Diplomazia Il viaggio di Fianna - Parte II

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«Principessa, una lettera per voi, da casa.» una delle guardie di Fianna reggeva tra le mani un piccolo foglio di pergamena, accuratamente arrotolato, giustappunto arrivato dalla costa. Si trattava di una missiva del Principe Carnil in persona, diretta alla cugina impegnata in un lento ed errabondo giro di Ea. Sapeva di poterla raggiungere vicino al confine con le terre di Centaurestria e, in fretta e furia, aveva fatto recapitare lì il messaggio.
«Immagino vorrà sincerarsi che io non scateni qualche guerra inavvertitamente.» ironizzò, afferrando la lettera e iniziando a leggerla. «Oh... no, sembra che il cugino voglia allungare ancora di più la mia permanenza fuori dal Minnonar.» fece una piccola smorfia indecifrabile, misto tra la soddisfazione di starsene finalmente lontano dalla caoticità di casa e quella di doversi sobbarcare le responsabilità diplomatiche.

Ad una certa strabuzzò gli occhi. «Che? Ma è matto?»
«Prego, Principessa?» domandò la guardia.
«Mio cugino vuole che passiamo da Kyrne Lamya invece di tornare via mare!» non sembrava entusiasta di fare quel tratto aggiuntivo, specie nel cuore dei terreni delle arpie.
«Devo inviare una risposta, signora?» chiese, timidamente, l'eldar.
«No... no lascia stare. Credo di volermi godere l'aria calda del deserto nei prossimi giorni, senza dover pensare alle vicissitudini delle arpie o di chi per loro. Sono venuta qui per incontrare alcuni amici e ricambiare la cortesia di una visita, non mi farò incattivire i giorni a venire pensando dovermi spostare da quelle stronze alate.» sbuffò, accartocciando la lettera e buttandola lontano da sé, dritta dentro il fuoco da campo acceso dai suoi compagni.
«Col dovuto rispetto, mia signora, se dobbiamo passare per i terreni dell'Impero sarebbe bene non utilizzare quei toni. Fidatevi, lo dico per la vostra sicurezza.» cercò, con la timidezza di un infante, di farla tornare alla ragionevolezza.
«So perfettamente questa roba, Manwe. Non sono imbecille sino al punto da fare gaffe di questa portata.» stizzita si avvicinò al fuoco, mettendosi a sedere poco distante, con le mani protese a cercare un minimo di calore dal freddo notturno. «Non senti questa rabbia dentro di te, quando pensi alle arpie? Al loro modo di avere ingerenze su questo mondo, all'essere quello che sono? Io non riesco a vederle nemmeno come persone a volte. Sono mostri, come e peggio dei troll o dei draconici.» inspirò profondamente.
«Perché odiate tanto le arpie, mia signora?» chiese, facendosi vicino, Manwe.
«Hanno fatto del male a tutti quanti noi, è innegabile, ma il vostro odio è qualcosa di più profondo che mi sfugge, perdonatemi se sono poco intuitivo.»

Lei non rispose. Invero non sapeva nemmeno cosa rispondere ad una domanda del genere. Sentiva solamente un sentimento di rabbiosa vendetta arderle dentro come un fuoco inestinguibile, eppure sapeva - razionalmente - che nessuna di quelle creature le aveva mai torto un capello direttamente. Non avrebbe dovuto odiarle, ma invece le odiava. E questo la faceva sentire a disagio, la faceva soffrire in un modo ed una maniera che solamente un altro eldar avrebbe potuto comprendere.
O, magari, nemmeno uno della sua stirpe ci sarebbe potuto riuscire, visto quanto era peculiare Fianna.
La principessa alzò la testa guardando l'eldar, gli occhi privi di una risposta per quella domanda, il cuore empio di uno sconforto che non sarebbe mai riuscita a esprimere a parole.
«Quanto manca da qui a Centaurlot?» chiese a bassa voce.
«Io... credo forse un paio di giorni. Qualcosa meno se ci sbrighiamo.» rispose l'altro.
«Domattina voglio partire alle prime luci dell'alba.»
«Le cose andranno meglio, principessa. Vostro cugino farà quello che deve essere fatto, ne sono sicuro.» provò a confortarla, incerto se fosse il momento opportuno o meno. Principessa o meno Fianna era pur sempre una ragazza nata e cresciuta in uno stato che di sereno e pacifico non aveva mai avuto nulla. Era figlia della sua generazione, figlia della sua gente.
«Tu dici?» tornò a fissare il fuoco. «A volte, la notte penso a questo mondo, a quello che ci aspetta, e vedo solo altro dolore e altra morte all'orizzonte.»
«Perché dite così? Faremo durare la pace in qualche modo...»
«Perché non sono solo le arpie il problema. Le arpie sono il sintomo. Ho paura che non ci sarà mai pace in questo mondo, Manwe e che noialtri, in un modo o nell'altro, saremo sempre costretti a pagarne lo scotto.»
Si strinse nelle spalle, socchiudendo gli occhi. La guardia rimase in silenzio, incapace di trovare le parole per rincuorare la sua signora. Sotto la coltre di ilare fanciullezza si celava una profonda e radicata tristezza dentro Ambrielle, una tristezza che un solo termine avrebbe potuto definire in maniera certosina: elfica. Lei era l'espressione più verace della sofferenza di un popolo silenzioso ridotto all'ombra di se stesso.
«...» provò a dire qualcosa ma le parole le morirono in gola. Alzò la testa a guardare le stelle sperando che la notte portasse via quel suo dolore.

Due giorni dopo, all'ingresso delle mura di Centaurlot.

Fianna si era presentata con la stessa semplicità che aveva riservato alla Confederazione, giusto facendosi avvertire da un breve messaggio prima di apparire alle porte cittadine. Aveva la speranza di vedere i due conoscenti che si erano recati a trovarla nel Minnonar, Ajani in particolare le era rimasto impresso, tanto che chiese direttamente di lui alle guardie dei cancelli.
«Salve a voi, il mio nome è Fianna, vengo dal Regno di Minnonar a trovare i vostri signori.» aveva portato con sé pochi uomini e, fatta eccezione per il Phooaka gnoll che le serviva da cavalcatura, non aveva nulla i troppo appariscente. Certo, aveva portato anche la spada donatale dai centauri stessi, ma era già meno vistosa richiusa al sicuro nel fodero.
«Se potete farmi la cortesia, avvisereste Ajani della mia presenza? Mi piacerebbe salutare sia lui che Basilius.»

