1161-1170
Con la conclusione della guerra civile danese, con Valdemaro catturato e impiccato dalle forze lealiste, il Regno di Danimarca si smarca completamente dall'Alleanza Nord-Orientale per siglare un patto di alleanza militare con Alberto I, Marchese del Brandeburgo, e quindi entrando nell'area di influenza tedesca. A causa della sconfitta l'Alleanza Nord-Orientale subisce un grave colpo e al suo interno cominciano i primi screzi. L'ala ortodossa della Curonia, di Kiev e di Novgorod è la prima a decidere di revocare la sua partecipazione, adducendo motivazioni anche religiose e, probabilmente, pressati anche da Costantinopoli. Curonia e Kiev, poi, si uniranno ancora maggiormente con il matrimonio tra re Vairis I e la principessa Anna, figlia del Gran Principe Vsevolod II. Novgorod, intanto, pur rimanendo fuori dall'asse Curonia-Kiev che si completerà con un'alleanza militare tra i due, decide di non sfidare così apertemente i regni scandinavi, probabilmente per i suoi interessi commerciali nei mari nel nord, e opta per una piena neutralità.
Contemporaneamente l'ascesa al trono di Bretagna-Normandia da parte di re Goffredo I Plantageneto, con conseguente prigionia di suoi fratello Enrico I Plantageneto, rischia di mandare a monte il matrimonio reale tra Inghilterra e Bretagna-Normandia. Re Stefano I di Inghilterra, pero', ottiene da papa Vittore IV l'annullamente del matrimonio di sua figlia Maria con Enrico I. Nella primavera del 1165 un nuovo matrimonio sancisce l'unione tra Goffredo e Maria portando nuova pace tra i due regni un tempo nemici. Tutto ciò provoca una politica più neutrale da parte di re Stefano I di Blois che, così, decide di defezionare l'alleanza scandinava di comune accordo con il re di Scozia con il quale si lega ancora maggiormente in un'alleanza militare. Il re inglese ha fatto propria la volontà di smarcarsi dagli scomodi alleati simbolo di anni di lotta al papato e all'impero e ha sancito un chiaro riavvicinamento ai Plantageneti, forse in chiave anti-francese.
Proprio in Francia, intanto, la situazione sembra essersi stabilizzata dopo i duri anni dell'eresia catara. Grazie al grosso impegno del Duca di Provenza Alfonso Giordano e dei monaci circestensi gradualmente anche le ultime sacche dell'eresia vengono eliminate con grande plauso papalino. La situazione, pero', si complica nel 1167 quando re Luigi VII muore improvvisamente a causa dell'aggravvarsi di una ferita riportata durante una caccia con alcuni propri feudatari. La notizia scuote tutta la Francia. Nonostante il re fosse già da tempo quasi estromesso dal potere dalla moglie, l'affetto del popolino verso i regnanti capetingi e le sempre presenti leggendi sui poteri magico-taumaturgici del re creano qualche problema. Il natale del 1167 l'atmosfera a Parigi è cupa. Il secondogenito di Luigi e della potentissima duchessa Eleonora d'Aquitania, il delfino di Francia Bernardo, viene elevato al trono con il nome di Bernardo I. A causa della tenerissima età, pero', la madre ne assume la reggenza aiutata da Roberto Capeto, zio di Bernardo.
In Europa continentale il decennio si conclude con un altro decesso famoso. Nell'ottobre del 1170, infatti, muore anche Corrado III, Imperatore e Re dei Romani. La vecchiaia lo coglie stanco e disilluso, alcuni dicono mai ripresosi completamente dagli anni di prigionia turca. Alla sua morte il nipote Federico II, già Duca di Svevia, comincia la sua opera di consolidamento della sua autorità. Durante il dicembre del 1170 Federico II decide di rivendicare il titolo dei Re dei Romani. I feudi tedeschi si spaccano, mentre la Marca di Brandeburgo, la Marca di Meissen e il Ducato delle Basse Fiandre si schierano a favore di Federico II, Enrico III, cugino di Federico e Duca di Sassonia e Baviera, decide di ribellarsi. Appoggiato dal Duca di Borgogna Oddone II, dal Duca d'Austria e da quello di Carinzia sfida l'autorità dell'erede designato da Corrado. Ne approfitta immediatamente la reggente di Francia Eleonora d'Aquitania che dichiara subito il suo appoggio al duca di Borgogna. Si tratta del definitivo allontanamento tra Francia e Impero, fino a quel momento alleati nel Trattato di Aquisgrana che, già indebolito dagli anni di conflitto con gli scandinavi, cessa formalmente di esistere sulla fine del decennio. Federico II, pero', riceve anche l'appoggio da parte di Polonia ed Ungheria, entrambi gli stati sono imparentati o direttamente con lui, come l'Ungheria dove il giovane re Gèza II è genero di Federico, o come la Polonia, dove Re Miezsko è imparentato con il Marchese di Brandeburgo, ossia tra forse il maggiore sostenitore di Federico nella sua lotta per l'investitura imperiale.
