GDR Ipairos, visto da sei differenti punti di vista.

Silen

Get a life
Se la Tenebra si estende sentirai Colei che Attende
arrivar senza rumore con il passo del Terrore
Uno, due, tre e quattro, denti e artigli, come un gatto
tre e quattro e cinque e sei, fossi in te io scapperei
sei e sette e otto e nove, cerca scampo nell'Altrove
ma se il buio ancora dura possiam solo aver paura
giungerà la Viaggiatrice a banchettar con Vita e Luce


(Filastrocca paurosa molto popolare fra i bambini di tutte le razze di Ipairos, origine sconosciuta)

Tutte le razze hanno le proprie leggende sulla origine dell'Universo, ma per quanto diferenti e bizzarre, tutte le storie concordano su un punto fondamentale: gli Dei, il mondo di Yfilis e ogni altra cosa nell'Universo nacquero nel momento in cui lo Splendore permeò il cosmo, illuminadolo e trasformandolo in un tripudio di luce e di potere. Prima dello Splendore, dicono, non vi era altro che una distesa infinita di tenebra, uniforme e stagnante. Le Aracne d'altro canto, raccontano una leggenda (è il caso di dirlo) più oscura.

Le leggende più antiche tramandate dalle Grandi concordano sul fatto che In principio tutto era buio: una tenebra informe, un Grande Vuoto senza limiti nè confini, un continuum a sè stante, eterno e immutabile. Poi, da qualche parte, venne lo Splendore, aprendonsi a forza un varco fra le tenebre riverberando l'intero cosmo della sua luce: un bagliore della forza inimmaginabile che percorse il Vuoto da un capo all'altro permeandolo e modificandolo per sempre. Dalla mescolanza di Tenebra e Splendore nacquero le stelle e il mondo di Yfilis e infine gli stessi Dei, emanazione ultima dell'accecante potere dello Splendore.
Ma sebbene anche in loro si annidasse un frammento di tenebra, gli Dei non amavano il Grande Vuoto, la cui immensa vacuità riusciva loro intollerabile. Ben presto gli dei si misero a solcare il cosmo in cerca di loro simili come anche di qualunque altra cosa scaturita dallo Splendore; ma di tutte le meraviglie dell'Universo, fu Yfilis, il mondo dei viventi, ciò che essi più apprezzarono. Gli dei presero dunque dimora nel mondo scendendo fra i mortali in gloria e potere portando ognuno con sè le proprie idee e ambizioni, rivaleggiando fra di loro per conquistare la sovranità e la venerazione delle razze mortali. Vi era chi era giunto per dominare e chi per riscattare, chi per regnare e chi per liberare, chi per corrompere e chi per redimere.
E poi giunse Ungoliant.

Nessuna storia, nemmeno le leggende più antiche, spiegano l'origine di Ungoliant ma a differenza di tutte le altre razze, che credono che nulla esistesse nel cosmo prima dello Splendore, le Aracne credono che Ungoliant esistesse da un tempo incommensurabile, una creatura fatta di Buio e Vuoto, così come Buio e Vuoto erano la sua casa. Essa era sempre stata, semplicemente.
Quando il bagliore vivifico dello Splendore permeò il cosmo, Ungoliant ne fu attirata come le falene da una luce notturna. Quando scoprì Yfilis, Ungoliant vide per la prima volta nella sua esistenza la possibilità di saziare la fame che da sempre la tormentava, di riempire il Vuoto che aveva dentro, infinito e incommensurabile come il Grande Vuoto da cui proveniva. A differenza degli altri dei, Ungoliant non giunse su Yfilis per dominare o redimere: Ungoliant venne per divorare.

E in quelle ere primordiali Ungoliant si aggirò per Yfilis rivestita di una forma che era tenebra e buio divorando ogni cosa vivente che aveva la sventura di incontrarla e tessendo grandi tele che assorbivano ogni raggio di sole chè essa se avesse potuto avrebbe divorato la Luce stessa, crescendo sempre di più, senza mai conoscere riposo o sazietà perchè essa era una creatura del Grande Vuoto e come esso era infinito e incommensurabile così era la sua fame. E le razze di Yfilis diedero un nome a quel flagello che camminava fra loro: gli elfi la chiamarono Ungwe-Liante, la Tessitrice di Ombre, gli Umani si riferivano a lei come la Viaggiatrice, il cui arrivo segnava la fine di ogni cosa, i pelleverde la battezzarono la Divoratrice, ed altre razza con altri nomi, tutti sinonimi di terrore.
E poichè presto gli dei e le creature viventi di Yfilis si unirono per combatterla, Ungoliant usò la sostanza e la luce che aveva divorato per creare le sue figlie, le Aracne, perchè combattessero gli eserciti dei mortali e la venerassero e nutrissero la sua fame; e in ere dimenticate le Aracne eressero per lei una grande città-tempio. Qui, rannicchiata nelle tenebre, Ungoliant veniva nutrita e accudita dalle sue figlie e si dice che intere guerre vennero combattute col solo scopo di permetterle di saziarsi.

Infine, quando fu chiaro che Ungoliant non si sarebbe mai fermata, l'intero pantheon degli dei si unì per combattere la Tessitrice di Ombre temendo che essa avrebbe finito per divorare il mondo intero e tutto ciò che conteneva e una grande guerra fra i seguaci degli dei e le moltitudini delle Aracne infiammò Yfilis. Lo scontro fu aspro e terribile ma nonostante l'immensità del suo potere e il numero sterminato delle sue servitrici contro la potenza degli dei riuniti nemmeno Ungoliant potè prevalere: la grande città-tempio venne conquistata dopo un lungo assedio e gli dei scacciarono la Tessitrice al di là dei confini di Yfilis, nel Grande Vuoto da cui proveniva.
Restava da decidere cosa fare delle Aracne ma sebbene alcuni degli dei più bellicosi volssero cancellare la progenie di Ungoliant da Yfilis, la maggioranza si oppose: senza la Tessitrice a guidarle e a moltiplicarne il numero plasmando l'essenza di ciò che divorava le Aracne erano innocue: un altra razza che viveva e si riproduceva a mò delle altre creature viventi e nelle quali la Tenebra si mescolava allo Splendore nè più nè meno che negli altri esseri. Inoltre, argomentarono alcuni, coloro che avevano combattuto per preservare Vita e Luce dalla fame della Divoratrice non potevano a loro volta tramutarsi in sterminatori. Le Aracne superstiti vennero dunque risparmiate; ma gli dei le scacciarono dalla città-tempio e la distrussero, radendola al suolo perchè non rimanesse nulla di Ungoliant e del suo dominio.

