Report Turno 9 - 1190/1193
Italia
Repubblica di Venezia
Il Doge Michiel esce dal quadriennio con un importantissimo trattato di alleanza difensiva con l'Impero Romano d'Oriente, che prevede anche l'acquisto veneto della regione della Dalmazia, facendo la felicità delle famiglie feudali. Nel frattempo gli editti riguardo la riforma urbanistica accoglie una sostanziale uniformità di pareri, dal momento che si trattava di garantire nuovi privilegi o posti di prestigio che andavano ad arricchire tutte le più importanti famiglie. Contemporaneamente un censimento viene indetto, resosi ormai doveroso dopo la riforma urbanistica che andava a toccare anche i territorio fuori dalla Laguna, e viene promossa una grande opera di ingrandimento delle città di Venezia e San Rebbo di Tiro. Rotte commerciali sono stipulate con il Grande Maghreb, sottolineando la continuità dei rapporti commerciali tra Ibn Rushd e il Doge, e con il Basileus, tra cui una straordinaria fornitura di cibo per Costantinopoli. Infine un emporio commerciale è costruito ad Esfahan, presso i Selgiuchidi, segno della grande fortuna di Venezia nel commercio con i popoli musulmani, e un altro a Santatoga in Georgia.
Repubblica di Genova
Tutto è tranquillo a Genova, un grande censimento porta rinnovata liquidità nelle casse statali mentre la flotta viene ingrandita, per la felicità delle famiglie nobili con interessi nella carpenteria. Le poche rotte creano qualche mugugno, ma il commercio continua il suo corso anche senza lo stato che se ne interessa. Sarebbe stato tutto sommato un quadriennio buono, se non fosse che proprio sul finire del 1192 il console si trova a dover fronteggiare un problema non da poco.
Era ormai circa un anno che per la Liguria girava un certo Sebastiano da Savona, una sorta di eremita che si diceva fosse stato espulso dall'Abbazia di Bobbio. Egli predicava la povertà assoluta del clero e uno stile di vita comunitario. Da quello che si sapeva non era un sacerdote ordinato, ma il popolino ne era affascinato e in breve riuscì a farsi un bel seguito. Verso la fine del 1192, accompagnato dal suo esercito di pezzenti, Sebastiano si ritrovò a Carignano, quartiere di Genova dove c'era la Casa Templare. Venuto a conoscenza che nella locale parrocchia di San Giacomo veniva raccolto denaro in cambio della salvezza all'anima, si infuriò ritenendo la pratica un insulto a Dio. Il popolino, fomentato dalle dure parole di Sebastiano, assalta la Casa Templare. L'ovvia inesperienza dei rivoltosi, nonchè l'equipaggiamento nulla, fa risolvere il tutto con una facile respinta delle poche truppe templari di guarnigione. Molti vengono arrestati per ordine del console Grimaldi che vuole dare un chiaro segno al Papa circa la tolleranza dei credi ereticali. Sebastiano, pero', riesce a fuggire e con lui buona parte della sua armata "povera". Durante tutto il 1193 riesce sempre a sfuggire agli ufficiali della Repubblica, portando il suo pensiero fino alla città di Asti e il suo contado.
Repubblica di Toscana
Cecco Buondelmonte, nella sua posizione di gran console di compromesso tra le grandi fazioni che muovono la politica toscana, decide di compiere una politica di ampio respiro, tentando di risolvere, soprattutto, i problemi circa le risse tra le varie consorterie di nobili. Un editto sull'ordine pubblico pone uno sguardo repressivo alla questione, mentre l'istituzione di alcuni titoli riguardanti le arti e le abilità manuali crea un nuovo campo di competizione. Gli scontri paiono diminuire, ma impossibile se capire si tratti solo di una conseguenza momentanea alle misure più dure intraprese o un reale cambiamento. Nel frattempo rotte vengono effettuate con Venezia, un censimento è bandito e un trattato commerciale con il Ducato di Milano pone le basi per una normalizzazione dei rapporti con la nobile famiglia dei Torriani.
