GDR [Centaurestria] Discorso pubblico di guerra

The Pony Killer

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Gid Lucione era ben preoccupato, sin da quando gli fu proposto di attaccare l'Impero Meridionale si sentiva insicuro e vedeva pericoli ovunque. Ha avuto una cura maniacale per ogni dettaglio, gli scambi di informazioni con i naga sono stati nascosti in maniera encomiabile, sfruttando soprattutto dei finti mercanti che quindi attraversavano le rotte commerciali: d'altronde i centauri non avevano ancora dichiarato guerra a nessuno e quindi non c'era motivo per non continuare a commerciare e ricavarci il più possibile.
Arrivò quindi il giorno in cui le Arpie, coloro con cui a tutti pareva che il popolo centauro stesse tramando, scoprirono che in realtà il Regno tramava assieme ai loro nemici. Quando giunsero i resoconti della battaglia il re poté tirare un sospiro di sollievo, seppur amaro: aveva vinto la battaglia, ma la guerra? Si era evidentemente schierato dal lato dei più deboli, ma in cuor suo sapeva (o meglio, voleva convincersi) di aver fatto la cosa giusta, la cosa che avrebbe dato una possibilità al suo popolo di sopravvivere, indipendente.
Adesso si trattava solo di spiegare al popolo le dinamiche ed i motivi dell'accaduto, ovviamente tramite uno dei suoi soliti discorsi, discorsi che spesso fanno il giro di Ea e che finiscono anche nelle orecchie di persone importanti ben distanti dal Regno..

Venne quindi convocato di urgenza un discorso in pubblica piazza, ovviamente con la guarnigione aumentata di molto per sventare qualunque possibile pericolo.
Gid Lucione si era già preparato il discorso -a dire il vero se ne era preparati molteplici, ognuno in base ai possibili esiti- ed era pronto a pronunciare una delle sue orazioni verso il popolo che, in breve tempo, aveva riempito la piazza per ascoltare, trepidante, le notizie dei re.
"Carissimo popolo! Ci giungono notizie tendenzialmente positive dal fronte! La conquista di Nahauatlan è andata a buon fine! Così come pare sia andata bene anche la battaglia di Texcocotlan.." Il re fu interrotto da varie grida di gioia ed esultanza, anche se era chiaro che parte del popolo non era concorde ad un attacco contro i naga e gli ardenti.. ma ovviamente ancora non conoscevano le dinamiche della battagia.
"Mi duole rendervi noto, inoltre, che le perdite dalla nostra parte ammontano a circa 4.000, la magra consolazione è che quelle avversarie ammontano a oltre 16.500." Il re diede altri istanti al popolo, che onorarono i defunti con delle preghiere. C'era poi ovviamente chi piangeva perché temeva per vita dei propri cari, chi invece esultava per la vittoria raggiunta.
"Ma purtroppo questi sacrifici non saranno gli ultimi che verranno compiuti. Come ben sapete al momento siamo in stato generale di allerta e di guerra! E questa, ahimè, sarà una guerra piuttosto lunga." I centauri parevano confusi, ma continuarono ad ascoltare.
"Ebbene, la guerra che abbiamo intrapreso non è contro i nostri fratelli naga, ne tantomeno contro gli Ardenti: a Texcocotlan i nostri valorosi soldati hanno combattuto a fianco di questi contro il vero nemico comune di noi del sud, l'Impero Meridionale!" Il popolo sembrava in subbuglio, molti fecero espressioni inorridite, altri ritenevano di non aver ben compreso, altri invece esultavano alla notizia.
"Mentre tramavamo assieme alle Arpie abbiamo tramato assieme ai loro nemici a danni delle prime, e per rendere il tutto più credibile abbiamo dovuto conquistare una regione Ardente. Purtroppo, questo sacrificio è stato necessario, in quanto era la nostra unica occasione per colpire l'Impero. Perché, vi chiederete voi, questa necessità di attaccarle? Semplice: oggi gli ardenti, domani noi. Con la conquista dell'Antico Fuoco, e molto probabilmente anche dei Naga, sarebbe stata solo questione di tempo prima che l'Impero, ormai divenuto persino più potente, ci prendesse di mira e nel migliore dei casi saremmo divenuti dei semplici schiavi senza alcun diritto a ribellarsi, sottoposti alla volontà dell'Impero. Nel peggiore dei casi beh.. ci avrebbero sterminati tutti. Per questo ci sta l'esigenza di combatterle, di combattere questo pericoloso nemico comune, e spero che questo messaggio venga recepito e compreso da quanti più popoli possibili di Ea. Lo so benissimo che le Arpie sono una razza superiore, molto più forti della maggior parte degli altri esseri senzienti, ma appunto per questo noi altre razze di Ea dobbiamo mettere da parte le differenze e correre ai ripari prima che sia troppo tardi, combattendo questo titano prima che esso abbatta noi, ed è meglio sfruttare questo loro momento di traballo sia interno che esterno!"
A queste ultime parole il popolo pareva ammutolito, fino a quando un gruppo di nazionalisti non iniziò ad esultare e con sé trasportò tutta la popolazione li presente, almeno loro convinti e motivati dalle parole del diarca centauro.
 
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