GDR A casa del piccione

Dyolance

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Dopo la visita al Regno di Minnonar, il Sacro Imperatore si prese del tempo per preparare il suo viaggio a Sud. Soprattutto per attendere la primavere, tentò di impostare tutto in maniera coscienziosa e certosina, dalla propria scorta ai propri accompagnatori: ovviamente con lui partivano i migliori di Britannia, questa volta però solo cento invece del contingente più sostanzioso che era partito per il Minnonar (circa cinquecento uomini), così come l'immancabile Marianne (che non si lasciava sfuggire l'occasione di visitare il Sud che tanto amava), il fidato Albrecht ed ovviamente il promesso sposo Odisseus. A presidiare il Regno era rimasto Charles, che aiutato dai numerosi saggi tecnici (e dall'Arcimaestro Reinhardt) non avrebbe avuto alcun problema a gestire iL Sacro Impero per un paio di settimane.

Tutto il viaggio comunque fu capace di stupire il Sacro Imperatore: le strutture murate da terra erano uniche, inimitabili palazzi adattati a voliere solo per la razza regina di quel regno, mentre il popolo che sulla carta era "schiavizzato" dalle stesse predatrici alate viveva felice e contento, sorridente addirittura, sentendosi intoccabile in uno dei paesi più potenti di tutta Ea. Il prezzo di quella sicurezza solo una giusta tassazione e l'eterna fedeltà verso Silene e le sue Sorelle.

Arrivò nella capitale in una mattina soleggiata e senza troppo fronzoli o merletti (ma neanche senza i convenevoli o anche solo il vociale dei locali: i pochi sparuti erano quelli degli umani presenti nella città, dalle arpie per lo più totale indifferenza).

Entrarono nella sala del trono (o la stanza che era stata adibita a sala del trono per le prede) solo i maggiori di Britannia, poiché la guardia era stata costretta a rimanere ai margini del palazzo per questioni di sicurezza. Tutti fecero profondi inchini alla vista dell'Imperatrice Alata, compreso il Sacro Imperatore, che pur non inchinandosi abbassò leggermente il capo in segno di rispetto verso una vera e propria sovrana che lo stava ospitando. Alla sua destra il possente Odisseus nella sua armatura nera.

(@Silen scusa per il carinissimo titolo <3
gdr off: ho messo quanto meno possibile roling delle arpie perché gestisci tutto te. Nel caso non vada bene quealcosa cambia pure tu nel tuo post!)
 

Silen

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Assisa sul Trono Alato, con al fianco l'onnipresente Garnet ed attorniata da un capannello di arpie ed ein'kethi, Silene rivolse un ampio cenno della destra ai nuovi venuti mentre ovunque nella sala le arpie presenti commentavano fra di loro la novità costitutia dall'ambasceria di Britannia nella propria lingua dai toni aspri non risparmiando, Albrecht ne era certo, commenti salaci; fortunatamente la scarsa conoscenza della lingua delle arpie evitava incidenti diplomatici.
"Benvenuto a Kyrne Lamiya, Imperatore Lelouch; da tempo desideravo di incontrare di persona il sovrano del nostro vicino settentrionale e fedele alleato." una lieve enfasi sulla parola "fedele" giusto per far capire che Silene non aveva dimenticato i tentennamenti di Britannia durante la Grande Guerra. Era ben noto che Silene amasse questo genere di schermaglie verbali e nessuno dubitava che avrebbe fatto diversamente in questa occasione. Lo sguardo della Prima vagò ad intercettare i volti dei maggiori nobili di Sylvania che, come aveva previsto Albrecht, avevano accettato in massa l'invito, anche quelli che non amavano le vicine meridionali di Britannia "Shayla, la mia sorella-vera, mi ha informato che i più grandi nobili di Britannia avrebbero accettato il nostro invito. Il mio benvenuto è rivolto a tutti voi, che siete convenuti qui in questa felice occasione. Più tardi degli attendenti verranno a condurvi alle vostre dimore; spero che troverete di vostro gradimento gli alloggi che abbiamo predisposto nelle torri" Silene alludeva ovviamente alle grandi torri che caratterizzavano Kyrne Lamiya e le altre città costruite per adattarsi ai gusti delle arpie: grandi torri alte anche diverse decine di metri con un diametro sufficiente a coprire lo spazio che altrove sarebbe stato occupato da un castello di media grandezza; colossi che puntavano verso il cielo laddove le dimore costruite per umani, elfi e le altre razze soggette avevano dimensioni e altezza assai più modeste. Ma la torre dove si trovavano ora, la Torre di Silene, era un mostro anche per questo standard essendo alta quasi duecento metri, una vera e propria città in miniatura.
"Naturalmente l'imperatore e la sua famiglia saranno miei ospiti" continuò la Prima tornando a fissare Lelouch "ho disposto che un piano della mia torre sia riservato al vostro uso."
 

Dyolance

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Silene era maestosa, imperiosa, un grande comandante che dall'altezza del proprio scranno guardava altero la propria gente ed il proprio impero. V'era un gran vociare attorno i Britannici, e per quanto Lelouch non intendesse il linguaggio delle Arpie poteva immaginare il contenuto del loro parlare: il loro recente "tradimento", la pubblicazione della "Dottrina Ora e Sempre", di materiale per commenti ve n'era in abbondanza.
Tra di loro era ovviamente la stessa Imperatrice Alata a non dimenticare, che con la sua enfasi su quella singola parola era riuscita già a porre una certa forma di controllo su Lelouch, non avvezzo a certi giochetti o certe messe a prova in fatto di fortezza mentale ed elastici.

« Ed io vi ringrazio, Imperatrice Silene, per il vostro gentile invito. Anche io ho a lungo atteso di incontrarvi... E di vedere la vostra splendida capitale. » non v'era menzogna in quel che diceva.
Dietro di lui, Albrecht guardava il cugino con un certo sguardo indecifrabile: gli avrebbe presto dato un consiglio d'oro.

« Accetteremo con gioia il vostro invito e la vostra ospitalità. » disse, sempre parlando con onestà.
Poi l'incontro sarebbe proceduto, magari per vie un po' meno informali, magari non in quella sala del trono ma in un'altra stanza, più appartata, magari un rinfresco o chissà cosa. Comunque, Albrecht avrebbe avvicinato il cugino proprio alla prima occasione utile per dargli il suo messaggio.

« Maestà. »
« Sì, Albrecht? »
« Permettete una parola? »

« Silene è solita misurare la vostra tenacia e al vostra capacità di comando, soprattutto durante semplici scambi o dialoghi. Dovete mostrarvi un sovrano forte e mai abbassare la testa; con rispetto, per carità, ma non mostratevi nervoso o impossessato dalla paura. »

Detto questo, Lelouch avrebbe cercato di parlare in maniera comunque più appartata con Silene. Non aveva particolari richieste, ma era uso per due sovrani che si incontravano la prima volta ritirarsi in stanze più private per poter parlare a quattrocchi di... Vari argomenti.
 