Gli eventi successivi confermarono le previsioni fatte: disperse e orfane della dea che aveva monopolizzato così totalmente ogni ambito della loro esistenza le Aracne sprofondarono nella barbarie divenendo una razza bucolica che trovava il suo sostentamento principalmente nella caccia e in rare, primitive forme di allevamento. Col passare dei secoli e dei millenni le Aracne finirono per dimenticare esse stesse i giorni antichi in cui avevano servito la Tessitrice di Ombre e lentamente edificarono una propria cultura e civiltà ma il nome di Ungoliant non venne mai scordato del tutto. Alcune Aracne preservarono il ricordo della Tessitrice ed elaborarono una religione basata sulla speranza messianica di un ritorno della loro dea che, a loro dire, sedeva appena al di là dei confini di Yfilis, attendendo pazientemente l'occasione propizia per entrare di nuovo nel mondo e ricongiungersi con le sue figlie devote e coniarono per lei un nome nuovo:
Colei che Attende.
 
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Lo shock culturale subito dalle Aracne dopo la sconfitta e l'esilio di Ungoliant fu enorme. Sotto la Tessitrice la vita era semplice: ogni individuo viveva e moriva al servizio della dea e non c'è quindi da stupirsi se l'intera razza cadde in uno stato primitivo alla sua scomparsa poichè senza di Ungoliant non vi era più nulla che tenesse insieme le Aracne e desse loro uno scopo, nè la loro peculiare biologia era di aiuto nell'edificare un nuovo modo di vita che rimpiazzasse quello vecchio...Ungoliant aveva creato le Aracne perchè fossero ancelle e guerriere e la loro natura era per istinto solitaria e bellicosa, assai poco favorevole alla creazione di una qualsiasi struttura sociale. Per di più, similmente agli aracnidi a cui tanto assomgiliavano, le Aracne dopo l'accoppiamento erano colte da frenesia e assalivano e divoravano il partner mentre i nuovi individui nati dalla covata deposta dalla femmina divenivano adulti e indipendenti in brevissimo tempo. Non esisteva in sostanza nessun legame familiare paragonabile a quello delle razze umanoidi, nessun nucleo di aggregazione intorno al quale si potesse formare una comunità.
Le stesse Aracne inoltre sapevano pochissimo della propria natura come dimostrò la vicenda delle Grandi. Tutte le Aracne notoriamente avevano una vita attiva di circa 40/50 anni dopodichè un individuo diventava via via più torpido fino a cadere in una specie di sonno comatoso a cui in genere seguiva la morte; per ordine della loro dea morti o no tutti gli individui comatosi venivano raccolti e portati alla Tessitrice che nella sua fame insaziabile li divorava. Per tutto il tempo del suo dominio le Aracne avevano sempre creduto che la loro esistenza avesse inizio e fine nella loro tenebrosa divinità, creatrice e distruttrice al tempo stesso ma con la scomparsa di Ungoliant le Aracne cadute in letargo, il cosiddetto Sonno, vennero semplicemente abbandonate a sè stesse. Qualcuna di esse, contro ogni aspettativa, emerse dal Sonno pur continuando ad alternare periodi di veglia a lunghi periodi di sonno letargico. Questi rari individui mostrarono col tempo ulteriori caratteristiche insolite fra cui una vita eccezionalmente lunga, durante la quale continuavano a crescere di dimensione fino a diventare veri e propri colossi, e la capacità di ricordare avvenimenti anche molto remoti nel tempo, capacità quest'ultima che rivestirà una grande importanza nella futura storia della società Aracne.

Dapprima le Aracne accolsero con perplessità e stupore questo fenomeno e successivamente con timore: coloro che emergevano dal Sonno vennero inizialmente viste come un fastidio e poi come un pericolo: le loro necessità sempre crescenti esaurivano i territori di caccia, le loro dimensioni enormi sconcertavano e spaventavano così come la loro vita così innaturalmente lunga incuteva un terrore superstizioso. Riesce difficile crederlo vedendo gli sviluppi successivi, ma le Aracne che sopravvivevano al Sonno, presto chiamate "Grandi" dalle loro corraziali per via delle loro imponenti dimensioni, inizialmente furono delle reiette, sfuggite come la peste dalle altre Aracne che le vedevano come un vero e proprio flagello.
Successivamente però la situazione conobbe un drammatico mutamento, quando alcune Aracne con più acume e meno timore superstizioso cominciarono ad avvicinarsi maggiormente alle Grandi e si resero conto di quanto enorme fosse il patroimonio di esperienza e conoscenza che potevano apprendere per loro tramite e quale vantaggio questo costituisse in una società arretrata e primitiva come la loro. Poche dapprima, queste Aracne si raccolsero attorno alle Grandi scambiando il cibo che queste avevano sempre maggiore difficoltà a procurarsi con il consiglio che potevano ottenere dal loro sapere e dalla loro esperienza. Col tempo si formarono piccole comunità di Aracne ognuna raccolta attorno a una Grande che rappresentava il cuore della comunità racchiudendo in sè le funzioni di guida, insegnante, sciamana e sacerdotessa. Tutte le nuove scoperte le venivano immediatamente riferite in modo che in essa fossero perpetuate e tramite essa comunicate alle generazioni successive; le Grandi finirono insomma per costituire quel centro di aggregazione che la razza aveva perduto insieme ad Ungoliant.
Man mano che le comunità crescevano, alcune Aracne mostrarono una particolare affinità con le Grandi con le quali riuscivano a creare un legame empatico abbastanza forte da riuscire a scuotere le mastodontiche aracnidi dal proprio torpore. Queste Aracne, che riuscivano a interpellare le Grandi a loro discrezione sfuggendo ai loro lunghi cicli di torpore seguiti da brevi periodi di attività presto assunsero una importanza sempre più grande nella comunità aracne, tanto più che le crescenti necessità delle Grandi così come le loro dimensioni colossali stavano risvegliando un istinto profondamente impresso nell'animo delle creature aracnidi. Accudire, nutrire e proteggere le Grandi, come un tempo avevano nutrito, accudito e protetto la Tessitrice: e più le necessità e le dimensioni delle Grandi crescevano, più suscitavano il fervore e la adorazione delle altre Aracne. E così, quasi senza che nessuno se ne accorgesse, nacquero le cosiddette Risveglianti, custodi, portavoce e interpreti delle Grandi, vertice e guida della nascente società aracnide.

