Dyolance
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Dopo il rigido inverno, la più florida primavera: così si potevano descrivere i primi due anni di vita del Coro Astrale, occupato un anno a leccarsi le ferite per arginare la corruzione o saziare il caos e quello dopo a godere di un'espansione pacifica e parzialmente fortuita. Certo, alcune occasioni potevano essere colte meglio, ma tutto sommato già il fatto d'aver evitato ulteriori perdite dopo il provante primo anno era già stata una grande manna dal cielo. S'aggiunga poi i positivi primi contatti con i vicini meridionali del Dovjunaar e l'Uno non poteva che gioire e compiacersi del 4314.
Molto però doveva ancora essere esplorato e pacificato, e per quanto sia vero che dopo la primavera venga l'estate non è detto che gli eventi seguano effettivamente questa piacevole metafora. L'attenzione perciò non era di meno rispetto all'anno precedente.
Con i primi disgeli e venti caldi alcune foglie si staccano dall'Albero Astrale, indicando la via verso Elennen per la driade Grigorija e l'arpia Klasserene.
Squadra che vince non si cambia si potrebbe dire, ed effettivamente in parte il l'Uno aveva ragionato così: i maggiori successi della diplomazia del Coro erano stati raccolti a Ovest, nelle regioni d'Oroseira e Volskygge, prima dalla driade e poi dall'Arpia. Con il giungere del nuovo anno però la loro opera viene deviata verso l'opposta direzione, totalmente opposta se si pensa che l'anno precedente erano occupate a Sud-Ovest. I venti di Nord-Est fischiavano squillanti tra le fronde degli alberi della foresta di Elennen, un ambiente che l'arpia trovava decisamente meno e al contempo più confortevole: gli alberi le impedivano di contollare la piana dall'alto, di localizzare lontane minacce, ma contemporaneamente le davano l'opportunità di posarsi molto frequentemente sulle torri naturali in legno, proprio come facevano gufi, civette o altri uccelli predatori. Come sempre le due sorelle d'altro sangue erano seguite da un folto gruppo d'armigeri e armigere driadi, diciassette ad armi spianate e tre foderate in quanto portatori o portatrici delle famose tre ceste.
Il gruppo muoveva passo in quella che una volta era stata una delle estroflessioni dell'enclave d'Arc-en-Ciel dell'Impero Meridionale nel Nord, una presenza scomoda che ai regnanti settentrionali d'allora dava non pochi fastidi; di fatti la stessa fu una delle cause fondamentali che portarono i vari stati a combattersi nell'Ultima Guerra. Ricordando quest'antichità, di primaria importanza era ovviamente controllare se la cittadina d'allora, Yalte-en-Ciel, sopravvivesse trecento anni dopo in forme più o meno solide e se qualcuno l'abitasse (o qualcosa la infestasse). Visto che la memoria degli anziani ricorda che Yalte-en-Ciel non fosse posizionata più o meno al centro della regione come di norma bensì vicina quanto più possibile all'ipotetico capoluogo dell'allora enclave (quindi Arc-en-Ciel, nella regione di Lassil), quindi praticamente a bordo regione, il contingente astrale s'orientò seguendo il bordo della regione partendo da Dor-Lomin, già inglobata e decisamente più vicina al sito d'interesse.
Grigorija e i venti astanti accompagnatori viaggiavano armoniosamente per terra, apparentemente una congrega diplomatica d'un paese esclusivamente di driadi; Klasserene rompeva quell'armonia svolazzando e nascondendosi tra le cime più alte dei tronchi e pronta a planare con i suoi artigli su qualsiasi minaccia s'avvicinasse alle sorelle. Tutti speravano che per una seconda volta la presenza di un'arpia in quei territori così famigliari alla sua razza portasse bene alla missione d'amore e annessione del Coro.
Molto però doveva ancora essere esplorato e pacificato, e per quanto sia vero che dopo la primavera venga l'estate non è detto che gli eventi seguano effettivamente questa piacevole metafora. L'attenzione perciò non era di meno rispetto all'anno precedente.
Con i primi disgeli e venti caldi alcune foglie si staccano dall'Albero Astrale, indicando la via verso Elennen per la driade Grigorija e l'arpia Klasserene.
Squadra che vince non si cambia si potrebbe dire, ed effettivamente in parte il l'Uno aveva ragionato così: i maggiori successi della diplomazia del Coro erano stati raccolti a Ovest, nelle regioni d'Oroseira e Volskygge, prima dalla driade e poi dall'Arpia. Con il giungere del nuovo anno però la loro opera viene deviata verso l'opposta direzione, totalmente opposta se si pensa che l'anno precedente erano occupate a Sud-Ovest. I venti di Nord-Est fischiavano squillanti tra le fronde degli alberi della foresta di Elennen, un ambiente che l'arpia trovava decisamente meno e al contempo più confortevole: gli alberi le impedivano di contollare la piana dall'alto, di localizzare lontane minacce, ma contemporaneamente le davano l'opportunità di posarsi molto frequentemente sulle torri naturali in legno, proprio come facevano gufi, civette o altri uccelli predatori. Come sempre le due sorelle d'altro sangue erano seguite da un folto gruppo d'armigeri e armigere driadi, diciassette ad armi spianate e tre foderate in quanto portatori o portatrici delle famose tre ceste.
Il gruppo muoveva passo in quella che una volta era stata una delle estroflessioni dell'enclave d'Arc-en-Ciel dell'Impero Meridionale nel Nord, una presenza scomoda che ai regnanti settentrionali d'allora dava non pochi fastidi; di fatti la stessa fu una delle cause fondamentali che portarono i vari stati a combattersi nell'Ultima Guerra. Ricordando quest'antichità, di primaria importanza era ovviamente controllare se la cittadina d'allora, Yalte-en-Ciel, sopravvivesse trecento anni dopo in forme più o meno solide e se qualcuno l'abitasse (o qualcosa la infestasse). Visto che la memoria degli anziani ricorda che Yalte-en-Ciel non fosse posizionata più o meno al centro della regione come di norma bensì vicina quanto più possibile all'ipotetico capoluogo dell'allora enclave (quindi Arc-en-Ciel, nella regione di Lassil), quindi praticamente a bordo regione, il contingente astrale s'orientò seguendo il bordo della regione partendo da Dor-Lomin, già inglobata e decisamente più vicina al sito d'interesse.
Grigorija e i venti astanti accompagnatori viaggiavano armoniosamente per terra, apparentemente una congrega diplomatica d'un paese esclusivamente di driadi; Klasserene rompeva quell'armonia svolazzando e nascondendosi tra le cime più alte dei tronchi e pronta a planare con i suoi artigli su qualsiasi minaccia s'avvicinasse alle sorelle. Tutti speravano che per una seconda volta la presenza di un'arpia in quei territori così famigliari alla sua razza portasse bene alla missione d'amore e annessione del Coro.