Evento Esuli dalle montagne del nord

Silen

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Nella primavera del 3952 un messaggio urgente giunge alla corte sauriana Rahonyve per tramite dei maghi reali: dalla lontana Syradamoxa una delle pattuglie confinarie che periodicamente pattuglia i confini della regione segnala l'arrivo di un gruppo di creature alate provenienti apparentemente da oltre il confine nord. Il governatore della Città degli Spiriti chiede urgentemente istruzioni su come comportarsi e in particolare auspica l'invio nella regione di un ambasciatore con esperienza nel trattare con la razza alata (gdr off, a Kairos fischeiranno le orecchie )

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Una pila di lettere giaceva sulla scrivania di Kairos, in quel mattino di primavera.

La prima, sulla cima, era una velina in carta di riso, usata spesso per le comunicazioni di palazzo. La grafia frettolosa dell'attendente personale di Athoxa lo avvertiva in inchiostro rosso: "URGENTE".

Il Principe stregone sfogliò distrattamente le altre, tutti risultati del lungo percorso delle notizie e della burocrazia imperiale. In diversa data e in diversa intestazione, il messaggio era lo stesso. "Città degli spiriti", scorse sotto i suoi occhi, "Arpie", un sorso distratto alla tazza di liquido caldo e scuro....
- Non è possibile che ogni volta che si tratta di Arpie qualcuno venga a disturbare ME, ormai dovrebbero essere capaci di...-

"Arpie provenienti da Nordest"

Quasi la tazza gli cadde di mano, mentre già si apprestava a scrivere sul pavimento istoriato nuovi circoli di teletrasporto....
 

Silen

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Giunto in città il mago venne accolto pressochè all'istante da un agitato governatore. In realtà per i parametri di una razza umanoide il sauriano non sembrava affatto preoccupato, ma per un sauriano la postura e il piumaggio arrufffato erano segni inequivocabili.
"Principe, non osavo sperare che sareste venuto voi in persona a verificare la...ah, situazione. Ma mi ritengo oltremodo fortunato che siate qui e così tutti i sauriani della Città di Giada" burocrati, pensò Kairos, avrebbero sfoggiato modi cortigianeschi ed usato eufemismi come quel "situazione" anche se si fossero trovati alla porta Tiamat in persona con fiamme e demoni primigeni al seguito "Permettetemi di condurvi dal comandante della guarnigione: lui saprà darvi un quadro migliore di quello che potri darvi io".
Il comandante della guarnigione era un sauriano tarchiato dall'aria decisa, uno di quegli ufficiali imperiali che dava l'idea di aver fatto vent'anni di servizio e che probabilmente ne avrebbe fatti altrettanti, a meno di incorrere in qualche sfortunato incidente legato al mestiere, naturalmente.
"Bene principe, non c'è molto da dire in realtà" disse il comandante senza tanti preamboli "un bel giorno una delle nostre pattuglie rientra correndo come se avesse alle calcagna un'orda di demoni urlando che uno stormo di Arpie sta invadendo la provincia. Ovviamente la prima reazione è stata di pensare avessero le traveggole dato che questo è forse l'ultimo posto dove qualcuno si sarebbe aspettato di vedere delle Alate. Ma i soldati insistevano dicendo che le Arpie in questione venivano da nord e questo, lo capite da voi, era anche peggio. Le Arpie Imperiali sono disposte quantomeno ad ascoltare un inviato e poi decidere se ucciderlo o no ma se queste sono...ah...Arpie selvagge, diciamo...chi può dire come reagirebbero? Abbiamo mandato altre pattuglie e purtroppo l'avvistamento è confermato. In effetti i nostri hanno avvistato diversi gruppi di Arpie; non conosciamo il loro numero ma alcuni di questi gruppi contano nell'ordine delle centinaia di individui. Non conosco la razza alata quanto voi ma la mia impressione è che stiano esplorando le montagne a nord della città con l'intenzione di stanziarvisi. Dalla direzione da cui arrivano potrebbero essere in fuga dalla guerra fra i drow e i nani scoloriti...sembra stiano facendo un grosso sconquasso a nord ma...." e qui il comandante si esibì nell'equivalente sauriano di una scrollata di spalle.
"Capite principe?" interloqui di nuovo il governatore "Queste Alate non sono Arpie dello stormo di Silene, per quanto ne sappiamo magari non hanno mai nemmeno sentito nominare l'Impero! Non abbiamo idea di come avvicinarle nè se siano effettivamente disposte ad ascoltare un ambasciatore. Al tempo stesso non osiamo assumere iniziative più decise; l'impero meridionale è uno stato amico, cosa direbbero a Kyrne Lamiya se venissero a sapere che abbiamo scacciato armi in pugno un gruppo di loro corrazziali? E la Regina Athoxa certo non ci ringrazierebbe se dovesse trovarsi in imbarazzo per causa nostra. Finora non ci sono stati incidenti ma si tratta di una situazione molto delicata. La vostra esperienza di diplomatico sarà inestimabile nello sbrogliare questa matassa."
 

