Negli spogliatoi Lukàcsz è il primo a rientrare, attendo l'entrata ordinata dei suoi giocatori e stringe la mano ad ognuno di essi, panchinari compresi, dando pacche sulle spalle soprattutto a chi, come Gallagher, sta avendo più difficoltà ad entrare in forma partita. Quando tutti si sono seduti davanti ai rispettivi armadietti, Lukàcsz passa una trentina di secondi a passeggiare, osservando uno ad uno tutti i suoi giocatori.
"Dovrei scusarmi personalmente con ciascuno di voi, uno ad uno, ma credo abbiate tutti di meglio da fare che ascoltare un elenco di nomi propri che già conoscete. Quindi scusate, tutti, perché anche oggi mi trovo nella situazione di dover ammettere i miei errori. Ci siamo ritrovati in quella situazione in cui sai di stare sbagliando ma non puoi fare niente per evitarlo, come nella sconfitta contro la Barriera l'anno scorso, momenti in cui la scelta sbagliata è l'unica percorribile."
Si ferma un attimo, apre una bottiglietta d'acqua e ne da una sorsata. Quindi si accende una sigaretta in barba a tutti i divieti, tira fuori un posacenere portatile d'argento e lo mette sul tavolo dove sono state appoggiate tutte i borsoni del fisioterapista e del medico sociale.
"La genialità di un allenatore, però, sta proprio nel cercare una scappatoia anche nelle situazioni in cui sembra che l'unica soluzione è sbattere la testa contro un muro di cemento armato. Non sono stato abbastanza geniale. La grandezza di un uomo sta nel saper riconoscere i propri limiti e i propri errori. E penso di essere sufficientemente umile da ammettere che gli errori sono miei. Sapete quanto ho sempre mal sopportato la spacconeria, l'umiltà è il motore di un buon uomo di calcio, perchè non dobbiamo dare nulla di scontato quando siamo dei privilegiati. Ogni tanto ci pensavo, anche da ragazzo quando giocavo, ma ci rendiamo conto che ci pagano per giocare? Ogni mattina dobbiamo alzarci e ringraziare qualsiasi cosa in cui crediamo per questa grande possibilità, un lavoro che ci permette di divertirci e, nel contempo, di far divertire e di dare qualcosa ai tifosi. Ultimamente, però, non ci stiamo riuscendo. Miei errori tattici, sicuramente, ma noto anche da parte vostra un certo compiacimento. Non c'è più quel sacro fuoco, quella luccicanza negli occhi che l'anno scorso ci faceva scendere in campo con la voglia di sbranare gli avversari. Lo posso capire, con molti di voi abbiamo vinto tutto e abbiamo portato il Borussia più in alto di tutti, ma il nostro compito non finisce qua. Non finisce con i trofei vinti, che ora come ora non valgono più niente di fronte alle brutte prestazioni che abbiamo fatto contro il Marciano e contro la Virtute. Caso a parte il pareggio con lo Sporting, è ovvio che un pareggio con loro è un ottimo risultato."
Lukàcsz spegne la sigaretta, si mette le mani in tasca e conclude il discorso.
"Domani partiremo subito per la Foresta Nera, dove abbiamo fatto il ritiro, non ci alleneremo al nostro centro sportivo. Non è un ritiro punitivo, non credo nel concetto di punizione e non penso voi siate così colpevoli da meritarne una. Semplicemente andremo in un posto tranquillo, senza giornalisti nè tifosi a distrarci, a prepararci per la prossima di campionato. Lunedì avrete la giornata libera, come da programma, ma starete tutti insieme in sede di ritiro. Voglio che vi confrontiate, che parliate tra voi, usciate insieme a mangiare o semplicemente a fare una passeggiata. Chi vuole, poi, potrà venire a parlarmi privatamente. Sarò lì ad ascoltare le vostre perplessità e a cercare di dirimere i vostri dubbi. Non vi nego che la situazione è delicata, non possiamo più permetterci neanche un singolo passo falso, ci siamo già giocato i "bonus" con due partite. Dobbiamo essere concentrati. Da martedì, poi, usuale programma di allenamento fino alla partita di domenica prossima. Se non avete altre domande o chè, siete liberi di andare a farvi la doccia. Io partirò subito per approntare le cose, voi potrete passare questa notte con le vostre famiglie e vi aspetto domani mattina alla sede del ritiro."