Anno 1881

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Impero di Germania
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Madagascar
Il governo del Kaiser si occupa fin dai primi mesi dell'anno ad una politica coloniale attiva. In particolare prende contatti con la regina del Madagascar con la quale firma un importante trattato che pone le basi per tutta la politica estera tedesca rispetto ai paesi extra europei.

La regina viene riconosciuta come legittima sovrana di tutta l'isola e la Germania si fa garante della sovranità del suo stato andando così a bloccare qualsiasi tentativo di internvento da parte delle altre potenze ed intanto riesce ad influenzare l'area dell'Africa sud orientale con la concessione di un piccolo territorio dove viene costruito un porto ed un insediamento.

Turchia
A causa della crisi che si apre con l'avvicinamento dell'Austria alla Russia ed al Regno Unito, si perde un ottimo partner commerciale a Vienna.

Berlino però punta gli occhi su Istanbul con la quale viene avviato un proficuo commercio. Vengono abbattuti i costi di molte risorse esotiche e la capitale tedesca si riempie in poco tempo di odori e sapori nuovi. Il sentimento filo-turco si fa talmente tanto profondo che ad ogni angolo di quartieri della "borghesia per bene" si chiudono caffé in stile parigino e se ne aprono in stile turco.

Holstein
Attorno al vicino del nord si apre una crisi diplomatica con la Russia che porterà poco dopo a quella con l'Austria. Copenhagen per anni ha tentato una politica totalmente neutrale nello scacchiere europeo dando uomini e donne per le case regnanti di Russia e Grecia proprio grazie alla nota neutralità.

Il 1881 risveglia però lo spirito nazionale danese quando giunge la notizia della cessione dell'Helgoland alla Russia da parte del Regno Unito. Inizialmente la polemica nazionalista sembra indirizzata verso l'isola da tempo perduta. Si scambia con la Russia quest'isola per quella baltica di Bornholm, ma appena acquisito l'Helgoland subito viene ceduta alla Germania in cambio dell'Holstein, regione danese da tempo conquistata dai tedeschi cui Copenhagen sperava di rimette presto le mani.

L'accordo piace ai tedeschi, l'Holstein per quanto importante era una regione economicamente superflua, utile solo alla difesa dei porti del nord. Ma il suo valore strategico è inequiparabile a quello dell'Helgoland, vera spina nel fianco nel Mar del Nord.

Islanda ed antille
Per recuperare il suo territorio nazionale la Danimarca da un'altra concessione oltre all'Helgoland: cede le improduttive - in mani danesi - Antille e concede la città di Grindavik in Islanda che diventa da subito una importante base navale.

Guerra austro-prussiana e Francia
L'avvicinamento repentino dell'Austria al blocco anglo-russo provoca enorme risentimento in Germania.

Dopo gli anni dell'unificazione tedesca a ben pochi era andato giù che larga parte di territori germanici fossero rimasti esclusi dal processo di unificazione. L'importanza però dell'impero Asburgico costrinse i nazionalisti più irriducibili a dover accettare la divisione. Nel momento in cui si apre la crisi molti tedeschi iniziano a premere immediatamente per una guerra lampo.

Scambi repentini di messaggi vengono effettuati dalla diplomazia di tutta l'Europa, fino a quando il messaggio decisivo viene reso noto:"Francia e Belgio sono e resteranno del tutto neutrali nella crisi in corso".

In sordina - unicamente in Germania - passa la notizia della cessione dell'Alsazia alla Francia. La perdita del grande bacino carbonifero compensa totalmente la possibilità di unificare Germania ed Austria secondo i concetti del nazionalismo tedesco.

Per il Kaiser è il via libera alla guerra: due colonne armate superano i confini dopo mezz'ora che la dichiarazione di guerra viene consegnata. L'idea è di marciare su Vienna prima che gli eserciti europei si possano mobilitare.
 

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Repubblica di Francia
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Alsazia
Dopo aver constato la non intenzione del governo di Bruxelles ad intervenire al suo fianco contro la Germania nel quadro della crisi Austro-Tedesca, Parigi cerca di massimizzare i profitti derivanti dallo strappo diplomatico con Londra.

Con il governo inglese si era appena finito di discutere di un'intesa tra i due paesi quando giunge la notizia: i tedeschi sono disposti a cedere l'Alsazia in cambio della nostra neutralità.

Il ricco bacino carbonifero, strappato alla Francia dieci anni prima, è la massima aspirazione nazionale francese. Poterla riprendere senza sparare un solo colpo è un'occasione troppo ghiotta che nessuno si vuole far sfuggire.

Il cambio di bandiera nella regione è fatta passare come una notizia secondaria in Germania, ma in Francia i titoli dei giornali sono entusiasti: la grande Francia ha messo in ginocchio la Germania senza nemmeno dover sparare un colpo. Descrizione dell'ingresso triondale nelle città alsaziane da parte delle truppe francesi sono presenti in ogni giornale. Accolte da folle che lanciano fiori e cantano la Marsigliese, i soldati francesi sono considerati dei liberatori.

La cerimonia del passaggio di consegna dell'amministrazione regionale vede tedeschi e francesi riconciliarsi dopo dieci anni di tensione massima ed aprire a probabili nuovi sviluppi tra le relazioni dei due paesi.

Africa
Mentre in patria si festeggia per l'Alsazia, in Africa il governo è ancora più attivo.

