The Pony Killer
Spam Master
"Dannazione! Perché il ferro non arriva, la Tempesta ci aveva promesso che sarebbe dovuto arrivare giorni fa ma ancora nulla. Adesso i nostri artigiani dovranno lavorare il triplo per farlo arrivare in tempo. Sempre se arriva, chissà che è successo." Affermò in un misto tra il preoccupato e l'adirato Gid Lucione mentre attendeva notizie. Aveva mandato due giorni prima qualcuno a controllare il perché del ritardo, percorrendo a rovescio la strada che le carovane di ferro avrebbero dovuto percorrere, ma ancora doveva ricevere alcuna notizia.
Quando le notizie arrivarono, esse non furono affatto buone nuove in quanto la fornitura di ferro fu stata bloccata da problemi di burocrazia nei porti dei naga. "Seriamente? Oh non ci credo, Santissima Madre Tiamat aiutami tu per piacere, come è possibile che sia successo ciò?" Disse Gid Lucione con la disperazione negli occhi.
"Sire, i naga ci hanno detto di essere costernati da questo incidente, a quanto pare i mercanti e coloro che si occupano delle entrate portuali non erano stati avvisati e hanno ordinato alla nave di tornare in patria, ignorando tutto ciò che dicevano.." Rispose costernato il messaggero, mai aveva visto il re tanto arrabbiato.
"Maledetti i naga e la loro pignoleria" Si trattenne a malapena dallo sbattere un pugno sul tavolo "La scadenza è domani ormai, dobbiamo inviare qualcuno dalle arpie del Picco con la massima urgenza e spiegare loro l'accaduto. Ditele pure che siamo disposti a pagare un sovrapprezzo per scusarci del ritardo, basta che stiano calme! Speriamo solo non siano così fiscali e si muovano per combattere subito dopo la scadenza.. Su, non c'è tempo da perdere!" Detto ciò il messaggero corse via a cercare degli ambasciatori liberi lasciando Gid Lucione in attesa, la quale fu colmata principalmente da preghiere.
La spedizione partì dopo poche ore, ma tornò dopo meno di quattro giorni con pessime notizie: le arpie del Picco Rosso si erano mosse per combattere ed andavano nella direzione di Piana Ventosa. Esse hanno totalmente ignorato i messaggeri e li hanno scacciati dopo poco, minacciandoli.
Il re intanto stava iniziando a non sentirsi troppo bene "Dannazione!" Questa volta non riuscì a trattenersi e sbatté i pugno sul tavolo "Non abbiamo nemmeno eserciti in patria che possano difendere noi o Piana Ventosa, nel caso volessero realmente attaccarci. Presto ordinate a tutte le regioni di stare all'erta e mandate qualcuno ad avvertire Piana Ventosa!" Disse Gid Lucione con un'aria particolarmente inusuale per lui. "Hm, quasi ironico che la pignoleria naga, razza che tanto esalta il valore della vita, stia mettendo in rischio così tante vite innocenti" Concluse parlando tra se e se in maniera molto amara, ma paziente.
Dopo poco più di un giorno un ambasciata arrivò a Piana Ventosa solo per venir fermato da un gruppo di persone visibilmente scossi ed adirati, i quali non mancarono di rinfacciare al Regno le sue mancate promesse ed insultarlo, per poi spiegare come le arpie siano arrivate il giorno prima e, così come sono arrivate, così se ne sono andate dopo poche ore di conflitto vinto nettamente dalle Predatrici. Innumerevoli i morti, altrettanti i dispersi, la regione risultava dimezzata nella sua popolazione.
Quello che sembrava il capo degli abitanti quindi prese da una borsa una pergamena contenente il trattato firmato anni prima dove la regione si proclamava protettorato di Centaurestria e lo strappò davanti alle facce sconcertate degli ambasciatori limitandosi a dire in tono tanto malinconico quanto adirato "Tornate a casa, non vi vogliamo" per poi voltarsi ed andarsene.
L'ambasciatore rimase scosso per un po' di tempo prima di decidere sul da farsi, quindi assegnò ad un suo accompagnatore l'ordine di tornare in patria a raccontare quanto accaduto, per poi farsi accompagnare con le guardie verso gli ambasciatori di Piana Ventosa incontrati poco prima.
Una volta raggiunti, pareva quasi inutile ogni tentativo di dialogo, l'ambasciatore centauro venne rifiutato seccamente più volte, fino a quando egli non si mise in ginocchio dinanzi a loro, quasi in lacrime, per poi dire: "Ci dispiace davvero molto per quello che vi è successo e vi chiedo scusa a nome di tutto il Regno. So bene che le scuse non potranno ricostruire le vostre case, le vostre famiglie.. ma scusarci è il minimo che possiamo fare. Pensavamo di essere giunti ad accordi con quelle Arpie, ma non potevamo immaginare questi imprevisti e stavamo per avvisarvi che le arpie non volevano sentire ragioni e.." Si interruppe un attimo, accorgendosi di non star migliorando le cose ".. e le parole non miglioreranno minimamente la vostra situazione. Per scusarci, permetteteci di aiutarvi. Vi aiuteremo a cercare i dispersi, a ricostruire i villaggi e qualunque cosa ci chiederete. Permetteteci di fare almeno questo, per cercare di scusarci del mancato adempimento dei nostri doveri". Detto ciò rimase in ginocchio, il volto palesemente addolorato, in attesa di una qualche reazione da parte degli umani.
