Balto
Ninja Skilled!
Sua Grazia Jacopo I Torriani era sempre stato un abile duellante, e quotidianamente si esercitava nell'Arte della scherma, a palazzo infatti, dimoravano alcuni dei migliori magistri di scrima dell'epoca, di cui Jacopo Della Torre si era circondato.
Magistro Goffredro scharmitor (schermidore), era il più abile e rinomato dei magistri al servizio del Duca, al quale molto aveva insegnato, e benchè il vecchio magistro fosse ancora un avversario temibile, l'età ormai si faceva sentire anche per lui, i riflessi non più quelli di un tempo.
Pertanto, per non veder dilapidata e dimenticata la conoscenza del magistro, Jacopo gli chiese di codificare le sue conoscenze e tecniche in un manoscritto, in modo da tramandarle ai posteri.
Come tutti i magistri dell'Arte, Goffedro era restìo alla divulgazione delle tecniche di scrima, poichè l'Arte non doveva essere insegnata a donne e contadini, Goffedro non poteva certo controllare chi leggesse ed imparasse dal suo manoscritto, ma per amore dell'allievo, acconsentì, ed affiancato da alcuni iconografi ed ammanuensi, compì l'opera voluta dal Duca, codificandola tuttavia, di modo che solo chi già avesse una base dell'Arte della Scrima potesse trarne un qualche vantaggio ed usufruirne.
E così il Duca di Milano potè aggiungere alla Sua biblioteca personale il primo vero trattato sull'arte della scherma.
In seguito, com'era usanza dei maestri medievali, vari magistri si alternarono nella rivisitazione del trattato ed all'inserimento di materiale aggiuntivo, così l'opera crebbe nel tempo, portando poi alla codificazione del testo oggi conosciuto come Manoscritto I-33 o London Tower Fechtbuch (poichè lì ritrovato), che a sua volta contribuì al Flos Duellatorum in armis, sine armis, equester et pedester.
Magistro Goffredro scharmitor (schermidore), era il più abile e rinomato dei magistri al servizio del Duca, al quale molto aveva insegnato, e benchè il vecchio magistro fosse ancora un avversario temibile, l'età ormai si faceva sentire anche per lui, i riflessi non più quelli di un tempo.
Pertanto, per non veder dilapidata e dimenticata la conoscenza del magistro, Jacopo gli chiese di codificare le sue conoscenze e tecniche in un manoscritto, in modo da tramandarle ai posteri.
Come tutti i magistri dell'Arte, Goffedro era restìo alla divulgazione delle tecniche di scrima, poichè l'Arte non doveva essere insegnata a donne e contadini, Goffedro non poteva certo controllare chi leggesse ed imparasse dal suo manoscritto, ma per amore dell'allievo, acconsentì, ed affiancato da alcuni iconografi ed ammanuensi, compì l'opera voluta dal Duca, codificandola tuttavia, di modo che solo chi già avesse una base dell'Arte della Scrima potesse trarne un qualche vantaggio ed usufruirne.
E così il Duca di Milano potè aggiungere alla Sua biblioteca personale il primo vero trattato sull'arte della scherma.
In seguito, com'era usanza dei maestri medievali, vari magistri si alternarono nella rivisitazione del trattato ed all'inserimento di materiale aggiuntivo, così l'opera crebbe nel tempo, portando poi alla codificazione del testo oggi conosciuto come Manoscritto I-33 o London Tower Fechtbuch (poichè lì ritrovato), che a sua volta contribuì al Flos Duellatorum in armis, sine armis, equester et pedester.
libera interpretazione e rivisitazione di avvenimenti reali, per notizie storicamente e cronologicamente accurate sui trattati di scherma medievale documentarsi indipendentemente
