Evento Il Giardino di Volorn

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Nella primavera giunge a Galvorn un messaggio da Halekstrosia che richiede aiuto citando non meglio specificati problemi con la Apoptosi Volorn. Quando dall'Ordine vengono richiesti urgentemente chiarimenti, per via degli ovvi timori nutriti verso le Apoptosi e il loro atteggiamento intransigente, da Halektrosia giungono messaggi sorprendentemente vaghi ed evasivi che lasciano perplessi i vertici dell'Ordine. Come spesso accade in questi casi l'unica cosa da fare è mandare qualcunoi a vedere che stà succedendo.

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Quando la notizia arrivò a Galvorn, nel dubbio generale, l'unica candidata idonea per questo lavoro venne considerata Arianna.. se non che la fortuna l'aveva già portata altrove, proprio nei pressi di halektrosia. Quindi la responsabilità cadde su uno dei pochi drow della corte che non avesse: mutazioni, poteri magici o qualsivoglia tratto inviso alle Apoptosi: Thyros Dardargento. Lui ed un piccolo drappello dei suoi uomini fidati, perlopiù burocrati e un paio di guardie di scorta, si mossero sveltamente per i territori ripopolati dall'Ordine, giungendo solo qualche giorno di marcia forzata nella stella Halektrosia, dirigendosi sveltamente nel piccolo agglomerato urbano creato giustappunto dai nuovi coloni della regione. L'urgenza del messaggio aveva messo pressione tale e tanta che ogni attimo perduto pareva potesse essere prodromo di un disastro annunciato e lo si poteva vedere benissimo nell'espressione preoccupata del drow. L'unico pensiero: trovare Volorn.
 

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Giunti che furono nella regione di Halektrosia Thyros e i suoi si videro acogliere da un drappello di soldati dell'Ordine. O almeno, che potevano essere soldati dell'Ordine, per quanto il loro aspetto non fosse certamente quello convenzionale. Tutti loro infatti avevano fiori intrecciati fra i capelli, nastri colorati allacciati un pò ovunque, indossavano fazzoletti e foulard dai colori vivaci, eccetera, eccetera, eccetera.
Il comandante in particolare aveva un aspetto tutt'altro che marziale: non solo aveva su di sè, e in gran copia, tutte le decorazioni di cui sopra ma persino la sua armatura era stata dipinta ad allegri motivi floreali. Solamente il suo volto, a dispetto di tanti colori vivaci, appariva alquanto afflitto.
Il soldato rivolse un mesto saluto al suo superiore ma parve in serio imbarazzo al momento di dover spiegare il motivo della convocazione.
 

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Il drow inviato dall'Ordine, nel vedere quella scena, rimase un pochino spiazzato. Non che la cosa lo stesse preoccupando troppo, ma non era neppure molto normale vedere dei soldati di guarnigione agghindati come se stessero andando alla festa di primavera. Thyros, in ogni caso, non si scompose del tutto a quella vista e salutò il comandante della guardia come d'uopo, slavo poi porre in essere l'elefante nella stanza.
«Temo di capire quale sia il problema... ma non le cause.» azzardò, guardando i bizzarri decori. «Non giudico, per carità, però... ammetto sia inusuale. Sareste così gentile da spiegare, capitano?»
 

