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A.D. 1151/1152

N.B. qui sono riportate solo le notizie di dominio pubblico, per i risultati di altre vostre azioni dovete aspettare la scheda

Guerra di Successione in Normandia
Matilda, forte dei successi dell'anno prima in Piccardia, raduna aiuti da parecchie nazioni d'europa e con la benedizione di Bernardo di Chiaravalle punta a cacciare definitivamente gli ormai "scomunicati" inglesi da Amiens.
Intanto nei primi mesi del 1151, Enrico di Scozia tratta il suo disimpegno con Stefano d'Inghilterra, che acconsente il permesso di lasciare la Francia e la guerra in corso al figlio di Re Davide. Gli scozzesi quindi si incamminano per ritirarsi oltremanica in maniera unilaterale, mentre Roberto di Gloucester muove i resti dell'armata inglese verso nord, nella speranza di ritirarsi a Londra entro l'anno. La Francia è abbandonata.
Giunti però a Calais, gli inglesi trovano 200 galee imperiali e veneziane ad attenderli. Federico infatti reclamando dal Doge gli accordi di Piombino, riesce a farsi fornire ulteriori 100 navi dalla Serenissima a tempo di record. Ancora non si capisce da dove provengano i vascelli, in molti parlano apertamente di stregoneria, altri di un ingegnosissimo e imponente investimento infrastrutturale sul Reno.
Enrico Dunkeld espone la bandiera bianca e la flotta imperiale lo lascia attraversare il canale per rimpatriare, diversa la situazione di Roberto di Gloucester, che resta impossibilitato alla traversata.
Nell'Aprile del 1151, circa 51 000 uomini assediano ed espugnano dopo un breve assalto Amiens. La città è praticamente un cumulo di macerie.
Qui muore per cause naturali Goffredo di Angiò, nel luglio dello stesso anno. Enrico II Plantageneto assume il comando delle truppe ribelli, oramai quasi in vece della stessa madre.
Presa Amiens e sepolto il padre; Enrico muove verso nord, pronto allo sbarco nel Sussex.
Gloucester però, oramai perduto e in numero insufficiente a resistere, ostinatamente rifiuta la diaspora e affronta per l'ultima volta l'esercito ribelle in Francia coi suoi fedelissimi, nella speranza di ritardargli la marcia. Alla "Chapelle de Calais" il piccolo esercito inglese carica stoicamente quello matildino. Il Plantageneto non ha difficoltà a spezzare il manipolo degli eroici figli d'Albione, che periscono praticamente tutti.
Gloucester onora il suo titolo, egli è l'ultimo ad arrendersi, è catturato da Enrico e tradotto a Parigi.
Tuttavia il sacrificio degli uomini di Roberto non è vano, è infatti terribile lo spettacolo che attende i 50 000 matildini qualche settimana più tardi.
Giunti allo stretto di Dover, le truppe ribelli restano sgomente allo spettacolo di rottami e insegne imperiali che la risacca marina porta verso riva.
La flotta imperiale è stata infatti attaccata da una flotta numerosissima e apparentemente invincibile di pirati nordici, i quali montano stranissimi vascelli, molto leggeri e manovrabilissimi nelle fredde e tempestose acque del Canale. Delle navi imperiali invece non resta nulla, inghiottite dal mare e speronate dai nemici che ne affondano a decine; solo il giovane veneziano Tommaso Failer, riesce a salvare dalla furia dei nocchieri nemici una 40ina di galee, battendosi onorevolmente e ritirandosi a meridione della Bretagna. E' la battaglia dei "Salassi" come verrà chiamata in Italia, o degli "Hundertfehler" in Germania.
160 imbarcazioni sono affondate e distrutte dai corsari che restano a bloccare l'accesso alla Manica con più di 190 nocchieri. Gravi azioni di pirateria danneggiano le rotte dei Paesi Bassi, del Brabante e delle Fiandre, con ingenti perdite commerciali.
Enrico snuda i denti e resta quindi in Francia, impossibilitato alla resa dei conti, mentre le navi dei pirati seminano il panico in tutta la Manica.

Regno di Inghilterra

Muore nel 1150 Theobaldo di Bec, il seggio della cattedrale di Canterbury resta quindi vacante. Il concilio di Londra è ancora aperto e impegna l'antipapa Enrico per tutto il biennio. Nel frattempo giunge la notizia della caduta di Amiens e della cattura di Roberto di Gloucester. La Normandia sembra perduta e alcuni nobili, tra cui alcuni legati al Gloucester, cominciano ora a contestare apertamente il monarca. Stefano tuttavia sdi tiene sulla difensiva e la sua scelta è saggia: i pirati sulla manica compromettono le operazioni di sbarco matildine sull'isola.
Cominciano a sorgere caserme nella nazione per meglio organizzare i contingenti militari del regno. Gli inglesi dovranno ad ogni modo tener duro, si preannunciano tempi difficili. La chiusura del Concilio di Londra sarà indispensabile a ottenere l'appoggio popolare, per il momento ancora in bilico.

Sultanato Selgiuchide

Mentre un editto suddivide i poteri tra i membri dal gabinetto di stato del grande Shah Ahmed Sanjar, il generale Kilij Arslan prosegue la sua azione di conquista consolidando definitivamente il potere in Siria e attaccando la Contea di Tripoli tra lo sgomento della popolazione generale. L'esercito del conte Raimondo di Tripoli viene completamente distrutto, il conte e la sua famiglia fatti prigionieri e la città di Tiro con tutto il suo contado entra a far parte dei possedimento dell'imperium selgiuchide.
Dopo aver fatto proprio uno sbocco sul Mediterraneo la macchina bellica selgiuchide non si ferma e, come punizione per l'assalto alla carovana che doveva portare il tributo degli stati crociati per la fallimentare Seconda Crociata, la fortezza di Alamut sede dell'ordine dei Nizariti viene assaltato e completamente distrutta. L'ira del Gran Sultano è spaventosa, nessun hashashin viene risparmiato e lo stesso Gran Maestro Muhammad I viene fatto decapitare in gran stile dal comandante Kilij Arslan ponendo così fine all'eresia sciita dei nizariti.

Nel corso del 1151, inoltre, viene liberato l'Imperatore Corrado III che viene visto passare con una grande scorta per i territori bizantini fino ad arrivare nei territori sotto la giurisdizione S.R.I.

Non ci sono, pero', solo buone notizie. Nella notte del 30 Aprile del 1152 una grave febbre si impossessa di Oghuz degli Isfahani. Il nobile persiano, mentre si trova nelle regioni più orientali a supervisionare alcuni grossi investimenti infrastrutturali, si ammala gravemente. Il corpo del funzionario si riempie di pustole purulente e Oghuz comincia a vomitare liquidi umorali scuri, tra il popolino si comincia a parlare di un morbo mandato direttamente da Allah a causa di un comportamento poco religioso del nobile. La situazione peggiora quando, dopo qualche tempo, cominciano ad ammalarsi anche i servi di Oghuz che dopo appena una settimana dall'inizio della febbre iniziano a presentare sui propri corpi le medesime sintomatologie.