Intanto in Italia la situazione è stranamente calma. L'appoggio dato da papa Vittore IV al Vincolo di Spoleto stabilizza la penisola che può guardare con serenità ai grandi sommovimenti in Europa Centrale. Mentre Venezia aumenta ancora di più i propri guadagni creando una sorta di monopolio nel commercio verso gli arabi, il Ducato di Sardegna acquisisce la Corsica dopo la controversa Assemblea di Zara che ha sancito la suddivisione dei possedimenti genovesi. A sud re Serlone I mantiene saldo il potere, l'eliminazione dei ribelli scardina in parte la struttura feudale del regno e nel 1167 Serlone fa un'epocale riforma in cui diminuisce i poteri dei feudatari in cambio di maggiori indipendenza fiscale delle regioni e della possibilità delle varie famiglie nobili di poter accedere per merito alla burocrazia regia. La riforma, ovviamente, scontenta soprattutto alcuni nobili normanno-italiani mentre aumenta ancora di più la felicità e la fedeltà dei sudditi musulmani. Tutto tace nella Repubblica di Toscana, dove il Gran Console può a buon diritto dirsi soddisfatto con l'acquisizione del contado ligure. Gli unici sommovimenti avvengono a nord, dove la Repubblica di Milano, ormai con potere dal Piemonte all'Emilia deve affrontare problemi interni dati dalle spinte indipendentiste. Tuttavia grazie al preciso sistema amministrativo le tensioni vengono allentate sebbene paiano più sopite che definitivamente risolte.
Sull'altra sponda del Mediterraneo, invece, è tempo di grandi cambiamenti. Con la fine della guerra contro l'emirato ziride il Grande Maghreb e il neonato Sultanato di Al-Misr, subito riconosciuto da Al-Ruha come legittimo successore dei fatimidi, decidono di non inglobare totalmente il territorio creando l'Emirato di Tunis sotto il controllo del nobile Ali Monsoor che da così inizio alla dinastia dei monsuridi. Immediatamente Ali, padre di uno dei più abili generali dell'esercito del Grande Maghreb, da grande risalto al mantenimento della flotta ziride e al suo potenziamento. Grazie, soprattutto, ai copiosi aiuti ricevuti dal governo maghrebino presieduto da Ibn Rushd. Intanto il neo-sultano Ayyub deve già darsi da fare con i ribelli dell'Imamato Zaiydita, sciiti del sud della Penisola Araba, ribellatosi al nuovo sultanato sunnita. La guerra non è facile, il fratello Shirkuh, accompagnato dal nipote ed erede al trono Yussuf, fatica molto anche a causa dei malcelati aiuti che l'Imamato riceva dai regni copti di Makuria ed Etiopia. Al termine del 1170 Shirkuh deve abbandonare la penisola araba con un sostanziale nulla di fatto.
