Diplomazia Garuda e Ganesh

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La nascita contemporanea di due stati così vicini certamente aveva fatto alzare più di un sopracciglio nel panorama politico di Ipeiros. Certamente entrambi gli stati avevano immediatamente capito che avrebbero dovuto avere a che fare l'uno con l'altro, volenti o nolenti. Ma in una situazione così dura come quella di essere finalmente liberi, senza catene e senza un soldo, fare fronte comune era tutto ciò che serviva a molti stati ribelli per poter sopravvivere e prosperare.
Arrivò, poche settimane dopo l'instaurazione e stabilizzazione dei rispettivi governi, un emissario aviano recante una lettera per gli alti vertici del governo. La lettera recitava:

"Ai vertici del governo del Sargon;
Prendiamo contatto con questa missiva per manifestarvi il nostro desiderio di incontrarci formalmente. L'Awt-Nyota è uno stato giovane che appena si affaccia fuori del suo nido natio, ed ha avuto la fortuna di conquistarsi la libertà con un compagno d'intenti già al fianco. Vorremmo discutere con voi del futuro dei nostri stati e dei nostri reciproci interessi d'ora in avanti.
Fateci sapere con una risposta a questa missiva qualora siate interessati, e se preferite che questo incontro avvenga nei vostri o nei nostri territori, cosicché potremo prepararci adeguatamente.

In fede,
Nekhub Meret Imaxu dei Sapienti, Cercatore dell'Orizzonte
Astarte Abbattititani da Gevaudan, Guardiana delle Radici"

I vertici del governo del Sargon avrebbero potuto sapere che si trattava di un aviano e una gnoll dalla fama guerriera, posti a capo del neonato stato vicino. Le voci correvano, anche se era passato ancora poco tempo dal trasparire degli eventi.

@The Pony Killer a lei messere! :D
 

The Pony Killer

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La missiva arrivò con sorpresa nella corte di Sargon: i diarchi, sebbene fossero consapevoli di quanto stesse accadendo nei territori vicini, non si aspettavano certo che il primo contatto diplomatico tra le due nazioni venisse dall'Awt-Nyota, soprattutto considerando quanto tempo ci era voluto affinché lo stato dei pachidermi riuscisse a trovare una sua armonia e si sentisse pronto a palesarsi ai paesi vicini.
La sorpresa però fu più che positiva, ed entrambi i diarchi la accolsero con un grosso sorriso: una cosa del genere poteva solo significare che, i loro nuovi vicini, erano persone civili che mettevano davanti a tutto la comunicazione.
Immediatamente Tee decise di scrivere di suo pugno una missiva di risposta, mentre Buldrokka convocò a corte un rappresentante che, secondo lei, avrebbe fatto ottima figura coi loro vicini: si trattava di Bhasant, il capo della gilda dei mercanti nonché lossodonte elefante che, fin quando poteva, viaggiava in lungo e in largo.
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L'elefante arrivò nei territori dell'Awt-Nyota dopo un paio di settimane dall'arrivo della lettera, annunciato la settimana precedente da una missiva di risposta:

"Gentilissimi Nekhub Meret Imaxu dei Sapienti e Astarte Abbattititani da Gevaudan

Accettiamo con molto piacere questo incontro formale, sfortunatamente non riusciamo a presenziare di persona, ma confidiamo che se il dialogo dovesse andare bene potremmo incontrarci quando il momento sarà propizio. A rappresentare Sargon ci sarà il capo della gilda dei mercanti, Bhasant, è una persona molto acculturata e curiosa, e di certo sarà in grado di chiarire qualsiasi Vostro dubbio. Arriverà tra una settimana nei Vostri territori, attendendo di venir accettato nel confine nord delle regioni di Brocaua e Devu Rewdet.

Con speranza,
Tee Nabee
Buldrokka Parashu"


L'elefante si presentò al confine come pattuito, ed attese di venir scortato in maniera ufficiale. La scorta poteva osservare come il lossodonte studiasse con curiosità il territorio che lo circondava, guardando con genuino interesse l'architettura del neonato stato.
Quando giunse poi davanti ad un rappresentante dell'Awt-Nyota, l'avrebbe salutato con un inchino formale, per poi presentarsi "Vi incontro con estremo onore, mi chiamo Bhasant Pathik e sono qui a rappresentare i diarchi di Sargon. Spero di poter avere con Voi un dialogo costruttivo, e che i nostri stati possano beneficiare l'uno della presenza dell'altro!"
Il lossodonte non ci mise molto a rimettersi a suo agio, seppur tenendo un comportamento serioso dinanzi ai rappresentanti dell'altro stato.
 