Infine, gli ultimi emiri zengidi decidono di arrendersi al selgiuchide in cambio dell'esilio presso i Fatimidi dove potranno raggiungere Nur ad-Din. Finisce così la breve esperienza dell'Emirato Zengide, i Selgiuchidi diventano così gli unici padroni della Terra Santa assieme al fragile Regno di Gerusalemme.

Jumhuriya del Grande Maghreb

E' un biennio di grandi cambiamento per gli almohadi. Ibn Rushd (Averroè) torna da Baghad portando una vera e propria rivoluzione politica nel califfato, grazie ad una serie di accordi con il califfo di Baghad e il riuscito vassallaggio del regno del Takrur, il califfato cambia forma di governo rinunciando ad una qualsivoglia autorità spirituale e diventando una jumhuriya (repubblica) governato dalla Majlis, un consiglio di saggi e filosofi esponenti della Sacra Accademia Musulmana. Ibn Rushd viene così eletto, come membro della Majlis, capo dello stato con il titolo di al-Shaikh al-akbar.

Mentre un enorme investimento infrastrutturale rende le comunicazioni nello stato più facili e un accordo commerciale è siglato con la Repubblica di Venezia, a causa del cambio di governo le popolazioni berbere dell'Igiudir si rivoltano contestando l'autorità della Jumhuriya. Nel frattempo il re del Takrur decide di rendersi vassallo, l'ex califfo Abd Al-Mum'in ne diventa il visir.

Regno di Makuria

Continua la burocratizzazione e sistemazione dello stato makuriano, re Georgios verrà probabilmente ricordato come uno dei più grandi statisti che lo stato nubiano potrà dire di avere mai avuto. Mentre la regione dell'Atbara viene colonizzata grazie allo stanziamento di un consistente gruppo di soldati congedati, le regioni del Sennar e della Berbera vengono annesse diplomaticamente allo stato.
Continua inoltre la collaborazione con i Fatimidi per quanto riguarda la Via del Nilo che viene potenziata con la costruzione di nuovi moli e di un mercato degli schiavi direttamente collegato al porto di Al-Iskandariya.

Spontanei moti di gioia hanno luogo per tutto il 1151 quando le tasse vengono diminuite grazie all'istituzione di un nuovo registro delle decime, l'istituzione inoltre di alcune giorni di festa a spese dello stato ha portato la Makuria ad una stabilità interna davvero notevole.

Sul finire del 1152 i cartografi spediti oltre l'Etiopia fanno ritorno, dopo aver chiesto udienza a re Georgios raccontano al monarca di terre completamente abbandonate a se stesse senza alcuno straccio di organizzazione politica o sociale che vada al di sopra di tribù e piccoli clan famigliari. Tuttavia, arrivati nella regione di Kampapa limite massimo delle loro esplorazioni, essi sono venuti in contatto con un gruppo di quelli che parevano mercanti provenienti da sud. Lo scoglio della lingua non ha permesso ai cartografi di capirne la reale provenienza ma, a quanto pare, sembravano provenire da una società quantomeno organizzata.

Impero Bizantino

E' un biennio tranquillo per i bizantini: mentre una serie di editti normalizza lo sfruttamente delle risorse minerarie e da il via allo sfruttamente minerario delle regioni bizantine, una grande biblioteca viene costruita nella zona dell'ippodromo. Giovanni Tzetzes viene nominato Console dei Filosofi con l'incarico di sopraintendere all'Università costantinopolitana.

Un grande investimento, inoltre, rende effettivo il censimento della popolazione dell'impero. Una serie di pozzi artesiani viene inoltre costruita sotto la supervisione dei normanni di Sicilia.

Regno di Sicilia

Grandi investimenti per Ruggero II, mentre viene approntata una grande e proficua salina pozzi artesiani vengono costruiti in Sicilia e in Campania sfruttando le innovazioni tecnologiche arrivate dopo la crociata. Il biennio tranquillo viene coronato dalla nascita di un altro erede maschio per Ruggero nell'Aprile del 1152. Un trattatto commerciale viene stipulato con il vassallo Ducato di Sardegna mentre un altro trattato, infine, sancisce il riconoscimento dell'indipendenza del Giudicato di Arborea da parte del Regno di Sicilia.

Regno Bulgaro del Volga

L'iltabar al Xasan, dopo una serie di anni un po' turbolenti, data anche la sua condizione fisica non eccelsa decide di dedicarsi al consolidamento interno dello stato. Dopo aver ormai risolto efficacemente il pericolo proveniente dal patriarca ortodosso Argelasio, incomincia un imponente investimento atto alla conversione la regione del Kotlas. La popolazione pagana di quelle zone si dimostra fin da subito molto ricettiva verso l'islam e dopo due anni i missionari hanno convertito la quasi totale maggioranza della popolazione senza dover versare troppo sangue. Ben presto i vecchi idoli vengono sotterrati per terra in favore della religione del Profeta e dell'unicità di Allah.

E' un biennio anche fecondo per l'iltabar che, nonostante sia leggermente debilitato, riesce ad avere ben due figli: un bambino e una bambina. Sul finire del 1152, inoltre, arriva finalmente a corte Noah, figlio del khan kazaro David II. Egli si presenta come da accordi di pace, nello stesso periodo anche la principessa Elif parte per la capitala khazara in modo da ottemperare all'accordo di pace stipulato alla fine della guerra bulgaro-giudaica.

Regno di Francia

Si tiene il concilio di Clairveux, all’interno della quale viene riaffermata la superiorità dell’ordine cistercense, nonostante il concilio intero preferisca non deliberare immediatamente e si appelli ad una bolla papale risolutiva nei confronti degli scismatici inglesi. Tira ad ogni modo aria di Crociata.
Grande spavento per un malore che coglie improvvisamente Bernardo di Chiaravalle, dopo che il grande monaco esagera un po’ troppo, a concilio finito, con le cipolle dell’abate. Tuttavia non è nulla di grave e l’indigestione passa in fretta.
Se la ride Walter Map che annoterà l’episodio tra le sue cronache.
Re Luigi e la Regina Eleonora hanno finalmente un erede: Filippo, che diviene delfino di Francia.
Il popolo festeggia e i nobili si tranquillizzano.
Vengono stipulate alcune rotte commerciali e un editto demografico di gran successo, che però si potrebbe rivelare un boomerang per l’erario visto l’enorme numero di contadini e fattori che si recano presso gli esattori reali a chiedere il sussidio.
I coloni francesi al largo delle Canarie riparano in Portogallo appena prima di morire d’inedia, mentre alcuni tra i nobili più meritori vengono insigniti di titoli e governatorati.
La presa di Amiens da parte di Matilda viene accolta favorevolmente da tutto il clero e da buona parte della nobiltà, oramai apertamente schierata contro Stefano lo Scomunicato.
Intanto nel sud si moltiplicano i catari, soprattutto nella Provenza e nella Linguadoca, questi “religiosi” cominciano a predicare senza autorizzazione e grandi masse di popolazione ne vengono influenzate.
Preoccupazione da parte di Enrico d’Orleans che scrive una lettera a Roma sulla faccenda.

