Cronaca della I apertura: Callax

[S]ir[B]ardiel

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L'Arconte Reb Joshua Langelaan era in piedi di fronte al suo tempio personale, nella sua stanza. Si trovava a bordo dell'immensa Kirov, in orbita intorno al sole del sistema di Callax. Langelaan non vedeva né l'altare, né la stanza, che del resto era spoglia e lugubre come il resto della nave; Langelaan era un Infranto.

I suoi occhi bruciati erano stati asportati da tempo immemore, ma non ne aveva mai avuto bisogno. La forma della materia gli era sconosciuta e poteva contare su una diversa percezione di essa, un percezione più intima. Il suo corpo era devastato dalla sua condizione, ma si ostinava a camminare giorno dopo giorno. Non aveva bisogno neppure di morire, tutto sommato.

Inginocchiarsi di fronte all'altare era solo una forma di rituale, quindi, ma che Langelaan osservava coscenziosamente ogni giorno quando nella nave risuonava una amara nota attraverso il sistema di comunicazione interna.

Come ogni giorno, quindi, si inginocchiò di fronte all'altare, ma quello che successe fu totalmente diverso dal solito.

La sua concentrazione venne bruscamente interrotta da sussurri, intensi come non ne sentiva da ere: innumerevoli voci alieni penetravano direttamente il suo cranio suggerendo infinite condotte e azioni, fornendo informazioni e farneticazioni incomprensibili o inutili.
Non poteva vederlo ma sicuramente ne avvertì il calore: sangue zampillava da decine di ferite sul suo martoriato corpo, che si chiudevano e riaprivano in posti diversi combattendo contro l'innato potere di Langelaan.
Una mente straordinaria sarebbe stata schiacciata ma l'Arconte le aveva addestrate, le menti straordinarie, e non sarebbe stata certo questa intrusione a distruggere la sua volontà. Debellato l'effetto sorpresa venne fatta chiarezza sulle voci, purgate le inutili e le interferenze.

cerca il sigillo sul secondo pianeta


Il sangue smise di defluire e le emoraggie cicatrizzarono con dolore. La realtà tornò sotto la visione dell'Arconte: due coriacee guardie lo stavano trascinando a farsi medicare credendolo al punto di non-ritorno, ma per la loro solerzia le redarguì e gli impose di essere scortato dall'Esarca della Kirov: da giorni stavano archiviando le preziose informazioni sul passato e sul presente recuperate nell'ultima missione, ma lui era in possesso di informazioni sull'immediato futuro.

<<Datazione aggiornata: 50.015>>
 

[S]ir[B]ardiel

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Situazione?

La reazione ostile è conclusa. La flotta nemica non è più, e il sistema stellare Callax è sotto presidio. Isolate navi private vengono catturate o abbattute.

Perdite?

Trascurabili.

Le NOSTRE perdite non sono MAI trascurabili, Bismuth. Non dimenticarlo più o le vedrai direttamente dalla prima linea. Recuperate i relitti, ci farà comodo quel materiale e anche studiare questa differente tecnologia: è superata ma potrebbe avere qualche interessante applicazione.

Eseguo.

Voglio anche un sistema di traduzione per la lingua dei callaxiani. Catturate e disabilitate i loro sistemi di comunicazione a lunghe distanze. Dirama ordine ai corpi d'assalto di prepararsi, informali che avranno ciascuno un obiettivo differente e chi riporterà il miglior successo godrà dei migliori privilegi. Il fallimento godrà di scherno e punizione.

Sarà fatto, Anarca.

Un ultimo compito. Fammi sapere come ci chiamano.
 

[S]ir[B]ardiel

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Inizia il rapporto.

Gli sbarchi sono avvenuti in maniera ottimale, gli assalti condotti con precisione ed efficienza. Angron e Demeter hanno trovato poca resistenza e la vittoria è stata rapida, Abaddon ha combattuto una difesa più preparata ma ha trionfato: tre dei quattro pianeti sono sotto controllo, l'ultimo pianeta si appresta a capitolare. La copertura coi bombardamenti si è rivelata più efficace del previsto, le loro strutture non erano predisposte a reggere l'urto dei nostri sistemi d'arma. Lo stesso si può dire delle loro protezioni personali. Sono sfuggite diverse navi dal sistema.

Ci sono evidenti margini di miglioramento su entrambi i lati. Perdite?