@The Pony Killer (Immagina che il gruppetto che accompagna Fianna sia composto da una decina di persone, quasi tutti soldati di scorta con armature leggere e armamento semplice. Se hai bisogno di altre specifiche non esitare a chiedere!)
 

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L'attesa per Fianna ed i suoi uomini fu piuttosto breve, ma questi non poterono far altro che sentirsi osservati.
Invero, per molti quelli erano i primi eldar visti in assoluto e delle figure così statuariamente affascinanti non potevano che attirare l'attenzione di molti centauri.

Il primo a farsi vedere fu Basilius, che si presentò al capo della scorta di Fianna per poi andare a salutare la pricipessa
"Buona giornata, madama Fianna. Vi vedo raggiante come sempre" Fu il saluto di Basilius
"Attendavamo la Vostra visita, e siete la benvenuta nel nostro Regno." il discendente notò che Fianna si stava guardando in giro, come se cercasse qualcuno "Abbiamo organizzato anche un tour che spero sia di Vostro gradimento, ma diamo tempo al tempo: suppongo che il viaggio sia stato stancante e vogliate riposarvi e sistemarvi. Ma prima, se volete vi facciamo fare un giro della città ed andremo dove si trova Ajani, siete arrivata proprio mentre doveva svolgere delle mansioni ma a breve lui e sua maestà Gid Lucione si libereranno."

Il viaggio verso il campo di addestramento fu tranquillo, sebbene alcune occhiate dei cittadini verso gli eldar potevano risultare non amichevoli non ci furono problemi di alcun tipo.
Arrivati al campo vennero finalmente accolti da Ajani "Principessa Fianna! E' un piacere rivederla, le chiedo scusa se non sono potuto arrivare subito ma dovevo finire il lavoro" Si scusò il generale "Ma sono contento che abbiate accettato il nostro invito."
"Prego, mi segua pure" Ajani invitò Fianna a visitare il campo "Qui è dove reclutiamo ed iniziamo ad addestrare le reclute della regione, insomma dove i soldati di Centaurestria iniziano a muovere i primi passi! Successivamente verranno trasferiti nella nostra caserma principale. In questo ampio terreno i nostri soldati corrono chilometri e chilometri.. come potete ben immaginare, velocità e mobilità sono fondamentali per noi centauri." Le fece quindi fare un breve tour della zona. Il terreno era sicuramente stato calpestato da migliaia di zoccoli più e più volte, si potevano notare anche dei percorsi ad ostacoli, più avanti invece stavano delle reclute che riposavano.
"Da questa parte, invece, addestriamo i nostri tiratori e c'è qualcun altro che sarebbe ben felice di vederla." Ajani condusse Fianna nella nuova area, un campo un po' più piccolo ma dotato di bersagli. Qui un Discendente dal corpo equino bianco e la chioma di capelli bionda correva sparando frecce su tutti i bersagli, cogliendoli tutti e prendendone molti al centro. Ajani richiamò la sua attenzione e, quando il centauro si girò, si irrigidì.

Gid Lucione avrebbe preferito incontrare Fianna in maniera molto più formale, magari nel castello, ma dovette accontentarsi di quella maniera. Vestito in maniera molto leggera e poco elegante, tentò di ricomporsi mentre si avvicinava alla principessa "Buona giornata, Voi dovete essere la principessa Ambrielle Fianna Eressel Elensil, onorato di poterVi incontrare dal vivo. Vostro cugino, Sua Maestà Carnil Calenardon Elensil mi ha parlato molto bene di Voi. Vi chiedo scusa se ci incontriamo in un momento così informale.. avevo del tempo libero e volevo allenarmi per il torneo che si terrà in Britannia. Se permettete, Vi potremmo scortare già da subito nei Vostri appartamenti all'interno del Castello.. e magari parlare davanti ad un rinfresco. O preferite fare altro?"
 

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La delegazione non dovette attendere molto prima di essere ricevuta e accolta; nonostante la frugalità dei loro incontri, eldar e centauri si erano avvicinati abbastanza da iniziare un percorso di comprensione vicendevole. Fianna, in particolare, apprezzava la frugalità di un popolo che non aveva da ostentare inutilmente la propria magnificenza in ogni gesto o parola, tutt'altro, apprezzava infinitamente il fare tranquillo e amichevole di Basilius. Anche Manwe, che era di tutt'altra pasta, così come la scorta tutta, non poteva dirsi insoddisfatto dell'accoglienza, tanto che all'arrivo del centauro si inchinò rispondendo elegantemente al saluto, lasciando poi parlare la principessa.

«Basilius! E' un piacere rivedervi.» lo salutò, facendo un lieve inchino. «Non vi preoccupate, sono giunta volutamente in tempi non sospetti, questo è un viaggio diplomatico sì, ma con un grande riguardo alle amicizie, quindi non preoccupatevi. Fate pure strada, mi riposerò dopo, alla fine abbiamo viaggiato con tranquillità in questi giorni, non siamo poi troppo stanchi.»
Si fece accompagnare, quindi, osservando con occhio interessato il modo in cui i centauri guardavano il gruppo di elfi. C'erano alcune occhiatacce, alcuni sguardi taglienti, ma nel complesso le sembrava di aver ricevuto una accoglienza decisamente migliore che altrove. Probabilmente era la prima volta che uno della stirpe di Gallean osava spingersi sino ai confini del deserto e questo, a conti fatti, costituiva già un motivo per sentirsi gli occhi di molti addossi.
Arrivati al campo di addestramento la figura di Ajani spiccò tra le altre, andando svelto a salutare la nuova giunta.

«Generale, è un piacere ritrovarvi!» salutò entusiasta. «Non vi preoccupate, capisco benissimo gli impegni, non mi formalizzerò di certo per quisquilie del genere. Anzi è bello sapervi attivo e in buona salute.» sorrise. «Vi seguo volentieri.»
Visitarono, così, il campo di Marte utilizzato dai centauri, dando modo a Fianna di vedere con quale maestria gli equini riuscissero a gestire le loro enormi moli. Veloci, forti, dotati di un equilibrio pressoché perfetto, avevano un modo tutto loro di combattere e allenarsi, qualcosa che risultava quantomai alieno agli occhi di una semplice eldar del nord. Rimase affascinata anche dai percorsi ad ostacoli e dalla struttura stessa del campo, ben diverso da quelli cui era abituata.
Infine, non molto distante, una terza figura la attendeva. Gid Lucione, in un tutta la sua possente magnificenza, si stava allenando nel tiro con l'arco dando prova di eccellente maestria e precisione non indifferenti. Avrebbe potuto, probabilmente, rivaleggiare con gli arcieri delle terre elfiche in quanto a bravura.

