Evento La Cattura di Selvana

Silen

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Dopo un eternità, dopo enormi sacrifici, finalmente Selvana, l'oscura driade passata al servizio di Tiamat è stata catturata. Distrutti i suoi servi, esauriti i cristalli di mana a sua disposizione la Caduta viene infine circondata e resa impotente. Fra i valorosi guerrieri di Carandor più di tutti le Spriggan vorrebbero uccidere la traditrice, annientarla, farla a pezzi, bruciarla, cancellarla dalla memoria, sfortunatamente come dimostra il caso di Melchior uccidere un Caduto, per quanti sforzi si possano fare, è un compito pressochè impossibile poichè la magia divina di Tiamat protegge ogni Caduto e nessuna forza terrena può contrastare la potenza della Dea del Caos.

Quanto deve decidere il Direttorio è quindi cosa fare...cosa fare di Selvana? Come impedire alla Caduta di riunirsi alle sue complici e alleate del Covenant? E' possibile trovare un modo di imprigionarla in modo che non possa tornare a piagare Ea con la sua malvagità?
O tanto vale a questo punto approfittare dell'impresa, cercare di ottenere da Vashti la fine della guerra, e magari dei vantaggi ulteriori? Certamente la sovrana del Covenant sarebbe disposta a fare qualcosa in cambio della sua alleata. O addirittura, fare un patto con Selvana stessa? Quante cose conosce la driade maledtta? Soltanto gli dei lo sanno. Nemmeno le Spriggan ricordano il tempo in cui Selvana abbandonò la sua razza ed il suo stesso nome per servire Tiamat. Cosa non si potrebbe ottenere da lei? E quanto potere, quanto pericolo si nascondono in questa tenebrosa creatura...

@WinterSun a te. Ti lascio libertà di scelta, stupiscimi...ma entro questo turno. La mancata risposta verrà considerata a sua volta una scelta e avrà comunque delle conseguenze.
 

WinterSun

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L'Essere immondo venne condotto in una zona non lontana dal teatro della battaglia.
Si trattava di una grotta con un unico accesso, scoperta da alcuni soldati dell'Unione durante il loro ultimo accampamento appena fuori dalliingresso. Si presentava come uno stretto cunicolo che svaniva all'apertura di una spaziosa stanza di roccia. Una caverna sotterranea, lontana dagli alberi oscuri di quelle terre, che nemmeno gli elfi amano. Solo roccia e null'altro.

Si mostrava di maligna bellezza però la caduta, non ancora ripresa dal furore della battaglia. Poche ore non bastavano nemmeno per un essere del genere. China su se stessa, legata da un sottile filo di tessuto elfico, che disturba ed intorpidisce con picchi di dolore intermittente la prigioniera, per deconcentrare la sua malvagia mente, qual ora riprenda le energie e cerchi l'attenzione giusta per un qualche sortilegio.

Nella grotta si trovano diversi ufficiali, tra cui la neo eletta protettrice dell'ordine della Legione di Ferro Mather Osnia, e due maghi di corte.
 
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Silen

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Il silenzio si prolungava. Quali che fossero i suoi pensieri Selvana non sembrava interessata a comunciare coi suoi catturatori e a parte uno sguardo pieno di odio, sembrava limitarsi ad ignorarli come se nemmeno esistessero.
 

WinterSun

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Dopo diversi minuti (giusto quelli che occorrono ad ogni uomo o elfo o altra razza di Ea, per svincolarsi un pò dallo stupore di trovarsi davanti un Nemico li, a pochi metri), si fecero avanti i maghi.
Erano 3, di cui 2 dell'Unione ed una driade, al servizio delle truppe spriggan che si erano unite alla Vera Guerra a nord.

Selvana ancora era stanca, frastornata, ma senza con le dovute accortezze, attenzioni e tatto, avrebbe potuto essere comunque una minaccia.

Si inginocchiarono dinnanzi a lei, distesero delle foglie secche ad arco tra lei e loro, come segno di una ulteriore protezione, chinarono il capo e chiusero gli occhi protendendo le mani a lei.

Una magia che non ci è tenuta sapere venne usata quella notte, per carpire ogni immagine, ogni ricordo, ogni pensiero utile che avrebbe aiutato la Vita a mantenere questo nome, in una guerra contro la Morte, ogni pensiero che in quel momento Selvana non sarebbe riuscita a mantenere nascosto. Penetrare la sua mente, seppur forte, con una magia potente, amplificata dal numero di maghi li presenti, e dalla ridicola distanza cui si trovava la vittima.

