Diplomazia Chiarire il Cammino

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Con la ritrovata libertà sia politica che economica, il Regno di Ysil si trovò ad affrontare l'annosa questione della politica estera. Tar-Gwenniel, nella sua grande magnanimità, aveva optato per non fa dolo a nessuno all'interno dei confini del reame ma questo, date le circostanze, aveva destato più di un sospetto nel cuore e nelle menti dei ribelli più ferventi. In molti si erano rivoltati armi alla mano, avevano ucciso o esiliato, e sebbene quello non fosse il modo di fare dei Vii la regina ben sapeva di dover spiegare il suo gesto ai vicini ribelli. Servivano alleati, gente fidata con cui intraprendere un futuro, e se da una parte il regno di Koenigswald e Peinrith si era schierato più o meno nettamente coi Theofonias, dall'altra il vecchio Marchesato dei Loos aveva preso il cammino della libertà. A pochi passi dai confini delle foreste, arroccato su una baia naturale nota da millenni per la posizione strategicamente vantaggiosa, il marchesato era parso alla neo regina il primo e più importante interlocutore con cui stabilire un dialogo. La stessa Gwenniel sarebbe volentieri andata di persona a interloquire coi nuovi signori eteridi delle succitate lande se non che Earwen, sua sorella e fida consigliera, riuscì a dissuaderla facendosi mandare in prima persona.
Alle prime lune d'inverno del 1421 la generalissima ed alcune fidate guardie si mossero verso settentrione lungo lo Xilò, seguendone il corso fino a giungere i confini di Glassham, la più esterna propaggine del marchesato. Qui si addentrarono nella foresta, cercando di raggiungere la città di Ancevine per presentarsi e chiedere un incontro formale con i capi del governatorato locale spiegando come, nel nome del popolo di Ysil, avrebbero voluto instaurare una pacifica e proficua convivenza.

 

Adamantio

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Glassham è la classica terra di confine, il paesaggio è brullo e decisamente poco sfruttato.. la regione ancor meno popolata palesa un atavica difficoltà nel stabilire e mantenere insediamenti in quelle terre maledettamente gelate.
La Generalessa, nonostante tutto è accolta da una sorta di "insensato" attivismo da parte della poca popolazione residente. Un quantitativo abbastanza "inusuale" di soldati si affaccendano in perlustrazioni e giri di ronda quasi che "qualcosa" non vada per il verso giusto.
Poche risposte ed ancor meno spiegazioni vengono date... qualora vi siano domande.

Non passa comunque molto prima che una pattuglia di confine individui i neo arrivati, l'ufficiale un eteride di poche parole ma dai modi garbati ma sbrigativi si identifica, appurato il fatto che non siano imperiali, viene concessa una scorta e dopo una sosta ad Ancevine per il rilascio di un lasciapassare e far riposare i nuovi giunti. Il giorno successivo vengono scortati a Loos.

La notizia che "importanti ospiti" da Ovest siano giunti all'interno dei confini del Marchesato, sembra sia corsa più veloce dei cavalli. Sicuramente staffette hanno avvertito i vari posti di controllo e la città di Loos è pronta per accoglierli.
Loos è decisamente una città rispetto i vari villaggi che costellano le marche di confine, una piccola folla si è radunata lungo la strada principale, i soldati scortano la Generalessa ed il gruppo di guardie armate che si è portata dietro per mantenerli in un certo senso al sicuro da qualche sguardo "torvo".. Il sospetto è palese nella popolazione civile ma nessuno si sogna di alzare un dito o la voce contro i neo giunti.
Il fatto che il Regno di Ysil abbia mandato una persona di cosi alto lineaggio ha fatto si che il trattamento riservato agli ospiti sia di tutto riguardo.

Una volta fatti, se lo desiderano, rinfrescare il gruppo giunge al cospetto di un Eteride dai modi garbati. Quando questa parla è palese che siano alla presenza di una persona molto, molto influente del consiglio cittadino e.. donna.
E' sola, non armata, indossa una stola sacerdotale di un bel colore viola.. ha modi garbati e soprattutto pacifici..

