GDR Aracne, costume e società

Silen

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come osservati da Aristotele Onassis nel corso della sua permanenza nella città-colonia di Shurrakan.

Capitolo primo, cenni sulla morfologia della specie.


Delle molte razze che ho incontrato durante i miei viaggi, le Aracne sono certamente la più singolare, unica nel suo genere. Lo straniero che per la prima volta si avvicini a queste creature non può fare a meno di provare un profondo disagio e solitamente ne attribuisce la cagione al loro sinistro aspetto; ma un realtà non è solo la loro orrorifica apparenza a sconcertare quanto il fatto che il loro intero modo di vita è quanto di più diverso si potrebbe immaginare. In questo breve saggio è mia intenzione descrivere brevemente quanto ho imparato durante il mio soggiorno a Shurrakan nella speranza che questo possa facilitare la reciproca comprensione.
La prima cosa che salta all'occhio quando si incontra delle Aracne è il loro spiccato dimorfismo sessuale. È comunemente noto che una Aracne di media taglia misura circa quanto un grosso cavallo; pochi sanno che i maschi Aracne raramente superano la metà della stazza delle femmine e che in realtà molto più spesso restano al di sotto. Detto dimorfismo sembra influenzare anche diverse caratteristiche biologiche della specie. Le femmine Aracne sono aggressive, energiche, bellicose laddove i maschi sono per carattere miti, riflessivi, persino remissivi a volte. Non solo: la durata della vita dei maschi Aracne solitamente è nettamente più lunga delle femmine, in media una ventina di anni in più ma d'altro canto solamente le femmine Aracne possono subire quella straordinaria metamorfosi che trasforma alcune di esse in quelle mastodontiche creature che sono note come le Grandi delle Aracne. Da quanto ho potuto osservare e che mi è stato confermato anche da diversi soggetti, i maschi sono inoltre in proporzione inferiore alle femmine: laddove nella pressochè totalità delle razze umanoidi la distribuzione dei sessi è paritetica la mia indagine fa pensare che nelle Aracne i maschi non superino mai il 30% della popolazione totale. Non deve stupire quindi che le femmine costituiscano l'ossatura della intera società Aracne, monopolizzando intere classi come ad esempio il ceto militare.
La seconda cosa che lo straniero deve tenere a mente è l'assoluta mancanza di qualsiasi legame familiare. Come le stesse Aracne raccontano (definendo curiosamente "barbara" questa lontana epoca) l'accoppiamento di una femmina e un maschio Aracne si è sempre concluso con la morte di quest'ultimo, divorato dalla femmina poco dopo essere stata fertilizzata. Questo accadeva fino a tempi recenti, in termini antropologici naturalmente, e ha fortemente condizionato sia l'evoluzione della specie che il ruolo dei sessi nella società. Solamente negli ultimi duemila anni i maschi hanno acquisito una significativa rilevanza laddove in precedenza erano poco più di riproduttori dalla vita breve. Anche dopo venti secoli di accoppiamenti fortemente ritualizzati allo scopo di tutelare la vita del maschio Aracne tuttavia non si è creato alcun legame paragonabile a quello di una famiglia umana. Maschio e femmina Aracne si piacciono, si scambiano anche gesti di affetto, ma non si sentono affatto legati dalla prole comune, forse perchè, a differenza di molte altre razze, il periodo di crescita è talmente accelerato da risultare sbalorditivo.
Dopo l'accoppiamento una femmina Aracne depone fra 12 e 20 uova in media, uova che vengono racchiuse in una sacca ovarica tessuta col proprio filo e che la femmina porta semopre con sè legata all'addome. Dopo un paio di settimane le uova si schiudono e le piccole Aracne che ne fuoriescono sono già in tutto e per tutto identiche all'adulto sebbene minuscole. Per tutta la prima parte della loro vita rimarranno aggrappate all'addome della madre ricevendo da lei il suo nutrimento; successivamente, una volta divenute capaci di camminare sulle proprie zampe, seguiranno la madre ovunque come un branco di anatroccoli segue mamma anatra. Infine, raggiunte le dimensioni più o meno di un cane, le piccole Aracne abbandonano la madre e si disperdono per conto proprio. Capaci solo di una comunicazione rudimentale, timide ma al tempo stesso molto curiose le piccole Aracne vagano in piena libertà, raramente abbandonando la colonia, imparando a comunciare e facendo le prime esperienze di vita in maniera del tutto autodidatta. Raggiunto infine il pieno sviluppo il o la giovane Aracne ha imparato i principi basilari di almeno un mestiere, a comunicare fluentemente nella propria lingua e in comune e svariate nozioni empiriche di anatomia. Il passo successivo è di divenire un apprendista presso una Aracne più esperta. Gli individui che si distinguono per intelletto più brillante vengono segnalati alle Risveglianti e ricevono da queste un vero e proprio addestramento per diventare Maghe, Ingegnieri e Cercatori.
L'intero processo, dalla nasciata al pieno sviluppo non prende più di tre mesi: un tempo inconcepibilmente veloce e che giustifica, in parte, lo scarso attaccamento dei genitori alla prole come anche la totale noncuranza per i legami di sangue. Fra le Aracne non sistono cognomi, non si tiene traccia alcuna della discendenza matrilineare o patrilineare nè il concetto di ereditarietà. La proprietà individuale è invero riconosciuta ma in genere il/la Aracne trasmette i suoi beni tramite doni ad altre Aracne con cui ha legami di lavoro o amicizia, in alternativa lascia ogni cosa alla propria Grande.
Il lettore comprenderà che con simili basi non si poteva in alcun modo aspettarsi la creazione di una società simile a quella umana; poichè le Aracne posseggono una visione e una prospettiva del tutto unici e peculiari anche la società da esse sviluppata è altrettanto unica e peculiare.
 
