[Fatimidi] La mano di Fatima

Finnen

FORSE Finnen
Mese di Dhu l-qà‘da, Anno dell'egira 549
Al-Qahira​

Su consiglio del nipote e principe successore Taiyab abi al-Qasim, cedendo alle pressioni dei rahis e di gran parte dell'esercito, il Califfo Abd al-Majīd al-Ḥāfiẓ acconsentì ad affidare la guida e l'organizzazione dell'esercito a Nūr al-Dīn Zangī.
Nūr al-Dīn Zangī venne nominato, tra le acclamazioni del popolo, Khamsa al-Qahira (Mano di Fatima vittoriosa), Gran Rahis del Califfato e Rahis degli Al Nur di stanza al Cairo.
I festeggiamenti durarono parecchi giorni ma Norandino sapeva che ben presto l'entusiasmo sarebbe scemato e per allora avrebbe dovuto consolidare ulteriormente la sua posizione, trovando il favore di tutti i generali e rendendo l'esercito d'egitto orgoglio del mondo arabo.



Mese di Dhu l-hìjja, Anno dell'egira 549
Residenza di Norandino, regione di Tebe​

Tutti i Rahis vennero invitati a riunirsi ospiti del figlio di Zangī e ad ognuno Nūr al-Dīn riservò un'accoglienza da pari, offrendo doni a loro e alle mogli a seguito e tenendo un banchetto di tre giorni.
Vennero tutti riconfermati come guide delle armate fatimidi e le esigenze che i diversi contingenti si trovavano ad affrontare vennero studiate per pianificarne una risoluzione.
Quando tutti lasciarono il palazzo per tornare ai loro soldati già i messaggeri ricevevano i primi ordini da consegnare ai vari ufficiali d'armata mentre il Gran Rahis, nel suo studio, spostava piccole miniature d'avorio su una grande mappa dell'Ifriqiya.



Mesi da Muhàrram a Ramadàn, Anno dell'egira 550
Fortezza di Dahab, Caserma del Sinai​

Giunto i primi giorni di Muhàrram, Nūr al-Dīn si concentrò da subito sui progetti di espansione della fortezza e del suo impiego come centro di addestramento. Seguito da ingenieri e architetti dell'università di al-Qahira vennero stesi i progetti per le nuove scuderie, per gli ampliamenti delle mura e degli alloggiamenti per le truppe. Riunito ai suoi ufficiali ristabilì i canoni per l'equipaggiamento delle truppe e le regole di smistamento delle reclute nei contingenti. Sfruttando i fondi messi a disposizione del califfo presto maestri fabbri e armaioli di tutto il califfato si riunirono nelle fucine, mentre le materie prime fluivano lungo la via dal porto di al-Iskandariya.
Una volta stesi i progetti e iniziati i lavori Nūr al-Dīn li seguì da vicino, riunendosi ogni sera con i responsabili per seguirne i progressi e passando le giornate con i soldati, passando con loro i momenti di preghiera e la quotidianità, dimostrando di apprezzare la vita rigida del soldato piuttosto a quella agiata dei visir.
Trascorsi ormai sette mesi dal suo arrivo, con i lavori che procedevano senza grossi imprevisti, Norandino si decise infine a tornare ad al-Qahira con gli al-Nur, l'armata a lui direttamente sottoposta, per dividere con loro il mese di Ramadàn, aspettando risposta ad alcuni suoi propositi.



Mesi da Shawwàl a Dhu l-hìjja, Anno dell'egira 550
Haji alla Mecca​

Passato Ramadàn Nūr al-Dīn ricevette, in risposta alle sue preghiere, il permesso dello Shah Selgiuchide ad attraversare le sue terre per poter così compiere Haji alla Mecca. Preparato il necessario al viaggio e all'adempimento delle offerte, partì quindi per il Sinai dove una nave lo attendeva per salpare alla volta della regione di Hijaz. Approdato raggiunse a dorso di cammello Al-Juhfah, per purificarsi ed entrare in ihram, e poi seguire con il resto dei pellegrini ogni passo del Haji fino al suo compimento.
 
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