GDR Fiori d'arancio e pentacoli di gesso

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Kairos camminava nervoso, misurando il sempre uguale perimetro della sua stanza da letto.
Ogni volta che passava di fronte alla grande specchiera si cambiava d'abito con un nervoso schiocco di artigli.
La sua andatura era nervosa, i passi rapidi e i cambi di direzione repentini di una preda messa alle strette dai cacciatori, che altro non aspetta se non l'inevitabile freccia.
Nella sua testa si affollavano da ore le facce tutte uguali dei noiosi dignitari a fianco dei quali era stato costretto da innumerevoli cene di rappresentanza, e tutte ripetevano le stesse parole, stantii luoghi comuni ai quali il principe avrebbe preferito un bel respiro a pieni polmoni di gas corrosivo.
- Ah, mia moglie mi seppellirà! Quella strega... Vorrebbe seguirmi dappertutto! Pare uscita dagli inferi, le dico... -
Ignoranti. Piatti. Vuoti. In molti modi li avrebbe definiti, ma non profetici.
Se solo avesse avuto più tempo... ma ancora gli sembrava di sentirla, la Sorella e Imperatrice...

...

"Siete fuggito per un anno Kairos, la misura è colma! Ogni ricerca intrapresa una scusa, ogni impresa un serpente che si morde la coda! Avete corrotto gli astrologi di corte perché dicessero che le stelle non erano propizie!"
Athoxa, praticamente in piedi sul trono, puntava un affilato indice accusatore al fratello, affranto come una candela usata. "Mi... mi state forse rimproverando di essere troppo cauto?"
- sono io a dovermi sposare con un demone sai? -
"Kairos, su tuo consiglio ho assecondato le farneticazioni di un Troll, mettendo a rischio la vita dei miei sudditi e la sicurezza di Ea. Ho investito risorse. Ho atteso due anni un risultato, e ora che lo avete ottenuto volete tirarvi indietro?"
"Co.. comprenderete la portata della richiesta..."
Kairos era ammutolito, mentre da qualche parte nella sua mente si urlava a pieni polmoni - Demone. De-mo-ne. Entità aliena alle leggi dell'universo e ai limiti della creazione. Affronto alla realtà. Ignoti poteri, ignoti limiti, ignote... preferenze -
"Fratello mio, la sola cosa che comprendo è che siete un codardo. Sono anni che alla minima menzione di trovarvi un buon partito vi fate di nebbia, adducendo le vostre stranezze come scusa. Ora non potete più tirarvi indietro. Dovete maritarvi col frutto della vostra magia."
"E s.. s.. sia. Possiamo iniziare con i preparativi della cerimonia allora." Un sorrisetto nervoso si disegnò sul muso del sauriano.
"Preparativi? Si vede che avete perso il contatto con la realtà. A quelli ho pensato io."
Il sorriso sparì più rapido di una lucertola che vede l'ombra del falco.
"Non vi preoccupate, la cerimonia sarà una faccenda quasi privata. Non siete nella linea di successione e la sposa non appartiene a nessuna famiglia nobiliare di alto rango. Nessuna ragione di disturbare i governatori delle province e i dignitari stranieri."
Nuovamente, una flebile fiamma di sollievo.
"Pronunciati i giuramenti, però, dovrete apparire al popolo al fianco della vostra sposa, anche solo per un momento. Apriremo i giardini al pubblico per la prima volta in decenni, distribuiremo dolci e vino. Il volgo ha bisogno di qualcosa per distrarsi, e va rassicurato sulla potenziale pericolosità della vostra promessa"
Nuovamente, una cascata gelida la spense sotto il peso della disperazione.
"Il banchetto e le celebrazioni si faranno a porte chiuse, ma non baderemo a spese. La Ketzuneh non è di molte parole, ma sa far capire molto bene il suo amore per il lusso. Congratulazioni, fratello caro, e ora potete andare a prepararvi"
La sola reazione del principe fu uno sguardo interrogativo, che lentamente si mutò in una tremenda realizzazione.
"La cerimonia si terrà domani"
- domani?!? -

...