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Silen

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Capitolo secondo, il culto di Colei che Attende

La fede elaborata dalle Aracne è a sua volta peculiare e affascinante, se non altro da un punto di vista antropologico. A differenza di altri popoli il cui culto si basa sulla Legge, su questo o quel Titano, sulla adorazione dei draghi od egli spiriti della Natura la religione delle Aracne è una fede cupa e apocalittica che non promette altro che la distruzione totale. Le Aracne adorano infatti Colei che Attende, la oscura divinità che, si dice, in epoche tanto lontane da essere incommensurabili entrò nel mondo per divorare Luce e Vita e che venne scacciata da una alleanza dell'intero Pantheon di Yfilis. Il lettore avrà sicuramente già udito questa storia in innumerevoli fiabe e filastrocche per bambini dove Colei che Attende compare immancabilmente nelle vesti dello spauracchio o del babau, se vogliamo. Il fatto che questo ricorra in così differenti razze e culture è certamente motivo di interesse per qualunque saggio e fa pensare che esista un briciolo di verità nelle terrificanti leggende che narrano di un essere gigantesco, di forma ibrida fra umanoide e ragno, permanentemente avvolto nella tenebra e che si nutriva di qualunque essere vivente incontrasse sulla propria strada lasciando dietro di sè soltanto una brulla desolazione priva di vita. D'altro canto prima ancora che nascesse l'Impero e che dei e titani venissero annientati uno a uno, Colei che Attende era scomparsa già da moltissimo tempo tanto che nessuna memoria di lei è sopravvissuta; non potrebbe quindi trattarsi semplicemente di una creatura potente ma del tutto terrena, come ad esempio un drago? Le Aracne sostengono fermamente la loro versione e probabilmente gli unici che potrebbero confermarla o smentirla sono gli antichi dei che gli imperatori Theofonias hanno annientato. Temo che non conosceremo mai la verità ameno che effettivamente Colei che Attende non faccia ritorno, ipotesi che per ovvi motivi mi risulta alquanto sgradita.
Ma ritorniamo alla fede professata dalle Aracne. Come in altre regioni l'impero theofonias ha fatto del suo peggio per imporre la religione del Mikanikotrio e come altrove ha fallito: sradicare un culto è sempre un compito gravoso e lo è particolarmente fra le Aracne le cui tradizioni vengono trasmesse e perpetuate dalle Grandi ed è appunto con una Grande che ho avuto la impareggiabile occasione di avere un colloquio a questo proposito e dal quale ho tratto la maggior parte delle mie informazioni.
Come ho appreso dalla mia interlocutrice, il culto di Colei che Attende è al tempo stesso sia messianico che apocalittico; le Aracne credono che la loro dea non sia stata annientata nello scontro con le altre dività di Yfilis ma che risieda appena al di là dei confini del mondo aspettando con infinita pazienza il giorno in cui potrà fare ritorno. In quel dì di tenebra la dea si ricongiungerà alle Aracne e insieme la dea e le sue figlie percorreranno il mondo espurgandolo di qualsiasi forma di vita per nutrire la fame insaziabile di Colei che Attende. Particolare molto significativo, le Aracne credono che alla fine esse stesse verranno divorate. Allora, enorme e terrificante, Colei che Attende si leverà da un mondo morto per pascersi della Luce stessa fino ad estinguerne ogni minimo raggio, restaurando il buio primordiale che esisteva prima della apparizione dello Splendore.
