[Addestramento François] Paris est Allemande? Non!

Auricaesar

Just a newbie
25 Maggio 1944
Pareva una giornata normale...
//Ok Dreamboy, il tuo sarà un ruolo molto particolare e particolarmente libero rispetto a quello degli altri. Intendo farti sentire questa libertà fin da subito, perciò non ti limiterò con un inizio addestramento con molte descrizioni, voglio lasciarti libero di iniziare la tua giornata e di descrivere la tua casa, al resto penso io ;)
 

Dreamboy

GTFO n00b
Francois superò lentamente la sottolinea linea tra coscio ed inconscio in modo non molto piacevole. Il francese infatti prima di vedere la luce si trovava in un posto labirintico in penombra, una figura corpulenta non del tutto umana lo inseguiva senza remore e nel regno di morfeo il medico correva come non mai. Il verso grave e gutturale lo rendeva inquieto,ma non era pronto per lo shock per svegliarsi, razionalmente sapeva che non poteva essere reale, pero al momento l'emozione aveva la meglio nel suo animo. Qualcuno diceva che i nazisti facessero degli esperimenti in zona appartate,ma con le conoscenze che aveva non gli pareva verosimile un risultato di quel tipo. Francois inciampò e di fretta e furia cercò di tirarsi si su, i passi della creature dietro di lui cadenzavano un ritmo funebre, svolto prima a destro e poi a sinistra, lo aveva seminato.

" Che senso ha tutto questo?"

Si domandò quando poggiò le spalle al muro per fare dei respiri profondi, l'assenza di rumori lo rincuorava,ma questa era la calma prima della tempesta. Di punto in bianco senti un urlo selvaggio provenire da dietro la parete, non aveva tempo di fare congetture, doveva assecondare il suo senso di autoconservazione. Poco dopo con un fragore sentì i mattoni cedere e la ragione di tale avvenimento, seppur non osservata, si rifletteva con vibrazioni nel terreno. La dea bendata sembrava beffarda anche in quella realtà onirica e davanti a se vide un grande buco che interrompeva il tratto che lo interessava. Era una cosa folle,ma doveva provarci, prese la rincorsa e cercò di arrivare dall'altra parte, non ci riuscì e ora poteva sentirsi solo cadere, un breve attimo e poi... in ritorno alla realtà. Di soprassalto si svegliò nel suo letto sudato e con una tachicardia che si portava dietro anche dall'incubo. Pensò a qualcosa di rilassante e l'Ave Maria di Schubert lo aiutava, subito dopo iniziò ad avere un conato di vomito. Istintivamente si diresse verso il bagno privato per poi liberarsi. Sorrise con fare ironico, studiava il corpo umano ma non aveva una piena conoscenza della stesso anche se quella breve esperienza non era così surreale come il brutto sogno.

-E' tutto a posto, preparatemi per favore del pane burro e marmellata di albicocca oltre che del the-

Disse alle inservienti che aveva sentito avvicinarsi alla sua soglia, preoccupate della sua salute. Si lavò i denti con un dentifricio alla menta per togliersi quel sapore disgustoso dalla bocca. Poco dopo decise di indossare il suo completo nero, camicia bianca e cravatta rossa. Scese le scale e diede un occhiata all'orologio a pendolo, erano le sette e mezza, un orario accettabile per il suo giorno libero. Entrato nel salotto noto con piacere che quanto richiesto era a capotavola vicino al quotidiano che leggeva con regolarità. La presenza dei quadri dipinti con il puntinismo lo rilassava, pensava alle giornate passate a pescare in passato e quando in solitudine imitava quegli artisti con opere proprie. Alla sua sinistra poteva vedere la libreria in mogano, avevano un centinaio di libri e ancora si sentiva un inetto in quanto sia la scienza che la narrativa gli parevano un mondo così ampio ancora da scoprire. Alla sua destra vi è il piano regalatoli da Gerard, quelle visioni spazzano via i momenti di angoscia vissuti poco prima. I raggi del sole accarezzano la stanza, una giornata limpida, l'ideale per fare una passeggiata più tardi..
 