Intanto in Asia il Sultano Ahmed Sanjar sta già pensando a nuovi espansionismo, forse diretto proprio contro quella Costantinopoli che nella mente del suo popolo è quasi un'ossessione. La morte, pero', lo coglie quasi ottantenne. Il figlio Mehmed, ancora studente all'accademia di Ibn-Rushd a Fez, viene richiamato e in fretta e furia viene nominato nuovo Grande Shah. Mehmed, formato in un fertilissimo ambiente filosofico, si fa subito valere come un sapientissimo sultano. L'intero regno viene modernizzato, la cultura filosofica viene introdotta grandemente e La Mecca e Medina vengono ampliate e abbellite ad uso e consumo dei pellegrini. Tuttavia il suo matrimonio con una bellissima principessa bizantina, celebrato sia con rito islamico che con rito ortodosso, crea alcuni scompensi nel regno. La scelta, a detta di molti infelice e fortemente sconsigliata dagli uomini della corte di Mehmed II, fu un capriccio del sultano stesso che, pare, impazzì per l'algida bellezza di Maria della famiglia dei Comneni, nipote del basileus Manuele I. Il 1164 è l'anno di svolta, alcuni atabeg, delle sorta di vassalli, decidono di ribellarsi capitanati dall'Emiro dell'Azerbaijan e dal Sultano di Konya. La guerra civile che ne consegue è un bagno di sangue che dura per ben sei anni. Manuele I, basileus dell'Impero Romano d'Oriente, annuncia il proprio appoggio a Kilij Arslan II, nuovo sultano succeduto al padre Mesud I. In risposta Mehmed II fa decapitare Maria e ne manda la testa a Constantinopoli. Tale evento sarà immortalato dai miniaturisti di Isfahan come gesto ispirato dal demonio e dalla pazzia a Mehmed, che tutto aveva perso per amore della moglie e ora la uccideva per vendetta. Mentre Mehmed II riceve appoggio da Mehmed I Kerman, nobile selgiuchide della Persia, Sayf al-Din Ghazi, figlio di Zengi e imparentato con i neo-sultani di Al-Misr degli Ayyub per tramite del fratello minore Nur al-Din, dichiara l'Emirato di Mosul indipendente. La guerra totale nella mezzaluna fertile crea una situazione di instabilità netta. Al termine del decennio Sayf al-Din riesce a conquistare tutto il Levante, ad esclusione di Gerusalemme ancora in mano cristiana, e l'Arabia selgiuchide compresa La Mecca e Medina. Proclamatosi Sultano di Siria quindi, riceve anche l'appoggio da parte di Ayyub I che lo riconosce come legittimo in barba al trattato di alleanza di Al-Ruha. Per Mehmed II è impossibile contrastarlo, impegnato nella sua guerra contro il Sultanato di Konya e l'Emirato di Azerbaijan, foraggiati dai bizantini. A conclusione del tutto anche Berkant, Emiro di Khazar, si dichiara indipendente complice anche la lontananza dai territori controllati e la presenza del Regno di Georgia come stato cuscinetto. Nel frattempo a Baghdad la morte del califfo Al-Muqtafì fa salire al trono il figlio Al-Mustanjid che, complice la grande amicizia tra il padre e Ahmed Sanjar, decide di appoggiare Mehmed II nella guerra.
Mentre la Georgia, il Gran Principato Kipchak e il Regno Bulgaro del Volga consolidano i loro territori tenendosi sapientemente al di fuori di queste guerre, e l'Impero Romano d'Oriente continua la sua alleanza con il Sultanato di Konya, più ad est il Sultanato Corasmio continua la sua opera di smarcamento dal Khanato dei Khara-Khitay tra alti e bassi. Intanto la dinastia ghuride completa la conquista dell'ormai decaduto Sultanato Ghaznavide e già comincia a guardare verso l'India.
Ad ovest, invece, nella Penisola Iberica tutto tace. I buoni rapporti tra il Grande Maghreb e le Spagne Unite rendono la situazione molto stabile, mentre lo Stato Templare di Lusitania è sempre più impegnato nella gestione del Regno di Gerusalemme che, nonostante le guerre nel Levante, pare godere di un invidiabile pace e serenità. I Gran Maestri Templari che si succedono negli anni si occupano, inoltre, di espandersi nei vari regni europei potenziando ancora di più le case templari sede dei vari priorati regionali.
In Africa, intanto, continuano a fasi alterne le varie guerre che vedono contrapposti i regni animisti con quelli musulmani. Al termine del decennio, comunque, siamo ancora in una fase di stallo e nessuno dei regni pare aver giovato granchè di queste guerre espansionistiche. Solo il Regno del Takrur, grazie all'amicizia con il Grande Maghreb, può prosperare maggiormente ma, di fronte all'unione dell'Impero di Wagadou e quello del Mali, unificati sotto Bello I nell'enorme Impero del Mali dopo una guerra durata per anni, ha dovuto subire un arresto della propria espansione. Nell'Impero del Mali la religione musulmana fa fatica ad attechire e la presenza ad est del Regno di Kanem-Bornu, ferventi musulmani espansionisti, è sicuramente un freno all'islamizzazione delle popolazioni animiste del golfo di Guinea. Nel Corno d'Africa, invece, tutto tace e sia a nord la Makuria che più a sud l'Etiopia e tutti gli altri stati che orbitano intorno a loro rimangono sostanzialmente in pace.
