Diploannessione DD - Picco di Sarvan

EuanIronfist

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Una delegazione guidata da Ordo partì alla volta dei picchi a Nordi dei Monti dell'Alba, con il solito intento di sondare le acque per un'eventuale colonizzazione da parte dei nani. Non sapevano che cosa potesse aspettarli in quei passi montani, ma cercarono non di meno qualsiasi segno di vita civilizzata.

@Silen
 

Silen

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Il Picco di Sarvan, un massiccio montuoso che culminava con la vetta che dava il nome alla regione, era uno dei territori più impervi del nord, tanto che i sauriani lo avevano intitolato alla loro divinità atavica, Sarvan lo Spezzato, e per buone ragioni. Persino una popolazione abituata ai monti come i nani era in difficoltà di fronte a quella distesa di erti pendii, burroni, crepacci, vette difficili o impossibilid a scalare. Non vie ra da stupirsi se anche prima della guerra nonsi era mai sviluppato nessun insediamento degno di essere nominato.
A tutto questo c'erano da aggiungere gli effetti della contaminazione la cui presenza divenne prestoe vidente agli esploratori del Dawi Drakkal. Nella regione regnava una bizzarra atmosfera, bizzarre aurore si accendevano nei cieli illuminando il terreno con bagliori di colore innaturale.
 

EuanIronfist

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Il gruppo guidato da Ordo si muoveva lentamente attraverso la regione, di strade neanche a parlarne e spesso dovevano ricorrere all'equipaggiamento da arrampicata per riuscire a superare le difficoltà che quei monti offrivano loro. Il tutto era reso surreale dalle strane luci che illuminavano il cielo anche nelle ore più luminose del giorno.

Ordo si fermò a bere un sorso dall'otre in pelle di capra e si mise a guardare l'ennesimo spettacolo che quelle luci offrivano. Scosse la testa. Non sapeva cosa fosse peggio, se il dover stare così all'area aperta con il cielo sopra di lui, o quello strano fenomeno.

Dovremo costruire una strada come quelle delle vecchie roccaforti di Nagrond. Sottoterra, dove si può andare dritti! Anziché fare questo saliscendi...

Non poté però fare a meno di osservare che un territorio così aspro, avrebbe offerto anche una naturale protezione contro eventuali assalitori, si mise ad osservare i picchi per cogliere dove sarebbe stato più opportuno piazzare fortificazioni e torri di guardia. Isran avrebbe certamente saputo dove costruire il tutto... Ma prima di far mettere piede alla fanciulla in questo luogo andava trovata la causa, se di questo si trattava, delle luci nel cielo.
Sempre che di causa si trattasse, magari queste luci non erano un effetto ma... Scosse di nuovo il capo sospirando, meglio non pensarci troppo ora.

"Proseguiamo ancora prima che faccia buio. Ho visto una sporgenza sotto cui potremo accamparci per la notte oltre questa cresta mentre scendevamo dalla cima. Domani proseguiremo alla ricerca di qualsiasi cosa generi queste luci."

Giunsero nel luogo preposto giusto in tempo per l'ora della preghiera. Eseguiti i doveri del montare l'accampamento, e lasciate due sentinelle di guardia, il resto del gruppo si voltò in direzione di Karaz-a-Drakk ed iniziò a pregare, esattamente quando il blu del cielo raggiungeva la corretta sfumatura.
 

Silen

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In quel preciso istante si udì distintamente una voce disincarnata sussurrare nelle orecchie dei presenti Tornate indietro.
Ma per quanto i nani cercassero tutt'attorno a loro non si vedeva anima viva. Proprio mentre gli esploratori cominciavano a chiedersi se fossero stati vittime di qualche tipo di allucinazione collettiva la voce incorporea echeggiò di nuovo Voi non appartenete a questo luogo.
 