Auricaesar

Just a newbie
Quella giornata limpida era scossa da molto movimento: al di la delle tende serrate, si avvertivano le macchine muoversi e rombare frettolosamente.
La gente era agitata, gli stivali e le scarpe emettevano i loro secchi rumori tra le vie di Parigi.
Ad un certo punto, anche la casa di François fu mossa da quell'agitazione: una persona bussò dapprima insistentemente alla porta, poi si udirono delle parole in tedesco. Al fine, dopo una breve pausa, primeggiò una farsa in francese:
Gestapo! Dottore, apra la porta!
 

Dreamboy

GTFO n00b
Francois diede un morso alla sua fetta di pane condita per poi sentire delle frasi non molto chiare in tedesco oltre la sua soglia.

-Arrivo-

Disse ad alta voce per farsi sentire agli ufficiali tedeschi, voleva dimostrare la sua collaborazione con il regime. Si alzò e vide lo sguardo delle inservienti preoccupante, quindi cercò di rassicurarle con un sorriso. Comprendeva il loro timore, quel particolare organo poteva essere considerato l'inquisizione spagnola moderna dati i loro metodi non propriamente ortodossi. Aveva l'immagine del Fuhrer in casa e si era dimostrato sempre un sostenitore della dittatura, perciò usava queste considerazione per rassicurare la sua mente. Certo non avendo origini germaniche forse contava come un due di picche, però la sua specializzazione poteva essere utile alla campagna di Hitler, sostituirlo non era così facile. Rapidamente si avvicina alla porta e usò la mano sinistra per aprirla per poi palesarsi ai nuovi giunti.

-Heil Hitler-

Affermò facendo il saluto del regime in segno di rispetto verso le autorità che erano arrivate presso la sua dimora.

-Se venite qui nel mio giorno di riposo deve esserci un emergenza-

Commentò facendo un breve respiro.

- E' un piacere per la mia casa accogliere la volontà del Fuhrer, intanto che preparo i ferri del mestiere potete accomodarvi nel mio salotto, la mia servitù sarà onorata di servirvi-

Sottolineò le parole con un gesto d'invito fatto con la mano destra che indicava l'interno della residenza, si sarebbe scostato un attimo per lasciar passare i militari e sarebbe rimasto li in attesa di eventuali chiarimenti da parte di quest'ultimi.
 

Auricaesar

Just a newbie
Alla porta lo attendeva un giovane soldato tedesco vestito interamente di nero, sul colletto la mostrina con le due S runiche bianche, e al braccio a destro la fascia rossa con la svastica tipica delle unità politiche del partito.
Dopo aver salutato, si mantenne sull'uscio e, udite le parole del dottore, entrò nel salotto.
Buon giorno, dottore...
Posso?

Senza attendere la risposta, sedette nel salotto.
Ha indovinato, herr... È una questione della massima importanza. Prendo un pò di tè...
Sorseggiò il tè caldo, poi riprese, spedito.
Salve, sono il colonnello Freimann, delle Allgemeine-SS, il Quartier generale mi ha inviato da lei perché questa, come le stavo dicendo, è una questione della massima importanza. Ci è stato segnalato che, negli ultimi tempi, l'attività della Resistenza al Reich si è intensificata, anche se non ne subiamo gli effetti... Come posso dire: i partigiani si stanno organizzando.
Era risoluto, una nota di preoccupazione nella sua voce.
Certo, la resistenza è sempre stata forte, ma negli ultimi tempi questa forza è preoccupante...
Gli alleati stanno con ogni probabilità organizzando uno sbarco in Francia, al Passo di Calais... Se ciò fosse vero, una forte reazione della Resistenza darebbe più di qualche grattacapo a Rommel, conviene?

