Coronavirus

Mersault l'Apostata

Chosen one
Fantacalciaro
Meglio capire dove mediamente c'è più figa. Per questo approvo la scelta lituana di Felce, i baltici sono sottovalutati.

Asd, utilitarismo sessuale
Il problema ontologico delle baltiche (e delle donne dell'Est Europa in generale) è che è gente fredda. In questo senso, le sudamericane garantiscono più alegría.
Ma per me più che le sudamericane, la chiave del mondo sono le caraibiche
Cubane, dominicane, zoccole senza dio
 

Spam Rulez

Chosen one
Sono da un paio di anni fissoninnsud America.
Ci resterò per sempre

Dove?

Ma il problema è che la società, post crisi, reagirà malissimo.

A parte disoccupazione e decrescita, la generazione dannata lancerà una reazione populista di livello inimmaginabile. E' questo il problema, pensare che i populisti siano delegittimati dalla crisi. Lo saranno, ma solo per essere sostituita da gente peggiore, visto che i boomers (si, sempre loro) sono sempre più radicalizzati.

I boomers mi passano sempre più spesso sotto le mani. E' una generazione alla frutta. Non me ne preoccuperei molto sebbene siano figli a mamma loro a livelli altissimi.

C'era un tempo in cui il catastrofista ero io.
Sento che questo ruolo mi è stato sottratto.

Io vedo un futuro con un pò più di ottimismo di quanto non lo facessi in passato.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Asd, utilitarismo sessuale
Il problema ontologico delle baltiche (e delle donne dell'Est Europa in generale) è che è gente fredda. In questo senso, le sudamericane garantiscono più alegría.

Hai ragione, però anche sull'essere freddi o calienti vado un po' a periodi. E in generale sono uno che ha sempre abbastanza idealizzato la donna che, ergo, deve essere un po' fredda e altera (eh eh). Soprattutto nello sguardo che deve un po' trafiggere in senso stilnovista. Ma il bello dei periodi è che finiscono, chissà a 45 anni per cosa sarò in fissa.
 

Decius

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Fantacalciaro
Asd, utilitarismo sessuale
Il problema ontologico delle baltiche (e delle donne dell'Est Europa in generale) è che è gente fredda. In questo senso, le sudamericane garantiscono più alegría.
Ma per me più che le sudamericane, la chiave del mondo sono le caraibiche
Cubane, dominicane, zoccole senza dio
Si intendo ovviamente quella zona larga...un piccolo sogno sarebbe andare là e stare uno due tre anni e portarmene una in Salento così creo una macchina da calcio
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Ma il problema è che la società, post crisi, reagirà malissimo.

A parte disoccupazione e decrescita, la generazione dannata lancerà una reazione populista di livello inimmaginabile. E' questo il problema, pensare che i populisti siano delegittimati dalla crisi. Lo saranno, ma solo per essere sostituita da gente peggiore, visto che i boomers (si, sempre loro) sono sempre più radicalizzati.

E vedo un paese dove io che ho ricevuto sempre peni in culo si sta preoccupando di dare le pensioni anticipate e massimalizzate ai vecchi, distribuendo Quota 100 in giro, per poi dirmi che le mie idee sono fallimentari. E vedere il mondo europeo frantumarsi perchè una banda di boomer cresciuta in un mondo scomparso è incapace di capire quello che ha di fronte.
L'abbrutimento è inevitabile, perchè le masse reazionarie non vedono l'ora di vedersi presentare una alternativa ancora più distruttiva e autocompiacente.