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Il soldato fece per aprire la bocca ma venne interrotto da un intenso ronzio proveniente dalle spalle di Thyros
"Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzt. Un nuovo fiore? Bzzzzzzzzzzt. Volorn deve essere certa, Volorn deve vedere, saggiare, assaporare."
Il drow venne voltato e sollevato a mezz'aria, gentilmente ma con fermezza fino a trovarsi di fronte al volto metà umano e metà insettoide della Apoptosi chiamata Volorn. Le antenne della creatura sfiorarono il volto dell'inviato dell'Ordine e Volorn prese un profondo respiro come avrebbe fatto un umano che avesse annusato una rosa profumata dopodichè emise un intenso ronzio soddisfatto "Bzzzzzzzzzzzzzzzt. Bel fiore, bel fiore. Un altro bel fiore profumato trapiantato in questa aiuola. Bzzzzzzzzzzzt. Volorn è soddisfatta."
Il drow venne rimesso a terra e potè constatare come la Apoptosi portasse al polso di una delle quattro braccia un grosso cesto ricolmo di fiori. Con un succedersi di gesti rapidi ed esperti e con inumana velocità nel giro di un paio di minuti scarsi, Thyros si ritrovò con almeno tre dozzine di fiori intrecciati nei capelli, un nastro verde e uno giallo avvolti al collo a mò di sciarpa e una serie di campanelli tintinnanti allacciati alla cintura.
La Apoptosi indietreggiò di alcuni passi e si fermò come ad ammirare la propria opera per poi ronzare allegramente
"Bzzzzzzzzzzzzzzt. Bel fiore, meraviglioso fiore, profumato fiore. Bzzzzzzzzzt. Benvenuto! Bzzzzzzzzzt. Benvenuto, nuovo fiore, benvenuto nel Giardino di Volorn".
Volorn procedette poi a infliggere lo stesso trattamento agli accompagnatori di Thyros per poi prendere nuovamente il volo ed allontanarsi verso un'altra direzione, prima che qualcuno avesse il tempo di interpellarla.
"Ecco..." disse in tono sconsolato il capitano, un intero discorso racchiuso in quella parola.
 

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A parte il morire d'infarto sfiorato per il solo rotto della cuffia, Thyros rimase a dir poco basito dalla situazione, lasciandosi trattare come una bambola di pezza più per lo stordimento della cosa che non per la pausa in sé. Era un qualcosa di così surreale e assolutamente fuori da ogni comprensione, che l'intero drappello non ebbe la capacità di reagire, limitandosi a farsi abbellire senza dire una singola parola. Dopotutto c'era di peggio al mondo che ricevere qualche fiorellino tra i capelli e perdere parzialmente - o totalmente - la propria dignità di cavalieri. Quando Volorn ebbe finito la sua opera floreale, lasciandoli finalmente in pace e addobbati come un alberello festivo, il drow guardò i propri compagni e loro guardarono lui di rimando in un silenzio imbarazzato e tombale. Alla fine, però, il delegato ebbe la forza di parlare.

«Meno male che abbiamo mandato perlopiù fratelli di superficie qui.» lo disse con la morte nel cuore, riferendosi chiaramente al fatto che la stragrande maggioranza dei coloni fossero elfi. «A loro non dovrebbero dispiacere troppo i fiorellini... Non che sia gradevole, ma su un nano li avrei visti peggio. Molto peggio.» solo a quel punto si rivolse direttamente al gendarme afflitto, mentre lentamente provava a togliersi qualche fiorellino dai capelli. «A parte... questa cosa, si è comportata bene?» domandò. «Non che sia piacevole, ma considerato che le sue sorelle di solito propugnano lo sterminio di qualsiasi cosa strana abbiano sotto mano, lei sembra quasi innocua. Se non consideriamo il fatto che è un calabrone alto tre metri, insomma sì.» era strano anche a dirsi. Angosciantemente strano. «Ha creato altri fastidi?... Forse possiamo convincerla a concentrarsi su qualcosa di specifico se vi disturba troppo... Magari crearle un giardino vero e proprio.»
 