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Nekhub lesse la risposta da solo, nella piccola sala che lui e Astarte utilizzavano per ricevere dignitari, organizzare le attività e quant'altro quando il Consiglio non si riuniva in plenaria. La gnoll se ne era andata dopo quattro giorno dall'invio della lettera, impaziente di passare all'azione e diretta verso nord, nelle fredde terre del Regno d'Ysil. E a lui restava, con una punta di nervosismo per la mancanza della sua controparte governativa, occuparsi del Sargon: fortuna volle che i regnanti - due simil-diarchie una vicina all'altra, che cosa peculiare! si disse l'aviano - non si sarebbero presentati direttamente, ma avrebbero mandato qualcuno a parlare per loro. Nekhub inarcò un sopracciglio. - Non verranno direttamente... Sono prudenti. Meglio per me, faremo gli onori di casa al meglio possibile nel frattempo. - E immediatamente mandò a chiamare Ba'go affinché lo aiutasse ad organizzare il soggiorno del diplomatico che presto sarebbe arrivato.

Bhasant si presentò al confine puntualissimo e venne accolto da una scorta di miliziani molto eterogenea, tutta di razze diverse: nel mentre che proseguivano, il mercante avrebbe potuto osservare gli sforzi architettonici del novello stato: al timone dell'architettura c'era uno gnoll che aveva passato la vita a fare lo schiavo tagliapietre e massone, perciò la maggior parte dei nuovi edifici stava venendo realizzata in maniera abbastanza massiccia e solida: negli insediamenti dove abbondavano più gnoll era più facile vedere decorazioni di caccia e pelli, mentre laddove abitavano più aviani si potevano trovare molte pitture murarie a decorare gli insediamenti. C'era una generale atmosfera di caos creativo, ed era abbastanza evidente come nessuna delle due razze normalmente fosse abituata ad insediamenti fissi o più grandi di un paese. Nonostante tutto Bhasant non ebbe difficoltà a muoversi nonostante il suo grande corpo poiché gli gnoll stessi lo raggiungevano in altezza, e l'architettura dalla nascita dell'Awt Nyota era stata adattata per permettere alle grandi razze di muoversi agilmente dappertutto.

Bhasant venne condotto dunque nel cuore di Apd-Hedet, una città a dominazione aviana. La sede governativa locale era localizzata in quello che sembrava un agglomerato di torri da cui molti aviani andavano e venivano svolazzando senza difficoltà: alcuni montacarichi rudimentali, attivati da bestiame o automata, aiutavano a spostarsi anche le razze che non volavano, oltre a una serie di scale e scalette qua e là. Una torre centrale era evidentemente stata costruita in passato dalla repubblica Feana, ed era la struttura più solida a cui si poggiava tutto il resto.
Per sua fortuna Bhasant non avrebbe avuto da salire su per gli scalini: Nekhub lo aspettava al pianterreno in una grande sala, che comunque dava una bella vista sul resto della piccola città a causa di un promontorio.
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L'aviano, elegantemente vestito, lasciò che Bhasant si presentasse, dopodiché rispose a sua volta con un inchino riverenziale, spiegando e ritraendo le ali com'era costume. - Siete il benvenuto, Onorevole Pathik. Io sono Nekhub Meret Imaxu dei Sapienti, Cercatore dell'Orizzonte, ma può chiamarmi soltanto Nekhub o Cercatore, come più preferisce. - Rialzandosi lo invitò ad accomodarsi, mentre la scorta a un cenno dell'aviano andò a posizionarsi all'esterno della sala. Notò che il lossodonte non era venuto con una propria scorta: forse così timorosi non erano. Ma dopotutto, se fosse successo qualcosa a Bhasant il loro esercito sarebbe stato già praticamente sul posto.
- Accomodatevi. Ho atteso con trepidazione il vostro arrivo ed ho approntato un piccolo spuntino qualora voleste rifocillarvi dal viaggio o anche soltanto provare qualcosa delle nostre nuove, rinate tradizioni. - Più avanti nella sala, vicino a un piccolo colonnato che dava sul balconcino a vista, c'erano due comode sedie - una evidentemente più grande e robusta dell'altra - fra le quali era stato imbandito un tavolo con un piccolo assortimento di leccornie: affettati, verdure, perfino del té e dei piccoli dolci, tutto per venire incontro ai gusti dell'emissario.
Nekhub, sistemandosi sulla propria sedia dopo Bhasant, prese a parlare amichevolmente. - Forse venendo fin qui avrete visto che nonostante tutto siamo ancora in una fase di stabilizzazione. L'intesa con gli gnoll è stata una benedizione, ma siamo tutti così lontani da quelle che erano le nostre terre ancestrali; ricostruire una patria e una cultura non è cosa semplice, e farlo senza alienare coloro che, innocenti, prima vivevano qui sotto un altro regnante, lo è ancora di più. - Nekhub si concesse un morso da un piccolo biscotto di granaglie e zucchero: sembrava rilassato e genuinamente intenzionato a parlare. - E' una grande fortuna avervi vicino, voi che in parte agli gnoll siete affini. Come vi state trovando, al timone della vostra comunità?
 
