Mikhail Mengsk
MSPAINT OVERTYRANT
BATTAGLIA DI AL-JAHR
La colonna Orleasiana era partita dal Desert de Ubar Occidentale [63] pochi giorni fa, e ancora avanzava verso il centro del territorio Mahdista. Il previsto incontro con le truppe Njemegen non era avvenuto, nessuno sapeva perché. L'armata avanzava nel cuore del territorio Azrac in ordine quasi sparso dato che il generale (Corneille Dubois, più famoso per le doti difensive che non per quelle offensive) non si era preoccupato di stabilire una tattica.
In lontananza, un altro villaggio con tanto di oasi, il terzo dall'attraversamento del confine. Gli altri due erano pieni di civili mugugnanti e poco altro, nessuna resistenza era stata incontrata. Strano.
Stavolta, il nemico c'era. Era schierato di fronte al villaggio e sembrava molto più numeroso della colonna Orleasiana. I Mahdisti schierano il doppio di cavalleria leggera, almeno 6000 Giannizzeri, 2000 Arcieri e 2000 Fucilieri. Il Generale orleasiano dispone i suoi uomini, maledicendo il ritardo degli Njemegen. La battaglia ha inizio.
Mentre lo schieramento mahdista avanza, le rispettive cavallerie tentano di ottenere la supremazia sui lati. Sull'ala sinistra orleasiana, i cavalleggeri orleasiani caricano i 2000 mahdisti, riuscendo ad infliggere ben 916 perdite fra carica e mischia, subendone soltanto 243. Il nemico, benché sia chiara la superiorità qualitativa degli Orleasiani, non fugge grazie alla netta superiorità numerica.
Sull'ala opposta, invece, 2000 cavalleggeri Azrac caricano gli orleasiani, abbattendone 500 in carica e 300 in mischia. La cavalleria orleasiana fugge in disordine, mentre sul campo restano 260 mahdisti.
Il centro dello schieramento Orleasiano si schiera a quadrato, con Picchieri e Fanteria Leggera a coprire i 2000 Arcieri. I Fucilieri degli scaglioni sinistro e destro dell'armata mahdista avanzano e tirano contro i Picchieri che affiancano il centro orleasiano. I tiratori del Mahdi si rivelano molto precisi, e a terra cadono 400 picchieri dello scaglione sinistro e 200 del destro. Il duello di arcieri, però, sorride agli abili arcieri di Orlais, che infliggono alla controparte 1083 perdite subendone solo 350 e mandando il nemico in fuga.
Dubois tenta di far avanzare i Picchieri per evitare di farsi inchiodare dai fucilieri Mahdisti, ma questi si ritirano, e 2000 Giannizzeri per parte assorbono la carica dei Picchieri. Addestrati all'uso anti-picca delle loro lunghe scimitarre, i Giannizzeri fanno a pezzi i Picchieri orleasiani, pur subendo 800 perdite in toale su 4 battaglioni.
I fianchi del quadrato centrale sono esposti: la Cavalleria Leggera orleasiana sull'ala sinistra tiene duro contro la controparte mahdista, in un sanguinoso scontro che vede cadere 301 Azrac e 257 Orleasiani. Sul lato opposto, però, la cavalleria leggera mahdista è libera di imperversare, e mette a segno una carica sul fianco della Fanteria Leggera allo scoperto. 474 soldati Orleasiani vengono travolti nella carica, e altri 400 nella mischia che segue. L'unità si sfalda, i pochi superstiti fuggono, mentre i cavalleggeri lamentano altre 300 perdite.
E' la fine, per l'armata Orleasiana: vedendo concretizzarsi la possibilità di rimanere accerchiato, Dubois ordina la ritirata in formazione chiusa del quadrato centrale, mentre i superstiti della Cavalleria Leggera e un reggimento di 1000 Fanti Leggeri coprono la ritirata.
Nonostante il sacrificio della retroguardia, i mahdisti continuano ad incalzare gli orleasiani in rotta, infliggendo centinaia di perdite e uccidendo il generale Dubois. Solo una frazione della forza originaria riesce a riattraversare il confine.