Con la conclusione della guerra civile danese, con Valdemaro catturato e impiccato dalle forze lealiste, il Regno di Danimarca si smarca completamente dall'Alleanza Nord-Orientale per siglare un patto di alleanza militare con Alberto I, Marchese del Brandeburgo, e quindi entrando nell'area di influenza tedesca. A causa della sconfitta l'Alleanza Nord-Orientale subisce un grave colpo e al suo interno cominciano i primi screzi. L'ala ortodossa della Curonia, di Kiev e di Novgorod è la prima a decidere di revocare la sua partecipazione, adducendo motivazioni anche religiose e, probabilmente, pressati anche da Costantinopoli. Curonia e Kiev, poi, si uniranno ancora maggiormente con il matrimonio tra re Vairis I e la principessa Anna, figlia del Gran Principe Vsevolod II. Novgorod, intanto, pur rimanendo fuori dall'asse Curonia-Kiev che si completerà con un'alleanza militare tra i due, decide di non sfidare così apertemente i regni scandinavi, probabilmente per i suoi interessi commerciali nei mari nel nord, e opta per una piena neutralità.
Contemporaneamente l'ascesa al trono di Bretagna-Normandia da parte di re Goffredo I Plantageneto, con conseguente prigionia di suoi fratello Enrico I Plantageneto, rischia di mandare a monte il matrimonio reale tra Inghilterra e Bretagna-Normandia. Re Stefano I di Inghilterra, pero', ottiene da papa Vittore IV l'annullamente del matrimonio di sua figlia Maria con Enrico I. Nella primavera del 1165 un nuovo matrimonio sancisce l'unione tra Goffredo e Maria portando nuova pace tra i due regni un tempo nemici. Tutto ciò provoca una politica più neutrale da parte di re Stefano I di Blois che, così, decide di defezionare l'alleanza scandinava di comune accordo con il re di Scozia con il quale si lega ancora maggiormente in un'alleanza militare. Il re inglese ha fatto propria la volontà di smarcarsi dagli scomodi alleati simbolo di anni di lotta al papato e all'impero e ha sancito un chiaro riavvicinamento ai Plantageneti, forse in chiave anti-francese.
Proprio in Francia, intanto, la situazione sembra essersi stabilizzata dopo i duri anni dell'eresia catara. Grazie al grosso impegno del Duca di Provenza Alfonso Giordano e dei monaci circestensi gradualmente anche le ultime sacche dell'eresia vengono eliminate con grande plauso papalino. La situazione, pero', si complica nel 1167 quando re Luigi VII muore improvvisamente a causa dell'aggravvarsi di una ferita riportata durante una caccia con alcuni propri feudatari. La notizia scuote tutta la Francia. Nonostante il re fosse già da tempo quasi estromesso dal potere dalla moglie, l'affetto del popolino verso i regnanti capetingi e le sempre presenti leggendi sui poteri magico-taumaturgici del re creano qualche problema. Il natale del 1167 l'atmosfera a Parigi è cupa. Il secondogenito di Luigi e della potentissima duchessa Eleonora d'Aquitania, il delfino di Francia Bernardo, viene elevato al trono con il nome di Bernardo I. A causa della tenerissima età, pero', la madre ne assume la reggenza aiutata da Roberto Capeto, zio di Bernardo.
In Europa continentale il decennio si conclude con un altro decesso famoso. Nell'ottobre del 1170, infatti, muore anche Corrado III, Imperatore e Re dei Romani. La vecchiaia lo coglie stanco e disilluso, alcuni dicono mai ripresosi completamente dagli anni di prigionia turca. Alla sua morte il nipote Federico II, già Duca di Svevia, comincia la sua opera di consolidamento della sua autorità. Durante il dicembre del 1170 Federico II decide di rivendicare il titolo dei Re dei Romani. I feudi tedeschi si spaccano, mentre la Marca di Brandeburgo, la Marca di Meissen e il Ducato delle Basse Fiandre si schierano a favore di Federico II, Enrico III, cugino di Federico e Duca di Sassonia e Baviera, decide di ribellarsi. Appoggiato dal Duca di Borgogna Oddone II, dal Duca d'Austria e da quello di Carinzia sfida l'autorità dell'erede designato da Corrado. Ne approfitta immediatamente la reggente di Francia Eleonora d'Aquitania che dichiara subito il suo appoggio al duca di Borgogna. Si tratta del definitivo allontanamento tra Francia e Impero, fino a quel momento alleati nel Trattato di Aquisgrana che, già indebolito dagli anni di conflitto con gli scandinavi, cessa formalmente di esistere sulla fine del decennio. Federico II, pero', riceve anche l'appoggio da parte di Polonia ed Ungheria, entrambi gli stati sono imparentati o direttamente con lui, come l'Ungheria dove il giovane re Gèza II è genero di Federico, o come la Polonia, dove Re Miezsko è imparentato con il Marchese di Brandeburgo, ossia tra forse il maggiore sostenitore di Federico nella sua lotta per l'investitura imperiale.