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Bhasant scrutava compiaciuto gli edifici dello stato, la loro massiccia ricordava la stabilità con cui i lossodonti tendevano a costruire le loro case e la cosa gli dava una sensazione di familiarità. Meno familiari erano certo le decorazioni poste sopra gli edifici, decorazioni che avrebbero indispettito facilmente un lossodonte ma che invece, Bhasant, trovava estremamente piacevoli alla vista. Per lui qui fregi rendevano il luogo più caratteristico, più personale, riuscivano a dare un quadro generale di come gli abitanti delle singole case vivessero e pensassero, a cosa davano la priorità, ed in generale lo aiutavano a comprendere la cultura degli abitanti del luogo.
L'elefante si trovò a pensare tra sé che, sebbene gli gnoll fossero fisicamente a lui più vicini, probabilmente si sarebbe trovato più d'accordo con gli aviani, popolo da lui già incontrato in passato e di cui portava un ottimo ricordo.

Arrivato ad Apd-Hedet, il lossodonte si trovò meravigliato da quello che gli si presentava davanti: un agglomerato di torri tanto alte da indurre quasi un timore reverenziale, ove gli aviani volavano con facilità per spostarsi. Mai prima di allora quel lossodonte si sentì così piccolo, sentiva di voler possedere anche lui delle ali con cui volare e con cui poter scrutare il mondo dall'alto. Ma la realtà lo voleva coi piedi per terra, e dunque continuò verso il suo incontro diplomatico.
Venne portato in una grande sala ove un aviano lo attendeva, probabilmente Nekhub a giudicare dal vestiario elegante e pregiato. Il suo dubbio venne presto confermato dal diarca, che presentandosi gli diede il benvenuto e lo invitò ad accomodarsi, facendo uscire la scorta. L'elefante non temeva per la propria incolumità, sapeva che non avrebbe avuto senso per un popolo neonato come l'Awt-Nyota causare un incidente diplomatico, ma fu comunque felice di vedere le truppe andarsene: l'aviano avrebbe parlato di affari diplomatici importanti, molto probabilmente.

Bhasant si accomodò quindi sulla sedia gigante, accettando di buon grado il cibo e prendendo anche lui un biscotto di granaglie ed una tazza di tè, ascoltando attentamente e con interesse la presentazione del sovrano. "Onorevole Cercatore, potete chiamarmi Bhasant se più Vi aggrada. Ho atteso con molta impazienza questo giorno, appena ho saputo del vostro novello stato sono stato trepidante di visitarlo: Gnoll ed Aviani sono un'accoppiata che non credo di aver mai visto, ma vedo con piacere che funziona bene per tutti." Il lossodonte si concesse una tazza di tè, tendeva a parlare molto ma si stava concentrando di tenere un tono formale e diplomatico "Il rispetto degli altri popoli è una cosa a cui noi lossodonti diamo molta importanza, ogni vita è degna di essere e devo ammettere che, quando ho incontrato una scorta così eterogenea, ho subito capito che il vostro è uno stato con cui Sargon andrà molto d'accoro. Finora non ci sono state cose che mi hanno turbato, non in negativo almeno, e non mancherò di riferire tutto il positivo che ho visto finora" L'elefante si prese una pausa, esibendo un sorriso rilassato e compiaciuto, quindi riprese "La nostra comunità è altrettanto eterogenea, i nostri popoli principali sono i lossodonti e gli skaven, ed anche tra noi c'è un rapporto quasi simbiotico. Dopotutto delle razze così diverse riescono facilmente a compensare le mancanze dell'altra, e tra noi c'è un rispetto reciproco. Cinque anni fa, quando ci furono le grandi ribellioni, abbiamo combattuto assieme al fine di scacciare gli imperiali, che nei nostri territori del sud avevano rinchiuso gli skaven in ghetti vicini alle fosse comuni. Senza il nostro aiuto sarebbero morti tutti, ma senza di loro noi non ci saremmo mai ribellati, e saremmo rimasti oppressi dal giogo imperiale che trattava con leggerezza le nostre vite. Entrambi ci dobbiamo molto, ma gli skaven si sentono estremamente in debito con noi, affidandoci la gestione del paese ed occupando i mestieri più umili. Forse si comportano così perché abituati dall'Impero... Ma spero che un giorno riescano a vedersi per quello che sono, ossia nostri pari. I portoni di Sargon sono sempre aperti a tutti, ed ognuno ha pari opportunità." Bhasant spiegò come meglio poté la situazione attuale del suo stato, ma si accorse forse troppo tardi che, con quanto detto, forse non aveva fatto fare buona figura al suo paese, quindi provò ad aggiustare il tiro "In ogni caso, le cose stanno andando molto bene, ed anche se ci sono delle cose da sistemare, siamo sicuramente sulla buona strada." Concluse quindi, prima di afferrare una carota e mangiarla con appena due morsi.