E personalmente, non è che posso fare molto più di quello che ho fatto fino ad adesso. E' da anni che imparo lingue, studio e mi specializzo.
Il problema è che sei troppo sotto da questo sistema. Io dicevo di fare cose per te, per costruirti qualcosa che interessa e che ti eleva. Non è questione di specializzarsi. Io mi sono rimesso a suonare dopo dieci anni. Non mi servirà a un cazzo ma mi tiene vivo. Sto studiando il russo per sfizio, anche qui dubito mi farà fare chissà cosa. Però sono cose che mi elevano e fanno sì che le giornate quantomeno passino. Non è che la tua generazione, che poi guarda che è anche la mia che dubito tu abbia 18 anni ora, è l'unica che sucherà. Credi di essere l'unico che ha studiato per anni e non trova lavoro? Credi sarà facile per me che sarò in cig fino al 30 maggio e poi il mio capo mi ha detto che probabilmente chiuderà tutto per evitare il fallimento? Credi sia facile per mio padre, boomer, che dal prossimo mese non potrà più pagare gli stipendi e poi chissà? Credi sia facile per un freelance nato negli anni settanta? Non siamo unici, a fanculo l'individualismo ma fare per non abbruttirsi. Quindi fare per te, non per la società. Ma pensare sempre che non sei da solo. Oppure si può stare a leggere articoli catastrofisti tutto il giorno e piangersi addosso di quanto sono sfortunato ad avere vent'anni ora. Ne vale la pena? Io cercavo solo di passarti questo messaggio non come critica ma come inno alla vita. È molto facile ora non avere prospettive e concentrarsi troppo sul prevedere la merda che sarà ma non è secondo me un esercizio utile al proprio benessere psichico.

Ma poi, davvero volete tornare al mondo di prima? Il vostro sogno vuole essere quello della scrivania e delle quattro settimane di ferie all'anno? Dell'iniquità del sistema economico e sociale? Della cultura ormai schiava del soldo? Netflix la sera, scopatina con la moglie e poi la mattina a fatturare?

Non servono date e non servono analisi ora che ci siamo dentro. Serve resistere, sempre, poi si vedrà. Alle brutte facciamo la comune di SoHead.
 
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Rebaf

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Fantacalciaro
A partire da lì, tra l'altro, mi sono buttato anche a rileggere tutte gli ultimi articoli sul blog dei Wu Ming. E, niente, ancora più rabbia e ancora più voglia di molotov.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
A margine, riguardo le misure di limitazione, più passano i giorni e più secondo me è necessaria una vera analisi di cosa sono. Questo commento fatto da uno dei Wu Ming secondo me spiega bene quanto si stia acriticamente accettando un sostanziale totalitarismo. Il commento è stato fatto a uno che replicava l'articolo dicendo: belle parole, gira il cazzo pure a me, mi sento egoista se penso che le limitazioni ledono i miei diritti, però se non stai a casa la gente muore e gli ospedali implodono. Metto sotto spoiler che è un po' lungo.

«Chiusura forte» è un’espressione generica per mezzo della quale, è evidente, metti insieme cose diversissime tra loro e addirittura prive di collegamento. Ma non è colpa tua, è la narrazione che si è costruita. Non c’è alcun collegamento scientificamente fondato tra il divieto di uscire di casa e «i posti letto che finiscono». Non c’è alcun collegamento scientificamente fondato tra il divieto di stare all’aria aperta e «la gente che muore». Non c’è alcuna consequenzialità logica tra l’evitare di ammassarsi e l’obbligo di portare la mascherina ovunque. Inoltre: il fatto che una misura sia in linea di principio giusta non significa che poi si debba tacere se la sua messa in pratica è incongrua o stupida. Soprattutto, il fatto che una misura sia giusta non implica che si debba per forza accettare acriticamente tutto il pacchetto. Non c’è affatto, non c’è mai stato un unico pacchetto possibile, perché non c’è una sola via per contenere l’epidemia.