[ @Silen dimmi se ti va bene la ricostruzione dei fatti, nel caso continua pure u.u]
Quando le notizie arrivarono, esse non furono affatto buone nuove in quanto la fornitura di ferro fu stata bloccata da problemi di burocrazia nei porti dei naga. "Seriamente? Oh non ci credo, Santissima Madre Tiamat aiutami tu per piacere, come è possibile che sia successo ciò?" Disse Gid Lucione con la disperazione negli occhi.
"Sire, i naga ci hanno detto di essere costernati da questo incidente, a quanto pare i mercanti e coloro che si occupano delle entrate portuali non erano stati avvisati e hanno ordinato alla nave di tornare in patria, ignorando tutto ciò che dicevano.." Rispose costernato il messaggero, mai aveva visto il re tanto arrabbiato.
"Maledetti i naga e la loro pignoleria" Si trattenne a malapena dallo sbattere un pugno sul tavolo "La scadenza è domani ormai, dobbiamo inviare qualcuno dalle arpie del Picco con la massima urgenza e spiegare loro l'accaduto. Ditele pure che siamo disposti a pagare un sovrapprezzo per scusarci del ritardo, basta che stiano calme! Speriamo solo non siano così fiscali e si muovano per combattere subito dopo la scadenza.. Su, non c'è tempo da perdere!" Detto ciò il messaggero corse via a cercare degli ambasciatori liberi lasciando Gid Lucione in attesa, la quale fu colmata principalmente da preghiere.
La spedizione partì dopo poche ore, ma tornò dopo meno di quattro giorni con pessime notizie: le arpie del Picco Rosso si erano mosse per combattere ed andavano nella direzione di Piana Ventosa. Esse hanno totalmente ignorato i messaggeri e li hanno scacciati dopo poco, minacciandoli.
Il re intanto stava iniziando a non sentirsi troppo bene "Dannazione!" Questa volta non riuscì a trattenersi e sbatté i pugno sul tavolo "Non abbiamo nemmeno eserciti in patria che possano difendere noi o Piana Ventosa, nel caso volessero realmente attaccarci. Presto ordinate a tutte le regioni di stare all'erta e mandate qualcuno ad avvertire Piana Ventosa!" Disse Gid Lucione con un'aria particolarmente inusuale per lui. "Hm, quasi ironico che la pignoleria naga, razza che tanto esalta il valore della vita, stia mettendo in rischio così tante vite innocenti" Concluse parlando tra se e se in maniera molto amara, ma paziente.
Dopo poco più di un giorno un ambasciata arrivò a Piana Ventosa solo per venir fermato da un gruppo di persone visibilmente scossi ed adirati, i quali non mancarono di rinfacciare al Regno le sue mancate promesse ed insultarlo, per poi spiegare come le arpie siano arrivate il giorno prima e, così come sono arrivate, così se ne sono andate dopo poche ore di conflitto vinto nettamente dalle Predatrici. Innumerevoli i morti, altrettanti i dispersi, la regione risultava dimezzata nella sua popolazione.
Quello che sembrava il capo degli abitanti quindi prese da una borsa una pergamena contenente il trattato firmato anni prima dove la regione si proclamava protettorato di Centaurestria e lo strappò davanti alle facce sconcertate degli ambasciatori limitandosi a dire in tono tanto malinconico quanto adirato "Tornate a casa, non vi vogliamo" per poi voltarsi ed andarsene.
L'ambasciatore rimase scosso per un po' di tempo prima di decidere sul da farsi, quindi assegnò ad un suo accompagnatore l'ordine di tornare in patria a raccontare quanto accaduto, per poi farsi accompagnare con le guardie verso gli ambasciatori di Piana Ventosa incontrati poco prima.
Una volta raggiunti, pareva quasi inutile ogni tentativo di dialogo, l'ambasciatore centauro venne rifiutato seccamente più volte, fino a quando egli non si mise in ginocchio dinanzi a loro, quasi in lacrime, per poi dire: "Ci dispiace davvero molto per quello che vi è successo e vi chiedo scusa a nome di tutto il Regno. So bene che le scuse non potranno ricostruire le vostre case, le vostre famiglie.. ma scusarci è il minimo che possiamo fare. Pensavamo di essere giunti ad accordi con quelle Arpie, ma non potevamo immaginare questi imprevisti e stavamo per avvisarvi che le arpie non volevano sentire ragioni e.." Si interruppe un attimo, accorgendosi di non star migliorando le cose ".. e le parole non miglioreranno minimamente la vostra situazione. Per scusarci, permetteteci di aiutarvi. Vi aiuteremo a cercare i dispersi, a ricostruire i villaggi e qualunque cosa ci chiederete. Permetteteci di fare almeno questo, per cercare di scusarci del mancato adempimento dei nostri doveri". Detto ciò rimase in ginocchio, il volto palesemente addolorato, in attesa di una qualche reazione da parte degli umani.
[ @Silen dimmi se ti va bene la ricostruzione dei fatti, nel caso continua pure u.u]