GDR Il viaggio di Fianna - Parte IV

Last Century

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«Forse non è ancora semplicemente il tempo perché la gente capisca le cose tanto in profondità, piccola mia.» le rispose, sempre tenendo il sorriso sulle labbra. «Sai... spesso i genitori vogliono per i figli ciò che a loro è stato precluso, vietato. E mentirei se ti dicessi che per me è diverso.» le confidò. «Proprio come Sheika anche io spero e prego che tu possa essere e fare ciò che a me è precluso e irraggiungibile. Sogno che tu possa portare la pace, piccola mia, in questo mondo. Sogno che tu possa essere una guida per le sorelle che ancora stentano a capire noi senz'ali.»
La guardò teneramente. «E spero che di rimando tu possa spiegare alla gente che odia e disprezza le arpie quanto d'umano ci sia nella vostra razza. Tu sei il mio piccolo ponte tra i due mondi, Ariel, la mia piccola principessa delle favole il cui destino è scritto nelle stelle.»
«E sono certa che Sheika questo lo sappia. La tua caccia entrerà nella storia, e se non lo farà quella saranno le tue gesta ad entrare di diritto negli annali di Ea. Di questo sono certa. Come persona, come sognatrice e, soprattutto, come tua madre.»
Le prese piano il viso tra le mani e le baciò la fronte, quasi commossa da quel sentimento così nuovo eppure così - oramai - familiare.
«Non so se Sheika accetterà la preghiera di un'elfa, Ariel, ma le chiederò di vegliare su di te laddove io non posso. E sappi che resterai nei miei pensieri durante la tua prova. Tu mi hai già reso fiera, figlia mia, e lo farai ancora e ancora, qualsiasi siano le tue scelte. Perché so chi sei, so cosa il tuo cuore anela. E altro non posso chiedere che il tuo volo sia sempre svelto, anche nei cieli avversi, e che i tuoi artigli e le tue frecce siano precise e letali. Questo chiedo alla Predatrice dei Cieli.»

«Renderai fiere due madri, quando verrà il momento.»
 
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Silen

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Ariel arrossì fino alla radice delle piume "Ricordo le fiabe che mi raccontavi nel nido" disse "mi piacevano molto, c'erano sempre cavalieri splendenti e draghi e principesse in pericolo. Ma io non sono una Principessa Alata con un destino scritto nelle stelle, solamente una piccola implume che stà per fare la sua prima Caccia da adulta" la giovane alata sogghignò "e poi sospetto che chi ha scritto quelle fiabe mi vedrebbe piuttosto nella parte della malvagia predatrice che dà una caccia spietata alla nobile principessa, non credi?" concluse con una risata divertita.
"Non so quale sarà la mia parte nel disegno di Sheika" proseguì quando la sua ilarità si fu calmata "nè se la dea ne abbia uno particolare per me. Ricordo che la mia ne-makt diceva sempre che per quanto si affannino Sorelle e Senzali alla fine gli artigli della Predatrice caleranno comunque su tutto e tutti. Ma una cosa la so per certa: se la mia dea deciderà mai di accettare la preghiera di una Senzali, quella Senzali sei tu. Sono sempre più convinta che avresti dovuto nascere con le ali" concluse in tono nuovamente leggero. Ariel proprio non riusciva a vedersi come una persona speciale destinata a grandi cose, forse perchè la figura colossale dell'Imperatrice Alata dominava a tal punto la scena del mondo delle Alate da lasciare ben poco spazio per chiunque altro. Eppure, non era solo Fianna a guardare Ariel con grande attenzione quel giorno.
 

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«Vedila così, piccola mia.» le disse. «Magari qualcuno potrà vederti come la cattiva delle fiabe... ma alla fine pensaci. Gli elfi sono meravigliosi, causano meraviglia, creano meraviglia e manipolano il bello in ogni loro forma. Ma non perché essi plasmino il bello significa che siano necessariamente buoni.» rise. «Puoi essere la protagonista di qualsiasi fiaba, Ariel, non scordarlo mai.» poi le dette un altro piccolo bacetto sul capo e si voltò a guardare la statua di Sheika. Si prese un secondo, fece una preghierina rituale raccomandando la sua figlioccia alla Predatrice dei Cieli, dopodiché si volse verso l'uscita del piccolo tempio guardando la giovane.
«Ti senti pronta ad andare? O c'è altro che vorresti chiedere a Sheika?» le sorrise. «Io vedrò se le mie preghiere verranno esaudite, ma non ho dubbi che lo saranno. Ho chiesto del tuo trionfo e, come ti dicevo, non è mai stato in dubbio ai miei occhi!»
 