Silen

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"Immagino che siate stanchi dopo il viaggio; nonostante la strada che collega le nostre capitali si tratta pur sempre di un lungo viaggio per chi è condannato a camminare sulla terra." il tono della Prima era improntato a una certa cortesia per quanto quelle parole lasciassero il fondato sospetto di essere un ennesimo modo per rimarcare la superiorità delle Arpie su tutti gli esseri senz'ali "questa sera ci sarà un ricevimento in uno dei piani superiori. Le mie Sorelle e le mie ein'kethi sono curiose di conoscere lo sposo di Anna Never mentre noi avremo occasione di scambiare qualche parola, forse."

Non c'era molto altro da dire per un incontro formale quanto ptoeva essere un'udienza in una sala del trono; per quanto le arpie fossero del tutto indifferenti a questioni di protocollo un imperatore non poteva certamente parlare alla Prima in quella posizione, in piedi al centro della sala come un ambasciatore o un postulante; i nobili di Britannia che erano presenti osservavano e giudicavano non meno delle Arpie e in una simile occasione non si poteva in effetti andare oltre il tradizionale saluto al padrone di casa e l'altrettanto formale benvenuto.


Le ore successive trascorsero per Lelouch in modo assai meno ristoratore di quanto avesse sperato: se da un lato intendenti umani e servitori della corona si occuparono della sistemazione delle stanze e del bagaglio l'imperatore di Britannia si trovò ad essere indottrinato per bene dal cugino Albrecht che si sentì in dovere di mettere in guardia l'imperiale parente da tutti i trabocchetti di un colloquio con la Prima nella Caccia, o come la chiamavano le razze soggette, l'Imperatrice Alata. Alla fine del colloquio a Lelouch girava un pò la testa; doveva essere sicuro e mai intimorito ma al tempo stesso evitare qualsiasi atteggiamento che potesse sembrare una sfida, parlare con onestà e al tempo stesso non lasciarsi sfuggire parole incaute, insomma essere sincero e non esserlo allo stesso tempo. Forse per uno come Albrecht la cosa poteva venire naturale ma a lui, l'imperatore, non sembrava affatto facile.

Giunta sera un intendente umano venne a prelevare Lelouch e i suoi familiari accompagnandoli verso uno dei piani superiori della Torre. La maggior parte del piano era occupata da una grande sala addobbata a festa; sulle pareti faceva bella mostra di sè lo stendardo dell'artiglio alato al fianco del quale per l'occasione era stato appeso lo stemma imperiale di Britannia. Tavoli imbanditi con pietanze elaborate, in stragrande maggiroanza piatti di carne, con una minoranza di piatti di pesce e un tavolinetto di piccole dimensioni, che le creature alate sembravano evitare come la peste, riservato ad alcuni piatti a base di verdure che, per quanto ricercati e ottimi al gusto, non andavano a genio alla razza dominante ed erano specificatamente riservate agli ospiti non-arpie. Ad ogni tavolo intendenti in livrea si occupavano di servire gli ospiti mentre altri vagavano per la sala con vassoi del vino rosso e dolce che tanto le arpie sembravano prediligere.
All'arrivo di Lelouch la sala era già gremita: nobili di Britannia vestiti di tutto punto con abiti eleganti da cerimonia, numerose arpie in abiti che per contrasto apparivano ancor più utilitaristici e disadorni, numerosi domestici ed ein'kethi che erano forse il gruppo più eterogenero dato che alcuni sembravano tendere all'abito cermoniale e sfarzoso mentre altri inclinavano allo stile piatto e disadorno delle arpie.
Al centro della sala, la Prima era inconfondibile per il capannello di creature alate che sempre la seguivano. Come tutte le sue sorelle anche Silene adottava un abito molto semplice, nel suo caso bianco con appena alcuni ricami di argento come di argento erano le lamine che ricoprivano gli artigli delle mani e dei piedi. Al collo il gioiello che ormai era noto come la Lacrima Rossa; in quel momento l'arpia sembrava intenta a conversare con Anna Never.
Era una piacevole serata di primavera e l'aria della sera si intrufolava nella sala da un'ampio balcone e da diverse grandi finestre, tanto grandi che una arpia avrebbe potuto passarci attraverso, riflettè il Sacro imperatore. Poco dopo, quasi a confermare l'impressione di Lelouch, una arpia proveniente dall'esterno calò sulla finestra afferrandosi saldamente al davanzale con i possenti artigli, per poi ripiegare le ali ed entrare nella sala come niente fosse. Del resto quella pratica, se sorprese Lelouch, sembrava invece essere assolutamente normale per le arpie tanto che per tutta la serata accadde di vedere alcune creature alate entrare o uscire nel medesimo modo.

 

Dyolance

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« Si parla di un matrimonio, qui. Ricordiamoci di essere la progenie del Santo Clovis e mostriamo la galanteria di cui siamo famosi, anche a chi non sembra badare a certe cose. » disse Lelouch, soprattutto riferendosi al promesso sposo, uomo per la maggior parte del tempo ruvido, scontroso e generalmente persino sboccato. Quella sera però pareva persino in affanno Odisseus, come se fosse preoccupato sinceramente di fare bella figura (ed a testimoniare il fatto era il prezioso vestito che aveva indossato, estremamente distante dalla fredda armatura completamente nera che spesso indossava). Il gigantesco comandante pareva una creaturina quasi indifesa davanti a tutte quelle aspettative.

Entrarono in scena tutti ben vestiti i Cloveringi, da tempo preceduti da buona parte del corpus dei Visconti del reame (gli unici che mancavano erano gli Aldiss nella persona di Julian, impegnato a riorganizzare le forze dell'Esercito Regio a Naelos dopo la fine della Grande Guerra): Lelouch indossava ovviamente il suo alloro dorato ed un vestito blu notte impreziosito da filamenti d'oro e argento che seguivano l'intera lunghezza della cappa-mantello che indossava. Era ovviamente il meglio vestito del contingente per far quanto più possibile bella figura, per quanto in realtà tra le arpie quelle certe cose non valessero più di tanto (cosa di cui era stato messo a conoscenza dallo stesso Albrecht qualche minuto prima); ma lui era il Sacro Imperatore e per mantenere una minima etichetta anche (ed in qual caso solamente) per i propri nobili doveva mostrarsi al massimo della forma ma sprovvisto della sua preziosa armatura d'oro.