Un accordo è invece firmato da Parigi, Bruxelles e Lisbona che stabilisce regole comuni per il riconoscimento delle reciproche colonie e la divisione di fatto del Congo.

Il regno del Loango viene annesso ai domini della Repubblica così come i territori a nord del fiume Congo che diventano così la colonia di Congo-Brazzaville.

Alla colonia del Senegal è aggiunto il territorio di Conarky che viene invaso dai soldati francesi. Qui si svolge la battaglia di Labé, un vero e proprio massacro delle caste guerrieri e nobili africane che tentano una disperata resistenza. I francesi perdono sul campo solo una cinquantina di uomino contro un migliaio di nativi africani. Dopo la battaglia i vari piccoli regni si sottomettono uno dopo l'altro alle autorità di Parigi.

L'esploratore ed avventueriero Bertrand diviene famoso quando torna alla fine dell'anno ad Algeri con un piccolo manipoli di Berberi del deserto. Annuncia in un telegramma che invia a Parigi di aver esplorato buona parte dei wadi a sud della costa algerina e di aver preso contatti con le locali tribù.
 

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Impero Austro-Ungarico
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Guerra austro-tedesca e le scomode alleanze
L'apertura della crisi con la Germania vede la situazione al confine precipitare. Il tentativo di scrollarsi di dosso l'influenza di Berlino, cercando appoggio con l'Inghilterra e la Russia getta nello sconforto la maggior parte della popolazione.

La Russia, slava ed ortodossa, è da sempre considerata nemica dell'Austria viste le forze centrifughe che in tutta la penisola balcanica minacciano di voler sovvertire l'ordine imperiale. La firma del trattato con il Regno Unito provoca le polemiche dimissioni del ministro della guerra Franz von Hotzendorf. Ritarda invece la firma russa all'alleato, cosa che getta foschi dubbi sulla mossa intrapresa dal governo del primo ministro von Stemayr.

Il giorno dopo le dimissioni di Hotzendorf una grande armata tedesca supera i confini tra le due nazioni. Scoppia così la guerra Austro-Tedesca.

Boemia e Moravia vengono occupate senza sparare un singolo colpo dagli uomini di Berlino. Nello stesso momento in cui una colonna militare tedesca marcia per le strade di Praga intonando canzoni di guerra, le autorità cittadine si recano immediatamente a discutere con gli alti ufficiali. Dopo un paio di ore viene diramato un comunicato ufficiale:"tutti i cittadini di nazionalità ceca accolgano i soldati tedeschi come liberatori".

La notizia si sparge in lungo ed in largo lungo tutto l'Impero. Cracovia insorge, milizie armate alla buona prendono possesso della regione e creano barricate nelle strade delle maggiori città, un comitato nazionale dichiara l'indipendenza della Repubblica di Polonia. Simili fatti si vedono in Slovacchia che insorge contro il deteriorato potere di Vienna.

La capitale imperiale viene investita da una seconda armata tedesca. L'esercito austriaco, con la scusa di un'esercitazione, ha ammassato qui armi e uomini e si prepara a combattere. I tedeschi sono in inferiorità numerica ma meglio armati rispetto agli austriaci. Il tiro d'artiglieria tedesco è incessante e spaventoso.

I moderni cannoni tedeschi permettono una precisione relativa nel tiro indiretto, cosa che i pezzi austriaci non permettono di fare. La periferia nord della bella città danubiana viene polverizzato. E' la prima volta che una così devastante forza militare viene utilizzata contro un agglomerato urbano in modo indiscriminato. Mentre la città è sotto il fuoco tedesco reparti di fanteria l'accerchiano ponendola sotto un assedio che ricorda quasi battaglie di mille anni prima. La città resta in salde mani austriache ma l'impossibilità di rifornire le truppe, evacuare i feriti ed i numerosi civili rende la situazione disperata. Impossibile pensare di resistere per un intero anno.

Le forze armate austriache sono oltretutto prive di comandante generale per le dimissioni del ministro della guerra. I soldati di Vienna in massa rompono il blocco tedesco e si ritirano - subendo numerose perdite - verso l'Ungheria. Una notizia però sconvolge il morale imperiale: Francesco Giuseppe è stato fatto prigioniero, con l'inganno, da un manipolo di soldati filo-tedeschi che lo hanno consegnato ai militari di Berlino che intanto hanno occupato la capitale.

Questi soldati fanno parte di un nuovo gruppo politico chiamato "Unionisti". Le poche notizie su di loro li identificano come appartenenti alle classi operaie, fortemente anti-clericali, rivoluzionari anti-borghesi, nazionalisti, anti-socialisti e filo-tedeschi che chiedono l'Unione dell'Austria alla Germania.

In tutto l'impero si sparge la notizia che sono stati dei soldati ebrei unghersi a catturare l'amatissimo imperatore e la situazione si fa tesissima.

Da Budapest il generale von Hulm, che ha preso il comando delle forze armate, ordina il cessate il fuoco e prende contatti con Berlino.

La rivolta costituzionale
Il deterioramento del potere imperiale su tutto il territorio provoca la ribellione civile di un eterogeneo movimento politico di massa, uno dei primi in Austria, che si fa chiamare "Gruppo per la Rivoluzione Democratica". Il gruppo prende il controllo della regione di Salisburgo e da li enuncia i propri punti:

[x] Destituzione dell'attuale governo
[x] Diritto al voto per tutti gli uomini che hanno compiuto 30 anni
[x] Concessione di una costituzione federale con ampie autonomie di autogoverno
[x] Diminuzione del potere dell'Imperatore.

