Silen
Get a life
Se la Tenebra si estende sentirai Colei che Attende
arrivar senza rumore con il passo del Terrore
Uno, due, tre e quattro, denti e artigli, come un gatto
tre e quattro e cinque e sei, fossi in te io scapperei
sei e sette e otto e nove, cerca scampo nell'Altrove
ma se il buio ancora dura possiam solo aver paura
giungerà la Viaggiatrice a banchettar con Vita e Luce
(Filastrocca paurosa molto popolare fra i bambini di tutte le razze di Ipairos, origine sconosciuta)
Tutte le razze hanno le proprie leggende sulla origine dell'Universo, ma per quanto diferenti e bizzarre, tutte le storie concordano su un punto fondamentale: gli Dei, il mondo di Yfilis e ogni altra cosa nell'Universo nacquero nel momento in cui lo Splendore permeò il cosmo, illuminadolo e trasformandolo in un tripudio di luce e di potere. Prima dello Splendore, dicono, non vi era altro che una distesa infinita di tenebra, uniforme e stagnante. Le Aracne d'altro canto, raccontano una leggenda (è il caso di dirlo) più oscura.
Le leggende più antiche tramandate dalle Grandi concordano sul fatto che In principio tutto era buio: una tenebra informe, un Grande Vuoto senza limiti nè confini, un continuum a sè stante, eterno e immutabile. Poi, da qualche parte, venne lo Splendore, aprendonsi a forza un varco fra le tenebre riverberando l'intero cosmo della sua luce: un bagliore della forza inimmaginabile che percorse il Vuoto da un capo all'altro permeandolo e modificandolo per sempre. Dalla mescolanza di Tenebra e Splendore nacquero le stelle e il mondo di Yfilis e infine gli stessi Dei, emanazione ultima dell'accecante potere dello Splendore.
Ma sebbene anche in loro si annidasse un frammento di tenebra, gli Dei non amavano il Grande Vuoto, la cui immensa vacuità riusciva loro intollerabile. Ben presto gli dei si misero a solcare il cosmo in cerca di loro simili come anche di qualunque altra cosa scaturita dallo Splendore; ma di tutte le meraviglie dell'Universo, fu Yfilis, il mondo dei viventi, ciò che essi più apprezzarono. Gli dei presero dunque dimora nel mondo scendendo fra i mortali in gloria e potere portando ognuno con sè le proprie idee e ambizioni, rivaleggiando fra di loro per conquistare la sovranità e la venerazione delle razze mortali. Vi era chi era giunto per dominare e chi per riscattare, chi per regnare e chi per liberare, chi per corrompere e chi per redimere.
E poi giunse Ungoliant.
Nessuna storia, nemmeno le leggende più antiche, spiegano l'origine di Ungoliant ma a differenza di tutte le altre razze, che credono che nulla esistesse nel cosmo prima dello Splendore, le Aracne credono che Ungoliant esistesse da un tempo incommensurabile, una creatura fatta di Buio e Vuoto, così come Buio e Vuoto erano la sua casa. Essa era sempre stata, semplicemente.
Quando il bagliore vivifico dello Splendore permeò il cosmo, Ungoliant ne fu attirata come le falene da una luce notturna. Quando scoprì Yfilis, Ungoliant vide per la prima volta nella sua esistenza la possibilità di saziare la fame che da sempre la tormentava, di riempire il Vuoto che aveva dentro, infinito e incommensurabile come il Grande Vuoto da cui proveniva. A differenza degli altri dei, Ungoliant non giunse su Yfilis per dominare o redimere: Ungoliant venne per divorare.
E in quelle ere primordiali Ungoliant si aggirò per Yfilis rivestita di una forma che era tenebra e buio divorando ogni cosa vivente che aveva la sventura di incontrarla e tessendo grandi tele che assorbivano ogni raggio di sole chè essa se avesse potuto avrebbe divorato la Luce stessa, crescendo sempre di più, senza mai conoscere riposo o sazietà perchè essa era una creatura del Grande Vuoto e come esso era infinito e incommensurabile così era la sua fame. E le razze di Yfilis diedero un nome a quel flagello che camminava fra loro: gli elfi la chiamarono Ungwe-Liante, la Tessitrice di Ombre, gli Umani si riferivano a lei come la Viaggiatrice, il cui arrivo segnava la fine di ogni cosa, i pelleverde la battezzarono la Divoratrice, ed altre razza con altri nomi, tutti sinonimi di terrore.
E poichè presto gli dei e le creature viventi di Yfilis si unirono per combatterla, Ungoliant usò la sostanza e la luce che aveva divorato per creare le sue figlie, le Aracne, perchè combattessero gli eserciti dei mortali e la venerassero e nutrissero la sua fame; e in ere dimenticate le Aracne eressero per lei una grande città-tempio. Qui, rannicchiata nelle tenebre, Ungoliant veniva nutrita e accudita dalle sue figlie e si dice che intere guerre vennero combattute col solo scopo di permetterle di saziarsi.