I due schieramenti si studiarono per uno o due minuti prima di colpire: ciò vuol dire che furono gli umani di Britannia nelle persone di Lelouch, Odisseus e Albrecht ad avvicinarsi allo stormo che "svolazzava" attorno all'IMperatrice Alata. Questo dopo ovviamente che Lelouch notò il dettaglio assolutamente unico delle architetture delle arpie e l'estremo funzionalismo che favoriva le loro caratteristiche intrinseche di predatrici alate.
Si avvicinarono facendosi ben vedere da tutti (di fatto tutti attendevano il fatidico momento dell'incontro): trovarono Silene mentre stava discutendo proprio con Anna Never, la promessa sposa.

« Maestà, Mia Signora. » disse Lelouch rispettosamente introducendosi a Silene e ad Anna con un inchino appena accennato e portando le dita della mano destra sul cuore nel gesto. Sia Albrecht sia Odisseus (che apparentemente sbalordito da Anna Never mise un secondo a realizzare fosse arrivato il momento di inchinarsi in segno di rispetto... La maga umana aveva fatto breccia nel suo cuore, su questo non v'erano dubbi) seguirono il loro Imperatore subito dopo.
« Splendida festa avete organizzato. Vi ringrazio a titolo mio e dell'intera nobiltà britannica per la cura che avete posto in questa accoglienza. »

Fu allora che Odisseus fece il passo che gli era stato consigliato proprio da Lelouch.
« Mia signora, voi ballate? »
A discapito del fatto che balli e cose così frivole non fossero solite tra le arpie, per gli umani (in particolare per una nobiltà di stampo classico come quella di Britannia) invece era la prassi. Odisseus si fece avanti verso la sua bella, invitandola indirettamente a danzare assieme a lui.
Se avesse accettato l'invito del generale egli l'avrebbe condotta al centro della sala e godendo del probabile accompagnamento musicale che rendeva la serata piacevole anche in un relativo silenzio (improbabile a giudicare dalle circostanze) degli invitati avrebbe dato il via alle danze, presto seguito da parecchi nobili di Britannia con le proprie dame da compagnia o le proprie mogli.
Se la donna si fosse detta incapace di ballare avrebbe delicatamente insistito, ammettendo che neanche lui fosse un gran ballerino; e se avesse rifiutato Odisseus avrebbe semplicemente chiesto l'opportunità di scambiare qualche parola più in solitaria, senza però sottointendere proposte sconce o fuori luogo. Lelouch invece sarebbe rimasto con Silene per scambiare qualche commento o qualche parola.

« E voi ballate, Lady Silene? » disse, facendo intendere che fosse una battuta di spirito alla sua ospitante. Cercava di far tesoro di quanto detto da Albrecht e cercava di mostrarsi forte ma allo stesso tempo rispettoso, in generale non disposto a subire una batosta da un punto di vista dialettico o diplomatico dalla controparte arpia.
 

Silen

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"Credo che i tuoi ringraziamenti vadano a pieno diritto alle mie ein'kethi poichè sono loro ad avere organizzato ogni cosa; noi non siamo avvezze a questo tipo di...ah...eventi."
Come già in altre occasioni, l'uso rispettoso del voi sembrava non fare parte del vocabolario di Silene. Se fosse un semplice problema di uso della lingua comune o avesse altre e più sottili implicazioni, non era dato sapere.

Al fianco di Silene un paio di dame fecero una riverenza, in segno di accetazione del complimento. Si trattava dell'umana Sabrina Glessivig e dell'elfa Francesca Findabair, entrambi volti noti ai diplomatici di Ea.
"Devo ammettere comunque che la cosa è più piacevole di quanto credessi" proseguì la Prima prendendo un calice di vino da un vassoio che un intendente le stava offrendo e bevendone un piccolo sorso con evidente piacere. L'intendente offrì a sua volta il vassoio all'imperatore e al suo seguito.

"Io? Ehm...eeeeh...un poco. Un pochino in realtà. Sono sempre stata così impegnata nei miei studi. Voi vorreste....beh...io...non vorrei esporvi a una brutta figura...va bene..." era evidente che se Odisseus era imbarazzato, Anna Never non lo era meno. Dopo qualche altro sorrisino reciproco, balbetti vari da parte della maga e frasi insolitamente cortesi da parte del rude comandante, i due si diressero mano nella mano verso il centro della sala. Quasi che la cosa fosse stata un segnale, un'orchestra nascosta aveva iniziato a suonare e presto varie coppie di nobili britannici iniziarono a loro volta a ballare mentre coloro che si trovavano ad essere spaiati si facevano avanti, col risultato che quà si vedeva un giovane nobile ballare con una ein'keth là un domestico invitare una nobile britannica e così via.

Alla domanda di Lelouch, gli occhi violetti dell'arpia ebbero un baluginio sospetto.
"Qualche tempo fa Sabrina Glevissig mi parlava delle usanze degli umani; mi ha incuriosito parecchio la nozione che nelle vostre culture la danza fa parte dei rituali di corteggiamento" Silene inclinò la testa da un lato "Desideri forse accoppiarti con me, imperatore?"
Il tono era assolutamente serio, tanto che Lelouch si trovò per un istante senza parole per lo stupore, e la Prima si lasciò sfuggire una risata sommessa "Forse ho ecceduto un poco nello scherzo" aggiunse in tono divertito ( ma sei stato tu a iniziare sembrava dire il suo sguardo) "temo che le vostre danze non siano adatte alla mia razza. Esse per voi hanno un significato che ci è estraneo. In realtà la maggior parte delle Sorelle le considera un concetto-preda, una cosa messa in piedi a uso e consumo dei nostri ospiti. Io stessa pur avendo chiesto alle mie ein'kethi di parlarmene fatico a comprendere cosa vi attragga di questo svago...eccetto le implicazioni sul corteggiamento, appunto." l'arpia era passata ad un tono conversativo, apparentemente disponibile a chiaccherare di argomenti che senza dubbio considerava di scarsa importanza, ma quello che poteva meravigliare era la brutale schiettezza tipica della sua razza.
 

Dyolance

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Mentre Silene parlava si formava nel retro della sua testa una certa idea. Essa comparì improvvisamente e lentamente sbocciò da soltanto una suggestione ad un vero e proprio intrigo: sul suo stesso volto, per un attimo sinceramente sorpreso dalla totale naturalezza con cui aveva posto quella domanda così personale ed intima, si formò la concretizzazione di quell'idea, ovvero un sorriso sinceramente divertito alla sola idea di star compiere quel passo. Se Albrecht avesse potuto vedere o sentire cosa stesse pensando in quel momento avrebbe cercato di farlo desistere in ogni modo, di pregarlo, scongiurarlo. Ma tant'è, alla fine avrebbe fatto di testa sua comunque; perché lui poteva, perché lui era il Sacro Imperatore di Britannia, investito di immenso potere e quindi capace di decidere da solo quale fosse l'azione migliore da fare in ogni momento.
Ovviamente non si considerava così sopra le leggi e sopra le righe, era un modo come un altro per sottolineare chi comandasse alla fin fine in casa Britannia. E quello era un dato di fatto.

