[Federazione Ussurash] Intrighi e Proposte

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
Marat Naiman era piuttosto nervoso anche se il suo autocontrollo rendeva il suo volto calmo come un lago montano. Il potentissimo Omar Sakhalov, Consigliere Federale nonché evidente pretendente al ruolo di futuro Cancelliere, gli aveva mandato un invito per un colloquio privato nella sua reggia fuori Ussurijsk, e Marat non aveva idea del perché.

Anche Marat ambiva al ruolo di Cancelliere, ma finora non era riuscito a ottenere sufficienti appoggi per venire eletto Consigliere, un passo indispensabile per la nomina a Cancelliere. La sua famiglia contava su di lui, e sentiva che presto avrebbe potuto fare il fatidico primo passo.

Omar Sakhalov, ora come ora, era un potenziale rivale, ma Marat era comunque curioso di sentire che cosa volesse da lui.

Una volta arrivato, venne accolto con grandi onori e fatto accomodare nella Sala della Meditazione del palazzo.

Omar Sakhalov era seduto a gambe incrociate su un tappeto a pelo lungo visibilmente antico e pregiato. Quando sentì i leggeri passi di Marat, aprì gli occhi e si alzò, non senza una certa difficoltà dovuta all'età. PEr quanto gli Ussurash vivessero mediamente più degli umani, non erano esenti dai piccoli acciacchi della vecchiaia, specie quelli che erano sempre stati piuttosto fragili di salute come Omar Sakhalov.

Il potente Consigliere si inchinò leggermente in segno di saluto, e invitò il suo ospite a sedere su un comodo divano, mentre Sakhalov si sistemava su una grande poltrona e ordinava ad una assistente di portare del thé di Ravalox e di lasciarli soli.

"Nobile Naiman, sono felice che abbia accettato il mio invito."

"A dire il vero, Consigliere Sakhalov, sono rimasto piuttosto sorpreso. Non è un segreto che le nostre ambizioni siano, come dire, in conflitto."

"Non è detto, Marat, non è detto"

Marat inarcò le sopracciglia, mentre Sakhalov sorseggiava il suo thé senza aggiungere altro. Infine chiese:

"Se non le dispiace, Consigliere Sakhalov, gradirei che mi spiegasse questa sua bizzarra affermazione. Parlando chiaro, entrambi miriamo alla carica di Cancelliere, e può essercene solo uno alla volta."

Sakhalov posò la tazzina e sorrise.

"Chiamami Omar, non siamo in Consiglio"

Un breve pausa, poi Sakhalov riprese:

"Vedi, Marat, noi complottiamo costantemente alla ricerca del potere, tralasciando spesso il fatto che abbiamo dei limiti. Nel mio caso, è la natura ad impormeli.

Ho 69 anni e mi sembra di averne 80, mentre tu ne hai poco più di 50 e sembri ancora un giovanotto. Se così non fosse non ti avrebbero certo affidato un incarico di guerra in questi anni turbolenti"

"Lo hanno fatto solo per tenermi lontano da Ussurijsk, in modo da poter portare avanti i loro intrighi liberamente e tentare di impedirmi di nuovo la nomina a Consigliere"

"Vero. L'intrigo regna sovrano nella Federazione, e a causa dei veti incrociati gente come me e te rimane esclusa."

"Non c'è rimedio, Omar"

"C'è invece" il tono di Sakhalov divenne tagliente "E' giunto il momento di smetterla di ostacolarci a vicenda e collaborare su una base di puro pragmatismo"

"Collaborare?" le sopracciglia di Marat tornarono ad inarcarsi "Come ho già detto, ci può essere un solo Cancelliere in carica".

"E uno solo ci sarà. Le nostre nomine saranno successive.

Come ti ho già detto, io sono un vecchio che probabilmente non arriverà ai 90 anni, tu vivrai con ogni probabilità fino a 120 o oltre. Non voglio passare i miei ultimi pochi decenni di lucidità continuando a tramare nell'ombra, e sono altresì cosciente del fatto che ormai il tempo stringe.

Ti propongo quindi un patto molto chiaro: io userò la mia influenza in Consiglio per spingere la tua nomina a Consigliere, e tu supporterai la mia nomina a Cancelliere nella stessa legislatura. Come sai, le due elezioni sono contemporanee, a questa tornata."

Marat era troppo stupito per rispondere, una simile proposta articolata con tale chiarezza era decisamente al di fuori degli schemi usuali di Sakhalov. Il quale continuò:

"In questo modo, unendo la nostra influenza e soprattutto collaborando prenderemo totalmente di sorpresa i nostri rivali, ormai sicuri del fatto che ci annulleremo a vicenda. Entrambi useremo le nostre risorse per ottenere le rispettive nomine"

Finalmente Mairat rispose. "A questa tornata sono praticamente sicuro di venire eletto Consigliere in ogni caso. Cosa ci guadagno, in concreto, dall'appoggiare la tua nomina a Cancelliere?"

Omar Sakhalov sorrise.

"La tua futura nomina a Cancelliere quando io, a sorpresa, annuncerò il mio ritiro a vita privata."

"Come puoi garantirmelo? Il Cancelliere è al di fuori degli intrighi elettorali per la nomina del suo successore".

"Vero, ma sapere esattamente QUANDO lascerò l'incarico ti darà modo di prepararti per tempo e fare le mosse giuste. Non mi ritirerò in occasione della scadenza del mio mandato, ma l'anno precedente. Questo costringerà il Consiglio ad indire una consultazione anticipata, e di conseguenza i tuoi avversari saranno presi alla sprovvista."

Marat non rispose, prendendosi il tempo necessario a svuotare la tazzina di thé. Sakhalov non lo interruppe né aggiunse altro: la sua proposta era chiara, Marat l'aveva compresa, adesso stava a lui decidere.

La proposta era estremamente allettante, e soprattutto Marat non aveva niente da perdere: se Sakhalov mentiva, lui sarebbe comunque divenuto Consigliere, quello che si aspettava. Poteva tranquillamente appoggiare la nomina di Sakhalov a Cancelliere: il Consiglio non avrebbe preso in cosniderazione una sua eventuale candidatura, quindi anche qua non perdeva niente a supportare l'anziano stratega.

A quel punto, se Sakhalov manteneva l'impegno e si dimetteva al tempo prestabilito, lui sarebbe diventato con ogni probabilità il nuovo Cancelliere, il coronamento della sua carriera politica. Se il vecchio non rispettava i patti, non sarebbe cambiato molto: i Naiman se la sarebbero giocata alla pari contro i loro rivali.

La decisione era semplice.

"Accetto"

Omar Sakhalov sorrise nuovamente, con quel sorriso sottile che lo portava a stringere leggermente gli occhi.

"Così sia. Adesso se vuoi scusarmi tornerei ai miei studi sugli antichi reperti di Avendell, è stata una giornata faticosa"

Marat era stato congedato, ma comunque non c'era ragione di prolungare la sua presenza là, quindi si affrettò ad alzarsi, inchinarsi leggermente e avviarsi verso l'uscita. Sorrideva soddisfatto.
 
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