Dopo una leggera pausa, il mercante riprese a parlare "Comunque, sono molto curioso dei vostri usi e costumi, percepisco una certa affinità tra i nostri popoli e sono quindi curioso di saperne di più! Inoltre ho notato che l'onorevole Astarte Abbattititani da Gevaudan, la Guardiana delle Radici è assente quest'oggi, suppongo per faccende burocratiche? Dal suo titolo, comunque, intuisco che anche nel vostro paese ci sia influenza del culto degli antenati".
 

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Nekhub ascoltò con grande interesse, sgranocchiando a piccoli morsi i biscotti per far sì che il rumore delle granaglie non lo distraesse dalle parole della profonda voce del pachiderma. - Sono molto felice della vostra impressione del nostro paese, Bhasant, per quanto sia ancora acerbo e vi sia tutto da sistemare per far andare le cose più lisce possibili. Mi rincresce farvi sapere che stiamo ancora dibattendo su una adeguata bandiera per rappresentarci al resto di Ipeiros, e per ora ci stiamo dotando di un vessillo temporaneo. Nel frattempo abbiamo preferito colmare la corsa del tempo, e presentarci comunque al resto del mondo: alcuni dettagli, per quanto importanti e unificanti, possono aspettare un poco. - La cosa sembrava scocciarlo un po', ma terminò quel discorso con una scrollata di spalle. - E non temete, il mio giudizio del vostro stato è fiducioso del fatto che stiate agendo nel modo più onesto nei confronti del vostro popolo. E' possibile che gli skaven vi abbiano mostrato gratitudine nel modo che da secoli purtroppo siamo abituati a fare... Ma come loro vogliono lavorare un certo lavoro, voi potete aiutarli a uscire da quella mentalità per la quale è prostrandosi che ci si mostra grati. Non è facile imparare a vivere normalmente dopo vite e vite passate a farlo in maniera sbagliata, con i propri diritti calpestati e la propria esistenza fustigata. Tutti gli stati ribelli hanno le loro cicatrici: qualcuno ripete le fustigazioni imperiali per vendetta, qualcuno ha abitudini che gli farebbe bene abbandonare, ma ancora non vi riesce. - Sorrise ora di un sorriso un po' più amaro. - Perfino io ho le mie, e riconosco che la messa al bando del Mikanikotrio venga in parte da questo. Se questo muterà o meno, starà al tempo e ai fatti dirlo, fatti che spero mi smentiranno e faranno, quando sarà il tempo, tornare sui miei passi e imbracciare del tutto la via del perdono. Può darsi che gli skaven abbiano solo bisogno di tempo... Di assaggiare come sia davvero la vita liberi. Non si diventa liberi in un giorno solo.
Sorseggiò un po' di té per quel lungo discorso: di cose da dire ce ne erano tante, e ora che poteva parlare liberamente di tutto quel che voleva Nekhub era tanto ciarliero quanto desideroso di ascoltare il proprio interlocutore: naturalmente prima doveva rispondere alle sue domande, com'era giusto!
Sì, Astarte non è qui con noi oggi... Come vi dicevo, la corsa del tempo. Si è diretta a nord, verso il reame di Ysil. Converrete che si tratta di uno stato ribelle in una posizione molto peculiare, che ha scelto a sprombattuto la via del perdono, e voleva assicurarsi, come aveva detto? - Ponderò qualche istante, occhi in alto, puntellandosi il becco pensoso. - Ah, sì. Ve lo parafraso, ma più o meno voleva assicurarsi che fossero persone con spina dorsale e non una sorta di pacifisti. Non sarebbe conveniente in una situazione del genere, né realistico... Beh... Sempre. Cercare la pace a tutti i costi può farlo una singola persona, non uno stato. E per questo oggi ci sono solo io qui con voi, ma confido che presto anche Astarte stessa potrà far visita ai vostri regnanti e voi stesso potrete conoscerla. E' un po' rude e parla senza mezzi termini, ma è una persona ragionevole. Mi creda: se avessi trovato una gnoll guerrafondaia, allora dall'avvicinarsi di due popoli così diversi sarebbero uscite solo le differenze più ingestibili, e non le somiglianze e possibili comunioni.
Mentre proseguiva nel discorso si versò un'altra tazza di té, e così fece lo stesso per Bhasant. Era una mistura rilassante, che sia col calore che con l'aroma delle erbe smorzava l'irritazione e corroborava la gentilezza. Inoltre aveva un'ottima nota pungente al palato, che Nekhub apprezzava moltissimo e non si negava mai.
Comunioni che penso troveremo anche fra i nostri stati. Nell'Awt-Nyota invero predichiamo il Cavalcavento ed abbiamo proclamato un sincretismo con il culto dei Titani, con occhio di riguardo per il Behemoth, che è il patrono titano degli gnoll... E in un certo senso anche loro antenato, è vero. E' una figura ambivalente che mi ha molto incuriosito negli studi teologici, e mi sono chiesto come la vediate voi nella dottrina degli antenati. - Nekhub inclinò la testa, curioso. - Specie per la diversità di culti che ne derivano, con valori molto differenti. Gli gnoll sono molto influenzati dalle loro radici anche senza venerarle, i loro cognomi ne sono la prova, ma voi? Illuminatemi, Bhasant, conoscere la cultura degli altri popoli per me è nettare divino. Certo, spero di non annoiarvi! - Rise, stavolta un po' imbarazzato. - Voi siete uomo d'affari, mentre io sono più uomo di spirito... Potrei perdermi in chiacchiere!
 

