GDR Il Dovere di Servire

Last Century

Ninja Skilled!
Ailas Calenardon Elensil guardava il cielo stellato dal balcone della propria dimora, nel cuore pulsante di Almarillan. Dopo un lungo periodo di praticantato fatto di incontri, di comunicazioni e di disquisizioni con mezza Ea, infine era giunto il momento, per lui, di seguire le orme del padre. Aveva visto le terre di Britannia, il trono alato di Silene, le usanze bizzarre dei Sauri Rahonavidi e molto, molto altro ancora... eppure si sentiva inesperto, vulnerabile al gioco della politica e delle macchinazioni. In questo vedeva meglio la cugina Fianna, che da sempre aveva un carattere più focoso, facile all'ira ma per questo difficile da piegare e spezzare. Lui, invece, che era stato persino costretto a sposarsi per il bene del regno, non si sentiva all'altezza né di Carnil, né della cugina. Era un uomo devoto, Ailas, forse uno tra i pochi nel Minnonar ad essere rimasto davvero credente fino in fondo, evitando il lento ma inesorabile secolarismo che la pace, la buona politica e l'immigrazione avevano portato e aveva pregato, spesso, di ricevere dall'alto un consiglio su ciò che avrebbe dovuto fare: Gallean, però, nella sua saggezza aveva lasciato che il Principe Ereditario scoprisse la sua via attraverso le proprie scelte, anziché guidarne le mano, e più d'una volta l'eldar si era sentito perso nel marasma che circondava la tumultuosa diplomazia elfica.

Vedendolo così, solo e pensieroso, Eruanna lo raggiunse carezzandogli dolcemente le spalle.
- Sei pensieroso. - disse.
Lui bofonchiò qualcosa, non troppo convinto, lasciandosi carezzare.
- Scusami. - si sforzò di sorriderle. - Solo che stanno cambiando molte cose e ho paura di non sapere come muovermici all'interno. Non te l'ho detto prima ma mio padre vorrebbe ufficializzare la mia nomina a Reggente. - lo disse come se fosse una bestemmia di qualche tipo, la peggiore delle ingiurie. La moglie lo guardò per un lungo istante, poi si sedette al suo fianco e prese le sue mani tenendole strette.
- E' tuo dovere e tuo diritto. Sapevi che sarebbe arrivato il giorno, è tutta la vita che ti prepari a succedere a tuo padre. - gli ricordò.
- Sì, è vero. - borbottò lui. - Ma vedi, non so se sono all'altezza. Mio padre ha risollevato il regno da morte certa... volevo dire tutti ci davano per spacciati, come se non potessimo più fare altro che emettere l'ultimo lamento prima della fine. Eppure lui ci ha creduto e ha fatto di tutto per permetterci di arrivare a dove siamo oggi. - confessò, senza guardarla in viso, troppo spaventato dall'idea di essere giudicato dai begli occhi della moglie.

- E se anche non lo fossi? - rimarcò lei, d'improvviso. - Non è scritto da nessuna parte che tu debba sapere tutto e subito, né che tu debba essere la copia carbone di tuo padre. - sorrise. - Quando sei venuto per la prima volta a trovarmi, prima del matrimonio, hai fatto qualcosa che in ben pochi, al tuo posto, avrebbero fatto. Ti sei fidato degli altri, hai aperto il tuo cuore alla nostra unione e alla nostra gente. Se anche non fossi un condottiero degno di nota e nemmeno il diplomatico migliore del mondo, le persone si ricorderanno sempre della tua bontà d'animo. - fece una breve pausa. - Né tu né io avevamo scelta sul matrimonio, lo sai, ma quello che più temevo era di trovarmi ammogliata ad un elfo borioso, suprematista, che niente avesse imparato dai nefasti giorni della guerra. -
A quelle parole lui girò la testa, guardandola finalmente in viso e ascoltando attentamente ogni parola.
- Invece sei sempre stato buono con me, buono con i nostri servi, i nostri paggi. Le persone, mio amato, ricorderanno questo di te il giorno in cui dovrai succedere a tuo padre. Non importerà se ti piacciono di più i libri che la spada, o se sei allergico ai vestiti eleganti e raffinati. Sarai sempre il loro Principe, nel bene o nel male, finché la tua gente verrà al primo posto. - a quel punto baciò il dorso delle mani di lui, delicata.

Eruanna era una donna semplice, di famiglia borghese, la cui indole si era sempre trovata in qualche modo in contrasto coi fasti delle grandi corti. E solo per fortuna era stata maritata ad Ailas che, come lei, trovava repellente la vita mondana e lo sfoggio di ricchezze senza motivo. Sia lui che lei erano nati sotto la stella della frugalità e, pur portando una corona, non era cambiati nell'animo e nell'indole dai tempi in cui il loro nome altro non era che una nota ai margini dei grandi registri nobiliari.
- Sei troppo buona a dirmi queste parole. - commentò lui, col cuore più leggero. - Ma sono fortunato ad averti al mio fianco. Quando il giorno arriverà saprò di non essere da solo ad affrontare quello che mi si parerà davanti e, se Gallean vuole, avrò anche la nostra gente ad aiutarmi nelle decisioni più difficili. Non credo sarà l'ultima volta che pensieri cupi mi affosseranno l'umore, Eruanna... -
Lei lo fermò, baciandoli la fronte. - Credi in te stesso così come la gente crede in te. In noi. Sarai un bravo regnante, così come sei un bravo marito e come diverrai un bravo padre. -
Lui non disse nulla, si limitò solo a ringraziare il cielo di non esser lì da solo a perdersi nei pensieri più oscuri e nefasti. Sarebbe stato quello che il Minnonar aveva bisogno che fosse e lo avrebbe fatto con tutte le sue forze. Come sempre gli aveva insegnato Carnil, ed in seguito anche Fianna di ritorno dai viaggi nel meridione, non c'era niente di più importante per un Re del servire il proprio paese. Quand'anche quella responsabilità l'avesse soverchiato sapeva, contro tutto e contro tutti, che non sarebbe mai stato da solo.

@Silen Ecco un altro piccolo gdr per Ailas!
 
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