Ducato di Milano
Il Duca Jacopo Torriani ha tutto bene in mente, la direzione è quella di un potenziamento dell'amicizia con la dinastia dei regnanti francesi, i Capetingi. Numerosi colloqui con nobili francesi, infatti, rinsaldano ancora di più i buoni rapporti tra i due regni. Analogamente il matrimonio con Maria Clermont-Auvergne, figlia del Conte di Alvernia, feudatario di Re Bernardo, pone anche un sigillo di "sangue" alla vicinanza del Duca alla Francia. Se un matrimonio è celebrazione di vita, anche la morte fa visita al Duca Jacopo I. Proprio durante una battuta di caccia, infatti, a cui aveva invitato il marchese del Monferrato, suo figlio e Pietro d'Aosta, il marchese Guglielmo V cade da cavallo e, a causa della sua grave età, muore per le complicazioni della caduta. Si tratta di un grande lutto, il figlio Corrado prende immediatmaente il posto del padre e si affretta a rinnovare l'omaggio al duca Jacopo dichiarandosi suo fedele servitore.
Trattati commerciali con Toscana e Siena portano nuovi guadagni nelle casse del Duca, mentre un editto sul commercio pone le basi per una sua regolamentazione e aumento di efficacia. Un censimento, inoltre, viene bandito. Fallisce, invece, il tentativo di formare una lega difensiva tra tutti gli "stati" italiani. Se le intenzioni sono visibilmente buone, il Duca deve rassegnarsi alla dura real-politik fatta di intrecci di influenze e interessi, molto spesso, in attrito.
Da segnalare che un tale Goffredo di Brienno, ameno borgo sul lago di Como, trasferitosi nella repubblica di Siena ha fatto un certo successo con i suoi affreschi nella cappella del nuovo monastero benedettino di San Sergio presso il borgo di Manciano. Inoltre un manuale di scherma medievale, scritto dal maestro di scherma personale del Duca, ha un certo successo in ambito nobiliare e presto travalica i confini del ducato portando prestigio e onore alla famiglia Torriani.
Malelingue, infine, speculano sulla vita privata del Duca parlando dei suoi grandi appetiti sessuali. Oltre alla sua discreta dote di bastardi, infatti, in questo quadriennio gli nascono due figli: un figlio, Martino, e una figlia, Benedetta. Sicuramente un buon risultato, con Jacopo che può contare ora su un erede diretto.
Repubblica di Siena
La movimentata vita politica interna senese vede passare una legge discussa come quella che vedeva l'istituzione di arti mercantili, vera e propria vittoria del console Piccolomo da Montone. La nuova vocazione mercantilistica della città toscana è chiara anche dal trattato commerciale con re Ramòn I a cui segue, anche, una garanzia spagnola sull'indipendenza senese. Una mossa che crea consenso quasi unanime, a parte proprio qualcuna delle famiglie legate al Piccolomo che pongono qualche protesta a causa della loro vicinanza all'Impero, potenza estera a lavoro favorita e che vedono di cattivo auspicio un inserimento della Spagna nei giochi di potere italiani. Nonostante questo è un quadriennio favorevole alla piccola repubblica.
Il Monastero di San Sergio è costruito e donato a monaci benedettini; durante la cerimonia di consacrazione era presente il cardinale Giordano di Ceccano, camerlengo della Curia, che dopo aver nominato Francesco di Montalcino abate ne ha garantita una prossima elezione cardinale quando sarà necessario rimpolpare le fila dei cardinali.
Regno di Sicilia
Re Serlone sembra essere il degno erede di suo padre, amato dal popolino musulmano e rispettato dai feudatari normanni, soprattutto dopo la rivolta di Calabria fallita, guida il suo regno con mano ferma. Palermo viene ampliata, anche con la costruzione di un mercato proprio nella zona della città dove già mercanti arabi, genovesi, pisani e veneziani erano soliti trovarsi. In Calabria, poi, l'antica città di Mileto, luogo di nascita di Re Ruggero padre di Guglielmo, viene sostanzialmente ricostruita e fornita di una cinta muraria. Si tratta di una vera e propria rinascita per la città, che dopo il suo periodo di massimo splendore nell'antichità era stata destinata ad una certa decadenza culminata con il terremoto del X secolo.
Un trattato difensivo con la Sardegna mostra che i rapporti con l'ex feudo si sono mantenuti molto buoni, mentre rotte commerciali vengono stipulate verso Bisanzio e con l'Ordine del Tempio. Si segnala anche un ampliamento della flotta. Un censimento, infine, viene bandito portando nuova liquidità nelle casse degli Altavilla.