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Le parole del Cercatore venivano accolte con genuino interesse e piacere dalle grosse orecchie di Bhasant, che annuiva con un leggero sorriso di piacere mentre ascoltava il diarca. "Lei parla da persona molto saggia" Disse "Sono felice di sapere che a capo dello stato a noi così vicino ci sia un capo di stato così interessante." Il pachiderma sorseggiò il tè versatogli dall'aviano, mostrando un volto compiaciuto e concedendosi presto un altro sorso "Io pure credo che con il tempo le cose si possano risolvere, e la questione skaven è una di queste. Il loro popolo è molto scaltro, e presto o tardi impareranno a slegarsi dalla spiacevole cultura imperiale... spiacevole cultura che, a suo modo, è professata anche dal Mikanikotrio, almeno nella sua forma attuale. Non vi nascondo che anche i sovrani di Sargon hanno ragionato se mettere o meno al bando questa religione: vista la sua matrice razzista, rende ostica qualsiasi convivenza." L'elefante scosse la testa "Ma alla fine abbiamo optato di non bandirla, lasceremo che siano i religiosi a cambiare idea con i loro ritmi, senza alcun tipo di violenza. E poi chissà, magari la religione stessa diverrà meno umanocentrica un giorno, dopotutto nessuno può negare l'esistenza del Mikanikotrio e, almeno personalmente, dubito che dei veri dei prediligano una razza rispetto ad un'altra".

Il lossodonte fece poi una pausa, aspettando se l'aviano avesse altro da aggiungere, quindi continuò: "La Guardiana sembra una persona molto interessante! E concordo con il suo modo di pensare, per quanto io speri che non si arrivi mai alle armi. Ancora non abbiamo stretto legami con il regno di Ysil, ma quello che sappiamo della loro politica ci affascina molto e la condividiamo in gran parte. Loro sembrano ad un punto di maturità, soprattutto rispetto all'Impero, ben più avanzato rispetto a noi di Sargon." Bhasant si concesse un altro sorso di quel delizioso tè, quindi riprese a parlare "Riguardo alla cultura di Sargon, vi parlo più che volentieri! Sarò anche un uomo di affari, ma prima di tutto sono un viandante, mi affascina incredibilmente la cultura degli altri popoli e potrei stare lune intere a scambiare informazioni con altre culture!" Il lossodonte sembrava genuinamente eccitato di star per parlare di cultura con un popolo così peculiare che univa aviani e gnoll "Quindi non mii annoierei mai e poi mai. Per noi gli antenati sono una figura importante, loro costruiscono quello che poi rimane a noi, e noi facciamo altrettanto per le generazioni future. Siamo un popolo molto laborioso, e se qualcosa già esiste, allora la abbelliamo: ognuno cerca di lasciare un'impronta che possa far del bene alle generazioni future, che le possa guidare e coccolare. Diciamo che questo aspetto è molto importante, difatti da noi il concetto di nobile è diverso da quello della media degli stati... Le famiglie nobili sono tali per aver dimostrato valore nei confronti dello stato, e solitamente si accede a questo grado tramite una fiera di arte e cultura tenuta annualmente! Io stesso sono risultato vincitore, tanti anni addietro, ed oggigiorno sono uno dei giudici della fiera!" Aggiunse con fare soddisfatto, dunque riprese "In ogni caso, anche noi siamo legati dai cognomi, che identificano la nostra discendenza. Questa cosa ci spinge anche a comportarci meglio in quanto crediamo che, visto che gli antenati guidano il nostro agire, qualora qualcuno macchi il proprio cognome allora rischi di guidare male anche i propri discendenti. E nessuno vuol rischiare che i propri figli vengano visti di malocchio a causa di propri atti impuri." Il lossodonte bevve un po' d'acqua per schiarirsi la gola "Comunque, anche noi vediamo nel Behemoth il nostro Primo Antenato, colui che ci ha generati, quindi sentiamo con le creature sue figlie una grande affinità. Dopotutto è come se fossimo tutti imparentati, anche se alla lontana. Invece, io sono molto curioso sul Cavalcavento! Venendo qui, per la prima volta dopo anni, mi sono sentito piccolo, mi sono sentito come se mi mancassero le ali. Noi lossodonti creiamo edifici solidi, massicci, imponenti ma ben saldi a terra. I vostri invece... Cercano di raggiungere il cielo, cercano di afferrarlo e lo sfiorano, mi chiedo quali visuali del mondo si abbiano da torri così grandi! Vi prego di dirmi di più sulla vostra religione, e su com'è vedere il mondo da una postazione così alta" Concluse poi, sorridendo gaudioso.