Intanto in Italia la situazione è stranamente calma. L'appoggio dato da papa Vittore IV al Vincolo di Spoleto stabilizza la penisola che può guardare con serenità ai grandi sommovimenti in Europa Centrale. Mentre Venezia aumenta ancora di più i propri guadagni creando una sorta di monopolio nel commercio verso gli arabi, il Ducato di Sardegna acquisisce la Corsica dopo la controversa Assemblea di Zara che ha sancito la suddivisione dei possedimenti genovesi. A sud re Serlone I mantiene saldo il potere, l'eliminazione dei ribelli scardina in parte la struttura feudale del regno e nel 1167 Serlone fa un'epocale riforma in cui diminuisce i poteri dei feudatari in cambio di maggiori indipendenza fiscale delle regioni e della possibilità delle varie famiglie nobili di poter accedere per merito alla burocrazia regia. La riforma, ovviamente, scontenta soprattutto alcuni nobili normanno-italiani mentre aumenta ancora di più la felicità e la fedeltà dei sudditi musulmani. Tutto tace nella Repubblica di Toscana, dove il Gran Console può a buon diritto dirsi soddisfatto con l'acquisizione del contado ligure. Gli unici sommovimenti avvengono a nord, dove la Repubblica di Milano, ormai con potere dal Piemonte all'Emilia deve affrontare problemi interni dati dalle spinte indipendentiste. Tuttavia grazie al preciso sistema amministrativo le tensioni vengono allentate sebbene paiano più sopite che definitivamente risolte.
Sull'altra sponda del Mediterraneo, invece, è tempo di grandi cambiamenti. Con la fine della guerra contro l'emirato ziride il Grande Maghreb e il neonato Sultanato di Al-Misr, subito riconosciuto da Al-Ruha come legittimo successore dei fatimidi, decidono di non inglobare totalmente il territorio creando l'Emirato di Tunis sotto il controllo del nobile Ali Monsoor che da così inizio alla dinastia dei monsuridi. Immediatamente Ali, padre di uno dei più abili generali dell'esercito del Grande Maghreb, da grande risalto al mantenimento della flotta ziride e al suo potenziamento. Grazie, soprattutto, ai copiosi aiuti ricevuti dal governo maghrebino presieduto da Ibn Rushd. Intanto il neo-sultano Ayyub deve già darsi da fare con i ribelli dell'Imamato Zaiydita, sciiti del sud della Penisola Araba, ribellatosi al nuovo sultanato sunnita. La guerra non è facile, il fratello Shirkuh, accompagnato dal nipote ed erede al trono Yussuf, fatica molto anche a causa dei malcelati aiuti che l'Imamato riceva dai regni copti di Makuria ed Etiopia. Al termine del 1170 Shirkuh deve abbandonare la penisola araba con un sostanziale nulla di fatto.