< Benvenuta.. E' un onore per noi ricevere e parlamentare con Lady Gwenniel, sorella e sangue della Signora delle Foreste. Abbiamo saputo della vostra ribellione al giogo imperiale. Non possiamo che rallegrancene, sebbene.. i vostri metodi siano stati fin troppo..> cerca le parole giuste per non offendere la nuova giunta.. <.. Pacifici..> sembra quasi pensarci su, poi indicando una sedia molto comoda.. <..Oh, non che dissenta.. Una popolazione pacifica ai nostri confini occidentali è.. cosa buona!.. Il mio nome è Arawel, sebbene tutti mi chiamino semplicemente "Sacerdotessa"..> poi, semplicemente batte le mani e alcuni inservienti giungono per prendere in carico qualsiasi richiesta da parte della Generalessa e del suo enturage.. <..Mi sono permessa di offrire un piccolo rinfresco.. credo che parlamentare a stomaco pieno sia una scelta, saggia. Cosa vi spinge in queste terre?>.. un sorriso accompagna il suo modo, gentile.
 
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Earwen e sua sua scorta, tutto sommato ridotta, passarono scortati lungo le regioni del marchesato tenendo la testa alta ma restando relativamente silenziosi per non turbare i locali. Le terre degli eteridi erano ben lungi dalle lande verdeggianti e fertili a cui erano abituati e alla giovane generalessa ricordavano terribilmente gli anni di esilio sulle montagne, al freddo, mangiando quel poco che riuscivano a rubare dalle derrate imperiali. L'agitazione che vedeva nella popolazione del marchesato l'attribuì semplicemente all'instabilità della politica di Iparios in quel momento, nessuno poteva realmente fidarsi di nessuno, almeno non da subito. A Ysil avevano adottato la politica del guanto morbido, ma quasi tutto il mondo si era prodigato per un taglio molto più netto e violento. Quella, a detta di Earwen, era sembrata una manovra poco forte e aveva dato l'idea di essere un regno troppo mollaccione per meritarsi un posto nello scacchiere internazionale. Con quella visita infatti la principessa sperava di convincere il Marchesato della bontà delle proprie idee e non avrebbe certo lesinato nel dire quel che aveva combinato in gioventù.

Una volta arrivati a Loos sia lei che il suo piccolo entourage si rinfrescarono. Earwen per incontrare i delegati locali vestì la propria armatura ma lasciò perdere la spada: chiusa nel metallo in cui si muoveva con naturalezza venne condotta al cospetto di una eteride vestita di paramenti sacri. O almeno quelli che Earwen interpretò come tali; solamente la voce riuscì a far capire con chiarezza che si trattava di una creatura di sesso femminile, ammesso e non concesso che gli eteridi avessero un sesso. Earwen era un soldato, non si era mai messa a elucubrare sulla natura biologia del prossimo e lì, in quel momento, si pentì amaramente di non averp restato orecchio agli insegnamenti della sorella maggiore.

Fece un profondo inchino, per prima cosa, e lo stesso fecero i suoi accompagnatori. Quando venne offerto di sedersi lo fece senza complimenti, ascoltando attentamente quello che le stava venendo detto.
«Avete fatto bene.» esordì, riferendosi al rinfresco. «Prenderò solo qualche frutto ed un bicchiere di sidro se lo avete, altrimenti andrà bene semplice acqua fresca.» la morigeratezza e frugalità della stirpe arborea era fatto noto, dopotutto, e la principessa non faceva eccezione.
«Sì... avete detto benissimo. Anche io ero favorevole ad un taglio più netto con l'Impero, ma mia sorella ha optato per andarci leggera e limare gli angoli anziché arrotondarli forzosamente. Non posso dirmi felice, ma la sua soluzione di compromesso sembra aver permesso al reame di stabilizzarsi e prosperare, almeno per ora.» ammise, quasi con una vena di rammarico.
«Però immagino che questa nostra linea politica abbia gettato in confusione la vostra visione d'intenti. Sono venuta sin qui proprio per assicurarvi che non abbiamo alcuna intenzione di sottostare nuovamente ai dogmi imperiali, né a nient'altro che venga dalla mente malata dei Theofonias.» spiegò, svelta nel parlare e confidente nei concetti. «E abbiamo tutta l'intenzione di aprire il prima possibile le tratte commerciali col Marchesato, dimostrandovi amicizia in qualsiasi modo ci sia possibile. Non v'è alcun motivo di nutrire dubbi o rimostranze tra i nostri popoli, questo farebbe solamente il gioco dell'Impero; spero che la mia visita possa essere un buon momento per chiarire tutti i futuri passi tra le nostre genti.»