«Non dovete scusarvi Vostra Grazia.» fece una riverenza, salutando il sovrano. «Un Re che si allena con i suoi uomini è senz'altro un buon Re e tutto deve meno che chiedere scusa.» sorrise. «Sono lieta di incontrarvi di persona, e lo sarebbe anche mio cugino se non fosse impegnato a risollevare le sorti del regno. E ne approfitto anche per chiedervi scusa se sono giunta qui a mani vuote, ma le casse languono e ogni oncia d'oro è devoluta alla ricostruzione del paese, spero di farmi perdonare nei tempi a venire.» era visibilmente mortificata per non aver portato niente in dono, tranne se stessa, ma sperava nella comprensione del sovrano.
«Un rinfresco andrà benissimo, Vostra Grazia, non vi preoccupate.» disse, lieta. «E sentitevi pure libero di chiamarmi semplicemente Fianna in queste occasioni informali: in questo momento più che ambasciatrice sono solo una amica venuta da molto lontano.»
 

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"Le Vostre parole mi lusingano, Fianna. Voi potete anche chiamarmi Gid, se vi è più comodo" Sorrise verso l'elfa "Comunque, non dovete preoccuparvi per il regalo: l'aiuto nel campo magico dello scorso anno è stato d'immenso aiuto, ci ha aperto gli occhi su un paio di cose che ci erano ancora oscure." Iniziò dunque a camminare "Ora, se vorrete seguirmi, vi condurrò personalmente al palazzo Reale. Basilius, se puoi andare a far preparare.."
"Certo, sire" Rispose Basilius con un inchino, prima di congedarsi trottando verso il castello.

"Nel frattempo che sarà tutto sistemato vi mostrerò il castello e le vostre stanze, in modo che possiate accomodarvi prima del rinfresco" Disse Gid Lucione, prima di iniziare ad incamminarsi con Ajani al fianco.
"Principessa, scusi la domanda comunque, ma è la prima volta che vedo una creatura simile, di cosa si tratta?" Chiese incuriosito il Re, guardando il Phooka. Di certo non aveva avuto un effetto particolare su nessuno, a Centaurestria si è abituati a ben peggio, ma comunque era strano che un eldar avesse una cavalcatura così particolare. "E richiede cure particolari o può stare in una stalla?"


Nel mentre che i due conversavano si avvicinavano sempre più al palazzo, passando per l'enorme piazza principale dove si riunisce la popolazione durante i discorsi pubblici, qui Gid Lucione si dilungò in una spiegazione sul come funzionavano certe cose a Centaurestria, sulla politica del Regno e sui vari ruoli delle istituzioni.


Giunti al castello, posarono il Phooka seguendo le indicazioni di Fianna, dunque entrarono nel palazzo e salirono delle scalinate che conducevano agli alloggi per gli ospiti. Qui venne dato il tempo a Fianna e le guardie di mettersi in abiti più comodi e sistemare i propri averi, dopodiché vennero finalmente condotti nella sala per il rinfresco. Questa era apparecchiata con svariate pietanze tipiche di Centaurestria, quindi principalmente con piatti a base di verdure. Non mancavano però piatti di carne ed alimenti ben più comuni, in modo da accontentare qualsiasi palato.
"Beh, accomodatevi pure, e non fate complimenti!" Esortò Gid Lucione alla delegazione Eldar "Se avete argomenti di discussione, sarò ben lieto di parlare con voi" Concluse Gid Lucione, mentre si metteva al suo posto. Vicino a lui si trovavano Fianna ed Ajani.

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«Questo è un phooaka gnoll, un dono del Condottiero.» disse, spiegando al sovrano il perché di quell'animale peculiare. «Invero devo ancora dargli un nome, con tutte le vicissitudini di questi giorni mi è passato di mente.» sorrise tra sé. «Cure particolari no, ma tende ad essere poco docile con le persone che non conosce, quindi forse è il caso di metterlo in un punto dove passa poca gente e non ci sono altri animali, non vorrei che s'irritasse o facesse le bizze.» in effetti, come avevano fatto ben noto gli gnoll, quegli animali avevano tutto un loro modo di interfacciarsi con il prossimo, il che implicava spesso e volentieri brutte reazioni, se fatto in maniera non consona.

Camminando a fianco di Gid Lucione la principessa ascoltò le vicissitudini di Centaurestria, restando sempre meravigliata dalla grande differenza sociale che c'era nei rispettivi regni. Ovviamente si astenne dal commentare, dato che non le competeva, ma di quando in quando annuiva per rendere noto il suo interesse. Se non avesse avuto un certo carattere ribellino, magari, sarebbe anche stata capace di fare la diplomatica a tempo pieno anzi, le piaceva viaggiare e ogni nuova nazione la cosa la intrigava di più. Dopo aver lasciato la cavalcatura nelle stalle la delegazione venne accompagnata al castello, dove avrebbe avuto tempo e modo di sistemarsi per il rinfresco. Fianna, che si era portata dietro diversi abiti, ne prese uno dalla trama argentata, a pezzo unico, pieno di fronzoli e lustrini. Aveva il colletto alto e aderente, il che metteva ancora più in risalto quelle fattezze "aliene" tipiche degli eldar, al punto da sembrare più una statua che una persona in carne ed ossa.
Il resto delle guardie, invece, si limitò a darsi una veloce rinfrescata e solamente due, tra cui Manwe, la seguirono al banchetto rimanendo però in disparte.

«Grazie, Vostra Maestà.» disse, prendendo finalmente posto. «Vi dirò, oltre a continuare a conoscerci meglio e foraggiare l'amicizia tra i nostri due popoli, mi preme domandarvi qualcosa riguardo l'Impero.» allungò una mano afferrando un sedano. «Quale è la situazione attuale, che voi sappiate? Carnil mi ha chiesto di passare da Kyrne Lamya dopo che avrò finito qui da voi, ma in sincerità non sono molto convinta. Mio cugino sembra assai propenso a fidarsi della parola della sua nuova ambasciatrice imperiale, ma io non trovo modo di fidarmi né di Silene, né di Lelouch.» addentò il gambo della verdura, facendolo scrocchiare. «Perché c'è qualcosa che non capisco nel loro agire. Vedete, il Duca Konrad è praticamente lunatico, ma è coerente con quello che fa. Ti vende quello che predica, e questo lo mette già tra gradini sopra agli altri per come la vedo io. Ma Silene?...» tentennò, dando un altro morso al sedano.
«Indire una festa nazionale per il giorno in cui siamo stati costretti a cambiare alleanza?» fece una smorfia. «Sono sicura che mio cugino non sia cieco né sordo, e penso che abbia solamente ignorato questa ennesima provocazione insulsa, ma ciò mi spinge a chiedermi se Silene abbia effettivamente interesse in noialtri o faccia solo finta. Il suo comportamento è quantomai difficile da capire e mi spaventa l'idea di andare a casa sua di questi tempi.»
 