Regno di Sardegna
Re Teofilo si occupa di amministrare il regno, effettuando un censimento, potenziando la flotta e stipulando una rotta con la Repubblica di Siena. Nuove truppe sono arruolate mentre un trattato difensivo con la Sicilia pone una sostanziale garanzia all'indipendenza del piccolo regno insulare. Tutto pare andare bene, se non fosse che alcune malelingue rumoreggiano sulla difficoltà di Teofilo di avere un erede. Alcuni parlano di una maledizione, forse ereditata dal Giudice Costantino, primo Duca di Sardegna, e forse aggravata dalla condizione di figlio bastardo del Teofilo. Il Giudice Costantino II Lacon-Gunale, dopo aver abbandonato la sua sostanziale neutralità, è tra quelli che più propaganda l'inettitudine del re. Il fatto non sfocia mai in una sfida diretta al re, ma Pietro I Spano, in nome della fedeltà all'unico re di Sardegna, ha sfidato a duello Costantino. I due, nonostante il parere contrario del vescovo di Cagliari, hanno brandito le spade per difendere il proprio onore. Fortunatamente nessuno dei due è rimasto ferito e il duello si è concluso in uno spettacolare pareggio. E' tuttavia certo che Teofilo dovrà darsi da fare per acquisire la fedeltà di Logudoro e risolvere questa questione prima che la violenza feudale possa trascinare la Sardegna nell'anarchia.
Chiesa Romano Cattolica - Patrimonio di San Pietro
Il quadriennio è dedicato, sostanzialmente, alla sistemazione della Curia dopo l'elezione del nuovo papa Stefano X. Con il Concistoro del 1192 vede prese alcune importanti decisoni.
Le seguenti personalità ecclesiastiche sono insignite del titolo di cardinale di santa romana chiesa.
- Haakon Bellachioma (figlio bastardo di re Sigurd di Norvegia), con la diaconia di Santa Maria in Domnica
- Gilbert Hèrail, Maestro di Gerusalemme, membro dell'Ordine del Tempio, come rappresentante ufficiale dell'Ordine del Tempio nella Curia
- Soerio Anes, Patriarca di Lisbona
- Eudes di Sully, vescovo di Parigi, con il titolo di Sant'Eugenio (nuovo titolo presbiteriale collegato alla nuova chiesa di Sant'Eugenio, voluta da papa Stefano per onorare la memoria di papa Eugenio III)
- Arduino di Valperga, vescovo di Torino, con la diaconia di Sant'Eustachio
- Giacomo Cesarini, con il titolo di Santa Prassede, proveniente da una famiglia nobile romana
- Gandolfo, abate del monastero di San Sisto a Piacenza, membro dell'ordine benedettino, con il titolo di San Pietro ai Vincoli
- Francesco di Montalcino, abate del monastero di San Sergio a Manciano, membro dell'ordine benedettino, con la diaconia di San Teodoro
Inoltre istituisce una nuova suddivisione dei cardinali legati pontifici ai quali consegna il compito di iniziare immediatamente una missione pastorale affinchè il papa possa ricevere rapporti dettaglia da ciascun regno:
- Confermato Ottaviano Poli per la Francia
- Guy Parè per la Sicilia
- Ugo Bobone per Venezia
- Gregorio Bobone per l'Ordine del Tempio
- Knut Reventlow per la Scandinavia
- Enrico di Sully per l'Iberia
- Pietro Diana per il Sacro Romano Impero
Giordano di Ceccano viene inoltre insignito del titolo di cardinale Camerlengo. Stefano X, poi rinnova il titolo di cardinale Decano, accompagnandolo ai titoli di Protopresibtero e Protodiacono, indicando come la carica dovrà essere da ora in poi assegnata al cardinale di più vecchia nomina di ciascun "rango" cardinalizio. Così Guglielmo di Blois diventa cardinale Decano, Guglielmo di Champagne Protopresbitero e Giacinto Bobone Protodiacono.