Sacro Romano Impero

Terribile disfatta per l’Impero Germanico sulla manica, dove pirati nordici distruggono completamente la flotta Imperiale, nonostante, con l'aiuto ingegneristico di Venezia, i tedeschi siano riusciti a tempo di record a rimontare le galee di rinforzo provenienti dalla Serenissima sul Reno dopo che i Veneziani le avevano precedentemente smontate e trasportate oltre le alpi, tra l'incredulità dei valligiani. Aldilà dell'ennesimo tonfo militare, finalmente Corrado viene liberato e può tornare in Germania, risolvendo le beghe di Federico e tranquillizzando parzialmente la nobiltà riunita a Dieta da Federico stesso.
I religiosi tedeschi partecipano al Concilio di Clairveux, dopodichè Ildegarda di Binden muove verso l’Irlanda con compiti apostolici.
Imponenti sono invece gli investimenti infrastrutturali, mulini sorgono un po’ ovunque in Germania, mentre sorge il primo tratto stradale della Via Europa in Carinzia ed anche la tratta delle Fiandre viene completata interamente dall’Impero. Il progetto veneziano della Via è quindi approvato de facto dalle due nazioni più il regno di Francia. Prosegue l’educazione di Enrico di Franconia, mentre un grande matrimonio di stato viene celebrato tra il Re di Polonia Miezko e Sibilla Ascani che diventa Regina di Polonia.
Infine alcune rotte commerciali vengono ridistribuite dopo la chiusura dei commerci con la Norvegia.

Regno di Polonia

Ancora un torbido biennio in Polonia.
Boleslao, che aveva sfidato il Re Mietzko suo nipote, viene trovato morto nella sua residenza, in seguito a un banchetto. Nonostante si sospetti un avvelenamento le visite dei cerusici non trovano tracce di veleno da nessuna parte. La propaganda di Mietzko attribuisce la morte del parente al castigo divino.
La conseguenza è il terrore nelle truppe dissidenti, che si arrendono senza combattere all’esercito di Mietzko inviato in Bialoweza e chiedendo clemenza e grazia.
Nel frattempo il re sposa Sibilla Ascani, stringendosi maggiormente al Sacro Romano Impero. La nobiltà comincia a tranquillizzarsi visto che la situazione sembra evolversi verso la stabilità, anche se tacitamente Re Mietzko è ancora avversato da alcuni nobili resistenti, che lo vedono oramai come lo sterminatore del suo stesso sangue.
Una cava di ferro sorge in Slesia, il primo mulino polacco sorge a Danzica mentre un trattato commerciale fa aderire la Polonia alla parte economica del Trattato di Aquisgrana (Il trattato commerciale segnato io l’ho interpretato così, visto che la controparte non ha specificato nulla di particolare. NdToga!)

Regno di Ungheria

Re Geza riconquista la fiducia dei fratelli, revocando l’armata concessa alla sorella (tutto ciò aveva sollevato grande scandalo), la quale viene portata a più miti consigli dalla madre.
La guiderà Stefano.
Il biennio passa nell’attesa di una possibile ritorsione ed invasione della nazione da parte dei cattolici romani.
Caserme e mulini vengono costruiti in gran numero, mentre re Geza tenta di abilmente di manipolare il popolino di modo da garantirne la fedeltà alla chiesa di Londra ottenendo qualche buon successo.
Un'altra buona notizia per Geza è la morte per vecchiaia di Folco di Ratisbona, mentre Salamon di Arpad, un altro nobile di scarsa lealtà, ha un infarto e resta fortemente menomato.
In Slovacchia tuttavia la morte di Folco rafforza la posizione del giovane Gofro da Vienna, che incomincia ad arruolare truppe regolari e a fortificare la regione con l’intento di resistere agli scismatici, spalleggiato dai vescovi fedeli a Roma. Verso il finire del 1152 gli slovacchi incominciano una serie di regolari e rapidissime sortite nell'entroterra ungherese, razziando e indebolendo le difese del lealisti a Geza, per poi ritirarsi.
Per tutto l'autunno e la prima parte dell'inverno l'esercito ungherese è sotto tiro. La situazione va degradando sempre più verso l'impossibilità di riacquistare il controllo della regione, che come una pestilenza, incomincia a infettare anche le province vicine.

Pirateria nella Manica

Pirati nordici razziano la manica su imbarcazioni chiamate Skorn o Siorn (almeno così riferiscono i marinai che si imbattono in questi vascelli), i danni maggiori li ha il Sacro Romano Impero che perde gli introiti delle rotte commerciali delle province che si affacciano sul canale (e di conseguenza le nazioni che intrattengono commercio con quelle regioni)


Regno di Svezia

Dopo la visita dell’antipapa la Svezia, la Regina riprende le conquiste nella Finlandia occidentale.
Cade la provincia di Livo-Joki, abbastanza celermente, mentre sorge una nuova città Uppsala, nella provincia omonima.
Grandissimo investimento sui nuovi mulini, che vengono costruiti da ingegneri scandinavi anche nello stato fratello della Norvegia.
Accade poi che la vecchia regina di Norvegia, Ingrid, agli arresti e sotto interrogatorio, venga sottratta alle autorità svedesi e norvegesi (viene rapita o liberata). La notizia fa il giro del regno, ovunque si da la caccia ai rapitori, ma i membri del “commando” sono abili e non lasciano tracce visibili.
Il decreto sulla libertà di culto aggrava la situazione di stabilità nelle province pagane del nord, nell’anarchia ecclesiastica, giungono notizie di possibili moti eretici e di persecuzioni ai danni dei cristiani. I pagani sono ormai la maggioranza della nazione e cominciano a sottrarsi a causa dell’eccessiva libertà, perfino ai funzionari del regno. Solo l’efficacissimo sistema burocratico e l’abilità degli stessi burocrati svedesi regge per il momento la candela. La Svezia si destabilizza pesantemente.

Regno di Norvegia

Biennio apparentemente tranquillo per Sigurd.
Mulini a vento vengono costruiti in tutta la Norvegia, mentre i commerci vengono riorganizzati a seguito della chiusura dei traffici con lo SRI. Nel frattempo Leif Skjordsaal si distingue per la sua oratoria al concilio di Londra.
Apprensione nella corte norvegese per il rapimento/evasione di Ingrid e per la situazione nella vicina Svezia.
Tuttavia la forza diplomatica e persuasiva di Sigurd mantiene intonsa la stabilità del reame grazie anche alle nuove caserme che sorgono in Norvegia e che fungono da centri di controllo burocratico oltre che militare.

