*Il sommo califfo Al-Muqtafi, cosciente della gravità del momento, provvede affinchè una missiva recante il sigillo di Baghdad, la più grande tra le città, arrivi presso Mazurcaa*
Al-Muqtafi, Califfo di Baghdad, nelle cui vene scorre lo stesso sangue del Profeta, il più perfetto tra gli uomini, apprende con spirito il proclama del nuovo signore dell'arcipelago delle isole Bālyhārs, e non può che sorridere delle crudeli parole di Muhammad bin Omar al-Andalusi.
Allorchè gli infedeli hanno deciso di muovere guerra all'emirato zengide e alla sua roccaforte di Edessa, in seno alla terra in cui è cresciuta la stirpe del Profeta, per mano del suo discendente Al-Muqtafi, Califfo di Baghdad, è nata un'azione che, benedetta da Dio, ha portato ad un'impronosticabile pace religiosa, per cui il Califfo di Baghdad, discendente di Al-ʿAbbās b. ʿAbd al-Muṭṭalib, custode dell'autentica progenie araba figlia di Allah il misericordioso, ha riconosciuto dignità religiosa all'Imam 'Abd al-Majīd al-Ḥāfiẓ, Califfo al-Qahira, per porre fine a un conflitto che il Califfo Al-Muqtafi ha riconosciuto essere inutile e dannoso per tutte le genti fedeli dell'unico e vero Dio. Di fronte al previsto attacco da parte di coloro che più di ogni altri attentano ogni istante alla libertà del popolo di Dio, e per potersi permettere la libertà di ricacciarli ora e sempre dal sacro suolo arabo, il Califfo Al-Muqtafi ha compiuto un gesto che ha decretato la fine di un’epoca, e l’inizio di una nuova.
Un’epoca in cui il pastore dei discendenti del Profeta Muhammad riconosce dignità al pastore dei discendenti di Fatima, per iniziare una nuova era di amicizia e collaborazione, nell’idea abbracciata da tutti, che sia cioè molto più utile e gradito a Dio non scannarsi tra fratelli, quando da occidente una moltitudine di laidi europei ignoranti e infedeli minaccia di annientare il popolo di Dio.
Quest’idea senza precedenti è stata resa ufficiale e inviolabile ad Al-Ruha, dove è stato stipulato un patto che lega i popoli arabi che vogliano essere consapevoli del Bene supremo cui sono tenuti a dedicare la propria vita. Ciò significa che da tutte le parti contraenti il patto, vi è stato un reciproco riconoscimento. A quest’alleanza ha aderito anche il Califfo ‘Abd Al-Mu’min, che da Fes aveva già osato rinnegare l’autorità del Califfo Al-Muqtafi, ma comprendendo le intenzioni di Baghdad, e su indicazioni del saggio Ibn Rushd, ha compreso la bontà dell’offerta, impossibile da rifiutare. Grazie a questo, gli infedeli sono stati scacciati dal nostro suolo, e adesso si apre la prospettiva di un’epoca di pace, collaborazione ed evoluzione per le genti figlie dell’unico e vero Dio.
Di fronte a tutto questo, il Califfo Al-Muqtafi, signore di Baghdad, non può che continuare a sorridere, comparando l’immensa luce del disegno divino con l’azione proditoria del neo-califfo di Madina Mazurcaa.
Il tono polemico e violento con cui è stato portato attacco verbale all’autorità del Califfo di Baghdad è degno della peggiore bestemmia, ma in questo periodo di grandi avvenimenti, il sommo Al-Muqtafi è convinto di non dover chiudere le porte della Fede a quei fratelli che, obnubilati dalle mosse degli infedeli genovesi, non sanno riconoscere la Verità di Pace e Fratellanza che accomuna le genti arabe, che da Fes a Esfahan adesso viaggiano, commerciano e collaborano tra loro.
Pertanto, il Califfo di Baghdad è pronto a dimenticare le dure parole provenienti dalle isole Bālyhārs, solo se l’autorità neo-insediata saprà recedere dalla volontà di violare e offendere la discendenza del Profeta, il più perfetto tra gli uomini, per rientrare in seno all’autorità del Califfo Al-Muqtafi, abbandonando così la dipendenza e la servitù dall’infedele genovese, mercante e mercenario di un dio inopportuno. Se così fosse, addirittura si potrebbe aprire, per Madina Mazurcaa, la possibilità di sedere insieme agli altri potentati arabi al tavolo comune imbandito ad Al-Ruha, dove stanno coloro che non potrebbero vivere offendendo Allah il Misericordioso.
Se, invece, l’eresia adottata da Muhammad bin Omar al-Andalusi, che vuole staccarsi dalla vera Fede, che proprio adesso dimostra di essere l’unica vera fede, capace di riunire i principali regni arabi, dovesse malauguratamente proseguire acuendo una ferita nel cuore del discendente del Profeta, umiliato ancor di più dal vassallaggio volgare e vigliacco tenuto al vile genovese bastardo, allora non ci sarebbe né potrebbe mai darsi pietà e misericordia, per coloro che abbandonano la strada di Dio per sposare le puttane d’occidente: non potrebbe esserci altro che la Fatwa, istantanea e perenne, per cui i fratelli arabi di Madina Mazurcaa verrebbero trattati come puttane d’occidente. L’importanza della questione concerne l’epoca in cui viviamo: non è possibile lasciare la voce a coloro che dicono bestemmie immonde, mescolandosi e mettendosi ai piedi dell’infedele che vorrebbe la morte dei discendenti di Muhammad il più perfetto tra gli uomini, e la fine dei discendenti di Fatima. La violenza della Fatwa è esattamente misericordia, nel cuore del’unico vero Dio. Se per il signore (vassallo) di Madina Mazurcaa non ci sarà illuminazione divina, come il Califfo Al-Muqtafi prega ogni giorno affinché avvenga, ovvero se non saprà recedere dall’eresia, ritornando al recinto e ribellandosi al tracotante e imperfetto giogo occidentale, allora ci sarà la Fatwa per lui e per tutti gli abitanti dell’arcipelago delle isole Bālyhārs, ovvero si darà per essi la possibilità di essere uccisi tutti, per poter essere salvati. Non si può sopportare la vista di un neo-califfato arabo succube di uno stato infedele.
Il Califfo di Baghdad, Al-Muqtafi, propone pertanto di agire insieme per trovare una soluzione che non offenda Allah il Misericordioso, prima che non sia più possibile lavare, se non nel sangue, la vile minaccia che gli è stata volgarmente posta.