarono in una grande piazza, su cui si stagliava un grande edificio dall'aspetto maestoso, un palazzo o un tempio, ne era certo.
Dalle porte spalancate, poteva vedere sul fondo una grande statua di un'elfa dall'aspetto regale, con un occhio che pareva scintillare persino da dove si trovava il nano.
Alle spalle del trio, invece, stava una fossa di più di due metri d'altezza, larga ed ampia più di dodici, le pareti coperte di fori di più dimensioni, dal metro di diametro ai pochi centimetri.
Molti elfi oscuri sostavano intorno alla voragine, al sicuro dietro un parapetto, ma solo loro cinque, una guardia ciascuno una sacerdotessa ed un attendente, stavano dal lato dell'edificio... privo di barriere con la fossa...
L'attendente, dopo uno sguardo d'intesa della sacerdotessa, iniziò a declamare a gran voce parole di fanatismo e sventura.
"Cittadini, la Dea ci guarda dall'unico occhio rimastole, ed ancora la sua rabbia è grande. I suoi figli sciamano, a malapena domati, nei cunicoli naturali della città. Profondi sono il dolore e la preoccupazione delle nostre sacerdotesse, ma la nostra salvezza è vicina!"
I tre vennero spinti oltre il bordo, trattenuti tramite le catene delle braccia dalle guardia, i piedi ancora appoggiati al ciglio della caduta, in equilibrio estremamente precario
"Già le guardie hanno subito l'ira della Dea, ma la sua fame è insaziabile. La sua furia troverà soddisfazione nel sangue degli infedeli di Gelunor. Ieri, oggi, domani: nemmeno il loro padre Wotan potrà salvarli dalla voracità della progenie!"
Sorkvi fece appena in tempo a sgranare gli occhi, prima della caduta brusca, all'indietro. La contadina cadde male, di testa, con uno schiocco secco. L'artigiano fu più fortunato, cadendo sul fianco, con un grido e la gamba destra piegata in modo innaturale.
Lui era stato forse il più avvantaggiato, era riuscito a toccare terra rotolando, ammaccato ma già di nuovo in piedi.
Da uno dei cunicoli, grande mezzo metro, emerse vicino al vecchio un grande ragno, otto occhi cremisi, le fauci grondanti di veleno: in un attimo crudele e repentino, erano già serrate sul volto dell'artigiano, le urla spente rapidamente.
Unico nano ancora vivo nella fossa, Sorkvi venne puntato dalla grottesca creatura, lorda di sangue e fiele; al suo scatto cercò di picchiargli i ceppi delle braccia sul muso; imprevedibilmente, trovò il bersaglio.
L'aracnide sembrava stordito, così il nano lo colpì ancora, e ancora, e ancora, fino a trovarsi le braccia sozze fino al gomito di icore denso e viscido.
Si lasciò andare in un grido liberatorio: quello di un vincitore, accolto dal totale silenzio da parte della folla che lo guardava dal bordo della fossa... fino alla prima risatina. In pochi attimi, tutta la piazza era percorsa da sogghigni inquietanti, gli occhi di tutti puntati su di lui.
Abbassò lo sguardo, notando solo ora, nel buio delle aperture che traforavano le pareti della fossa come un formaggio sylvaniano, otto, sedici, trentadue, centinaia, migliaia di scintillii vermigli sopra ad altrettanti cheliceri grondanti lordura verdastra.
Normali, grandi come topi, come cani, come maiali, come vacche: non era possibile contare o valutare i ragni che stavano sciamando fuori dalle pareti, avventandosi sui corpi senza vita a terra dei nani ed anche del loro stesso simile.
Troppo veloci perchè Sorkvi potesse reagire: potè solo pensare che, forse, la più fortunata era stata la contadina; ticchettii, peso, dolore, poi più niente.
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Yvonnell rientrò nel tempio, stanca, ma soddisfatta dall'aver nutrito la prole della sua Dea con il suo cibo prediletto: carne ancora viva, tradita.
Ancora però non bastava. Ancora erano molti da sacrificare per acquietare la furia della Madre Cremisi. Tre al giorno, ogni giorno, ieri, oggi, domani.
 

Silen

Get a life
Quando anche l'ultimo nano fu sacrificato a Llorathh ed alla sua Progenie le sacerdotesse si isolarono all'interno del tempio per l'ultima parte del rito di espiazione. Per tre lunghi giorni non una voce, non un cenno uscirono dal tempio mentre la città intera attendeva di sapere se la dea sis arebbe degnata di accettare il sacrificio e placare la sua ira.

Infine allo scoccare del terzo giorno, l'alta Sacerdotessa di Llorathh in persona emerge dal santuario e rivolge la sua voce stentorea (con un piccolo aiuto magico) alla folla dei drow.
"Figli di Kaqlassia, la Dea Ragno accetta il sacrificio che le è stato offertoe nuovamente concede la grazia della sua benedizione ai suoi indegni servi!"
Alle parole della sacerdotessa fa seguito una lunga serie di acclamazioni colorate delle più varie emozioni: gioia, venerazione, entusiasmo ma sopra ogni cosa puro e semplcie sollievo. Da lungo tempo viventi sotto l'ombra di Llorathh i drow hanno abbandonato da molto tempo l'illusione in divinità pietose e misericordiose, tipica delle razze di superficie; come tutte le divinità di Ea anche la Dea Ragno non interviene direttamente nelle faccende dei mortali ma gli elfi scuri sanno bene che anche così chi suscita l'ira della Dea Ragno solitamente non vive a sufficienza per vantarsene.
La sacerdotessa però non ha finito: con gesti imperiosi richeide il silenzio che presto, molto più presto che in altre città o altre razze, le viene concesso.
"La Dea nella sua saggezza chiede un ultimo atto di venerazione a noi che siamo il suo popolo prediletto: non possiamo permettere che la grande statua rimanga nello stato pietoso in cui è ora: è necessario che essa sia di nuovo completa. Nella sua pietà verso di noi la dea riconosce come non sia una facile impresa recuperare la Lacrima che è andata perduta e per questo ci concede di donare alla statua un nuovo occhio purchè sia fatto di un materiale altrettanto raro e prezioso. Questo è il compito che ci è stato affidato; questa la parola di Llorathh."

Gdr off.
Alors, hai svangato il pericolo grosso ma Llorathh pretende che la statua sia di nuovo integra: devi recuperare la Lacrima e rimetterla al suo posto oppure, dato mi rendo conto che potresti non riuscire a trovare il ladro, sostituirla con qualcosa che sia altrettanto raro e prezioso. Attenzione che se decidi di itnraprendere la seconda strada, "altrettanto raro" significa che una comune pietra preziosa non va bene, devi fare di meglio XD
Buona fortuna!!! )
 
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