EuanIronfist

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Il momento della preghiera era stato interrotto da un'empia voce nell'aria. Ordo si girò a guardare le sentinelle poste a guardia dell'accampamento, ma il loro sguardo spaesato gli fece capire che non vi era nulla nella loro vicinanze.

"Chi parla e ci intima di lasciare questi monti?" Chiese ad alta voce "A chi appartiene questo luogo?"

Ordo tese le orecchie per cercare di capire se la voce prevenisse da un luogo in particolare, alzò anche gli occhi verso le luci in cielo, osservando se queste mutassero o avessero qualche tipo di cambiamento mentre la voce parlava.
 

Silen

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A me. A noi. Noi che rimaniamo, noi che perduriamo, noi che osserviamo. Voci che lamentano ciò che hanno perduto, voci che avvertono i viandanti poichè non incontrino il nostro stesso fato, voci che mettono in guardia da ciò che vi aspetta innanzi. Tornate indietro, lasciate questa terra maledetta.
La voce pareva venire da tutte le direzioni e da nessuna, pressochè impossibile capirne la provenienza in quel guazzabuglio di echi.
 

EuanIronfist

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Non si capiva da dove venissero le voci, gli echi amplificati e rimbalzati dagli strapiombi e pareti di roccia tutt'intorno al gruppo.
Una cosa era però certa: chiunque stesse parlando, un'entità o una moltitudine, non pareva voler dare risposte dirette.
Ordo sospirò, tanto valeva provare a chiedere.

"Dimmi o voce nell'aria, chi o cosa ci attende più avanti? Da cosa cerchi di metterci in guardia?" Non volva certo sommergerlo di domande, ma ad ogni frase udita mille altre ne sgorgavano "Chi eravate? La popolazione che abitava questi irti pendii 300 anni orsono?"

Valeva la pena raccogliere più informazioni possibili prima di continuare ad esplorare la regione, di certo non poteva tornare a casa con solo un racconto del genere... Era però anche vero, che intendeva ritornarci a casa e una fuga precipitosa da quel luogo non pareva un'opzione percorribile in caso di estremo pericolo.
 

Silen

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"Probabilmente stanno cercando di metterti in guardia da me. Ma è troppo tardi ormai"
Alle spalle del gruppo, fuoriuscito da un crepaccio era emerso un bizzarro essere che sembrava essere uscito da un incubo delirante. Sembrava essere una specie di incrocio fraun drago e una tartaruga, giantesco, gli arti lunghissimi e terminanti in mani a sei dita dagli artigli affilati, la testa nettamente rettiloide ma la corazza in tutto e per tutto simile a una enrome tartaruga. Sulla schiena ilguscioe ra costellato da decine di volti, alcuni che si lamentavano e gemevano, altri che ancora pronunciavano avvertimenti o imploravano i nani di fuggire.
"Succede sempre così, gli sciocchi sif ermano a conversare con le mie vittime e in questo modo mi facilitano il compito di trovarli" la creatura sogghignò, un orripilante sorriso zannuto.
 

EuanIronfist

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Ordo sobbalzò alla vista dell'orrore. Erano proprio caduti nel suo tranello.
Il gruppo non perse tempo nel cercare un'ulteriore soluzione diplomatica e mentre le sentinelle si mettevano in posizione per guadagnare del tempo, il resto del gruppo cercò di dirigersi il più velocemente possibile verso la salvezza.
Ordo cercò di sfruttare tutte le sue doti per meglio fuggire alla creatura, era imperativo riuscire a tornare a fare rapporto.

spero che il tartaruga drago sia almeno lento, sennò son fottuto ahahaah
 

Silen

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Ordo riuscì a sfuggire alla trappola grazie principalmente alle sue doti di Sicario (gdr off, risultato favorevole al tiro salvezza) e al sacrificio dei suoi compagni. Gli altri nani vennero uccisi e divorati dall'essere msotruoso.

Nel caso che te lo stia cheidendo, si una battaglia con il mostro del picco, è di difficoltà decisamente elevata
 
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