Potenziamento della flotta ed azioni in Turchia
Mentre nell'entroterra si combatte la guerra contro i tedeschi, sulla costa la marina viene potenziata. Forte di nuovi squadroni navali la flotta imperiale si dirige verso Malta da cui inizia delle operazioni congiunte con il Regno Unito.
 

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Impero Russo
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Lo Zar riformatore
Alessandro II aveva iniziato il suo regno come un grande riformatore, presto però la minaccia del terrorismo e del separatismo lo avevano fatto desistere dal fare nuove concessioni. Con l'inizio dell'anno 1881 è chiaro però che continuare con una politica di sordità rispetto alle richieste di contadini ed operai non può che portare a cattivi risultati.

Così lo Zar da ordine al suo governo di occuparsi delle riforme agrarie ed operaie che i russi richiedono da tempo. Il consenso verso lo Zar diventa altissimo ed i gruppi terroristici concedono una tregua dalle azioni armate fintanto che si procederà verso lo sforzo riformatore.

Il Khan dei Khan
La minaccia della rivolta kazaka in Asia centrale da parte del sedicente Khan viene fortemente sminuita e derisa in tutti i circoli governativi russi. Nelle steppe però il potere di Uzakbay si dimostra fin da subito concreto. Infatti diverse guarnigione di confine con la Persia e la Cina sono assaltate, gli ufficiali uccisi sul posto ed i soldati in genere evirati.

In tutta l'Asia iniziano a girare voci di ogni genere, alcune vogliono che il Khan guidi un'armata di enormi lupi grigi simbolo dell'antica religione tengrista. Predicatori musulmani appaiono un po ovunque ed incitano le folle nelle moschee e nelle madrase alla "purezza interiore ed alla lotta contro il dominio straniero".

Un'armata è inviata nelle regioni asiatiche affinché l'ordine venga ristabilito. Le operazioni di controguerriglia sono difficili ed i soldati, addestrati per combattere un nemico esterno e non uno interno, sono poco esperti dei metodi da utilizzare. Per ogni attacco subito dai soldati russi o dai civili russi (le cui fattorie isolate nelle steppe iniziano ad essere attaccate di notte) da parte dei guerriglieri kazaki si scatenano dure rappresaglie contro i villaggi accusati di aver fornito assistenza logistica ai nemici.

In breve tempo la situazione degenera in una spirale di violenza sempre maggiore. Le armerie di alcuni fortini russi vengono saccheggiate ed armi arrivano dai mercati neri ed incontrollabili di Persia e Cina. Al grido di battaglia "Alash!" i miliziani separatisti compiono un'imboscata contro una colonna di soldati russi che vengono massacrati e le loro teste sono inviate al comandante di un vicino fortino.

La rappresaglia è durissima, un'intera divisione russa si reca presso l'antica città di Hazrat-i Turkistan e la mette a ferro e fuoco per tre giorni e tre notti. I suoi abitanti vengono avviati con una lunga marcia forzata in Siberia dove sono rinchiusi in campi di lavoro, ben pochi però arriveranno vivi.

Quando si viene a sapere del massacro la ribellione separatista si infuoca e lungo tutto il confine con la Persia lo Zar perde totalmente il controllo del territorio. Qui viene innalzata la bandiera azzurra del khanato del Kazakhstan, ormai in lotta aperta contro la Russia.

Alleanze internazionali
Il deterioramento della situazione interna impone che si mettano al sicuro i confini nazionali. Nasce così la Lega Balcanica che lega alla Russia le nazioni di Serbia, Montenegro, Bulgaria e Grecia in un'alleanza di mutua difesa.

Accordi separati sono firmati con la Francia che si impegna inoltre a potenziare il sistema ferroviario russo con un grande progetto che dovrà collegare le regioni dell'estremo oriente a quello della Russia europea.

Con il Regno Unito si firma la cessione dell'Helgoland che viene subito concesso alla Danimarca in cambio dell'isola di Bornholm. La parte relativa all'alleanza militare viene però respinta dal ministro degli esteri Girs. Questi adduce problemi di natura prettamente burocratica e rassicura con mille parole l'ambasciatore britannico a San Pietroburgo che è evidentemente stizzito dall'imbarazzante situazione.

Il Grande Gioco in Asia
Oltre i già citati ritardi nella ratifica del trattato di alleanza sono altre le preoccupazioni di Londra sulle reali intenzioni russe verso il proprio paese. I russi riescono a raggiungere per la fine dell'anno il tanto agognato sbocco sull'Oceano indiano e quindi ai mercati indiani ed africani

La Persia infatti cade sotto influenza russa grazie ad un epocale accordo con il quale lo Shah viene riconosciuto come governante di una nazione alla pari di quelle europee e quindi "civilizzata" ed in cambio fornisce l'extraterritorialità del porto di Bandar Abbas alla Russia nonché il libero uso di una futura linea ferroviaria che dovrà collegare i confini sud della Russia alla costa persiana. Lo Shah inoltre torna a governare le regioni a maggioaranza islamica perse in seguito al trattato del Gulistan.

Nell'estremo oriente invece posizioni importanti sono conquistate grazie ad accordi che avviano una politica di stretta amicizia con il Giappone i cui dettagli non sono noti. Si sa unicamente che alcuni prestiti tasso agevolato vengono emessi dal ministro dell'economia Abaza verso il paese nipponico.