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Il re sorseggiava coccotè (un tè ricavato da una pianta caotica che unisce il tè ed il cocco) mentre ascoltava le parole di Fianna. Era contento che la principessa fosse arrivata dritta al sodo, aprendosi in quella maniera con lui, e come sospettava molti eldar ancora nutrivano sfiducia nei confronti delle arpie.
"Mi avete posto un quesito piuttosto complesso, ma penso di poter dire la mia riguardo questa questione.. ma potrebbe volerci un po' di tempo." avvertì, prima di sorseggiare un altro po' di quello strano intruglio "Ma proverò ad essere sintetico".
"Bene, direi di iniziare con le cose semplici. Vedete, noi non abbiamo avuto molti rapporti col Sylvania.. non possiamo dire nulla sul Duca, ma di Lelouch e Silene si." Si mostrò riflessivo per un attimo, prima di riprendere "Tra questi, l'ultima persona su cui riporrei la mia fiducia è proprio Lelouch o meglio, chiunque gestisca il Britannia. Probabilmente non lo sapete, ma noi Coalizzati anti Blocco-Imperiale avevamo pagato profumatamente il Britannia per aiutarlo a rialzarsi dallo stato in cui si trovava, in cambio gli avevamo chiesto semplicemente di ritirare le truppe per tutta la durata della guerra. Insomma, il Britannia acconsentì a tradire i suoi alleati, ma come ben sapete tradirono poi anche noi: non ci volle molto prima che riportassero le truppe sul campo, facendo volgere un'estenuante battaglia dove stavamo finalmente prevalendo in una sconfitta." Il re sembrava calmo mentre diceva queste parole: non poteva certo fare la predica per dei cambi di bandiera, ed aveva oramai metabolizzato bene l'accaduto. "Ora, probabilmente ti chiederai il perché nessuno abbia proferito parola sull'argomento. In realtà non c'è una ragione precisa.. in parte non volevamo perdere la facciata, mostrarci così deboli da dover corrompere della gente malfidata, già il tradimento di Centaurestria poteva essere una macchia sulla nobile causa di questa guerra.. poi, in parte temevamo che questa cosa facesse continuare quel lungo e sanguinoso conflitto.. in fondo il nostro obbiettivo era fermare l'avanzata delle arpie, e ci siamo riusciti direi." Concluse il re. Decise di partire con la questione Britannia, nella speranza che rimanesse più impressa a Fianna e che ne parlasse con qualcuno.. magari proprio alle arpie, in modo da indebolire i rapporti tra le potenze.

"Silene invece.. come tutte le arpie, vive in un mondo tutto suo. Onestamente, vi sconsiglierei di passare a Kyrne Lamiya subito dopo essere stata prima dai Naga e poi qui a Centaurestria, ma suppongo che il massimo che possa succedere siano domande scomode poste con fare aggressivo. Le arpie saranno anche.. lunatiche, direi, ma non sono stupide. Causare scompiglio con il Minnonar sarebbe decisamente una pessima mossa, siete stati loro nemici storici e siete riusciti a tenergli testa, nonostante la sorte non fortunata degli ultimi conflitti. Penso sia questo il motivo per cui hanno indetto una festa nazionale.. i loro nemici più temibili hanno deciso di abbassare la testa e coalizzarsi con loro, dunque festeggiano fregandosene di quello che voi possiate pensare perché, vivendo in un mondo tutto loro, ritengono questa semplicemente un'ulteriore prova della loro potenza incontestabile, probabilmente vi ritengono oramai totalmente sottomessi al loro volere. Ma penso che la vostra presenza qui sia la prova che si sbaglino.. Oramai le arpie dell'Impero Meridionale vedono noi Centauri come il peggio del peggio e non vorrebbero mai intrattenere rapporti con noi, voi invece.. mostrate solidità ed una forte identità nazionale, nonostante tutto." Il re bevve un altro po' della bevanda prima di riprendere "Non fraintendermi, non posso giudicare la scelta di Sua Maestà Carnil che anzi, ha le sue fondate ragioni, però noi di Centaurestria oramai non possiamo non vedere le arpie che come nemici. E tra le varie ragioni c'è anche questo loro modo di fare, questo loro ritenersi superiori. Un po' ci è dispiaciuto per il vostro cambio di alleanze.. ma non lo possiamo affatto condannare." Il re si mostrò un'altra volta riflessivo "Comunque, nonostante tutto, delle arpie ci si può fidare in linea di massima. Se dicono che faranno una cosa la faranno.. e se dicono che non faranno un'altra cosa, non la faranno. Il problema sta nel far promettere loro quello che volete.. insomma, in un modo o nell'altro cercheranno di fare soprattutto i loro interessi, e sanno essere.. persuasive." Il re marcò particolarmente quest'ultima parola, aggiungendoci anche un pizzico di amara ironia. "Però, sono convinto che sia negli interessi di Silene vedere il Minnonar come alleato dell'Impero, un Minnonar forte e solido.. ma influenzabile dalle arpie. Insomma, in mia opinione Silene ha si interesse nel vedervi prosperare, ma fin quando sarete anche manipolabili, suppongo voglia comunque avere presa su di voi. Sa bene quanto siate un popolo potente e dubito voglia avervi contro, ma dubito anche voglia rischiare che torniate abbastanza potenti da potervi rivoltare contro di lei." Concluse finalmente il re, pensoso.

"Comunque, a proposito di Vostro cugino, vorrei che gli portiate i miei ringraziamenti per le sue gentilissime parole riguardanti l'evoluzione della nostra religione. Sono estremamente apprezzate, ed un supporto ad una nuova religione dallo stampo così progressista e tollerante penso possa fare solo bene ad Ea" Concluse finalmente, concedendosi un altro sorso della sua bevanda.
 