Infine, quando fu chiaro che Ungoliant non si sarebbe mai fermata, l'intero pantheon degli dei si unì per combattere la Tessitrice di Ombre temendo che essa avrebbe finito per divorare il mondo intero e tutto ciò che conteneva e una grande guerra fra i seguaci degli dei e le moltitudini delle Aracne infiammò Yfilis. Lo scontro fu aspro e terribile ma nonostante l'immensità del suo potere e il numero sterminato delle sue servitrici contro la potenza degli dei riuniti nemmeno Ungoliant potè prevalere: la grande città-tempio venne conquistata dopo un lungo assedio e gli dei scacciarono la Tessitrice al di là dei confini di Yfilis, nel Grande Vuoto da cui proveniva.
Restava da decidere cosa fare delle Aracne ma sebbene alcuni degli dei più bellicosi volssero cancellare la progenie di Ungoliant da Yfilis, la maggioranza si oppose: senza la Tessitrice a guidarle e a moltiplicarne il numero plasmando l'essenza di ciò che divorava le Aracne erano innocue: un altra razza che viveva e si riproduceva a mò delle altre creature viventi e nelle quali la Tenebra si mescolava allo Splendore nè più nè meno che negli altri esseri. Inoltre, argomentarono alcuni, coloro che avevano combattuto per preservare Vita e Luce dalla fame della Divoratrice non potevano a loro volta tramutarsi in sterminatori. Le Aracne superstiti vennero dunque risparmiate; ma gli dei le scacciarono dalla città-tempio e la distrussero, radendola al suolo perchè non rimanesse nulla di Ungoliant e del suo dominio.
Gli eventi successivi confermarono le previsioni fatte: disperse e orfane della dea che aveva monopolizzato così totalmente ogni ambito della loro esistenza le Aracne sprofondarono nella barbarie divenendo una razza bucolica che trovava il suo sostentamento principalmente nella caccia e in rare, primitive forme di allevamento. Col passare dei secoli e dei millenni le Aracne finirono per dimenticare esse stesse i giorni antichi in cui avevano servito la Tessitrice di Ombre e lentamente edificarono una propria cultura e civiltà ma il nome di Ungoliant non venne mai scordato del tutto. Alcune Aracne preservarono il ricordo della Tessitrice ed elaborarono una religione basata sulla speranza messianica di un ritorno della loro dea che, a loro dire, sedeva appena al di là dei confini di Yfilis, attendendo pazientemente l'occasione propizia per entrare di nuovo nel mondo e ricongiungersi con le sue figlie devote e coniarono per lei un nome nuovo:
Colei che Attende.
arrivar senza rumore con il passo del Terrore
Uno, due, tre e quattro, denti e artigli, come un gatto
tre e quattro e cinque e sei, fossi in te io scapperei
sei e sette e otto e nove, cerca scampo nell'Altrove
ma se il buio ancora dura possiam solo aver paura
giungerà la Viaggiatrice a banchettar con Vita e Luce
(Filastrocca paurosa molto popolare fra i bambini di tutte le razze di Ipairos, origine sconosciuta)
Tutte le razze hanno le proprie leggende sulla origine dell'Universo, ma per quanto diferenti e bizzarre, tutte le storie concordano su un punto fondamentale: gli Dei, il mondo di Yfilis e ogni altra cosa nell'Universo nacquero nel momento in cui lo Splendore permeò il cosmo, illuminadolo e trasformandolo in un tripudio di luce e di potere. Prima dello Splendore, dicono, non vi era altro che una distesa infinita di tenebra, uniforme e stagnante. Le Aracne d'altro canto, raccontano una leggenda (è il caso di dirlo) più oscura.
Le leggende più antiche tramandate dalle Grandi concordano sul fatto che In principio tutto era buio: una tenebra informe, un Grande Vuoto senza limiti nè confini, un continuum a sè stante, eterno e immutabile. Poi, da qualche parte, venne lo Splendore, aprendonsi a forza un varco fra le tenebre riverberando l'intero cosmo della sua luce: un bagliore della forza inimmaginabile che percorse il Vuoto da un capo all'altro permeandolo e modificandolo per sempre. Dalla mescolanza di Tenebra e Splendore nacquero le stelle e il mondo di Yfilis e infine gli stessi Dei, emanazione ultima dell'accecante potere dello Splendore.
Ma sebbene anche in loro si annidasse un frammento di tenebra, gli Dei non amavano il Grande Vuoto, la cui immensa vacuità riusciva loro intollerabile. Ben presto gli dei si misero a solcare il cosmo in cerca di loro simili come anche di qualunque altra cosa scaturita dallo Splendore; ma di tutte le meraviglie dell'Universo, fu Yfilis, il mondo dei viventi, ciò che essi più apprezzarono. Gli dei presero dunque dimora nel mondo scendendo fra i mortali in gloria e potere portando ognuno con sè le proprie idee e ambizioni, rivaleggiando fra di loro per conquistare la sovranità e la venerazione delle razze mortali. Vi era chi era giunto per dominare e chi per riscattare, chi per regnare e chi per liberare, chi per corrompere e chi per redimere.
