Diplomazia Gesti di Pace

Last Century

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Agli inizi di primavera un messo viaggiatore raggiunge i territori del Protettorato portando con sé un messaggio proveniente dal cuore della foresta di Nimbrethil e diretto a Lord Acton in persona. La lettera, scritta in bella grafia, è chiusa da un sigillo in ceralacca raffigurante due conigli araldici rampanti e, al centro, un piccolo alberello stilizzato. L'interno recita quanto segue:

"Alla cortese attenzione di Sua Maestà Olivar Acton, Lord Protettore di Koenigsward e Peinrith,
Vi scrivo sperando che la mia lettera Vi trovi in salute e che trovi in salute le genti della vostre lande. Con la fine del dominio imperiale nel nord del continente molto è cambiato e tanto, ancora, potrà cambiare. Ci è giunta voce che anche voi abbiate operato un cambiamento all'interno della vostra società ed è gradito vedere come altri uomini abbiano visto la schiavitù come una forma oramai superata per governare la popolazione. La vostra ribellione è stata vista molto di buon grado dai più facoltosi dei miei sudditi e anch'io sono del medesimo avviso. Con la presente, tuttavia, non porto solamente complimenti ma anche una richiesta per prosperare entrambi senza timori; sapendo che siete comunque rimasto legato ai Theofonias la vostra presenza potrebbe costituire una minaccia ma non ho alcuna intenzione di crearvi nocumento o dolo, per tal motivo vi propongo un semplice accordo per la spartizione delle terre che separano i nostri attuali confini. A voi andranno le valli bagnate dal fiume, a noi andranno le montagne e le colline.
Mi rammarico di avervi parlato attraverso una epistola, ma la paura è molta ed i timori abbondanti nel mettere piede in terra ancora influenzata dall'ombra dell'Impero. Abbiate la grazia di scusare i miei timori.


Firmato Alta Regina Tar-Gwenniel Ostirion del Reame Silvano d'Ysil.
"

@Arminio
 

Arminio

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Il Lord Protettore era nelle sue camere private quando ricevette la lettera.

Ancora scosso per gli eventi trascorsi, Lord Acton congedò il suo assistente e la lesse.
Dopo alcuni giorni di riflessione scrisse una missiva di risposta.

"Salutiamo l'Alta Regina Tar-Gwenniel Ostirion del Reame Silvano d'Ysil."
Vi ringraziamo per gli affettuosi auguri al nostro popolo, e ricambiamo con calore. Le conseguenze del morbo e del caos conseguito si fanno sentire con forza su queste terre, e speriamo che il popolo silvano sia ancora forte e prospero.
Nonostante le dovute differenze politiche il nostro nuovo Regime è disposto a dialogare con il vostro. L'accertamento di un confine chiaro è prioritario. I nostri geografi sanno bene delle differenze culturali e politiche tra le terre al di qua e al di là del Fiume, e questo potrebbe essere un ottimo confine. In ogni caso, siamo disposti a parlarne, partendo dal presupposto che la nostra priorità è la stabilità degli interessi Imperiali nel nord del Mondo.
Vi ringraziamo per la lettera, siamo pronti ad avviare colloqui in merito.

Saluti distinti,

Lord Oliver Acton, Lord Protettore di Koenigswald e Peinrith.
 

Last Century

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Una lettera viene recapitata presso la corte ancora fedele a Lord Acton, firmata direttamente dalla regina in persona.

"A Lord Oliver Actor, Lord Protettore di Koenigswald,
A causa dei recenti tumulti avvenuti nel Vostro stato, e col rischio che questi si postino e causino instabilità, siamo costretti a posticipare indefinitamente i colloqui che avete richiesto per la spartizione dei territori di confine. In questa situazione l'ipotesi che possiate tenere salde le redini del regno non sono garantite e di conseguenza non è sicuro nemmeno intraprendere una ambasceria o una missione diplomatica nei vostri terreni fino alla risoluzione del conflitto che dilania le Vostre terre. La nostra offerta potrebbe rimanere valida anche per il futuro, ma nelle attuali circostanza non è possibile proseguire con le interlocuzioni, né prendere una decisione plausibile che non comprometta la nostra sicurezza.