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«Che le arpie fossero al limite della decenza lo avevo già capito, mi mancava giusto il motivo per cui si comportassero in tal modo.» arricciò il naso, profondamente indispettita.
«Carnil mi ha detto che l'ambasciatrice che ha ricevuto è una persona degna di fiducia.» continuò. «Ma onestamente non mi fido. Credo sia venuta da noi solo per fare gli interessi di Silene, quando non addirittura fregare qualcosa al Sylvania. Io sento puzza di marcio in questa cosa, anche se Carnil è convinto del contrario. Lui si fida delle arpie al punto tale da mandar me nella loro capitale come niente fosse.» addentò di nuovo il sedano, stavolta con un fare decisamente troppo aggressivo per confarsi alla delicatezza dei lineamenti.
«Unità nazionale non troppo, ma quello lo dobbiamo a quella screanzata di Elenwen. Le sue azioni sono state a dir poco stupide durante la guerra. E ora ci ritroviamo schiacciati tra l'incudine ed il martello, con un pazzo guerrafondaio da una parte e un impero affamato dall'altra. Siamo costretti a scendere a patti con gente che, probabilmente, disgusta la metà del mio popolo, se non di più. E sarà da vedere cosa faranno per darci una mano, ammesso che vogliano fare qualcosa visto che mio cugino non mi ha informata su niente.»

Era abbastanza comune vedere la principessa perdere le staffe o indispettirsi, ma guardarla divenir funerea era uno spettacolo riservato a pochi. Se non fosse stata tra amici, probabilmente, avrebbe persino iniziato a inveire con chissà quali parole e maniere, ma lì si trattenne. Afferrò un altro sedano mordendolo con la medesima ferocia del precedente.
«Credo che il Britannia abbia solo dimostrato il disonore che porta dentro con questa mossa. So che Carnil doveva incontrarsi con Lelouch dopo la mia partenza, per appianare i rapporti, ma se dipendesse da me non gli aprirei nemmeno l'uscio di casa.» increspò le labbra. «Carnil su queste cose è più lungimirante di me, probabilmente ha visto qualcosa che a me sfugge. Per quanto riguarda il vedere le arpie come nemici, mi aspetto che siano loro a farmi cambiare idea in proposito... sono quasi certa che, vista la loro totale incapacità nell'avere criterio, non ci riusciranno. Magari ci sorprenderanno, ma ne dubito fortemente.»
Afferrò un bicchiere di quella strana bevanda che stava amabilmente sorseggiando il sovrano centauro, annusandone il contenuto. Odorava di cocco.
«Anzi vi dirò di più, l'unico modo che avranno per dimostrarsi amichevoli nei miei confronti sarà abolire quella festa. Solo un idiota, nel senso più becero e abietto del termine, la riterrebbe una festività sensata.»
E con quelle parole aveva trasmesso tutto l'astio che provava per le arpie. Per Silene, soprattutto.

«Tornando a cose più liete di britannici volubili e volatili nevrastenici, sono anche io lieta che Carnil abbia deciso di allargare gli orizzonti della nostra religione. Per quanto mi riguarda la materia divina mi rimbalza addosso come l'acqua, scivolando altrove, ma molti nel regno non la pensano così. Aiutarli ad avere una concezione più aperta potrebbe giovare alla nostra società, ne sono convinta.» bevve un sorso, trovando la bevanda stranamente piacevole. «E se vogliono far domande sul perché sia passata da voi e dai Naga, prima, dirò la verità...» sorrise. «... cioè che sono stata a trovare amici che sanno usare il lei e il voi anziché il "preda" e il "schiavarazza".» scosse lievemente la testa. «E la cosa bella è che mi fa piacere ricevere il "tu" dagli amici.» sorrise facendo l'occhiolino ad Ajani, mentre si nascondeva le labbra col bicchiere prendendo un'altra sorsata.

«Se avesse piacere, vorrei proporvi di costruire una ambasciata permanente in città. Niente di troppo oneroso, giusto uno stabile con alcuno dei nostri concittadini per permetterci di comunicare più agevolmente. Non possiamo stringere accordi diplomatici, ma credo che non ci sia nulla di male a restare in contatto.»
 

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Nonostante la serietà del discorso, Gid Lucione faticò a trattenere una risata quando sentì l'eventuale risposta di Fianna verso le arpie, ma riuscì a contenersi e si limitò a mostrare un divertito sorriso verso quelle parole. Ajani invece rimase confuso dall'occhiolino: per caso si era dimenticato di darle del Lei o del Voi? Beh, poco importava, se le faceva più piacere.. ma no, lei era comunque la principessa di un regno mentre lui un umile generale, avrebbe continuato ad essere formale fino ad esplicita richiesta di informalità.

Gid Lucione intanto riprese a parlare "Le vostre parole continuano ad allietarmi, Principessa Fianna.. vi dirò, l'idea di istituire delle ambasciate non mi dispiace affatto" Ragionò un attimo "Solo, non vorrei che la cosa vi possa causare problemi. Come già detto le arpie odiano noi centauri come poche cose al mondo.." Rifletté un altro po' "Ma infondo questa può essere semplicemente un'altra prova: se le arpie riconoscono la vostra sovranità non dovranno avere voce in capitolo. Insomma, per me non ci sarebbero problemi, ma Vi invito a discuterne prima con il Principe Carnil." Concluse, pensieroso.

Per quanto riguarda il resto del discorso Gid Lucione pareva concordare con Fianna.. o più con Carnil, qualora venisse citato. Ciononostante c'erano delle cose che lo inquietavano, come la spavalderia di Fianna. Ma, pure se si fosse comportata come diceva, i rischi di ripercussioni vere e proprie non erano poi così tanti, pensava il re.

Dopo poco Ajani prese finalmente parola "Comunque a proposito del Vostro viaggio, per quanto tempo resterete qui? In questo modo potremo organizzare al meglio un itinerario per farVi visitare le nostre zone più suggestive" Chiese il generale, per alleggerire un po' il discorso.
 

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«E sia, Vostra Maestà, chiederò a mio cugino il permesso di aprire una ambasciata.» acconsentì, cordiale. Non la faceva sentire benissimo l'idea di dover rispondere sempre a Carnil, ma capiva il perché di quell'apprensione da parte di Lucione. Un errore in quella situazione avrebbe potuto significare una nuova guerra o, peggio ancora, la fine del Minnonar. Poi la principessa si voltò verso Ajani, per rispondere alla domanda e lasciarsi distrarre dal discorso divenuto un pochino troppo pesante.
«Oh, generale... pensavo di restare almeno una settimana, se non vi reca disturbo. Non ho fretta di entrare nell'Impero, né d'incontrare Silene o chi per lei.» Manwe, alle sue spalle, si massaggiò la fronte, preoccupato per quel genere di atteggiamento. «Mi farete voi da accompagnatore? Sempre che voi siate d'accordo, ovviamente, Maestà.» sorrise al Re Centauro.
Non avrebbe saputo dire perché, invero, ma si sentiva stranamente a suo agio con i centauri. Forse era il loro modo colloquiale di parlare, forse la natura più guerresca o, magari, quel semplice pizzico di caoticità primordiale che albergava nei loro cuori; poco le importava, se avesse potuto si sarebbe fermata lì ben più di una semplice settimana.