Regno di Scozia

Il regno è spezzato in due a causa dello scisma inglese e la situazione è tragica.
Enrico Dunkeld figlio di David, riparato ad Amiens con i ridotti ranghi dell’armata scozzese, viene a patti con Stefano I di Inghilterra. Il Re inglese e l’erede di Scozia si incontrano a Fontaine poco distante da Amiens.
Enrico strappa a Stefano la propria resa: potrà riparare in Scozia per placare il clero rimasto fedele in grande maggioranza al vescovo di Roma. Stefano acconsente anche ad Enrico di rompere il trattato di alleanza con la corona inglese scomunicata, salvando così il trono e la dinastia delle Highlands; in cambio Enrico fa solenne giuramento di neutralità perpetua all’Inghilterra.
Stefano si dimostra di una riconoscenza e di una nobiltà fuori dal comune. William Shakespeare onorerà l’episodio nella sua famosa tragedia “Enrico Plantageneto”.
Il modo di dire “Fare una fontana” che in Inghilterra si usa per definire atti di grande magnanimità, deriverà per sempre da questo evento.

Enrico quindi lascia Amiens e, fortunatamente, trova il modo per aggirare il blocco della flotta dello SRI, prima che essa sia distrutta dai pirati del nord.
Giunge infine mestamente ma con grande dignità a Edimburgo, il principe viene accolto dal clero e dai nobili con grande comprensione, il suo onore è salvo e la rivolta tanto temuta va spegnendosi dopo che Enrico rassicura con una lettera i cardinali Romani disconoscendo la corona di Inghilterra. Egli infine si ricongiunge al capezzale di suo padre, oramai in punto di morte.
La sorte però è beffarda e l’erede di Scozia, non riuscirà a vedersi eletto reggente: Enrico infatti muore nel 1152 per una malattia che segretamente lo divorava da tempo. A quel punto un grande scoramento affligge tutta la nazione, i nobili si riuniscono per decidere il destino della nazione e David in persona, distrutto dall’agonia e dal dolore, con somma fatica, presiede il suo ultimo concilio.
E’ il 19 Maggio del 1152. La Scozia si stacca definitivamente dall’alleanza con l’Inghilterra, tuttavia David fa giurare ai nobili e al clero scozzese la “Pax Albana” con l’Inghilterra. Abdica in favore del nipote undicenne Malcolm, che diviene Re di Scozia riconosciuto da tutti i nobili scozzesi come legittimo. Suo tutore è nominato Duncan di Fife, il maggiorente più potente del regno. Il nipote William diviene conte di Northumberland. Poi il dolore diviene insopportabile e il Re viene ricondotto nelle sue abitazioni.
Spira poco dopo 1 mese e 1 giorno dopo il figlio.
Nella sua lapide la nobiltà scozzese farà apporre il seguente titolo “Dabíd mac Mail Colaim, rí Alban & Amien” Davide, figlio di Malcolm, Re di Scozia e Amiens.
Così morivano il Re santo di Scozia e suo figlio, una grande epopea si era appena conclusa.

Repubblica di Firenze

La tranquilla Firenze mette in opera due importantissime riforme istituzionali: quella del Consiglio Ristretto (organo consultivo) e un efficace sistema di corporazioni mercantili. Pietro Adimari e Beatrice da Pontremoli danno alla luce Agata, mentre invece Broccardo resta a secco di eredi.

Nel Marzo del 1152, inoltre, avvengono le elezioni da tanto preparate e sentite in città. I candidati sono molti e tutti rappresentano i più disparati interessi di Firenze. Alla resa dei conti il console uscente Broccardo Bonati può contare sull'appoggio delle famiglie degli Adimari, del Vassalletto e dei Tebaldi. I suoi avversari invece si dividono e mentre i Da Casavecchia, anche a causa della morte di Cecilia da Casavecchia trovata stroncata nel sonno, si allontanano definitivamente dai Bonati appoggiando i Cerretani, i Bondelmonte appoggiano la causa di Giovanni degli Acciaiuoli mentre l'Alberighi si ritrova senza alcuna famiglia amica a causa delle grandi innovazioni su arti e mercanti approntata dal console Bonati durante tutto l'anno precedente. Broccardo Bonati, quindi, viene insignito della carica di console per i prossimi sei anni.

Aldobrando Tebaldi, qualche settimana dopo le elezioni, viene ritrovato senza vita nel suo letto, pare morto di vecchiaia.

Per il resto la vita scorre tranquilla e serena, solo una delegazione della Zecca Veneziana scuote il placido dispiegarsi delle giornate sul finire del 1152.

Repubblica di Genova

Un eccellente biennio per Genova.
Con il Caffaro malconcio, Alina Embriaco nel 1151 diventa console di Genova! Una donna!
Il clero rumoreggia, il popolino sparla, la nobiltà si scompone, ma Genova è una città liberale e la cosa non suscita più di tanto grandi clamori, anche perché Alina si dimostra una statista di ottimo spessore: ella infatti istituisce la prima compagnia mercantile ligure: “La Compagnia Tirrenica”. A differenza delle compagnie mercantili venete, i genovesi perfezionano fin da subito l’utilizzo di convogli completamente mercantili per movimentare le merci.
E’ la base per ottenere una maggior velocità nelle rotte commerciali.
Sul fronte sardo, dopo le batoste del biennio scorso, i genovesi strappano un favorevolissimo accordo che consente ad Arborea la piena indipendenza, venendo a patti con gli Altavilla spalleggiati dal nuovo vassallo di Ruggero: il duca di Sardegna Costantino Salusio.
Il piccolo giudicato è sempre più legato alla Zena sia dal punto di vista commerciale che politico. Alina chiude la stagione anche con un mezzo successo sui rivali di sempre: la nemica Venezia vince l’appalto sulla Via Europa. E’ il tragitto del Doge quello scelto da Francia e SRI, ma le modifiche richieste dai genovesi sono incluse nel tracciato.
Ansaldo D’Oria diviene invece console nella successiva elezione del 1152. La Grande Biblioteca continua a ingrandirsi, qualche screzio con Venezia riguardo le rotte mercantili del ponente della Via Europa, ma Genova non riesce a ghermire il consueto triplo gioco del Dandolo, nemmeno con l’appoggio degli spagnoli che si schierano dalla sua parte. Tuttavia Venezia pare stranamente comprensiva e il nuovo centro commerciale che sorge in Arborea garantisce ottimi approvvigionamenti e una buona base per intensificare il commercio nel mediterraneo occidentale.
L’unica nota veramente dolente è la pazzia che coglie la sorella di Manente Bisaccia, Lucia, la quale perde in seguito a una febbre, tutte le facoltà mentali e preoccupa la nobiltà genovese per la sua ingovernabilità.


Emirato Ziride

Gli Ziridi continuano nella loro opera di conquista nordafricana, integrando tra i loro domini diretti anche l’Atlante occidentale, dopo aver patteggiato coi berberi. Sorge anche un pozzo artesiano alle Canarie, tra lo stupore degli indigeni che ne restano piacevolmente impressionati. Abul-Hasan al-Hasan ibn Ali riorganizza anche i commerci creando nuove rotte per il mediterraneo. Ahimè l’emiro continua a restare senza un erede nonostante ci si metta di impegno. La moglie comunque è giovane e bella e se per il momento ella non resta gravida, l’emiro può sempre consolarsi alla sua maniera.

