Le parole non dette erano appunto tali: non dette. D'altronde, se mai davvero qualcuno stava osando parlare tra le righe davanti all'Imperatore, presto quel qualcuno sarebbe stato messo al suo posto.
"Miei nobilissimi signori, Cavalieri e Mercanti della Mia Britannia, so quanto tenevate a cuore l'incontro con me quest'oggi. Invocate il nome del Padre e di mio padre, e fate bene, perché solo le luci più brillanti possono spazzare via le ombre che ci divididono e che così a lungo ci hanno distanziato. Prego anche io con voi quindi."
Si prese un minuto attoriale di raccoglimento per poi riprendere.
"Amen. Ora, tornando a noi, so che i vostri pari sono rimasti interdetti davanti alla mia presa di posizione dell'anno scorso, ma in verità gli eventi mi hanno forzato la mano: come saprete benissimo i vostri precedenti referenti erano i miei cari fratelli e vedere la propria famiglia dilaniata così a lungo da un conflitto mosso e che interessa soprattutto terzi o esterni, spero comprendiate, metterebbe alla prova qualunque uomo. Mio compito era allontanarli dalla politica per un periodo, e con l'aiuto del Signore il viaggio che stanno affrontando ora potrà portare loro consiglio.
Risolta questa loro diatriba, il conflitto nella mia famiglia non era ancora tuttavia risolto: alcuni dei miei figli continuavano ad odiarsi, anzi considero che lo facciano tutt'oggi, e saperli così presi da un conflitto che può spezzare la nostra nazione mi riempie il cuore di dolore.
Siete figli di Britannia, siete i miei figli, e come tali avete certamente cercato di fare quanto di meglio pensavate per il vostro paese. Ora, dal mio punto di vista apprezzo questa filosofia d'azione e interesse, ma il fatto che con le vostre trame con addirittura potenze e fondi stranieri possiate essere catalogati come traditori della Corona è innegabile; e rientra tra l'altro nelle mie prerogative di sovrano ritirare le terre assegnate ai Visconti, poiché esse sono date in uso alle singole famiglie nobili purché esse facciano il bene della nazione con fedeltà e ossequiosità, nonché ritirare le Lauree ai mercanti che si macchiano di questo peccato, come tra l'altro ben descritto nel documento di fondazione dell'Arte dei Mercatanti.
Su queste basi, miei signori, le mie richieste sono legittime e mi basterebbe letteralmente uno schiocco di dita per vederle eseguite"
e quelle dita le schioccò, facendo così muovere le guardie del palazzo sul posto, le quali sbatterono le pesanti lance due volte a terra prima di mettersi come in posizione di battaglia per caricare i nobili e ricchi dignitari presenti. L'Imperatore fece passare qualche secondo prima di fare un altro schiocco con le dita e dire così ai suoi cavalieri presenti di rimettersi a riposo e guardia. Piccola dimostrazione su chi davvero in quella sala deteneva assoluto e immenso potere.
"Ma come sapete la mia filosofia evita interventi così drastici e distruttivi quando possibile, ergo se posso avervi urtato con le mie minacce di revoca di terre o titoli o lauree me ne dispiaccio e perciò metto alle spalle questo mio errore, così come metto alle spalle il vostro tradimento. Il cerchio si chiude e tutto torna alla normalità di prima.
Tuttavia, cari amici miei, ciò non è possibile poiché come vi ho già detto desidero che la mia Famiglia viva in pace: oggi quindi ritento con il garbo e l'amore di ripotarvi tra le mie braccia, incontrandovi.
Ditemi, cosa chiedono i NObili e i Mercanti per cessare queste politiche suicide e fratricide? E' Britannia tutta a domandarvelo, ricordatevi."
(basically: che cacchio volete per levarvi dai cojones?)