 

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Sublime Stato Ottomano
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L'intesa di Bursa e l'amicizia turco-tedesca
Nell'antica città di Bursa viene firmata una importante intesa che lega a doppio filo impero ottomano con impero tedesco.

Il trattato prevede oltre protocolli di amicizia e scambi commerciali una importante alleanza di mutua difesa, decisamente rivolta a riequilibrare i movimenti diplomatici nei Balcani.

Il trattato è ben accolto dall'enstablishment turco che vede la possibilità di modernizzare lo stato attraverso la Germania, paese avanzato e conservatore allo stesso tempo. Un modello perfetto per i governanti ottomani. L'accordo è fortemente supportato anche dal settore militare che vede numerosi generali recarsi per iniziativa privata a Berlino per incontri di alto livello con i loro omologhi tedeschi al fine di studiare le nuove teorie militari.

L'amicizia tra i due popoli conosce un deciso miglioramento quando la famiglia Krupp propone un importante accordo alla Sublime Porta. Gli industriali tedeschi si prendono carico infatti dei tre miliardi di debito pubblico turco attualmente in mano di Austria, Francia e Regno Unito. In più a sua volta diviene creditore nei confronti della Turchia da cui riceve in cambio la sovranità sul territorio del Kuwait.

Il calderone balcanico
Nell'ottica della modernizzazione dello stato alcuni territori turbolenti sono ceduti in particolare il Kosovo alla Serbia. La regione viene posta sotto governatorato di Belgrado per 15 anni dopodiché potrà annetterla. L'accordo viene firmato con questa formula ma il parlamento Serbo vota l'immediata annessione della regione, il Re si rifiuta però di ratificare questa legge per non rovinare i rapporti con Istanbul e lo status di Pristina non è per nulla chiaro. Di certo si sa che gli organi statali serbi iniziano fin da subito ad esercitare reali poteri sulla regione.

Il Re serbo comunque invia un ambasciatore presso la Sublime Porta per rassicurare i turchi dei buoni rapporti tra le due nazioni ed offre i suoi buoni uffici presso la Russia.

Guerra anglo-britannica
Dopo l'intesa di Bursa il fronte Turco-Tedesco è stato incuneato dalla penetrazione britannica in Austria. Londra vedendo però questo investimento sfumare a causa della guerra Austro-Germanica decide di intervenire in prima persona contro la Turchia.

La flotta da guerra austriaca si congiunge con quella inglese a Malta da dove aiuta l'esercito britannico a scaricare un gran numero di divisioni inglesi ad Atene.

Da Atene parte una lunga marcia dell'esercito anglo-ellenico lungo la costa che collega la Grecia ad Istanbul. Di fronte alle operazioni ostili il Sultano ritira il proprio governo e le forze armate da Istanbul a Damasco. La capitale della Turchia cade in mani nemiche senza che venga sparato un solo colpo ed anche la Bulgaria entra in guerra occupando alcune regioni. Lo stretto del Bosforo è così completamente bloccato dalle artiglierie inglesi.

Intanto in Africa l'impero d'Etiopia attacca simultaneamente le guarnigioni turche sulla costa del Mar Rosso che vengono velocemente conquistate.

Rivolta in Egitto e Sudan
Mentre inglesi, bulgari, greci, austriaci ed etiopi attaccano da tutti i lati il grande impero turco, in Egitto la situazione tesa rientra grazie ad abilissime manovra del Califfo.

Truppe francesi sbarcano ad Alessandria e Port Said fungendo funzioni di polizia militare, in sostanza respingendo le folle che tentano di attaccare le proprietà dei cittadini europei. Mentre sbarcano le truppe di Parigi, soldati turchi giungono dalla Tripolitania ed entrano al Cairo dove depongono il Khedivé rispondendo così alle richieste della folla inferocita.

Il colonello nazionalista Ahmed Orabi, a capo della rivolta, è nominato governatore dell'Egitto. L'atto far rientrare la rivolta egiziana, in particolar modo quando il nuovo governatore promette che ridusceterà con le potenze europee i privilegi commerciali in Egitto e lo status del Canale di Suez.

Orabi inoltre nazionalizza fin da subito le quote britanniche del canale visto lo stato di guerra tra Turchia e Regno Unito e blocca ogni vascello battente Union Jack che tenta di passare da quelle parti. Un migliaio di marinai sono così consegnati alle truppe francesi ad Alessandria che si impegnano a portarli alla vicina Cipro.

In Sudan invece il Califfo accorda al Mahdi l'indipendenza nazionale in cambio di accordi specifici sullo sfruttamento delle risorse locali e del fiume Nilo.
 

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Regno Unito
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Sudafrica
La ribellione dei boeri rischia di sfociare in una guerra aperta. Gladstone riesce però a trovare un compromesso con il trattato Anglo-Boero. Il Regno continua a gestire buona parte dell'economia ma lascia totale autonomia alle due Repubbliche che vengono riconosciute come nazioni indipendenti e sovrane seppur sotto regime di protettorato. La presenza di osservatori olandesi sarà garante di questa indipendenza.

Una larga offensiva sotto il comando di Charles George Gordon è effettuata in tutto il sud Africa. A fronte di una gran quantità di perdire tutta l'area fino ai confini del regno Ndbele viene sottomessa alla corona. Come da accordi con i boeri lo Swaziland ed il Basutoland sono ceduti alle due repubbliche.