Parlava molto chiaramente, con la verve del condottiero più che del diplomatico, ma il tono era comunque gentile e cordiale. Stava seduta composta e gesticolava un poco con le mani di quando in quando, annusando l'aria alla ricerca di qualcosa che non sembrava riuscire a trovare. Piccoli segni della natura animalesca retaggio della sua genia, niente più.
 

Adamantio

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La sacerdotessa ascolto'con garbo tutto quanto quello che la generalessa aveva da dire.. non si limitò, tuttavia, semplicemente ad annuire. Gli occhi di lei fissavano intensamente quelli della sua interlocutrice, disinteressandosi se il suo modo di fare, potesse in qualche modo arrecare "disturbo" alla generalessa. Lei era fatta cosi, oltre ad ascoltare, osservava e silenziosamente soppesava se il modo di "apparire" si rispecchiava in quello che "ascoltava".
Tacque per un lungo momento, un inserviente giunse, portando due calici di sidro una specie di "Icewine" del luogo e subito dopo un vassoio d'argento con alcuni frutti di stagione, croccanti e dal gusto fresco sebbene non succosi per via del clima rigido..

Probabilmente difettava in molte cose la sacerdotessa, ma non in fatto di schiettezza.

<.. L'ospitalità è sacra in queste terre gelide.> e subito dopo continuò.. <.. Perchè?.. Cosi come ogni nazione ha i suoi validi motivi per ribellarsi agli usurpatori (questo è il termine che usa per gli imperiali), cosi ogni nazione ha scelto il modo che riteneva opportuno. Pacifico o meno dipende dall'animo dei suoi regnanti.. se ci abbia gettato o meno in confusione, questo è del tutto secondario.> la guarda negli occhi, poi.. <.. Non dovete alcuna spiegazione come noi non ne dobbiamo a voi. Siamo due nazioni di fatto ora e come tali ci comporteremo. La fiducia è una parola ancora lontana, ma.. a cui dovremo puntare.> addlci il tutto con un sorriso, socchiuse gli occhi e bevve un sorso.. poi prosegui..
<..La "diffidenza", è una parola che mi spaventa, fa si che non ci conosceremo mai..> la guarda.. <.. I commerci sono un ottimo viatico per iniziare una relazione benefica ad entrambe le nostre nazioni. Non vi farò promesse che potrebbero suonarVi come "Vuote parole"..> la guarda ancora.. <.. Basiamoci sui fatti. Abbiamo entrambi un nemico comune. Credo sia.. un ottimo punto di partenza. Non credete?>.. alza il calice di Icewine, con un sorriso enigmatico in volto..
 

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Earwen sostenne a più riprese lo sguardo dell'eteride senza ben capire cosa, effettivamente, questo significasse. Per lei la questione era molto semplice e richiedeva una risoluzione altrettanto semplice ma, probabilmente, per il Marchesato la cosa non doveva essere trattata con leggerezza né presa sotto gamba. Dopotutto anche lei, a parti invertite, avrebbe fatto la stessa cosa. Si limitò a bere un sorso di Icewine dopo aver alzato a sua volta il calice in risposta alla sacerdotessa. Avevano un nemico comune, sì, ma quella contro l'Impero era una guerra che in quel momento non le interessava combattere.