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"In realtà la cosa non è tanto semplice" disse il capitano, al quale l'aria afflitta sembrava essersi ormai scolpita sul volto ma che almeno sembrava essersi ripreso dall'imbarazzo a causa del vecchio principio del mal comune mezzo gaudio "Intanto vi sconsiglio vivamente di togliervi quella roba. Se la Apoptosi vi incontrasse nuovamente, non la prenderebbe bene. Seguitemi, vi prego"
Il soldato guidò Thyros e i suoi attraverso una campagna fiorente, incrociando ogni tanto carrettieri, contadini ed altri coloni, tutti indistintamente addobbati con infantile quanto maniacale attenzione. Alcuni sembravano prendere la cosa con filosofia, altri, specialmente i drow, avevano espressioni fra l'avvilito e l'abbacchiato che facevano rivalità a quella della loro guida.
Appena fuori da un piccolo villaggio si ergeva un'alta quercia. Appesi ai vari rami, come tanti frutti maturi, almeno una decina di persone, strettamente avvolte in una secrezione che sembrava simile alla cera d'api, ma evidentemente molto più resistente. Il primo pensiero era volto evidentemente al peggio, ma una occhiata più attenta mostrò subito che in realtà le persone appese erano tutte vive e in discrete condizioni a parte il fatto di essere immobilizzate e penzoloni da un albero. I più avevano la testa libera ma alcuni avevano la bocca tappata dalla stessa secrezione cerulea anche se le narici erano state loro premurosamente lasciate libere in modo che non potessero soffocare.
"Chi si toglie di dosso gli addobbi la prima volta riceve una ronzante rampogna. La seconda volta viene appesa qui o in altri posti simili a meditare, così dice, per qualche giorno. A suo credito devo rimarcare che la Apoptosi finora non ha nuociuto a nessuno, nemmeno a qualche incosciente che ha sguainato le armi; inoltre un paio di volte al giorno passa di quà con un otre d'acqua per i disgraziati là sopra. Alcuni irriducibili con più coraggio che cervello che hanno continuato ad insultarla nonostante la cera però si sono ritrovati con la bocca tappata. Prima che lo chiediate, abbiamo tentato di tirare giù dall'albero ma siamo stati scoperti e i colpevoli, per cosi dire, sono stati appesi a loro volta a fianco di chi avevano cercato di liberare. Alla fine ci abbiamo rinunciato."
Il soldato fece una pausa "Vedete signore, ci rendiamo perfettamente conto che ci sono cose ben peggiori nella vita, altri nostri compagni rischiano la vita ogni giorno contro mostri mutati e creature da incubo, altri affrontano carestie e pestilenze, ma resta il fatto che siamo in completa balia di una creatura che non comprendiamo e che non sembra comprendere noi. Abbiamo provato a parlarle ma non sembra ascoltare...noi però siamo solo semplici soldati, la nostra speranza è che voi possiate ottenere qualcosa di più."
"Almeno riuscissimo a capire da dove prende tutta quella roba che ci scarica addosso, ogni giorno viene fuori con qualcosa di nuovo!" sbottò con una certa, ma involontariamente comica, indignazione.
 

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Thyros era stato uno schiavista tra i più brutali sulla faccia di Ea e, probabilmente, anche uno dei pochi a sopravvivere alla fine dei tempi. Eppure nemmeno nei suoi giorni più oscuri da reietto principe di una società matriarcale avrebbe mai umiliato a quella maniera i suoi schiavi. Mai. Non c'era cosa peggiore al mondo di trattare in modo solo "leggermente" umiliante gli altri così che non avessero motivo di ribellarsi ma allo stesso tempo odiassero ogni istante della loro condizione. Ovviamente Volorn non aveva alcun desiderio di ottenere un simile risultato, era chiarissimo, ma la soluzione non avrebbe certo richiesto poco lavoro. Passando sotto l'albero di elfi appesi, il drow si soffermò a pensare a quali imprecazioni passassero per la testa di coloro che avevano la bocca tappata, dacché di quelli capaci di parlare usciva una fiumana più o meno intensa di borbottii e spiacevolissimi rimbrotti. Thyros, a metà tra il serio ed il faceto, li salutò con la mano e promise vagamente di fare qualcosa per sistemare la situazione, non perché volesse lasciare tutto stare ma perché dubitava che arrivare a disquisire con Volorn fosse semplice e immediato.
Comprendendo il dramma dei locali, comunque, si rivolse al capitano per cercare di rincuorarlo.
«Capisco il problema... e lo vedo, oltre che capirlo.» si corresse a metà frase. «Andrò a parlarle, se la ritrovo... e vedrò almeno di capire da dove si procura tutto questo ben di dio floreale. Siamo nel nord del nord, oltre noi c'è solo steppa ed un terrificante freddo...» dopo essersi sbrigativamente congedato dal capitano, Thyros continuò a girovagare per qualche momento nell'agglomerato di casupole che iniziava ad aver la parvenza di una città, cercando di individuare l'Apoptosi nel suo peregrinare floreale. Quando l'ebbe rintracciata, cosa che a occhio e croce non avrebbe dovuto essere troppo difficile viste le dimensioni della creatura e la minutezza dell'abitato, provò ad attirarne l'attenzione.