Per il resto si tratta di ordinaria amministrazione. Si segnala anche la morte dei seguenti cardinali:
- Pietro, titolo di San Pietro in Vincoli, nato a Roma
- Rufino, titolo di Santa Prassede, vescovo di Rimini, nato a Rimini
- Giovanni Barrata, legato pontificio per la Sicilia, nato a Roma
- Giovanni Malabranca, diaconia di San Teodoro, nato a Roma
Italia
Repubblica di Venezia
Il Doge Michiel esce dal quadriennio con un importantissimo trattato di alleanza difensiva con l'Impero Romano d'Oriente, che prevede anche l'acquisto veneto della regione della Dalmazia, facendo la felicità delle famiglie feudali. Nel frattempo gli editti riguardo la riforma urbanistica accoglie una sostanziale uniformità di pareri, dal momento che si trattava di garantire nuovi privilegi o posti di prestigio che andavano ad arricchire tutte le più importanti famiglie. Contemporaneamente un censimento viene indetto, resosi ormai doveroso dopo la riforma urbanistica che andava a toccare anche i territorio fuori dalla Laguna, e viene promossa una grande opera di ingrandimento delle città di Venezia e San Rebbo di Tiro. Rotte commerciali sono stipulate con il Grande Maghreb, sottolineando la continuità dei rapporti commerciali tra Ibn Rushd e il Doge, e con il Basileus, tra cui una straordinaria fornitura di cibo per Costantinopoli. Infine un emporio commerciale è costruito ad Esfahan, presso i Selgiuchidi, segno della grande fortuna di Venezia nel commercio con i popoli musulmani, e un altro a Santatoga in Georgia.
Repubblica di Genova
Tutto è tranquillo a Genova, un grande censimento porta rinnovata liquidità nelle casse statali mentre la flotta viene ingrandita, per la felicità delle famiglie nobili con interessi nella carpenteria. Le poche rotte creano qualche mugugno, ma il commercio continua il suo corso anche senza lo stato che se ne interessa. Sarebbe stato tutto sommato un quadriennio buono, se non fosse che proprio sul finire del 1192 il console si trova a dover fronteggiare un problema non da poco.
Era ormai circa un anno che per la Liguria girava un certo Sebastiano da Savona, una sorta di eremita che si diceva fosse stato espulso dall'Abbazia di Bobbio. Egli predicava la povertà assoluta del clero e uno stile di vita comunitario. Da quello che si sapeva non era un sacerdote ordinato, ma il popolino ne era affascinato e in breve riuscì a farsi un bel seguito. Verso la fine del 1192, accompagnato dal suo esercito di pezzenti, Sebastiano si ritrovò a Carignano, quartiere di Genova dove c'era la Casa Templare. Venuto a conoscenza che nella locale parrocchia di San Giacomo veniva raccolto denaro in cambio della salvezza all'anima, si infuriò ritenendo la pratica un insulto a Dio. Il popolino, fomentato dalle dure parole di Sebastiano, assalta la Casa Templare. L'ovvia inesperienza dei rivoltosi, nonchè l'equipaggiamento nulla, fa risolvere il tutto con una facile respinta delle poche truppe templari di guarnigione. Molti vengono arrestati per ordine del console Grimaldi che vuole dare un chiaro segno al Papa circa la tolleranza dei credi ereticali. Sebastiano, pero', riesce a fuggire e con lui buona parte della sua armata "povera". Durante tutto il 1193 riesce sempre a sfuggire agli ufficiali della Repubblica, portando il suo pensiero fino alla città di Asti e il suo contado.
Repubblica di Toscana
Cecco Buondelmonte, nella sua posizione di gran console di compromesso tra le grandi fazioni che muovono la politica toscana, decide di compiere una politica di ampio respiro, tentando di risolvere, soprattutto, i problemi circa le risse tra le varie consorterie di nobili. Un editto sull'ordine pubblico pone uno sguardo repressivo alla questione, mentre l'istituzione di alcuni titoli riguardanti le arti e le abilità manuali crea un nuovo campo di competizione. Gli scontri paiono diminuire, ma impossibile se capire si tratti solo di una conseguenza momentanea alle misure più dure intraprese o un reale cambiamento. Nel frattempo rotte vengono effettuate con Venezia, un censimento è bandito e un trattato commerciale con il Ducato di Milano pone le basi per una normalizzazione dei rapporti con la nobile famiglia dei Torriani.