In ogni caso, Lelouch si limitò a rispondere alla frase-sorpesa di Silene.
« Mia Signora, vi ricordo che sono il genero del Duca Konrad e temo che un avvenimento del genere mi renderebbe l'uomo più braccato e morto di Ea, ahahah. Però... » lasciò cadere una lunga pausa, come se stesse pensandoci; o meglio, stava facendo finta di farlo, poiché nella sua mente già aveva deciso a riguardo.

« Per quanto Lady Sabrina abbia ragione nel dire che la danza può essere una "forma di corteggiamento" è anche vero che essa non è solo questo. » disse, con un piccolo sorriso appena accennato. Quindi allungò la mano con somma sorpresa di Albrecht, che un po' aveva capito dove stesse andando a parare quel discorso ma ancora non ci credeva.

« Essa è, prima di tutto, divertente: volete concedermi l'onore di dare una chance a questa pratica, Lady Silene? » disse, sicuro e calmo. Era rassicurato dalle sue doti da ballerino, per nulla un talento naturale bensì acquisito con pratica ed esercizio imposti dal padre: era di fondamentale importanza per l'Imperatore saper partecipare agli eventi mondani; e quello, come tale, richiedeva l'utilizzo proprio di quelle conoscenze improvvisamente così utili. L'avrebbe ovviamente accompagnata l'Imperatore, evitando di farla sentire a disagio ed anzi cercando di spiegarle i movimenti o semplicemente guidandola lui attraverso quel bellissimo mondo che era la danza. Con ampi movimenti, arieggianti, quasi vorticosi, per farle vedere con gli occhi della gioia quello svago che loro avevano catalogato come "da prede".
E se avesse rifiutato al diavolo, avrebbero avuto qualcosa su cui ridere poco dopo.

(ehilà bellissima, te gusta el cha-cha-cha? ahahah
yolo, divertiamoci dai)
 

Silen

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Albrecht effettivamente si stava rodendo il fegato per l'ansia, anche se da fuori appariva impeccabile e imperturbabile come la sua professione esigeva. Sebbene Lelouch non sembrasse rendersene conto infatti, il diplomatico comprendeva che un invito messo in quei termini sarebbe suonato alle orecchie dell'Arpia come una sfida; una sfida innocua solo in apparenza poichè mettere in imbarazzo la Prima di fronte alle sue Sorelle avrebbe comportato conseguenze molto spiacevoli. D'altro canto contraddire l'imperatore davanti a un pubblico così vasto di nobili britannici, arpie ed ein'kethi sarebbe stata una madornale violazione del protocollo oltre che un dichiarazione di debolezza e infine un atto di lesa maestà.
E così Albrecht se ne rimase zitto e buono, sperando in cuor suo che Lelouch sapesse cosa stava facendo.

Ignara delle ansie del cugino di Lelouch, Silene stava guardando l'imperatore britannico con un certo stupore, ma si riprese molto in fretta: un secondo e già scuoteva la testa ridendo sommessamente fra sè "Mi sorprendi, umano. Non sono in molti che oserebbero sfidarmi qui, nel mio nido, anche soltanto per gioco come stai facendo tu. Mi diverte, questa tua attitudine...accetto la tua sfida e darò una possibilità a questo svago tanto in voga presso voi senz'ali visto che è nientemeno che il sovrano della nazione nostra vicina che intende farmi da mentore" al solito la Prima utilizzava un tono fra il serio ed il faceto lasciando nell'interlocutore il dubbio che dietro le parole giocose si nascondessero anche altri significati; ma non c'era tempo per riflettere su questo: già Silene aveva posto la propria mano sinsitra nella destra che Lelouch gli porgeva.

(Ahahahah idea interessante la tua...molto bene, vediamo cosa ne esce fuori. Hai campo libero, poichè Silene non conosce un acca di ballo per cui starà a te condurre le danze e guidarla nei passi da seguire. Un paio di note che potrebbero esserti utili sulla fisionomia della tua compagna di ballo XD
1- Silene è di altezza leggermente superiore alla media per la sua razza, il che si traduce in qualche centimetro sopra il metro e settanta, 1.72 se ben ricordo.
2- Le arpie sono in generale molto agili e veloci e Silene in particolare eccelle in forza e velocità quindi a condizione che Lelouch le sappia insegnare bene potrebbe trovarsi un'allieva più che disposta ad accelerare e rendere vorticoso il ballo
3- Le mani delle arpie sono ovviamente conformate in maneira diversa rispetto a quelle umane. Le arpie hanno dita più lunghe di quelle umane e ogni dito termina in un artiglio che attenzione: non è un'unghia, ma un vero e proprio artiglio osseo lungo 5-6 centimetri e che può essere usato all'occasione per afferrare e stringere o essere conficcato nella carne dato che viene mosso esattamente come una falange; in effetti le mani delle arpie sono molto versatili e hanno una presa nettamente più forte di quella umana.
4 -Infine gli artigli di Silene sono laminati d'argento, non dimenticartene ^_^
E ora a te, sono davvero curioso di vedere che ballo intendi farle fare ahahahah )
 

Dyolance

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Prese con delicatezza la mano lunga dell'Arpia, e con grazia e movimento suadente la portò esattamente al centro della sala, vicino a dove adesso stavano danzando i due promessi sposi. Più di una coppia tra le coppie britanniche si girò a gettare un occhio stupito sullo strano assortimento, che intanto si preparava alla danza: come da protocollo (sì, i britannici avevano un'etichetta anche per il ballo) si mise i guanti bianchi che teneva sicuri nella cintola, intanto scegliendo la musica su cui danzare e quindi il tipo di ballo stesso.

Fece un solo cenno al maestro d'orchestra, a cui si era avvicinato Albrecht nel caso servisse un aiuto logistico o una traduzione dal gestuale al parlato: fece segno con indice e medio della mano destra, un semplicissimo "2".
L'Imperatore desiderava il Britannique Waltz n°2.

Una piccola parentesi: per quanto Britannia e la sua corte amasse attorniarsi di regole da far scoppiare la testa anche al peggiore dei conservatori e ritualisti, era pratica comune lasciarsi andare proprio durante quegli eventi mondani, quelle occasioni solitamente di festa in cui la felicità era d'obbligo. Per questo i Britannici crearono per festeggiare una ballo tutto loro che appunto permettesse di scardinare per solo qualche minuto i complessi schemi in cui solitamente vivevano: così nacque il Britannique Waltz.