Muore di vecchiaia a 99 anni Jalal delle Canarie, vegliardo e mitico esploratore berbero. La sua eredità consiste comunque in alcuni portolani molto preziosi, che l’emiro Ziride farebbe bene a considerare, tuttavia è il nipote Kaled il beneficiario del testamento.

Regno delle Spagne Unite

Dopo la fusione dei regni Casigliani nei domini di Aragona, a causa dell’instabilità terrificante a Toledo e delle rivolte continue nelle province strappate ai mori, causate dalle inadempienze del sovrano il nuovo reame vede come sovrani Petronilla e Raimondo Berengario, grazie a una bolla papale che consegna la corona castigliana ai principi di Aragona. La prima gatta da pelare per il nuovo governo di Barcelona è la provincia di Talavera, nella quale accade una rivolta moresca molto violenta la quale però viene immediatamente riportata alla ragione dalle truppe ispaniche. Successivamente Ermengol VI si dirige verso la Navarra, principato che si è reso indipendente a seguito del crollo casigliano. Il novello re Sancho con un numero di truppe estremamente inferiore e senza nessun appoggio diplomatico deve cedere alle truppe del Conte di Urgell che hanno vita facile, nonostante l’impervio terreno. Navarra viene conquistata e annessa immediatamente. Tuttavia grossissime sacche di resistenti permangono nei paesi baschi, l’area benché pacificata resta comunque teatro di possibili ritorni di fiamma contro i catalani, ora odiati come non mai. Nel frattempo, in patria, Sancho, figlio di re Alfonso ora imprigionato dalla neo-regina Petronilla, sparisce improvvisamente scomparendo da palazzo lasciando nello sgomento la corte.

La diciassettenne Petronilla da alla luce un figlio nel 1152, tra il giubilo del popolo e della nobiltà, porterà il nome di Ramiro, primo re di tutte le corone spagnole unite della dinastia dei Barça.

Il Regno delle Spagne Unite adotta la forma feudale nella sua Monarchia, creando quindi i presupposti per una maggior stabilità in tutta la penisola. La regione di Talavera inoltre viene donata allo Stato Templari di Lusitania a causa di una serie di accordi presi con il papato.

(Panda ti scongiuro di non cambiare mai le schede aggiornandotele da solo d’ora in poi. Pensiamo noi a tutto… se vuoi aiutarci, semplicemente, segna quante truppe vanno dall’armata X a quella Y in un allegato .doc RIPETO .doc quando ci mandi gli ordini…sennò diventiamo cretini visto che Rebaf al 99% sbatte via le schede vecchie ed io sono già a 150MB tra excel e word nella cartella LEADER del mio Acer e vorrei cominciare a smaltire…grazie :D dopo non sappiamo più come fare se modifichi la scheda e non abbiamo la vecchia. )

Repubblica di Venezia

Dandolo partecipa al concilio di Clairveux in qualità di Patriarca di Grado. Nel frattempo Venezia, onorando il patto di Piombino con l’Impero, incappa nella più pesante sconfitta navale della sua storia sulla Manica ; dopo che i veneziani riescono nell’impresa impossibile di trasportare 100 galee smontate attraverso le Alpi rimontandole poi con manodopera dello SRI sul Reno. Tommaso Failer, il giovane ammiraglio al seguito del contingente navale venenziano riporta in una missiva al Doge di navi pirata nordiche velocissime ed estremamente maneggevoli, più adatte alla navigazione in quei mari delle galee venete e imperiali, le quali sembrano lumache al confronto. Il Failer comunque salva metà dei suoi cocchi, contribuendo praticamente da solo alle esigue perdite del nemico, la saggezza però gli suggerisce di ritirarsi nel golfo di Biscaglia dove le navi pirata non lo seguono. La flotta Imperiale è lasciata al suo destino ed è invece completamente annichilita.
Lo smacco subito ha qualche ripercussione in patria dove Naimero Polani promuove una mozione al Minor Consiglio dove si chiede una differente regolamentazione delle cariche militari (per ora assegnate a vita) e la fine del conflitto d’interessi religioso (il Doge non può essere anche patriarca) sollevando un vespaio con i delegati Baseggio che si schierano per la prima volta contro i Polani i quali però rafforzano i legami coi Morosini e coi Michiel.
Tuttavia Dandolo godendo dell’appoggio anche di Ziani, a cui ha trovato moglie, riesce a prendere tempo, così le discussioni vengono rinviate al suo ritorno.
Nel frattempo gli ex notabili pisani, da un lustro prigionieri della Serenissima vengono tradotti in Sicilia, il popolino di Pisa chiede a gran voce il loro giudizio rivolgendosi ora al Re di Sicilia. Dandolo si leva dalle mani la patata bollente, ma servirà un finanziamento adeguato che ammansisca la piccola aristocrazia mercantile toscana, piuttosto infelice del tira e molla veneto.

Per il resto del biennio invece la Serenissima si concentra a fare la cosa che le riesce meglio: soldi.
Tre trattati commerciali vengono stipulati con Almohadi, Rus di Kiev e Ducato di Sardegna.
Venezia ottiene anche la possibilità di navigare e commerciare nel mediterraneo occidentale, grazie all’accettazione da parte di Francia e SRI del suo progetto per la Via Europa.
I benefici dal completamento della rotta di Ponente della Via Europa sono ottimi, così come il contratto per lo sfruttamento dei commerci africani e il potenziamento delle compagnie commerciali nel Mar Nero. La Zecca infine vara alcune manovre commerciali spericolate, soprattutto in Africa dove sorge una nuova compagnia mercantile: “La compagnia Mercantile del Ponente”. Muore di vecchiaia Vittorio Loredan, membro della nobiltà minore del Maggior Consilio. Il suo seggio è ereditato dal nipote Brunello.

Principato di Novgorod

Tempo di allargamento territoriale a Novgorod. Se il Principe non incontra troppi problemi nello Yaroslav, che si arrende velocemente ed è annesso al principato; in Mikkelli gli ugric resistono fieramente, nonostante la sconfitta nella battaglia di Lago Ladoga. Rotislav perde un gran numero di uomini, di un contingente a dir la verità un po’ esiguo, non potendo assaltare si mette ad assediare passivamente i villaggi ugric dell’interno, ma l’assedio dura mesi e il comandante resta impantanato nell’inverno russo senza riuscire a cavare un ragno dal buco. Minacciosamente un grande concilio ugric sembra ormai alle porte, le tribù finniche e kareliane, minacciate ormai da ogni lato, forse stanno per unirsi.
Intanto nella capitale viene votato un investimento in burocrazia che migliora visibilmente l’apparato statale.

Per finire la salute di Vladimir detto il Matchko, consigliere del Rus di Kiev, peggiora a vista d’occhio, la sua malattia non sembra curabile anche se per ora il vegliardo riesce ancora a muoversi e lavorare.