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"Arpie selvatiche dite? Mi è giunta voce che nei deserti al Sud vi siano stormi di Cacciatrici Alate non affiliate allo stato di Silene, popolazioni dalle usanze barbare, ma con cui è possibile stringere accordi rudimentali. E' nondimeno inaudito che si trovino Arpie così a Nord, le terre da cui provengono si trovano addirittura più a sud del più meridionale dei deserti mappati."
Antiche leggende dei popoli delle montagne, e anche degli antichi Sauriani, parlavano di Furie alate, che portavano nell'Oltretomba le anime dei guerrieri. Alcune al tormento eterno, altre al dorato riposo dei gloriosi. Che si trattasse di antiche menzioni di queste arpie nordiche?

"Portatemi nell'ultimo luogo dove si sono viste stanziare, proveremo a prendere un contatto con loro"
Sperando che tra di loro non ci siano incantatrici del livello di Shiver, ovviamente....
 

Silen

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Partirono la mattina seguente, Kairos, il comandante della guarnigione (il cui nome era Varanes) e una scorta di cinque soldati. Non avrebbe avuto senso portarne un numero maggiore col rischio di apparire alle sconosciute una minaccia: per esperienza personale Kairos sapeva ormai fin troppo bene che la reazione delle arpie ad una vera o presunta minaccia, ad una "sfida" come dicevano loro, era inevitabilmente violenta e rabbiosa.
Ci volle un buon numero di giorni per avvicinarsi al confine nord: eccetto che per le montagne spianate dalla caduta della Meteora di Tamano, la regione di Syradamoxa era tutto un susseguirsi di monti e valli collegate spesso da angusti valichi; in inverno attraversare la regione sarebbe stata una impresa non da poco. Infine in lontananza Kairos scorse delle grandi figure alate che percorrevano pigramente i cieli e non ebbe alcun dubbio sul tipo di volatile che stava osservando. Il capitano Varanes, che stava guardando nella stessa direzione, grugnì e prese una mappa che portava con sè "Beh principe, sembra che ci siamo. Si sono spinte più a sud dell'ultimo rilevamento.." aggiunse pensosamente contrassegnando la mappa con una matita "come attiriamo la loro attenzione?" "Se noi le abbiamo viste, capitano, può contare che anche loro hanno visto noi" rispose il principe con l'equivamente di una scrollata di spalle "Andiamo avanti e vediamo che succede"
L'affermazione si rivelò profetica quando la mattina successiva un gruppo numeroso di creature alate puntò dritto verso i sauriani. Mentre sia vvicinavano Kairos contò una trentina di Arpie. Le creature alate fecero un giro in cerchio attorno ai sauriani poi cominciarono a scendere a terra, una o due per volta, tutto intorno ai sauriani nell'evidente itnento di circondarli e tagliare ogni via di fuga ma anche evidentemente di vedere cosa avrebbero fatto. Kairos approfittò di quella specie di balletto per dare una buona occhiata alle Arpie che aveva davanti: la maggior parte di loro era armata, con una varietà di spade a una mano, daghe, spade bastarde, persino un paio di lance. Alcune non erano armate ma il mago sauriano non era comunque disposto a sottovalutarle: era noto che le Arpie fossero pericolose anche quando combattevano solo con zanne e artigli. Anche gli abiti che portavano erano eterogenei quanto le armi: Kairos vide corte tuniche adattate senza troppi complimenti alla corporatura delle Alate, qualche abito rozzoamente intessuto che poteva essere stato di un mercante o di un contadino e qualcuno di taglio decisamente più raffinato forse frutto di razzia. Alcuni di questi abiti portavano strappi e macchie di sangue del precedente, sfortunato, proprietario. E poi naturalmente c'erano le Alate vere e proprie: con un angolino della mente Kairos notò che il piumaggio delle straniere era in genere bianco con appena un paio di alate grige a fare da eccezione. Non che il bianco non fosse presente fra le arpie dell'Impero, Shiver e la stessa Silene avevano ali candide, ma non era nemmeno così predominante. Nel complesso le nuove venute sembravano più alte e più magre delle arpie dell'Impero e ancora più ferali, cosa che il sauriano non aveva ritenuto possibile.
Non tutte erano scese a terra, notò: una mezza dozzina continuava a volare in cerchio sopra le loro teste, evidentemente pronte a intervenire in caso di sorprese. Le altre avevano completamente circondato il gruppetto di sauriani, armi in pugno e li stavano studiando con l'aria leggermente incerta: forse non avevano mai visto un sauriano prima, pensò il principe.
Bene ci siamo Kairos, è il momento di fare quello che sai fare meglio e non mi riferisco alla magia...
 