Sempre senza attendere risposta, Freimann proseguì con il discorso
Ora... ci hanno riferito che qui, nel quartiere, si sta formando un grosso nucleo... E noi non possiamo permetterlo...
Prese dalla sua tasca un rotolo di carta, che srotolò sul tavolino del soggiorno: su di esso era disegnata la figura di un omone dal collo largo, due grossi baffi a manubrio, gli occhi stretti nel suo grasso e una coppola in stile italiano.
Il suo "nome" è Jacques Rouge... Un FINTO nome... È un infiltrato di origine anglo americana, sta addestrando questi banditi all'azione, probabilmente per l'azione alleata a Calais. È anche il capo del focolaio del quartiere ed ha una grossa importanza nella resistenza di Parigi.
Da oggi è un ricercato, e tutti i parigini sono tenuti ad indicare la sua posizione.
La mia è una proposta, sia chiaro.
Se accetta di farlo e vede quest'uomo, avverta subito la Gestapo. Se lo farà, le daremo una grossa ricompensa... Se invece rifiuterà, credo che non farà molto piacere al Fhürer. È questo potrebbe avere una conseguenza anche sui suoi conoscenti, mi intende?

Piccola pausa oratoria, poi riprese
Allora, cosa ne dice?
 

Dreamboy

GTFO n00b
Una giovane figura si presentò alla sua porta, rimase sorpreso del suo grado data la giovane età e poco dopo con cortesia scorto il militare all'interno. Fece un cenno alla sua cuoca di seguire le indicazioni del gerarca anche se data la situazione forse la sua indicazione è superflua.

-Non è nelle mie intenzioni tradire il popolo ariano-

Il medico si prese una pausa per poi continuare.

-Correggetemi se sbaglio, da quel che ho capito se vedo costui presso il mio ambulatorio devo segnalarlo a chi di dovere? In tal caso sarebbe utile che avessi quella foto e un riferimento telefonico per segnalare situazioni sospette-

Sorrise con fare serafico in attesa di una conferma da parte del ss.
 

Auricaesar

Just a newbie
Il tedesco sorrise
Ma certo! Ecco, tenga la foto...
Ah, ovviamente se osserva QUALSIASI comportamento sospetto, la prego di chiamare a questo numero.

Porse un bigliettino, con un svastica e delle cifre sopra.
Intesi?
 

Dreamboy

GTFO n00b
Francois si limitò ad annuire per poi aggiungere sempre con i suoi modi pacati.

Posso offrirle qualcos'altro o è di fretta?

Ospitale con il militare, ma non vuole bloccare qualche suo impegno istituzionale..
 

Auricaesar

Just a newbie
Grazie, grazie, basta così...
Il graduato si alzò, si guardò intorno, assunse una posa militare e sollevo il braccio destro
Sieg Heil!
Tornò in posa naturale
Mi raccomando dottore, il Reich confida in lei...
E, si fidi, di questi tempi turbolenti e meglio avere amici in alto...

Si voltò, e, dopo un complimento alla governante per l'ottimo te, uscì fuori.
 

Dreamboy

GTFO n00b
Siete sempre il benvenuto.

Affermò sempre con il sorriso stampato in viso, si alzò e accompagno il militare alla porta dopo essersi congedato con il saluto del regime.

Vado al "Les trois mousquetaires", se qualcuno mi cerca chiamate li.

Avrebbe detto alla servitù una decina di minuti dopo l'uscita del collonnello. In seguito prese la sua valigetta per poi uscire anche egli dalla sua dimora, aveva bisogno di un bel bicchiere di vino dopo quella discussione con il gerarca. Salito sulla sua rudimentale automobile si sarebbe apprestato ad iniziare i suoi 5 minuti di viaggio per passare dalla zona periferia e appartata della città verso il centro, era fiducioso che il clima di quel locale lo avrebbe rilassato.
 
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