Rus di Kiev

Biennio attivo per Kiev.
L’arrivo in Europa della falce bilanciata costituisce un grande vantaggio per i sudditi del Rus che ne traggono profitto e sollievo. Il contratto commerciale con Venezia permette poi di internazionalizzare le rotte del grano ucraino via fiume fino al Mar Nero.
Viene costruita la città di Mochkba (o Mosca) e comincia la conversione religiosa della Curonia orientale dopo che Re Vairis acconsente più o meno consapevolmente alla faccenda.

Un matrimonio reale viene effettuato tra Eudoxia e Andrei, unendo così le due casate, anche se i maligni mormorano che il Rus voglia coprire il suo Sviatoslav, visto che il figlio di Eudoxia ad ogni settimana che passa gli somiglia sempre di più.

Ducato di Sardegna

Mentre una serie di investimenti viene effettuata con successo e alcune operazioni cartografiche vengono eseguite alla perfezione, l’avvenimento del biennio è l’unione dinastica decretata da Costantino Salusio tra i Lacon-Gunale di Logudoro e gli Spano di Gallura.

Barisone II sceglie come moglie Pellegrina, la sorella di Costantino Spano, mentre il fratello Pietro sposa una parente di grado inferiore dei galluresi: Benedetta Bas-Serra. Quando le mogli rimangono incinte grande giubilo pervade Santa Igia. Dopo 9 mesi nascono ai due fratelli Lacon-Gunale due eredi…femmine! Costantina a Barisone II e Bernarda a Pietro.
Mentre Salusio maledice la sventura assieme ai Lacon-Gunale esterrefatti, che accusano le mogli di aver partorito volutamente due bambine per favorire il loro parente… altre giovani donne giungono nel giudicato pronte a “darsi” in nome della patria, attratte perlopiù dal bando non autorizzato dello Spano, che spregiudicatamente arriva a chiedere addirittura a Ruggero d’Altavilla di potersi anch’egli maritare con una donna di sangue nobile per dare l’agognato erede del ducato. Una sorta di corsa al maschio che non arriva insomma…!
La situazione, paradossalmente, si complica assai per il Duca, che fatica a tener buoni i nobili.

Califfato Fatimide

Biennio tranquillo per i Fatimidi, che si concentrano perlopiù in investimenti mercantili e infrastrutturali. Viene aperta una via del Nilo con il Regno di Makuria, che consente traffici economici vantaggiosi. Viene dragata un ampia parte del porto di Alessandria.

Nella Dongola i ribelli vengono dispersi dall’esercito, tuttavia i moti non sono chiaramente sedati e non tutto è sempre risolvibile con le armi, servirà una pacificazione di tipo culturale, con un investimento stabile.

Un censimento infine aumenta l’efficacia dell’erario.

Regni di Irlanda

Si incendia la polveriera irlandese

Mentre Garban Mac Endai, il re cieco di Munster, assiste al Concilio di Londra, le politiche dell'ANO e quelle del patto di Aquisgrana cominciano a interferire pesantemente nel fragile equilibrio irlandese, aumentandone e inasprendone il carattere precario.

Diarmait MacMurrough alimenta ormai apertamente la sua faida contro l'Ard Righ: il Re di Leinster e Mide assalta un abbazia sconfinando nel Munster, la piccolissima abbazia benedettina di Faildu, rea di essersi espressa in toni concilianti nei confronti dell'antipapa londinese. La repressione è, come al solito, sanguinaria e l'Ard Righ intima a MacMurrough di cessare immediatamente le ritorsioni fin quando Garban non sarà di ritorno. MacMurrough risponde dapprima assaltando e razziando alcuni villaggi di confine, infine fa cavare gli occhi ai circa 20 monaci prigionieri, in segno di disprezzo verso la cecità del Re di Munster, per poi liberarli come morti viventi nelle campagne, dove una buona metà morirà di stenti o sbranata da cani selvatici e lupi. A quel punto Tairrdelbach mac Ruaidri Ua Conchobair, il Re Supremo, intima al sovrano di Leinster di presentarsi immediatamente a conferire a Sligo, dove l'Ard Righ ha fatto edificare una nuova rocca.
MacMurrough non ci sta; così manda a dire al re di Connacht che è pronto a marciare sul Connacht al comando di 20 000 soldati del Sacro Romano Impero per vendicare il torto subito dal sangue di Brian Boru. La notizia dell'armata spacca il fronte degli alleati del Re Supremo, molti Re e co-Re temono infatti di essere sconfitti. Tuttavia l'intervento in favore di Tairrdelbach da parte di Cu Ulad re dell'Ulster, riesce a compattare la maggior parte dei sovrani, che cominciano a levare un esercito per affrontare MacMurrough.

Passano le settimane intanto, e Diarmait attende i vascelli dello SRI invano. Nel frattempo Garban da Londra, con molta furberia, fa sapere all'Ard Righ che la flotta imperiale è stata distrutta da pirati vichinghi, facendo spargere la voce di una disfatta anche se sulle navi non vi è un solo soldato.
Diarmait nel frattempo comprende che le sue truppe non giungeranno, manda a maledire l'Imperatore tramite un messo e a quel punto recluta il massimo ottenibile dal suo esercito con una leva di massa fortificandosi su un terreno a lui favorevole ovvero sulla collina di Tara, violando quindi il territorio del Regno di Dublino, rimasto molto opportunisticamente neutrale. Brotar Thorghilsson, che non ha un armata all'altezza e certamente non è un valoroso, arma alla meno peggio la sua milizia e si rinchiude nel villaggio fortificato chiedendo aiuto, disperato tramite messi, a Sigurd di Norvegia.
Tuttavia l'Ard Righ non è favorevole nemmeno a questa soluzione, che implicherebbe un coinvolgimento attivo da parte dei nordici, pertanto muove con la sua prima leva, poco più numerosa di quella meglio organizzata di Diarmait verso il Leinster, intimando a Brotar di resistere sdegnandosi del suo poco coraggio.
Brotar tuttavia se ne infischia e persiste nel mandare richieste di soccorso in Scandinavia, nel frattempo ripara a Man.
Diarmait intanto fa avvelenare le sorgenti intorno a Dublino, la popolazione è costretta a bollire l'acqua di mare per berla, ma molti si ammalano di dissenteria e la situazione va peggiorando. Alcune abbazie del Leinster, tra le più legate alla chiesa di Roma, sostengono il loro Re e la causa dell'unificazione Irlandese: scrivono a Bernardo di Chiaravalle e a Ildengarda di Bingen affinchè il Patto di Aquisgrana intervenga con le truppe promesse contro gli "scismatici".

é il 31 Dicembre del 1152 quando l'Ard Righ avvista l'esercito di Leinster alle colline di Tara.
La battaglia sta per avere inizio.