Fuori dai vetri della torre, il cielo era incendiato dal tramonto. Domani ormai era alle porte.
- Dormire è fuori discussione, tanto vale continuare con i preparativi -
Kairos continuava nervosamente a cambiare magicamente i propri vestiti, passando da un elaborato abito di cerimonia all'altro.
Tradizione imponeva che non vedesse la sposa fino all'indomani, e almeno questo aspetto del cerimoniale gli dava sollievo. In particolare se la promessa sposa aveva la pessima abitudine di apparire all'improvviso attraverso le pareti.
Pesanti tomi di incantesimi giacevano aperti su ogni superficie, candele rituali splendevano accese a mezz'aria. Non importa quale fosse lo stile o il colore dell'abito, ogni monile, risvolto e cucitura portavano scritte stampate, incise, ricamate. Chissà quante formule di protezione sarebbe riuscito a mettersi addosso da lì al mattino?

 

Silen

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A differenza di Kairos, Tamano attendeva la cerimonia dell'indomani con grande anticipazione, anche se non era chiaro ai sauriani per quale motivo la kitsune avesse insistito tanto per un matrimonio con un principe reale infischiandosene bella mente delle differenze razziali, al punto di lasciar capire molto chiaramente che si sarebbe astenuta dal fornire qualunque aiuto fino a quando non avrebbe avuto un consorte reale, spsoato con tutti i crismi davanti agli dei e agli uomini.
In piedi davanti a uno specchio, un pò come Kairos ma senza nemmeno un briciolo dell'ansia del principe, Tamano era intenta a pettinarsi i lunghi capelli rossi, mentre uno stuolo di ancelle erano intente a fare la stessa cosa con le sue molteplici code, un lavoro non da poco dato che ciascuna coda era lunga quanto l'intera parte umana e forse anche qualche centimetro in più. La kitsune, come i sauriani avevano avuto modo di scoprire durante l'anno passato, sembrava essere particolarmente orgogliosa delle sue code alle quali riservava le medesime cure che una donna umana avrebbe riservato esclusivamente ai propri capelli; e così una delle prime cose che Tamano avevba preteso erano delle ancelle personali per lavare, spazzolare, pettinare e in generale fare qualunque cosa necessaria a mantenere le sue code lucenti, folte e morbide.
In effetti il costo delle ancelle, dei gioielli stravaganti, degli abiti di seta, in una parola del lusso opulento e talvolta bizzarro che Tamano pretendeva dai suoi ospiti aveva persino causato una rimostranza del tesoriere reale che fra alti lai aveva affermato che nemmeno il maharaja di Lanka ai suoi tempi aveva mantenuto un simile stile di vita.
 

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Il giorno della cerimonia era arrivato. Fin dal mattino i cancelli del parco reale erano rimasti aperti per chiunque. Il popolo della capitale poteva camminare in quel giardino normalmente proibito, ammirare i padiglioni addobbati a festa, ammirare i musici e i saltimbanchi e soprattutto usufruire della generosità imperiale: vino e vivande venivano distribuite ai presenti, nel parco e per le strade.
Da ogni angolo del giardino gli ospiti e i dignitari di corte, negli abiti delle grandi occasioni, convergevano verso il palazzo.
Da ore gli invitati erano stati un flusso costante attraverso le grandi porte di legno laccato.
Il cortile interno, antistante la sala del trono, era addobbato di drappi di seta e lino ricamati, bracieri diffondevano nubi di esotico incenso sopra le teste degli ospiti sempre più numerosi.

Da un terrazzo, Kairos contemplava il fiume di gente - Festa per pochi intimi. E io che le credo. La corte, i ministri, i sacerdoti... Solo i parenti, tra tutti i rami della famiglia, saranno trecento persone. E per fortuna non abbiamo invitato la famiglia della sposa... - Il Principe si perse per un attimo ad immaginare la scena. Il palazzo popolato di strane creature, gli attendenti che salutavano con deferenza mostri inspiegabili prima di perdere il senno. Rabbrividì, pensando alle cose che aveva intuito al di là del Velo, quando Tamano era stata chiamata nel mondo tangibile. - sposato con le tue stranezze. Athoxa non si sarebbe potuta esprimere meglio. -
La vide ad una estremità dello spiazzo, dove un baldacchino di rami in fiore dava ombra ad un altare e ad un trono. Assisa in maestà, l'Imepratrice Athoxa aveva preso posto, paludata nei paramenti di sacerdotessa del Culto di Sarvan.