[Scritto di fretta, scusa gli errori >.<]
 

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Nekhub ascoltò con grande interesse il discorso di Bhasant, era chiaro che fosse pane per... il suo becco, quel tipo di argomentazione. Non aveva indosso vesti sacre al Cavalcavento poiché non stava svolgendo funzioni sacerdotali, ma rimaneva pur sempre nel cuore un uomo di fede: c'era un motivo se la sua Ala era quella della Memoria.
- I miei complimenti per il successo, onorevole Bhasant! Ve lo dico con sincera ammirazione, sarei davvero curioso di assistere a questa fiera annuale. Se si terrà in un momento in cui non sarò oberato dall'amministrazione consideratemi già lì, sarei un felicissimo ospite. Altrimenti sarà per l'anno prossimo! Che mi senta il Levante, vorrei già contribuire a mia volta, con queste premesse. - Rizzò qualche secondo tutte le penne attorno al capo, eccitato come un bambino che gli si racconti di un nuovo fiammante parco giochi. - Non saremo stirpi venute dallo stesso titano, divinità o costola del mondo che sia, ma ammetto di essere felice di avervi potuto ricevere per conto mio. Più tardi vorrei che mi snocciolaste i dettagli di questa iniziativa, così come i dettagli della vostra opera: per aver vinto su scala nazionale dev'essere qualcosa di superba fattura e concetto.
Era meglio mettere in sospeso quel discorso, avrebbe potuto fargli così tante domande a riguardo che si sarebbero persi fino a notte tarda, ma intanto non era cosa fare attendere una domanda. Si schiarì un po' la voce e si calò più a fondo nella propria anima da sacerdote, da pronunciatore di sermoni e di ferventi discorsi di fede.
- Mi onora la vostra ammirazione per le nostre alte torri; le dirò la verità, essendo un popolo nomade gli aviani poche volte hanno potuto creare qualcosa di tanto grande, e se vorremo slanciarci al cielo per davvero dovremo guardare con riverenza alle vostre costruzioni, ben salde sulla terra per potersi allungare fino alle stelle: le radici sono sacre al Cavalcavento perché sondano la terra e i suoi segreti, ma penso che Egli volesse anche indicarci la solidità necessaria per balzare più lontano. Le più alte montagne e le cime più alte degli alberi secolari sono le cattedrali del Cavalcavento, e pure in un certo senso le cime degli alberi delle navi che solcano i mari in tempesta. I suoi venti ci guidano e ci portano lontano per trovare un qualcosa di nuovo, di diverso, nel Grande Viaggio che aspetta ognuno di noi, diverso per ognuno di noi. E un aviano senza curiosità, con delle radici così alle spalle, è un aviano che ha smarrito il vero quid della propria esistenza. - Era un'affermazione importante da fare, ma parimenti lo era stata quella di Bhasant sull'importanza della condotta verso la propria stirpe, perciò Nekhub si sentiva a proprio agio a non usare mezzi termini. Il mercante era un uomo di cultura ma anche un uomo schietto. - Naturalmente questo sembra mal collimarsi con un paese che abbia fisse radici e territori... Le dirò la verità, non tutti gli aviani sono felici di questa condizione, ci sono molti movimenti di aviani da una regione all'altra, per non stare mai fermi. Ma come dissi ai miei compagni della ribellione, come dissi ad Astarte stessa, Ipeiros non è la stessa di mille e più anni fa. Gli aviani possono viaggiare... Ma il mondo si è riempito di pericoli e di nemici, con poche popolazioni dalla grande lungimiranza che possano accoglierci. E nessuna stella più ci può guidare. Perciò come ci insegna il Cavalcavento anche noi dobbiamo cambiare col vento che è cambiato: qualcuno deve restare, ed essere quel punto di riferimento, quella stella per gli altri. E... Beh, è per questo che il nostro paese ha questo nome. Awt-Nyota, Stormo delle Stelle, con un nome mezzo aviano e mezzo gnoll. La più grande comunione d'intenti che potessimo realizzare.
Tacque qualche secondo, dopo il lungo discorso che sulle ultime frasi aveva pronunciato con un po' più fervore. Ogni volta si emozionava quando parlava del motivo dietro il nome del paese, una dichiarazione d'intenti e una promessa verso la propria stirpe e la propria genia. Astarte sarebbe stata una dei fautori materiali più importanti di tutti, ma il seme di quello stato era germogliato nel cuore di quell'aviano dalle piume bianche e nere, e lento con gli anni l'aveva custodito fino a farlo sbocciare nella ribellione. Era già arrivato molto, molto più lontano di quanto credeva sarebbe mai potuto arrivare.
Se lo desiderate, vi parlerò ancora del Cavalcavento: magari più tardi potrei portarvi nel tempio che abbiamo ricavato da quello che c'era del Mikanikotrio e mostrarvi i nuovi arazzi e le iscrizioni votive. - Sorrise, conciliante. - Ma penso sia anche tempo di dedicarci alle più pressanti faccende che riguardano i nostri paesi. Voi siete il primo mercante del Sargon, e su voi più di ogni altro posso fare affidamento per ricostruire una sana rete commerciale che possa ridare vitalità e ricchezza a entrambe le nostre nazioni. Posso anzitutto dirvi che abbiamo la piena disponibilità di mettere in moto la nostra rete portuale per creare commerci rapidi e fruttuosi, e che oltre quest'anno anche il prossimo potremmo stabilire nuove rotte, se lo desiderate. - Nel frattempo si alzò con eleganza dalla sedia e si avvicinò a un tavolino, su cui aveva riposto alcune carte. Ne prese una in particolare insieme a un calamaio e una boccetta d'inchiostro, per poi sedersi di nuovo e, fatto un po' di spazio sulla tavola fra loro, posare una mappa di Ipeiros fra i due.
C'è poi la questione dell'espansione territoriale, che vorrei chiarire prima possibile per una serie di ragioni... Anzitutto per non rischiare malintesi e contenderci le stesse regioni: dopodiché per supportarvi qualora decidiate di spostarvi in territori che verranno contesi da stati a voi sgraditi. Abbiamo potuto vedere con chiarezza che l'ovest è molto affollato e potreste trovarvi in difficoltà ad avere una espansione soddisfacente.. Noi progettiamo di spostarci verso nord-est, e pensavamo di fermare la nostra avanzata verso sud alle due regioni di fiume accanto a Fjallvann e Lim Hathee. Ma tutto è in divenire, e possiamo trovare un accordo. Servirebbe anche sapere come si muoverà l'Unione Commerciale, che essendo lealista sarà sicuramente più prona a entrare in guerra o a richiamare Thronos, perciò penso sia bene non stuzzicarla. - Mentre parlava indicò con il calamaio le due regioni a cui si riferiva facendo un puntino nero su di esse.