Regno di Danimarca

Re Sven riceve la visita dell'antipapa. Poco da segnalare in questo biennio, anche se molte tensioni permangono ancora tra i nobili più fedeli alla chiesa di Roma e quelli invece schierati con Enrico I. Tuttavia i principi danesi cattolici romani e i vescovi danesi fedeli a Eugenio, firmano una magna charta sottoponendola all'esame della congregazione cardinalizia romana, affinchè siano dispensati dall'obbligo del silenzio verso gli scomunicati.
In questa maniera la situazione, affermano i prelati danesi, potrebbe avere una ricomposizione più pacifica, nonchè sarebbe possibile pressare il Re per ottenere il mantenimento delle sedi vescovili, che sono minacciate di confisca o di detronizzazione.

Uno dei firmatari, un certo Absalon, presbitero a Roskilde, si fa notare per la sua perspicacia e per la sua fede.
L'attivismo del clero romano danese fa da contraltare all'impreparazione di quello scismatico: la stessa incapacità di Sven nelle faccende di pubblica amministrazione non aiuta la causa degli scismatici che non guadagnano consensi all'interno della popolazione cattolica come avviene invece in Norvegia e Svezia, in Inghilterra, in Ungheria e per giunta in alcune regioni dell'Impero stesso.
La curia risponde pragmaticamente raddoppiando le diocesi, nominando nuovi porporati e organizzando quelli che vi sono già in Danimarca; rigirando la questione del silenzio direttamente al pontefice.

Regno di Curonia

Vairis si gode il regno conquistato nel sangue dei soldati del Barbarossa. I suoi aruspici e stregoni sostengono che il Dio-Cristo degli ortodossi porti bene allo Jarl-Orso dei Curoni, pertano Vairis lascia che missionari del Rus di Kiev convertano ampi stralci di popolazione.
Tuttavia il Re rifiuta di farsi battezzare e non perde occasione di farsi vedere accompagnato da stuoli di giovani donne che spesso offre seminude ai legati del Rus, divertendosi ai loro gentili dinieghi.
La religione di stato resta comunque un utopia, lo stesso Vairis non sa ne leggere ne scrivere e quindi assolutamente non capisce l'importanza di determinate misure da adottare in materia. La popolazione della Curonia mantiene quindi i vecchi idoli affianco al nuovo Dio-Cristo, il che comincia ben presto a tramutarsi in posizioni eretiche o alla mescolanza di culti legati alla fertilità pagana durante le liturgie ortodosse. Gli sciamani dei culti locali, inoltre, cominciano a predicare che le icone portate dai missionari ortodossi abbiano poteri magici dando il via, quindi, ad un vero e proprio culto delle icone tra la popolazione
L'estrema distanza e la diversa accesibilità del culto ortodosso rende la conversione della Curonia molto lenta.

Nel frattempo Vairis organizza un sistema di "stazioni di posta" di modo da conferire con i suoi funzionari molto più celermente.
Sposa 5 principesse lettoni e si da da fare ottenendo subito due figli maschi e 4 bambine, (3 delle quali avute non si sa bene da chi ma che riconosce)
E' cmq confortante che da un certo punto di vista, sia un barbaro analfabeta, dotato cmq di spirito pratico e perspicacia, a riscoprire l'importanza delle comunicazione rapide nell'europa medioevale.
 

Rebaf

Get a life
Fantacalciaro
Comune di Milano

La città lombarda aderisce alla parte commerciale del Trattato di Aquisgrana mentre una serie di investimenti potenzia l'Università di Bologna aggiungendo una cattedra di Medicina, grazie anche alla traduzione del Canone di Avicenna, e potenziando a quella di Giurisprudenza che già si affiancava ad una di Filologia Araba. L'università sotto il controllo del Comune di Milano, quindi, diventa tra le più prestigiose d'Italia con un parco insegnamenti davvero ampio.

Nel frattempo nel Settembre del 1152 avvengono le elezioni consolari destinate a dare a Milano un nuovo console per i successivi sei anni. La lotta è dura a colpi di propaganda, grandi orazioni tenute nelle piazze e nei mercati, alla fine pero' è ancora Ariberto da Baggio a spuntarla assicurandosi l'appoggio di quasi tutte le grosse famiglie nobiliari milanesi.

Califfato Abbaside

E' un biennio di grandi sommovimenti per gli abbasidi. Da un punto di vista interno l'investimento per far riportare in auge le grandi strutture del sapere della Splendente riesce perfettamente. Nell'Aprile del 1151 la Casa delle Scienze, dove già secoli prima gli antenati del califfo Al-Muqtafì avevano raccolto la più grande collezioni di libri e le più grandi menti arabe, torna come nuovo. A gestire tutto questo nuovo sapere con il titolo di Shaykh al-Ribat, con grande stupore del popolino e dei notabili di Baghdad, è chiamato Al-Gilani un famosissimo mistico sufi che fino a quel momento si era ben tenuto lontano dai giochi politici della capitale abbaside. Alla Casa viene affiancata anche una grande Biblioteca che, su ordine del califfo stesso, si specializza in testi di medicina. Il Kitab al-Qanun e il Kitab al-Shifa, opere magistrali di Ibn Sina (Avicenna), giungono come dono dal locale governatore zengide della città di Damasco che, appena arresosi al sultanato selgiuchide, vuole fare un gesto d'amicizia al califfo. Le due copie sono prestigiosissimi autografi di Ibn Sina custoditi a Damasco da molti secoli. Oltre alla Biblioteca e alla Casa il califfo ordina anche la costruzione di un'Accademia dove forgiare i corpi e le menti dei giovani che vivono sotto il controllo abbaside, nel Settembre del 1151 l'Accademia apre ufficialmente. Il saggio Waa'il è nominato Maestro del Diritto e primo insegnante della cattedra di Giurisprudenza. Con la visita di Ibn Rushd (Averroè) a Baghdad, inoltre, il califfo mette a segno un altro grande risultato sistemando la questione ereticale dell'autoproclamotosi califfo almohade dando legittimità al nuovo stato repubblicano del Maghreb. Le preghiere nel Maghreb e in al-Andalus sono ora proclamate nel nome del califfo di Baghdad riportando ad una perfetta comunanza le due comunità di fedeli.

Mentre nella capitale si assiste ad un rinnovato fervore culturale riportando Baghdad ai livelli di città come Constantinopoli o di stati come il Magreb, patria del grande Ibn Rushd (Averroè), il generale Ghassan, a capo della grande armata abbaside chiamata Onda del Deserto, riporta sotto il controllo del califfo le regioni del Qatar e del Muscat che precedentemente avevano rifiutato l'autorità di al-Muqtafì.