Un corridoio tagliava le due ali di invitati, una strada di polvere bianca che dal cancello portava all'altare. Lungo quel percorso doveva avanzare lo sposo, per tre volte fermandosi e omaggiando gli Déi. Giunto all'altare, avrebbe atteso la sposa, di rosso vestita. Ricongiunti di fronte alla sacerdotessa, avrebbero pronunciato i giuramenti, le loro mani giunte legate da un drappo di seta, uniti... - Finché morte non ci separi. Mai stata una frase rassicurante, quella - L'ansia dell'attesa, però, stava pian piano abbandonando il Principe.
Ripensava alle sfide nell'arena al cospetto di spalti gremiti a Ishitara come a Sylvania, alle tesi ardite difese al cospetto dell'Ordine dei Maghi, alle ambascerie concluse ai quattro angoli del mondo.
Un gong zittì il brusio degli invitati.

Kairos era un animale da palcoscenico, questo un nuovo spettacolo, una nuova chiamata al sipario.
Un gong ruppe l'aria colma di aspettativa.

Ed era ora di andare in scena.
Un gong attirò l'attenzione di tutti sull'ingresso del cortile.

Nessuno apparve dietro ai cancelli, nondimeno le pesanti grate di bronzo decorato si aprirono solennemente.
Il fumo degli incensi smise di levarsi verso il cielo, attirato al terreno da una forza magnetica, una caligine fragrante ora lambiva le caviglie dei presenti.
Kairos emerse da quel velo di fumo come dal profondo del mare, come da tradizione avvolto da un'elaborata veste color lapislazzuli.
Si mosse solenne, mentre si innalzava una musica lieve di flauti di legno.
Per tre volte si fermò lungo il percorso, inchinandosi al cospetto degli Déi e dei presenti, e lasciando a terra tre monete di bronzo, ferro e oro.
Il Principe non era mai stato molto religioso, ma nel corso della cerimonia rivolse spesso pensieri agli Déi. Scuse, soprattutto, per quello strappo al tessuto stesso della realtà. Per la possibilità concreta che sposare un demone fosse la cosa più sacrilega mai concepita. Per la fatica che avrebbero fatto a recuperare la sua anima, se qualcosa fosse andato storto.

Giunto all'altare, Kairos rivolse alla sorella lo sguardo di chi esita a sporgersi sul baratro. Si volse poi all'estremità del cortile, attendendo l'ingresso della sposa...

@Silen la tradizione prevede la sposa in rosso
 

Silen

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I sarti reali avevano lavorato duramente per adattare l'abito tradizionale al fisico niente affatto tradizionale della sposa e il risultato finale faceva onore ai loro sforzi: Tamano era splendida quando fece il suo ingresso in un abito carminio tutto pizzi e sbuffi, unica eccezione al protocollo, un ventaglio di foggia orientale (ma se non altro, rosso) con cui la sposa copriva la parte inferiore del viso. Un vezzo appreso a oriente alla corte del Tenno, aveva detto.
Ovviamente era impossibile per i presenti non notare l'alienità della sposa, non fosse altro per le nove code. Non solo erano imponenti, lunghe quanto tutto il resto del corpo e più voluminose ma, come avevano appreso i sauriani durante l'ultimo anno, erano anche prensili. E chissà che altre proprietà potevano avere...nessuno lo sapeva come nessuno sapeva esattamente cosa potesse fare o non fare Tamano.
Dei, non sapevano nemmeno esattamente cosa fosse Tamano, figuriamoci cosa potesse fare!
Lentamente, solennemente, la kitsune si avvicinò
"Aaaaaaaaaah, Kairos, mio dolce sposo" mormorò Tamano quando fu accanto al principe, sventolandosi mollemente col ventaglio ed elargendo a Kairos la rara vista del suo sorriso. Il principe da parte sua non potè non notare, in maniera quasi ossessiva i piccoli e appuntiti bianchissimi denti di Tamano. Quanti ne aveva la kitsune? Troppi, dei misericordiosi, decisamente troppi. Dopo tanti viaggi all'estero, Kairos ormai era un esperto in quanto alle dentature delle altre specie...aveva visto i denti gialli e piatti dei troll, invariabilmente storti e invariabilmente brutti; la dentatura ibrida degli umani, un pò da carnivoro e un pò da erbivoro, tanto che alcuni sauriani credevano frutto dell'indecisione degli dei...e ovviamente aveva potuto osservare fin troppo da vicino la dentatura delle arpie, denti da carnivori puri questi ultimi, efficienti e spaventosi al tempo stesso, terribilmente lunghi e affilati, denti per strappare e lacerare...ma non aveva mai visto niente di simile alla chiostra di dentini di Tamano. Numerosi, piccoli e appuntiti, poteva quasi sentirli triturare metodicamente carne, ossa e tendini in una unica poltiglia rossastra...il sauriano prese un respiro profondo: basta con questi pensieri morbosi, si disse.
Per tutta risposta prese le mani della kitsune nelle proprie, come voleva la tradizione; il rito stava per cominciare, doveva concentrarsi. Si chiese se Tamano provasse la sua stessa ansia e sbirciò gli occhi della kitsune.
Ansia? Macchè. Quel che vedeva negli occhi di Tamano era ben altro. Bramosia, avrebbe detto Kairos se qualcuno glielo avesse chiesto....ma bramosia di che? Preferiva non pensarci.
Oh dei, ci risiamo, si disse, scacciando il pensiero dalla propria mente e tornando a recitare la sua parte, come si aspettavanosua sorella l'imperatrice, i dignitari stranieri e senza dubbio anche Tamano, ma proprio mentre a sacerdotessa cominciava ad officiare, un rapido movimento ai margini del suo campo visivo attrasse la sua attenzione. Ali? Una sola razza senziente in tutta Ea aveva le ali.
Era una arpia quella che aveva intravisto?...
....Shiver????....
Perchè una vocina in un angolo della sua testa gli stava urlando che era completamente, totalmente, fottuto?
Ma perchè lo era, ovviamente.
Proprio così. Fottuto. Completamente fottuto.
 