E la via italiana è lungi da poter fare da modello: siamo il paese con più alto tasso di mortalità, non abbiamo fatto il lockdown ad Alzano e Nembro perché non voleva Confindustria, abbiamo infettato gli ospedali con una serie impressionante di errori, abbiamo trasformato RSA e case di riposo in luoghi di morte di massa per coronavirus… Una condotta non solo negligente ma criminale, dalla quale si è cercato di distogliere l’attenzione mettendo la popolazione agli arresti domiciliari, vietando de iure o de facto di prendere una boccata d’aria (quasi un unicum in occidente) e colpevolizzando i singoli cittadini: i runner, chi esce «senza motivo», i vecchi che fanno «troppe volte» la spesa ecc.

Tu parli di terapia intensiva e dici che nemmeno con diecimila posti si sarebbe potuta fronteggiare la situazione. Ma l’errore è già quello di incentrare il ragionamento sulla terapia intensiva. A una situazione in cui si finisce in tanti in terapia intensiva non si sarebbe proprio dovuti arrivare, come giustamente scrive Ardini nel link che ho messo poco sopra:

«la strategia [seguita in Germania] – appena rilevati sintomi di febbre le persone vengono testate e subito ricoverate – ha sicuramente contribuito a diminuire la letalità del virus.
Come rilevato da molti virologi, infatti […] si dovrebbe evitare che i pazienti raggiungano lo stato in cui l’infezione attacca i polmoni, aggravandosi, per cui diventa poi necessario il ricovero in terapia intensiva (accrescendo la probabilità di morte). In Italia, in generale, si è seguita la pratica di “stare a casa, anche se si ha la febbre” per contattare poi il medico e farsi ricoverare se la situazione peggiora.»

L’altro errore contenuto nel tuo commento è ritenere che si stia parlando della mia/tua libertà anziché della nostra, ovvero pensare sia una faccenda puramente individuale. E infatti usi l’epiteto «egoista». Peccato che invece si stia parlando delle libertà di tutte e tutti, degli spazi che sarà o non sarà possibile usare per un agire collettivo. Come ho già fatto altre volte, cito da un articolo uscito sull’Avvenire l’11 marzo scorso, perché riassume in poche righe la portata di quanto è accaduto mentre gran parte delle persone pensava si trattasse “solo” di non poter fare una passeggiatina:

«[…] Questi decreti hanno messo in campo la più intensa limitazione dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione dal momento in cui questa è in vigore, cioè da 72 anni a questa parte: non è solo limitata la libertà di circolazione, ma anche quella di riunione, così come il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro e la libertà di iniziativa economica, nonché, almeno in parte la libertà di manifestazione del pensiero, la libertà religiosa e la stessa libertà personale […]»

Sarà mica «egoismo» far notare queste cose?

Quindi, precisamente, di cosa cazzo stiamo parlando?
 

Silen

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Aggiungerei che in Italia si è aggiunto caos al caos perchè la mascherina è obbligatoria in alcune regioni si e altre no giusto per citare la cosa più macroscopica. Io sono straconvinto che i morti sarebbero stati molti di meno con una gestione più razionale che non la confusissima serie di misure e contromisure cambiate da un giorno all'altro con per di più le regioni che fanno ognuna quel che gli pare.
Il modello italiano di risposta all'epidemia ha fatto acqua da tutte le parti e quasi c'è da ringraziare che le vittime non sono state di più, non perchè il coronavirus sia la peste bubbonica ma perchè i fatti dimostrano che saremmo stati impreparati anche di fronte ad una epidemia di raffreddore.
Il fatto che in altri paesi le cose vadano pure peggio non è molto consolante, specie quando mi si parla degli stati uniti che bella forza che vanno male, hanno il modello sanitario peggiore di tutto il mondo occidentale...

Per il resto rimango sulla mia posizione, tutto questo non può durare, comprese tutte queste limitazioni alla libertà personale.
 

