GDR Corone spezzate

Redual

Brontolo
"Il Principe Dedric... certo, purtroppo questo richiederà del tempo. Tornerò quando tutto sarà predisposto".
Arya uscì dalla porta e si fece rivedere solo dopo una quarantina di minuti.

"Perdonate l'attesa Maestà, il Principe Dedric purtroppo non era più a palazzo e abbiamo dovuto... convocarlo nuovamente. Vi attende nella sala da pranzo, seguitemi pure."
Le due donne insieme ad un paio di guardie di palazzo attraversarono nuovamente l'ala deserta destinata alla copia di Britannia, fino a giungere ad una sala più piccola, vicina a quella della sera prima., lì seduto ad un lungo tavolo era in attesa quello che veniva definito il "Principe Nero".

"Maestà" disse Dedric alzandosi in piedi "spero che perdonerete l'attesa che vi ho cagionato. Purtroppo ho già desinato questa sera, ma sarò più che felice di farvi compagnia.
Mai avrei pensato di incontrare i reali di Britannia così presto ed in queste situazioni."

Le ultime parole gli si chiusero quasi in gola, strappate da una deglutizione improvvisa causata dalla vista della dama di compagnia giunta con l'imperatrice.
"D.. Dunque, come vi trovate a palazzo?"
 

Dyolance

Novice Spammer
Lisbeth attese pazientemente tutto il tempo necessario all'arrivo del suo commensale e quando finalmente la dama la venne a chiamare per portarla al cospetto del Principe scese con un portamento fiero e contenuto. Solitamente civettuola a corte, il suo ruolo era quello del bell'oggettino in pubblico e della fidata consigliera nel privato della sua camera nuziale: non si poteva affatto dire che Lisbeth Von Carstein non fosse una donna.

La prima impressione che ebbe del Principe e del suo parlare ampolloso fu quasi divertita, ma la risatina che norlmamente sarebbe scaturita venne soffocata da pensieri ben più importanti. Tirò un'occhiata verso la dama dietro di sè, capendo che qualcosa bolliva in pentola dalla voce strozzata dell'uomo: le cose era che o i due scopavano o l'uomo sapeva che Arya fosse incaricata di tenere d'occhio i suoi incontri in particolare con gli ospiti. L'ombra dell'elezione era molto vicina e di certo non si volevano impicci di altre nazioni nel processo di votazione.

Lisbeth si avvicinò a Dedric, simulando perfettamente l'atteggiamento civettuolo che tanto aveva perfezionato negli anni. Lo fece per farsi baciare la mano com'era di buon costume per un giovane uomo al cospetto di una damigella.
"Via Principe, dovrete rilassarvi se vorrete essere popolare durante le visite ufficiali nelle altre corti." - disse prima di andarsi a sedere. Notò che Arya non partecipò a quel gesto rituale.
"Dama Arya fatevi salutare come si deve da questo bel giovine, non siate timida! Non capita tutti i giorni di ricevere il baciamano da un Principe."
Ebbe particolare attenzione nell'alchimia tra i due, per eliminare una possibile tesi.

Sistemò le posate davanti a sé mentre i servitori presentarono la prima portata e subito sparirono via.
Rispose dopo un breve respiro profondo.
"Direi bene a parte qualche spiacevole incidente di cui speravo di ricevere chiarimenti questa sera stessa con Sua Maestà. Ma pare che mio marito e vostro padre stiano... Risolvendo molte questioni, diciamo."

Portò una mano al boccale e lo riempì d'acqua, poi lo avvicinò a sè poggiandolo sul tavolo. Alché abbassò lo sguardo e si mise a cercare nella borsetta che portava con sè un qualcosa, sbuffando nel non trovarlo. Parlò dunque con la dama Arya.
"Mia cara, perdona la mia sbadataggine ma temo di essermi dimenticata l'infuso che dovrei prendere durante il periodo di gravidanza nelle mie stanze. Saresti così gentile? Sai come si dice, non si manda mai un uomo a frugare nelle stanze di una signora e non si può mai sapere che pasticci possano combinare le servette!" - disse con candore.
 