All'atto pratico, esso era forse una delle uniche danze su tutta Ea in cui vi era un contatto continuo ed effettivo tra maschio e femmina: dove infatti la maggior parte dei balli venivano accompagnati da flauti, liuti ed arpe e la danza si sviluppava attraverso una serie di "fasi" più meccaniche che effettivamente divertenti (tutto per non infangare il senso del pudore), il Waltz era contraddistinto da archi e ottoni e l'uomo teneva continuamente la vita della donna nella propria mano destra, la quale a sua volta si appoggiava alla spalla di lui; ed entrambi procedevano in avanti nella direzione segnata dalla mano sinistra di lui e dalla mano destra di lei, congiunte e strette assieme.
Il ballo era in assoluto il ballo più sfrenato di Ea, forse il più adrenalinico tra quelli accettati nelle corti nobili; era particolarmente indicato per far conoscere a qualcuno la gioia che poteva esserci nel ballare. Il continuo contatto tra le mani dei due poteva rappresentare un problema viste le caratteristiche degli artigli di Silene, impreziositi dalle lamine d'argento che, per quanto eleganti, risultavano sicuramente taglienti, ma fortunatamente l'uso dei guanti imposto dall'etichetta (se Silene avesse avuto il dubbio che l'Imperatore l'avesse fatto proprio per proteggersi dai suoi artigli avrebbe dovuto solo guardarsi attorno per scoprire che tutti gli uomini interessati nella danza li stavano indossando) risolse il contenzioso.

Così, mentre l'orchestra si preparava (tutti conoscevano i Britannique Waltz, molto famosi nell'ambiente musicale per via della loro unicità) e cercava di adattare quanto più possibile lo spartito agli strumenti presenti (c'era una buona diversità, il risultato finale sarebbe stato molto vicine all'originale), Lelouch cominciò a spiegare a Silene i fondamentali. Anche se, alla fine dei conti, i passi erano davvero davvero pochi.

« Milady, quello che andremo a ballare sarà il Britannique Waltz, un'unicità del nostro paese. La vostra posizione di base è questa: schiena leggermente inarcata all'indietro, mano sinistra sulla mia spalla e mano destra intrecciata con la mia; io invece dovrò tenere la mano destra sulla vostra vita e la sinistra intrecciata alla vostra. Se permettete. » e chiedendo il permesso preparò la posizione base, per poi continuare « La prima regola è questa: schiarisca la mente, segua il ritmo ed i miei movimenti; e stia rilassata: danzare è più semplice a farsi che a dirsi. »

E senza perdere troppo tempo con spiegazioni inutili il ballo cominciò, e con esso la musica, e con la musica la voce dell'Imperatore, che suggeriva e dettava il tempo da seguire (a sua volta imposto dalla canzone).
« E 1-2-3, 1-2-3, 1-2-3, 1-2-3, 1-2-3 »
In sé, i movimenti erano davvero semplici: uomo e donna stavano praticamente fermi dal busto in su, muovendo e roteando in senso anti-orario semplicemente usando le gambe. Il movimento iniziava, secondo la prospettiva dell'uomo, facendo un passo in avanti con il piede destro, portava avanti il sinistro rimanendo sull'asse e poi riuniva il piede destro a quello sinistro; la seconda parte di un singolo giro invertiva l'ordine, ovvero l'uomo faceva un passo indietro col sinistro, con un singolo movimento portava avanti il destro mentre roteava i lcorpo e poi riuniva il sinistro al destro. La donna semplicemente specchiava i movimenti: dove l'uomo usava il destro lei usava il sinistro e viceversa.
È giusto precisare come quando si parla di "avanti" e "indietro" si intenda un movimento netto della coppia che comunque viaggia su di un'asse né verticale né orizzontale, bensì curva: tant'è che tutte le coppie dei nobili di Britannia roteavano letteralmente attorno alle due coppie centrali formati dagli sposi e dagli imperatori.

Vissuto, il ballo era esuberante, bello, arieggiante appunto, ed il costante movimento di rotazione lo rendeva vorticoso, entusiasmante: era probabile che Silene non avesse mai visto quel suo soffitto nel modo in cui ora poteva vederlo impossessata dalla danza.
Ma tornando ai movimenti dei due, Silene si dimostrò un'allieva attenta e scattante: dopo aver errato le fisiologiche prime cinque o sei ripetizioni cominciò lentamente ad apprendere il movimento base e passate la ventina sapeva già destreggiarsi più che dignitosamente. Certo, buona parte del lavoro la faceva la sua naturale agilità e la sua spropositata forza, qualità che davano alla coppia uno slancio nettamente più energico rispetto agli altri, eppure mai fuori tempo. Dal suo canto, l'Imperatore non era da buttare: torreggiava su Silene col suo quasi un metro e novanta e temprato da anni di addestramenti militari privati di scherma e giostra sapeva gestire la forza sovrumana dell'arpia, tenendo dignitosamente il passo ed anzi non perdendo mai il controllo della coppia.

Il tutto aveva un'atmosfera magica: la musica iniziava delicatamente, come delicatamente avevano imparato a danzare i due, crescendo d'intensità emotiva ed anche tonale assieme alla sintonia di Meridione e Britannia. A 1.30 però vi era la prima grande variazione: gli uomini dovevano prendere per la vita le donne e sollevarle in aria con delicatezza e cura, per poi riaccompagnarle a terra e riprendere con le classiche ripetizioni.

« Non temete e seguite la musica. » disse per metterla in guardia. Non sapeva che idea avessero le Arpie di intimità o di contatto uomo-donna e solitamente una fanciulla inesperta al Waltz poteva uscirne leggermente ferita nella virtù proprio per quel breve momento che le donne passavano totalemtne tra le braccia degli uomini (a dire la verità, molti dei porci nobiluomini prendevano anche vantaggio della cosa, cercato palpate improbabili che ovviamente avrebbero offeso anche una signora navigata) e perciò temeva che Silene poteva avere rimostranze all'atto.

Ma se lei avesse dato il suo benestare tacito avrebbero eseguito solo leggermente in ritardo il movimento (dovuto ad un inziiale stordimento di lei) ma il risultato finale sarebbe stato incredibile: in aria e tra le braccia dell'Imperatore pareva un angelo. Non il demone d'inferno che la nobiltà britannica temeva.

La seconda grande variazione entrava assieme al basso tuba, circa 2.25: tutti si slegavano, i corpi smettevano di rimanere stretti tra di loro e cominciava una parte se si vuole "più tradizionale": prima i due ballerini roteavano attorno ad un'asse identificato dal contatto creato dai loro avambracci (destro di entrambi), poi, quando riattaccavano gli archi, ci si inchinava, gli uomini con semplicemente un inchino abbassando il capo ed andando lentamente indietro col sedere in modo da abbassare anche la schiena, e le donne abbassando la testa e sollevando lievemente i lembi delle gonne, che se tra la nobiltà britannica erano ampie e pompose per Silene era semplice ma non meno apprezzabile. Capì subito anche qui l'arpia.

E quando poi la musica riprese, ripresero anche loro con ancora più foga, ancora più svago, ancora più danza. Tutto finì assieme al caput secco con cui terminava il N°2: scroscianti applausi da pubblico umano e non umano, addirittura da qualche arpia, ancora incredula di vedere la Prima interessata alle materie delle prede.