Man mano che le comunità delle Aracne crescevano cominciarono i primi contatti e conseguentemente le prime guerre: bellicose per natura le Aracne non esitarono a combattersi per la supremazia, non meno ferocemente di quanto avevano fatto al tempo in cui avevano servito il volere della Tessitrice. Eppure queste guerre ebbero sempre un carattere gentilizio, persino cavalleresco: uccidere la Risvegliante di una comunità rivale era considerato disdicevole e universalmente biasimato, mentre la sola idea di uccidere una grande semplicemente inconcepibile. Il fine ultimo di queste guerre era sempre costringere la comunità rivale a fondersi con la propria: le Risveglianti rivali venivano invitate ad unirsi alle proprie con un rango appena inferiore a quello della comunità vittoriosa mentre la Grande della comunità sconfitta veniva servita e accudita con il medesimo fervore e rispetto. Mentre le comunità aracnidi si fondevano in entità maggiori, l'unico parametro che misurasse il prestigio delle Grandi divenne la loro anzianità per il banale motivo che la Grande più anziana era invariabilmente colei che possedeva più conoscenza come anche la più enorme. Cavalcando l'onda, le Risveglianti della Grande più anziana divennero a loro volta le più importanti e seguite.
Mentre la società Aracne si sviluppava e fioriva, colmando finalmente il divario con le altre razze di Yfils, il destino volle che venisse scoperto, quasi per caso, un modo per porre termine allo stagionale sterminio della popolazione maschile durante il periodo degli accoppiamenti. Uno dei bistrattati maschi, da sempre marginali nella società Aracne per via delle loro ridotte dimensioni e della brevità delle loro vite, intuì che la frenesia delle femmine dopo l'accoppiamento era probabilmente dovuta alla necessità di assimilare una grande quantità di cibo per produrre le uova. Cacciando letteralmente in bocca alla sua partner grossi pezzi di carne ogni volta che questa si faceva aggressiva il maschio riuscì, per la prima volta a memoria aracne, a sopravvivere, aprendo un nuovo e promettente sviluppo nella società aracnide.
Sebbene il numero dei maschi rimanesse basso rispetto alle femmine e queste continuassero a monopolizzare alcune classi e mestieri, il modo in cui le Aracne guardavano ad essi fu trasformato per sempre: l'atto dell'accoppiamento divenne ritualizzato allo scopo di proteggere la vita dei maschi, troppo preziosa per essere inutilmente sprecata, e le femmine svilupparono un certo atteggiamento protettivo nei loro confronti. Il prestigio e l'intelletto dei maschi ne uscirono grandemente rivalutati e divenne normale che i compiti di ricerca e studio venissero affidati a loro: nacque così la classe dei cosiddetti Cercatori, terzo braccio del tripode che sosteneva la società aracnide.

Pressappoco in questo periodo le separate entità statali delle Aracne finirono per coalescere in quella che i libri di storia chiamano la Prima Tela.
 

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Comprendere la struttura di governo della Tela delle Aracne non è un compito facile. A prima vista la Tela poteva sembrare analoga ad una oligarchia umana ma la somiglianza era più apparente che reale dato che, sotto molti aspetti, ogni singola colonia era una città-stato a sè stante che rispondeva solamente alle proprie Grandi, il cui potere a sua volta era più che altro nominale dato che le decisioni vere e prorie venivano prese dalle rispettive Risveglianti. Periodicamente le Risveglianti si ritrovavano a concilio nella colonia di Shurrakan e qui decidevano le linee guida della politica della Tela nel suo insieme. Prescelta non tanto per ragioni politiche o economiche, ma semplicemente perchè ospitava la Grande più vecchia ancora in vita al tempo della formazione della Tela, Shurrakan finì per conoscere un forte sviluppo e diventare "de facto" la capitale della Tela per quanto il concetto di capitale in realtà non fosse di per sè rilevante agli occhi di una Aracne.
Si trattava dunque di una struttura particolare, molto duttile e decentrata eppure al tempo stesso di monolitica compattezza: tutta la organizzazione della Tela aveva come scopo principale la tutela e il benessere delle Grandi anziane; è generalmente creduto che arti come la pittura e la scultura nacquero e prosperarono fra le Aracne principalmente per offrire svago e divertimento alle Anziane. Ogni scoperta dei Cercatori veniva del pari riferita prima di tutto alle Grandi, presso le quali venivano inviate tutte le Aracne più promettenti perchè venissero ammaestrate e istruite da loro; non era raro che durante questo apprendistato qualche Aracne dotata di particolari doti empatiche formasse un legame con una Grande divenendo a sua volta una Risvegliante. E tuttavia nonostante la vita delle colonie ruotasse attorno a loro le Grandi erano quasi del tutto prive di qualunque potere decisionale: le Risveglianti dirigevano le colonie e stabilivano la politica, interpellando solo occasionalmente le letargiche Anziane.