Arminio

Ninja Skilled!
Il problema è che sei troppo sotto da questo sistema. Io dicevo di fare cose per te, per costruirti qualcosa che interessa e che ti eleva. Non è questione di specializzarsi. Io mi sono rimesso a suonare dopo dieci anni. Non mi servirà a un cazzo ma mi tiene vivo. Sto studiando il russo per sfizio, anche qui dubito mi farà fare chissà cosa. Però sono cose che mi elevano e fanno sì che le giornate quantomeno passino. Non è che la tua generazione, che poi guarda che è anche la mia che dubito tu abbia 18 anni ora, è l'unica che sucherà. Credi di essere l'unico che ha studiato per anni e non trova lavoro? Credi sarà facile per me che sarò in cig fino al 30 maggio e poi il mio capo mi ha detto che probabilmente chiuderà tutto per evitare il fallimento? Credi sia facile per mio padre, boomer, che dal prossimo mese non potrà più pagare gli stipendi e poi chissà? Credi sia facile per un freelance nato negli anni settanta? Non siamo unici, a fanculo l'individualismo ma fare per non abbruttirsi. Quindi fare per te, non per la società. Ma pensare sempre che non sei da solo. Oppure si può stare a leggere articoli catastrofisti tutto il giorno e piangersi addosso di quanto sono sfortunato ad avere vent'anni ora. Ne vale la pena? Io cercavo solo di passarti questo messaggio non come critica ma come inno alla vita. È molto facile ora non avere prospettive e concentrarsi troppo sul prevedere la merda che sarà ma non è secondo me un esercizio utile al proprio benessere psichico.

Ma poi, davvero volete tornare al mondo di prima? Il vostro sogno vuole essere quello della scrivania e delle quattro settimane di ferie all'anno? Dell'iniquità del sistema economico e sociale? Della cultura ormai schiava del soldo? Netflix la sera, scopatina con la moglie e poi la mattina a fatturare?

Non servono date e non servono analisi ora che ci siamo dentro. Serve resistere, sempre, poi si vedrà. Alle brutte facciamo la comune di SoHead.

Scusami, non ho inteso il tuo messaggio come critica.
E' che non riesco a vedere come l'autorealizzarsi possa servire a qualcosa, visto che in ogni caso assistiamo a un processo di degenerazione.
E magari tornassimo al mondo di prima. Quello che dico è che il mondo di dopo farò ancora più schifo e sarà ancora più instabile. Mettersi a lavorare e rimboccarsi le maniche serve a poco quando la società attorno a te fa di tutto per suicidarsi.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Scusami, non ho inteso il tuo messaggio come critica.
E' che non riesco a vedere come l'autorealizzarsi possa servire a qualcosa, visto che in ogni caso assistiamo a un processo di degenerazione.
E magari tornassimo al mondo di prima. Quello che dico è che il mondo di dopo farò ancora più schifo e sarà ancora più instabile. Mettersi a lavorare e rimboccarsi le maniche serve a poco quando la società attorno a te fa di tutto per suicidarsi.

Non è autorealizzazione. L'autorealizzazione è un termine da TED dove interviene il Bezos di turno. È rimanere umani continuando a rimanere attivi culturalmente, mentalmente, non accontentarsi di leggere il numero dei morti e gli articoli su Repubblica e poi scrivere del nostro scontento. Il mondo di prima faceva schifo, quello di domani probabilmente peggio, quindi? Non serve neanche, come dici tu, mettersi a fare chissà quali corsi online che poi quando torna tutto "normale" almeno spacco i culi. Che si fa allora? Per il momento possiamo solo tenere la testa attiva ed è la cosa più importante. Era questo il mio consiglio, semplicemente perché ti vedevo molto giù di morale, perché ci sono passato anch'io in queste settimane. Giorni e giorni senza fare sostanzialmente nulla e con varie situazioni di merda a tutti i livelli con cui convivere. Che magari prima una sbronza al bar lenivano, ma che ora devo risolvere completamente da solo. Perché la normalità di questo mondo non sono i grandi nuclei famigliari felici che, tutto sommato, stanno passando bene perché non hanno rinunciato a un pezzettino del proprio animo umano. La normalità di questa società è la solitudine, l'emarginazione, la precarietà esistenziale. E tutto quello che succederà da questo punto di vista, sarà pure peggio di qualche decina di migliaia di morti per polmonite.