« Dunque, vi ho convinto, Lady Silene? » disse, scherzoso.

(come si può evincere è un Waltz. In particolare mi sono ispirato al Viennese Waltz, che è veloce il doppio rispetto ai valzer più tradizionali. Sotto un video che ho usato come materiale di studio ahahah).
View: https://www.youtube.com/watch?v=k8gileEp9Yo
 

Silen

Get a life
La domanda di Lelouch incontro uno sguardo meditabondo da parte della Prima.
"Una strana esperienza. Bizzarra, ma non spiacevole" commentò Silene dopo un attimo di riflessione. In effetti, l'arpia si era lasciata andare man mano che il ballo procedeva e quando Lelouch l'aveva sollevata aveva persino schiuso le le grandi ali candide, un gesto istintivo forse ma che era parso in tono con il resto della danza. Non avvezza al contatto fisico imposto dal ballo un paio di volte l'arpia si era irrigidita e aveva stretto la sua presa, tanto da graffiare leggermente la mano di Lelouch sotto i guanti, ma dall'esterno nessuno si era accorto di nulla.
"Ripensandoci, è finita proprio quando cominciava ad essere divertente. Davvero troppo breve per un giudizio preciso; devi mostrarmene ancora, umano."

Tutto attorno ai due intanto si stava raccogliando buona parte degli ospiti della festa: i nobili e le loro dame applaudivano quella inaspettata esibizione, chi sinceramente chi per piaggeria, più spontaneo era l'omaggio tributato da stupitissimi domestici ed ein'kethi che non avevano mai avuto occasione di vedere un simile spettacolo dacchè l'Impero meridionale era stato fondato; ma il rumore dell'applauso era quasi coperto dal fitto brusio delle conversazioni sommesse nella lingua delle arpie. Le creature alate commentavano quanto avevano visto e sembravano a loro volta estremamente sorprese. Lelouch scoprì che tutto ad un tratto gli occhi di decine di arpie erano fissi su di lui,e su Silene, con una intensità che aveva un che di terrificante.

Tutte le arpie della sala li stavano fissando, in effetti, poichè man mano che il ballo si snodava avavano tutte abbandonato quel che stavano facendo per dirigere su di loro la propria attenzione.


(Ebbene, sei riuscito a fare una certa impressione ^__^ )
 

Dyolance

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« Se mai dovesse ripresentarsi l'occasione, volentieri: non si trovano spesso allieve così brillanti e talentuose. » disse sincero e sorridente. In sé provava orgoglio per aver condiviso quella parte della loro fiorente cultura con un popolo che tradizionalmente considerava inferiori tutti gli esseri viventi di Ea ma allo stesso tempo era dispiaciuto per non aver colto completamente l'occasione, lasciandosi sfuggire l'opportunità di entusiasmarla completamente. Ancora qualche minuto e la musica e la danza l'avrebbe fatta completamente sua.

Intanto si rese conto delle piccole ferite di guerra che il balletto gli aveva procurato: un taglio superficiale alla mano sinistra e uno sguardo anche consistente al soprabito blu notte. Niente che non potesse sopportare o che non potesse essere sostituito, forse il giusto prezzo da pagare per la sua temerarietà. Tuttavia, mentre ringraziava chi era così gentile da applaudire la coppia vi era anche, tra la folla, chi non pareva completamente incantato dalla visione: lì dove vi erano volti di ein'kethi e domestici a bocca aperta vi erano nobili che applaudivano per una questione di etichetta (anche se molti condividevano l'avvenimento come una certa vittoria di una nazione superiormente civilizzata come quella di Britannia sul ferale stormo caotico di Silene, che tanto era potente quanto primitivo e senza gusto agli occhi di molti nobili), così come le Sorelle dell'Imperatrice Alata mostravano una sorpresa in un modo malsano, addirittura possessivo a tratti: fissavano con insistenza estrema l'Imperatore, colui che in quegli anni era stato l'unico forse a spingere Silene verso pratiche tipiche delle prede. Vedeva tra la folla tutte le facce ostili di quelle donne-bestia puntate su di lui, come se si fosse macchiato di chissà quale peccato.

Eppure non aveva paura. No, lui era invincibile; non che si sentisse intoccabile o immortale, ma quando si ha alle spalle una macchina importante come quella britannica e si è appena riusciti a far breccia in un'alleata storicamente impenetrabile si inizia a viaggiare su alti livelli, ad avere più fiducia in sé e nelle proprie capacità, nel proprio carisma. Forse era nato per comandare, forse comandare era qualcosa che non poteva essere imparato ma ce lo avevi o non lo avevi; forse era materia da visionari, per gente come lui, che aveva appena fatto ballare la regina delle arpie, o per Silene, che distaccandosi dalle usanze della propria razza aveva fondato quell'Impero così unico e minaccioso. Forse loro avevano paura di lui.

Prese un'altra volta la mano di Silene e si godette gli ultimi applausi con un inchino, portando in alto la mano dell'Arpia come a dire che fosse lei l'unica degna di meriti ed attenzioni e complimenti. Poi le avrebbe fatto cenno verso l'esterno della sala da ballo, in modo tale che i britannici e gli altri umani potessero continuare le loro danze; era riuscito a strappare già molto alla Prima, tirare la corda con un altro ballo non gli sembrava il caso.
E poi v'erano sempre questioni più importanti di cui discutere.

Così avrebbe discusso con lei per qualche minuto, conversazione spicciola proprio, del tipo come andassero i commerci o come si stessero riprendendo le Arpie dopo la guerra. Discorsi che tra alleati si fanno con naturalezza, insomma. Ma poi, notando l'ancora presente insistenza degli sguardi delle Sorella avrebbe fatto finta di essere rapito dall'intelligenza architettonica dei grandi balconi su cui atterravano le arpie, estremamente adatte appunto al popolo dell'Impero Meridionale. Avrebbe detto con entusiasmo che in Britannia non v'erano cose del genere da nessuna parte, così come le loro enormi torri (fatta eccezione per quella in cui viveva Shayla e che ancora non aveva avuto modo di visitare).
La mossa era fatta per isolare Silene: per quanto fossero ancora soggetti alle pupille indemoniate delle altre Arpie erano comunque abbastanza lontani da sentire i brusii, la musica e gli altri rumori come lontani. Si potevano parlare a tono pacato e di materie anche più spinose, se l'avessero desiderato.
 

