Turno 3.5

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IL PARTITO TI OSSERVA
La pentola a pressione

L'anno 2027 si apre con una grande offensiva delle forze congiunte di Iran, Russia e India nel nord dell'Afghanistan. Le forze si concentrano tutte nell'area di Mazar i Sharif, unica roccaforte dell'Esercito Islamico nel nord del paese.

Oltre 6.000 paracadutisti iraniani effettuano un assalto elitrasportato mentre i caccia indiani colpiscono duramente tutte le postazioni dei militanti dell'Islamic Movement of Uzbekistan.

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(Forze speciali iraniane prendono il controllo delle strade e dei ponti di Mazar i Sharif)

Poche ore dopo 25.000 soldati supportati da caccia, elicotteri e mezzi corazzati avanzano combattendo duramente. I miliziani della Coalizione Unita, formata da sciiti filo-Iran, riprende dopo diversi mesi l'offensiva e avanza da est. La città cade in quattro giorni di combattimenti estenuanti. Ogni angolo ha una IED o un cecchino pronto ad attendere. Alla fine dei combattimenti si contano oltre 1.278 guerriglieri tra morti e feriti. Molti tentano di abbandonare le armi e di mischiarsi tra la popolazione ma in moltissimi vengono consegnati alle truppe iraniane. In migliaia scappano verso nord ma sono intercettati da squadre di forze speciali russe. Queste compiono la notte del 6 aprile un'operazione notturna in cui assaltano una casupola di mattoni di fango al confine con l'Uzbekistan. Qui senza sparare un solo colpo riescono ad arrestare il leader il mullah Mukhamud, il leader del movimento. Di fatto l'IMU è sconfitto e la strada per Kabul è aperta. L'Iran ha dimostrato capacità militari fino a quel momento sconosciute grazie ai grandi acquisti di materiali moderni negli Stati Uniti. L'offensiva di Mazar i Sharif è per Teheran un nuovo inizio come potenza regionale.

I soldati iraniani scoprono centinaia di fosse comuni. Nel periodo di occupazione dei militanti uzbeki sono state uccise più di 3.000 persone, principalmente di tagiki e sciiti. Nei giorni successivi i caccia indiani iniziano a bombardare pesantemente i campi d'addestramento dei militanti nel sud dell'Afghanistan e diverse bombe colpiscono anche entro il territorio pakistano.

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(Forze speciali russe catturano il leader dell'IMU)


Qualche mese dopo nelle acque dell'oceano indiano inizia un'esercitazione a sorpresa della marina di Nuova Delhi. Si schierano ad un passo dalle acque territoriali pakistane i gruppi di battaglia delle portaerei Garda e Vishal pari a 30 vascelli tra portaerei, incrociatori e sottomarini. Le navi indiane si muovono in modo provocatorio superando di continuo il confine ed ignorando gli avvertimenti della marina pakistana salvo tornare indietro poco dopo. Sottomarini di entrambe le parti iniziano a scorrazzare tra le navi ponendosi in posizione di attacco e costringendo le navi ad indietreggiare. Sembra un valzer continuo fatto di minacce e tentativi d'attacco. L'esercitazione va avanti così per quattro ore fino a quando il sonar di un cacciatorpediniere che accompagna la portaerei Garda capta un sottomarino che è riuscito a passare oltre la linea difensiva e si sta avvicinando al vascello. Bombe di profondità vengono lanciate per costringere il sottomarino ad allontanarsi. Una di queste però colpisce in pieno il vascello che si inabissa. Nel frattempo lungo la linea di controllo in Kashmir le truppe indiane iniziano a sparare colpi d'artiglieria contro le linee pakistane.

La risposta pakistana non si fa attendere a lungo. Un centinaio di caccia, quasi tutti quelli schierati al sud, si innalza in volo andando a rafforzare le unità che già pattugliavano l'area. Gli aerei vengono immediatamente intercettati dagli indiani. Non è chiaro chi abbia iniziato a sparare ma la tensione ormai è altissima e si sviluppa una battaglia aerea nelle acque del mar Arabico. Gli indiani possiedono un certo vantaggio tecnologico ma i piloti pakistani si dimostrano ossi duri. Dopo meno di mezzora si contano 9 caccia pakistani abbattuti e 3 indiani.

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(Un aereo indiano abbattuto sul Pakistan precipita al suolo)

L'India tenterà sicuramente di descalare la situazione dimostrando con la sua provocazione una posizione superiore a quella Pakistana. Per molti analisti la strategia di Nuova Delhi è costringere Islamabad a dissanguare le esigue finanze in spese militari. I pakistani se accetteranno di descalare il conflitto perderanno la faccia, mentre se continueranno a rispondere possono rischiare una guerra aperta. Il Pakistan è però di fatto alleato con la Cina da sempre rivale dell'India. Quest'ultima invece, tramite l'IPTO, agli Stati Uniti e diversi altri paesi del sud est asiatico. Anni di tensioni rischiano di esplodere come una pentola a pressione. La possibilità che scoppi una guerra aperta tra potenze nucleare entro poche ore è altissimo. Tutte le cancellerie del mondo sono concentrate sull'area.
 

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IL PARTITO TI OSSERVA
Regno Unito
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Il governo di sua maestà apre i confini dei suoi territori ciprioti a tutti i profughi. I soldati di stanza sull'isola mediterranea creano un campo di altissimo livello con la collaborazione delle Nazioni Unite e con l'aiuto finanziario del governo turco. In migliaia si muovono in questi territori facendo richiesta di asilo politico. La polizia greco-cipriota lascia passare questa massa umana di disperati.
 

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IL PARTITO TI OSSERVA
Repubblica d'Iraq
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Il governo iracheno uscito fuori dal compromesso tra sunniti e sciiti in seguito alla breve guerra civile è ormai spacciato. La maggioranza parlamentare sciita critica la condotta della guerra contro i Curdi e la gestione della politica estera. Il primo ministro iracheno si dimette dovendo affrontare la sfiducia del parlamento. Il presidente preme per un governo tecnico di scopo che possa traghettare il paese in una fase più stabile. Al sud, però, grandi masse popolari vengono mobilitate da Rafim Malik, il fratello del presidente sciita assassinato qualche anno fa. Le sedi del partito più rappresentativo degli sciiti vengono circondate da folle che inneggiano all'imam Alì. I parlamentari sciiti sono sotto pressione e il tentativo di compromesso con il governo tecnico muore sul nascere.

Si va ad elezioni, anticipate di appena due settimane. Il partito di Malik guadagna ben il 60% dei voti grazie ad una piattaforma ormai solidissima tra gli sciiti. La sua proposta politica è quella di un riconoscimento di un ingresso del kurdistan iracheno come stato sovrano all'interno di una nuova federazione irachena. Le elezioni vengono disturbate da continui episodi di violenza. Diversi attacchi terroristici colpiscono seggi elettorali in quei distretti dove gli sciiti sono la maggioranza assoluta. Lo scopo evidente è quella di intimidire l'elettorato. Ai primi attacchi rispondono diversi miliziani sciiti che aprono il fuoco in quartieri sunniti. Dopo quattro giorni però la maggior parte dei terroristi sciiti viene arrestata dai servizi di sicurezza fedeli a Malik.

Quest'ultimo alla fine diventa primo ministro. Si reca a Baghdad per giurare di fronte al presidente ma decide di non spostarsi nella capitale e di restare a Bassora. In ogni caso alcuni ministeri vengono assegnati a dei sunniti di fazioni fortemente lontane dall'Unione Araba.
[Arabia -80, Iran +80]
 
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