I discorsi, da quel momento in poi, furono meno impegnati e decisamente più triviali rispetto alle importanti questioni diplomatiche sbrigate sino a quel momento. Alla fine del pasto, poi, Manwe si attardò volutamente per cercare di cogliere Gid Lucione lontano dalle orecchie della principessa. Lo avvicinò mentre Fianna era distratta a parlare con Ajani, cercando di farsi notare senza dare nell'occhio.
«Vostra Grazia, una parola.» chiese, inchinandosi. «Vorrei chiedervi una cortesia, da umile servitore della principessa quale sono, se vi è possibile. Ella è una brava dama, piena di coraggio e di grandi ideali, ma come avete potuto udire è anche spavalda e sfrontata. Sono preoccupato per il suo viaggio di ritorno verso nord, vorrei la consigliaste sul rimanere più quieta. La principessa tiene in grande considerazione la vostra opinione e quella del generale Ajani, qualsiasi aiuto in tal senso avrà la mia più eterna gratitudine.»
 

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Alla domanda di Fianna il re rispose "Solo una settimana? Suppongo vada bene, magari potrete tornare in futuro" Disse sorridendo il Re, prima di rispondere alla domanda "Mi piacerebbe potervi accompagnare per tutta la vostra permanenza.. ma avrò dei compiti da sbrigare e purtroppo non potrò essere sempre presente" Rifletté un po' su "Però sono convinto che Ajani e Tirek possano accompagnarvi ogni giorno, sono convinto che sappiano come guidarvi per il Regno e sappiano come farvi divertire!" Concluse il re, avendo già in mente un itinerario perfetto per far godere Fianna delle meraviglie di Centaurestria.


Dopo il pasto, Gid Lucione si intrattenne volentieri a parlare con Manwe, era stato piuttosto silenzioso finora ma sembrava una persona piuttosto intelligente "Si alzi pure, non c'è bisogno di tutta questa formalità" Disse il re, sorridendo "Invero ho anche io i vostri stessi timori, ma ho preferito non renderli noti alla Principessa perché non volevo risultare invasivo nei suoi confronti.. e dopotutto i rischi che possa succedere qualcosa di grave sono probabilmente molto bassi." Si mostrò un attimo pensieroso "Ma effettivamente è meglio se le consiglio una linea cauta per quando andrà all'Impero. Sia chiaro, non è che non mi fidi del giudizio della Principessa.. ma effettivamente un consiglio amichevole potrebbe essere utile. E so anche come introdurle al meglio il discorso." Disse il re, sorridendo a Manwe "Sa, la principessa è fortunata a viaggiare con delle guardie del corpo che ci tengono così tanto alla sua incolumità, e non lo prendono come un semplice lavoro. Guardi Ajani, lui si è meritato il suo posto rischiando la vita pur di salvarmi.. quando doveva essere un semplice messaggero. Certo, in quell'occasione non c'era un vero pericolo.. ma comunque, per quello che sapevamo, si offrì per qualcosa di molto rischioso" Concluse finalmente il re, prima di congedarsi.




Il giorno dopo il viaggio di Fianna in Centaurestria poté definirsi finalmente cominciato. Come prima cosa le venne presentato Tirek, un Tauro dal manto rossastro, molto chiacchierone invero, dopo poco tempo iniziò a dare del "tu" a Fianna notando che alla principessa non dava fastidio.
Nella prima giornata si era organizzata una battuta di caccia in una riserva caotica, una particolarmente ricca di creature innocue ed incapaci di far del male a degli umani. Il re aveva scelto quella riserva per mostrare, in completa sicurezza, molte delle creature e piante uniche del Regno, oltre che per stuzzicare le abilità di Fianna nella caccia.
La battuta andò piuttosto liscia, riuscirono ad osservare e cacciare varie creature tra una paperuga , alcuni ranoiattoli, i corvucertole, i tartalchi e tante altre creature, oltre che piante piuttosto particolari come l'ederaloe, l'abetulivo, il cactus carnivoro e via discorrendo.

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Però probabilmente il momento più importante della battuta di caccia si ebbe mentre osservavano uno pteroleonte cacciare.
"Vedi Fianna, li sopra si trova uno pteroleonte. E' una creatura molto rara, un misto tra.." Osservò lo smarrimento negli occhi di Fianna e la aiutò a trovare la creatura "Ecco, sopra quel ramo.. dicevo, è un misto molto raro tra uno pteranodonte ed un camaleonte, e la ritengo una creatura estremamente affascinante. E' in grado di mutare colore della pelle per nascondersi dai predatori.. ma anche per cacciare, passando inosservato dalla sua preda. Di conseguenza è un animale molto cauto, in qualunque situazione, difficilmente lascia trasparire le sue intenzioni e quello è un suo enorme punto di forza" Si girò quindi verso Fianna "Secondo me dovremmo prendere tutti spunto da questa creatura. La cautela in questo mondo è molto importante, sebbene certe volte si vogliano urlare i propri pensieri.. alcune volte la scelta migliore è non farlo." Il re fece un profondo respiro, guardando il volto incuriosito di Fianna "Non prendere quello che sto per dirti sul personale, ma sono preoccupato per quanto riguarda il tuo viaggio nell'Impero. Mi fido del tuo giudizio e delle tue capacità, ma c'è il rischio che, se mostrassi un comportamento spavaldo come hai descritto ieri, le arpie potrebbero prendersela sia con te che con tutto il Minnonar. Fossero delle creature normali probabilmente non lo farebbero.. ma sono arpie, e sono totalmente imprevedibili." Il re sospirò nuovamente "Quindi, ti chiedo di tenere ciò in considerazione mentre parlerai con le arpie. So che irrita doversi comportare in questa maniera.. ma con le arpie la cautela non è mai troppa." Concluse, sospirando. Intanto, aveva iniziato anche lui a dare del "tu" a Fianna, senza nemmeno rendersene conto.