Europa continentale
L'Helgoland viene ceduto alla Russia che avvia una lunga catena di scambi di territori e rimescola le carte nella regione. Mentre viene effettuato il passaggio di consegne la Home Fleet forte di numerosi vascelli solca le acque del Mar del Nord in tutte le direzioni.

Scottante è il rifiuto all'ultimo minuto da parte dei francesi di firmare il trattato di Calais che avrebbe unito i due paesi in una stretta alleanza. I tedeschi infatti offrono l'Alsazia pur di non vedersi accerchiati e Parigi accetta.

Balcani ed Europa meridionale
Il tentativo di penetrazione britannico nell'area sfocia nella guerra Austro-Tedesca e ad un sostanziale nulla di fatto. Il prestito promesso non viene autorizzato dalla Camera dei Comuni appena si viene a sapere dell'occupazione di Vienna e della cattura dell'Imperatore da parte degli Unionisti.

La situazione nello scacchiere dell'Europa meridionale, specialmente dopo il ritiro dei francesi dal trattato di Calais e la sconfitta tedesca, rischia di diventare ingestibile per gli interessi britannico. Londra è così costretta ad intervenire contro la periferia degli interessi tedeschi per tentare un'attività di logoramento sul lungo periodo.

Una coalizione guidata dai britannici ma che vede coinvolte anche Bulgaria e Grecia si lancia all'assalto di Istanbul che viene occupata senza colpo ferire così come buona parte dei domini europei degli ottomani. I turchi però fiutando la mossa ritirano governo ed armate in Siria e da li preparano il contrattacco.

La Russia intanto nega l'aiuto promesso agli inglesi ed adducendo varie scuse di natura burocratica non firma un importante trattato di alleanza tra i due paesi. Granville Leveson, ministro degli esteri, è estremamente nervoso per questo fatto e riceve una sfilza di critiche dal partito conservatore che lo costringe infine alle dimissioni. Viene nominato Donald McMurphy, un allievo di Leveson che ha posizioni simili ma riscuote ben più simpatie tra l'opposizione grazie al suo spiccato accento scozzese.

Asia e India
Nel quadro dell'avvicinamento tra Paesi Bassi e Regno Unito le forze armate britanniche aiutano quelle olandesi a mantenere l'ordine nelle Indie orientale.

Nell'India britannica invece si assiste ad un programma di riforme che attira molte simpatie della nuova classe borghese locale.

Economia
Gladstone si occupa molto di economia interna e tutta la sua politica estera è volta a potenziarla. Dopo aver messo le mani su notevoli giacimenti di risorse, favorisce gli investimenti industriali detassandoli. L'industria pesante di Dover e Londra vede un grande potenziamento così come tutta la rete ferroviaria nazionale e coloniale.
 

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Regno del Belgio
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Congo e Francia
Con l'appoggio della Repubblica francese, il regno di Leopoldo II, ratifica un accordo con Parigi e Lisbona che prevede la spartizione in tre del Congo. Oltre al protocollo coloniale, che prevede alcuni importanti punti come ad esempio una definizione comune di cosa possa essere chiamato "territorio coloniale", viene firmato un trattato di mutua difesa al fine di porre al sicuro i rispettivi territori africani e nazionali.

Il successivo invio della flotta belga di fronte alla foce del fiume Congo è una dimostrazione di forza notevole per uno stato così piccolo ma fortemente industrializzato.

Esploratori vengono inviati lungo il percorso del fiume Congo, qui incontrano gli uomini armati dello schiavista zanzibariano Tippu-Tip. Questo ricchissimo mercante della costa orientale swahili, alleato del sultano di Zanzibar ha da tempo messo le mani sul Congo orientale e su altre regioni in cui nomi non sono noti agli europei. Il giornalista ed avventuriero Stanley riferisce della terribile situazione degli schiavi congolesi a re Leopoldo. Sono avviati inoltre contatti con i regni di Luba e Msiri che si dimostrano amichevoli e pronti a commerciare con i bianchi.

Civilizzazione dell'Africa
Da Bruxelles viene avviato un programma di civilizzazione dei nuovi domini coloniali. Un bando viene pubblicato su tutto il territorio nazionale, si cercano dirigenti per il Congo tra la classe borghese e contadini che occupino le nuove terre più fertili.

Tra i nativi i guerrieri più validi sono posti sotto il comando di locali che comprendono la lingua francese e messi ai comandi di ufficiali belga. Viene così istituita una polizia coloniale locale preposta all'ordine ed al rispetto delle leggi.

Pochi mesi dopo la presa di possesso dell'ex regno del Congo viene firmata dal Re una legge che libera tutti gli schiavi. Una volta emancipati gli viene concessa la possibilità di essere assunti come contadini a contratto (pagati dallo stato) nelle fattorie degli uomini belga. Gli ex proprietari degli schiavi vengono indennizzati nel tentativo di creare una classe di piccoli possidenti.

Il progetto è rischioso e sulla carta estremamente fragile. Qualche incidente come un paio di sollevazioni di tribù locali contro i nuovi arrivati si risolvono con il massacro dei congolesi più ostili da parte della polizia coloniale. Lo studio intenso della composizione razziale del Congo da parte di Stanley permette di sfruttare gli equilibri e le divisioni tra le varie tribù. Un continuo lavoro di riequilibrio permette di isolare le tribù più aggressive ma di evitare che la polizia coloniale diventi l'armata di un'unico gruppo razziale.