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Nel momento in cui Athoxa iniziò a pronunciare le parole del giuramento un silenzio irreale calò sul cortile addobbato a festa, nessuno tra le centinaia di invitati sembrava voler intaccare l'atmosfera di solenne pace creata dall'antico rito e dall'ingresso della sposa.
Ben diversa atmosfera regnava nei corridoi del palazzo e nei giardini, e non solo per il clamore delle celebrazioni e il fervere dei preparativi.
Attendenti compivano una disperata spola tra la sala dal Trono e le mura, gli ufficiali del corpo di guardia sibilavano secchi ordini, soldati semplici correvano da ogni parte, cercando di fendere la folla. Informazioni parziali e incontrollate rimbalzavano tra i gradini della scala di comando.
"Una creatura alata è apparsa dal nulla fuori dalle mura cittadine..."
"E' apparsa e scomparsa nella piazza del mercato, le dico, una tizia alta, con un mantello di piume..."
"Dall'Accademia di Magia segnalano l'uso di incantesimi di teletrasporto all'interno del quartiere Reale..."
"Temiamo un attacco dall'alto durante la cerimonia...."
"Cosa diamine vuol dire, un attacco dall'alto? Un Roc?"
"N.. no signore, si direbbe... un'Arpia.."
Il Ciambellano, responsabile del Trono e del Palazzo nelle ore della cerimonia, tentava di farsi strada in questa selva di imprevisti.
- L'Imperatrice avrà la mia testa se non trovo il modo di risolvere la situazione... -

Athoxa levò gli occhi al cielo, innalzando agli Dèi la supplica per la benedizione dei promessi sposi. Davanti ai suoi occhi, l'azzurro si distorse e si spaccò, mentre una bolla di argento vivo prendeva forma sulle teste degli astanti. Con un sommesso 'poof' la nebbiolina argentea si dissipò, lasciando al suo posto la sagoma ben nota di un'Arpia - Kairos, forse un giorno il tuo nome smetterà di essere sinonimo di guai -

Kairos e Tamano attendevano, le mani giunte tese di fronte all'imperatrice, quando questa si interruppe. Un secondo di esitazione appena, mentre levava il nastro di seta bianca al cielo. Un breve lampo le passò negli occhi, quando incrociò quelli del fratello. Tanto bastava perché un ben noto brivido scendesse le vertebre di Kairos. Un battito d'ali e il trasalire di varie centinaia di persone gli diedero la conferma definitiva.
- Eppure mia sorella mi aveva confermato che nessun ospite straniero sarebbe stato presente... -
Il Principe girò lentamente su se stesso, senza lasciare la mano della Kitsune.
- ... ma etichetta comanda di invitare i dignitari di tutte le ambasciate aperte nella capitale ... -
Fronteggiava ora l'ospite imprevista, sfoderando il più disarmante dei sorrisi.
- ... e i rappresentanti dell'Impero Meridionale, sia il corpo diplomatico che le Arpie della guardia di complemento, erano stati nominati personalmente da... -
"Shiver! Quale gradita sorpresa! Il vostro inatteso arrivo ci onora."
 