Silen

Get a life
Silene non si mostrò particolarmente interessata alle chiacchere spicciole del genere che Lelouch stava conducendo; il suo sguardo si fece alquanto annoiato quando venne toccato l'argomento del commercio in particolare; per contro la Prima fece alcune garbate domande riguardanti la musica e il ballo, segno evidente che dopotutto l'imperatore di Britannia era riuscito a scuscitare un certo interesse nella sua controparte.
A differenza di lui, Silene non mostrò disagio nel vedersi al centro dell'attenzione delle arpie presenti; in realtà per quanto all'umano quelle occhiate sembrassero tutte alquanto minacciose, la maggior parte delle arpie erano soltanto incuriosite; tuttavia nessuno avrebbe potuto non sentirsi a disagio per l'intensità di quegli sguardi e le creature alate non erano famose per riservatezza e riguardo. La balconata del resto era una scelta che anche l'arpia trovava gradevole; l'altitudine, il vento che solleticava le ali, l'essere esposti all'immensità dei cieli erano qualcosa di cui nessuna arpia si stancava mai per cui la Prima si lasciò condurre all'esterno.
Il balcone, costruito interamente in marmo candido, era adornato di numerose qualità di fiori e rampicanti, alcuni dei quali esibivano fiori ancora aperti nonostante fosse ormai sera. Silene si appoggiò alla ringhiera con una noncurante rilassatezza che raramente si vedeva nelle altre razze; ma del resto lei non temeva certo di cadere.
"Sembra che abbiamo rubato la scena agli sposi, umano. Le Sorelle parleranno per un bel pò di quanto è accaduto oggi." Silene scoccò a Lelouch una occhiata penetrante "Credo tu sappia già che non tutte loro guarderanno a te con indulgenza, oggi. Trascinare la Prima in una attività frivola e degna soltanto di una preda come il ballo" Silene rise piano mostrando una volta ancora che non c'era molto che sfuggisse alla sua attenzione "Hai acceso la loro curiosità e anche la mia, almeno questo debbo concedertelo. Avevo avuto ragione di credere che tu occupassi il trono di Britannia come semplice pedina e che fossero gli altri membri della tua famiglia a prendere le decisioni. E ora, tutto ad un tratto, Shayla mi scrive che ti metti a condurre le trattative con lei e con i tuoi pari, poi vieni qui a Kyrne Lamiya e al posto di limitarti a fare da presenza decorativa riesci a rendere una banale festa del genere che piace a voi umani, una serata dalla quale mi aspettavo soltanto della noia, in un evento in cui tutte le Sorelle parleranno per settimane. Mi chiedo, come intendi stupirmi ora?"
Parole come quelle avrebbero potuto fare venire un infarto a un diplomatico di professione, ma Silene era crudemente schietta ed evidentemente si aspettava che Lelouch fosse altrettanto sincero.
 

Dyolance

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Pensò sinceramente a cosa dire dopo quella domanda così diretta. Ovviamente abbandonò in fretta la farsa di essere interessato al balcone, appoggiandosi anch'egli meditabondo su di esso (anche se ovviamente in maniera meno disinvolta di Silene). Sospettava di "aver fatto colpo", ma quelle che sentiva come minacce Silene rivelò presto come semplici curiosità, al quale si andava ad aggiungere anche la sua; sapeva che portare Silene a ballare era stato un successo che nessuno aveva conquistato prima di allora, ma non credeva che quella loro breve parentesi durata qualche minuto potesse addirittura essere lo scoop dell'anno. Alla fine voleva solo condividere una propria usanza con un'alleata, dove stava il peccato, la colpa o la notizia?
Ragionava in termini umani Lelouch ovviamente, proprio come Silene ragionava in termini propri delle arpie; in realtà, i due stati di cui quelle due persone erano i rappresentanti erano estremamente simili: entrambi vivevano in un'epopea di superiorità razziale, i primi secondo termini religiosi come "popolo eletto del Padre Celeste" e le seconde semplicemente su base fisiologica, essendo uniche nel loro genere e storicamente grandi predatrici. Era possibile che, tra tutti i popoli di Ea, proprio la loro fosse una delle alleanze più salde della storia di quel mondo? Entrambi volevano dimostrare la propria supremazia, ma dove una c'era riuscita per tutti quegli anni l'altra aveva arrancato, vivendo nell'ombra di vicini più grandi, più corpulenti, più affamati forse.

Si erano limitati a sopravvivere, un po' come era stato il regno di Lelouch prima di quel matrimonio, di quella scintilla che l'aveva fatto svegliare: non mostrò la ferita che le parole di Silene riaprivano nel suo cuore poiché ancora non aveva perdonato l'accidia di cui si era macchiato e si limitò a fissare il vuoto che si apriva sotto l'alta torre dell'Imperatrice Alata, meditabondo. Poi esordì con un'altra battuta.
« Be', se ti aspetti che ti chieda di copulare ed "accoppiarci" temo che sarò costretto a deluderti. » disse, ricambiando lo sguardo penetrante con uno più sornione, rilassato, sereno addirittura e ovviamente divertito da quel suo stesso intervento. Stava guadagnando fiducia l'Imperatore, talmente tanta da adesso usare il tu lui stesso con quella Prima che tutti consideravano così intoccabile e così sopra uomo e stato da essere forse l'unica entità da dover necessariamente accontentare in qualche modo per non scatenare la sua ira; in realtà, l'uso del "tu" era cominciata da Silene stessa, abitudine che se nelle prime fasi aveva anche infastidito Lelouch adesso poteva essere un'arma a doppio taglio... Chissà come avrebbe reagito l'Imperatrice davanti ad una preda che, per quanto nobile e di alto grado, si riferisse a lei da pari a pari.

« A parte gli scherzi, no, non penso di voler né di dover dimostrare niente. È vero, per anni ho lasciato che il mio regno venisse amministrato dalle diplomazie e dagli schemi di altri, più che altro perché temevo di essere non all'altezza del lascito di mio padre. Ma sento che quel tempo è finito. » disse, convinto e determinato. Poi si lasciò sfuggire una risata, come se alla sua mente fosse tornato qualcosa o come se essa fosse improvvisamente divertita da un pensiero.

« Sai, questa sera sono entrato da quella porta con molti racconti su di te, su quanto sia difficile fare buona impressione e su quanto dovessi misurare con cura le mie parole. Ma alla fine, è stato semplicemente con l'onestà che a quanto pare ho ottenuto il maggiore risultato; e per giunta, chi è rimasto più stupito di tutti sono io: per quanto io possa essere il primo ad aver convinto l'Imperatrice Silene a ballare è pur vero che ella è stata la prima arpia a dare un tentativo alla pratica, ad abbassarsi a provare un'usanza "da prede". Penso ci sia onore in questo; e penso anche che andremo d'accordo, tu ed io.
E per quanto riguarda proposte, trattati, strategie ed eccetera che possano ulteriormente cementificare l'opinione che abbiamo dell'altro e viceversa, avremo tempo. Per il momento godiamoci la serata e questo matrimonio...
» e con quest'ultima frase gettò un occhio nella festa, dove ancora si ballava un Waltz e dove Anna e Odisseus continuavano a danzare; ma si guardavano con un'intensità invidiabile priva di qualsivoglia inibizione o timidezza. Giocavano e scherzavano, in generale godevano della presenza dell'altro.