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Kairos, apparentemente tranquillo, fece segno ai soldati che lo accompagnavano di abbassare le armi.
Alzò le braccia, per far vedere alle Alate che era disarmato.
"Cacciatrici Alate, mi presento a voi. Il mio nome è Kairos, appartengo al popolo dei Sauriani che abita queste terre. Le montagne in cui siete giunte appartengono all'Impero Rahonavide, e a nome dei suoi sovrani io vi do il benvenuto nelle nostre terre."
Mentre parlava, Kairos scorreva la folla di Arpie con gli occhi, cercando di identificare se qualcuna di esse avesse poteri magici o oggetti incantati addosso.
"Sappiamo che arrivate da lontano, diteci quindi cosa vi porta fino a qui"
 

Silen

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Le arpie si scambiarono silenziosamente delle occhiate poi, dopo un silenzio abbastanza lungo da essere inquietante, una di loro risposte al sauriano
"Parlerò io con te, preda. Le tue parole non significano molto per noi, ma immagino che sia la tua razza a cacciare in questi territori." l'alata tacque per qualche istante come se stesse considerando fra sè cosa dire "Il mio nome è Vairis" aggiunse con riluttanza. Il silenzio si prolungò nuovamente per alcuni istanti infine Vairis parlò nuovamente "Non siamo qui per dare la caccia alla tua specie. Non ti basta?"
Il silenzioso esame non rivelò oggetti magici o amuleti di sorta. Ovviamente questo non implicava che non vi fosse comunque una maga nel gruppo.
 

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"Questi sono i nostri territori di Caccia, Alata Vairis, vi do il mio benvenuto. Le montagne al Nordest sono agitate dalla guerra, immagino sia quella la ragione per cui siete arrivate qui.

Ho conosciuto altre Alate, e so quanto valore date alla vostra indipendenza, e quanto poco per voi significano le usanze delle Prede che Parlano, per questo sono qui a parlarvi. Molte razze abitano le nostre terre, e alcune non si possono cacciare, anche se non parlano o non portano armi.
Abbiamo osservato un gran numero di voi volare in queste terre, che solo da poco tempo sono state strappate alle mani dei Morti Viventi.
Se starete qui, e caccerete per saziarvi, prima o poi le prede selvatiche finiranno, e vi scontrerete con gli abitanti di questa regione.

Ma le terre di caccia della mia razza sono vaste, e hanno prede in abbondanza per tutte voi. Spinte dalle ali, potrete traversarle in cerca di cibo e stabilirvi dove le Prede che Parlano non vi faranno guerra.
Accordi e Alleanze sono Concetti-Preda, lo so, ma ci sarà maggior guadagno per entrambe le parti se scenderemo a patti."
 

