Ecosistemi "semplici"

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
La Terra ha un ecosistema di una complessità incredibile, che però è estremamente delicato: l'introduzione di specie non autoctone o l'estinzione di una specie possono destabilizzare intere regioni e avere conseguenze pesanti anche oltre i confini della stessa.

Ma questa complessità è inevitabile? Voglio dire, ipotizziamo un pianeta sul quale è presente la vita: anche lì l'ecosistema sarà così complesso? I processi geologici ecc che hanno determinato la complessità dell'ecosistema terrestre sono intrinsecamente necessari alla vita (e quindi tutti i pianeti abitabili hanno un ecosistema complesso)?

Domanda collegata: in una fantascientifica colonizzazione di un pianeta abitabile ma privo di forme di vita per qualche motivo, l'umanità dovrebbe cercare di ricreare un ecosistema complesso o potrebbe limitarsi ad introdurre un TOT minimo di specie vegetali e animali per far funzionare un ecosistema più semplice, stabile e resistente?
 

Alaisch

Chosen one
Ti rispondo molto brevemente:

nanzitutto le specie occupano la loro posizione in un determinato biota
https://it.wikipedia.org/wiki/Biocenosi

Esistono tanti bioti, in ogni biota una specie occupa la sua nicchia ecologica, la cui definizione più appropriata è quella hutchisoniana
https://en.wikipedia.org/wiki/Ecological_niche

Ora bisogna premettere che la complessità dei sistemi ecologici è data dalla disponibilità delle risorse e dalla stabilità delle proprietà fisico-chimiche che lo compongono, dalle quali le specie ne dipendono la sopravvivenza.
La stabilità dei sistemi ecologici può essere riferita al fatto di quanto quei parametri ambientali si discostino, varino, durante l'anno solare.
Una forte variazione dei parametri dei sistemi ecologici fa si che la loro complessità sia bassa, ma non sia nulla, in quanto comunque le specie nel corso dell'evoluzione hanno saputo sopportare tali "stress": Letargo,diapausa migrazione, cambio di dieta.

Se ci troviamo in un sistema di cui disponga dei due elementi chiave per la vita (acqua e luce) e questi siano uniformemente distribuiti durante tutto l'anno, questo crea un effetto a cascata di complessità del sistema, che genera (letteralmente genera) nicchie ecologiche prima inesistenti, da scale spaziali enormi a minuscole (dove per minuscole non intendiamo solo i fattori di fisico/chimici generali, ma anche interazioni con altre specie).

Ipotizziamo adesso.

Riprendendo quanto detto sopra, se le condizioni non mutano molto, se le condizioni persistono senza agenti caotici esterni, il sistema diventerà inevitabilmente complesso, a causa della competizione tra le specie per accedere a sempre più specifiche risorse disponibili durante l'anno planetario in questo caso.

Non si può ricreare un sistema ecologico a causa del concetto ad essso relativo di proprietà emergente.
La proprietà emergente https://it.wikipedia.org/wiki/Biocenosi è quel fattore empirico dovuto a molteplici interazioni che fa si che un sistema funzioni, e questo è dovuto esclusivamente alle interazioni delle specie con l'ambiente e tra di loro. Per ricreare le condizioni dell'ecosistema dovresti conoscerne la sua proprietà emergente.

Esempio, se io teletrasporto un cubo di 100X100 m, contenente tutte le forme di vita al suo interno, nel mio giardino botanico, perderò le caratteristiche dell'ecosistema, non saprò ricrearne la sua funzione, a causa della proprietà emergente, le cui funzionalità possono anche non dipendere solamente dalla scala da me considerata, spaziale (perchè le interazioni possono interessarsi anche più lontano di 100m), temporale (perchè un ecosistema è "pulsante", io stò teletrasportando quelle interazioni che stanno avvenendo in quel momento, ma possono esservene altre che avvengono durante altri momenti lungo l'anno, a volte poi ci sono eventi che interessano l'ecosistema anche oltre l'anno).
 
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Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
Quindi non abbiamo neanche un'idea di come sia possibile ricreare un ecosistema funzionante in unipotetico, per dire, marte terraformato?

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Alaisch

Chosen one
La cosa più logica da fare è partire dalle piante.

Sappiamo che esistono delle fitocenosi elementari che insieme formano una sorta di associazione vegetale https://it.wikipedia.org/wiki/Fitosociologia
ora però queste associazioni vegetali seguono il concetto di colonizzazione, ossia si parte da 0 e si arriva al climax https://en.wikipedia.org/wiki/Climax_community.

Quindi si dovrebbe emulare questo meccaniso su tutto il pianeta da 0, ossia primi licheni, piante pioniere, associazioni di piante pioniere, pioniere/arbusti, arbusti, arbusti/piante a fusto legnoso, associazioni di piante a fusto legnoso, climax.

In teoria le piante dovrebbero fare il loro lavoro, ma non stai ricreando un ecosistema terrestre, stai solo facendo crescere in esatta successione piante che dipendono da altre per sopravvivere.

Il problema viene dopo. Non avendo un sistema ecologico io ipotizzo queste piante cominciano ad arrivare si al climax, ma diventano vere e proprie infestanti del pianeta, non avendo alcuna forma di controllo da parte di altri organismi.
Ed è qui che dovresti introdurre agenti controllori, tipo fauna, che potrebbero ammazzarne tutti dato che l'ecosistema è unico (si gli ecosistemi comunicano tra loro) e dato che la biodiversità è minima, ma secondo me è inevitabile.

Quindi il mio consiglio sarebbe quello di lasciar fare una volta avviato il processo.
Tipo far esplodere climax di un'associazione vegetale, e poi lanciare a random fattori di controllo che a loro volta esplodono fino ad instaurare uno pseudo-equilibrio,sperando che tutto non vadi a puttane.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
Per tentativi insomma. E il risultato tenderebbe ad aumentare in complessità col tempo giusto?

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