« ... Che a quanto pare è già pronto a partire a gonfie vele anche senza la nostra benedizione. »
 

Silen

Get a life
Silene gettò indietro la testa e rise apertamente appoggiandosi maggiormente alla ringhiera (gdr off, non l'ho detto ma Silene è di spalle rispetto alla ringhiera e al vuoto)
"Ah, non si può mai sapere con voi umani. Potresti confidare troppo in te stesso ed osare troppo costringendomi a fare di te una mia preda e rovinando così la serata. Sarebbe davvero un peccato." l'arpia rise ancora: era evidente che per lei era uno scherzo divertente, forse più di quanto Lelouch si sarebbe aspettato. Minacce di morte comprese, of course. Se notò il cambio di pronome, Silene non diede segno di dargli peso.
"Incontro ogni giorno diplomatici guardinghi, ipocriti e mentitori: un diversivo ogni tanto è bene accetto. Ma se davvero vuoi rendermi onore, umano, allora chiamami Prima perchè questo è quello che sono per le mie Sorelle. Non mi dispaice il titolo che i domestici e le mie ein'kethi hanno scelto per me, bada bene...ma ciò che io sono è la Prima nella Caccia, Colei che apre la Via."
Come Lelouch anche l'arpia si mise a guardare in direzione della festa, che ora che i due sovrani avevano dato l'avvio, si stava facendo molto animata.

"E' un bene che il tuo prescelto sia degno agli occhi di Anna Never. Noi teniamo molto alle nostre ein'kethi e alla loro felicità. Non siamo delle ingrate, Lelouch di Britannia." Lelouch realizzò dopo un attimo che Silene non stava usando un plurale maiestatis ma che quando diceva nostre si riferiva in effetti a tutte le Sorelle. La Prima tacque per qualche istante poi si voltò verso l'uomo "Per dimostrarti il mio apprezzamento, sarò sincera con te: ci sono stati momenti in cui ho seriamente considerato la conquista della tua nazione come la linea di condotta più sicura per le Sorelle...so bene che nella tua corte c'è chi avrebbe voluto rompere l'antica alleanza e schierarsi contro di noi, contro di me." qualcosa nel tono di Silene sembrava dire non prenderti il disturbo di negare. Gli occhi violetti dell'arpia scrutavano ora con intento il volto dell'uomo come a volere cogliere ogni minima reazione "Sono lieta di aver trattenuto i miei artigli ed aver rifiutato di macchiarmi di un simile tradimento; e sono lieta che ora sul trono di Britannia vi sia un umano che non è un altro diplomatico guardingo, ipocrita e mentitore. Credo anche io che potremo andare d'accordo, Lelouch di Britannia; continua a volare su questa corrente e anche tu avrai una parte nel mio sogno." l'arpia sorrise, un sorriso da carnivoro, tutto zanne "E ora fatti forza, umano, poichè credo che quando torneremo nella sala alcune delle mie Sorelle vorranno il prossimo ballo col sovrano di Britannia" concluse giocosamente accennando col capo ad alcune arpie che davano in effetti l'idea di stare attendendo pazientemente il ritorno dei due imperatori.
 

Dyolance

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Lelouch rimase impassibile. In fondo non gli stava dicendo nulla di nuovo: per anni il Sacro Impero si era comportato proprio come un satellite del Meridione, guadagnando poco o nulla dalle sanguinose guerre di conquista, vendetta, punizione o espansione mosse da Silene per "proteggere le sue Sorelle". Col tempo la presa sul cuore di Britannia si era fatta sempre più forte, sempre più fitta, finché la corte di Taraska non aveva capitalizzato sul momento di debolezza dell'alleato, giocando sulla centralità che aveva il proprio esercito durante la Grande Guerra del Sud e finalmente spezzando molte delle proprie catene. Di fatto quello era il primo anno in cui Britannia si poteva a conti fatti definire uno stato indipendente, nel senso che le sue decisioni non erano in alcun modo influenzate direttamente da presenze più o meno palesi delle Arpie nel proprio governo; l'unico ostacolo che fermava i britannici dal crescere e prosperare ora erano gli stessi britannici.

Perciò alla rivelazione di Silene rimase impassibile, lo sguardo sempre rilassato e fermo, ricambiava l'occhio violetto indagatore dell'Arpia con nessuna punta di paura o disturbo o furia. Si parlava di dati di fatti che se per le Arpie potevano essere non così evidenti per Britannia lo erano da tempo immemore. Comunque tutto era ben quel che era finito bene: Silene era lieta di essersi trattenuta e di aver trovato ora quell'uomo al comando, e quell'uomo al comando era lieto che ella avesse trattenuto il suo artiglio ed avesse evitato di compiere il grande balzo su Kalios e le provincie vicine.

« E tu nel mio. » disse come un fulmine lapidario in un cielo nero. Serio, serissimo anzi: poteva essere la prima ed ultima dimostrazione di pura forza, di muscolo che si concedeva davanti all'arpia quella sera. "Britannia c'è e non sarà più una pedina". Suggeriva un trattamento da pari a pari e non di subordinazione continua nei confronti dell'Impero Meridionale. « Insieme realizzeremo tutto ciò che riterremo necessario per la salvaguardia e la crescita delle nostre razze e nazioni. Insieme. » aggiunse per smorzare il grande impatto che poteva avere la prima frase sull'alleata.

Ma dopo quella breve parentesi tornò ad essere solare, sornione, ricco di spontaneità e naturalezza.
« Non posso promettere di insegnare ad ogni Sorella a ballare ma tenterò di non rifiutare nessun invito che mi verrà avanzato. »
Detto questo fece cenno con la mano all'arpia di procedere, un "dopo di lei" a cui avrebbe seguito con la sua camminata fiera. In sala avrebbe davvero ballato con qualsivoglia Arpia avesse avuto il coraggio di farsi avanti, tornando comunque tra una "ballerina" e l'altra sempre a Silene, o da Anna e Odisseus, per continuare ad intrattenere anche brevi battute tra un Waltz e l'altro con i principali protagonisti della serata.

(gdr off: penso siamo in conclusione. Se vuoi parlare di materie più politiche possiamo continuare, ma gli accordi presi con shayla nel precedente gdr ("Prime prove di prestigio") mi sembrava andassero bene a entrambi. Dimmi tu, altrimenti per me si può chiudere se non a questo turno anche al prossimo giro di post!)
 

Silen

Get a life
(No, come hai giustamente scritto tu delle questioni politiche abbiamo già parlato e questa era l'occasione di fare un pò di gdr tranquillo, per cui direi che possiamo chiudere. )
 
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