Silen

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Vairis scrutò Kairos con maggiore curiosità e una certa sorpresa.
"Usi parole che a noi sono familiari. Davvero hai incontrato delle nostre sorelle prima d'ora?" l'Arpia riflettè per qualche istante poi abbassò di qualche centimetro la propria arma "Forse abbiamo davvero qualcosa di cui parlare, dopotutto."
Vairis si rivolse alle altre nella lingua delle arpie ed ebbe inizio una breve discussione. Il sauriano non comprendeva la lingua delle creature alate, ma il senso della discussione sembrava evidente ovvero se le alate avessero dovuto fidarsi di Kairos oppure no. La discussione fu breve ma abbastanza intensa: il tono delle arpie era sempre piuttosto aspro ma che le alate fossero in disaccordof ra loro era evidente dalle pose aggressive, i ringhi e i sibili rabbiosi. Dopo alcuni minuti però l'opinione di Vairis sembrò imporsi sulle altre e l'arpia si voltò nuovamente verso Kairos.

"Il nostro territorio di caccia era a nord. La scorsa estate delle prede lo hanno invaso. Li abbiamo combattuti, ne abbiamo uccisi molti ma loro erano troppo numerosi. Quando abbiamo capito che avrebbero distrutto i nostri nidi abbiamo deciso di spostarci in un nuovo territorio. Alcune di noi sono andate ad est o ancora più a nord, ma molte di noi hanno con sè giovani e implumi. Portarle a nord o a est d'inverno avrebbe significato la morte per molte di loro così ci siamo dirette verso sud. Abbiamo attraversato grandi pianure ma abbiamo visto solo guerra, devastazione e morti che camminano; non c'era nulla per noi in quelle terre. Proprio quando cominciavamo a disperare siamo giunte in queste montagne" Vairis fece una pausa dopo quella succinta descrizione del loro viaggio, apparentemente per meglio scegliere le parole poi proseguì "Questi monti sono l'ideale per noi. Possiamo riposare e cacciare e nutrire le nostre giovani." lo sguardo di Vairis si indurì "Siamo pronte a combattere; preferiremmo non farlo".
 

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"Ho avuto occasione di conoscere il vostro popolo, Alata Vairis. Lontano al Sud, dove il sole è così caldo che d'inverno non cade la neve, ci sono Arpie in gran numero. Con alcune di loro negli anni ho coltivato qualcosa che si potrebbe chiamare amicizia, e ormai il vostro linguaggio mi è familiare. Inoltre ho modo di credere che, tra tutti i Senzali, noi Sauriani siamo i meglio equipaggiati per capirvi. Sarvan non ci ha fatto troppo diversi da come Sheika ha fatto voi. Le nostre società sono matriarcali, nasciamo dalle uova, mangiamo solo carne..."
Kairos scoprì le zanne in quello che per un Sauriano (o per un'Arpia) passava per un sorriso, trovandosi a ricordare le prime, terrificanti, conversazioni con le Alate
"Anche per questo noi primi tempi era difficile essere continuamente chiamato Preda. Poi una di voi ha chiamato Preda un Antico Drago, e ho smesso di offendermi. E' evidente che per voi tale termine non ha nulla a che fare con la dieta."
...
Il Principe rimase impassibile mentre le Arpie discutevano, tenendo d'occhio i soldati affinché mantenessero la calma. Fu serio al momento di riprendere la conversazione. L'idioma delle Alate ancora lo eludeva, ma era evidente che l'argomento in questione era spinoso.
"Non fraintendete le mie parole, Cacciatrice Alata. Come ho detto la tua gente è benvenuta in queste montagne. Quello che voglio dirvi è che quando arriverà l'inverno, e il cibo si farà scarso, se rimarrete nei territori dell'Impero potrete muovervi come credete in cerca di preda, trovare nuovi nidi ed espandere la vostra popolazione. L'ultima cosa che volgiamo è alzare le armi contro la Razza Alata, che non ha mai fatto del male al nostro popolo."
Kairos si rivolgeva ora a tutta la platea di Arpie, non più solo alla loro portavoce.
"Voglio solo farvi capire alcune delle complicazioni di noi Senzali, come le Alate hanno cercato di farmi capire le loro. Nel vostro Territorio di Caccia, nelle vostre montagne, immagino che oltre a voi e alla vostre Prede vi fossero anche animali dediti alla caccia. Aquile tra le cime, lupi e orsi nelle valli. E pur essendo il principale predatore, voi avete saputo lasciare carcasse per gli uccelli del cielo, quadrupedi malati per le zanne delle fiere, affinché i numeri delle prede rimanessero controllati, e i branchi sani."
Ricordava, Kairos, le descrizioni che gli aveva fatto Shiver della vita prima di Silene, gli scritti di Sabrina Glessvig sulla condizione primigenia delle Arpie. Dove Umani ed Elfi vedevano la privazione, la barbarie, un Sauriano poteva scorgere il familiare ruolo del predatore d'apice, che regola per sua stessa natura le popolazioni di tutte le specie del suo territorio. Si trattava solo di far capire alle Arpie che il nuovo territorio aveva specie ben più complesse, metodi più elaborati della decimazione per tenere in equilibrio le loro necessità. E, soprattutto, che le Arpie non sarebbero state, giocoforza, alla cima della piramide.
"Così, nel nostro Territorio di Caccia, l'Impero controlla l'equilibrio di tutte le popolazioni che lo abitano. Non solo aquile e lupi, prede e predatori, ma altre razze di Senzali, Sauriani e non, le loro usanze, le bestie che nutrono per cacciarle senza fatica... E' un sistema con molte parti, ma non è troppo difficile convivere con esso.
Soprattutto se in futuro permetterete ai nostri rappresentanti di parlare con voi, come io sto facendo adesso. Solo in caso di emergenza, è chiaro, so quanto poco siano graditi gli stranieri presso i vostri nidi. Ovviamente, se doveste avere bisogno di parlare, una vostra messaggera sarà accolta in qualunque avamposto Sauriano, e sapranno che le Alate del Nord sono affiliate all'Impero."