Ducato di Milano
Il Duca Jacopo Torriani ha tutto bene in mente, la direzione è quella di un potenziamento dell'amicizia con la dinastia dei regnanti francesi, i Capetingi. Numerosi colloqui con nobili francesi, infatti, rinsaldano ancora di più i buoni rapporti tra i due regni. Analogamente il matrimonio con Maria Clermont-Auvergne, figlia del Conte di Alvernia, feudatario di Re Bernardo, pone anche un sigillo di "sangue" alla vicinanza del Duca alla Francia. Se un matrimonio è celebrazione di vita, anche la morte fa visita al Duca Jacopo I. Proprio durante una battuta di caccia, infatti, a cui aveva invitato il marchese del Monferrato, suo figlio e Pietro d'Aosta, il marchese Guglielmo V cade da cavallo e, a causa della sua grave età, muore per le complicazioni della caduta. Si tratta di un grande lutto, il figlio Corrado prende immediatmaente il posto del padre e si affretta a rinnovare l'omaggio al duca Jacopo dichiarandosi suo fedele servitore.
Trattati commerciali con Toscana e Siena portano nuovi guadagni nelle casse del Duca, mentre un editto sul commercio pone le basi per una sua regolamentazione e aumento di efficacia. Un censimento, inoltre, viene bandito. Fallisce, invece, il tentativo di formare una lega difensiva tra tutti gli "stati" italiani. Se le intenzioni sono visibilmente buone, il Duca deve rassegnarsi alla dura real-politik fatta di intrecci di influenze e interessi, molto spesso, in attrito.
Da segnalare che un tale Goffredo di Brienno, ameno borgo sul lago di Como, trasferitosi nella repubblica di Siena ha fatto un certo successo con i suoi affreschi nella cappella del nuovo monastero benedettino di San Sergio presso il borgo di Manciano. Inoltre un manuale di scherma medievale, scritto dal maestro di scherma personale del Duca, ha un certo successo in ambito nobiliare e presto travalica i confini del ducato portando prestigio e onore alla famiglia Torriani.
Malelingue, infine, speculano sulla vita privata del Duca parlando dei suoi grandi appetiti sessuali. Oltre alla sua discreta dote di bastardi, infatti, in questo quadriennio gli nascono due figli: un figlio, Martino, e una figlia, Benedetta. Sicuramente un buon risultato, con Jacopo che può contare ora su un erede diretto.
Repubblica di Siena
La movimentata vita politica interna senese vede passare una legge discussa come quella che vedeva l'istituzione di arti mercantili, vera e propria vittoria del console Piccolomo da Montone. La nuova vocazione mercantilistica della città toscana è chiara anche dal trattato commerciale con re Ramòn I a cui segue, anche, una garanzia spagnola sull'indipendenza senese. Una mossa che crea consenso quasi unanime, a parte proprio qualcuna delle famiglie legate al Piccolomo che pongono qualche protesta a causa della loro vicinanza all'Impero, potenza estera a lavoro favorita e che vedono di cattivo auspicio un inserimento della Spagna nei giochi di potere italiani. Nonostante questo è un quadriennio favorevole alla piccola repubblica.
Il Monastero di San Sergio è costruito e donato a monaci benedettini; durante la cerimonia di consacrazione era presente il cardinale Giordano di Ceccano, camerlengo della Curia, che dopo aver nominato Francesco di Montalcino abate ne ha garantita una prossima elezione cardinale quando sarà necessario rimpolpare le fila dei cardinali.
Regno di Sicilia
Re Serlone sembra essere il degno erede di suo padre, amato dal popolino musulmano e rispettato dai feudatari normanni, soprattutto dopo la rivolta di Calabria fallita, guida il suo regno con mano ferma. Palermo viene ampliata, anche con la costruzione di un mercato proprio nella zona della città dove già mercanti arabi, genovesi, pisani e veneziani erano soliti trovarsi. In Calabria, poi, l'antica città di Mileto, luogo di nascita di Re Ruggero padre di Guglielmo, viene sostanzialmente ricostruita e fornita di una cinta muraria. Si tratta di una vera e propria rinascita per la città, che dopo il suo periodo di massimo splendore nell'antichità era stata destinata ad una certa decadenza culminata con il terremoto del X secolo.
Un trattato difensivo con la Sardegna mostra che i rapporti con l'ex feudo si sono mantenuti molto buoni, mentre rotte commerciali vengono stipulate verso Bisanzio e con l'Ordine del Tempio. Si segnala anche un ampliamento della flotta. Un censimento, infine, viene bandito portando nuova liquidità nelle casse degli Altavilla.