Infine nella nuova regione coloniale tutti gli imprenditori belga sono invitati ad investire tramite un fondo che defiscalizza e premia chi porta il proprio denaro in Africa. Kinshasa, da piccolo villaggio, diviene una piccola cittadina per gli europei.

Il movimento operaio e gli immigrati
Il più alto pil pro-capite europeo continua ad attirare migliaia di lavoratori stranieri. Polacchi ed italiani in particolare giungono nel paese e si ritrovano a lavorare nelle miniere di carbone o nelle nascenti industrie metallurgiche.

Il governo si occupa di migliorare la situazione sociale di questi immigrati rispondendo alle preoccupazioni della popolazione belga. Un corso di riqualificazione è effettuato per tutti gli immigrati che dimostrano di essersi integrati culturalmente e linguisticamente. In alcuni casi una "belgizzazione" dei nomi e dei cognomi è imposta per accedere a tale corso che permette di lavorare nel settore ferroviario.

Per accontentare il movimento operaio sono istituite le 7 ore lavorative giornaliere per tutti i lavori pesanti e per riequilibrare gli interessi della borghesia vengono liberalizzate le ferrovie al 40%.
 

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Regno di Danimarca
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Holstein
Il tentativo dei britannici di vendere l'Helgoland alla Russia apre una crisi diplomatica. Solo grazie alla mediazione della Svezia si riesce a ricomporla.

Cedendo Bornholm alla Russia la Danimarca riceve l'Helgoland, non si fa nemmeno in tempo ad abbassare la bandiera britannica che l'isola è già in mani tedesche che cede così l'Holstein.

I festeggiamenti a Copenhagen sono sontuosi. Il governo ha sfidato la politica filo-russa del Re ma ora ha il consenso popolare dalla sua che ha avviato così una politica più bilanciata tra Regno Unito, Russia e Germania dimostrando che il piccolo regno ha solo da guadagnarci.

Con l'Holstein in salde mani danesi si chiude così l'epoca della divisione nazionale. I cittadini danesi di Bornholm vengono fortemente indennizzati e gli viene fornita una cospicua pensione, nonché la libertà di lasciare l'isola russa e trasferirsi sul continente. Quasi tutti i danesi lo fanno attirati come sono dagli incentivi economici forniti dal governo.

Islanda ed antille
Per recuperare il suo territorio nazionale la Danimarca da un'altra concessione oltre all'Helgoland: cede le improduttive - in mani danesi - Antille e concede la città di Grindavik in Islanda che diventa da subito una importante base navale.

E' chiaramente una mossa anti-brittanica ma subito il ministro degli esteri si dice disposto ad andare a Londra e parlare con il governo inglese per evitare qualsiasi strappo eccessivo. Si parla addirittura di proporre la vendita della Groenlandia o di un suo porto alla corona britannica, l'isola infatti ha una posizione strategica nel collegare il porto russo di Arcangelo al resto del mondo e potrebbe quindi equilibrare la mossa islandese.
 

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Regno d'Italia
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L'accordo di Tunisi
A Roma viene accolto il Bey di Tunisi che viene convinto a firmare un trattato che pone il suo paese sotto protettorato.

Con Lampedusa, Sicilia e Tunisi in salde mani italiane aumenta di molto il peso italiano nel Mediterraneo per via del controllo del canale di Sicilia che divide in due il mare.

Proteste di piazza
Di fronte al deterioramento dello stato austro-ungarico in migliaia scendono in piazza per chiedere al governo di intervenire per liberare gli italiani di Trento e Trieste e portare così a compimento l'Unità d'Italia.
 

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Stati Uniti d'America
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Toro Seduto
Dopo la battaglia di Little Big Horn del 1868 ripresero gli attacchi federali contro i territori abitati da amerindi. Tra questi molti hanno rifiutato la resa poiché accusavano gli Stati Uniti di non aver rispettato il trattato di Fort Laramie. Di conseguenza molti si rifugiarono oltre il confine canadese. Il più famoso di questi irriducibili è indubbiamente Toro Seduto.

Il capo tribù verso l'inizio dell'anno riesce ad annunciare il suo ritorno negli Stati Uniti in modo eclatante: una grande cavalcata nelle praterie del nord con al seguito oltre cinquanta guerrieri. Una decina di soldati federali vengono uccisi in questi attacchi.

La notizia fa il giro del mondo e preoccupa Washington per l'effetto che potrebbe avere sugli altri amerindi.
 

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Regno Ellenico
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La Santa Guerra di Liberazione
Con lo sbarco delle truppe britanniche ad Atene inizia la Santa Guerra di Liberazione. Re Giorgio I invita tutti i greci ed i cristiani a sollevarsi contro il dominio straniero e degli infedeli.

L'invito è accolto dai greci dell'Epiro e di Creta che si sollevano contro il dominio turco e dichiarano la propria unione alla Grecia.

Male invece va la sollevazione di Rodi, la milizia turca spara sugli assembramenti ed i morti si contano a decine. L'ordine è ristabilito dopo solo due notti di fervore nazionalista.