Chissà cosa avrebbero pensato queste Arpie selvatiche dell'Impero di Silene... meglio non dargli troppe strane idee...
"Voi siete giunte per salvarvi dalla guerra. Non posso fare altro per mostrare la nostra buonafede che offrire aiuto per i vostri feriti. Se c'è tra voi chi necessita di cure più serie, magiche e non, possiamo ospitarle e curarle. Alcune Cacciatrici sane potranno accompagnarle per assicurarsi che stiano bene, se vorrete. Vi sembrerà strano, ma molte delle Arpie che conosco vivono in edifici costruiti dai Senzali, e hanno sperimentato la vita cittadina di noi prede. Un po' alla volta potreste persino apprezzarla..."
 

Silen

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Le parole di Kairos causarono un'altra discussione ma questa volta i toni erano palesemente di stupore e meraviglia. Una delle Arpie dovette fare una qualche battuta sarcastica perchè ad un certo punto le alate ebbero una risata corale. Questa volta le Arpie sembrarono raggiungere rapidamente un accordo: Vairis guardò le sue sorelle una per una, annuì, evidentemente soddisfatta di quello che vedeva, e tornò a voltarsi verso Kairos.
"Si, tu parli come qualcuno che ha già incontrato le Sorelle. E' una sorpresa per noi ma crediamo che sia un bene, una fortuna inattesa; mai ci saremmo aspettate che una preda conoscesse le nostre usanze. Apprezziamo la tua offerta di condividere il territorio di caccia con noi; in un'altra occasione l'orgoglio ci avrebbe indotte a rifiutare di condividere il territorio con delle prede ma come ho detto siamo in greve necessità e la tua offerta è la soluzione migliore e più onorevole. Io le Sorelle qui presenti accettiiamo e siamo certe che lo faranno anche le altre".
Le Arpie annuirono e abbassarono le armi; Vairis invece avanzò fino ad essere direttamente di fronte a Kairos, alzò la mano destra e con l'artiglio dell'indice si inflisse sulla spalla sinistra una ferita a forma di croce "Per il sangue e la carne" disse Vairis e guardò Kairos con una certa curiosità. Era evidente che Vairis si aspettava che Kairos avrebbe fatto lo stesso.
 