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La causa di tanto trambusto prese terra agilmente a breve distanza dall'altare e si guardò attorno con sorpresa e con una certa curiosità.
''Ho interrotto qualcosa?'' chiese Shiver con una sorta di candida arroganza che era veramente tipica della sua specie; nemmeno per l'anticamera del cervello le sarebbe passata l'idea che la sua presenza fosse inopportuna o quantomeno inaspettata. Troppo profondamente radicata nella psiche delle arpie era l'idea di essere assolutamente libere di andare dove volevano e quando volevano.
''Nel corso dell'ultimo anno tutte le prede non hanno fatto altro che parlare delle ricerche proibite dei Rahonavidi e della creatura che avevano evocato dall'Altrove e così ho deciso di venire di persona a vedere il...'' in quell'istante Shiver sembrò realizzare quanto aveva davanti. La figura bizzarra di Tamano, gli abiti da crimonia di Athoxa, le mani di Kairos che tenevano quelle della kitsune nelle proprie. A suo onore va detto che l'esitazione dell'arpia non durò più di un istante ''...il, ah, risultato. Suppongo di averlo davanti in questo momento in effetti.'' Shiver indirizzò una occhiata indecifrabile al principe sauriano prima di continuare, con un tono di voce nettamente più duro e sbrigativo ''Spero che quando avrete finito questa...cosa'' disse con un cenno secco al terzetto vicino all'altare ''vorrete conferire con me...e, si mi piacerebbe parlare anche con la creatura che avete evocato''.
 
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- Arpie - pensò Athoxa mentre Shiver planava a terra di fronte ad un pubblico ammutolito - Per quanto si possano impegnare resteranno sempre creature barbare, primitive. Inutile pretendere educazione da un rapace, per di più di una razza troppo ottusa per essere ammaestrata. - Non era rabbia la sua, più un fastidio dato dall'aver perso il filo delle parole del rituale - Alterarsi per il comportamento di un'Arpia in società. Inutile. Come invitare a cena un condor e lamentarsi se defeca sulla tovaglia. -

Kairos seguì muto il discorso di Shiver, il sorriso che da tirato si faceva più sincero ad ogni parola. Quando fu ora di rispondere, parve gli avessero tolto un peso dalle spalle. Aveva vissuto per mesi nell'Impero Meridionale, la mancanza di grazia sociale delle Arpie era ormai un intermezzo umoristico per lui, dai tempi comici ben collaudati.
Con un gesto indicò il pubblico della prima fila, un alto sgabello privo di schienale emerse dal terreno a fianco dell'Ambasciatore dell'Impero dell'Arpia.
"Sarò lieto di darvi il benvenuto più tardi. Accomodatevi, Shiver"

Attesa brevemente la reazione dell'Arpia, il principe tornò a voltarsi verso l'altare. Il breve sguardo che rivolse a Tamano diceva "Tutto sotto controllo". L'occhiata fugace rivolta alla sorella, invece, chiariva un "Ne so quanto te. Non giustiziarmi ti prego"
 

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Shiver risvolse a Kairos un vago cenno che poteva significare assenso, ed un cenno ancora più vago ad Athoxa, un saluto, forse, poi prese posto sul seggio a lei riservato con la massima naturalezza ed anzi forse con un aria un filino annoiata per dover assistere a una cermonia che certamente per lei non aveva alcun significato.
Tamano per parte sua ridacchiò piano e si fece aria col ventaglio, apparentemente per nulla turbata dall'incidente.
 

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Il rito proseguì senza ulteriori sorprese, e le mani degli sposi furono legate con sette giri del nastro di seta.
Athoxa ad ogni giro rinnovava le suppliche agli Déi e le benedizioni, sperando in cuor suo che amministrare i sacramenti ad un Demone privo di anima non fosse pericoloso per la salute sua e del regno....

Nei giardini del palazzo, durante la giornata, la folla era andata aumentando nell'attesa febbrile, la reazione al rocambolesco arrivo dell'Arpia aveva solo contribuito a infoltirne i ranghi. Un oceano di teste pennute, tra le quali spiccavano alcuni umani e Troll, si stendeva a perdita d'occhio sotto il balcone del palazzo reale, addobbato da una gloria di bandiere. Tutti gli occhi erano puntati sulla porta,
aspettando l'apparizione degli sposi.

Kairos aveva lasciato il cortile a braccetto con Tamano, tra due ali di invitati plaudenti. Si muoveva come in un sogno, senza fissarsi su persone o oggetti. Ancora gli risuonavano in testa le parole del giuramento. La sua mente ancora non aveva registrato il fatto che la creatura che aveva al fianco era... sua moglie. Che davanti agli Déi e agli uomini lui ed il Demone erano indissolubilmente, eternamente legati.