Redual

Brontolo
Quando Lisbeth parlò del baciamano i due si guardarono per un istante poi Arya si avvicinò tendendo il braccio con fare malizioso "Oh Principe quale onore".
Uno sguardo severo e glaciale fù la risposta silenziosa che la fece ricomporre e allontanare.

"Certo mia Signora, mi reco subito nelle vostre stanze" fù la risposta della donna alla richiesta dell'impetrice che sparì velocemente per i corridoi del palazzo.


"Arya è una servitrice leale anche se spesso ama scherzare. Leale quanto letale direbbero in molti" esordì Dedric.
"Purtroppo avete ragione non sono molto a mio agio con i modi di un paese come il vostro, d'altronde sono, in un modo o nell'altro, figlio di mio padre e qui nel Regno si sono sempre preferiti modi piuttosto diretti e scarni nel trattare le questioni.

Allo stesso modo temo che l'accoglienza di questi giorni possa apparirvi parimenti strana e inaspettata rispetto al solito.
Non è da tutti i giorni ricevere una simile visita, con dei simili ospiti."
 

Dyolance

Novice Spammer
"Strana e inaspettata non sono propriamente le parole che utilizzerei, Principe. Direi piuttosto ostile e machiavellica, ma non sprecherò il nostro tempo a farvi la predica."

Infilzò una salsiccia e la tagliò violentemente, per poi inforchettare il boccone e masticare con la stessa efficienza che avrebbe potuto sfoggiare un'arpia.
"So che potreste essere eletto e al posto di vostro padre potreste esserci voi il prossimo anno. Considerate ciò che sto per chiedervi come un favore personale: rispondetemi e vi sarò grata anche dopo il vostro insediamoento e metterò una buona parola per voi. Dove si trova mio marito?"
 

Redual

Brontolo
"Non si può dire che non si noti il sangue dei Von Carstein in voi imperatrice.

Un accoglienza, per i modi di mio padre, adeguata a coloro che fino a ieri si definivano, senza troppi problemi, nostri nemici alle corti di questo o quel potentato"
disse conciliante Dedric.

"Vostra Maestà, se è vero che io sia politicamente molto... incline, a riaprire e stringere i rapporti con voi, non crediate che non ricordi il recente passato, ne che agogni disperatamente la vostra amicizia.
Non critico a mio padre l'astio che prova per vostro marito, ma lo ritengo figlio di un errore di fondo. Egli ha sempre gestito la diplomazia e gli accordi come se tutti avessero il senso del dovere e della parola che ha lui e la gente della tempesta, non ha mai compreso che invece altri lidi agiscono basandosi più sul profitto e i guadagni rispetto che sui doveri.
Il suo grande errore fu' fondare i rapporti sui trattati piuttosto che su una convergenza di obbiettivi e ambizioni.

In ogni caso, non crucciatevi così tanto, voi mi sembrate in ottima salute... e confido lo sia anche vostro marito.
Ciò che so per certo è che non si trova più a palazzo dall'incontro di questa mattina con Stannis. Dove sia solo gli dei possono saperlo, ma immagino non abbia lasciato la città.
Vi posso però assicurare che è ancora in vita ed in buona salute, se, o quando, il Re vorrà prendere la sua vita, lo farà in maniera plateale. Avete mai sentito dei comandanti mercenari Falastiel e di John Falstaff, ecco... qualcosa del genere."
 

Dyolance

Novice Spammer
Lisbeth rimase stizzita alle parole del Principe, che a quanto pareva gli attributi lì sotto li aveva e non faceva altro che nasconderli. Tutta la timidezza e la titubanza che aveva percepito al suo arrivo nella sala e subito dopo erano svaniti, rivelando un giovine d'intelletto e scaltro a muoversi con le parole, anche se tremendamente onesto. Strinse il calice di vino con forza prima di bagnarsi le labbra.

"Convergenza di obiettivi e ambizioni... Divertente." - disse prima di alzarsi rumorosamente dalla sedia senza aver finito la propria cena.