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Un ringraziamento particolare a @senzanome.exe per avermi fornito il sito da cui ho ricavato le immagini, che provengono da "Avatar"
 

Silen

Get a life
[Non bastavano gli abortini genetici che il pony mi tirava fuori per conto suo, ora gli suggerite pure dove trovarne altri, maledetti :rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl: ]
 

Last Century

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Manwe rimase sollevato dalle parole del sovrano, comprendendo di aver trovato un alleato capace di arrivare dove lui, probabilmente, non avrebbe potuto. Già il giorno dopo l'eldar era più tranquillo, nonostante l'idea di cacciare tra le creature caotiche non lo entusiasmasse troppo, perché sapeva che qualcosa sarebbe successo. Qualcosa che, Gallean piacendo, avrebbe potuto frenare la principessa dal parlare a ruota libera.
L'incontro con il fulvo Tirek fu cordiale, con Fianna sempre estremamente espansiva e curiosa su quel che la circondava; vedere creature di quella risma era per lei un'esperienza più unica che rara, quindi non si lasciò frenare dalle inibizioni tipiche di altri nobili buttandosi a capofitto nel tentativo di acchiappare qualcuno di quegli animali. Era più brava a tirar di lancia e di spada che d'arco, ma volendo cercare di catturarli vivi si limitò ad usare alcune reti per le proprie prede. Riuscì a catturare una paperuga molto giovane e se la rigirò tra le mani per diversi minuti, cercando di capire come avesse fatto a mutarsi quella maniera.

«Signor Gid, questa creatura è così... stupidamente bella.» rise. «Secondo lei potrebbe essere possibile allevarle al nord? Un serraglio con alcuni di questi esemplari potrebbe far la gioia di molti bambini.» poi aggiunse, con un sorriso a trentadue denti. «E anche diversi adulti se è per quello.»
Lì la principessa mostrava il suo lato più fanciullesco, ma non in maniera dispregiativa. Si trattava del rimanere aggrappati a qualcosa di veramente innocente, come un sentimento o una genuina emozione di stupore, cose sempre più rare nell'orrore della guerra perenne di Ea. Quando le fu mostrato lo pteroleonte, poi, ne rimase a dir poco affascinata. Non ne gradiva eccessivamente la bellezza estetica, ma ne rimase profondamente colpita per via delle caratteristiche peculiari. Il centauro, decisamente saggio, colse l'occasione per inserirsi con un discorso serio ma che avrebbe potuto cogliere Fianna con la guardia abbassata, e così avvenne. Nonostante le parole di riguardo fossero gentili e dette con la parsimonia di un padre, non tutti gli eldar si sarebbero lasciati consigliare a quella maniera senza battere ciglio. L'ultimo ambasciatore a Kyrne Lamiya aveva fatto l'esatto opposto, dimostrandosi più testardo di un mulo e più stupido di un sasso, finendo per cagionare odio tra i popoli. Ma Fianna era diversa e aveva in estrema simpatia quel centauro dall'aria amichevole e savia, quindi lo restò ad ascoltare e, accarezzando la testa della paperuga, sospirò profondamente.

«Lo so... ma dovrei andare lì solo per mentire su come mi sento veramente? Voglio dire, non sono stupida, so qual è l'andamento della politica e che certe cose vanno fatte per forza di cose.» guardò il centauro. «Eppure trovo tutto così ingiusto. Ogni volta che si parla della mia gente c'è questo chiodo fisso nel cervello su cui tornano tutti, che sarebbe quanto è successo agli ardenti... e mi dispiace, dispiace anche a Carnil di quello che ha fatto la nostra gente, ma il punto è che non eravamo noi. Silene è sempre stata Silene, in tutte le sue squallide nefandezze, e nessuno può dirle niente perché altrimenti viene semplicemente cancellato dalla faccia di Ea.» abbassò gli occhi, increspando le labbra in una smorfia. «Lasciamo perdere Sendilymion, nonostante sia un atto per cui prima o dopo Silene pagherà - perché deve pagare - lasciamolo perdere dicendo che è una reazione a quello che è successo a Falka, visto che le arpie non hanno il concetto di "colpa" quindi fanno stragi a caso per vendicarsi di Elenwen. Lasciamo stare quello.» faceva fatica a non parlare sbraitando, era evidente. «Ma distruggere Ostgil, a che pro? Non riuscivano a vincere una guerra che avevano iniziato e si sono sfogate distruggendo le case di gente innocente. Magari sono solo io ad essere ignorante, ma mi pare che Silene non abbia mai chiesto scusa per le diecimila schifezze che ha fatto, però si è permessa di recriminare a tutti gli altri qualcosa. A chiunque.»
Rimase in silenzio alcuni istanti. «E so che non lo farà. Silene non è capace di chiedere scusa come ha fatto Carnil. Lui si fida delle arpie, si fida del fatto che Silene possa aiutarci...»
Guardò di nuovo Gid. «Le arpie sono un mostro ricoperto di brillocchi. Possono sembrare buone ma nel profondo sono creature immonde, incapaci di provare amore, compassione o semplicemente umanità.»
«Se la spaventa l'idea che io vada a Kyrne Lamiya sbandierando queste mie parole, Gid, non deve preoccuparsi... non succederà. Me ne starò zitta... come tutti quanti al cospetto della Prima della Caccia.»
E in quel momento Lucione poté vedere chiaramente quella frattura nello spirito che tormentava Fianna emergere e divampare, come una crepa su uno specchio.
 

The Pony Killer

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La proposta della Principessa fece sorridere il Re, a corte erano sempre tutti così seriosi, maturi, con ben poco di fanciullesco -beh, eccezion fatta per i goblintauri, ma quelli lo sono in maniera decisamente differente.. Fianna invece era una persona diversa dagli standard a cui era abituato, e la cosa gli piaceva.
"Beh, le creature caotiche hanno bisogno di energie caotiche per poter vivere al meglio, ma possono esser allevate anche senza queste energie. Se volete portare alcuni di questi esemplari al Nord non dovrebbero esserci problemi, potrebbero sentirsi disorientati ma nulla di mortale, o eccessivo. Se volete possiamo anche darvi dei semi per coltivare piante caotiche.. queste sprigionano energie del caos che aiutano a far sentire a loro agio queste creature. E non preoccupatevi, un serraglio con queste piante non sarà sufficiente a corrompere flora e fauna del luogo, a meno che non usiate una magia apposita, ovviamente" Spiegò Gid Lucione. Aveva già spiegato a Fianna il processo di "corruzione" di flora e fauna, ma preferì comunque rassicurarla sulle eventuali controindicazioni di impiantare piante e creature caotiche in un serraglio.