Quando giunse in vista della porta del terrazzo, sentì salire il vociare della folla. Tutti gli allarmi che il suo cervello si era convinto a zittire fino a quel momento si rimisero a suonare. - Ormai è fatta. Se di baratro si trattava, sto già precipitando. - Si volse brevemente verso Athoxa, prima di entrare in scena. "Andate, fratello caro. Oggi la Corona non ha la precedenza"

Kairos prese un respiro, strinse la mano della Kitsune ed emerse nel boato della folla.


 

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Accanto a lui Tamano sembrava, letteralmente, estasiata. Una luce strana brillava in quei suoi occhi da gatta, la luce di chi ha appena ottenuto un grande trionfo, anzi, una grande rivincita. Mentre la folla acclamava gli sposi la kitsune alzò la mano libera per salutare la folla, mentre le sue nove imponenti code si gonfiavano e si agitavano quasi fossero dotati di vita propria e volessero imitare la ruota di un pavone.
"Tamano è felice oggi" disse allegramente a Kairos "Tamano spera che Kairos sarà uno sposo gentile. Se tratterà bene Tamano, Kairos non avrà di che pentirsene, sarà Tamano a prendersi cura di lui. Tamano ha studiato Kairos e si è accorta che lui è un sauriano intelligente: non farà lo stesso errore del Tenno."
C'era forse una sfumatura di minaccia in quelle parole?
 

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- Errore? L'errore quindi non è sposare un demone ? Buono a sapersi -
Kairos sorrideva alla folla, mano nella mano con la sua nuova sposa.
Quante persone affollavano il giardino, quante preoccupazioni riempivano la testa del Principe, con la certezza che comunque, nel caso, il posto per farne entrare altre si sarebbe trovato.
In questa vasta raccolta, una tra tutte le ansie risaltava, pagliuzza d'oro tra i granelli di sabbia. Il banchetto al quale sarebbe stato seduto accanto a sua moglie, vicino a sua sorella e a Shiver, di fronte a centinaia di invitati.
- Cosa mai potrebbe andare storto? -

...

Giunto il tramonto, i giardini del palazzo non accennavano a svuotarsi, attendenti si occupavano di illuminare il parco con lanterne colorate, mentre musici, mangiafuoco e giocolieri intrattenevano gli astanti con nuovi spettacoli.
La festa proseguiva anche all'interno del palazzo e gli invitati al matrimonio stavano prendendo posto nel salone delle feste per godere del sontuoso banchetto nuziale.
Kairos attraversò l'ampia sala al fianco di Tamano per prendere posto a capo della grande tavolata ovale, accolto dai brindisi e dagli applausi di numerosi astanti.
Il Principe rispose ai saluti con sorrisi distratti, travolto dallo sfarzo della sala. Il tavolo era arredato sfarzosamente, con posate d'argento e tovaglioli di seta rossa. Ampie ciotole di bronzo prendevano il posto dei bicchieri, inservibili per i Rahonavidi dal muso allungato e privo di labbra.
Numerosi vassoi di raffinate pietanze già facevano mostra di sé, dalle sottili fette di pesce crudo ai più sontuosi arrosti e succulenti intingoli, tutte invariabilmente a base di carne, pesce o uova, come ci si poteva aspettare da una civiltà di predatori.
Più peculiari ancora, agli occhi degli stranieri, le bevande contenute in caraffe e bottiglie di raffinato cristallo. l'idromele sarebbe risultato familiare a molti, molto meno le bevande a base di latte fermentato, o i liquori nei quali erano stemperate chiare d'uovo o addirittura sangue.
- Penso proprio Shiver apprezzerà il menu - pensò Kairos contemplando quel ben degli Déi - probabilmente anche Tamano - rispose una voce insidiosa dal retrobottega dei suoi pensieri, chiudendo in un nodo lo stomaco del Principe.
Deglutì e sospirò sedendosi, e constatando che l'Arpia non era ancora arrivata.
 