Intanto in Asia il Sultano Ahmed Sanjar sta già pensando a nuovi espansionismo, forse diretto proprio contro quella Costantinopoli che nella mente del suo popolo è quasi un'ossessione. La morte, pero', lo coglie quasi ottantenne. Il figlio Mehmed, ancora studente all'accademia di Ibn-Rushd a Fez, viene richiamato e in fretta e furia viene nominato nuovo Grande Shah. Mehmed, formato in un fertilissimo ambiente filosofico, si fa subito valere come un sapientissimo sultano. L'intero regno viene modernizzato, la cultura filosofica viene introdotta grandemente e La Mecca e Medina vengono ampliate e abbellite ad uso e consumo dei pellegrini. Tuttavia il suo matrimonio con una bellissima principessa bizantina, celebrato sia con rito islamico che con rito ortodosso, crea alcuni scompensi nel regno. La scelta, a detta di molti infelice e fortemente sconsigliata dagli uomini della corte di Mehmed II, fu un capriccio del sultano stesso che, pare, impazzì per l'algida bellezza di Maria della famiglia dei Comneni, nipote del basileus Manuele I. Il 1164 è l'anno di svolta, alcuni atabeg, delle sorta di vassalli, decidono di ribellarsi capitanati dall'Emiro dell'Azerbaijan e dal Sultano di Konya. La guerra civile che ne consegue è un bagno di sangue che dura per ben sei anni. Manuele I, basileus dell'Impero Romano d'Oriente, annuncia il proprio appoggio a Kilij Arslan II, nuovo sultano succeduto al padre Mesud I. In risposta Mehmed II fa decapitare Maria e ne manda la testa a Constantinopoli. Tale evento sarà immortalato dai miniaturisti di Isfahan come gesto ispirato dal demonio e dalla pazzia a Mehmed, che tutto aveva perso per amore della moglie e ora la uccideva per vendetta. Mentre Mehmed II riceve appoggio da Mehmed I Kerman, nobile selgiuchide della Persia, Sayf al-Din Ghazi, figlio di Zengi e imparentato con i neo-sultani di Al-Misr degli Ayyub per tramite del fratello minore Nur al-Din, dichiara l'Emirato di Mosul indipendente. La guerra totale nella mezzaluna fertile crea una situazione di instabilità netta. Al termine del decennio Sayf al-Din riesce a conquistare tutto il Levante, ad esclusione di Gerusalemme ancora in mano cristiana, e l'Arabia selgiuchide compresa La Mecca e Medina. Proclamatosi Sultano di Siria quindi, riceve anche l'appoggio da parte di Ayyub I che lo riconosce come legittimo in barba al trattato di alleanza di Al-Ruha. Per Mehmed II è impossibile contrastarlo, impegnato nella sua guerra contro il Sultanato di Konya e l'Emirato di Azerbaijan, foraggiati dai bizantini. A conclusione del tutto anche Berkant, Emiro di Khazar, si dichiara indipendente complice anche la lontananza dai territori controllati e la presenza del Regno di Georgia come stato cuscinetto. Nel frattempo a Baghdad la morte del califfo Al-Muqtafì fa salire al trono il figlio Al-Mustanjid che, complice la grande amicizia tra il padre e Ahmed Sanjar, decide di appoggiare Mehmed II nella guerra.
Mentre la Georgia, il Gran Principato Kipchak e il Regno Bulgaro del Volga consolidano i loro territori tenendosi sapientemente al di fuori di queste guerre, e l'Impero Romano d'Oriente continua la sua alleanza con il Sultanato di Konya, più ad est il Sultanato Corasmio continua la sua opera di smarcamento dal Khanato dei Khara-Khitay tra alti e bassi. Intanto la dinastia ghuride completa la conquista dell'ormai decaduto Sultanato Ghaznavide e già comincia a guardare verso l'India.
Ad ovest, invece, nella Penisola Iberica tutto tace. I buoni rapporti tra il Grande Maghreb e le Spagne Unite rendono la situazione molto stabile, mentre lo Stato Templare di Lusitania è sempre più impegnato nella gestione del Regno di Gerusalemme che, nonostante le guerre nel Levante, pare godere di un invidiabile pace e serenità. I Gran Maestri Templari che si succedono negli anni si occupano, inoltre, di espandersi nei vari regni europei potenziando ancora di più le case templari sede dei vari priorati regionali.
In Africa, intanto, continuano a fasi alterne le varie guerre che vedono contrapposti i regni animisti con quelli musulmani. Al termine del decennio, comunque, siamo ancora in una fase di stallo e nessuno dei regni pare aver giovato granchè di queste guerre espansionistiche. Solo il Regno del Takrur, grazie all'amicizia con il Grande Maghreb, può prosperare maggiormente ma, di fronte all'unione dell'Impero di Wagadou e quello del Mali, unificati sotto Bello I nell'enorme Impero del Mali dopo una guerra durata per anni, ha dovuto subire un arresto della propria espansione. Nell'Impero del Mali la religione musulmana fa fatica ad attechire e la presenza ad est del Regno di Kanem-Bornu, ferventi musulmani espansionisti, è sicuramente un freno all'islamizzazione delle popolazioni animiste del golfo di Guinea. Nel Corno d'Africa, invece, tutto tace e sia a nord la Makuria che più a sud l'Etiopia e tutti gli altri stati che orbitano intorno a loro rimangono sostanzialmente in pace.