L'Arconte Reb Joshua Langelaan era in piedi di fronte al suo tempio personale, nella sua stanza. Si trovava a bordo dell'immensa Kirov, in orbita intorno al sole del sistema di Callax. Langelaan non vedeva né l'altare, né la stanza, che del resto era spoglia e lugubre come il resto della nave; Langelaan era un Infranto.
I suoi occhi bruciati erano stati asportati da tempo immemore, ma non ne aveva mai avuto bisogno. La forma della materia gli era sconosciuta e poteva contare su una diversa percezione di essa, un percezione più intima. Il suo corpo era devastato dalla sua condizione, ma si ostinava a camminare giorno dopo giorno. Non aveva bisogno neppure di morire, tutto sommato.
Inginocchiarsi di fronte all'altare era solo una forma di rituale, quindi, ma che Langelaan osservava coscenziosamente ogni giorno quando nella nave risuonava una amara nota attraverso il sistema di comunicazione interna.
Come ogni giorno, quindi, si inginocchiò di fronte all'altare, ma quello che successe fu totalmente diverso dal solito.
La sua concentrazione venne bruscamente interrotta da sussurri, intensi come non ne sentiva da ere: innumerevoli voci alieni penetravano direttamente il suo cranio suggerendo infinite condotte e azioni, fornendo informazioni e farneticazioni incomprensibili o inutili.
Non poteva vederlo ma sicuramente ne avvertì il calore: sangue zampillava da decine di ferite sul suo martoriato corpo, che si chiudevano e riaprivano in posti diversi combattendo contro l'innato potere di Langelaan.
Una mente straordinaria sarebbe stata schiacciata ma l'Arconte le aveva addestrate, le menti straordinarie, e non sarebbe stata certo questa intrusione a distruggere la sua volontà. Debellato l'effetto sorpresa venne fatta chiarezza sulle voci, purgate le inutili e le interferenze.
Il sangue smise di defluire e le emoraggie cicatrizzarono con dolore. La realtà tornò sotto la visione dell'Arconte: due coriacee guardie lo stavano trascinando a farsi medicare credendolo al punto di non-ritorno, ma per la loro solerzia le redarguì e gli impose di essere scortato dall'Esarca della Kirov: da giorni stavano archiviando le preziose informazioni sul passato e sul presente recuperate nell'ultima missione, ma lui era in possesso di informazioni sull'immediato futuro.
<<Datazione aggiornata: 50.015>>
I suoi occhi bruciati erano stati asportati da tempo immemore, ma non ne aveva mai avuto bisogno. La forma della materia gli era sconosciuta e poteva contare su una diversa percezione di essa, un percezione più intima. Il suo corpo era devastato dalla sua condizione, ma si ostinava a camminare giorno dopo giorno. Non aveva bisogno neppure di morire, tutto sommato.
Inginocchiarsi di fronte all'altare era solo una forma di rituale, quindi, ma che Langelaan osservava coscenziosamente ogni giorno quando nella nave risuonava una amara nota attraverso il sistema di comunicazione interna.
Come ogni giorno, quindi, si inginocchiò di fronte all'altare, ma quello che successe fu totalmente diverso dal solito.
La sua concentrazione venne bruscamente interrotta da sussurri, intensi come non ne sentiva da ere: innumerevoli voci alieni penetravano direttamente il suo cranio suggerendo infinite condotte e azioni, fornendo informazioni e farneticazioni incomprensibili o inutili.
Non poteva vederlo ma sicuramente ne avvertì il calore: sangue zampillava da decine di ferite sul suo martoriato corpo, che si chiudevano e riaprivano in posti diversi combattendo contro l'innato potere di Langelaan.
Una mente straordinaria sarebbe stata schiacciata ma l'Arconte le aveva addestrate, le menti straordinarie, e non sarebbe stata certo questa intrusione a distruggere la sua volontà. Debellato l'effetto sorpresa venne fatta chiarezza sulle voci, purgate le inutili e le interferenze.
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Il sangue smise di defluire e le emoraggie cicatrizzarono con dolore. La realtà tornò sotto la visione dell'Arconte: due coriacee guardie lo stavano trascinando a farsi medicare credendolo al punto di non-ritorno, ma per la loro solerzia le redarguì e gli impose di essere scortato dall'Esarca della Kirov: da giorni stavano archiviando le preziose informazioni sul passato e sul presente recuperate nell'ultima missione, ma lui era in possesso di informazioni sull'immediato futuro.
<<Datazione aggiornata: 50.015>>