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Nuovamente, Kairos sorrise all'Arpia.
"Sono contento che la trattativa sia andata a buon fine. Come vi ho detto, avrete permesso di transito e di caccia nei territori dell'Impero, e godrete della nostra protezione, fino a che rispetterete quei pochi, semplici Concetti Preda di cui vi ho parlato. Siete proprio sicura di non voler mandare nessuna di voi presso una città dei Sauriani? Sarebbe più facile insegnare con esempi pratici a una di voi e lei stessa potrebbe riferire ciò che a visto. Meglio che ascoltare le parole di un Senzali, qui tra le cime ventose."
Inizialmente, Kairos si chiese come avrebbero fatto le Arpie a firmare un contratto, poi le azioni di Vairis gli tolsero ogni dubbio. Kairos levò il palmo della mano destra (le spalle erano coperte da tunica, mantello e penne), e una luce azzurra e bruciante iniziò a brillare tra i suoi artigli. L'Arpia potè udire un ringhio di dolore quando la fiamma azzurra incise la carne del Sauriano. Non una croce, ma il monogramma con cui era uso firmare i documenti ufficiali.
"Per il Cielo e la Terra" Anche il giuramento era un'antica formula Sauriana.
"Il vostro Stormo ha un nome collettivo? Qualcosa con cui possiamo riconoscervi senza dubbio? Renderà più facile i contatti in futuro. Se permetterete, un inviato della Corte Imperiale trascorrerà un po' di tempo con voi, per avviare a dovere la convivenza. Sarà poco fastidioso, contrariamente a me è silenzioso, abituato a vivere all'aperto e a cacciare. E potrà seguirvi in volo."
 

Silen

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Nel vedere il sauriano giurare, Vairis annuì ed esibì una chiostra di zanne spiacevolmente acuminate in un sorriso che voleva essere cordiale. Se era stata stupita del fatto che Kairos era un mago, non lo diede a vedere. Le successive affermazioni di Kairos però non furono altrettantog radite.
"Noi siamo Cacciatrici. Noi facciamo quello che va fatto." disse in tono duro "Noi condivideremo questo terreno di caccia ma non abbiamo bisogno di 'protezione'. Non ci conosci bene come credi o non avresti mai detto una cosa del genere" l'arpia fece un gesto vago con la destra, come a dire che dopotutto era disposta a scusare Kairos per quella mancanza ma il sauriano notò che l'alata era di nuovo guardinga "Hai parlato di prede di razze diverse dalla tua ma che sono sotto la vostra...protezione. Ci dirai quali sono queste razze e noi spargeremo la voce fra le nostre sorelle che essi sono una vostra proprietà protetta. Ma non ho idea di cosa potresti usare come identificazione. Noi non siamo un vero e proprio Stormo: non abbiamo una Prima, se questo è il significato della tua domanda. Siamo venute in queste terre riunite secondo i legami del sangue e della carne e poichè tutte le sorelle portavano il medesimo fardello, proclamare una caccia condivisa è sembrata la scelta migliore per tutte noi." Vairis fece un gesto che comrpendeva sè stessa e tutte le Arpie presenti; più di una annuì nel sentire quelle parole; Vairis d'altro canto sembrava meditabonda "Questo potrebbe cambiare" aggiunse dopo un breve silenzio.
"Dobbiamo parlare alle nostre sorelle di quanto è successo qui, oggi. Quando tutto sarà deciso, io verrò con te. Ascolterò i concetti-preda a cui tieni tanto e tu in cambio mi parlerai delle nostre sorelle che vivono nel lontano sud. Non vedo come un tuo rappresentante possa tenere dietro alle sorelle, ma mandalo pure ad osservarci, se credi. Se come dici è in grado di cacciare per conto proprio non ci darà fastidio...ma non dovrà mai avvicinarsi ai nidi o noi lo uccideremo."
 

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"Protezione è un termine che ho usato in senso improprio. Non parlo di difesa, ma di opinioni... beh, altri Concetti-Preda. Ci incontreremo in questo luogo al volgere di una luna, dopo che avrete discusso fra voi. Il nostro osservatore mi seguirà in quell'occasione. Per ora, dovrebbe essere tutto."
Kairos chiuse il discorso con il più Sauriano degli inchini. Va bene trattare con i barbari, ma dimenticare l'etichetta, mai.
"Onorato di avere fatto la vostra conoscenza, Vairis."
 

