Fuoco e sabbia ad Edessa
Forze in campo: esercito visigoto contro esercito persiano.
La piana di Edessa era in subbuglio dopo le due omonime battaglie, accadute solamente poco tempo prima. I persiani controllavano saldamente la zona con un esercito ti dutto rispetto, circa 30mila uomini, al comando del generale Vram l'Armeno.
I romani avevano deciso di affidare la riconquista della città ai Visigoti loro alleati. Re Teodorico aveva fatto ammenda e si apprestava a comandare personalmente i suoi, più fieri e coraggiosi che mai di avere il loro re alla testa dell'esercito.
In seconda c'era il veterano Behoren, già reduce delle precedenti vittorie contro gli Unni. In totale i visigoti schieravano una forza di 20mila uomini.
La giornata era bollente, complice un forte vento arido proveniente da sud. Le pesanti corezze gotiche facevano letteralmente squagliare i soldati.
Quando cominciò la battaglia gli sembrò quasi una benedizione.
La battaglia:
I persiani si muovono subito all'attacco, sfruttando l'immensa mobilità di oltre 4000 arcieri a cavallo. Le truppe scaricano una prima salva direttamente contro il centro dello schieramenteo visigoto, poi si dividono in due tronchi e bersagliano i nemici,inermi, dai lati.
L'operazione fa cadere circa 700 milis goti e qualche centinaio di traefen, per l'occasione posti rigorosamente sulla difensiva.
Gli arcieri goti sono troppo poco numerosi per contrattaccare e di fatto Teodorico e i suoi si trovano costretti a stare fermi.
I Persiani se ne accorgono e sfoderano 4000 cavalieri cibanarii, anch'essi armati di arco.
Tutta la zone diventa un turbinio unico di freccie, i trefen non riescono a rispondere a causa della troppa distanza e cadono come mosche. Fortunatamente i fanti più pesanti si dispongono a testuggine e risultano praticamente immuni.
Un gruppo di milis sul fianco sinistro abbandona la battaglia, con il morale a terra e viene lasciato fuggire.
Una volta esauriti i dardi i cavalieri catafratti si dividono sui lati e si preparano a caricare nel momento più propizio. Intanto Vram da ordine di lanciare un attacco completo con la fanteria, sicuro di spezzare il morale, già a terra, dei nemici.
Gli arcieri continuano a colpire, i buelsing (arcieri) goti subiscono la scarsa protezione e vengono costretti a fuggire.
La fanteria avanza, urlando e battendo le lancie sugli scudi.
Ad una distanza di circa 150 metri Teodorico da l'ordine di muoversi ai genieri.
Il centro viene aperto e i genieri portano fuori grosse baliste caricate con enormi dardi a catena.
L'effetto sorpresa è molto forte, partono i colpi e almeno 2-3 uomini per fila vengono schiacciati dalla possanza del dardo, poco preciso ma terribilmente pesante, aiutato dalla catena nel colpire il nemico.
Nel medesimo momento vengono sguinzagliati i mastini da guerra contro gli arcieri a cavallo.
La mossa però non si rivela utile, forse a causa del terreno troppo morbido. I cani sono lenti e i nemici possono tranquillamente scappare abbastanza lontano da costringerli a fermarsi a prendere fiato.
Un tentativo di colpire gli avversari con delle giare d'olio attraverso dei mangani fallisce a causa dell'inizio dello scontro vero e proprio.
Al centro la fanteria pesante visigota resiste benissimo all'assalto delle bande da guerra persiane, nonostante la nettissima inferiorità numerica.
Sul lato destro gli Heste visigoti faticano a muoversi e subiscono molte perdite, pur mantenendo la posizione.
Il lato è il peggiore. Qui i genieri tentano di trovare un punto dove fuggire dalla battaglia ma non vi riescono e vengono intercettati da 1000 lancieri persiani, che li massacrano.
I persiani si sentono sicuri e tentano la doppia carica dei loro cibanarii pesanti.
Sul lato destro i mastini non riescono ad intercettarli e si lanciano contro una truppa di milis. Fortunatamente per i visigoti la cavalleria si trova improvvisamente impacciata nel muoversi da una balista abbandonata e dal caldo. Gli heste possono rifugiarsi dietro ad un gruppo di fanti pesanti e salvarsi la vita.
Sul lato sinistro scende in campo direttamente Teodorico con 2000 cavalieri pesanti Koer.
Riescono ad intercettare i cibanaii ma disgraziatamente subiscono molte più perdite di quante ne riescono ad infliggere.
Al centro i fanti pesanti visigoti riescono a riprendere forza, sbaragliando 3000 bande da guerra e mettendole in fuga.
Purtroppo però il lato sinistro crolla di schianto a causa della pressione dei cibanarii e dell'arrivo di 4000 arcieri a cavallo armati di spada, che colpiscono con ferocia insinuandosi nei valichi creati fra le truppe gotiche.
Il lato destro vede invece la fuga di 1450 fanti leggeri persiani dopo aver subito perdite pesantissime ad opera dei darute visigoti.
Teodorico e i suoi continuano a combattere contro i cibanarii; questa volta le forze sono alla pari, fino a quando il nobile re non viene colpito al volto da un colpo di spada.
I suoi, terrorizzati, si danno immediatamente alla fuga senza speranza.
Beohoren riesce appena a tenere compatti i suoi, è chiaro che continuare questa carneificina non è utile per il popolo visigoto.
Viene quindi suonata la ritirata, che dopo alcune difficoltà procede abbastanza ordinata.
I persiani sono troppo stanchi per inseguire il nemico.
Esito:
Vittoria netta dei Persiani:
I Visigoti perdono circa 7000 uomini e il re Teodorico.