Lo capisco perfettamente, sfido chiunque ora a dire che è felice e non sente la pressione addosso. Ma Resistere, sempre, Arminio. Questa è l'unica verità e l'unica azione, che diventa finanche scelta politica nel senso filosofico del termine. La resistenza più importante, soprattutto in questa società già ipertrofica che ora ha ricevuto anche una decisa spinta all'atomizzazione delle persone e al totale spostamento di qualsiasi cosa nell'orrido mondo digitale, è quella culturale.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Aggiungerei che in Italia si è aggiunto caos al caos perchè la mascherina è obbligatoria in alcune regioni si e altre no giusto per citare la cosa più macroscopica. Io sono straconvinto che i morti sarebbero stati molti di meno con una gestione più razionale che non la confusissima serie di misure e contromisure cambiate da un giorno all'altro con per di più le regioni che fanno ognuna quel che gli pare.
Il modello italiano di risposta all'epidemia ha fatto acqua da tutte le parti e quasi c'è da ringraziare che le vittime non sono state di più, non perchè il coronavirus sia la peste bubbonica ma perchè i fatti dimostrano che saremmo stati impreparati anche di fronte ad una epidemia di raffreddore.
Il fatto che in altri paesi le cose vadano pure peggio non è molto consolante, specie quando mi si parla degli stati uniti che bella forza che vanno male, hanno il modello sanitario peggiore di tutto il mondo occidentale...

Per il resto rimango sulla mia posizione, tutto questo non può durare, comprese tutte queste limitazioni alla libertà personale.

Al netto di quello che pensiamo sul dopo, è secondo me utile affrontare il tutto con una prospettiva che, scusate il termine che pone sempre dubbi epistemiologici, potremmo definire antropologica. O, se preferite, sociologica. È anni che assistiamo a un ritorno della narrativa del decoro e della sicurezza, queste restrizioni sono una manna dal cielo per il sistema. Già ci hanno fasciato la testa con Internet, immagina ora che è diventato l'unico spazio che possiamo percorrere. È pericoloso, perché le limitazioni finiranno ma qualcosa rimarrà e temo che i governi non saranno così veloci a levare forme di controllo che tutto sommato fanno comodo. Dove finiranno tutti gli spazi resistenti? Su Internet? Che è sostanzialmente di proprietà private di quattro grosse multinazionali?

Tornando invece al discorso Italia, rendiamoci conto che se siamo a questo punto è sostanzialmente perché lo ha deciso Confindustria. Continuiamo a produrre, quella è la cosa importante, ma intanto facciamo credere a tutti che il problema erano i runner che andavano da soli a correre. Ci hanno raccontato che meglio di così non si poteva fare, che siamo stati bravi a chiudere prima di tutti (semplice congiuntura temporale e politica, di certo non competenza), ma in realtà il governo ha agito nel modo più scontato. O, meglio, ha dovuto mettere a una pezza ai disastri che sono stati fatti in Lombardia.