Ammetto di essere rimasto senza parole di fronte alla prospettiva di un annientamento così assoluto e l'ho detto alla Grande con cui stavo conversando ma questa si è limitata a scuotere le spalle, apparentemente per nulla turbata.
"Tutto finisce, eppure niente finisce mai davvero" sono state le sue precise parole "forse da qualche parte oltre il cielo oscurato un altro Splendore stà creando un altro mondo ed altri dei proprio in questo preciso momento e forse un giorno Colei che Attende raggiungerà quel mondo lontano e darà nuovamente vita alla mia razza. Forse quello che noi stiamo vivendo è avvenuto in passato ancora e ancora. Colei che Attende esiste da prima che esistesse Yfilis, da prima che lo Splendore creasse i vostri dei. Chi può dire cosa abbia fatto o abbia visto nella sua infintia esistenza? Chi può giudicare i suoi motivi? Le vostre leggende dicono che questo o quel dio creò Yfilis e tutte le creature viventi. Siete proprio certi che non sia stata Colei che Attende a creare tutto ciò che esiste per poi potersene nutrire? A un gruppo di galline, l'umano che le alleva e le nutre e poi improvvisamente le uccide una dopo l'altra per divorarle insieme alle loro uova può apparire malvagio e incomprensibile eppure questo stà solo facendo ciò che è necessario per sopravvivere. Quello che è certo è che senza Colei che Attende non esisterebbe alcuna Aracne e forse nessun uomo o elfo o viis e se tutto questo deve un giorno scomparire, non è meglio che avvenga attraverso la stessa mano amorevole che ci ha dato la vita e che, un giorno ce la darà di nuovo?"
Personalmente non riesco a credere a una simile visione del mondo (per non parlare del fatto di essere paragonato a una gallina!) e nutro alcuni dubbi sulla benevolenza di una simile entità ma non posso negare che nelle argomentazioni della Grande non ci fosse una certa logica e coerenza. Forse è per questo che non solo le Aracne rimangono legate a questa loro cupa religione ma anche molti individui non-Aracne, specie coloro che hanno vissuto a stretto contatto con loro nel territorio della Tela, finiscono per aderirvi. Ho avuto occasione di conversare con parecchi convertiti e anche con un sacerdote, un anziano aviano al quale ho chiesto per quale motivo avesse aderito al culto. "La via delle Aracne non è poi così diversa dalla via dei titani o dei Draghi" mi rispose "nè la loro visione è poi così diversa da quella del Cavalcavento. Siamo stati schaivi accanto a loro e da loro siamo stati adottati, insieme abbiamo condiviso dolore e trionfo. Non dovrebbe stupirti se così tanti di noi hanno deciso di condividere anche la fede."
Invero la cosa continua a stupirmi ma non posso negare la profondità della fede delle persone con cui ho avuto modo di conversare e mi sento in dovere di confutare molte menzogne diffuse dai sacerdoti del Mikanikotrio nell'intento di screditarla basandosi principalmente su ignoranza e pregiudizio. A differenza di quanto affermato in alcuni ambienti dell'Impero Il culto di Colei che Attende non contempla alcun sacrificio umano nè alcuna delle caratteristiche efferate che le sono state attribuite ed è aperto a chiunque possa aderirvi. Come ho detto, ho avuto occasione di incontrare sacerdoti non-Aracne con cui ho avuto conversazioni proficui così come con una Grande delle Aracne. Si tratta in sintesi di una religione del tutto comprensibile certo non più violenta del Dominio o più assurda del Grande Gomitolo per quanto io non ne condivida i principi e la visione.
 