«Hey, Volorn hai un momento?» le chiese. «Sarei curioso di sapere da dove vengono tutti questi fiori.»
 

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Non fu troppo difficile ritrovare Volorn; la Apoptosi era appena fuori dal villaggio, immobile vicino a quelle che sembravano essere alcune grosse arnie, probabilmente piazzate li da un elfo particolarmente intraprendente. Una dozzina di insetti svolazzava attorno a Volorn, probabilmente attirata dal cesto di fiori che quest'ultima portava e alcune si erano posate sulla Apoptosi e zampettavano incuriosite sulla sua corazza prima di riprendere ilvolo.
Nel sentire la voce di Thyros Volorn si voltò lentamente dando l'impressione, per quanto fosse strano, di stare cercando di non disturbare le api delle arnie vicine.
"Bzzzzzzzzzzzzt. Salve, nuovo fiore." ronzò a mò di benvenuto "Bzzzzzzzzzzzt. Volorn si prende cura della sua aiuola. Bzzzzzzzzt. Volorn ha volato e cercato e combattuto e ora, finalmente, Volorn ha la sua ricompensa. Bzzzzzzzzzzzzzt. Il sole è caldo e luminoso. Bzzzzzzzt. L'aria è fresca e dolce. Bzzzzzzzzzzt. Tutto è come dovrebbe essere. E' tempo di fiorire."
Nel dire questo la Apoptosi allungò uno dei suoi arti a sfiorare un rampicante poco lontano e subito questo si riempì di fiori, campanule bianche e rosse e viola. Volorn ne raccolse alcune e le mise nel suo cesto e lasciò stare le altre.
Sul suo bizzarro volto ibrido si disegnò un lieve sorriso.
 

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Thyros lanciò un'occhiata alle arnie. Effettivamente il miele non era esattamente un prodotto comune alle latitudini inappropriate del nord, ma lì il clima pareva essere meno ostile. Merito, pensò inizialmente, delle montagne che schermavano dai venti freddi la piccola valle dov'era sorta la cittadina. Quando Volorn fece sbocciare i fiori, tuttavia, ebbe il fondato sospetto che quell'effluvio floreale fosse in larga parte dovuto anche all'opera impollinatrice - se così si poteva definire - della bizzarra apoptosi.

«Non mi sono presentato. Io sono Thyros, molto lieto di fare la tua conoscenza.» si prodigò in una piccola riverenza. «La gente che abbiamo mandato qui a ripopolare la regione mi ha mandato a chiamare perché si è genuinamente preoccupata di...» indicò i fiori che gli abbellivano l'armatura e le vesti, giustappunto messi lì da Volorn. «... Sai, vedi i cervi? Se li ricopri di fiori fai loro del male. In verità anche alle api fa male essere eccessivamente circondate da fiori al punto da soffocare. Avevo pensato, non ti piacerebbe se creassimo un giardino? Un parco botanico in cui fare e abbellire tutto quello che riterrai opportuno, visitatori di passaggio inclusi. Potrebbe attirare persone anche da fuori città ed evitare il malumore dei miei compatrioti.» si portò una mano al mento, elaborando il passaggio seguente con estrema semplicità. «Quelli appesi all'albero, dico. Ecco, quello è qualcosa che vogliamo cercare di evitare, se possibile.» lo disse col tono di chi era sicuro come il sorgere del sole che l'ascoltatore non riuscisse a capire il sottotesto ovvio di appendere per i piedi qualche disgraziato. E probabilmente, vista la natura arcana e inconoscibile delle apoptosi, non era neppure così impossibile.