Nel frattempo la lettera di al-Muqtafì che, con l'assenso dell'imam fatimide, aveva consigliato al sultano buwayhide di sottomettersi crea una grande instabilità nella zona. Se, infatti, il sultano decide di arrendersi anche grazie all'amicizia che legava i due stati fin da quando erano gli stessi buwayhidi, prima dell'arrivo dei turchi selgiuchidi, ad ergersi a protettori del Califfo, una parte della popolazione di rito kharigita si ribella alla decisione del sultano. La situazione che si viene a creare è quindi la seguente: le regioni del Kuwait e del Dharan si dichiarono indipendenti, Abd Ahmed ibn Omar si nomina Sultano del al-'Arabiyya dichiarando rivendicazioni su tutta la penisola araba. Da un punto di vista religioso il neo-sultano si dichiara sotto l'autorità dell'imam di Madina Mazurcaa che dalle Baleari saluta con gioia l'espandersi del kharigismo.

Regno di Georgia

Mentre una serie di investimenti migliora l'equipaggiamento dei soldati georgiani e una serie di nuove macchine d'assedio vengono ideate, la vita prosegue tranquilla nel regno georgiano. Si segnala solo un ri-avvicinamento, dopo secoli, con il khanato dei turchi kipchacki con l'invio di sacerdoti e di manovalanza per la ricostruzione e il potenziamento della grossa chiesa ortodossa che vive nel khanato.

Khanato Kipchack

Nell'Aprile del 1152 l'attuale khan Kurya viene ritrovato morto la mattina da uno dei suoi servi, la rozza medicina kipchacka riesce comunque a capire che si è trattato di un veleno. In breve la situazione degenera, la fede musulmana introdotta a forza da Kurya comincia a perdere mordente sul popolo ancora per la maggior parte ortodosso a causa di una passata evangelizzazione georgiana anni prima. La guerra civile, tuttavia, viene scampata grazie al deciso intervento del khan Göktürk. Egli, di fede ortodossa e molto vicino al nuovo clero georgiano arrivato nel khanato, prende in mano la situazione con forza e veemenza: raccoglie attorno a sè tutti i clan ortodossi del khanato e si mette in una posizione di forza in confronto ai pochi clan musulmani. Negli scorsi anni molte furono le conversioni di convenienze da parte di clan che volevano solamente rendersi amico Kurya rendendo così più facile compito di Göktürk che il 25 Dicembre del 1152 si proclama Gran Principe della Cumania. Göktürk si dimostra subito un sovrano illuminato, introduce il feudalesimo per garantirsi la fedeltà dei clan e incomincia una serie di investimenti infrastrutturali e burocratici per stabilizzare il regno. Dal punto di vista diplomatico si dichiara fedele all'Impero Bizantino, fido alleato dei Georgiani mentre la Chiesa Ortodossa Cumana riconosce come primus inter pares il Patriarca di Costantinopoli.

Ambasciatori sono immediatamente mandati a Costantinopoli e Tbilisi per prendere i primi contatti con i vicini stati amici.

Impero Etiope

Con l'aiuto di truppe makuriane il negus negesti Mara Takla Haymanot conquista militarmente le regioni di Ras Hafun, Scebeli e Uganda mentre nella regione di Mogadishu le popolazioni si arrendano di loro spontanea volontà vedendo la forza dirompente delle armate dell'Alleanza Illuminata del Sud.
 

Toga!

Chosen one
Conte di Savoia

Il conte chiede l'ingresso in Aquisgrana ma non lo ottiene. Dopo che però anche Ruggero II di Sicilia rifiuta l'adesione sabauda, i rapporti cercando di ricomporsi con una parte degli Aquisgranici, anche se l'originale politica sabauda in chiave anti genovese (rivendicazioni su Asti) e anti veneziana (inimicizia storica) comincia un po' a minare la nobiltà locale, stanca dell'orgoglioso ma sterile, isolamento politico della Savoia dalle grandi alleanze.

Repubblica di Siena

Duccio Valli viene rieletto senza problemi al consolato Senese. Siena inoltre, forte del buon supporto soprattutto Veneziano, modifica le sue istituzioni arrivando a sviluppare un Consiglio Cittadino efficiente e ad allungare la carica consolare a 10 anni.
Nonostante ciò si segnalano "sassaiole" sui guelfi da parte dei ghibellini più intransigenti, guidati da un certo Manlio Aldobrandeschi, che hanno anche cominciato a scorrazzare tra l'altro fra le cascine e le campagne del lazio, forti del supporto di alcuni pro-imperiali della prima ora.
Il vescovo a Siena è ancora di fatto vacante e la città aspetta ancora un riconoscimento imperiale ufficiale sulla propria indipendenza fin dal 1125. Il partito di Valli chiede ora che sia il Re di Sicilia a poterlo riconoscere, visto il riconoscimento della potestà a Ruggero II da parte di Corrado III.

Comune di Lucca

Castruccio Guinigi viene rieletto per il rotto della cuffia, molto probabilmente per un solo voto. Le contestazioni sono fortissime, tant'è che il rieletto console non riesce nemmeno a giurare in Duomo, e deve accontentarsi della vecchia San Frediano. Le contestazioni giungono soprattutto da parte dei nobili possidenti di campagna, sempre più contrari alla politica filogenovese del Comune. La situazione soprattutto nella provincia del Lucchese si è fortemente destabilizzata, i castelli del versante emiliano della Lunigiana stanno praticamente autogovernandosi sotto la spinta del nuovo astro nascente della politica lucchese: Francesco Pontremoli, in netto contrasto con gli alleati del Guinigi, i carraresi Malaspina; i quali si sono preventivamente arroccati a Castelnuovo con una guarnigione.
A nulla vale una visita pisana di pacificazione, anzi i pisani sono bersagliati dai sostenitori dei Malaspina con zolle di terra e i caratteristici "giaroni" (ciottoli tondi e leggeri). La situazione quindi esige tranquillità. Vittore IV ha inviato Gherardo della Suburra a pacificare i nobili appena dopo il conclave che lo ha eletto.

Giudicato di Arborea

Dopo che Genova viene a patti con il ducato di Sardegna e il regno di Sicilia, Arborea mantiene la sua indipendenza. Il giudicato resta fedelissimo al suo alleato e la concessione commerciale genovese che sorge durante l'anno non fa che cementare oramai indissolubilmente il legame.

Arcivescovato di Pisa

Grande fermento a Pisa. Il potentissimo camerlengo veneto Ziani ha un figlio da Violante Tirreno, a sua volta imparentata coi prigionieri pisani girati dal Dandolo a Ruggero II.
Dopo che a Pisa giunge notizia della condanna e viene spedita la testa mozzata di Cocco Griffi, il popolino si da alla pazza gioia, inneggiando a Ruggero II come giustiziere di Dio.
Nel frattempo una parte della nobiltà mercantile pisana si lascia affascinare dall'avvenente Violante, che paradossalmente tenta di limitare il potere del marito e della Serenissima, a vantaggio della costruzione di un assemblea dei cittadini, in cui inserire nobili a lei riconducibili, tra cui due suoi amanti: Ranieri della Gherardesca e Folco di Montefeltro (al quale il figlio di Ziani somiglia visibilmente).
Nonostante l'influenza della nobildonna il partito popolare non considera sgradito l'attuale governo e per il momento Pisa è tutto fuorchè un vassallo poco fedele.
 
Stato
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