"Vi consiglio di tenere in salute e in forze mio marito perché da quello che ho appena sentito andrete tremendamente d'accordo voi due. Farò il tifo per voi affinché vinciate l'elezione ma ho appena capito che finché non smetterete di difendere vostro padre e i suoi eccidi con la stessa calma con cui parlereste del tempo non ho nulla da dire al voi. Bisogna parlare direttamente col macellaio per poter avere quello che si vuole: riferitegli che mi aspetto di parlare con lui entro domani sera. Con permesso."

Si girò abbandonando la stanza. Incrociò una Lady Arya appena tornata, da cui strappò di mano l'impacco di erbe visibilmente interdetta. Nonostante tutto rimase nelle sue stanze anche quella notte, dormendo in pensiero per il marito e con un pugnale sotto il cuscino.

------------------------------------------------------

Lisbeth si svegliò di buon mattino e con nessuna notizia ad attenderla alla porta. A parte l'interesse di Arya e la colazione in camera non ottenne altro. Fu mangiando controvoglia gli ultimi tocchi di pane della colazione che sentì bussare alla porta. Si alzò subito e prima di aprire si ricordò del pericolo imminente: fece scivolare la mano dietro al vestito e impugnò il pugnale che teneva sempre con sè, nascondendolo sempre nel fodero e quindi dietro la schiena. Aprì la porta e si trovò davanti Beren, la guardia del Re, e più dietro di lui l'alto e bel profilo di un uomo dai capelli lunghi e dorati anche se leggermente lordi, come lo era d'altronde il viso e ancor di più gli abiti monacali di Solenielle che indossava. Suo marito.
Ritirò la mano dal coltello e lo andò immediatamente ad abbracciare, scansando la figuara della guardia.

Era stato solo un giorno e un re a tenerli lontani, eppure sembrava passata un'eternità spesa con la paura di essere sopraffatti da un tiranno.
"Oh caro, che ti è successo?"
"Niente Liz, abbiamo parlato a lungo. Vi ringrazio Ser, passerò qualche minuto con mia moglie."


Beren si congedò, lasciando i due sposi soli all'interno.
Lisbeth si fece portare una bacinella da bagno in camera e lei personalmente aiutò il marito a ricomporsi: intanto discussero di quanto successo, se fosse necessario per la Von Carstein aguzzare le spade e andare in giro per tagliare ogni cazzo in quel dannato castello, ma l'Imperatore calmò più volte la sua consorte, confortandola e dicendole che era filato tutto per il verso giusto. Lei gli raccontò dell'incontro il giorno prima con il principe e lui le disse che non era necessario che lei si muovesse così tanto per lui; nonostante tutto la ringraziò, perché l'amava e lei amava lui ed era ben conscio che non poteva controllare quel vulcano che era in realtà sua moglie.
Il resto della giornata dei Cloveringi venne passato nelle loro stanze con grande sorpresa della moglie: il marito aveva perso la voglia della politica tutta d'improvviso, non perché improvvisamente disgustato da essa ma perché completamente soddisfatto, come lo si può essere di un orgasmo.
Persino l'idea di parlare con i possibili eredi del Re parve non tangerlo. Semplicemente disse che tutto quello che desiderava fare l'aveva fatto e che ci sarebbe stato un tempo per ogni cosa.

-------------------------------------

La mattina seguente, Lisbeth venne svegliata non dai raggi del sole ma dal rumore del marito che ravattava nei loro bagagli da viaggio.

"Che succede caro?"

"Oh, perdonami cara, non volevo svegliarti. Stavo cercando l'uniforme"
Lisbeth rimase estremamente confusa: l'alta uniforme imperiale era uno dei vestiti che aveva usato nei giorni precedenti Lelouch e rimaneva appesa e in bella vista, era letteralmente impossibile non vederla. Timidamente però la indicò e Lelouch seguì il dito, scuotendo poi la testa.
"No quella... Quella non va bene."

-------------------------------------

Come preannunciato da Re Stannis la mattina precedente, dopo che la coppia imperiale fu pronta Beren arrivò per scortarli nella sala delle udienze. Se Lisbeth non aveva rinunciato al lustro nel vestiario che il suo rango permettea, Lelouch era completamente irriconoscibile: per sé aveva scelto l'accesa stoffa rossa delle uniformi da basso ufficiale imperiali, quelle che potevano vantare i capitani durante le parate per intenderci, ovvero quegli ufficiali che coordinavano non più di dieci o venti uomini nei momenti più concitati della battaglia.
 