«Vorresti un giardino da poter curare e mostrare a tutti coloro che vorranno? Intendo anche fuori dalla città.» l'idea, nemmeno tanto astrusa, era chiaramente quella di spingere Volorn a lavorare in qualche riserva arboricola così da allentare, almeno parzialmente, la sua vessazione sui poveri abitanti. Di cacciarla non provò nemmeno, consapevole che tanto non si sarebbe smossa, oltre ad essere comunque un assetto per la sicurezza della valle non indifferente. «A proposito, hai mai sentito parlare di driadi? E' una domanda non correlata al giardino, ma vista la tua passione smisurata per i fiori ed le piante, immagino tu ne abbia incontrare nel tuo peregrinare.»
 

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Volorn accolse la presentazione del drow con una certa tranquilla equanimità "Bzzzzzzzzzzt. Thyros dunque. Sappi che resti in ogni caso un bel fiore agli occhi di Volorn." la successiva argomentazione invece parve confondere la Apoptosi.
"Bzzzzzzzzzzzt. Infatti Volorn non va in giro ad appendere ghirlande di fiori alle corna dei cervi. Bzzzzzzzzzzzzzzzt. Volorn non desidera fare del male a degli innocenti e un cervo in ogni caso non potrebbe capire il gesto di Volorn. Bzzzzzzzzzzt. Non importa, a Volorn è sufficiente sapere di avere tutelato la loro naturale esistenza. Ma TU non sei un cervo. Bzzzzzzzzzzt." mentre parlava, quasi distrattamente, Volorn si era messa a intrecciare una ghirlanda di fiori. Con quattro braccia a disposizione e una velocità che neanche un elfo poteva eguagliare, l'opera fu compiuta nello stesso tempo in cui Volorn ebbe finito il suo discorso. La Apoptosi si avvicinò e appese la ghirlanda al collo di Thyros, quasi che stesse eseguendo una dimostrazione "Bzzzzzzzzt. Vedi? Volorn non ti ha fatto del male. Bzzzzzzzzt. Volorn vuole che tutto sia bello" Volorn fece un gesto in direzione delle arnie "Bzzzzzzzzzt. È diverso per i piccoli volatori. Loro hanno bisogno di bei fiori. Volorn ha dato loro una piccola mano. Bzzzzzzzzzzzt. Volorn li invidia. Volorn è troppo grossa per suggere il nettare come fanno loro. Bzzzzzzzzzzzzzt"
Il successivo discorso strappò un ronzio malinconico alla Apoptosi "Bzzzzzzzzzzzzt. Thyros è gentile a fare una offerta a Volorn, ma Volorn ha già un giardino. Bzzzzzzzzzzzzzzt. Tutto il mondo è il Giardino di Volorn. Per questo Volorn non può fermarsi troppo a lungo in un posto. Bzzzzzzzzzzzzt. C'è tanto da fare, bzzzzzzzzzzzzt. Oggi però, Volorn ha finito il suo lavoro, vuole essere felice e festeggiare. Bzzzzzzzzzzzzzt. I Nativi non vogliono essere felici insieme a Volorn?" la domanda era stata fatta in tono lievemente stupito quasi che Volorn non riuscisse a capacitarsi che qualcuno potesse non condividere la sua passione floreale. La successiva domanda parve confonderla ancora di più.
"Bzzzzzzzzzzzt. Thyros intende il genere di Nativi a cui piacciono gli alberi? Bzzzzzzzzzzzzzt. Si forse Volorn ne ha incontrata qualcuna. Bzzzzzzzzzzt. Volorn non comprende il perchè di questa domanda."
 