Lo dice il commento, lo fa vedere bene la puntata di Report di lunedì, Confindustria ha sostanzialmente deciso il no alle zone rosse in val Seriana e guardiamo la Lombadia come è messa. Quando il resto delle regioni ha dimostrato che le zone rosse hanno funzionato e dovevano essere la prima risposta forte. Invece #bergamoisrunning e telefonate ai sindaci, che i tubi per l'estrazione petrolifera devo continuare a produrli per forza. Poi questa narrativa della grande sanità italiana (intesa come sistema, non come persone che ci lavorano che ora come ora sono gli unici baluardi in mezzo alla merda), ma stiamo scherzando? Sono stati fatti degli errori allucinanti nei primi giorni. Pazienti mischiati, malati portati nelle case di riposo e intanto i medici non avevano DPI, unici ad averne realmente bisogno e continuano a morire a frotte. E, fun fact, sapete di chi è gran parte della sanità privata lombarda? Quella che negli ultimi anni è stata potenziata e ha obbligato la sanità pubblica a concorrere in termini "commerciali" per poter sopravvivere? Degli stessi industriali che ci hanno portato a tutto questo. Che, molto gentilmente, i malati li curiamo però poi regione Lombardia ricordati che ci dovrai pagare. Tutti i dirigenti di Confindustria dovrebbero arrivare a Canossa in ginocchio a chiedere scusa a tutti gli italiani e se nel tragitto qualcuno ne muore di Coronavirus, tanto meglio. Che 'sta gente nei loro "buen ritiri" non gliene frega un cazzo. Vi rendete conto che una di queste grosse aziende a metà marzo aveva distribuito il vetril come unica forma di protezione individuale degli operai? Il cazzo di vetril.

Il paragone con la Germania, poi, è illuminante. Ci hanno detto che lì la mortalità era bassa perché la popolazione è giovane e perché c'è più disponibilità in terapia intensiva, che sbagliavano a non chiudere e semplicemente non facevano tamponi, stronzate. E invece se lì la situazione non è paragonabile alla nostra è perché hanno gestito a livello medico in modo molto migliore. Hai 37,5 di febbre? Ti ricovero subito e ti curo immediatamente. Noi lasciamo la gente a casa a morire da sola. E poi quando ormai i polmoni sono a puttane li ricoveriamo e dopo tre giorni crepano. E grazie al cazzo, mi verrebbe da chiosare. Però il problema è la terapia intensiva, il problema è se io esco a 500 metri per andare a prendere la sigarette, il problema è il vecchio da solo che va in edicola a prendere il giornale.

Quindi, non mi rimane che ripetere la chiusa del mio penultimo post, di cosa stiamo parlando? Ora più che mai è importante a resistere, ma non al coronavirus, non con gli hasthag stupidi, le balconate e le bandiere alla finestra. Resistere alla narrativa del "accetto tutto, perché è per la mia salute". È stato ampiamente dimostrato che nessuno ha mai pensato a quella ma, come al solito, unicamente a come far continuare a girare un sistema marcio fino al midollo.
 

Arminio

Ninja Skilled!
Ma il punto è che la tematica della resistenza popolare funziona fino ad un certo punto.
Perchè la resistenza al sistema di merda non è per niente popolare, anzi.

Confindustria sarà anche una merda, ma chi li ha votati i partiti di Confindustria? La piccola borghesia, le zone rurali, le casalinghe, gli anziani.
Siamo all'assurdo dove esiste una alleanza di fatto tra superricchi, sottoproletariato e rurali per una alleanza reazionaria.
Dove cazzo sta la possibilità di reazione popolare quando il proletario vota estrema destra?

La prospettiva marxista di lotta di classe mi è sempre stata indigesta. Le masse sono e saranno sempre reazionarie. La lotta progressista sarà sempre compiuta da una forte minoranza e osteggiata dalla maggioranza.
Il collasso non avverrà per il complotto dei ricchi, ma perchè il 70% della popolazione deciderà di suicidarsi volontariamente.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Continui a non capire, chi ha parlato di resistenza popolare?

Il mio è un discorso più alto che verte sull'uomo in qualità di essere pensante. È un tipo di resistenza trasversale che va al di là del mero concetto di classe. Tu puoi essere pure un medio borghese ma essere socialmente emarginato, puoi essere un contadino ma decisamente più all'interno dei sistemi di potere. Il tuo è un discorso da '900 che non mi trova molto concorde. Facciamo sempre lo stesso errore, vedere con gli occhi del passato le situazioni presenti. Quando invece il passato dovrebbe essere solo un paio di occhiali da mettersi solo alla bisogna. Non dobbiamo dimenticare che la verità è quella che vediamo con i nostri occhi e che sappiamo poi analizzare criticamente con dubbi e domande.