Firmato Alta Regina Tar-Gwenniel Ostirion del Reame Silvano d'Ysil."
 

Enichaos

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Un messaggero giunge alla corte di Gwenniel con indosso vesti rosse e blu, recando una pergamena chiusa da ceralacca in un sigillo sconosciuto.
"All'Alta Regina Tar-Gwenniel Ostirion del Reame Silvano d'Ysil,
le Nostre infaticabili vedette Ci hanno comunicato d'aver visto un Vostro messaggero giungere nelle terre ancora sotto il controllo dell'Usurpatore Oliver Acton, ed il Nostro saggio consigliere Ci ha esortato a contattarVi di rimando.
Preposto il fatto che non conosciamo il contenuto delle missive scambiateVi con l'Usurpatore, e sicché i messi imperiali Ci comunicano che i Vostri rapporti con l'Impero sono quantomeno distesi nonostante la Vostra dichiarazione d'Indipendenza, era nostro desiderio iniziare contatti pacifici col Vostro Reame.
Nella speranza di ricevere quanto prima una Vostra risposta, Vi porgiamo i Nostri più sentiti omaggi;
in fede, Duca Asterios II di Saortur, Reggente di Peinrith."
 

Last Century

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La risposta, per quanto lievemente tardiva dati gli evidenti dubbi e discussioni nel reame, arrivò tra le mani del reggente qualche settimana dopo.

"A Sua Grazia Asterios II di Daortur, Reggente di Peinrith,
Il contenuto delle missive che avete visto andare e tornare da Avalon è presto detto: stavamo cercando un accordo pacifico con Lord Acton sulla spartizione territoriale e sulla creazione di un confine sicuro in cui non creare inutili attriti tra i nostri regni. Sfortunatamente Acton ha impiegato quasi due anni a rispondere e quando l'ha fatto non ha saputo darci una risposta precisa. Con lo scoppio del conflitto interno mi sono assicurata di congelare formalmente i rapporti in essere, attendendo lo svilupparsi della situazione. Al momento non posso propendere per nessuna delle due parti e ci limiteremo, almeno per l'anno venturo, a mettere in sicurezza le regioni montuose auspicando che il conflitto non si allarghi. Pur non potendo ancora esprimermi mi auguro che, per il bene della vostra gente, siate voi a trionfare alla fine. Le azioni del Lord Protettore si sono rivelate a dir poco preoccupanti sino a questo momento e la perdita della Grazia Imperiale né è lampante esempio. Vi auguro il meglio.

Firmato Alta Regina Tar-Gwenniel Ostirion del Reame Silvano d'Ysil."
 