I persiani perdono circa 10mila uomini.
Forze in campo: esercito visigoto contro esercito persiano.
La piana di Edessa era in subbuglio dopo le due omonime battaglie, accadute solamente poco tempo prima. I persiani controllavano saldamente la zona con un esercito ti dutto rispetto, circa 30mila uomini, al comando del generale Vram l'Armeno.
I romani avevano deciso di affidare la riconquista della città ai Visigoti loro alleati. Re Teodorico aveva fatto ammenda e si apprestava a comandare personalmente i suoi, più fieri e coraggiosi che mai di avere il loro re alla testa dell'esercito.
In seconda c'era il veterano Behoren, già reduce delle precedenti vittorie contro gli Unni. In totale i visigoti schieravano una forza di 20mila uomini.
La giornata era bollente, complice un forte vento arido proveniente da sud. Le pesanti corezze gotiche facevano letteralmente squagliare i soldati.
Quando cominciò la battaglia gli sembrò quasi una benedizione.
La battaglia:
I persiani si muovono subito all'attacco, sfruttando l'immensa mobilità di oltre 4000 arcieri a cavallo. Le truppe scaricano una prima salva direttamente contro il centro dello schieramenteo visigoto, poi si dividono in due tronchi e bersagliano i nemici,inermi, dai lati.
L'operazione fa cadere circa 700 milis goti e qualche centinaio di traefen, per l'occasione posti rigorosamente sulla difensiva.
Gli arcieri goti sono troppo poco numerosi per contrattaccare e di fatto Teodorico e i suoi si trovano costretti a stare fermi.
I Persiani se ne accorgono e sfoderano 4000 cavalieri cibanarii, anch'essi armati di arco.
Tutta la zone diventa un turbinio unico di freccie, i trefen non riescono a rispondere a causa della troppa distanza e cadono come mosche. Fortunatamente i fanti più pesanti si dispongono a testuggine e risultano praticamente immuni.
Un gruppo di milis sul fianco sinistro abbandona la battaglia, con il morale a terra e viene lasciato fuggire.
Una volta esauriti i dardi i cavalieri catafratti si dividono sui lati e si preparano a caricare nel momento più propizio. Intanto Vram da ordine di lanciare un attacco completo con la fanteria, sicuro di spezzare il morale, già a terra, dei nemici.
Gli arcieri continuano a colpire, i buelsing (arcieri) goti subiscono la scarsa protezione e vengono costretti a fuggire.
La fanteria avanza, urlando e battendo le lancie sugli scudi.
Ad una distanza di circa 150 metri Teodorico da l'ordine di muoversi ai genieri.
Il centro viene aperto e i genieri portano fuori grosse baliste caricate con enormi dardi a catena.
L'effetto sorpresa è molto forte, partono i colpi e almeno 2-3 uomini per fila vengono schiacciati dalla possanza del dardo, poco preciso ma terribilmente pesante, aiutato dalla catena nel colpire il nemico.
Nel medesimo momento vengono sguinzagliati i mastini da guerra contro gli arcieri a cavallo.
La mossa però non si rivela utile, forse a causa del terreno troppo morbido. I cani sono lenti e i nemici possono tranquillamente scappare abbastanza lontano da costringerli a fermarsi a prendere fiato.
Un tentativo di colpire gli avversari con delle giare d'olio attraverso dei mangani fallisce a causa dell'inizio dello scontro vero e proprio.
Al centro la fanteria pesante visigota resiste benissimo all'assalto delle bande da guerra persiane, nonostante la nettissima inferiorità numerica.
Sul lato destro gli Heste visigoti faticano a muoversi e subiscono molte perdite, pur mantenendo la posizione.
Il lato è il peggiore. Qui i genieri tentano di trovare un punto dove fuggire dalla battaglia ma non vi riescono e vengono intercettati da 1000 lancieri persiani, che li massacrano.
I persiani si sentono sicuri e tentano la doppia carica dei loro cibanarii pesanti.
Sul lato destro i mastini non riescono ad intercettarli e si lanciano contro una truppa di milis. Fortunatamente per i visigoti la cavalleria si trova improvvisamente impacciata nel muoversi da una balista abbandonata e dal caldo. Gli heste possono rifugiarsi dietro ad un gruppo di fanti pesanti e salvarsi la vita.
Sul lato sinistro scende in campo direttamente Teodorico con 2000 cavalieri pesanti Koer.
Riescono ad intercettare i cibanaii ma disgraziatamente subiscono molte più perdite di quante ne riescono ad infliggere.
Al centro i fanti pesanti visigoti riescono a riprendere forza, sbaragliando 3000 bande da guerra e mettendole in fuga.
Purtroppo però il lato sinistro crolla di schianto a causa della pressione dei cibanarii e dell'arrivo di 4000 arcieri a cavallo armati di spada, che colpiscono con ferocia insinuandosi nei valichi creati fra le truppe gotiche.
Il lato destro vede invece la fuga di 1450 fanti leggeri persiani dopo aver subito perdite pesantissime ad opera dei darute visigoti.
Teodorico e i suoi continuano a combattere contro i cibanarii; questa volta le forze sono alla pari, fino a quando il nobile re non viene colpito al volto da un colpo di spada.
I suoi, terrorizzati, si danno immediatamente alla fuga senza speranza.
Beohoren riesce appena a tenere compatti i suoi, è chiaro che continuare questa carneificina non è utile per il popolo visigoto.
Viene quindi suonata la ritirata, che dopo alcune difficoltà procede abbastanza ordinata.
I persiani sono troppo stanchi per inseguire il nemico.
Esito:
Vittoria netta dei Persiani:
I Visigoti perdono circa 7000 uomini e il re Teodorico.
I persiani perdono circa 10mila uomini.