Silen

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Il sauriano fu distratto da quella linea di pensiero dalla stessa Tamano che lo stava osservando con una certa aria di divertita curiosità
"Kairos è molto silenzioso" constatò parlando da dietro l'onnipresente ventaglio "Tamano si aspettava un milione di dubbi, un milione di domande, e invece niente. Kairos ha dunque tanta fiducia in Tamano? No, Tamano non crede. Dopotutto, Tamano è un demone senz'anima" di fronte a quelle parole, il sauriano non potè che voltarsi di scatto...forse che, fra le altre cose, la kitsune sapeva anche leggere nel pensiero?...Difficile dirlo, negli occhi felini della demone si leggeva soltanto divertimento "Tamano è ferita dalla durezza di cuore di Kairos. Anche il suo cuore deve essere freddo, e duro e scaglioso mentre Tamano è così morbida..." Tamano ridacchiò nuovamente e si svetolò un poco col ventaglio. Poi si protese in avanti
"Tamano sa che Kairos ha tante domande, tanti dubbi, anche se Kairos resta zitto. Kairos lo ha scritto negli occhi. E' un mago lui, vero? Quante domande deve avere su Tamano e sugli altri come lei e sull'Altrove. Non vuole chiedere niente Kairos? Proprio niente? Mmmmmh. Forse Kairos teme il prezzo che potrebbe chiedere Tamano? Una domanda, allora, un pegno di buona fede. Kairos farà una domanda a Tamano, su un argomento di sua scelta, e Tamano risponderà senza chiedere nulla in cambio, ai."
Qualcosa dentro Kairos emerse dall'angolino nascosto dove si era rifugiato in preda al terrore fin dalla sera prima e drizzò le orecchie dimenticando tutto all'infuori della splendida opportunità che gli era appena stata offerta su di un piatto di argento. Qualsiasi domanda aveva detto la Kitsune. Avrebbe potuto chiederle dei suoi poteri, dei demoni dell'Altrove, chiederle di parlarle dei misteri degli Dei, dell'origine dell'universo, qualunque cosa. Kairos poteva essere molte cose, un principe, un attore, forse persino un ciarlatano e un saltimbanco, o almeno questo pensava di lui sua sorella l'imperatrice, ma soprattutto era uno studioso, un cercatore della consocenza. E ora vacillava di fronte a quell'offerta, di fronte a quella tentazione.
 

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- Ovviamente - pensò Kairos, ora conscio di non stare parlando solo a se stesso. - Che sciocca presunzione, pensare che le barriere che impediscono a un mago mortale di leggermi la mente funzionassero anche con te -
Il Sauriano sorrise timidamente. - Perdonami, Tamano. Tutto ciò che so sui demoni viene da pochi frammenti di letteratura arcana e racconti dei Troll. Troll, capisci? Non volevo sembrare insensibile, ma cerca di comprendere le preoccupazioni di un mortale che ha appena compreso che l'universo non è come lo pensava. Forse tu potrai aiutarmi a capire come funziona veramente. Sono vertigini le mie, di chi guarda l'abisso ove prima era solo solida terra.-
"Avrei innumerevoli domande da farvi, mia adorata, ma solo una brucia la mia mente." - ma questo tu lo sai già -
"Mi sembra di capire che abbiate risposto alla chiamata dall'Altrove perché già conoscevate questo mondo. Ma come mai - se non sono indiscreto - avete domandato la mano di un mortale in matrimonio?"
 

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Tamano rise sommessamente, coprendosi come al solito la bocca col ventaglio prima di rispondere.
"Così è questo che angustia tanto Kairos? Un argomento delicato, un problema legato alla sua natura. Ma lui non deve preoccuparsi, l'animo di Tamano è dolce e morbido e Tamano perdona a Kairos le sue sciocche paure." gli occhi da gatto della kitsune scintillavano di divertita malizia. Certo che sapeva, probabilmente lo aveva sempre saputo "Il mio dolce sposo, il mio Kairos non può sapere cosa è esattamente l'Altrove e io non ho parole per descrivertelo: non ci sono parole per farlo, in nessuna delle lingue che lui conosce. Tamano potrebbe portare laggiù Kairos perchè lui veda con i suoi occhi, ai, ma Kairos potrebbe impazzire e Tamano questo non lo può permettere. E' una buona parola, Altrove. Azzeccata, ai. L'Altrove è un altro posto, diverso dal mondo in cui Kairos vive, diverso da qualsiasi cosa lui possa conoscere o immaginare, eppure Tamano preferisce di gran lunga il mondo di Kairos. A Tamano piace questa forma di carne, piace il vento e la pioggia. Tamano ama allo stesso modo il sole e le stelle, il caldo e il freddo, il ghiaccio e la lava. Eppure, rimanere in questo bel mondo le è negato; Tamano non fa parte di Ea, Tamano è un essere dell'Altrove e gli esseri dell'Altrove non appartengono a questo luogo. Col tempo Tamano si indebolirebbe e Kairos la vedrebbe avvizzire e morire. Oh, Tamano non morirebbe davvero, no, Tamano non morirebbe sul serio, ma tornerebbe nell'Altrove, ancora e ancora."
La kitsune fissò Kairos negli occhi per qualche istante, come se attendesse di vedere se il mago avesse compreso quanto gli aveva detto fino a quel momento, poi riprese a parlare, senza che il sauriano avesse avuto modo di darle un segno che aveva compreso la sua spiegazione...evidentemente Tamano non aveva bisogno di segni esteriori....