Poi, vero, Confindustria la votano i contadini e gli operai della val Seriana che votano Lega, ma di contro anche la resistenza va oltre a determinate rigide classificazioni. È una resistenza esistenziale, devi essere partigiano esistenziale, dato che ti piacciono le fascinazioni da Novecento. Il tuo discorso è esattamente quello che bisogna combattere, perché stai spostando tutto sul lato meramente politico quando invece qua la cosa più pesante è il lato ontologico della crisi. Non me ne frega di progressismo e conservatorismo, termini che andrebbero aggiornati e ripensati tra l'altro. Progressista è Elon Musk perché si fa la fotina con il dipendente che si è addormentato sulla scrivania? Conservatore è il piccolo militante leghista che ogni giorno chiacchiera con gli esercenti del suo paese capendo i problemi del territorio? Progressista è il PD che da anni porta avanti politiche ultra liberali? È caos che si trasforma in entropia. Che senso ha parlare in questi termini ormai? In definitiva si tratta di lottare per salvare la nostra stessa essenza. Per me il discorso è questo e si deve partire da qui. E non è assolutamente un discorso marxista, o perlomeno non è un discorso marxista nel modo in cui lo intendi tu.

Purtroppo è sempre difficile non cadere nella tentazione di usare la Storia per interpretare il presente. Complici anche gli aforismi del cazzo che proprio ultimamente senti tanto in giro (a partire proprio dalla impropria cit di Marx sulla storia che si ripete due volte). Ma c'è necessità di ripensare tutti gli spazi di lotta e di resistenza, al netto della situazione che delinei tu che mi trova concorde, eh. Poi, per carità, sei liberissimo di assumere una posizione ultra-nichilista ma secondo me è proprio a partire da noi, che ne stiamo discutendo e che abbiamo gli strumenti per farlo, che dovrebbe partire una rivoluzione culturale. Per far capire che ci avete rotto il cazzo: contadini, operai, industriali, velisti di sinistra e populisti di destra. Ma non ci avete rotto il cazzo perché siete quella roba lì, ci avete rotto il cazzo perché non pensate a meno di non aver fatto prima due click su Facebook.

Ora e più che mai questo è il problema. E il fatto che le restrizioni potrebbero andare avanti per lungo tempo in forme e maniere diverse è un attacco durissimo a questo tipo di resistenza. Ho fatto il giro e sono tornato al discorso iniziale, ma alla fine è tutto collegato.
 

Shaka

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Fantacalciaro
Il paragone con la Germania, poi, è illuminante. Ci hanno detto che lì la mortalità era bassa perché la popolazione è giovane e perché c'è più disponibilità in terapia intensiva, che sbagliavano a non chiudere e semplicemente non facevano tamponi, stronzate. E invece se lì la situazione non è paragonabile alla nostra è perché hanno gestito a livello medico in modo molto migliore. Hai 37,5 di febbre? Ti ricovero subito e ti curo immediatamente. Noi lasciamo la gente a casa a morire da sola. E poi quando ormai i polmoni sono a puttane li ricoveriamo e dopo tre giorni crepano. E grazie al cazzo, mi verrebbe da chiosare. Però il problema è la terapia intensiva, il problema è se io esco a 500 metri per andare a prendere la sigarette, il problema è il vecchio da solo che va in edicola a prendere il giornale.

Sono abbastanza d'accordo con quello che scrivi, ma su questo punto no. O meglio, non è che non sono d'accordo io, è la matematica e la stessa Germania a dirlo...oltre che per un'affermazione specifica, la scienza. Portare subito in ospedale un malato probabilmente aiuta a intervenire prima in caso di crisi. C'è molta gente che non si sente esageratamente male, eppure poi a fare controlli ha bisogno di respiratore. Esempio famoso Boris Johnson. Se sono già in ospedale si interviene prima, ma non esistendo una cura...cosa curi?