Enichaos

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Un anziano messaggero in vesti rosse e blu giunge ad Ysil, recando una nuova pergamena chiusa da ceralacca con impresso il sigillo del duca Asterios.
"All'Alta Regina Tar-Gwenniel Ostirion del Reame Silvano d'Ysil,
Noi, Duca Asterios II di Saortur, Reggente di Peinrith e conseguentemente legittimo erede al trono d'Albione, anzitutto Ci scusiamo per non averVi mandato prima questa missiva; avete subito un grave torto da chi dovrebbe essere anche la Nostra gente, e saremmo dovuti intervenire appena successo anziché attendere un periodo per far acquietare gli spiriti... tuttavia, nonostante il Vostro regno sia chiaramente illuminato, temevamo per la vita del messo che avrebbe dovuto portare la presente alla Vostra corte in un momento tanto critico.
Quanto è avvenuto per mano del primo consigliere di Lord Acton è disdicevole ed inaccettabile: conquistare un territorio per opera di guerra sarebbe un conto, ma sottrarne uno con inganno e sobillazione non ha la minima traccia dell'onore che si confà ad un regnante; tutta la Nostra corte è inorridita nel sentire i resoconti di come avete perso i Monti Quieti, e di come anche i solitamente onorevoli conoriani siano stati irretiti dalle lusinghe dell'usurpatore.
La presente non è per chiedere di non muovere il vostro esercito, sarebbe impossibile non farVi reclamare sangue per sangue e catena per catena, ma per proporVi un accordo: Lord Acton è un nemico comune, ma non deve essere la brava gente che egli governa iniquamente a pagarne le conseguenze. Se fermerete la Vostra conquista al Conorshire, posso garantirVi che il Nostro esercito marcerà in tutti gli altri territori senza l'osteggiamento dei cittadini, eliminando la milizia dell'usurpatore e consegnandoVi tutti i loro che riusciremo a catturare al confine tra Norforlkshire e Conorshire, che riconosciamo come Vostra di diritto per risarcimento alla manovra dei Monti Quieti e non sarà quindi reclamata in futuro.
Se desiderate un colloquio più diretto, completate i simboli arcani sulla parte posteriore della presente, e prima possibile giungerà da Voi il Nostro più fidato consigliere, certo più avvezzo di Noi alla diplomazia
de visu ed alle antiche usanze;
In fede, Duca Asterios II di Saortur, Reggente di Peinrith"
 

Last Century

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Finyla si rigirò la lettera del duca tra le mani, guardando in lontananza. Era ancora alla torre di confine a Val Stellata, ben lontano da Ysil, e sapeva che il tempo per la diplomazia stava andando a chiudersi in gran velocità. L'alternativa al dialogo era un bagno di sangue indiscriminato e sperava di riuscire a fermare le mano della principessa Earwen prima dell'inizio effettivo degli scontri. Per farlo, tuttavia, avrebbe dovuto trovare un accordo che la giovane reale avrebbe trovato vantaggioso, molto vantaggioso, altrimenti non ne avrebbe cavato nulla.
Girò la missiva e, come da istruzioni, completò senza troppi problemi i simboli arcani dietro la lettera, attendendo - da sola - che il fidato consigliere di Asterios facesse la sua comparsa.
 

Enichaos

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Alcuni giorni dopo il completamento del simbolo, Finyla venne raggiunta da un bizzarro piccione con un'inusuale livrea verde ed una discreta energia magica... e come se ciò già non fosse stato strano, dei minuscoli occhialini sul becco. L'animale si posò a terra a qualche metro da lei, facendo un buffo inchino prima di esplodere in un una nuvola di fumo verde, che si ricompose rapidamente in una figura umana: un uomo anziano, dalla lunga barba bianca, vestito di un abito curato che pareva però fatto di lunghissimi fili d'erba tessuti ma ancora vivi; al suo fianco, un falcetto incredibilmente affilato e legato dietro la schiena un lungo e nodoso bastone dalle estremità vagamente luminose, il suo capo era cinto da un diadema che pareva fatto di corna di cervo piegate ed intrecciate in modo chiaramente impossibile senza utilizzare la magia. Sorrideva tranquillo da dietro i suoi piccoli occhialini, con la faccia di chi potrebbe essere semplicemente il nonno di qualcuno capitato lì per caso, se non fosse stato per ciò che aveva addosso ed il modo in cui era arrivato.
"Buon pomeriggio, gentile signora. Mi scuso sentitamente per l'attesa cui siete stata sottoposta, ma ammetto che stavo attendendo in un pero nelle campagne di Nimbrethil quando ho sentito attivarsi la pergamena... volevamo stupire con un arrivo fulmineo ed invece ho fatto una gaffe poco cortese nel complesso. Permettetemi di presentarmi" fece un nuovo inchino, poco pronunciato come se la schiena penasse nel flettersi "Il mio nome è Gostino, senza nome di famiglia formale, detto Il Verde; un'usanza tramandata di maestro in discepolo, come è facilmente intuibile. Sono mago e consigliere al servizio del Duca Asterios, oltre ad essere stato suo tutore nella gioventù. La sua ovviamente, io ero già vecchio allora e non penso che la cosa cambierà tanto presto" ridacchiò tra se, prima di proseguire "Ma, facezie a parte, siamo qui per discussioni ufficiali... immagino abbiate ragionato sulla proposta del Duca, ma non siate totalmente soddisfatti delle condizioni proposte..."
 