Regno di Sardegna
Re Teofilo si occupa di amministrare il regno, effettuando un censimento, potenziando la flotta e stipulando una rotta con la Repubblica di Siena. Nuove truppe sono arruolate mentre un trattato difensivo con la Sicilia pone una sostanziale garanzia all'indipendenza del piccolo regno insulare. Tutto pare andare bene, se non fosse che alcune malelingue rumoreggiano sulla difficoltà di Teofilo di avere un erede. Alcuni parlano di una maledizione, forse ereditata dal Giudice Costantino, primo Duca di Sardegna, e forse aggravata dalla condizione di figlio bastardo del Teofilo. Il Giudice Costantino II Lacon-Gunale, dopo aver abbandonato la sua sostanziale neutralità, è tra quelli che più propaganda l'inettitudine del re. Il fatto non sfocia mai in una sfida diretta al re, ma Pietro I Spano, in nome della fedeltà all'unico re di Sardegna, ha sfidato a duello Costantino. I due, nonostante il parere contrario del vescovo di Cagliari, hanno brandito le spade per difendere il proprio onore. Fortunatamente nessuno dei due è rimasto ferito e il duello si è concluso in uno spettacolare pareggio. E' tuttavia certo che Teofilo dovrà darsi da fare per acquisire la fedeltà di Logudoro e risolvere questa questione prima che la violenza feudale possa trascinare la Sardegna nell'anarchia.
Chiesa Romano Cattolica - Patrimonio di San Pietro
Il quadriennio è dedicato, sostanzialmente, alla sistemazione della Curia dopo l'elezione del nuovo papa Stefano X. Con il Concistoro del 1192 vede prese alcune importanti decisoni.
Le seguenti personalità ecclesiastiche sono insignite del titolo di cardinale di santa romana chiesa.
- Haakon Bellachioma (figlio bastardo di re Sigurd di Norvegia), con la diaconia di Santa Maria in Domnica
- Gilbert Hèrail, Maestro di Gerusalemme, membro dell'Ordine del Tempio, come rappresentante ufficiale dell'Ordine del Tempio nella Curia
- Soerio Anes, Patriarca di Lisbona
- Eudes di Sully, vescovo di Parigi, con il titolo di Sant'Eugenio (nuovo titolo presbiteriale collegato alla nuova chiesa di Sant'Eugenio, voluta da papa Stefano per onorare la memoria di papa Eugenio III)
- Arduino di Valperga, vescovo di Torino, con la diaconia di Sant'Eustachio
- Giacomo Cesarini, con il titolo di Santa Prassede, proveniente da una famiglia nobile romana
- Gandolfo, abate del monastero di San Sisto a Piacenza, membro dell'ordine benedettino, con il titolo di San Pietro ai Vincoli
- Francesco di Montalcino, abate del monastero di San Sergio a Manciano, membro dell'ordine benedettino, con la diaconia di San Teodoro
Inoltre istituisce una nuova suddivisione dei cardinali legati pontifici ai quali consegna il compito di iniziare immediatamente una missione pastorale affinchè il papa possa ricevere rapporti dettaglia da ciascun regno:
- Confermato Ottaviano Poli per la Francia
- Guy Parè per la Sicilia
- Ugo Bobone per Venezia
- Gregorio Bobone per l'Ordine del Tempio
- Knut Reventlow per la Scandinavia
- Enrico di Sully per l'Iberia
- Pietro Diana per il Sacro Romano Impero
Giordano di Ceccano viene inoltre insignito del titolo di cardinale Camerlengo. Stefano X, poi rinnova il titolo di cardinale Decano, accompagnandolo ai titoli di Protopresibtero e Protodiacono, indicando come la carica dovrà essere da ora in poi assegnata al cardinale di più vecchia nomina di ciascun "rango" cardinalizio. Così Guglielmo di Blois diventa cardinale Decano, Guglielmo di Champagne Protopresbitero e Giacinto Bobone Protodiacono.
Per il resto si tratta di ordinaria amministrazione. Si segnala anche la morte dei seguenti cardinali:
- Pietro, titolo di San Pietro in Vincoli, nato a Roma
- Rufino, titolo di Santa Prassede, vescovo di Rimini, nato a Rimini
- Giovanni Barrata, legato pontificio per la Sicilia, nato a Roma
- Giovanni Malabranca, diaconia di San Teodoro, nato a Roma