La situazione è molto più semplice e matematica. Con più positivi, si ha una percentuale di morti inferiore.

Incollo un pezzo di un articolo tratto dal NY Times

Non ci sarebbe, dunque, nessuna anomalia così come sottolineato dal virologo Chistian Drosten, dell’ospedale Charité di Berlino: “Il motivo per cui in Germania abbiamo così poche morti al momento rispetto al numero di infetti può essere ampiamente spiegato dal fatto che stiamo facendo un numero estremamente elevato di diagnosi di laboratorio“.

In Germania fanno 350.000 tamponi a settimana, in Italia, adesso che hanno accelerato di molti, ne sono stati fatti 900.000 dall'inizio dell'emergenza ad oggi. Si stima che i veri contagiati sono almeno 10 volte tanto. Moltiplica i contagiati per 10 e vedrai che la percentuali scende anche in Italia.
In più il conto dei morti in Germania viene fatto diversamente

https://www.startmag.it/mondo/ecco-...us-parla-rizzardini-ospedale-sacco-di-milano/

Insomma, nonna è solo "oh cazzo quanto sono bravi i tedeschi, noi sempre i soliti Italiani pizza mandolino e baffo nero"

ricordiamoci che non c'è una cura. Se ti prende devi aspettare che ti passa e sperare che non necessiterai di essere attaccato a un ventilatore polmonare. Tutto qua.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Quella mia affermazione si riferisce a questo articolo: https://ilmanifesto.it/troppi-morti-da-pandemia-in-italia-e-non-e-una-fatalita/ e va letta in tal senso. Il mio curare è stato un termine improprio, ma se leggi l'articolo capisci bene cosa intendo con prenderli subito e trattarli, tutti. In ogni caso non è una lode alla Germania ma una triste constatazione. Guardati la differenza di PIL speso in sanità ed è facile farsi due conti. È una questione di numeri ma anche di approccio. È anche vero che in ogni caso noi non avremmo potuto fare come ha fatto la Germania a livello di ospedalizzazioni per mille motivi, in Lombardia è vent'anni che stanno devastando la sanità pubblica a favore di quella privata. Ma sicuramente, per riallacciarci ai tanti discorsi sulle storture della gestione della crisi, si poteva fare meglio.
 

Mikhail Mengsk

MSPAINT OVERTYRANT
Sono entrambe affermazioni vere: le condizioni di partenza sono troppo diverse per fare confronti seri, MA in Italia i focolai iniziali sono stati gestiti a cazzo di cane. La zona di Bergamo è un carnaio perché è stata gestita di merda da gente che andrebbe fucilata alla schiena. Idem in generale la Lombardia. Il governo ha esitato, verissimo, ma non ha ricevuto nessun aiuto dalle autorità locali pur avendo dato per certi versi ordini abbastanza chiari in materia. Se a Bergamo risulta un intero ospedale infetto, lo chiudi e poi lo riapri dopo poche ore senza fare sanificazione non si può dare la colpa al Governo.
 

Rebaf

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Fantacalciaro
Esattamente, sulla Lombardia sono stra d'accordo con te. È stata una condotta criminale da parte delle autorità regionali che sono rimaste totalmente chine ai gruppi di potere della zona.
 

Falciatore

Ninja Skilled!
Scusate, io leggo quasi sempre ma posto pochissimo. Ho un dubbio sulla frase di rebaf riguardo l'ospedalizzazione, a me risulta vero l'opposto, cioè che l'eccessiva ospedalizzazione iniziale abbia portato all'aumento dei focolai, gli ospedali sono un incubatoio perfetto per qualsiasi virus, chi sia stato in ospedale per qualche tempo può testimoniarlo, quindi su quello non penso che prendere tutti i malati e portarli in camere di ospedale possa essere la soluzione.
 
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