Vele e cannoni:
Forze in campo: ufficialmente, flotta di Tunisi e Mamelucchi contro flotta regia di Portogallo e Spagna.
L'ammiraglio spagnolo Juan del Castillo si trovava al largo delle coste di Fez, in attesa di imbarcare le proprie truppe. Con loro vi era anche la piccola flotta portoghese, ormeggiata poco distante.
Il panico si diffuse rapidamente quando le vedette segnalarono l'arrivo di un'imponente flotta. Ci vollero pochi istanti per scorgere la bandiera gialla dei Mamelucchi, unita ad altri simboli dell'Islam.
Juan fece unire le due flotte e dispose le navi per la guerra ma la battaglia sembrava difficilissima fin da subito, mentre le flotte cristiane potevano su meno di 100 navi, i musulmani ne schieravano almeno 220, compresi alcuni gruppi di galee di fattura italica.
Il mare calmo si sarebbe presto trasformato in un lago di sangue.
La battaglia:
Juan cercò di recuperare lo svantaggio della superiorità numerica incanalando le proprie forze, con esterne le galee italiche, verso lo stretto di Gibilterra per rendere le manovre delle navi musulmane più difficili e faticose. La mossa però non diede i risultati sperati, infatto i Mamelucchi si mossero più rapidamente del previsto e arrivarono a contatto con la flotta cristiana in pochi minuti.
Volarono le prime salve di freccie, cannoni e i primi tentativi di abbordaggio. La superiorità del fuoco musulmano si faceva sentire terribilmente nonostante i marinai porghesi disponessero di una flotta meglio armata e soprattuto delle potentissime caravelle.
Queste ultime furono la speranza della flotta cristiana e furono usate come perno di sfondamento una volta perdute le galee più esterne. In un'azione molto coraggiosa i cristiani si lanciarono a cuneo contro lo schieramento musulmano, sperando di spezzarlo in due grossi tronconi.
I numerosi cannoni delle caravelle sortirono il loro effetto e, complice la scarsa manovra, diverse galee nemiche furono irrimediabilmente danneggiate.
La situazione mutò però rapidamente in una fase di stallo, con i cristiani che non riuscirono a sfondare ma le forze musulmane non poterono respingerli efficacemente.
Allora i Mamelucchi tentarono un attacco sui lati, compiendo una manovra ad est molto stretta lungo la costa. La mossa colse di sorpresa le stanche galee spagnole che tentarono di schiacciare i nemici contro gli scogli della costa ma non riuscirono a trovare la forza necessaria a causa del numero esiguo.
Dopo alcune ore la situazione dei cristiani stava diventando tragica. Le caravelle erano in procinto di essere circondate, tanto che dovettero ripiegare frettolosamente. La galee erano poche rispetto ai nemici e decisamente stanche, mentre i trasporti davano il supporto che potevano, Juan del Castillo si domandava se a questo punto non fosse il caso di ripiegare per evitare ulteriori perdite.
Sul lato sinistro alcune galee musulmane speronarono la controparte cristiana ed iniziarono un diffuso abbordaggio. I cristiani si difesero come leoni e mantennero le loro posizioni con fierezza, sacrificandosi fino all'ultimo uomo.
Era chiaro come una vittoria netta in questa battaglia fosse impossibile, perciò l'ammiraglio comandò la ritirata generale verso il porto di Lisbona, riuscendo a malapena a salvare quanto gli rimaneva.
Esito:
Vittoria netta della coalizione musulmana.
I Portoghesi perdono 9 galee 8 caravelle e 1 trasporto.
Gli Spagnoli perdono 4 trasporti, 7 galee italiche e 8 galee.
I Musulmani perdono una quarantina di galee, 4 galee italiche, 2 trasporti
Forze in campo: ufficialmente, flotta di Tunisi e Mamelucchi contro flotta regia di Portogallo e Spagna.
L'ammiraglio spagnolo Juan del Castillo si trovava al largo delle coste di Fez, in attesa di imbarcare le proprie truppe. Con loro vi era anche la piccola flotta portoghese, ormeggiata poco distante.
Il panico si diffuse rapidamente quando le vedette segnalarono l'arrivo di un'imponente flotta. Ci vollero pochi istanti per scorgere la bandiera gialla dei Mamelucchi, unita ad altri simboli dell'Islam.
Juan fece unire le due flotte e dispose le navi per la guerra ma la battaglia sembrava difficilissima fin da subito, mentre le flotte cristiane potevano su meno di 100 navi, i musulmani ne schieravano almeno 220, compresi alcuni gruppi di galee di fattura italica.
Il mare calmo si sarebbe presto trasformato in un lago di sangue.
La battaglia:
Juan cercò di recuperare lo svantaggio della superiorità numerica incanalando le proprie forze, con esterne le galee italiche, verso lo stretto di Gibilterra per rendere le manovre delle navi musulmane più difficili e faticose. La mossa però non diede i risultati sperati, infatto i Mamelucchi si mossero più rapidamente del previsto e arrivarono a contatto con la flotta cristiana in pochi minuti.
Volarono le prime salve di freccie, cannoni e i primi tentativi di abbordaggio. La superiorità del fuoco musulmano si faceva sentire terribilmente nonostante i marinai porghesi disponessero di una flotta meglio armata e soprattuto delle potentissime caravelle.
Queste ultime furono la speranza della flotta cristiana e furono usate come perno di sfondamento una volta perdute le galee più esterne. In un'azione molto coraggiosa i cristiani si lanciarono a cuneo contro lo schieramento musulmano, sperando di spezzarlo in due grossi tronconi.
I numerosi cannoni delle caravelle sortirono il loro effetto e, complice la scarsa manovra, diverse galee nemiche furono irrimediabilmente danneggiate.
La situazione mutò però rapidamente in una fase di stallo, con i cristiani che non riuscirono a sfondare ma le forze musulmane non poterono respingerli efficacemente.
Allora i Mamelucchi tentarono un attacco sui lati, compiendo una manovra ad est molto stretta lungo la costa. La mossa colse di sorpresa le stanche galee spagnole che tentarono di schiacciare i nemici contro gli scogli della costa ma non riuscirono a trovare la forza necessaria a causa del numero esiguo.
Dopo alcune ore la situazione dei cristiani stava diventando tragica. Le caravelle erano in procinto di essere circondate, tanto che dovettero ripiegare frettolosamente. La galee erano poche rispetto ai nemici e decisamente stanche, mentre i trasporti davano il supporto che potevano, Juan del Castillo si domandava se a questo punto non fosse il caso di ripiegare per evitare ulteriori perdite.
Sul lato sinistro alcune galee musulmane speronarono la controparte cristiana ed iniziarono un diffuso abbordaggio. I cristiani si difesero come leoni e mantennero le loro posizioni con fierezza, sacrificandosi fino all'ultimo uomo.
Era chiaro come una vittoria netta in questa battaglia fosse impossibile, perciò l'ammiraglio comandò la ritirata generale verso il porto di Lisbona, riuscendo a malapena a salvare quanto gli rimaneva.
Esito:
Vittoria netta della coalizione musulmana.
I Portoghesi perdono 9 galee 8 caravelle e 1 trasporto.
Gli Spagnoli perdono 4 trasporti, 7 galee italiche e 8 galee.
I Musulmani perdono una quarantina di galee, 4 galee italiche, 2 trasporti