le regioni di cui parlo sono IO6 e IO7 :')
 

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Bhasant sorrise alle parole del sovrano "Beh, se dovesse vincere Lei sarebbe un unicum! Avrebbe diritto a diventare un nobile di Sargon... Comunque, questa fiera si tiene ogni anno nel giorno centrale del mese centrale, se dovesse essere libero sarebbe il benvenuto! Riguardo la mia opera... Non le anticipo nulla, ma se mai verreste a visitare il nostro paese, sicuramene le farò visitare il museo delle opere, dove è esposta anche la mia! Anzi, un'anticipazione glie la posso fare... Mi ha ispirato molto un mio vecchio amico aviano!" Disse quindi con fierezza, andando poi avanti "La vostra cultura mi affascina parecchio, devo essere sincero, e non posso non apprezzare questo voler essere un faro per il resto del popolo. Sicuramente è un compito molto oneroso, ma qualcuno dovrà pur farlo, e penso che siate più che idonei allo svolgimento! E chissà, magari le generazioni future saranno anche molto grate di questa scelta." Si fece poi più pensieroso "Certo, dover sopprimere i propri istinti non è mai facile, ma è una cosa che ripaga. Si sta comunque molto meglio rispetto a quando c'era l'Impero, o mi sbaglio?" Disse poi, guardando quasi commosso il sovrano, che forse avrebbe faticato a comprendere il motivo di quella improvvisa emotività del lossodonte.

