[size=1.45em]La battaglia di Cantiaci:
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Forze in campo: spedizione sassone contro esercito del Gwent e esercito imperiale romano.
La Spedizione sassone continuava la sua avanzata, sicura che presto tutta la britannia sarebbe caduta sotto al suo piede feroce.
Erik il Grasso in persona comandava un esercito di circa 7mila anglosassoni, tutto sommato non male ma piccolo rispetto al numero totale del suo popolo.
Forse si aspettava di occupare facilmente Cantiaci ma non fu così.
Dopo aver domato la resistenza locale con relativamente poche perdite, i suoi esploratori lo informarono dell'arrivo di un grosso esercito.
I soldati di Aelle si radunarono in una pianura, in un giorno di pioggia battente, con il cielo scuro come la pece. E li videro per la prima volta i loro nemici, i loro veri nemici.
Di fronte a loro erano schierate due intere legioni, armate di tutto punto, luccicanti nell'oscurità, impassibili e marmoree.
Diecimila romani al comando del generale Maggioriano, venuto apposta dalla Gallia, da molti considerato degno della porpora.
Insieme a loro c'era anche Vortighern e i suoi 5000 soldati del Gwent, addestrati dal Magister Militum Ghask dei Caledoni.
Infine, più come banidere cerimoniali che come guerrieri, c'erano alcuni nobili caledoni.
La battaglia:
Non facendosi certo intimorire gli anglosassoni iniziano ad urlare ed inveire contro i loro nemici, ingraziandosi gli dei per la battaglia. Vengono mandati avanti i tiratori che scaricano sui fanti romani gruppi ti teste calcificate. I soldati romani resistono con i loro possenti scudi, mentre gli ausiliari un totale di 187 perdite e un danno morale non indifferente.
I romani non rispondono al tiro, è palese che attendano di scontrarsi con il nemico in corpo a corpo.
Erik non desidera altro e dopo aver inflitto altre 200 perdite ed esaurito i dardi ordina la carica generale, apparentemente fatta a caso ma in realtà ben ponderata.
Le formazioni ibridate di fanti pesanti e lancieri sassoni sono le prime ad arrivare in corpo a corpo ma il loro impeto , forse rallentato dalla pioggia, si infrange sugli scudi dei romani, dopo che questi hanno fiaccato le file nemiche con lanci di pilum. I danni arivano soprattutto sul lato destro dove si contano 500 perdite in pochi minuti.
Al centro invece le cose vanno molto meglio. Un migliaio di berserker colpiscono all'improvvisto, supportati dagli urli delle donne guerriere.
La fanteria pesante romana flette e subisce almeno 200 perdite a fronte di sole 9 per i berserker.
Un gruppo di 2000 cavalieri leggeri romani tenta un aggiramento sul fianco che i lancieri anglosassoni non riescono a vedere.
Fortunatamente 1000 arcieri decidono di immolarsi per l'onore e si lanciano all'attacco, bloccando la carica di cavalleria e perendo ma permettendo ad un distaccamento di lancieri di coprire la falla. Si salvano solamente 75 arcieri.
Il lato destro torna a flettere a favore degli anglosassoni, che colpendo duramente fanno arretrare i romani, sugli altri lati invece prevale una staticità combattiva che dona morte ad entrambi gli schieramenti.
1000 bande da guerra anglosassoni tentano un aggiramento dello schieramento nemico ma la piogga le rallenta abbastanza da farle notare alla cavalleria leggera, fortunatamente i prodi fanti riescono a scappare nelle retrovie in tempo.
Il lato destro ancora una volta cambia: gli anglosassoni subiscono perdite molto consistenti specie nella fanteria pesante, che è costretta a ritirarsi, rimpiazzata da 1000 lancieri.
Aelle e i suoi, invece, ottengono un maggior successo sul lato sinistro, mandando in rotta il primo reggimento di fanti pesanti romani. Il vuoto viene rimpiazzato da oltre 2000 lancieri del Gwent comandati da Vortighern in persona.
Al centro i berserker, completamente presi dall'ira, macellano oltre 800 soldati romani, subendo un centinaio di perdite.
Aelle comanda una sortita di un migliaio di fanti leggeri a supporto del suo lato, sfortunatamente questi vengono intercettati dalla cavalleria leggera romana, che ne uccide 265, mentre gli altri trovano riparo dietro ai lancieri.