L'inizio della guerra indigna molti turchi che erano propensi ad un accomodamento con i cristiani. I moderati perdono qualsiasi favore e peso politico lasciando campo ai più intransigenti che si macchiano di gravi delitti nella cittadina di Smirne. Bande armate girano casa per casa alla ricerca di greci che vengono portati via. Per tre giorni e tre notti le forze dell'ordine turche guardano altrove mentre i miliziani "ripuliscono la città". Ignoto il destino di un migliaio di greci, anche se non è difficile immaginarlo.

Investimenti economici
Charilaos Trikoupis, primo ministro fortemente pro-britannico, apre il mercato del carbone e della lignite agli investimenti stranieri stanziando un incentivo del 20% sugli investimenti fatti. Da Londra giunge così un flusso costante di denaro privato che lega sempre più i due paesi non solo politicamente ma anche economicamente.

La creazione di una banca di microcredito vede la maggior parte dei fondi di partenza acquisiti da fondi bancari della City ed anche importanti quote della Banca Centrale di Atene fanno la stessa fine.

Si può dire alla fine dell'anno che la Grecia è a tutti gli effetti un protettorato britannico, seppur con una ricaduta positiva sullo stile di vita dei greci. Ampi settori dell'economia sono in mani inglesi ed anche la prima fabbrica moderna aperta ad Atene lo è. Per i lavoratori di queste industrie è posto un limite massimo giornaliero di 16 ore lavorative, una prima e timida legge che si occupa di problemi sociali seppure in modo marginale.
 

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Regno dei Paesi Bassi
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Il fiume Congo
Una missione d'esplorazione, guidata da un certo Verhagen, risale il fiume Congo proprio mentre il regno del Belgio ne prende possesso. Gli esploratori olandesi prendono contatti con varie tribù congolesi.

La leggenda narra che un governatore dello schiavista Tippu-Tip abbia scacciato in malomodo gli esploratori dalle sue terre. Pare infatti che lo swahili abbia offerto cinque giovani schiavi come dono per il Re dei Paesi Bassi ma che una volta fuori dal suo palazzetto questi siano stati liberati poiché la schiaviù è da decenni illegale in tutta Europa. Venuto a sapere della liberazione Tippu-Tip si sarebbe molto offeso e costretto gli esploratori a ripartire per la loro strada con una certa velocità.

Le operazioni a Sumatra
Nelle Indie orientali la marina olandese si reca a Singapore e da qui trasporta una divisione di soldati britannici fino all'isola di Sumatra.

L'azione preoccupa il sultano di Aceh che tenta fin da subito di prendere contatti con gli europei al fine di salvare il suo regno da una possibile invasione.

La modernizzazione dello stato
Il ministro dell'economia Theo van Sandenburg si occupa di modernizzare il paese, in particolare con il potenziamento delle linee ferroviarie ed infrastrutture portuali sul delta del Regno. La grande arteria fluviale è, nelle intenzioni del ministro, una grande autostrada che collega i Paesi Bassi al cuore dell'Europa e quindi fortemente sfruttabile per il trasporto delle merci.

L'intuizione da subito ottimi risultati e la crescita economica del regno è portentosa.

Il trattato anglo-boero
Il primo ministro Rochussen, noto per le sue posizioni pro-boere ed il ministro degli esteri Klerck, riescono a mediare una pace tra le repubbliche boere ed il Regno Unito.

Il trattato è accolto con molto favore all'interno di tutto il Regno. L'idea che degli olandesi fossero abbandonati a se stessi non piaceva molto all'opinione pubblica.
 

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Regno del Portogallo
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Colonie africane
La penetrazione franco-belga nel Regno del Congo, zona di tradizionale influenza portoghese, porta alla firma di un trattato che appiana le divergenze ed assegna determinate aree d'influenza nonché un protocollo che stabilisce comuni regole per la gestione delle regioni coloniali.

Il trattato riconosce la zona d'influena portoghese nel cosidetto Angola come sua colonia ed anche un territorio lungo tutta la costa del Namib fino alle colonie britanniche. L'Angola è un territorio di certo non nuovo agli uomini di Lisbona che sanno da secoli come muoversi, la Namibia invece è una zona nuova ancora da esplorare in cui l'autorità portoghese è estremamente labile e puramente nominativa.

Il Regno del Congo ha fine formale ed il re Pietro VI viene incarcerato ed inviato in esilio a Sao Tome.

Mentre sulla costa atlantica si procede all'annessione di questi territori una forza militare sbarca in Mozambico, precisamente a Nampula. Questa è una regione formalmente del sultanato di Zanzibar che invia grandi proteste per l'ostilità dimostrata dal Portogallo. Le forze militari di Lisbona comunque procedono a creare una testa di ponte fino a quello che i locali chiamano lago Malawi ed attendono l'invio di rinforzi.

L'entusiasmo in patria per queste nuove colonie è altissimo. La speranza per un futuro più roseo dal punto di vista economico inizia a farsi strada tra molti dopo che si inizia a parlare della grandissima ricchezza dei territori d'oltremare.
 

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Regno di Spagna
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Il Sahara spagnolo
Il ministro degli esteri de Elduayen, convinto colonialista, da l'impulso affinché le forze armate spagnole si imbarchino per una spedizione a sud del Marocco. Ufficialmente lo scopo è bloccare la tratta degli schiavi che, secondo le autorità di Madrid, continua senza sosta dalle coste della zona.

Queste terre vedono lo sbarco di una divisione di fanteria che prende possesso, per conto della corona spagnola, le regioni. La resistenza nativa è scarsa, qualche piccola scaramuccia porta le numerose tribù native a sottomettersi a Re Alfonso.