«Vero, molto vero.» disse. «Ma sapete, la mia stirpe ha combattuto più a lungo di tante altre, volete per la longevità, per la testardaggine o che altro, contro l'Impero. Ho guidato scorrerie contro le linee di rifornimento imperiali per anni, ho ucciso loro uomini a dozzine, ma non è servito molto. Anzi, a niente o quasi.» raccontò. «I nostri nemici comuni non sono certo i Theofonias, anche se la loro presenza non è da sottovalutare, quanto più i nostri stessi interessi.» si strinse nelle spalle. «Se vogliamo parlare apertamente di come stanno le cose, lo spazio vitale lungo la direttrice dei nostri confini è poco e la nostra amata Ysil ha il fianco scoperto contro i vostri territori.» dondolò il calice nella mano. «Posso proporvi, più saggiamente, di iniziare a pensare al modo in cui vogliamo gestire il confine? Sapete, i commerci sono fondamentali e ci saranno di grande aiuto, ma è davvero quello che ci renderà sicuri l'uno dell'altro?» chiese retorica. «Io credo che la fiducia si possa costruire su patti chiari e intenzioni cristalline... e dacché ricordi lo scambio di beni non rispecchia propriamente questa definizione.»
Earwen tamburellò con le dita sulla corazza. «Credo che sia giusto tracciare una linea, un confine ideale che posso funzionare da garanzia delle buone intenzioni reciproche. Non invadendo i nostri rispettivi spazi vitali dimostreremo alle nostre genti che ci si può fidare...»
Alzò le sopracciglia, come a fare una domanda implicita. «Non credete?»
 

Adamantio

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Era proprio vero.. un buon sorso di vino e del cibo era tutto quello che ci voleva per iniziare ad instaurare una proficua collaborazione.. Ovviamente era necessario un interlocutore degno e la generalessa per fortuna lo era.
Quando parlò di confini, spiegando i suoi punti di vista, l'eteride che veniva nominata " Sacerdotessa " studiatamente si prese del tempo, piluccando una piccola mela, forse piú adatta ad una confettura che altro..

<Siamo esseri effimeri..> concesse con una scrollata di spalle <.. ma la volontá condivisa che anima le nostre gesta è longeva e testarda come la vostra lunghissima esistenza.> Guardo la generalessa negli occhi, poso la frutta, scostò il proprio calice di icewine e.. si alzò, senza chiedere permesso alla propria ospite, non si disturbo a richiamare l'attenzione degli inservienti, quella era una cosa che doveva fare da sola. Si diresse verso un tavolo di massiccio mogano, prese la pesante mappa in pergamena polverosa e si diresse verso la generalessa. L'adagio sul tavolo. La mappa era curata, i confini del marchesato così come le regioni ed i monti, le pianure le valli il fiume Xilo, vi erano tuttavia delle discrepanze, se le "terre conosciute" erano per l'appunto.. sapute, i confini ad oriente del marchesato erano sfocati.. una sorta di "carta bianca, sconosciuta e dai lineamenti appena abbozzati. Parlò.. <sai il prezzo di questi confini abbozzati?> Indicò le montagne ad oriente del marchesato, ben lontani dai confini a cui la generalessa del regno Silvano di Ysil era interessata.. <27.000 martiri Eteridi in 160 anni.. inghiottiti dalle Marche senza nome..> tacque.. <.. anni addietro, gli usurpatori imperiali hanno combattuto contro bestialitá venute dall'altrove, ben oltre le regioni inesplorate a Sud..> fece un cenno vago con la mano.. <dal mio punto di vista, questa mappa dice.. che siamo noi del Marchesato a "difendere" il vostro fianco scoperto ad Est..> sospiro, addolcì la voce e sorrise, appena.. <.. mi rendo perfettamente conto che abbiamo semplicemente punti di vista divergenti..> tacque come se fosse un ostacolo insuperabile. La diffidenza che di base vi era fra i due popoli non sarebbe venuta meno a quella cena.. ma era necessario che un tassello una "tacca" fosse messa per scardinare nel tempo quello stato delle cose.. <avete fatto un lungo viaggio per assicurare pace e prosperitá al vostro popolo, esattamente ciò che desidero per il mio. Vi ho mostrato questa mappa non per impressionarvi, quanto per fare comprendere che ora il Marchesato ha decisamente altre.. preoccupazioni. Avrei potuto "assicurare" a parole i nostri intenti.. ma voi, sinceramente avreste creduto? Non siete una sciocca ed io non proverò a trattarvi come tale.> Sospirò.. <il commercio giungerá a nostro vantaggio..> indicò la regione attraversata dal fiume. <Qui sará un buon punto di unione fra le nostre nazioni, un primo confine fisico in cui iniziare i commerci senza passare per regioni non ancora stabilizzare..> guardo negli occhi la sua ospite.. <il primo passo è stato compiuto, per necessitá e facilitá di commerci.. ora stá a voi il secondo.. mostratemi cosa avevate in mente..> Sorrise e si abbandonò nuovamente sulla sedia.. aveva iniziato a piluccare una mela.. dopo tutto. Tacque ed osservò con nascosto favore quella prima linea tracciata, come in tutte le cose, difficile è iniziare, adesso bisognava solo.. continuare.
 