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«Ah... Noi non abbiamo più visto driadi, per questo chiedevo, Volorn. Almeno sappiamo che ancora esistono, ecco.» spiegò il drow. «Voi apoptosi avete viaggiato molto, tu in particolar modo sembravi assai affine alle piante e la curiosità ha preso il sopravvento.» in effetti quella era una domanda cagionata più dal tentativo di trovare qualcosa che distraesse la apoptosi dall'abbellire troppa gente che altro, ma non aveva dato gli esiti sperati. «Io sono sicuro che la maggior parte di noi sia felicissima per come fiori e piante addobbano la città -e le persone - però noi umanoidi abbiamo una vasta gamma di gusti, ad alcuni potrebbero piacere i fiori in un bel giardinetto, o in un vaso, ma non addosso. Questo non significa che non abbiano piacere nell'averli vicino solo non nella loro persona.» parlava come se si stesse rivolgendo ad una gigantesca bambina a forma di calabrone, il che poteva anche risultare ilare, a tratti, ma terrificante in tutto il resto del tempo. Contrariare Volorn era la cosa peggiore che potesse succedere all'Ordine, quindi le cose andavano fatte gradualmente.

«Se vuoi festeggiare, comunque, possiamo indire una festa.» continuò. «Alla gente farà comunque piacere fare baldoria per una volta. Inoltre mi hai detto che non vorresti un giardino perché hai già il mondo ma... Se ci fosse un modo per farti fare quello che fanno le piccole api? Sai esistono molti modi, alcuni piuttosto bizzarri, in cui il mondo è mutato nel corso del tempo, uno di questi è il gigantismo. Se vuoi possiamo cercare un seme di un fiore abbastanza grande.» azzardò. C'era un sottotesto di "non mangiarmi" in quelle parole, ma probabilmente non si evinceva abbastanza.
 

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Volorn non replicò alla argomentazione di Thyros ma il suo costante ronzare assunse una maggiore intensità e, se possibile, una certa tonalità pensosa, come se la Apoptosi stesse cercando di digerire l'incredibile nozione che potessero esistere esseri senzienti che non amavano adornarsi di fiori. Come Thyros aveva giustamente intuito mentre le due Vinkle, quando non erano impegnate a litigare fra loro, pensavano e ragionavano grossomodo come le altre razze di Ea, Volorn aveva una mente diversa, dando davvero la sensazione a tratti che una vespa o un calabrone fosse stata in qualche modo resa gigante e umanoide aumentandone l'intelligenza ma senza variare i suoi processi mentali. Comunicare con Volorn era quindi più problematico e avveniva a un livello più elementare ma a credito degli sforzi dell'elfo scuro Volorn non sembrava irritata; soltanto perplessa.
Il successivo accenno a una festa dipinse un sorriso sul volto della Apoptosi che congiunse le mani a due a due rafforzando l'immagine della bambina gigante a forma di calabrone che già regnava nella mente di Thyros.
"Bzzzzzzzzzzzzzzzzzt! Una festa? Una vera festa, con la musica e i canti? Bzzzzzzzzzzzzzt. Volorn adora le feste dei Nativi. Bzzzzzzzzzzzzzt. Volorn adora la musica e i canti. Bzzzzzzzzzzzzzt. Volorn adora guardare i Nativi ballare. Bzzzzzzzzzzzzzzzt. Volorn adora le canzoni, il rumore, l'odore di cose buone. Bzzzzzzzzzzzzzzzt. Volorn aiuterà. Volorn intreccerà ghirlande e festoni per decorare le case. Volorn volerà sopra i nativi e lancerà fiori nell'aria. Bzzzzzzzzzzzzzzt. Davvero i Nativi faranno una festa per Volorn? Volorn è felice! Bzzzzzzzzzzzzzzzt."
L'accenno a un fiore gigante provocò un ronzio eccitato che però si dissipò presto mentre gli angoli della bocca della Apoptosi si piegavano verso il basso "Bzzzzzzzzzzt. Se anche esistesse un fiore così grande, sarebbe frutto della distorsione e Volorn dovrebbe distruggerlo. Bzzzzzzzzzzzt. No, Thyros è gentile ma non può aiutare Volorn. Bzzzzzzzzzzzt." Volorn non cambiò espressione, ma il suo ronzare aumentò bruscamente di tono come se la Apoptosi avesse avuto una nuova idea "Bzzzzzzzzzzzzzzt. Forse Thyros qualcosa può fare dopotutto. Bzzzzzzzzzzzt. Volorn non disturba mai i piccoli volatori. Bzzzzzzzzzzzt. Volorn è troppo grossa, finirebbe col rompere gli alveari, far male alle piccole regine, bzzzzzzzzzzzt. I Nativi però hanno sviluppato tanti metodi ingegnosi per non fare del male ai piccoli volatori" una delle braccia di Volorn indicò le arnie "Bzzzzzzzzzzt. Thyros potrebbe trovare un pò di miele da dare a Volorn?" chiese speranzosamente.
 