Fortuna vuole che tra i presenti ci fosse anche uno dei maggiori Sapienti della biblioteca dell'Ordine e della Luce, un elfo (si vocifera), millenario, che dedicò la sua intera vita alla lettura di rune e testi delle ere passate, un elfo dalla incredibile sete di sapere che forse gli donò anche una memoria infinita, capace (si dice), di aver bene in mente gran parte di testi oscuri e non, che nella sua vita lesse. Forse anche lui avrebbe fatto la sua parte, quella notte.

La ricerca iniziò, con l'attenzione di tutti, la mente di Selvana, stava per essere aperta.
 

Silen

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Una tale concentrazione di mana avrebbe senz'altro resa la mente del soggetto chiara e aperta come un libro ai maghi presenti; sfortunatamente davanti ad essi non si trovava una persona comune ma una Caduta millenaria, la cui esistenza innaturale era interamente dovuta al Dono di Tiamat, alla magia caotica che permeava e distorceva la driade oscura. A differenza di mostruosità come Ceyandev e Lord Smurgh, Selvana conservava ancora il suo antico aspetto, ma non era meno potente o meno malvagia. Sebbene resa impotente, la resistenza della sua mente al tentativo di intrusione fu più forte di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare; risultò semplicemente impossibile leggere la mente della servitrice di Tiamat; soltanto grazie a grandi sforzi fu possibile carpire qualche lampo, qualche immagine, ricordi forse, immagini di pensieri....

Una foresta in fiamme; in ogni direzione alberi bruciati, contorti, in rovina. In mezzo a tanta devastazione la driade che diverrà nota come Selvana giaceva in ginocchio, piangendo disperatamente. Ad un tratto la creatura dei boschi stringe con rabbia la terra bruciata: la driade si rialza, le mani strette a pugno, un odio folle negli occhi verdi: levando le mani al cielo urla la sua rabbia verso chi ha compiuto un simile scempio mentre giura che, costi quel che costi avrà la sua vendetta per quanto accaduto quel giorno...

Un altro luogo, un altro tempo. Selvana stà parlando con un elfa dall'aspetto regale...dopo qualche minuto i maghi riconsocono la regina rinnegata, colei che è tristemente nota col nome di Vashti. L'argomento della conversazione è difficile da comprendere, le due parlano per allusioni e le parole arrivano come da molto lontano. Ad un certo punto Vashti sembra voler rassicurare la driade "Non temere, nel peggiore dei casi il nostro alleato ci aiuterà a..." poi le parole divengono indistinte, il ricordo sbiadisce fino a svanire.

Selvana si trova in cima alle mura di una città: sotto di sè le case bruciano , avvolte dalle fiamme; nelle strade non si vede nulla di vivo; nemmeno ciò che ancora si muove lo è. Ha avuto la sua vendetta, ha finalmente annientato i distruttori della sua foresta; ma la sua opera è appena iniziata. Tutto ciò che si muove e che è vivo rode, distrugge, minaccia di rovinare la bellezza degli alberi e delle piante. Devono essere tutti distrutti; ora che Tiamat le ha dato il potere, lei lo userà per questo scopo. Quando Tiamat ricostruirà Ea secondo la sua volontà almeno gli alberi e le piante saranno salvie in futuro potranno nuovamente prosperare liberi da quella pestilenza che ha il nome di uomo...

Selvana stà osservando attentamente un albero. Non è un albero come gli altri: il suo aspetto ricorda l'Albero della Vita sacro alle driadi. Ma questo è soltanto una parodia al confronto...contorto e dalla corteccia annerita, i rami tristi e spogli tranne che per poche foglie scure e dall'aspetto malsano. Persino Selvana prova disagio e ripugnanza di fronte a questo albero che sembra simboleggiare tutto ciò che è morte e malattia; un vero e proprio Albero della Morte. Ma se può servire alla guerra...

Il vento soffia con forza terribile; tutto attorno a Selvana è desolazione, piatte distese ricoperte di neve e ghiaccio. Un tempo non avrebbe potuto sopravvivere immersa in un tale deserto bianco, ma ora la driade oscura non sente più il freddo e il gelo; le sue membra sono permeate dall'energia caotica che la tiene in vita, che non le permette di morire. Questo è il limite ed il prezzo della generosità di Tiamat, l'atroce scherzo che la Dea del Caos ha giocato ai suoi servitori, i Caduti. Anche ora che tutte le sue speranze sono andate in fumo, anche ora che la Dea del Caos è confinata al di là della barriera, lei non può morire. Stancamente Selvana continua a camminare verso nord, sempre verso nord tra nevi e ghiacci dove nessun essere vivente può sopravvivere: soltanto in questo modo può sfuggire alle creature viventi che la inseguono e che danno la caccia a tutti i Caduti; se continua ad avanzare potrà infine trovare un rifugio sicuro e forse un giorno potrà ritornare. Un giorno...
 