E poi giunse Ungoliant.
Nessuna storia, nemmeno le leggende più antiche, spiegano l'origine di Ungoliant ma a differenza di tutte le altre razze, che credono che nulla esistesse nel cosmo prima dello Splendore, le Aracne credono che Ungoliant esistesse da un tempo incommensurabile, una creatura fatta di Buio e Vuoto, così come Buio e Vuoto erano la sua casa. Essa era sempre stata, semplicemente.
Quando il bagliore vivifico dello Splendore permeò il cosmo, Ungoliant ne fu attirata come le falene da una luce notturna. Quando scoprì Yfilis, Ungoliant vide per la prima volta nella sua esistenza la possibilità di saziare la fame che da sempre la tormentava, di riempire il Vuoto che aveva dentro, infinito e incommensurabile come il Grande Vuoto da cui proveniva. A differenza degli altri dei, Ungoliant non giunse su Yfilis per dominare o redimere: Ungoliant venne per divorare.
E in quelle ere primordiali Ungoliant si aggirò per Yfilis rivestita di una forma che era tenebra e buio divorando ogni cosa vivente che aveva la sventura di incontrarla e tessendo grandi tele che assorbivano ogni raggio di sole chè essa se avesse potuto avrebbe divorato la Luce stessa, crescendo sempre di più, senza mai conoscere riposo o sazietà perchè essa era una creatura del Grande Vuoto e come esso era infinito e incommensurabile così era la sua fame. E le razze di Yfilis diedero un nome a quel flagello che camminava fra loro: gli elfi la chiamarono Ungwe-Liante, la Tessitrice di Ombre, gli Umani si riferivano a lei come la Viaggiatrice, il cui arrivo segnava la fine di ogni cosa, i pelleverde la battezzarono la Divoratrice, ed altre razza con altri nomi, tutti sinonimi di terrore.
E poichè presto gli dei e le creature viventi di Yfilis si unirono per combatterla, Ungoliant usò la sostanza e la luce che aveva divorato per creare le sue figlie, le Aracne, perchè combattessero gli eserciti dei mortali e la venerassero e nutrissero la sua fame; e in ere dimenticate le Aracne eressero per lei una grande città-tempio. Qui, rannicchiata nelle tenebre, Ungoliant veniva nutrita e accudita dalle sue figlie e si dice che intere guerre vennero combattute col solo scopo di permetterle di saziarsi.
Infine, quando fu chiaro che Ungoliant non si sarebbe mai fermata, l'intero pantheon degli dei si unì per combattere la Tessitrice di Ombre temendo che essa avrebbe finito per divorare il mondo intero e tutto ciò che conteneva e una grande guerra fra i seguaci degli dei e le moltitudini delle Aracne infiammò Yfilis. Lo scontro fu aspro e terribile ma nonostante l'immensità del suo potere e il numero sterminato delle sue servitrici contro la potenza degli dei riuniti nemmeno Ungoliant potè prevalere: la grande città-tempio venne conquistata dopo un lungo assedio e gli dei scacciarono la Tessitrice al di là dei confini di Yfilis, nel Grande Vuoto da cui proveniva.
Restava da decidere cosa fare delle Aracne ma sebbene alcuni degli dei più bellicosi volssero cancellare la progenie di Ungoliant da Yfilis, la maggioranza si oppose: senza la Tessitrice a guidarle e a moltiplicarne il numero plasmando l'essenza di ciò che divorava le Aracne erano innocue: un altra razza che viveva e si riproduceva a mò delle altre creature viventi e nelle quali la Tenebra si mescolava allo Splendore nè più nè meno che negli altri esseri. Inoltre, argomentarono alcuni, coloro che avevano combattuto per preservare Vita e Luce dalla fame della Divoratrice non potevano a loro volta tramutarsi in sterminatori. Le Aracne superstiti vennero dunque risparmiate; ma gli dei le scacciarono dalla città-tempio e la distrussero, radendola al suolo perchè non rimanesse nulla di Ungoliant e del suo dominio.
Gli eventi successivi confermarono le previsioni fatte: disperse e orfane della dea che aveva monopolizzato così totalmente ogni ambito della loro esistenza le Aracne sprofondarono nella barbarie divenendo una razza bucolica che trovava il suo sostentamento principalmente nella caccia e in rare, primitive forme di allevamento. Col passare dei secoli e dei millenni le Aracne finirono per dimenticare esse stesse i giorni antichi in cui avevano servito la Tessitrice di Ombre e lentamente edificarono una propria cultura e civiltà ma il nome di Ungoliant non venne mai scordato del tutto. Alcune Aracne preservarono il ricordo della Tessitrice ed elaborarono una religione basata sulla speranza messianica di un ritorno della loro dea che, a loro dire, sedeva appena al di là dei confini di Yfilis, attendendo pazientemente l'occasione propizia per entrare di nuovo nel mondo e ricongiungersi con le sue figlie devote e coniarono per lei un nome nuovo:
Colei che Attende.
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