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«Oh, le api. I piccoli volatori...» per un attimo ebbe un sussulto ma poi comprese immediatamente a cosa Volorn si stesse riferendo. «Certo che possiamo trovarti del miele, lo usiamo per le birre e la conservazione dei cibi, oltre che come alimento in sé. Non dovrebbe essere un problema racimolare qualche vasetto.» poi guardò l'apoptosi e riformulò. «Diversi vasetti.» dubitava fortemente che un semplice barattolo com'era in uso per gli umanoidi potesse saziarla. «E mi dispiace per il fiore, ma immagino tu abbia ragione. La festa, tuttavia, potrebbe non essere una cattiva idea, affatto! Anzi potrebbe essere un modo intelligente per spingere le persone a indossare i fiori senza sentirsi a disagio o costrette in alcun modo. Una festa del raccolto.» la mente da burocrate navigato di Thyros iniziò a macinare, cercando un modo sensato di rendere quella festività un qualcosa che potesse non solo ricadere in positivo su Volorn, ma anche sui suoi concittadini. Con una cittadina così al limitare dei territori dell'Ordine il morale era fondamentale, così come la demografia interna. Poteva decisamente cavarne qualcosa di buono.

«Però se facciamo questa festa floreale, posso chiederti di avere un occhio di riguardo per chi si sente a disagio con i fiori? Per non farli stare male. Prometto che non mancheranno mai comunque di apprezzare la natura. Sono elfi, perlopiù, amano queste cose.» lo disse con una mezza risatina. Non c'era scherno o negatività, quando la realizzazione, ilare, di aver mandato i cugini di superficie a colonizzare la regione più appropriata dell'intero Ordine in accordo alla stereotipia razzista che i drow avevano sempre avuto.

Che cosa devo fare per dare del miele a Volorn?
Per la festicciola locale credo distribuirò del cibo, devo fare anche altro?
 

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"Bzzzzzzzzzzzzzzzt. Non capisco proprio voi Nativi. Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzt. Cosa c'è di più meraviglioso di un fiore?" chiese Volorn con tono stupito sebbene il volto fosse indecifrabile con quegli enormi occhi sfaccettati da insetto "Bzzzzzzzzzt. Volorn intreccerà ghirlande e festoni per decorare le strade e le case. Bzzzzzzzzt. E se qualche Nativo glielo chiederà, Volorn intreccerà fiori anche per lui."
Il tono della Apoptosi faceva chiaramente capire che Volorn ancora non capiva come qualcuno potesse non voler avere il suo aspetto "abbellito" coi fiori ma almeno Thyros era riuscito a farle capire il concetto di massima. Probabilmente era il massimo che si potesse ottenere.

Direi che per fare la festicciola la distribuzione di cibo comrpende anche il miele per Volorn. Direi però che ci devi sbattere dentro anche 1 pa e qualche moneta. In compenso oltre a far contenta Volorn ci butto dentro anche un bonus alla stabilità per un paio di turni
 
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