Il delegato serbo, terminato l'ascolto del messaggio dell'onorevole collega cinese, chiede gentilmente la parola.
Ringrazio il collega delegato cinese per l'esauriente ed interessante intervento effettuato.
Parimenti mi trovo, nell'interesse non esclusivo della Nazione che rappresento, a dover insistere nell'avanzare più di un dubbio sulla situazione.
Dico questo in quanto non solo questa Risoluzione mina gli interessi sovrani di uno stato unanimamente riconosciuto e che, fino allo scoppio del conflitto, era parte integrante e fondante questa onorevole assemblea.
Altresì sono dell'opinione che questa risoluzione parta da un presupposto non solo fallace ma, soprattutto, assolutamente illegale e violatorio di qualsiasi principio di diritto internazionale.
Questa onorevole Assemblea non ha alcun diritto a ratificare il commissariamento, la scissione, la separazione provvisoria o meno, la menomazione o la sostituzione di qualsiasi parte integrante della sovranità della Federazione Russa. Questo in funzione della particolare condizione di guerra in atto all'interno della Federazione stessa.
Soprattutto in quanto non è possibile per il legittimo Stato sovrano in questione, poter esprimere alcun parere. Fosse anche solo di tacito assenso, proprio in funzione del ritiro della propria rappresentanza.
L'installazione di un Governatorato commissariato dall'ONU e, peggio, il riconoscimento di un qualunque stato siberiano, seppur di un solo giorno, pur essendo in principio encomiabili e pregevoli, vanno al di là del mandato dell'Assemblea.
Concludendo è quindi encomiabile l'intervento del collega delegato cinese ma, tuttavia, rimango nella ferma convinzione che il vizio di forma in origine, determinato dalle spiegazioni poco sopra articolate, leda in maniera determinante la Risoluzione in oggetto.