Per molti secoli le terre abitate dalle Aracne avevano campeggiato nelle mappe delle nazioni di Ipairos come una larga macchia bianca nella quale campeggiavano scritte del tipo "Hic sunt Araneas" e per buoni motivi. Feroci e territoriali le Aracne non esitavano ad assalire glis tranieri che entrassero non invitati nel loro territorio e questo molto spesso voelva dire qualsiasi straniero. Poichè le aracnidi tendevano a non lasciare mai il territorio che avevano reclamato come proprio le altre razze erano tutto sommato disposte a lasciarle cuocere nel loro brodo.
Una volta unite però le Aracne iniziarono ad aumentare rapidamente di numero: nuove colonie vennero fondate e le esploratrici della Tela erosero rapidamente la terra di nessuno che separava il territorio Aracne dalle terre popolate dalle altre specie di Ispairos e non passò molto prima che avvenissero i primi contatti. Con sorpresa di entrambe le parti questi primi incontri fra le Aracne e le altre razze furono prevalentemente pacifici: le esplroatrici erano caute e prudenti avendo avuto l'ordine tassativo di evitare scontri inutili e dopo una inziale diffidenza dovuto alla loro reputazione non meno che all'aspetto minaccioso i vicini della Tela cominciarono ad allacciare qualche prudente relazione con le nuove venute che si trasformò in un fiorente commercio quando una intraprendente mercante a nome Vittoria Melara(gdr off, un piccolo ma doveroso omaggio a chi ha avuto l'idea originale ^_^) scoprì come il filo generato dalle Aracne, opportunamente trattato e lavorato, potesse essere impegato per tessere abiti di grande pregio, superiori a qualunque varietà di stoffa o seta conosciuti. A tutt'oggi la cosiddetta "Seta Aracne" è richiestissima e tenuta in grande pregio fra tutti i popoli di Ipairos e spunta prezzi alti su pressochè ogni mercato. Presto frotte di emrcanti inziarono a chiedere il permesso di visitare le colonie della Tela per approvvigionarsi alla fonte, per così dire, e le Aracne finirono per dare, a malincuore, il proprio assenso. Ma nè le misure restrittive nè la stretta sorveglianza nè gli occasionali incidenti scoraggiarono i mercanti e le stesse Aracne traevano un profitto tale che tutte le difficoltà vennero superate.

Il contatto con gli altri popoli inevitabilmente influenzò la vita delle creature aracnidi che fra le altre cose mostrarono una fascinazione tutta particolare per i libri, le pergamene e i tomi di sapienza forse perchè, sebbene la scrittura fosse ben conosciuta fra le Aracne, fino ad allora esse non avevano mai pensato di utilizzarla allo scopo di preservare la conoscenza dato che questo compito era svolto interamente dalle Grandi, vere e proprie biblioteche viventi di tutto lo scibile della Tela. Sarebbero stati stupiti gli abitanti di Ipairos se avessero potuto vedere come ogni libro venuto in possesso delle Aracne, dal raro trattato di magia al più insignificante compendio di botanica, venisse diligentemente letto ad alta voce da una Risvegliante a beneficio di qualche Grande e poi consegnato ai Cercatori per essere sviscerato, analizzato e copiato e successivamente passato ad altre Grandi e ad altri Cercatori fino alla disintegrazione per eccessivo logorio.
Per certi versi però, le Aracne mantennero intatta la loro atavica diffidenza verso le altre specie. Attentamente sorvegliati e seguiti passo passo per tutto il loro soggiorno nella Tela mercanti e viaggiatori solo raramente e di sfuggita ebbero occasione di intravedere i maschi Aracne e mai finchè la Prima Tela durò nessun straniero viene mai ammesso alla presenza di una Grande, la cui esistenza era pressochè sconosciuta prima delle guerre Theofonias.
Allo stesso modo alcuni concetti comuni fra le razze di Ipairos non fecero mai breccia nella mente delle Aracne: valga per tutti l'esempio del denaro. Fino ai primi contatti fra la Tela e le altre entità politiche del continente l'economia delle creature aracnidi era basata sul baratto puro e semplice e solo dopo che i mercanti cominciarono ad andare e venire dalla Tela le Aracne vennero a conoscenza del concetto di economia monetaria; eppure nonostante arrivassero a cercare metalli preziosi ea coniare monete a loro volta le Aracne non lo fecero mai con troppa convinzione considerando denaro e monete nient'altro che una nuova merce che valeva la pena barattare più che un mezzo di pagamento vero e proprio sul quale basare la propria economia. Tuttora qualunque mercante avveduto vi dirà che solo i novellini propongo pagamenti in denaro alle mercanti Aracne e che è possibile fare affari molto più vantaggiosi proponendo invece uno scambio con altre merci.

In politica estera la Prima Tela fu sostanzialmente uno stato pacifico con una certa tendenza all'isolazionismo: le Aracne raramente accettavano di stipulare trattati che andassero al di là deglis cambi commerciali o dei patti di reciproca non aggressione preferendo concentrare le proprie energie sullo sviluppo interno; in un paio di occasioni questa loro politica venne scambiata per debolezza ma, come imparò a sue spese il Tiranno di Hekateia, mai fraintendimento fu più erroneo. Quando il Tiranno invase la Tela alla testa di 30mila soldati infatti non solo andrà incontro a un disastro in quella che passerà alla storia come la Battaglia della Zanna Velenosa, ma il successivo contrattacco Aracne arrivò fino alle mura della capitale, salvata solamente grazie all'intervento degli dei locali che indussero la Risvegliante a capo delle forze della Tela a rinunciare all'assalto della città. Anche così, buona parte del territorio della Tirannia venne fagocitato dalla Tela e la Tirannia ne uscirà talmente indebolita da scomparire dai libri di storia nemmeno vent'anni più tardi.
Nonostante il suo relativo pacifismo la Tela venne sempre considerata un vicino scomodo e questo a causa del peculiare concetto Aracne di "minaccia". Le Aracne, come la storia di Hekateia insegna, saranno sempre molto aggressive nel reagire a minacce vere o presunte alla loro nazione ma a volte il semplice fatto di costruire una città troppo vicino ai confini veniva vissuto dalle Risveglianti come una "minaccia" alla quale seguiva immancabilmente una ambasciata che richiedeva in termini diplomatici ma perentori di allontanarsi dai confini della Tela e abbandonare qualsiasi insediamento, territorio o qualsivoglia progetto avesse causato la controversia. Rifiutare l'intimazione portava sempre a una guerra, seppure in genere limitata nel tempo e nello scopo, e in genere la guerra finiva con la vittoria delle Aracne.
Nel 2768 aUC la Prima Tela era al suo massimo splendore: uno stato formidabile, intensamente popolato e dotato di un esercito numeroso e agguerrito, una società stabile e compatta e una economia prospera sebbene un pò primitiva se paragonata ad altre grandi potenze del periodo. Eppure nubi nere si addensavano all'orizzonte: non molto lontano dai confini della Tela colui che sarebbe diventato il primo Imperatore uccideva il dio Brontipatras aprendo una nuova era nella storia di Ipairos; da lì a poco sarebbero cominciate le Guerre Theofonias.
 
