GDR Domini di Kharabas - La storia delle origini originali

Wally87

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Molte civiltà trovano la loro origine in miti perduti, antiche leggende, racconti ancestrali.

Forse in qualche libro perduto, in una angusta e dimenticata libreria si potrà trovare lo sfarzo di grandi regni dei Cat-sidhe, di imperi commerciali e grandi meraviglie.

Di sicuro non è il caso di Kharabas. La storia è molto recente.

Così come tutte le storie che si rispettino la fondazione dei Domini di Kharabas trovano la loro origine nel sangue.

Questo ci riporta a come era agli albori dell’anno 1419. La regione che ospita la più grande città del Dominio era nota come Tanah Avi e la sua città era Kassel.

La nobiltà era completamente umana e in molti casi marcia nell’animo, così come chi ne faceva da padrone: il Duca Ezechiele Luwigner, fedele vassallo dell’Imperatore.

La stragrande maggioranza della popolazione libera era composta dai così detti cittadini di seria A e di serie B.

Mentre le altre razze sub-umane erano divise tra servitori e schiavi.

Tra la servitù la grande maggioranza era composta dai felidi umanoidi, mentre i loro fratelli più imponenti erano tristemente destinati alla schiavitù.

Non perché fossero le loro terre natie e ancestrali, ma principalmente per il feticismo del nobile che ne impiegava le femmine come sguattere personali.

La piaga non aveva certo migliorato la condizione di vita della popolazione. Ma come tutte le malattie colpì sia il ricco che il povero. Estinse intere linee nobiliari. Così come intere famiglie di braccianti e di pescatori. Ma soprattutto portò via al Duca i suoi tre eredi umani.

All’inizio del 1420 accadde una cosa alquanto insignificante, Luwinger sfogò le sue frustrazioni su alcune serve fino a portarle alla morte. Un avvenimento che capitava un paio di volte l’anno.

Dopo tutto erano solo Cat Sidhe, mille di loro non valevano un solo umano, figurarsi un nobile!

Ma questa aveva dato alla luce uno mezzo sangue, uno dei bastardi del Duca.

Ed è così che gli ingranaggi del destino hanno cominciato ad andare alla rovescia.

Il giovane alimentato solo dalla forza dell’odio, cominciò a pianificare la propria vendetta.

Tutti i cani imperiali avrebbero dovuto pagare per tutti gli anni di soprusi.

Così, in modo silente e impalpabile, alcune figure si avvicinarono l’un l’altra come da mosse da una forza invisibile. Come fossero parti di un grande meccanismo.

Un mezzo sangue bastardo, due mezzo sangue bastardi, un miliziano, un docente, un gatto da compagnia, un contrabbandiere, un pirata, un servitore. Questi furono alcuni degli attori di quell’anno.

Un astuto Cat Sidhe cominciò a recapitare al Duca selvaggina fresca quotidianamente.

“Un omaggio dal mio signore per vostra grazia” esordiva ogni volta all’uscio della casa del nobile.

E quando le guardie gli chiedevano chi fosse questo signore così generoso o scaltro, esso rispondeva sempre “il Marchese di Kharabas”.

I giorni passarono veloci e il Duca era sempre più interessato a questo generoso Marchese.

Fin quando quel servo invece di arrivare di consueto con della selvaggina o del pesce fresco, trottò urlando che la nave del Marchese era stata presa dalla corrente ed era entrata in un banco di nebbia.

Le continue offerte e l’abuso di alcool aveva reso il marchese meno vigile. Salpò col primo peschereccio ancorato in porto alla volta del banco di nebbia.

Quello che non si sarebbe aspettato fu di trovare dei Pirati che passarono a fil di spada chi tra i suoi soldati gli era fedele. Con suo grande stupore uno dei suoi miliziani era complice di quell’inganno.

Grande fu lo stupore quando scoprì che le navi obbedivano ad una immonda mezzo sangue e che tutti loro prendevano da un ancora più immondo mezzosangue. Ma mai quanto la rivelazione che i due erano dei suoi bastardi a cui lui stesso aveva tolto le madri.

La sceneggiata del padre amorevole e pentito non fece altro che agitare gli animi.

Il maschio con le proprie mani recise il capo del proprio genitore e ne buttò il corpo nelle acque.

Da quel momento l’escalation fu sorda e violentissima. Chiunque si mettesse sulla loro strada finiva per perdere la propria vita sotto le lance degli ex schiavi o sotto il loro spaventoso carro da guerra. Le esegue forze superstiti della nobiltà vennero annientate. La testa del tiranno venne impalato in pubblica piazza e lasciato lì perché i rapaci si cibassero delle sue carni. Così come accadde al suo seguito. Quel gruppo di insorti si diede il nome di Domini di Kharabas, per simboleggiare che su di loro l’impero non aveva più potere alcuno e per celebrare l’inganno perpetrato.

La città prese il nome di Singantaaji, che nella lingua nativa dei Cat Sidhe vuol dire corona spezzata.

Mentre il mezzo sangue da cui tutto ebbe origine venne osannato col titolo di Manip, ovvero il capo assoluto del popolo nella lingua dei Cat Sidhe.
 
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