La situazione pare totalmente imbottigliata sulle ali e lo scontro si deciderà al centro, nel crudo corpo a corpo.
Sul lato destro i romani continuano a prevalere nelle loro formazioni rettangolari e ben pensate, nonostante gli anglosassoni combattano con maggiore impeto.
Sull'altro lato Aelle vede un iniziale successo contro i fanti di Vortighern, si trova però rapidamente circondato dalle riserve della fanteria romana. L'unica cosa che può fare è chiamare in suo soccorso 1000 bande da guerra e sperare in bene.
Al centro ancora un successo netto per gli Anglosassoni, i cui berserker massacrano 1104 fanti romani a fronte di pochissime perdite. Ormai hanno creato un cuneo netto all'interno delle file romane che viene riempito in fretta e furia con gli ausiliari.
Il lato destro, alla fine pare cedere a favore dei romani definitivamente. Gli Anglosassoni si riuniscono a schiltron cercando di opporre resistenza su ogni lato, la loro avanzata può dirsi conclusa.
L'arrivo delle bande da guerra non cambia la sorte sul lato sinistro, i soldati anglosassoni sono circondati e rischiano di venire massacrati. Aelle allora si mette alla testa di un manipoli di coraggiosi e si lancia in prima linea verso sud. L'azione è inaspettata e il nobile sovrano riesce ad aprire una via di fuga ai suoi compagni e anche a salvarsi la vita.
Vortighern viene ferito ad una spalla e si ritira vigliaccamente.
Al centro i berserker combattono contro gli ausuliari, purtroppo la forza del loro impeto va esaurendosi e la loro ira diviene sempre meno potente. La cavalleria leggera romana riesce a prenderli alle spalle, complici le donne guerriere che fuggono di fronte ad un nemico troppo forte.
Nonostante i buoni propositi si può dire che la battaglia sia persa per gli Anglosassoni, che si ritirano abbastanza frettolosamente.
Esito:
Vittoria di misura della coalizione romana
Gli Anglosassoni lasciano sul campo: circa 4000 soldati.
I romani lasciano sul campo: circa 2500 soldati.
Il Gwen lascia sul campo 1007 lancieri , 260 fanti pesanti e qualche centiniaio di tiratori
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Forze in campo: spedizione sassone contro esercito del Gwent e esercito imperiale romano.
La Spedizione sassone continuava la sua avanzata, sicura che presto tutta la britannia sarebbe caduta sotto al suo piede feroce.
Erik il Grasso in persona comandava un esercito di circa 7mila anglosassoni, tutto sommato non male ma piccolo rispetto al numero totale del suo popolo.
Forse si aspettava di occupare facilmente Cantiaci ma non fu così.
Dopo aver domato la resistenza locale con relativamente poche perdite, i suoi esploratori lo informarono dell'arrivo di un grosso esercito.
I soldati di Aelle si radunarono in una pianura, in un giorno di pioggia battente, con il cielo scuro come la pece. E li videro per la prima volta i loro nemici, i loro veri nemici.
Di fronte a loro erano schierate due intere legioni, armate di tutto punto, luccicanti nell'oscurità, impassibili e marmoree.
Diecimila romani al comando del generale Maggioriano, venuto apposta dalla Gallia, da molti considerato degno della porpora.
Insieme a loro c'era anche Vortighern e i suoi 5000 soldati del Gwent, addestrati dal Magister Militum Ghask dei Caledoni.
Infine, più come banidere cerimoniali che come guerrieri, c'erano alcuni nobili caledoni.
La battaglia:
Non facendosi certo intimorire gli anglosassoni iniziano ad urlare ed inveire contro i loro nemici, ingraziandosi gli dei per la battaglia. Vengono mandati avanti i tiratori che scaricano sui fanti romani gruppi ti teste calcificate. I soldati romani resistono con i loro possenti scudi, mentre gli ausiliari un totale di 187 perdite e un danno morale non indifferente.
I romani non rispondono al tiro, è palese che attendano di scontrarsi con il nemico in corpo a corpo.
Erik non desidera altro e dopo aver inflitto altre 200 perdite ed esaurito i dardi ordina la carica generale, apparentemente fatta a caso ma in realtà ben ponderata.