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Earwen, mentre ascoltava, mangiò distrattamente quello che le era stato portato. A piccoli morsi, senza troppo appetito né troppa foga. Tanto parca e modesta al tavolo, tanto rapida e focosa di spada e parola annuì distrattamente alla spiegazione della sacerdotessa, immaginando che, alla fine del salmo, tutti avessero in qualche modo pagato il prezzo della guerra. Chi lo aveva pagato con i soprusi, chi lo aveva pagato col denaro, chi ancora lo aveva pagato con l'esilio. E ognuna di quelle gabelle non era più importante né meno valida delle altre.
Osservò la mappa con occhio critico, soffermandosi sui confini che un tempo erano stati i Sei Regni, oggi ridotti ad una misera sbavatura nell'atlante, poi alzò il capo a guardare di nuovo la sua interlocutrice mentre finiva di parlare. Erano simile, Earwen e quella eteride.
«"Difendere" è una parola grossa. Difenderete quel confine qualora fossimo amici, ma finché questa amicizia rimarrà aleatoria il Marchesato, non me ne vogliate, è una minaccia per quel confine.» non lo disse con screzio o desiderio di litigare, ma per esprimere una sincera e giusta paura che reciprocamente dovevano provare. «Ma non ci può essere un cambiamento se tutti restiamo nell'indifferenza o, peggio ancora, nel sospette e nel timore. Non avrebbe senso metterci a fare rivendicazioni insignificanti. Lo Xilò è un fiume grande e imponente, navigabile e capace di offrire una importante via per i commerci.» prese a dire. «Mia sorella è andata qui.» indicò la regione accanto a quella mostrata dalla sacerdotessa. «A cercare superstiti del morbo da inglobare nei nostri domini. Fortuna piacendo tra una o due stagioni quella che avete indicato sarà la porta del nostro commercio.»

Poi scorse le dita verso l'alto. «Il mio unico pensiero e fare un cordone attorno a Ysil. Se siete disposti a lasciarci questa pianura, la collina e il monte gelato che aggetta sul Mare dei Ghiacci non credo ci saranno problemi di alcun tipo.» guardò ancora la carta. «Sareste comunque molto vicini al cuore del nostro regno ma, come dicevo, è un compromesso che mi sento di voler accettare per dare un segno distensivo.»
A quel punto levò il capo dalla mappa. «Vi sorprenderà sapere che forse non vi avrei creduta, ma mi sarei senz'altro fidata della vostra parola. Con riserva, forse, ma mi sarei fidata. Dovete sapere che a Ysil l'onore e le promesse fatte sono importanti, sono il fondamento della nostra cultura. Un abitante delle foreste che viene meno ai suoi giuramenti, alle promesse d'onore, non vale la pena d'essere preso in considerazione. E se anche la vita sotto l'Impero ci ha fatto dimenticare l'importanza dell'onestà sappiate che non per questo dobbiamo privarci della fiducia. Non saremmo meglio di un qualsiasi imperiale se ci limitassimo a stroncare ogni cosa che non ci piace o ci difetta.»