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Finyla aveva visto tante cose nella sua vita come incantatrice da battaglia, nelle legioni imperiali, ma un mago che andasse viaggiando trasformato in un procione no, quello le mancava. Sulle prime rimase interdetta, aspettando un attivo di tutt'altra misura, magari un portale - o una semplice carrozza - ma una volta capito chi fosse davvero quel simpatico vecchio si limitò a stringersi figurativamente nelle spalle e fare un piccolo inchino di rimando. Era rimasta ad attendere alla torre, lontano dai centri abitati e da orecchie indiscrete.

«Finyla Fogliargenta, Dama Reggente di Tor Ithil.» si presentò. «E sì, la proposta del Duca è interessante, ma i dubbi sono molteplici e la rabbia della mia gente tanta. Per onestà vi dico che lo iato tra l'arrivo della missiva e la mia risposta è dovuto a vari fattori, il primo è che - come vedete - non sono Sua Maestà Gwenniel, il secondo è che ho dovuto conferire con alcuni fidati per capire quale fosse la migliore strategia d'azione e di risposta all'offerta del Duca.» ammise, molto onestamente. «Allora...» ripescò la missiva e rilesse quanto detto dal fedelissimo imperiale, rapidamente.
«Di per sé sarebbe stato encomiabile per noi avere questo tipo di accordo in un momento qualsiasi diverso da questo. Con Acton erano in atto delle trattative, poi saltate a causa della sua indisposizione e della guerra civile, per siglare un confine sulle montagne.» prese a spiegare, muovendosi verso una bisaccia al cui interno era posta una rudimentale, ma abbastanza funzionale, cartina geografica del settentrione.

«Dove c'è Conorshire sarebbe stata terra di confine, in effetti. L'accordo, in sunto, era "a noi le montagne a voi le valli", per darvi l'idea generale.» indicò sulla cartina, col dito indice, tutti i monti sul confine ovest del regno silvano. «Ora però non c'è solo una spartizione equa di mezzo, c'è anche la morte di decine di persone, il tradimento, l'aver voluto accoltellare l'unico regno del nord non rimasto imperiale che si era accollato la responsabilità e l'onere di proteggere gli imperiali rimasti.» Finyla guardò con amarezza Gostino.
«Gwenniel ha concesso pieni poteri a sua sorella, dato che la sua idea di pace è costata decine di vite e la prima congiura nella storia post-imperiale del continente. Posso capire che vogliate mantenere integro il vostro assetto di terre iniziali, ma la situazione non lo renderebbe possibile anche volendo.» indicò Norfolkshire e Sundershire. «Queste due regioni, in cambio della garanzia che alla popolazione umana non verrà torto un capello e, in caso, saranno anche accompagnati al confine se vorranno. L'intero nord deve essere scisso dal dominio imperiale e dal pericolo che, in seguito, si verifichi un altro colpo gobbo. Noi ci siamo fidati e siamo stati puniti per questo errore, non possiamo di nuovo fidarci, nemmeno volendo. Mi rincresce che Asterios non ne abbia alcuna colpa, ma in questo momento egli non parla a titolo personale, parla a nome della nazione che ci ha aggredito.»
 