La nuova colonia è economicamente depressa e ad una prima occhiata povera di risorse. E' però un territorio relativamente ricco di acqua in cui si potrà investire in agricoltura di prodotti esotici.

L'economia
Mentre i soldati spagnoli occupano nuove terre in Africa, il primo ministro Canovas tenta in tutti i modi di diminuire il gap economico spagnolo fondando la Compagnia Mineraria Spagnola. La nuova società statale si occupa di aprire nuove miniere.

Gli investimenti danno i loro buoni profitti nelle Asturie e Galizia dove sono trovati grandi giacimenti di carbone e metalli.

In campo economico si segnala inoltre un lieve aumento ai dazi per l'esportazione di beni di lusso di cui la Spagna è gran produttrice grazie alle colonie di Cuba e Filippine.
 

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Emirato del Kuwait

Il controllo privato
Il Kuwait, formalmente territorio ottomano, viene ceduto alla "Società Investimenti Coloniali Essen ", fondata e controllata dalla famiglia Krupp.

La società avvia fin da subito un'opera di modernizzazione delle infrastrutture portuali puntando a valorizzare l'investimento effettuato.

All'Emiro viene ceduto il controllo degli affari interni, religiosi ed interni a patto che non interferisca con quelli economici. Mercenari tedeschi gli vengono affidati per la sua sicurezza personale e come piccolo esercito coloniale.
 

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Impero del Brasile
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La guerra in Sud America
La guerra del Pacifico si allarga velocemente a tutto il continente. Di fronte alla mobilitazione argentina i brasiliani sono costretti a fare altrettanto.

Numerose divisioni di fanteria varcano i confini tra Brasile e Bolivia e si posizionano in difesa del governo di La Paz che fugge di fronte all'avanzata dei cileni.

I soldati imperiali, al comando del generale De Fonseca,ò non vedono alcuna battaglia. I cileni ignorano totalmente i territori d'entroterra della Bolivia e procedono oltre contro il Perù.

Gli schiavi e la guerra civile
Il Brasile è l'ultimo dei paesi occidentali ad ammettere ancora la schiavitù sul suo territorio. L'imperatore Pietro II è però conosciuto come grande umanista, intellettuale e forte avversario di questa pratica. Il suo primo ministro, José Antônio Saraiva, crede come l'imperatore in una economia moderna e non in questi anacronistici metodi di produzione.

Si procede quindi a rendere liberare per legge gli schiavi su tutto il territorio brasiliano. Oltre gli schiavi sono in festa anche i contadini che mal vedevano la competizione delle grandi piantagioni schiaviste.

L'azione però non piace minimamente ai nobili che dapprima rumoreggiano, poi chiaramente espongono il proprio dissenso, fino a quando il colonello reazionario Serrano da inizio ad una estesa rivolta armata nel sud del paese.

Nobili e proprietari terrieri, profittando dell'assenza del grosso dell'esercito braziliano, dichiara l'indipendenza della seconda Repubblica di Riogrande. Il neonato stato viene subito riconosciuto da Cile, Argentina ed Uruguay che ben vedono l'indebolimento dell'ingombrante vicino lusitano. Si mormora che soldati argentini si muovono alla volta della nuova repubblica per difenderne gli effimeri confini.
 

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L'Alleanza di Santiago
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L'Alleanza
Di fronte all'immobilismo di Spagna e Stati Uniti la Guerra del Pacifico continua.

Iniziata dal Cile contro la Bolivia per il possesso della costa boliviana, presto si allarga a nuovi attori.

Argentina, Cile ed Ecuador firmano un'intesa ed un'alleanza militare che vede le tre nazioni schierarsi contro il Perù e la Bolivia e quindi anche contro il Brasile che scende in campo per difendere La Paz.

I soldati ecuadoregni e cileni invadono da due direzioni il Perù spazzandolo via mentre i soldati argentini si attestano alla difesa della repubblica del Riogrande che immediatamente dopo la dichiarazione d'indipendenza si unisce alle forze dell'Alleanza.

L'Uruguay, seppur riconosce l'indipendenze dei riograndesi rimane neutrale rispetto ai due schieramenti.
 

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Impero del Giappone
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Un'economia moderna
Il ministro dell'economia Matsukata si occupa di liberalizzazioni economiche ed incentivi.

Diverse fabbriche vengono aperte nel distretto di Tokyo ma la cronica mancanza di risorse giapponese rallenta di molto l'economia. L'importazione di queste è costosa ed a gran voce i nuovi industriali richiedono l'apertura di nuovi mercati per le risorse.

I dazi in esportazione vengono abbassati, ma la produzione non è così ampia da generare un'invasione di merci su qualche mercato.

Ottimi risultati si hanno invece con la liberalizzazione delle ferrovie. Imprenditori statunitensi entrano in massa in Giappone ricoprendo le campagne nipponiche di strade ferrate in meno di un anno.

Il dissenso interno
L'ingresso di così tanti stranieri nell'economia fa storcere molte bocche a corte. L'imperatore coglie quindi l'occasione per scrivere una importante legge sulla sacralità della famiglia. Oltre a norme di natura sociale sull'argomento viene istituito un grande fondo che va ad aiutare le famiglie numerose.

I ceti tradizionalisti sono entusiasti del provvedimento preso e si prevede un buon aumento demografico per i prossimi anni.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
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