Unica perdita rilevante è stata subita da Perturarbo sul pianeta capitale, ma l'obiettivo può comunque dirsi già raggiunto. Un corpo d'assalto è stato prevaricato numericamente e non è stato possibile rinforzarlo.

La missione di Angron?

Successo, si procederà al recupero assieme alle altre consuetudini. I Posseduti sono entusiasti, specie per l'affidamento dell'operazione ad Angron.

Lo immaginavo. Puoi andare ora, emetti un comunicato in direzione del pianeta che resiste, ho lasciato il testo sul ponte di comando. Assicurati che le operazioni avvengano in modo impeccabile. Lascio queste formalità a te, io supervisionerò l'esplorazione e lo sviluppo per il momento. Avvisa inoltre l'Arconte Rebsha del successo ottenuto sul mondo terrestre da lui indicato.

Sarà fatto, Anarca.
 

[S]ir[B]ardiel

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Sistemi di trasmissione telematica vengono dirottati e viene inoltrato il seguente messaggio audio al pianeta Callax III

L'Anarca rivendica per l'Impero il sistema di Callax e intima all'illecito governo di Callax III di arrendersi immediatamente.
Il prezzo per la vostra oltraggiosa occupazione sarebbe lo sterminio, ma il valore in battaglia vi ha portato una possibilità.
La resa è l'unica richiesta, non ci sarà spazio per concessioni, contrattazioni o condizioni.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
La risposta non si fa attendere. Dalle artiglierie della Guarnigione Planetaria di Callax III, settore di Bran, si levano boati impressionanti pochi istanti prima che la pioggia di proiettili colpisca duramente un saliente degli invasori. Lo sbarramento dura circa due ore, poi vengono lanciati attacchi concentrici sui tre lati delle posizioni avanzate nemiche.

L'inaspettato contrattacco prende di sorpresa le truppe aliene nel settore, che sono costrette ad indietreggiare di gran carriera abbandonando il saliente stesso. La ritirata rischia di diventare rotta precipitosa, quando intervengono possenti figure in armatura potenziata che sparano senza pietà su chi stava già fuggendo dalle proprie posizioni.

Una volta brutalmente fermata la rotta, quelli che sembrano ufficiali riorganizzano le forze aliene e respingono ulteriori assalti degli Umani di Callax III nella regione di Bran. Il saliente è perduto, ma la guerra è ancora lungi dall'essere decisa. Bran è solo un tassello del grande mosaico.

Poco dopo il contrattacco una breve comunicazione viene diretta dal pianeta verso le navi aliene in orbita:


"Non abbiamo mai avuto dubbi sulle vostre intenzioni genocide, quindi risparmiateci queste stronzate sulla resa onorevole. Sputerete sangue per ogni metro di Callax III che calpesterete."
 

[S]ir[B]ardiel

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Come risposta i bombardamenti orbitali si fanno più insistenti, mentre gli osservatori notano l'avvicinamento di diversi satelliti al pianeta.
Amplificatori saturano l'aria tra una salva e l'altra con la tetra litania degli assalitori, cantata in una lingua antica per ringraziare della giusta morte che si apprestano ad elargire.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
La consueta salva delle 3 svegliò bruscamente Phraates dal suo sonno tormentato, nella sua cuccetta. Nonostante fosse in servizio al fronte da mesi non ci aveva ancora fatto l'abitudine, mentre la maggioranza dei suoi compagni dormiva come se niente fosse, troppo esausta per svegliarsi. Gli unici svegli e agitati erano lui e le quattro nuove reclute del suo stesso plotone, arrivati al mattino precedente.

Li guardò alzarsi precipitosamente e iniziare a vestirsi in fretta e furia. Già uno si avviava inciampando con uno scarpone infilato a metà verso il loro sergente. Phraates non se la sentiva di lasciarlo al destino di urla e improperi che il sergente gli avrebbe riservato per il resto del suo servizio nel plotone, e lo fermò.

"Che fai, recluta? Non è il nostro turno in trincea, tornatene a letto."

"M-m-ma signore s-siamo sotto attacco!"

Balbettava dal nervosismo povero ragazzo, e confondeva i gradi. Ci vuole del tempo per "indurirsi", come dicono i veterani. "Non sono un signore e non è il nostro turno. Il nemico attacca ogni giorno e ogni notte, è per questo che esistono i turni in trincea. Domani tocca a noi e quindi dobbiamo riposarci: tornatevene a letto e imparate a dormire sotto le bombe."