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L'anziano ascoltò in silenzio, per poi ridacchiare "Lady Fogliargenta, spero bene che questo sia uno scherzo, perché se queste sono davvero le condizioni tanto varrebbe chiederci anche di deporre la corona ai piedi dei reggenti della Awt-Nyota e lasciare completamente queste terre..."
Scosse il capo, serio in viso dopo quella prima provocazione "Posso capire la vostra preoccupazione ed il vostro dolore, anche io ed Asterios abbiamo perso molti buoni amici per la follia di Acton; tuttavia, dimezzare l'estensione dei territori di Abione ci priverebbe dei mezzi per sostenere il nostro esercito. Soprattutto se poi, come penso, la gran parte della popolazione non volesse restare sotto vessillo d'Ysil, sarebbe certo esposta a stenti e pestilenze costretta in così poco territorio"
Lo sguardo era ancora gentile, ma non vacillava dagli occhi dell'elfa nemmeno per un attimo "A quel punto, tanto varrebbe resistervi con tutte le nostre forze, vi pare? Probabilmente non avremmo possibilità, ma almeno sarebbe una fine rapida anziché una lenta agonia"
 

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«Perché giustamente, Gostino, essere aggraditi alle spalle, traditi persino da vescovo che abbiamo noi stessi salvato, dovrebbe avere come compensazione quello che già era nostro. Non ci vedo alcun difetto logico, nessuno, davvero.» lo sguardo dell'elfa s'incattivì non poco a quella risposta, visibilmente irritata dall'atteggiamento avuto da Gostino. L'ultima frase del mago di Albione l'aveva presa come una minaccia e la cosa non le era piaciuta affatto.
«Mi sa che non avete capito che il nostro obiettivo è non avervi nel nostro giardino di casa per una colpa che avete commesso voi stessi. Dare un pugno a qualcuno e poi chiedere di non riceverne uno va bene solo se si è disposti a pagare in qualche altro modo, non se si vuole rimanere intonsi. Un sacrificio dovete farlo, e non può essere "rimane tutto come prima", Gostino, ed in questo caso spero che voi stiate scherzando, altrimenti potete anche tornare ad Albione e prepararvi a ricevere una martellata sul grugno da noi, dai Loos, dal Kazar Ankor, e da chiunque abbia un conto da saldare con gli imperiali.» si strinse nelle spalle, come a sottolineare l'ovvietà della situazione. Finyla non era una donna a cui si poteva rifilare una scempiaggine di quel tipo e sperare di non ricevere una mattonata - figurata - nel naso.

«Ci sono le terre non reclamate da conquistare, in cui ampliarvi. Perché dovrebbe essere affar nostro di come uno stato traditore che ha perduto persino il sostegno morale dei propri amici - come l'Unione - se la cava per un danno che ha creato? Noi possiamo venirvi incontro fino ad un certo punto e quel certo punto è: non attaccare sotto la linea che vi ho detto. Non siamo qui a prenderci in giro, siete e rimanere una minaccia mortale conficcata nel mezzo del nord, abbiate almeno la decenza di capire che il vostro potere contrattuale è nullo e prendere quello che vi viete gentilmente offerto.» sbuffò. «Siete voi a dover dimostrare di valere qualcosa, non noi. Se poi avete lo stesso verme nel cervello che ha Acton e volete dichiararci guerre fatelo subito, almeno vi evitare l'ennesimo scempio diplomatico. E se la vostra offerta è il niente che avete proposto ora non vedo perché Asterios abbia sprecato il suo tempo a mandarvi qui, bastava dicesse nella lettera "O così o niente" e avremmo risposto a quella. Vi sareste risparmiato un viaggio inutile.»
 