Silen

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Capitolo terzo, a proposito degli Adottati

Col significativo termine di Adottati le Aracne designano la classe sociale nella quale vengono incluse le popolazioni straniere appena assorbite nella Tela e, per estensione, tutti gli individui facenti parte di razza altra rispetto alla specie Aracne.
Come è noto l'Impero Theofonias ha spostato contingenti di questa o quella razza nei quattro angoli del continente e le cose non sono differenti a Shurrakan: chi scrive ha potuto incontrare nella sua visita gruppi più o meno numerosi di Aviani, Cat-Sidhe, Halfling, Gnoll, Coboldi, Elfi, Viis e tutte le razze di senzienti che abitano questo variegato e meraviglioso Ipairos. È altresì noto che una minoranza sradicata dalla propria terra natia tende ad assumere almeno in parte la cultura del paese di adozione; eppure non ho mai avuto occasione di incontrare nei miei viaggi una uniformità culturale così estesa come nella città delle Aracne, uniformità tanto più strana quando si pensa a quanto peculiare e differente sia la cultura delle Aracne rispetto a quella delle altre razze di Ipairos. Incuriosito, ho dedicato molto tempo ad investigare riscontrando alcuni fattori assai interessanti che rendono evidente la presenza di un vero e proprio processo di pressione culturale esercitato dal cosiddetto Popolo della Tela nei confronti delle minoranze in esso calate, una pressione che, prolungata nei secoli, ha portato alla situazione odierna.
I fattori che contribuiscono al processo di pressione culturale sono molti e variegati; l'autore non presume di essere in grado da solo di spiegare dettagliatamente il funzionamento di detto processo: occorrerebbe un approfondito studio sociologico i cui risultati, ne sono certo, sarebbero complessi ed affascinanti. In questo mio scritto mi limiterò ad analizzare gli aspetti principali che sono stato in grado di individuare.
Un fattore di primaria importanza risiede certamente in quelle straordinarie creature che sono le Grandi delle Aracne. I ricordi delle Grandi, tramandati intatti attraverso le pieghe del tempo hanno determinato non solo la sopravvivenza della scienza e della cultura Aracne ma anche il loro diffondersi fra i cosiddetti Adottati. Come purtroppo è ben noto, l'Impero Theofonias non si è mai curato del benessere interiore (ed ahimè, spesso nemmeno del benessere fisico) delle razze schiave. Gli sfortunati tratti in servitudine dalla loro patria e trapiantati nel territorio della Tela si sono ritrovati, qui come altrove, tagliati completamente fuori dalla cultura della propria razza e senza altro modo di trasmettere le proprie tradizioni se non per via orale ma le tradizioni orali, si sà, si perdono o si trasformano rapidamente ed altrove è stato appunto il fondersi di svariate tradizioni orali che ha portato alla nascita delle culture ivi dominanti. Ma nella Tela la tradizione orale delle Aracne è resa fissa e immutabile dalla memoria eidetica delle Grandi, monolitica e inamovibile nella sua granitica compattezza. Mentre gradualmente col passare dei secoli la cultura degli schiavi sradicati si perdeva e si confondeva, la tradizione Aracne rimaneva chiara e ferma. Si può pensare alla situazione come a quella di due vasi comunicanti, uno pieno di liquido di colore bianco e uno di colore nero. Normalmente, il contenuto dei vasi si mescolerebbe nel colore grigio...ma che accadrebbe se il il vaso contenente il liquido nero venisse continuamente rifornito di colore? Alla fine entrambi i vasi sarebbero pieni di liquido color nero.