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"C'è ancora qualcosa che voglio chiedere; ma non a Sheika. A te." Ariel gettò uno sguardo un pò timido alla principessa e le si avvicinò maggiormente "Tu sei la mia ar-makt, la mia madre-seconda. Hai condiviso il tuo nido e il tuo cibo con me. Sei la mia ein'keth e abbiamo condiviso questo viaggio, questa avventura. Ora è giunto il tempo della mia prima caccia, la mia prova con la quale divverrò adulta agli occhi delle Sorelle e c'è una cosa che vorrei fare." Ariel scosse il capo, imbarazzata "Tu appartieni a un popolo più gentile, ma hai sempre capito. Cerca di capire anche questa volta, per favore. Convidi con me, per il Sangue e la Carne. Condividi il Sangue della Cacciatrice, Condividi la Carne della Preda. Condividiamo, io e te, di fronte alle mie Sorelle, di fronte al tuo dio, di fronte alla mia dea. Condividi la mia anima, Condividi il mio sangue, Condividi la tua anima, Condividi il tuo sangue. Caccia con me, combatti con me e poi, dopo la caccia, condividi la Carne; poichè la Carne della preda è Vita, la mia vita e la tua vita. Dare Vita per Vita, era questo è il nostro patto, il patto con la nostra dea....Condividi tutto questo con me, tu che sei stata per me madre e sorella. Condividi la mia caccia, condividi la mia prova, condividi il mio passaggio. Non voglio che tu sia una straniera che guarda da lontano, isolata, separata; voglio che tu sappia, voglio che tu condivida con me, come è stato e come sarà."
 

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Sulle prime Fianna non rispose. La guardò in un misto di confusione e timore, non sapendo nemmeno se la sua presenza fosse in qualche modo contemplata da quel rituale di passaggio, da quella prova. Lei dopotutto non volava, non era nemmeno una cacciatrice, non avrebbe saputo quali erano le giuste regole, il giusto modo di fare. A onore del vero non credeva nemmeno di essere abbastanza forte da potersi mettere a confronto con le arpie in una battuta di caccia. Forse Aneirin avrebbe potuto farcela, forse una grande arcanista come Shandris, ma lei era più... debole, in un certo senso. Guardò Ariel, guardò la statua di Sheika, e capì che comunque, in qualsiasi modo volesse, non avrebbe mai trovato il coraggio di tirarsi indietro dalla richiesta della propria figlia.

«Io non sono una cacciatrice provetta, Ariel...» esordì, quasi stesse per rinunciare. «... ma cercherò di fare il possibile, per questa cosa per te significa tanto. E forse dopo questo mi sentirò anche io liberata da quel poco che rimane a tenermi lontana da certe comprensioni, che mi fa sentire una estranea in questa città.» guardò la giovane negli occhi. «Condivideremo la caccia, allora. Condivideremo la preda ed il predatore, la carne ed il sangue. Voglio sapere, dunque, cosa ci attende e cosa ci attenderà. Combatteremo assieme e trionferemo nella prova, dimostreremo a tutti cosa significa il nostro legame.»

Un brivido adrenalinico le corse lungo la schiena.
Erano anni che non combatteva, ma il ricordo di come aveva abbattuto il demone per salvare Ariel non l'aveva mai abbandonata. Quella furia, quella foga, quello stato estatico di frenesia battagliera era parte di lei e nessuna edulcorazione, nessuna maturità, avrebbe mai davvero potuto sopirlo. La sua giovane e risoluta figlioccia avrebbe rivisto la guerriera che l'aveva salvata nelle foreste di Lassil, la stessa che senza alcuna paura si era gettata in faccia alla morte.

«Lo faremo assieme, allora. Sotto gli occhi di Sheika e di Gallean. Sotto gli occhi della Prima e di Garnet, sotto gli occhi di tutto l'Impero.» sorrise. «Si parlerà di quella volta che una principessa elfica e sua figlia hanno cacciato fianco a fianco.»
 

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Ariel fece un sorriso un pò sornione "Tu non saresti una Cacciatrice? Allora deve essere stata la tua gemella quella che ha combattuto contro l'Uccisore nella Foresta, alcuni anni fa. Ho dunque sempre vissuto con la Fianna sbagliata? Ahimè!" la giovane alata si dieede una pacca sulla fronte con aria melodrammatica poi le rivolse un sorriso pieno di pura allegria, un sorriso che Fianna un tempo, in quella che sembrava una vita prima, avrebbe giudicato semplicemente spaventoso.
"Non temere, ricordi quello che ti ho detto quel giorno? Sono io le tue ali!" disse con fierezza "Ti porterò io fino al terreno di caccia, poi vedremo. Se sarà una preda alata potrebbe essere un problema, è vero, ma puoi sempre aiutarmi a colpire da terra col tuo arco. Altrimenti la affronteremo insieme, fianco a fianco, come deve essere." Ariel agitò leggermente le ali e perse un poco della sua aria spavalda "So che per te potrebbe essere...più difficile. Ma credimi, è importante. È davvero importante. Dopo che avremo abbattuto la preda, ci sarà il rito, e allora condivideremo. Non esitare mai, perchè non sarò solo io a guardarti" concluse con un altro sorriso e un fare un pò cospiratorio.
 

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Fianna quasi arrossì a quelle parole. «E... così sia, piccola mia. Sarai le mie ali. E combatteremo assieme, fianco a fianco.» annuì decisa. «Daremo qualcosa da ricordare a tutte le alate, allora. Una lotta come mai prima d'ora si è vista in tutto il territorio di caccia delle sorelle.» le poggiò le mani sulle spalle. «E non esiterò. Non ho esitato quel giorno per salvarti, non lo farò adesso mentre ti guardo dispiegare le ali come un'adulta.»

La caccia puoi aprirla qui di sotto o in un altro topic, come vuoi!
 
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