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"Avete la brutta tendenza, identica all'Impero, di fare di tutta l'erba un fascio e di considerare il gatto già nel sacco. Non siamo stati noi a farvi torto, non siamo stati noi a promettervi fin dove vi sareste potuti spingere, e soprattutto non mi pare che Conorshire fosse vostra... per accordi con un fedifrago lo era in potenziale, ma eravate ben lontani dall'averla sotto il vostro dominio; eravamo disposti a lasciarvi le coste a nord, ma voi chiedete più di quanto chiunque vi concederebbe. Ma, a quanto pare, anziché per difendervi da chi vi vuole arrecare danno la vostra determinazione salta fuori solo quando si tratta di far pagare le colpe altrui a chi vi propone un accordo e vi offre il suo aiuto... e sia."
Lo sguardo si rabbuiò, mentre l'energia magica del vecchio aveva una lenta salita, non verso vette estreme, ma come di braci che si stanno ravvivando di parola in parola per quanto ancora lontane dal fare fiamme.
"Pagheremo per le altrui colpe, prima fra tutte la vostra di non aver mai sospettato gioco scorretto da parte di un dichiarato usurpatore con evidenti instabilità mentali; non aspettatevi però che paghiamo per stillicidio e lento soffocamento, perché noi non siamo Lord Acton, ed ogni azione intrapresa contro di noi sarà un sopruso contro uno stato che nulla vi ha fatto, non certo giustizia per un torto subito; e nulla cambierà questo dato di fatto, comunque vogliate decidere di indorarvi la pillola. Ed ora, con permesso, ho un esercito da potenziare e una guerra civile da terminare..."
Il vecchio batté il bastone in terra con un movimento secco, e tutto il suo essere sembrò smembrarsi in foglie verde acceso, che vennero trascinate via da una repentina folata di vento, assieme ai suoi occhialini rimbalzanti dall'una all'altra mentre sparivano dalla vista...
Scusa se non ho risposto prima, ma sono state giornate... intense, quantomeno
 

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Finyla guardò Gostino sparire, chiedendosi se anziché sparire a quella maniera non fosse semplicemente potuto uscire dall'uscio come una persona normale. Forse, pensò, aveva paura di essere incenerito per la masnada di idiozie che era riuscito a dire nell'arco di un minuto scarso, ma era un timore del tutto infondato: lei non aveva alcun desiderio di uccidere né il mago né Asterios, ma l'accordo proposto era dilettantesco, a dir poco, e nessuno più intelligente di un abitante di Albione l'avrebbe accettato. Ma dopotutto Gostino veniva da quelle terre ed era chiaro che non fosse affatto il pulcino più sveglio della nidiata. Non poteva fargliene una colpa, però, non avrebbe portato rancore.

Pochi istanti dopo un attendente arrivò alla torre, un piccolo skaven dall'aria particolarmente sveglia.
«Com'è andata mia signora?» chiese, squittendo con una certa flemma.
«Piuttosto bene, Sreek. Ma ricordami, abbiamo riconosciuto l'indipendenza di Peinrith come regno autonomo?»
«No, no. Non che io sappia. Khhn. Perchè?» rispose la creaturina, curiosa.
«Perché mi pareva strano che Asterios stesse contrattando come se l'avessimo fatto, pensando tra l'altro che le regioni che non sono sotto il suo diretto controllo potessero essere oggetto di scambio!» continuò l'elfa.
«Ah?» lo skaven si grattò il capo, ancora più confuso. «Ma era idiota! Ack ack! Stupido come la neve! Ack ack!»
«No, no, mio caro Sreek, non era idiota, quella è una parola sgradevole. Io preferisco mentalmente impedito da magnitudini di ipergiullarismo. Se te lo stessi chiedendo quell'ultima parola significa "giullare elevato alla massima potenza".» ridacchiò l'elfa.
Lo skaven rise di rimando, anche se più che per la battuta rise per la parola in sé, che per qualche motivo lo faceva ridere.
«Quindi cosa devo dire, ack, alla principessa Earwen?» domandò, dopo aver finito di ridere, il topo.
«Che Asterios ha deciso di non accettare la nostra offerta pensando di essere intelligente e furbo. Ne consegue che possiamo considerarlo - per ora - un semplice cretino di attitudine aggressiva, ma se dovessimo incrociarlo sul campo di battaglia non ci sono limitazioni all'ingaggio.» annuì la Dama Reggente. «Dopotutto l'intelligenza media di Albione, con la morte di Asterios, non farà che innalzarsi in mia umile opinione. Almeno Acton stava zitto e lasciava con l'incertezza se fosse o meno stupido, Asterios ha aperto bocca e ha tolto ogni dubbio!»
Lo skaven rise ancora, stavolta persino lui - nella sua semplicità - aveva capito la battuta.

Non preoccuparti, tanto era un interturno lungo.
 
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