Ma di tono diverso fu il discorso sulla cautela e lo sfogo di Fianna. Ancora una volta, Gid Lucione vide in lei una fanciulla che è semplicemente quello che è, che non si ostina a sembrare quello che gli altri volevano che fosse e la cosa lo commosse, gli fece venir voglia di abbracciarla ma si trattenne. In quel momento, a Gid Lucione salì un istinto paterno nei confronti della principessa, cosa del tutto naturale dopotutto visto che in oltre 50 anni Gid Lucione non aveva mai avuto tempo per sposarsi e mettere su famiglia.. in quel momento pensò a Fianna come una figlia che non aveva mai avuto, e si mise pazientemente ed attentamente ad ascoltare lo sfogo della principessa, e lo avrebbe potuto fare anche più volte.
Quando la principessa concluse il suo sfogo, il Re tacque un po' in attesa di trovare le parole giuste, ma poi si riprese e, ancora nello stesso modo con cui un padre parlerebbe alla figlia, rispose "Grazie Fianna, sapere ciò mi risolleva" Fece un lieve sospiro "E stai certa che pagheranno. Lo sappiamo tutti che questa pace è semplicemente momentanea.. le arpie torneranno ad attaccarci e noi dovremo difenderci, dovremo vincere e faremo in modo che le arpie paghino per tutti gli innumerevoli crimini di guerra che nemmeno hanno il coraggio di riconoscere. Ma ogni cosa a suo tempo. L'unica cosa che spero, è di non dover mai incrociare le armi con Voi ed il vostro stato. Non conosco nel dettaglio l'accordo che vi lega agli Imperiali o meglio, al Sylvania, ma non vi ci vedo a combattere al fianco delle arpie. Ma se dovesse succedere, almeno siamo abbastanza distanti da non dover incrociare le armi.. spero. Tu e tuo cugino siete persone piuttosto differenti, questo discorso lo dimostra, ma entrambi siete persone estremamente gentili e mi avete fatto rendere conto di come il Minnonar sia un paese persino migliore di quello che credevamo." Scosse un attimo la testa, stava divagando "Comunque, Fianna, capisco benissimo e condivido il tuo astio verso le arpie, e anche noi centauri odiamo tutta questa ipocrisia che le circonda." Il centauro sospirò, poi tornò a guardare Fianna "Quindi, se vuoi parlarne di più sulla faccenda e magari sfogarti, sentiti pure libera di parlarne. Magari liberandoti la mente riuscirai ad affrontare al meglio il resto di questo viaggio" Sorrise ancora alla principessa in maniera paterna.
 

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«Spero invero che non succeda mai.» disse, intristita dalla possibilità di vedere centauri ed elfi combattere. «Il Duca è forse un poco pazzo, ma non è irragionevole come Silene... io penso che sotto di lui il Minnonar possa quantomeno riprendersi, a patto di tenere la testa bassa per tutto il tempo necessario. Carnil poi è un eldar d'onore, non verrebbe mai meno ad un patto, ma anche se dovesse essere chiamato a scontrarsi con voi, sono certo che non sarebbe uno scontro meschino e sleale, e che prigionieri, feriti e civili verrebbero trattati col rispetto dovuto all'avversario.» disse, mesta.
Quel pensiero era effettivamente tutto ciò che la faceva sentire meglio all'idea di immaginare il suo paese come fantoccio nelle mani delle Arpie. Avrebbe voluto urlare al mondo il suo disprezzo in tal senso, ma non sarebbe servito a niente se non a farsi disprezzare ancora di più. Certa gente, semplicemente, non aveva alcuna intenzione di scendere a patti, di comprendere né di rispettare, preferendo semplicemente dominare e basta. E a lei, questo concetto, faceva andare il sangue alla testa.
«E forse sì, Gid, forse la pagheranno quando finalmente tutti quanti inizieremo a sputare sulle loro richieste, ad affamare i loro eserciti e a negar loro qualsiasi commercio. Forse allora, quando il coraggio tornerà in coloro che, vigliacchi, si sono nascosti dietro un dito nell'ultima guerra, Silene farà la fine che merita. E non sto parlando di ucciderla, ma di processarla ogni giorno, per tutta la sua vita, per ogni crimine e ogni omicidio commesso nel nome della sua razza.» abbracciò la paperuga. «Ma so che sarà solo un sogno, non mi faccio illusioni in tal senso.» aveva persino omesso di usare il titolo, in quel momento, per rivolgere al re. Si era visibilmente lasciata andare, senza badare troppo alle formalità, parlando a ruota libera di quello che sentiva nel cuore, come solo una ragazza avrebbe saputo fare.
Aveva dei sogni, Fianna, e molti di questi non comprendevano la presenza delle aprie su Ea.

«Quello che mi rincuora è che almeno qui mi sento a casa. Voglio dire, non è come Almarillan, né Ainatur, ma in queste terre si respira qualcosa che non ho mai sentito altrove... quando guardo in lontananza, verso il deserto, io sento l'odore della libertà. Ed è lo stesso che sento quando guardo il mare, oltre le isole in cui spadroneggia Stannis... oltre tutto questo, sento l'odore della libertà.» lei era la prima di una generazioni di eldar diversi, l'avanguardia che avrebbe potuto guidare il Minnonar in una nuova era, in un nuovo tempo, ma aveva le ali tarpate da un mondo meschino.
«Comunque grazie per i semi... se non vi dispiace farò mandare tutto via nave a casa... credo che Ainatur avrà un bel serraglio il prossimo anno.» sorrise, lieve. «Prendo anche lei, mi piace...» disse, mostrando la paperuga a Lucione. «La chiamerò Mellon. Per ricordarmi sempre dell'amicizia che ci lega.»
 

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"Mellon" Ripeté Gid Lucione guardando la paperuga, stranita dalla situazione "E' un bel nome, ed essendo un esemplare giovane sono convinto che si affezionerà molto a te, crescendo" Disse il re, sorridendo.

"Comunque sono molto compiaciuto sul fatto che ci troviamo d'accordo su molte cose, ma soprattutto che ti senti a tuo agio qui, in questo umile regno. Se vuoi portare anche altro su, non esitare a chiedere, ci sono ancora molte altre cose da vedere.. se ti va" Concluse il re. Preferiva non continuare il discorso con Fianna, si era già intristita abbastanza.. e sperava che facendole vedere altre stramberie potesse tornarle almeno un accenno di sorriso. Certo, se lei avesse voluto continuare a parlare della piaga rappresentata dalle arpie, il re non l'avrebbe di certo fermata anzi, si era già reso disponibile ad ascoltarla.
 
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