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Sulla via del ritorno, accompagnato dai soldati ancora scossi, Kairos parlava animatamente con uno degli specchi di Ishitara che riservava per le comunicazioni urgenti.
"...Dovranno essere considerata qualcosa a metà tra un cittadino e una specie protetta. Stessi diritti di un suddito di fronte alla legge, ma non usano strade, non costruiscono case e non producono ricchezza..." Una voce sempre più alterata proveniva dallo specchio "Sì ma voglio vedere la faccia di un eventuale invasore quando si vedrà aggredire da uno stormo di Arpie..."
 

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Kairos si congedà dal governatore e dal capitano Varanes con la promessa di tenersi in contatto. Nel corso delle settimane successive i rapporti regolari di quest'ultimo mostrarono come le nuove venute stessero continuando ad esplorare e a stanziarsi nelle montagne, scegliendo invariabilmente le più alte e impervie. Nell'ultimo rapporto prima del nuovo incontro il rapporto di Varanes indicava che ormai l'avvistamento di piccoli gruppi di arpie dalle stesse mura della città era divenuto un evento comune. D'altro canto il buon capitano confermava anche che nessun incidente si era verificato: le Arpie sembravano intente ai loro affari e fermamente decise ad ignorare i sauriani il più possibile.

Il giorno stabilito per l'incontro non fu necessario che Kairos e la sua scorta si spingessero tanto a nord come un mese prima; vennero rapidamente avvistati e la mattina dels econdo giorni di viaggio intercettati da una ventina di Alate. Anche questa volta erano armate ma spade e lance erano riposte nel fodero e l'atteggiamento assai meno minaccioso dato che si limitarono a prendere terra a qualche passo di distanza dal gruppetto dei sauriani. Una di esse si fece avanti e Kairos la riconobbe come la portavoce dell'incontro precedente, l'arpia Vairis.
 

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Kairos questa volta era accompagnato solo da un paio di guardie. Le Arpie ancora in volo poterono assistere all'arrivo di un'aquila dall'apertura alare superiore alla loro, descrivendo larghi cerchi sulla testa del Sauriano. Una figura ancora difficile da discernere sedeva sul dorso del volatile, come una cavaliere sul cavallo.

"Bentrovata Vairis. Come promesso sono qui per accogliere una di voi presso una delle nostre città, e per presentarvi il Legato Imperiale che passerà un po' di tempo con voi"
Con collaudata teatralità, il Principe indicò il cielo mentre Kohorro e il suo Roc atterravano alzando polvere e vento.
"Come vedete, non avrà problemi a seguirvi in volo."
 

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Vairis indirizzò uno sguardo indecifrabile al Roc "Un entrata di grande effetto" commentò "hai fatto bene a presentarci in anticipo il tuo delegato. Una preda così grande e succulenta...oh si, sarebbe davvero una sfida degna. E' necessario spargere la voce fra le Sorelle che questa preda deve essere considerata immune." l'arpia si voltò verso le altre del suo gruppo e scambiò alcune parole con una di esse. Al termine dello scambio, molto più quieto delle discussioni a cui Kairos aveva assistito un mese prima, l'arpia che aveva parlato con Vairis annuì e si alzò in volo mentre quest'ultima tornò a voltarsi verso il sauriano.
"Io e le mie sorelle abbiamo parlato a lungo di te e della tua gente. La situazione in cui ci troviamo è del tutto senza precedenti fra di noi e richiede misure senza precedenti. Ricordo che un mese fa tu giurasti in nome del Cielo e della Terra. Una formula interessante ma forse inadeguata; tu e le prede della tua specie potete certamente rappresentare la Terra sulla quale vivete; ma noi soltanto possiamo rappresentare il Cielo. Per questo motivo noi che siamo giunte in questa lontana terra abbiamo deciso di formare un nuovo Stormo, lo Stormo del Clan del Cielo, come tu e i tuoi formate il Clan della Terra." gli occhi di Vairis luccicarono di orgoglio mentre parlava "Sette giorni fa tutte le Sorelle del Clan del Cielo mi hanno riconosciuta quale loro Prima."
 