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Raramente un conflitto viene ritenuto inevitabile dagli storici ma se esistono conflitti che possano essere definiti tali la guerra che infuriò fra la l'Impero Theofonias e la Prima Tela per oltre vent'anni è certamente uno di questi. Fin dall'inizio le Aracne videro nell'Impero un nemico degno della loro abissale paranoia, la Minaccia per antonomasia, e trascorsero anni interi a prepararsi fortificando il confine e mettendo insieme eserciti allo scopo di cancellare i Theofonias dalla mappa di Ipairos convinte come erano che non ci fosse nessun altro modo di garantire la propria sicurezza; dall'altro lato si guardava con orrore e disprezzo a questa possente nazione abitata da feroci mostri non umani, centro e culla del sinistro culto di Colei che Attende con le sue tetre profezie sul ritorno di Ungoliant, la più spregevole fra tutti i falsi dei che infestavano Yfilis.
A distanza di tanti secoli è incerto chi dei due diede inizio alle ostilità ma sappiamo che lo scontro fu da subito feroce e senza quartiere e che, almeno all'inizio, la sorte non arrise ai Theofonias. Il primo tentativo di invasione vide infatti un esercito di oltre quarantamila guerrieri cadere in una imboscata e venire interamente distrutto nella cosiddetta battaglia del Passo del Ragno. Il successivo attacco delle truppe della Tela penetrò a fondo nel territorio imperiale tanto che le Aracne rasero al suolo ben due città imperiali prima che le legioni riuscissero finalmente a bloccarne l'avanzata e ricacciarle indietro verso i confini della Tela.
Dopo questo inizio pirotecnico la guerra finì per stabilizzarsi in un conflitto di frontiera e una vasta fascia di territorio fra l'Impero e la Tela ne venne talmente devastato da tarsformarsi in un'arida terra di nessuno disseminata di cadaveri, umani e aracne, macchine da guerra distrutte e corazze infrante. Per molti anni le truppe imperiali e aracne si scontrarono in un braccio di ferro inutile: per quanti artifici tecnologici i Theofonias riuscissero a produrre, niente sembrava essere in grado di sopraffare le figlie di Ungoliant e queste a loro volta non riuscivano a sopraffare una volta per tutte le legioni imperiali.

La svolta si ebbe nell'anno 100 dell'era dell'Impero quanto i Theofonis riuscirono a produrre il primo di quelli che divennero noti come i Colossi: ammassi di segno e acciaio semoventi alti trenta cubiti e irti di armi e corazze. A dispetto della loro potenza e ferocia, o forse proprio perchè essendo tanto superiori nel combattimento singolo non avevano mai sentito la necessità di sviluppare una arma simile, le Aracne non avevano niente da opporre al Colosso e l'equilibrio che aveva fino allora regnato fu infranto. La prima battaglia dove venne impegnato il Colosso, la battaglia della Piana Verde, fu un grande trionfo per l'armata imperiale che per la prima volta in vent'anni riuscì a penetrare nelt erritorio della Tela e ad assaltare una delle colonie Aracne. Qui, per la prima volta, gli imperiali misero gli occhi, dopo un durissimo scontro casa per casa, su una Grande delle Aracne. Nel vedere la enorme aracnide, il generale Theofonias ordinò immediatamente al Colosso di ucciderla, senza sapere in effetti quanto indifesa fosse una Grande non desta. L'effetto sulle guerriere della Tela fu impressionante: le Aracne gridarono in coro per la disperazione, molte gettarono le armi e fuggirono, altre si suicidarono, altre ancora persero letteralmente la ragione. La difesa, fino allora accanita e feroce nonostante la superiorità del Colosso crollò di schianto e un brivido percorse l'intera estensione della Tela man mano che la notizia si diffondeva fra le Aracne come un incendio nell'erba secca: l'inconcepibile era avvenuto, una Grande era stata uccisa! La sola idea era insopportabile, tanto che tutte le Risveglianti della Grande morta si suicidarono a loro volta mentre le altre non seppero più che fare.
Vedendo lo sgomento delle Aracne i generali Theofonias decisero cinicamente di approfittarne: in tutti i successivi attacchi alle colonie delle Aracne il Colosso, sia il prototipo che quelli costruiti successivamente, vennero inviati ad uccidere le Grandi causando ogni volta ondate di disperazione e sgomento: la Prima Tela si sgretolò mentre le Grandi perivano una ad una seguite subito dopo dall'immancabile suicidio delle loro Risveglianti. Quando l'esercito imperiale si presentò davanti a Shurrakan, il centro della Tela, abitata da decine di Grandi fra cui la più antica di tutte loro, la cosiddetta Venerata Anziana, le Aracne si arresero piuttosto di mettere a rischio le loro vite.