Prese il calice di Icewine e lo bevve alla goccia, finendo quanto c'era rimasto all'interno.
 

Adamantio

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L'ascolto con attenzione, un attenzione.. particolare.
Sará che la generalessa ha avuto l'ardire di chiamare "minaccia" il marchesato.. sará che la sua lingua sembra tagliente come la spada.. tutto questo diverte sinceramente l'eteride.
Quando la generalessa punto le dita sulla mappa, lei segui il movimento che contemplava migliaia di leghe e decine di giorni di viaggio.. finalmente parlò.. ma non interrompendo la sua pari.. <è un rischio anche per noi.. > indicò le pianure che il gesto della generalessa aveva lasciato nei confini del marchesato.. pianure di certo ricche ma decisamente poco difendibili.. <un vostro eventuale attacco potrebbe essere fermato solo a ridosso delle colline qui.. e qui..> indicò con le dita, poi ritrasse la mano.. non era sua intenzione parlare di tattiche militari ma.. scoppiò a ridere, una risata genuina, cristallina, una di quelle risate che invitano a "partecipare".. tacque per un po' quando la generalessa l'affronto, spiegando gli usi e costumi della popolazione straniera.. lei si portò una mano al cuore, ed annui.. < .. troppo tempo sotto gli usurpatori.. concordo..> e si trovò gratificata da quello scambio di vedute.. <vi invito ad essere ospiti del marchesato per alcuni giorni ..> inizio.. <non ho da dubitare delle vostre parole. In guerra basta un occhiata ed un cenno per stipulare accordi.. qui nel marchesato, tuttavia crediamo che un accordo debba essere trascritto. Vi offro a nome del marchesato, oltre la mia parola.. un trattato di non aggressione reciproco, rispetteremo le sfere di influenza qualora voi farete altrettanto..> la guarda negli occhi, poi semplicemente allunga la mano.. porgendogliela con il palmo aperto ..
 

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Earwen guardò l'eteride ridere e, seppur coinvolta in qualche maniera da quell'aggetto di allegria, il viso privo d'espressivita della sacerdotessa la fece un attimo titubare, dubitare di quello che realmente ella voleva trasmettere.
«Non mi avete detto il vostro nome, ancora.» disse, alzandosi e tendendo a sua volta la mano verso l'eteride. «Ma dubito che un burocrate abbia la minima idea di come si combatte una guerra. Dubito che sappia persino cosa è un passo montano, o del perché si debba evitare un attacco in collina.»

«La vostra proposta è encomiabile. Io non ho l'autorità di firmare un trattato, non senza conferire prima con mia sorella, ma penso che non ci saranno grossi problemi. Sarà solo questione di inviare un messaggio e attendere la sua risposta.» spiegò. «Lasciate però che vi chieda ancora una cosa. I nani del Karaz-Ankor potrebbero essere un valido alleato per entrambi. Una coalizione dell'est capace di proteggersi e resistere al ritorno di qualsiasi nemico, imperiale o non che sia. Abbiamo già inviato un emissario di fiducia a conferire con loro e credo dirà e chiederà la medesima cosa anche al Re sotto la montagna.» increspò le labbra. «Questo metterebbe voialtri relativamente al sicuro sia dal settentrione che dal meridione. Dopotutto siamo tre nazioni ribelli, tre nemici dei Theofonias e tre... non umani.»
 