IL RISVEGLIO DELLA ZANNA DELL'INVERNO
Murluin, il Dragone Bianco, colui che un tempo dominava sui vastissimi territori che attualmente sono divisi fra lo Zarato Storozhev e il Ducato dei Picchi Gelidi, la Zanna dell'Inverno, è tornato. Pare che sia sopravvissuto alla battaglia che, circa nel 1400, portò alla caduta del suo impero personale, e che abbia passato gli ultimi 370 anni circa sotto una collina nei Picchi Gelidi.
Non si sa come mai si sia "svegliato", ma è molto probabile che ci sia una correlazione col "risveglio" di Skalak.
Si sa solo che un bel giorno di questo freddo 1772, una collina è franata, e alle sbalordite truppe ducali che presidiavano i dintorni si è presentata la magnificenza di un Antico Dragone bianco come il ghiaccio che spiegava le ali al vento, ruggiva e prendeva il volo, sparendo al di sopra delle basse nubi.
Il seguito si è consumato presso l'Antro de Dragones, la capitale Dragonling.
Sbucando dalle nuvole in piena picchiata d'attacco, Murluin si è abbattuto su Skalak, sbalzandolo dall'altura che aveva eletto a suo scranno e precipitandolo al suolo. Iniziava un combattimento che sarebbe rimasto nella storia.
Sbalordito e senza fiato per l'impatto, Skalak non è riuscito a reagire, né ad impedire che Murluin gli soffiasse in faccia il suo alito gelido come la morte, congelando l'aria stessa intorno alla sua testa. Sembrava la fine, per l'Antico Dragone Rosso, caduto sotto un assalto tanto improvviso quanto violento. Ma non lo era.
Chiamando a raccolta tutta la sua immensa forza, Skalak è riuscito a spingere via il suo aggressore e a rotolare sul ventre, spiegando a sua volta le ali e sciogliendo la crosta ghiacciata apparsa sul cranio e su parte del collo con un rabbioso ringhio fiammeggiante.
Le due mastodontiche bestie si sono fronteggiate brevemente, ringhiandosi contro nell'Antica Lingua, poi sono tornate all'assalto. Murluin era arrivato evidentemente preparato, con magie protettive e potenzianti già lanciate, ma secoli di inattività avevano indebolito il suo fisico. Skalak resiste al suo soffio gelido, a lance di ghiaccio e a tempeste evocate in rapida successione, e sferra una poderosa testata all'avversario, sbalzandolo all'indietro. La risposta di Murluin è pronta: una colossale zampa artigliata si abbatte sul collo del rivale, restituendo il colpo.
Skalak decide di portare il confronto sul piano della magia, con palle di fuoco e meteore fiammeggianti che si schiantano contro il Dragone Bianco, ma questi è protetto da potenti scudi antimagici, e nessuna magia lo danneggia. Skalak torna quindi a far sentire la propria superiorità fisica ruotando velocemente su se stesso e gettando Murluin in ginocchio con una tremenda spazzata di coda.
Murluin si rialza e torna a soffiare contro Skalak; questi ringhia il suo odio bruciante per il rivale nello stesso momento, e i due soffi si incontrano a metà strada. Una nuvola di vapore soffocante copre il campo di battaglia quando fiamme e ghiaccio si incontrano. Entrambi i mostri si levano in volo.
Segue un duello aereo quale mai s'era visto prima: l'aria è attraversata da proiettili magici di ogni tipo, maledizioni vengono scagliate e spezzate, ghiaccio e fuoco tornano a scontrarsi, e possenti colpi si abbattono su scaglie corazzate.
Poco a poco, man mano che le difese magiche iniziano a scemare, Murluin inizia a cedere terreno. Skalak è stanco, non può affondare il colpo decisivo, ma è decisamente in vantaggio. Consci dell'impossibilità di continuare a lungo, ed entrambi feriti, i Dragoni si posano nuovamente al suolo. Si guardano a lungo, ignorando la devastazione intorno a loro, poi Murluin si alza in volo e se ne va.