L'Impero Theofonias dopo venticinque anni di guerra aveva conquistato la Prima Tela nella sua interezza: raramente nei secoli successivi avrebbe affrontato un conflitto così lungo e aspro. Guarnigioni vennero stabilite in tutti gli insediamenti delel Aracne e ovunque vivessero delle Grandi venne insediato un reparto speciale armato di baliste ed altre armi da assedio e occasionalmente un Colosso, spesso acquaartierato nelle estese camere sotterranee delle Grandi pronti a uccidere le anziane al primo segno di ribellione, senza che le Aracne, schiumanti di rabbia, potessero opporsi a questo oltraggio: chè i Theofonias avevano ben imparato la lezione e compreso che finchè le Grandi venivano minacciate le Aracne non avrebbero mai osato ribellarsi. Eppure in molti ritengono che nonostante questo pessimo inizio l'Impero avrebbe ancora potuto assicurarsi l'obbedienza e la lealtà delle abitanti della Tela. Un governo illuminato avrebbe sparso balsamo sulle ferite sanguinanti delle Aracne, blandito le Risveglianti, mostrato rispetto per le Grandi Anziane e così facendo, forse, il tempo avrebbe finito per fare il suo lavoro e molti mali sarebbero stati evitati.
Purtroppo, l'Impero Theofonias fu tutt'altro che illuminato. Le Aracne vennero sempre trattate con supponenza quando non con disprezzo, cittadine di serie b nella migliore delle ipotesi, mostri non umani nel peggiore. Nei diari dei governatori Theofonias la minaccia di uccidere le Grandi Anziane ricorre come se fosse un mantra e sappiamo che almeno in una mezza dozzina di casi l'Impero mise in atto la minaccia per "punire" una disobbedienza vera o presunta; innumerevoli sono le testimonianze riguardanti Aracne impiegate come animali da tiro o in lavori duri e pericolosi. Del pari spietata fu la azione dei preti della chiesa imperiale: i templi dedicati a Colei che Attende vennero rasi al suolo, monumenti e opere d'arte che la raffiguravano distrutti, il semplice nominare la dea considerato reato.
I Theofonias non compresero mai, nè se ne curarono, quanto odio avessero seminato nell'animo delle Aracne, scambiando per rassegnazione il loro atteggiamento remissivo mentre queste dissimulavano dietro i propri lineamenti non umani la rabbia bruciante che provavano verso l'Impero e la sua Chiesa; non compresero mai, nè se ne curarono, il significato di certi gesti, come il fatto che ancora dopo mille anni dalla conquista le Risveglianti celebrassero una cerimonia in onore delle Grandi "assassinate" enumerando uno dopo l'altro i nomi di Anziane morte da mille anni mentre in tutto il territorio che era stato della Tela migliaia di Aracne lanciavano alte grida di lutto.
Grassa e soddisfatta la Corte Imperiale sfruttò quanto più possibile il territorio della Tela e le sue abitanti mentre le Aracne si incancrenivano nel loro odio secolo dopo secolo attendendo, pazienti come la loro tenebrosa dea, il giorno della loro vendetta.
 
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Il sistema di amministrazione applicato ai territori della Tela fu, con qualche piccola differenza, il medesimo che sarebbe stato poi impiegato in tutte le conquiste successive: un governatore (inizialmente un governatore miltiare, successivamente un nobile) aveva pieni poteri e controllava sia le truppe di presidio, sia l'aamministrazione civile, quest'ultima interamente composta da umani. Le Risveglianti vennero del tutto escluse da qualunque carica amministrativa anche se, all'atto pratico, mantennero un ruolo non ufficiale dato che burocrati e amministratori civili trovarono più comodo passare i propri ordini alle Risveglianti nè l'Impero riuscì mai a indebolire la venerazione delle aracne verso le Grandi anziane, venerazione che del resto tornava comoda per costringerle all'obbedienza con le minacce. L'organizzazione sociale delle aracne rimase quindi fondamentalmente inalterata attraverso i secoli, cosa che faciliterà grandemente la futura ribellione all'autorità imperiale.
Oltre a una grande quantità di umani (i soldati e le loro famiglie, i nobili imperiali a cui vennero assegnate vaste proprietà nel territorio della Tela, burocrati, mercanti, ecc. ecc.) l'impero importò grandi quantità di elfi, sauriani, orchi, viis, etc in qualità di schiavi o servitori e molte furono le Aracne costrette a loro volta a trasferirsi altrove dove la loro forza e agilità innate potessero essere sfruttate al meglio.
Questo rimescolamento giocoforza non coinvolse le Grandi, enormi e letargiche come erano, di nessuna utilità agli occhi dellÍmpero se non quello di fornire un motivo di ricatto per la loro razza per cui nessuna di esse lasciò mai il territorio della Tela; col passare del tempo fatalmente in tutte le regioni dove le Aracne vennero trasferite sorsero nuove Grandi ma poichè in origine erano state costrette ad abbandonare la loro patria e le Grandi che avevano venerato, le Aracne costrette a vivere al di fuori della Tela cominciarono a riferirsi a sè stesse come Orfane.
Inizialmente le Aracne della Tela furono fortemente ostili ai nuovi venuti: la loro nazione era stata un paese omogeneo nè le Aracne, isolazioniste per natura, gradivano la mescolanza cosmopolita e variegata che i Theofonias andavano creando. Costrette a vivere accanto a un gran numero di sanguerosso che disprezzavano, le Aracne fecero il possibile per rendere loro la vita difficile, tanto da rendere la Tela una delle destinazioni più temute per i deportati di ogni razza. Questo atteggiamento però si andò sempre più stemperando col passare degli anni. Le Aracne si avvidero come sotto l'Impero questi infelici venissero vessati e angariati almeno quanto loro stesse e presto abbandonarono l'ostilità iniziale in favore di una imbronciata tolleranza. Rimosso questo ostacolo, sia pur lentamente prese il via un processo di adattamento reciproco: i nuovi venuti impararono ad arrampicarsi sulle onnipresenti ragnatele che le Aracne usavano come mezzo di spostamento, impararono a frequentare i mercati Aracne e a districarsi fra il loro modo di valutare le cose, impararono a mostrare rispetto verso le Risveglianti e in generale ad assecondare le idiosincrasie del popolo aracnide. Queste ultime a loro volta passarono gradualmente dal tollerare i nuovi venuti ad accettarli, prima in maniera riluttante poi come un dato di fatto. Le Aracne comuni prima e poi anche le Risveglianti cominciarono a mescolarsi e persino ad adottare qualche usanza di quelle più comuni fra i nuovi venuti. Col passare dei secoli, in una maniera paradossale, schiavi e servitori ottennero quello che l'Impero non sarebbe mai stato in grado di ottenere: una convivenza pacifica con le Aracne, sia pure al prezzo di adottarne in gran parte usi e cultura.
Infine, essendo giunte alla piena accettazione delle razze che convivevano con loro nel territorio che un tempo era stata la Tela, le Aracne cominciarono a riferirsi ai non-Aracne presenti nel territorio come agli Adottati. Col tempo le Aracne finirono per trattare gli Adottati su un piano di parità, al punto da richiedere la loro opera persino per alcuni compiti per i quali mai prima avrebbero ammesso degli estranei tanto che divenne comune vedere delle squadre di elfi o viis o altre razze, armate di scope, spazzole e spazzoloni, o impegnate a trascinare grossi carretti colmi di cibo, discendere nelle stanze sotterranee per assistere le Aracne nella loro quotidiana assistenza alle Grandi Anziane, un compito sacro per la razza aracnide per quanto, forse, non tutti gli Adottati apprezzassero il dubbio onore di accudire le gigantesche creature.