"In ogni caso!" Disse poi, riprendendosi "Mi farebbe molto piacere poter vedere il vostro tempio, sicuramente mi investirà con la vostra cultura. Ma temo sia giunto il tempo degli affari. Per quanto concerne i commerci, in questo momento il nostro ammiraglio sta gestendo l'ampliamento della rete portuale, e a brevissimo saremo pronti ad accogliere rotte commerciali. Per quanto invece concerne i confini" Bhasant guardò la mappa, annuendo "I regnanti sono intenzionati ad espandersi a Sud, quindi dubito ci siano contese territoriali. Giusto per chiarezza, la regione fluviale che confina direttamente con Lim Haathee e Fjallvan a voi non interessa? Perché nei prossimi anni i sovrani pensavano di visitarla, ma appunto è tutto ancora da discutere." Concluse poi, indicando la regione sulla mappa (IO5).
 

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Novice Spammer
- Molto, molto meglio, onorevole Bhasant! Io da quando non ho più il giogo degli Dei Codardi addosso posso finalmente parlare. E se per farlo finisce sia meglio che non mi sposti tutto il tempo, così sia. Agiremo in tal senso più avanti, ma una cosa alla volta... - Sorrise di rimando, comprendendo l'emozione del Lossodonte e lasciandogli il tempo di riaversi.
- Ottime notizie per il commercio dunque, vi manderemo... direi decisamente numerose rotte, specialmente considerando la sicurezza territoriale di commerciare fra di noi. Per quanto riguarda le colline fluviali appena accanto a voi, io pensavo fossero parte più dei vostri confini che dei nostri... - Ponderò qualche secondo, arruffando le penne mentre rimuginava. - Fatto trenta, facciamo trentuno, come si diceva nell'impero. Vicino ai nostri e i vostri territori ci sarà anche Vulkan, a cui sono certo che l'Unione Commerciale vorrà arrivare. Voi sareste interessati a confinare con la rovina imperiale? Perché in continuità territoriale c'è anche la valle adiacente... - E la indicò sulla mappa a sua volta (IO8) - Ma avrete anche Ondia dall'altra parte di cui preoccuparvi... E il Picco del Fato. E' un territorio con molti rischi quello in cui vi potete espandere immediatamente. Noi non abbiamo di queste preoccupazioni e potremmo farvi da scudo almeno su questo fronte per qualsiasi evenienza, ma se così fosse oltre alla valle potrebbe essere buona cosa se noi prendessimo anche le colline per evitare che una singola valle vi separi da qualsiasi cosa possa uscire da lì. - Detto questo tornò indietro sullo schienale della sedia. - Naturalmente questo dipende da che rischi volete correre e non è necessaria una risposta immediata. Noi ci stiamo spostando verso nord: un movimento a sud servirebbe più a rafforzare i confini che condividiamo e fare fronte comune, che non è immediatamente necessario ma non farebbe nemmeno un soldo di danno. Parlatene pure con i diarchi, è una faccenda delicata quella delle rovine: aspetterò senza fretta una risposta.
Finito il discorso, l'aviano si alzò, tornando a sorridere gioviale. - E ora se me lo permette, potremmo visitare il tempio! Non posso negarvelo ora, dopo aver sentito della vostra opera!!

E direi che con tutte queste chiacchiere possiamo anche dire che la role è finita e aumentiamo le relazioni :asd:
 

The Pony Killer

Spam Master
Bhasant ascoltò interessato le parole del diarca, osservando con attenzione la mappa "Effettivamente discutere dei confini territoriali non è una cosa che mi compete esattamente, ma sono sicuro che i nostri regni si terranno in contatto in tal senso. Posso dirle che di Ondia si è vociferato a corte, ma non mi pare di aver sentito di alcuna mira verso Vulkan... ma la cosa potrebbe cambiare. In ogni caso, questi accordi vanno fatti negli interessi di entrambi gli stati, e come dice lei prendere qualche territorio a sud non potrà certo danneggiare l'Awt-Nyota" Il lossodonte sorrise, quindi bevve un altro sorso di quel tè che tanto gli stava piacendo "Sarei onorato di poterlo visitare..." Disse con fare pensieroso, quindi aggiunse "Ho notato che avete anche sistemi di montacarichi e leve in grado di portare le altre razze sulle cime delle vostre torri. Potrei chiedervi di salire su una di queste, dopo aver visitato il tempio? Sarò ripetitivo, ma il solo pensiero della visuale mi fa venire la pelle d'oca!" Concluse finalmente.

Sì, direi che abbiamo finito! Per le regioni vediamo pvt che non ci stiamo capendo :asd:
 
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