"Non era un grosso problema all'inizio. Ma poi gli dei hanno chiuso la porta, separato per sempre l'Altrove da Ea. Nessuno poteva più passare, dal nostro lato. Poi, un giorno, qualcuno ha scoperto che era ancora possibile chiamarci, farci entrare in Ea, per usarci contro i loro nemici, o per altri scopi meschini. Che rischio c'era per loro? Potevano bandirci con un incantesimo, così come ci avevano evocati e se non erano abbastanza forti, bene, bastava attendere che la nostra forma degradasse costringendoci ad andarcene." Tamano rise ancora " Noi però avevamo scoperto che potevamo sostenere la nostra forma e rimanere in Ea indefinitamente, a patto che di tanto in tanto ci nutrissimo dell'essenza di qualche suo abitante, di un essere che apparteneva in tutto e per tutto al mondo che gli Dei avevano creato. Divorando l'anima di una creatura di Ea, una creatura dell'Altrove potrebbe rimanere in questo mondo per un pò, ma poi avrebbe bisogno di divorarne un'altra e un'altra ancora, all'infinito. Da questo derivano tutte le storie orrorifiche che Kairos ha sentito dai troll."
Tamano continuava a fissare Kairos. Il sauriano notò incongruamente che Tamano non sbatteva mai le palpebre. I suoi occhi potevano sembrare quelli di un gatto ma il suo sguardo era fisso come quello di un serpente.

"E ora, la risposta alla domanda di Kairos....no, Tamano non intende divorare la sua anima." lo disse ridendo, come se fosse un bellissimo scherzo ma il povero Kairos giunti a questo punto stava sudando freddo "Tamano disprezza coloro che lo fanno. Nessuna creatura di Ea potrebbe vivere accanto a un divoratore di anime, lo combatterebbero per sempre e presto o tardi e lo scaccerebbero. Tamano invece vuole vivere qui per sempre e senza combattere per ogni minuto della sua esistenza. Col tempo, alcuni di noi hanno scoperto che esistono altri modi, ai. Migliori. Uno è il metodo che usa Tamano: Kairos ha accettato di sposare Tamano di sua volontà e lo ha fatto di fronte ai mortali ed agli dei come testimoni. Ora Kairos è legato a Tamano ed è questo legame a trattenere Tamano sulla vostra Ea. Finchè questo legame durerà, nessuno può scacciare Tamano, e lei può godere appieno della bellezza di questo mondo. Tamano è molto soddisfatta." in effetti la kitsune pareva in procinto di fare le fusa. Diede un buffetto affettuoso sulla guancia del mago, come per dirgli "hai visto? Non c'era niente da temere."
"Ora Kairos può capire che non ha nessun motivo di temere Tamano. Il dolce Kairos è prezioso per Tamano e se Kairos sarà gentile con Tamano, Tamano sarà gentile con lui." la creatura dell'Altrove inclinò la testa da un lato come se un nuovo pensiero le fosse apparso in quel momento "Certo, l'altra volta Tamano era sposata con un umano. Gli umani trovano graziosa la forma di Tamano; forse Kairos ha altre preferenze?" la demone fece spallucce "Bene, se Kairos vuole fare delle scappatelle con la creatura alata di tanto in tanto, a Tamano non dispiace. In verità Tamano trova molto belle quelle ali candide. Certo non possono essere morbide come le sue code, ai, ma devono essere lisce come seta fra le dita. "
Una rapida occhiata nella direzione in cui stava guardando Tamano sarebbe stato sufficiente a capire a chi si stava riferendo la kitsune, anche se il sauriano pensava di saperlo già e innalzò un'ennesima implorazione a tutti gli dei noti e ignoti, sperando che Shiver non avesse sentito i commenti della ktsune nè quello che semjbravano implicitamente suggerire.

(E qui mi immagino Kairos in stile superdeformed con una enrome gocciolona di sudore sulla fronte...XD)
 
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