Quando la Pestilenza si abbattè su Ipairos, il territorio della Tela ne fu colpito al pari delle altre zone del continente; la misteriosa malattia decimò le guarnigioni imperiali e fece strage di artigiani ed esperti la cui opera di manutenzione dei Colossi era imprescindibile. A peggiorare le cose ben presto la corte imperiale richiamò al centro dell'Impero i superstiti per mantenere attive le difese e gli automi che permettevano loro di vivere nel lusso cosicchè ben presto i Colossi dislocati a guarnigione nel territorio della Tela caddero vittima della mancanza di riparazioni e pezzi di ricambio ed uno ad uno si trasformarono in grossi rottami, imponenti certo, ma pur sempre rottami.
L'epidemia falciò naturalmente anche la gente comune. Le Aracne vennero colpite grosso modo nella stessa misura delle altre specie; solamente le Grandi, per qualche capriccio della loro bizzarra biologia, rimasero immuni alla malattia. La cosa, dato che le Aracne sono quelle che sono, venne vista come un segno della loro dea, una precisa indicazione che i giorni dell'Impero che tanto le aveva oppresse stavano finendo e che le Grandi sarebbero ritornate a regnare. Non appena la pestilenza cominciò ad affievolirsi e scomparire, la Tela fu subito in subbuglio. Ribellarsi all'Impero, cacciare i Theofonias e ridare vita alla Tela, questi erano i sogni che si gonfiavano nella mente e nel cuore delle Aracne e come sempre accade in queste situazioni dalla massa emersero degli individui che prendessero la guida della rivolta e dato che le Aracne sono quello che sono questi individui non potevano essere che delle Risveglianti; presto i loro nomi saranno noti in tutto il continente: Sharra, Sheril e Shona, Risveglianti della Grande Sharai, la Venerata Anziana del popolo Aracne.

Le tre Risveglianti non avrebbero potuto essere più diverse l'una dall'altra. Sharra, bellicosa e ardente, era una guerriera nata che univa a una forza e una abilità fuori standard persino per le creature aracnidi una volontà altrettanto adamantina, che affascinava le sue corraziali. Non vi era aracne che non venisse trascinata dalle parole o dall'esempio di Sharra, dalla sua capacità di incarnare le aspirazioni più profonde del suo popolo.
Più dimessa e defilata al confronto appariva Sheril. Più interessata alle relazioni con gli altri popoli che vivevano accanto alle aracne, Sheril si rendeva conto di un fatto ovvio ma al quale la maggior parte delle aracne preferiva non pensare....ovvero che la Prima Tela era una nazione morta da oltre mille anni e che restaurarla nella sua forma originaria era un sogno impossibile. Troppe cose erano cambiiate durante il lungo dominio dell'Impero e la Risvegliante trovava assurdo il cercare di costruire uno stato basandosi solamente sui ricordi tramandati dalle Grandi. Per inclinazione Sheril riusciva meglio di altre a rapportarsi con gli Adottati, e fu a intessere rapporti con questi ultimi e a ottenere il loro appoggio che dedicò le sue energie, a convincerli ad appoggiando le Aracne avrebbero avuto tutto da guadagnar sfuggendo alla oppressiva autorità imperiale per passare al benevolo dominio delle Grandi e delle loro custodi.
Shona infine, rappresentava forse il lato più oscuro delle Aracne. Seguace del perseguitato culto di Colei che Attende, Shona aizzò le sue corraziali contro l'Impero proclamando la ribellione era sacrae bene accetta alla loro dea, Ungoliant, che nessuno nella Tela aveva mai del tutto dimenticato. Il fanatismo di Shona e il suo odio verso la chiesa imperiale furono come un fuoco che giunto a contatto con le sterpaglie si tramuta in un grande incendio, un incendio a cui lo stesso Impero aveva inconsapevolmente spianato il terreno.
Avvantaggiate dal prestigio che derivava loro dall'essere le Risveglianti della più antica fra le Grandi, oltre che dalle proprie qualità personali, Sharra Sheril e Shona presero rapidamente il controllo del movimento di ribellione organizzandolo meticolosamente e al tempo stesso trattenendolo in attesa del momento propizio. Quando l'Impero, indebolito dalla pestilenza, cominciò a perdere il controllo delle sue regioni periferiche le tre Risveglianti esortarono le proprie corraziali ad attendere. Ancora quando le prime secessioni cominciarono a mutilare il territorio Theofonias le Aracne rimasero tranquille; la classica quiete prima della tempesta.
Quando i Theofonias, in grave penuria di soldati, trasferirono buona parte degli effettivi delle guarnigioni in territori che parevano più minacciati, la ribellione esplose. In una nuia notte senza luna le aracne, con sharra e Shona in testa, assalirono contemporaneamente tutte le restanti guarnigioni imperiali, mentre Sheril visitava i membri più influenti degli Adottati per esortarli alla acquiescenza, qualsiasi cosa fosse successo.
Il succcesso fu rapido: indebolite nel numero e colte completamente di sorpresa le guarnigioni imperiali vennero sopraffatte, travolte da un mare di Aracne decise a non dare nè chiedere quartiere.Gli scontri più accaniti non durarono più che qualche ora e i soldati imperiali uccisi fino all'ultimo, sinistro presagio di quanto stava per accadere.