Redual

Brontolo
Quella mattina tutto sembrava ricordare il giorno del primo arrivo.
Beren e le guardie li scortarono per i corridoi del palazzo fino all'ingresso della sala del trono che, nuovamente, era gremita di nobili e dignitari in attesa di scoprire come sarebbe andata a finire quell'inaspettata visita.
All'ingresso, come qualche giorno prima, il cerimoniere batté con forza il fondo d'ottone del bastone per terra:
"Sua Maestà Imperiale Lelouch IL Britannia e Sua Maestà Imperiale Lisbeth Von Carstein" altri due tonfi, subito dopo, gettarono i presenti nel silenzio.

Tutto aveva uno strano gusto di già visto, anche se ormai, dopo questi giorni pregni di aspettative e forti emozioni, le stesse sale del palazzo non sembravano più così estranee, anzi apparivano in qualche modo familiari, ormai domate; alcuni direbbero che poche ore vissute intensamente imprimano sensazioni e ricordi più di anni di consuetudini.

All'ingresso dei due reali, i presenti si divisero in due ali di folla mostrando, al fondo della sala, Re Stannis in piedi davanti al trono, abbigliato nel suo solito modo essenziale.
Leoluch ebbe la netta impressione di scorgere sul viso del monarca un accenno di sorriso quando gli vide sopravanzare.

"Spero che il soggiorno a Bastiglia sia stato adeguatamente comodo" disse guardando prima Lisbeth "ed illuminante al tempo stesso." per poi passare a Leoluch.

"Abbiamo avuto modo di parlare in questi giorni e credo che di essere giunto ad una conclusione di quanto mi chiedeste.
Avete qualcosa da dire Imperatore prima che continui?"
 
Ultima modifica:

Dyolance

Novice Spammer
Lisbeth era stordita di tutta la calma che traspariva dal marito, fino a due giorni prima totalmente insicuro di quanto avrebbe fatto il sovrano della tempesta. Ora stava al centro dello stanzone vicino a lei e con degli occhi sereni, di una serenità non d'accettazione della morte bensì di sincera felicità.

"Null'altro se non i miei rinnovati e più sentiti ringraziamenti per la vostra ospitalità, Maestà."
 

Redual

Brontolo
"Il Regno della Tempesta accetterà la restituzione della pendenza di duecento monete risalente a undici anni fa, in due rate da estinguersi entro il termine del prossimo anno come proposto.

Parimenti rifiutiamo le riparazioni offerte di cento monete; l'oro non è ciò che guarirà gli animi per quanto accadde, ne può essere sollievo per le coscienze, ne deve rappresentare le illusorie fondamenta del futuro.

Con questo atto ritengo saldato il dovuto riguardante la guerra del sud.

Non elargirò perdoni o riabilitazioni poiché quei giorni non devono essere cancellati dal ricordo o dallo spirito.
Quegli anni e quelle scelte ci hanno reso ciò che siamo, conducendoci qui, e la loro memoria ci spingerà, in un modo o nell'altro, a raggiungere i traguardi a cui aspiriamo.

Da domani, colui o colei che mi affiancherà al trono come reggente potrà iniziare un nuovo capitolo tra i nostri popoli, e scegliere se e come imparare nuovamente a fidarsi."


Lo stesso paggio di qualche giorno prima si ripresentò nuovamente con la medesima pergamena.

"Quel trattato non ha più motivo di risiedere a Bastiglia. Fu' la vostra parola e il vostro onore" disse con uno sguardo che parve dire molte più parole "riportelo a casa.

Questo è tutto, siete liberi di partire quando più vi aggrada, la vostra imbarcazione vi attende ormeggiata ai moli, apprezzerete qualche lavoro di manutenzione operato in questi giorni, le guardie che vi accompagneranno ritireranno la prima rata del pagamento.
Ho avuto modo di informare le mie flotte sul tragitto, si assicureranno di un viaggio tranquillo fino al Mare di Lannach.

Buon viaggio Imperatore ed Imperatrice."
 
Alto