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T.k.D

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Giunta voce che la caduta Selvana è stata cattura dall'alleato Dalor parte per raggiungere l'esercito dell'unione.

L'esercito viene avvistato e Dalor venne scortato fino all'ingresso di un grotta e li fatto attendere. Una guardia entra nella grotta portando un messaggio dal Generale.

"Vi faccio i complimenti per la cattura della Caduta,ma nessun invito di partecipazione all'interrogatorio o su cosa farne di essa è stato ricevuto, nonostante parte del merito della sua cattura sia anche nostra. Chiediamo più serietà e più considerazione da parte dell'unione.


Dalor"
 

T.k.D

Novice Spammer
Dalor era lì fermo ad aspettare che qualcuno di quei elfi venisse ad ascoltare ciò che aveva da dire anche se fin ora lo avevano solo fatto aspettare. Era li fuori da quella grotta da così tanto tempo che persino le guardie che lo scortavano si erano dato il cambio 2 volte.


Lì davanti a quella grotta Dalor era perso in sé stesso, perso nei ricordi e le immagini della guerra appena “vinta”.


(Ricordi di Dalor)

Zregon: Dalor mettiti questo bracciale, ci permetterà di coordinare la nostra posizione e l’attacco, ricorda nessuno deve arrivare prima dell’altro!

Dalor: Non sono pratico di queste cose, da quando ci siamo messi a fare questi tipi di oggetti?

Zregon: è grazie a questo che possiamo riuscire a sorprendere il nemico e magari a porre fine a questa guerra.


(Davanti alle porte a di EverNight)


Zregon: Dalor ci siamo, ora io mi concentro sull’attacco tu entra nella mia testa, vedi com’è la situazione ed intervieni al momento che ritieni più opportuno!

(poco dopo)

Zregon: DALOR, MUOVITI, ENTRA QUEI DANNATI NON MORTI SONO QUI.


Dalor: Eccomi…..non sono pratico ora mi concentro!


Nell’attimo che Dalor entrò nella testa di Zregon vide subito una lama che li usciva dal petto, quella lama non era del nemico era una delle nostre, Zregon si sforzò per vedere il miserabile che lo ha trafitto.Con la coda dell’occhio vide quello che per un attimo sembrava un Frostlings..poi si trasformò, una donna alta, una bellissima donna, lo sguardo malefico con un sorriso inqutante, su una guancia un po’ di sangue. Poi buio

Dalor era come inpietrificato e rimase così per parecchio tempo. Il mago che era affianco al Comandante cercò più volte di dire che era il momento di intervenire, ma lui non dava nessun segno, finchè il mago, scocciato dall’atteggiamento di Dalor lo prese come per guardarlo in faccia. Il corpo di Dalor finì a terra, nemmeno la caduta fece reazione al comandate e lì il mago capì del perché non ci fu nessuna reazione, il bracciale che stava usando per connettersi a Zregon era ancora nel suo polso,lo stava portando nella morte. Lo tolse dal polso.


(Davanti alla grotta dove era collocata Selvana)


Dalor era lì fermo, pensando a quel momento dove la sua mente era intrappolata, non sa dove e non ha ancora detto a nessuno cosa ha visto, i suoi compagni non sono in grado di capire.
 

Silen

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Mentre infuriano gli scontri fra i non morti e le forze unite di Carandor e dei Frostlings, nessuno sembra trovare il tempo o la voglia di confrontarsi nuovamente con la driade Caduta. Troppi sforzi richiede il tentativo di vincere la resistenza di Selvana, sforzi ed energie che debbono essere concentrati sul campo di battaglia...e così viene stabilita una stretta sorveglianza e vengono prese tutte le precauzioni possibili per impedire a Selvana di accedere nuovamente al mana che la renderebbe in grado di liberarsi facilmente dalla sua prigione.
I giorni passano e diventano mesi ma la driade rimane chiusa in un ostinato silenzio rifiutandosi di parlare con i suoi carcerieri. La sorveglianza si allenta divenendo routine e un bel giorno la consueta ispezione trova la grotta vuota e le guardie uccise.
Tracce evidenti suggeriscono che qualcuno ha assalito le guardie permettendo a Selvana di fuggire, ma forse non è ancora troppo tardi...

@WinterSun @T.k.D
Tsk tsk mai dimenticarsi un Caduto nel cassetto...e ora che fate?
 
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