Le notti successive rimarranno impresse nella storia di Ipairos come le Notti di Sangue. Dopo aver travolto le guarnigioni imperiali le Aracne diedero l'assalto ai quartieri dei nobili, ai palazzi dei burocrati, alle chiese del culto imperiale. Libere finalmente di sfogare un odio vecchio di mille anni le Aracne diedero inizio a un massacro indiscriminato e non ci volle molto perchè la "caccia all'imperiale" si trasformasse in una vera e propria "caccia all'umano". Odiati ferocemente dalle Aracne in quanto rappresentanti ai loro occhi dell'Impero Theofonias e della sua oppressione le Aracne diedero vita a un Pogrom fra i più terribili mai visti in Ipairos. Testimoni inorriditi racconteranno di famiglie sterminate, di umani trascinati per le strade, picchiati, calpestati, morsi ferocemente e poi lasciati ad agonizzare sotto l'effetto del veleno delle Aracne. Particolarmente feroce ilt rattamento dei preti del culto imperiale. Catturati vivi dalle Aracne ogni volta che era possibile essi fuorno trascinati nelle stanze sotterranee delle Grandi, da dove nessuno di essi emerse più vivo. Si narra che le Grandi giocarono per ore e giorni coi sacerdoti prima di decidersi, finalmente, ad ucciderli divorandoli vivi. Il sangue scorreva per le strade e le aracne radunavano i corpi dei morti per utilizzarli come scorta aggiuntiva di cibo, con tipico pragmatismo aracne. Quando infine la rabbia delle aracnidi si placò tutti gli umani che non erano riusciti a fuggire erano morti; la Tela era risorta e dal sangue che aveva accompagnato la sua nascita venne chiamata la Tela Rossa.
 
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La Tela era dunque risorta dalle sue ceneri ma come già le Aracne più lungimiranti avevano compreso, era uno stato molto diverso dalla sua incarnazione precedente. La Prima Tela era stata una nazione omogenea, mentre ora la stessa Shurrakan era divenuta una città cosmopolita, abitata da migliaia di membri delle razze importate e di mezzosangue. La Prima Tela era stata una sorta di confederazione formata dalle colonie aracne mentre la nuova nazione era fortemente centralizzata e focalizzata su Shurrakan, il Centro della Tela. La Prima Tela era stata governata da un consiglio di tutte le Risveglianti ma ora un simile organo non poteva più essere considerato rappresentativo di tutte le aracne come era statao un tempo: migliaia, forse milioni di Orfane continuavano a vivere al di fuori dei confini della Tela Rossa nè le Risveglianti stesse avevano la medesima importanza: Sharra, Sheril e Shona erano le guide riconosciute del nuovo stato e le altre Risveglianti tendevano ad accettare le loro decisioni.
Più di ogni cosa, la Prima Tela era stata la nazione delle Aracne in tutto e per tutto; il nuovo stato non poteva permettersi, al di là del grande Pogrom seguito alla rivolta, una politica meno che conciliante verso le altre etnie, i cosiddetti Adottati.
Nè il nuovo stato poteva adottare una politica isolazionista: le Aracne erano ben consapevoli di quanto fosse fragile la loro ritrovata indipendenza e con la paranoia tipica della loro razza sapevano con assoluta certezza che prima o poi avrebbero avuto a che fare nuovamente coi Theofonias o con chi sarebbe loro succeduto. Fin dal primo consiglio indetto dalle Risveglianti, Sharra delineò immediatamente che la Tela Rossa doveva espandersi, acquisire risorse, rafforzarsi; Sheril parlò dell'opportunità di focalizzarsi su quelle branche della tecnologia che avevano abbattuto la Prima Tela e in particolare sullo sviluppo di una versione Aracne degli automi e possibilmente dei Colossi, Shona parlò con ardente fanatismo della "missione" di ricongiungersi con tutte le Orfane di Ipairos. Le altre Risveglianti ancora una volta non poterono fare altro che accodarsi ed annuire. Mai nella storia della Prima Tela un piccolo gruppo di Risveglianti aveva avuto un ascendente così elevato sulle altre e ben presto a Shurrakan le tre aracne che dominavano la scena vennero soprannominate "Il Triangolo della Tela" o semplicemente "Il Triangolo".
A dispetto di questo la situazione interna della Tela Rossa è più incerta di quanto potrebbe sembrare. La Venerata Sharai è ormai decrepita, anche per i parametri di una Grande delle Aracne. La più anziana aracne ancora vivente con i suoi settecento anni di età, Sharai giace in uno stato di torpore pressochè costante destandosi, con grande sforzo, solamente quando le sue Risveglianti la richiamano. Da oltre cento anni ormai non esce nemmeno più dalla stanza sotterranea dove è alloggiata e nessuno nella Tela Rossa pensa che possa vivere ancora per più di cinque o dieci anni: alla sua morte le Risveglianti del Triangolo perderanno il loro status tornando ad essere delle ordinarie aracne e questo provocherà un terremoto nella politica interna della Tela.
Il sistema degli Adottati infine, presenta alcuni difetti a lungo termine che potrebbero causare delle difficoltà alle aracne. Per quanto le razze improtate siano bene integrate nella Tela ancora non è mai successo che un Adottato sia riuscito a stabilire un rapporto empatico con una Grande in modod a diventare un/una Riisvegliante; una situazione questa che implica una esclusione permanente dei non-aracne dal potere decisionale all'interno della Tela Rossa poichè le aracne sono fermamente convinte che solo le Risveglianti possano guidarle e questo solo perchè esse sono la Voce e la Volontà delle Grandi Anziane: mille anni di oppressione da parte dei Theofonias non sono bastati a sradicare questa convinzione dalla mente delle creature aracnidi che ne hanno fatto la causa prima della loro vittoriosa rivolta ma ora può diventare un cuneo fra loro stesse e le altre razze di quel grande melting pot che è Ipairos.
Consoldiare il proprio stato, trovare una stabilità interna che possa durare anche dopo la dipartita della Venerata Sharai, ricongiungersi con le Orfane, trovare un compromesso durevole con gli Adottati e in generale coi non-aracne, trovare una via aracne alla meccanica ed alla tecnologia: queste sono le sfide che si presentano davanti alla Tela Rossa e che ne determineranno il futuro.
 
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