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"Vi presento Kohorro dell'Orda Kadath, Legato Imperiale presso il Clan del Cielo. Coem vi ho detto, è un buon cacciatore e la sua cavalcatura può seguirvi ovunque andrete. Ci sono Roc ben più grandi di questo giovane esemplare, nelle Steppe del Nord, e altre immense, feroci creature, volanti e non. Mi auguro che in futuro alcune di voi vorranno esplorare quelle terre, e cacciare prede che un'Arpia non ha mai prima d'ora visto."

All'annuncio dell'Alata, Kairos fu sollevato e assieme sorpreso. Le Arpie si erano adeguate in fretta alla nuova situazione. Forse spiegargli il funzionamento di... quasi tutto non sarebbe stato così impossibile.

"Congratulazioni, Vairis, Prima del Clan del Cielo. Io Kairos, del Clan Rahonavide, ti riconosco come tale. Sono molti i nostri Clan, non solo uno, alcuni più importanti ed altri meno, ma questi sono particolari che avremo tempo di insegnarti. Il Sangue è importante anche per noi Senzali, e quello che uno ha nelle vene è molto più importante di quello che uno versa o beve. Quello su Cielo e Terra è un giuramento antico, che parla dei nostri Déi. I Figli di Sarvan lo Spezzato, come Sheika della prole di Apsu e Tiamat... ma non sono il più adatto a parlare di Déi e religione.
L'importante è che ora siete un solo Stormo, un solo Clan. Sono contento che le vostre traversie siano almeno servite per trovare unità."

Con un gesto, il Sauriano fu avvolto da un turbine di leggera foschia azzurrina, e iniziò ad alzarsi da terra di qualche palmo.

"Preferisco il teletrasporto al volo, ma in questa occasione potremmo viaggiare assieme verso la città di Giada. Ho fatto approntare delle stanze per voi, alla maniera di quelle in cui vivono le Arpie del Sud. In cima ad un'alta torre, con ampie aperture per consentire arrivo e partenza in volo. Vedrete, sarà di vostro gradimento."
 

Silen

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"L'unità ha i suoi vantaggi" annuì l'arpia "nel nostro territorio di caccia non seguivamo una Prima, l'unico legame era quello del Sangue e della Carne. In verità, lo preferiremmo tuttora, ma non sarebbe una cosa saggia: quando ti abbiamo incontrato abbiamo capito che in questa terra le cose sono più...complesse. Dato che conosci già le Sorelle saprai certamente che gli Stormi si formano per affrotnare situazioni nelle quali il singolo sarebbe sopraffatto; e quando si forma uno Stormo è necessario che ci sia una Prima perchè apra la via a coloro che seguono." Vairis alzò il capo con fierezza e pronunciò una frase che Kairos aveva già udito da Shiver in uno dei loro incontri "Noi siamo Cacciatrici; noi facciamo quello che deve essere fatto."

"Il tuo...legato...può unirsi alle Sorelle, come abbiamo concordato. Non abbiamo mai partecipato a una Caccia Condivisa con una preda prima d'ora...sarà interessante vedere cosa sa fare con quella bestia alata." Vairis indirizzò uno sguardo ammonitore sia a Kairos che a Kohorro "Tuttavia come ho già detto, dovrà tenersi lontano dai nostri nidi. Sappiamo che una preda può non sapere che stà rendendo offesa: per questo ho fatto girare la voce fra le Sorelle per cui ogni qual volta egli dovesse avvicinarsi troppo a un nido gli verrà dato un avvertimento. Uno soltanto. Se egli sarà saggio e se condividerà con noi forse in futuro questo divieto potrà essere tolto, ma non faccio promesse: nessuna Sorella desidera che una preda si avvicini troppo alle sue verefiglie ed è per proteggere le nostre giovani, per salvare le loro vite che noi stiamo facendo tutto questo."

Vairis annuì con aria di approvazione nel sentire come Kairos avesse organizzato la sua permanenza "E' un bene che tu abbia incontrato le nostre Sorelle del sud e che tu sappia qualcosa di noi. E' una delle cose che ci ha indotte a scegliere in tuo favore. Andiamo dunque! Durante il viaggio mi parlerai delle nostre Sorelle e del loro Territorio di Caccia. Sei certo che la tua magia basti a tenermi dietro? Nessun mago può sperare di euguagliare il vero volo" aggiunse con l'innato senso di superiorità della sua razza.
 
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