Un altro fattore è stato certamente il mantenersi della struttura sociale legata alla esistenza delle Risveglianti, da sempre classe dirigente della Tela e collegamento fra le Grandi e il resto del popolo. Persino in schiavitù le Aracne hanno sempre continuato a seguire la guida delle Risveglianti a cagione della loro venerazione per le Grandi, tanto che gli stessi governatori imperiali hanno preferito servirsene come il modo più semplice di governare il Popolo della Tela. Pensino ora i lettori a uno schiavo sradicato dalla patria bisognoso di tutto e proprietario di nulla, ignorato da guardie e sorveglianti se non per le punizioni inflitte a chi non è in grado di raggiungere la sua quota di lavoro...lo sfortunato non ha niente e nessuno a cui rivolgersi ma lavorando e vivendo fianco a fianco con le Aracne non potrà non notare la loro solida struttura sociale e il modo con cui essa è sopravvissuta alla occupazione imperiale. Presto lo schiavo si renderà conto che l'unico modo di avere una vita meno grama è cercare di stabilire un modus vivendi con le Aracne, ma questo implica non entrare in urto con le Risveglianti e anzi accettarne la autorità e alla lunga la guida. Laddove in altre regioni di Ipairos si sono formate figure di prestigio e autorità fra i ranghi degli schiavi, nella Tela accettare la guida delle Risveglianti era fin da subito la scelta migliore che lo schiavo avesse a disposizione.
Ultimo ma non meno importante fra i fattori che chi scrive è riuscito a individuare è il costume Aracne di prendersi cura degli orfani delle altre specie, costume nato dal forte spirito organizzativo delle aracnidi. Il numero di orfani fra i figli degli schiavi è purtroppo sempre stato molto alto, diretta conseguenza di malattie o incidenti su lavoro abbinati alla pressochè totale mancanza di una famiglia o una comunità a cui aggrapparsi. Le Aracne, lo sappiamo per certo, trovano intollerabili queste irregolarità: il lettore avrà forse sentito parlare di quello che sembra essere il motto fondante della loro organizzazione sociale: Un posto per Ognuno e Ognuno al suo posto.
Prendersi cura degli orfani delle altre razze e trovare loro una collocazione è quindi insito nello spirito organizzativo della Tela; e ovviamente questi individui allevati ed istruiti dalle Aracne ne hanno inevitabilmente assorbito interalmente cultura e ideali, tramandandoli poi ai loro figli. Moltiplichiamo questo processo per oltre mille anni e i risultati diverranno evidenti.
Naturalmente questa è soltanto una rapida disamina di una situazione molto complessa: ci sarebbe ancora molto da dire sui meccanismi sociali che hanno portato alla situazione attuale e chi scrive ha individuato diverse prove che il processo non è stato del tutto unilaterale ma che anzi la attuale cultura dominante della Tela ha assorbito e fatto propri diversi elementi presi a prestito dalla tradizione delle culture native degli schiavi non-Aracne; un completo esame richiederebbe però anni di studi ed è probabilmente fuori luogo in questa sede dove l'obiettivo è permettere al lettore di ottenere una comprensione di base della società delle Aracne.
 
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