Le formazioni ibridate di fanti pesanti e lancieri sassoni sono le prime ad arrivare in corpo a corpo ma il loro impeto , forse rallentato dalla pioggia, si infrange sugli scudi dei romani, dopo che questi hanno fiaccato le file nemiche con lanci di pilum. I danni arivano soprattutto sul lato destro dove si contano 500 perdite in pochi minuti.
Al centro invece le cose vanno molto meglio. Un migliaio di berserker colpiscono all'improvvisto, supportati dagli urli delle donne guerriere.
La fanteria pesante romana flette e subisce almeno 200 perdite a fronte di sole 9 per i berserker.
Un gruppo di 2000 cavalieri leggeri romani tenta un aggiramento sul fianco che i lancieri anglosassoni non riescono a vedere.
Fortunatamente 1000 arcieri decidono di immolarsi per l'onore e si lanciano all'attacco, bloccando la carica di cavalleria e perendo ma permettendo ad un distaccamento di lancieri di coprire la falla. Si salvano solamente 75 arcieri.
Il lato destro torna a flettere a favore degli anglosassoni, che colpendo duramente fanno arretrare i romani, sugli altri lati invece prevale una staticità combattiva che dona morte ad entrambi gli schieramenti.
1000 bande da guerra anglosassoni tentano un aggiramento dello schieramento nemico ma la piogga le rallenta abbastanza da farle notare alla cavalleria leggera, fortunatamente i prodi fanti riescono a scappare nelle retrovie in tempo.
Il lato destro ancora una volta cambia: gli anglosassoni subiscono perdite molto consistenti specie nella fanteria pesante, che è costretta a ritirarsi, rimpiazzata da 1000 lancieri.
Aelle e i suoi, invece, ottengono un maggior successo sul lato sinistro, mandando in rotta il primo reggimento di fanti pesanti romani. Il vuoto viene rimpiazzato da oltre 2000 lancieri del Gwent comandati da Vortighern in persona.
Al centro i berserker, completamente presi dall'ira, macellano oltre 800 soldati romani, subendo un centinaio di perdite.
Aelle comanda una sortita di un migliaio di fanti leggeri a supporto del suo lato, sfortunatamente questi vengono intercettati dalla cavalleria leggera romana, che ne uccide 265, mentre gli altri trovano riparo dietro ai lancieri.
La situazione pare totalmente imbottigliata sulle ali e lo scontro si deciderà al centro, nel crudo corpo a corpo.
Sul lato destro i romani continuano a prevalere nelle loro formazioni rettangolari e ben pensate, nonostante gli anglosassoni combattano con maggiore impeto.
Sull'altro lato Aelle vede un iniziale successo contro i fanti di Vortighern, si trova però rapidamente circondato dalle riserve della fanteria romana. L'unica cosa che può fare è chiamare in suo soccorso 1000 bande da guerra e sperare in bene.
Al centro ancora un successo netto per gli Anglosassoni, i cui berserker massacrano 1104 fanti romani a fronte di pochissime perdite. Ormai hanno creato un cuneo netto all'interno delle file romane che viene riempito in fretta e furia con gli ausiliari.
Il lato destro, alla fine pare cedere a favore dei romani definitivamente. Gli Anglosassoni si riuniscono a schiltron cercando di opporre resistenza su ogni lato, la loro avanzata può dirsi conclusa.
L'arrivo delle bande da guerra non cambia la sorte sul lato sinistro, i soldati anglosassoni sono circondati e rischiano di venire massacrati. Aelle allora si mette alla testa di un manipoli di coraggiosi e si lancia in prima linea verso sud. L'azione è inaspettata e il nobile sovrano riesce ad aprire una via di fuga ai suoi compagni e anche a salvarsi la vita.
Vortighern viene ferito ad una spalla e si ritira vigliaccamente.
Al centro i berserker combattono contro gli ausuliari, purtroppo la forza del loro impeto va esaurendosi e la loro ira diviene sempre meno potente. La cavalleria leggera romana riesce a prenderli alle spalle, complici le donne guerriere che fuggono di fronte ad un nemico troppo forte.
Nonostante i buoni propositi si può dire che la battaglia sia persa per gli Anglosassoni, che si ritirano abbastanza frettolosamente.
Esito:
Vittoria di misura della coalizione romana
Gli Anglosassoni lasciano sul campo: circa 4000 soldati.
I romani lasciano sul campo: circa 2500 soldati.
Il Gwen lascia sul campo 1007 lancieri , 260 fanti pesanti e qualche centiniaio di tiratori