AMERICHE
Le Americhe, più di ogni altra zona del Pianeta hanno costituito, durante l'ultimo anno, un interessantissimo segnale per tutti gli analisti di geopolitica.
Le terre scoperte dal genovese Colombo alla fine del 1400 hanno infatti visto 4 fondamentali punti di svolta.
Il punto più interessante è la caduta del mito di invincibilità politica della superpotenza americana.
Mentre sul piano militare nessuno si sognerebbe mai di sfidare, senza pensarci almeno una decina di volte prima, la superpotenza statunitense, il recente crollo politico e conseguente piccola rivoluzione economica interna al gigante con base a Washington ci ha mostrato come nulla sia immutabile.
Ancorata da troppo tempo ad una politica estera sostanzialmente improntata al 'colpisci prima, colpisci due volte e se avanza del tempo lancia pure una testata nucleare' la superpotenza americana s'è fatta, inevitabilmente, trascinare in troppi problemi.
Incapace di riportare sul trono arabo i Saud, incapace di fara parlare inglese a Cuba, incapace di affermare senza dubbi la propria egemonia sui paesi del sud America tradizionalmente alleati di Washington, incapace di contenere il nuovo pericolo socialista meridionale, la gestione repubblicana ha letteralmente sgretolato il concetto di dominio globale statunitense.
La passata crisi di Cuba, dove per la prima volta dal crollo dell'URSS e dalla guerra ispano-americana una potenza europea ha rimesso piede in modo stabile nelle Americhe, ha visto un sostanziale naufragio delle speranze panamericane USA.
Qui i SUM, giocando abilmente, hanno sfruttato la situazione adoperandosi affinchè Cuba non cadesse nell'orbita americana e, complice il non disinteressato intervento brasiliano, si sono tolti uno dei molti sassolini che avevano nei confronti dei rivali statunitensi.
Sul fronte del Sud America il gravissimo scandalo che ha visto coinvolto l'ormai ex presidente Whitemore ha avuto due effetti.
Intaccare seriamente l'immagine degli USA nel sud America, rafforzando l'idea del Paese come paese amico dei narco-stati e soprattutto ancorato, per non dire fossilizzato, ad una politica neo-imperialista, nei confronti del sud America, tipica del secolo scorso.
Come secondo effetto quello di lasciare scoperto il fianco meridionale alla penetrazione socialista del nuovo pericolo rosso brasiliano.
Allo stesso tempo il gigante nordamericano si è visto risucchiato in un vortice di pubblicità negativa complice la sconfitta nella causa araba, complice l'impossibilità di fornire una deguato supporto allo storico alleato israeliano, complice l'impossibilità di mantenere a debite distanze la nuova superpotenza mediterranea ed, in generale, gli ex europei.
Crollo epocale? La profezia che si autoadempie con la vendetta sovietica rimandata solo di una trentina di anni?
Niente affatto; il nuovo corso democratico, a guida Clark, solido ed autorevole economista, ha visto un'intelligente politica nel paese dell'aquila dal collo bianco.
Un abbassamento del valore del dollaro, il richiamo per capitali esteri col ritorno di compagnie sfuggite al clima economico instaurato sotto la gestione Whitemore e, fatto storico, la riapertura alla Vecchia Europa hanno mostrato come il gigante nordamericano sia lungi dall'essere sconfitto.
Prima potenza militare, capace di muoversi ancora su scala globale ed ancora a capo di uno dei due più grandi blocchi politico-militari del globo, gli USA rimangono ancora la vecchia guardia (contrapposta alla giovane superpotenza mediterranea) con cui confrontarsi per entrare nel 'club dei grandi'.
Grazie a tutto questo, comunque, è stato possibile vedere finalmente il fiorire di due nuovi grandi attori nella scena delle Americhe.
Il Canada, sottovalutato vicino settentrionale degli USA e la nuova superpotenza socialista del brasile.
Il primo, complice un'oculatissima politica economica, mostra di essere una delle economie più solide al mondo.
I successi nel campo della cantieristica, lo sbarco di esperti canadesi in Cina, lo sviluppo di fonti d'energia sottomarina (di cui il paese è ricchissimo, in particolare verso nord-est e nord-ovest) e la ricerca tecnologica hanno fatto della democrazia dell'acero la più promettente, solida e prosperosa delle Americhe nella prospettiva futura.
Sfatando secolì di scherni e stereotipi ora sono i canadesi, con l'ingresso di investitori e capitali canadesi nella AFC, grande azienda agricola, a colonizzare i vicini meridionali portando apprezzatissimi posti di lavoro nella stagante e boccheggiante economia USA.
Il Paese, inoltre, partecipando a numerose iniziative militare della NATO, mostra di aver sviluppato un rispettabilissimo arsenale militare capace di non far sfigurare il paese ovunque esso sia impegnato.
Infine, ma non per importanza, come il compimento del peggiore degli incubi di ogni buon repubblicano statunitense, il sorgere di uno stato socialista in Brasile ha riportato alla mente di tanti americani i vecchi malumori di sovietica memoria.
Pur essendo ancora un'economia giovane, pur avendo mezzi diversissimi da quelli sovietici e pur essendo sostanzialmente figlio dell'ordine mondiale imposto da Washington, il Brasile stà dimostrando autorevolezza e capacità di costituire un'alternativa non solo ideologica ma anche e soprattutto economica, per Washington.
In ultimo i dati economici.
Gli USA si mantengono assolutamente stabili rispetto all'anno precedente sul piano dell'incremento del PIL.
Pur avendo sentito notevolmente la crisi economica, l'economia americana rimane una delle più ricche del pianeta.
Canada e Brasile, dal canto loro, mostrano timide positività (+0,02% di incremento del Pil ciascuno) segno che, nonostante tutto, la strada, purchè corretta e dai buoni frutti, sia ancora lunga.
Cuba, in questo caso, ci offre un'esauriente metafora della situazione.
Isola a lungo tra i desiderata di Wahsington; tenuta in vita dai SUM, occupata più o meno velatamente dai brasiliani.
Questo è l'attuale stato delle Americhe.
Vecchi attori che devono accettare l'arrivo di nuovi competitori che, in modo più o meno forzoso ed apparente, si affacciano al dominio ed all'influenza delle Americhe.
Svetislav Subotic
Continua...