Se ne tornarono alle cuccette, confusi e nervosi. Phraates si girò di nuovo sulla schiena, guardando il soffitto bagnato di umidità a poche decine di centimetri dal suo naso. Il nemico attacca ogni giorno e ogni notte. Vero, e tuttavia riuscivano ancora a tenere la linea in quel settore. Girava voce che altrove il nemico avanzasse, che le cose andavano male, che iniziavano a scarseggiare le munizioni e le riserve erano al limite.

In molti pensavano non ci fosse speranza, ma i bagliori all'orizzonte testimoniavano quanta poca scelta avessero. Arrendersi e sperare nella compassione dei vincitori non aveva senso: i bagliori provenivano da intere città che venivano saccheggiate e distrutte. Gruppi di profughi attraversavano la terra di nessuno ovunque possibile, nascondendosi fra il terreno accidentato, strisciando dentro e fuori i crateri delle bombe e attraverso campi pieni di rottami e cadaveri.

I racconti erano sempre molto simili, quasi banali nel raccontare la medesima storia di brutalità e morte: gli alieni combattevano, conquistavano e proseguivano oltre. Poi arrivavano le bande armate. Gruppi di alieni che metodicamente, un edificio alla volta, saccheggiavano tutto il possibile, catturavano chiunque trovassero, e uccidevano senza esitazione chiunque tentasse anche solo una debole resistenza. Chi fuggiva veniva inseguito e ucciso, ma in molti riuscivano a sfuggire alle squadre di ricerca, che non si allontanavamo mai troppo dal bersaglio primario.

Era per evitare che questo succedesse anche nelle zone ancora libere, che Phraates e i suoi compagni combattevano. Ogni giorno ed ogni notte affrontavano le truppe aliene, rintuzzando i loro attacchi e cercando di sfiancarli. Phraates tutto sommato era fortunato: serviva come fuciliere in una Regione Fortificata, un caposaldo difensivo munitissimo e considerato incedibile al nemico. Altre unità erano costrette a lottare per ogni metro di terreno, a cederlo durante le ritirate strategiche e a contrattaccare per riprenderselo. Le perdite delle unità mobili erano devastanti, anche perché il nemico era più a suo agio durante le manovre più complesse.

Mentre pensava, sopra di loro il combattimento continuava. Il terreno tremava, ma non c'era segno degli sconquassi causati dalle artiglierie orbitali del nemico. Quella notte non sarebbero stati chiamati in azione per tamponare una voragine aperta dalle navi spaziali nemiche che martellavano la superficie. Era da un po' che non le sentiva tuonare.

In effetti, le offensive del nemico si facevano sempre meno violente. Anche nei settori dove le cose andavano male, c'era l'impressione che lo slancio degli alieni fosse venuto meno, che i loro assalti fossero meno profondi e più volti a mantenere una sorta di status quo piuttosto che cercare di ottenere una vittoria decisiva. Forse qualcuno al Comando ne sapeva di più; uno come lui doveva accontentarsi delle voci, ma Phraates non si fidava delle voci. Avrebbe abbassato la guardia quando l'orizzonte avrebbe smesso di bruciare.

Chiuse gli occhi addormentandosi al suono degli impatti sul terreno sopra di lui.
 

[S]ir[B]ardiel

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Un messaggio audio viene diffuso dai ripetitori mobili delle unità d'assalto, mentre l'esercito alieno si ritira ordinatamente

A coloro che ancora vivono e combattono in Callax III.
Un tempo le stelle nascevano e si spegnevano per nostra volontà, e voi vi siete comunque opposti alla nostra giusta avanzata.
Nel pianeta noto come Callax III, non abbiamo *conosciuto* la vittoria cercata.

Avete vinto la vostra sopravvivenza, abitanti di Callax.
Noi torniamo alle nostre navi, e voi alle vostre vite.
*Conosciate* questo, però.
Mentre i nostri assalti portavano la retribuzione e la morte su altri tre pianeti, abbiamo rilevato una pluralità di sonde nella nostra direzione.
Sonde che sono state abbattute.
Non abbiamo fatto segreto delle nostre intenzioni, non è nostra Volontà.
Così come era nostra Volontà accettare la vostra resa, che ci avete dignitosamente rifiutato.
Siete stati lasciati soli a combattere e a morire, mentre le maggiori potenze del vostro tempo non hanno impiegato il minimo sforzo.
Usciamo sconfitti da questa battaglia, ma possiamo essere sicuri che voi tutti abbiate perso la Guerra.

Il vostro tempo è finito, la Restaurazione incombe.
 
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