Adamantio

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Tacque per un lungo momento.. <..No?.. Che sbdata..> si schernisce, inarcando un sopracciglio <.. eppure mi era parso di si.. non inizio mai una discussione senza prima presentarmi..> fece con un occhiata vagamente indagatoria, scosse il capo.. <.. Mi chiamo Arawel..> si ripete e annui.. <.. Ogni individuo è utile in egual modo alla causa. L'importante è spendere la propria vita per un obiettivo degno di essere vissuto.. raccontato.. tramandato.> fisso intensamente negli occhi la sua interlocutrice e quando lei le palesò un trattato a tre, il nome del "reame sotto la montagna" la fece vagamente trasalire. Il popolo eteride aveva simpatia per quella gente e ben presto una delegazione sarebbe giunta li, era solo questione di giorni.. forse settimane. <..Abbiamo di che parlamentare senza dubbio, una proposta degna di essere eviscerata..> tacque per un attimo, poi aggiunse.. <.. Il Marchesato dei Loos prenderà contatti ben presto con il Re sotto la montagna, quale che siano le sue volontà, di base noi del marchesato non abbiamo impedimenti a "studiare" una soluzione che contempli una coalizione. Ovviamente i tempi non sono ancora maturi, ma scommetto ogni persona qui presente farà pressione affinchè ciò avvenga quanto prima..> si alzò e strinse la mano alla generalessa, una stretta rigorosa, forse più "ferrea" dell'aspettato o del dovuto. Gli occhi scivolarono via dal volto della generalessa dopo la mano e.. <.. L'invito è ancora valido.. Ovviamente non vi tratterrò più del necessario.> sorrise
 

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La generalessa si fermò un attimo a sentire il nome della sacerdotessa. La guardò mentre parlava e sulle prime parve non dire nulla, come se non capisse più quello che l'altra le stava dicendo. In verità a colpirla non erano state le parole della eteride, bensì quel nome tanto peculiare. Certa era felice di sapere che una possibile grande alleanza si stagliava all'orizzonte tra i regni ribelli, eppure non spese parole ulteriori in merito a quello; anche lei era consapevole che servisse ancora molto tempo prima di arrivare ad una soluzione di comodo utile a tutte e tre le parti in causa.
«Nome peculiare, il vostro.» disse. «Nella mia lingua c'è una parola dal suono molto simile, Araval, che significa letteralmente "nobile dama". Forse non è un caso dopotutto che la cultura elfica sia diffusa qui al nord.» sorrise, ricambiando la stretta di mano con un certo vigore. «Accetto volentieri la vostra offerta, comunque. Vedere il Marchesato di persona, per quanto in breve, mi permetterà di riportare a casa usi e costumi utili a consolidare l'interesse della mia gente per la vostra e viceversa. Sarò felice di essere vostra ospite.»
 

Adamantio

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Al sentire le prime parole della generalessa, si strinse nelle spalle.. <.. Non lo sapevo..> concesse e fece un inchino appena accennato per "sottolineare" quanto di vero vi era nelle parole della generalessa.. poi sorrise come se fosse stato un complimento.. <.. Del resto la vostra lunghissima esistenza, sembra abbia plasmato profondamente queste terre ben più di quanto sembra ad un occhio meno esperto..> le concesse per poi annuire.. <.. Sarà utile aprire delle ambasciate nelle rispettive nazioni, quanto prima.. la nostra collaborazione potrebbe trarne sicuro giovamento..> poi semplicemente con un invito della mano, le chiese di seguirla fuori dalla stanza, sarebbero state settimane "impegnative" per entrambe, presentare la rappresentante del regno silvano di Ysil ai notabili era solo l'inizio del tour. Venne concessa loro un ala del palazzo nobiliare, con vista verso Ovest, una piccola e silenziosa "accortezza", per la generalessa e tutta la sua scorta.
Per conoscere gli usi e costumi del popolo Eteride, non bastava una vit.. ahm.. pardon, forse si.. La generalessa aveva una vita sufficientemente lunga per conoscere il popolo eteride.. era solo questione di .. tempo.
 
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